- La fase successiva, compresa tra il 1855 ed il 1945, è
caratterizzata dalla comparsa di nuovi mezzi
nell’armamentario del terrorismo, tra cui armi da fuoco
a maggiore precisione ed ordigni esplosivi di
dimensioni più ridotte ma di potenza maggiore.
- La quarta fase, che comprende la fine degli anni
sessanta e l’inizio degli anni ottanta, è caratterizzata dai
c.d. “anni di piombo”, ove a molte persone,
insoddisfatte della situazione politico-istituzionale, gli
sembrò che, inizialmente la violenza di piazza, e
successivamente la lotta armata e il terrorismo, fossero
una scelta di vita praticabile e uno strumento
utilizzabile per modificare gli equilibri politici e la
forma politico - istituzionale - costituzionale dello stato.
- L’ultima fase del terrorismo è stata inaugurata l’11
settembre 2001, quando terroristi islamici hanno
compiuto diversi attentati nel territorio degli Stati Uniti
d'America.
Si noti che gli attacchi hanno avuto notevoli elementi di
novità sia per le modalità sia per i mezzi adoperati e che
il terrorismo ha assunto anche una connotazione
religiosa
1
.
Oltre all’aspetto storico, i terroristi in Italia possono essere
classificati in sei tipologie:
1. l’area “marxista storica”, riferita alla vasta influenza del
Partito comunista combattente, alle varie sigle del
movimento rivoluzionario e che ha avuto come leader le
Brigate Rosse;
1
http://it.wikipedia.org/wiki/Terrorismo.
2
2. l’area “anarco-insurrezionalista”, che mira, come evoluzione
dei black bloc, al sabotaggio e alla destabilizzazione dei
grandi eventi di massa;
3. l’ area “avanguardista”, caratterizzata dal terrorismo di
destra, che mira ad evitare le contaminazioni di razza e a
ripristinare l’integrità storica, culturale, geografica dei
territori coinvolti in processi di immigrazione e di
sedimentazioni di culture esterne;
4. l’area “islamica”, la cui presenza è storica ma la cui evidenza
è successiva all’11 settembre 2001, e inoltre ha la
caratteristica di essere conosciuta e individuata attorno alle
moschee;
5. “l’ecoterrorismo”, che appare e scompare con ricorrenze
irregolari nel nostro Paese e che ora ritorna a minacciare i
tralicci che impediscono la fruizione ambientale;
6. l’area delle “succursali del terrore”, che si riferiscono, per
esempio, a tutti gli attentati in cui, alcuni fronti militanti
esterni al territorio di provenienza, attaccano gli interessi
esteri di altri Stati
2
.
Concludiamo segnando che, nonostante siano tante le variabili
con cui si indicano quei comportamenti usualmente definiti con il
termine “terrorismo”, però, gli elementi costanti sembrano solo
due, ossia che è un fatto politico, quali che siano le specifiche
finalità perseguite, e che il terrorismo si sostanzia nel ricorso
sistematico ad una violenza organizzata contro persone e cose,
destinata per le sue modalità di tempo, luogo, natura
dell’obiettivo colpito, a diffondere sull’intera collettività effetti
psicologici di paura, indotti dal singolo atto delittuoso compiuto
3
.
2
CALVI M. ( Et al.), Le date del terrore; La genesi del terrorismo italiano e il
microclima dell'eversione dal 1945 al 2003, Roma, 2003, p. 18.
3
LAUDI, Enciclopedia del diritto, voce Terrorismo, p. 356.
3
2. Terrorismo di sinistra e terrorismo di destra
In Italia, nel secondo dopoguerra, si può osservare come il
terrorismo sia stato praticato da numerose organizzazioni
clandestine di opposto “colore” (rosso e nero).
Queste hanno tentato, con il ricorso alle stragi, agli assassinii, ai
ferimenti, agli assalti a sedi di partiti, istituzioni, enti locali, al
sabotaggio e alla distruzione di strutture industriali, di imporre un
mutamento eversivo al sistema costituzionale.
Ciò avveniva o attraverso una svolta reazionaria, che imprimesse
i segni di un regime autoritario neofascista, ovvero attraverso
un’insurrezione da sinistra che imponesse una dittatura
proletaria.
In riferimento ai collegamenti internazionali, costituisce dato
certo l’esistenza di una trama di solidarietà, alleanze, sovvenzioni
finanziarie e collaborazioni tecniche, tra formazioni clandestine
italiane e strutture straniere.
In particolare, sul versante del “terrorismo rosso” vi sono varie
prove di rapporti sia con le bande del terrorismo tedesco,
francese, basco, sia con alcune componenti del movimento di
liberazione palestinese, (per esempio l’addestramento di terroristi
italiani in campi paramilitari, fornitura di armi ed esplosivi ecc..).
Invece per il “terrorismo nero”, sono stati dimostrati i rapporti
con servizi segreti e con formazioni paramilitari di Stati in
quell’epoca a regime totalitario, come la Grecia e la Spagna;
mentre ricerche più recenti, su cittadini italiani latitanti, hanno
dimostrato una non causale frequenza nella concessione di asilo
da parte di Stati dittatoriali del Sud e Centro america
4
.
4
LAUDI, op. cit. p. 357.
4
2.1 Terrorismo rosso
Analizzando il “terrorismo rosso” vediamo che molto dibattuto e
controverso è il capitolo relativo alle cause di insorgenza e
sviluppo dei gruppi terroristici.
