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Introduzione
Il termine governance, nato nel mondo anglosassone per indicare le
attività di governo, si è recentemente arricchito di significati più ampi e
pervasivi rispetto a quello originale, a seguito delle profonde
trasformazioni che hanno interessato la nostra società a cominciare
dagli ultimi decenni del Novecento. Infatti, la rimessa in discussione
del ruolo di centralità dello Stato nelle pratiche di governo del
territorio, a seguito anche della crisi del sistema politico della
rappresentanza, ci consente oggi di poter separare nell’analisi il
concetto di government, da intendersi come l’insieme delle politiche,
dei progetti e delle infrastrutture operanti in modo gerarchico sul
territorio, dal concetto di governance, da intendersi come l’insieme di
pratiche di partecipazione non gerarchica alla gestione della cosa
pubblica.
Le pratiche di governo di un territorio, per raggiungere obiettivi di
efficacia ed efficienza, devono necessariamente includere valutazioni
inerenti le risorse che lo abitano. Tali risorse non vanno intese come
limitate a quelle componenti che garantiscono il funzionamento del
territorio, ovvero le politiche e gli organi istituzionali presenti, ma
anche e soprattutto inclusive degli individui che ne fanno parte. Diviene
quindi utile introdurre il concetto di “abitare”, con lo scopo di
avvalorare una componente essenziale, sebbene spesso sia trattata come
marginale, dell’intero processo di governo del territorio: il cittadino.
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Tale considerazione della centralità dell’abitare trae fondamento
dalla consapevolezza che l’identità di un luogo nasce e si sviluppa a
partire dai cittadini, senza i quali essa non potrebbe esistere. Gli attori
sociali che interagiscono all’interno di questi spazi danno forma al
capitale sociale, che secondo la definizione di Robert Putnam
corrisponde alle: “relazioni tra gli individui, le reti sociali e le norme di
reciprocità e di affidabilità che ne derivano”.
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Esso si sviluppa dunque
dall’interazione fra gli attori sociali/cittadini, i quali possiedono
strumenti sempre più avanzati per relazionarsi e comunicare. La sua
importanza diventa tanto più evidente quando si considera che il
capitale sociale ”consente ai cittadini di risolvere i problemi più
facilmente, aiuta le comunità a progredire perché i loro membri sanno
di poter contare gli uni sugli altri e promuove a consapevolezza dei
modi in cui i nostri destini si intrecciano (...)”.
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Fatte queste premesse, è necessario introdurre un secondo elemento
che dovrebbe essere riconosciuto come risorsa essenziale nel processo
di governo del territorio, ovvero il ruolo rilevante occupato dalla
diffusione nell’impiego di strumenti informatici da parte dei cittadini e
della Pubblica Amministrazione. Conseguentemente, è possibile
introdurre una seconda importante distinzione fra il concetto di e-
Government, da intendersi come l’insieme delle infrastrutture digitali
che stanno emergendo in questi anni, e il concetto di e-Governance,
1
Putnam in Gauntlett 2013: 183.
2
Gauntlett, 2013: 193/194.
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cioè le modalità virtuali e reali attraverso cui i cittadini possono
partecipare alla gestione della cosa pubblica.
La nuova società digitale risulta interamente costruita attorno alle
tecnologie dell’informazione e della comunicazione; per questo motivo
dotarsi di infrastrutture informatiche adeguate dovrebbe rappresentare
un obiettivo prioritario per qualsiasi istituzione statale che intenda
rimanere al passo coi tempi. Tuttavia, quanto detto non rappresenta
l’unica ragione per cui è necessario aggiornare e incrementare
costantemente l’insieme degli strumenti tecnologici impiegati nella
gestione del territorio. In senso più ampio infatti è necessario
considerare quanto asserito da Manuel Castells, nel suo libro
Comunicazione e potere, in merito alle reti e al loro funzionamento: la
struttura a rete rappresenta l’impianto di base su cui si costituisce
l’intera società, un impianto che opera secondo una logica di
inclusione/esclusione. Da ciò consegue che essere parte di tale struttura
diviene di primaria importanza in quanto la posta in gioco può divenire,
sia per le realtà statali che per quelle locali, l’integrazione o
l’emarginazione dalle reti di relazione inter-globali del nostro tempo.