Infatti alcune interpretazioni hanno visto nella lotta armata di
sinistra essenzialmente una risposta disordinata e spontanea al
malessere della società, uscita dal boom economico; invece
secondo altre si è trattato di una scelta politica di rottura
traumatica con le regole della democrazia politica, quale prima
fase di un processo rivoluzionario che avrebbe dovuto poi vedere
schierate, secondo le speranze dei teorici della lotta armata, le
masse popolari.
L’organizzazione eversiva più importante è stata quella delle
Brigate Rosse, che hanno dato vita ad una struttura interna di tipo
essenzialmente piramidale; poiché alla base vi erano le singole
“brigate” e “colonne” operanti nelle varie zone, e invece al
vertice vi era il “comitato esecutivo” e la “direzione strategica”
5
.
Le Brigate Rosse erano formate da giovani di diversa
provenienza culturale e sociale, poichè c'erano studenti di
Sociologia a Trento, ex-militanti della FGCI emiliana, operai,
provenienti dalla Sit-Siemens.
Le prime azioni delle Brigate Rosse, dal 1970 in avanti, non
furono altro che propaganda armata e circoscritta solo alle
capitali industriali del Nord, come Torino, Milano e Genova; così
come i loro primi obiettivi furono i sindacalisti di destra, gli
amministratori, i capi squadra delle fabbriche milanesi (Pirelli e
Sit-Siemens).
Invece dall’inizio del 1974, le BR cambiarono metodo e
strategia, un esempio è il sequestro a Genova del giudice Sossi
che durò 35 giorni e nonostante la richiesta dei brigatisti, ossia il
5
LAUDI, op. cit. p. 357.
5
rilascio di alcuni prigionieri politici, fosse stata respinta, il
giudice venne ugualmente liberato indenne; ciò permise al
gruppo terroristico di raggiungere una notorietà a livello
nazionale.
Da notare che il giorno, 18 aprile, non fu scelto a caso ma era
quello in cui Giovanni Agnelli veniva eletto Presidente della
Confindustria, ossia un evento che secondo le BR rappresentava
“l’inizio di un colpo di stato in stile gollista in Italia”
6
.
Poi negli anni '77-78, le Brigate Rosse attuarono una serie di
omicidi ai danni di giornalisti, amministratori locali, poliziotti,
magistrati e quanti potevano essere considerati “servi dello
Stato”; infatti l'azione simbolo di questa nuova fase fu il
rapimento e l’omicidio del presidente della DC, Aldo Moro, e
infine l’uccisione dei cinque uomini della sua scorta
7
.
Anche in tal caso è da notare che tutto ciò non avvenne in un
giorno qualsiasi ma in occasione del processo ad alcuni elementi
di spicco delle Brigate Rosse, in carcere a Torino.
In questa fase, il capoluogo piemontese, inondato da poliziotti e
carabinieri sembrò veramente prossimo a incarnare lo scenario
terroristico conclusivo “dominato dalla paura, con la gente
letteralmente paralizzata in uno stato di assedio”
8
.
Invece negli ultimi anni, le Brigate Rosse, sono tornate nella
cronaca a causa di due episodi:
- la sparatoria sul treno tra due esponenti del gruppo terroristico e
gli agenti di Polizia Ferroviaria,
- per l’uccisione di due tecnici che lavoravano alle dipendenze di
due Primi Ministri, Massimo D'Antona, nel 1999, presso l'on.
6
http://www.rifondazione-cinecitta.org/origine-terrorismorosso.html
7
http://studenti.scuole.bo.it/5b5/progetto2004/index.html
8
TOWNSHEND C., La minaccia del terrorismo, traduzione di BALESTRINO G.,
Bologna, 2004.
6
Massimo D'Alema e Marco Biagi, nel 2002, presso l'on. Silvio
Berlusconi
9
.
Infine nei giorni precedenti al 19 gennaio 2007 a Milano, sono
stati trovati dei volantini, poco più grandi di un foglio A4, che
riportavano in alto una piccola stella a cinque punte con un
simbolo delle Brigate Rosse, poi il testo di circa dieci righe nel
classico stile brigatista con la firma Br-Pcc, ( Brigate Rosse -
Partito Comunista Combattente), e infine in neretto frasi di
minaccia alla Banelli.
Quest’ultima è stata una “pentita” che ha aiutato gli inquirenti ad
identificare i gruppi di fuoco che uccisero Massimo D’Antona e
Marco Biagi.
Che si tatti di una nuova cellula nascente, di un documento
eversivo o di un atto emulativo questo ancora non si sa, perché
sono in corso le indagini della Digos per stabilire l’autenticità
10
.
In riferimento ad altre formazioni clandestine, che hanno fatto
parte del “terrorismo rosso”, ricordiamo il gruppo “Prima linea”
e il “Partito armato”.
“Prima linea” è stata un' importante formazione terroristica
italiana, nata in Lombardia nell'autunno del 1976 come modello
alternativo alle Brigate Rosse e sciolta nel 1983, dopo aver
compiuto 32 attentati significati, tra omicidi e ferimenti,
utilizzando la sua sigla ed altri attentati sotto diverse
denominazioni o in collaborazione con gruppi minori; la sua
debolezza sembra essere stata l’eccessiva promiscuità con vari
gruppi clandestini gravitanti attorno ad “Autonomia operaia
organizzata”
11
.
9
http://it.wikipedia.org/wiki/Brigate_rosse#Gli_anni_2000.
10
http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/art/2007/01/19/5457305.
11
PISANO V., Introduzione al terrorismo contemporaneo, Roma, 1997, p. 69.
7