Per queste ragioni è necessario affrontare e risolvere i problemi
diffusi e altamente impattanti come il digital divide
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e l’analfabetismo
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Con l’espressione digital divide si intende l’impossibilità di accedere alle nuove
tecnologie dell’informazione e della comunicazione per ragioni di carattere
economico, geografico o etnico.
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informatico.
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Assieme alla risoluzione di questi problemi, risulta
altrettanto importante assicurare una continua interazione tra la rete
virtuale e quella reale, migliorando la comunicazione fra online e
offline, attraverso i mezzi e le risorse che si trovano sul territorio, per
rafforzare la partecipazione e il senso di identità civica.
Appare evidente come, grazie ad Internet, si siano ridisegnati i
confini della casa che abitiamo e che si siano ampliate le nostre
possibilità di azione e interazione. In un contesto come questo, nel
quale si è realizzata una compenetrazione tra le sfere fisiche, virtuali,
pubbliche e private, il processo partecipativo odierno dovrebbe
presupporre spazi comunicativi adeguati e piani d’azione concreti
costruiti attorno alla collaborazione reciproca e alla responsabilità
condivisa, che possano aiutare a superare le dicotomie
individuale/collettivo, bene privato/bene pubblico.
Tuttavia la comparsa di questi strumenti e di queste chiavi di lettura
della realtà non può, purtroppo, prescindere dalla costatazione del
sentimento diffuso per cui la partecipazione alla vita pubblica è, fin
troppo spesso, sentita come un mezzo asservito al fine principale di
soddisfare delle necessità individuali, un sentimento che è necessario
trascendere al fine di poter affrontare proficuamente temi che
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Questo concetto indica l’incapacità di utilizzare al meglio i nuovi media digitali e
talvolta fa riferimento alla distinzione tra “nativi digitali” e “immigrati digitali”,
quindi fra coloro che sono nati dopo il 1985 (i nativi digitali) e quelli nati prima del
1985 (gli immigrati digitali) rispetto alla diffusione del PC a interfaccia grafica. In
questo contesto invece si intende distinguere in modo generico coloro che hanno
elevate abilità e conoscenze nella fruizione dei nuovi media digitali da coloro che
presentano abilità di livello medio o piuttosto nessuna abilità e conoscenza.
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riguardano l’intera comunità in cui viviamo. Ne consegue l’importanza
dell’interazione tra gli attori sociali, che comunichino e condividano tra
di loro esperienze e soluzioni, al fine di rendere evidenti le
conseguenze benefiche derivanti da una corretta partecipazione. Da
qualche anno a questa parte, esempi di pratiche collaborative e
partecipative che vanno in questa direzione si stanno facendo
estremamente numerose e tendono a moltiplicarsi come conseguenza
della rapidità con cui le informazioni sono in grado di circolare nella
nuova società della rete. Tuttavia, sebbene gli effetti pervasivi di tali
pratiche siano già presenti e visibili ad un’analisi attenta, le modalità
con le quali si manifestano spesso sfuggono a letture della realtà che si
fermino al livello superficiale.
Il modello di governo elettronico (e-Government) rappresenta un
importante strumento di perfezionamento del processo di gestione del
territorio, reso possibile da un lato dall’emergenza degli strumenti
tecnologici che ne costituiscono l’infrastruttura abilitante e dall’altro
dalla crescita di consapevolezza in governati e governanti; inoltre le
pratiche di governance (ed e-Governance) sembrano intraprendere la
direzione di un miglioramento del processo comunicativo tra la
Pubblica Amministrazione e la cittadinanza, con l’attribuzione di un
ruolo di centralità alla città e al cittadino. Vanno però evidenziati i
limiti ancora importanti di realizzazione effettiva di tale modello, sia
tecnologici (digital divide) che umani (disomogeneo grado di
alfabetizzazione informatica tra la popolazione).
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Un’analisi globale di tutte le forze in campo in questo scenario in
continua trasformazione non può che ricordarci in modo lampante che,
senza l’individuazione dei punti di forza e di debolezza di uno specifico
territorio, ogni riforma digitale, per quanto innovativa, rischia di
rimanere marginale o perfino inefficace. Ciò dipende dal fatto che
molto spesso l’ammodernamento delle istituzioni, così com’è stato per
la riforma del settore digitale della Pubblica Amministrazione che verrà
descritta in seguito, viene deciso e progettato dall’alto, senza
raccogliere il necessario livello di feedback dagli effettivi fruitori dei
servizi. Tale progettazione top-down può presentare spiacevoli
conseguenze per ambedue le parti coinvolte. Da un lato, le istituzioni si
possono confrontare con il ripetuto fallimento nel raccogliere i frutti
attesi da questi investimenti onerosi. Dall’altro, per tutti coloro che
rappresentano il target principale di questo rinnovamento, queste
soluzioni, teoricamente necessarie e innovative, possono rivelarsi
inefficaci a migliorare la vita. Le conseguenze sopra descritte saranno
molto probabili a meno che non si riconosca l’importanza di
incentivare un processo collaborativo tra i soggetti coinvolti che possa
portare alla luce le risorse, i valori, gli obiettivi e le necessità in gioco;
per questi motivi appare essenziale valutare opportunità e rischi
specifici di ogni territorio come punti di avvio allo sviluppo di
soluzioni contestualizzate, evitando il più possibile le generalizzazioni.
In definitiva si ritiene necessario sia il riconoscere le potenzialità che
stanno emergendo dal processo di digitalizzazione delle infrastrutture
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della Pubblica Amministrazione in direzione di un più avanzato
modello di governo, che guardare con cautela al fenomeno e, sulla base
di quanto scritto sopra, correggere ogni deviazione dal percorso in
termini sia partecipativi che inclusivi per non rischiare di perdere parte
delle opportunità a seguito di un errato orientamento degli sforzi.
L’orizzonte globale di Internet è senza dubbio in grado di allargare
l’attenzione a un contesto più ampio e trascende i confini spaziali
effettivamente occupati dalla persona, tuttavia non bisogna dimenticare
che è sempre a livello fisico e locale che si espletano quella pluralità di
relazioni e interazioni che determinano l’uso caratteristico di quel luogo
da parte di ciascun attore sociale; ciò giustifica l’impiego di tecniche di
comunicazione e di ascolto attuali e adeguate allo scopo anche per
convertire la “voice” in “action”.
Considerate tali premesse, nella prima parte saranno definiti i
concetti principali da conoscere per meglio comprendere cosa significa
partecipare alla nuova società digitale, quali le potenzialità e rischi che
ne possono derivare; si tenterà inoltre di dimostrare come queste
pratiche partecipative siano indicative di un processo di e-Governance
che sta lentamente emergendo all’interno di ambienti particolari e
attraverso modalità originali rispetto al passato.
In seguito saranno illustrati alcuni aspetti significativi del quadro
normativo di riferimento sul processo di digitalizzazione della Pubblica
Amministrazione a livello europeo e nazionale e saranno indicati i
principi fondativi e le linee guida per le riforme del settore pubblico;
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queste ultime infatti stanno consentendo al processo di e-Government
di avanzare in modo inarrestabile dal punto di vista strutturale e stanno
anche definendo la nuova figura del cittadino digitale.
Successivamente verrà presentato e analizzato il sito web del
comune di Bologna “Rete Iperbole”, il processo di rinnovamento che
ha attraversato e la tecnica comunicativa scelta dalla Pubblica
Amministrazione di Bologna per aumentare l’empowerment
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dei
cittadini e delle imprese nella gestione e valorizzazione della città,
ovvero l’impiego di una piattaforma User Centered, con attenzione alla
User Experience e interamente profilata sull’utente. Ovvero, verrà
analizzato come il sistema realizzato sia stato progettato a seguito di
studi incentrati sulla comprensione e profilazione degli utenti del
servizio (User Centered Design) e poi sia stato implementato seguendo
le linee guida dell’usabilità per progettare una User Experience efficace
ed efficiente.
In conclusione si tenterà di delineare alcuni possibili scenari futuri
nella speranza che si possa creare un sistema sinergico tra gli attori
sociali e le forze in gioco, garantendo attraverso la creazione di una
infrastruttura di e-Government adeguata, trasparente e intuitiva e di una
conoscenza ampia, consapevole e diffusa, un sempre miglior grado di
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Per Empowerment si intende quel processo: “(…) di crescita e sviluppo a partire da
se stessi (…)” e che può portare alla “(…) crescita del territorio a partire
dall’autoconsapevolezza delle proprie potenzialità, dall’autostima, dalla scoperta (o
riscoperta) della propria unicità e dalla capacità di attivare e/o consolidare relazioni.
Centrale, in questo processo, è soprattutto il modo di agire degli attori sociali”.
(Siciliano, Wilson 2016: 14/91).
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interazione fra la Pubblica Amministrazione e il cittadino nelle pratiche
di governance a livello locale.