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popolare con segni incancellabili. Richiama a prestigiose istituzioni caritative preludio
del moderno volontariato, e a eccellenti testimonianze artistiche di alto livello o di
taglio popolare.
Le Confraternite sono associazioni cristiane, basate sull'aggregazione tra i
fedeli, sull’ esercizio di opere di carità e di pietà e sulla diffusione del culto. Sono
costituite canonicamente in una Chiesa, tramite formale decreto dell'Autorità
ecclesiastica, l’unica che le può modificare o sopprimere. Alcune delle caratteristiche
della Confraternita sono:
- lo statuto;
- il titolo;
- il nome;
- ed una foggia particolare d’abiti.
I loro componenti conservano lo stato laico e restano nella vita secolare;
essi non hanno quindi l'obbligo di prestare i voti, né di fare vita in comune, né di
fornire il proprio patrimonio e la propria attività per la Confraternita.
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Gli albori delle Confraternite
Esse hanno un'origine molto antica e molto incerta e non mancano ipotesi
di collegamento con istituzioni già esistenti in epoca pre-cristiana, i collegia romani o
le fraterie greche e della Magna Grecia, per quanto più da vicino ci riguarda. Gli
studiosi della materia, infatti, fanno risalire questi sodalizi all'Alto Medioevo,
precisamente al secolo VII, quando erano conosciuti col nome di "fraternitates". Un
vero e proprio movimento in proposito, tuttavia, appare solo più tardi. Infatti, le prime
Confraternite attestate dai documenti, sono quelle che dal secolo X comprendevano al
loro interno tutto il clero di una città, indipendentemente dai rapporti disciplinari con il
loro Vescovo. Delle Confraternite composte essenzialmente da laici si hanno prove
certe soltanto verso il XII secolo (1).
Come dicevamo, la denominazione di queste associazioni fu varia nei
secoli e diversa in Italia da regione a regione. I termini più frequenti furono
confraternitas, fraternitas, fraterie, gilde, gildonie, collecta, sodalità, confratrie, agape,
caritas, consortia, fratele, fraglia, sodalitium, sodalitas, schola (2). I sinonimi tuttora
usati sono compagnia, talvolta congregazione o congrega, oltre a confraternita ed
arciconfraternita. Vi è anche il termine estaurita o staurita, in uso a Napoli e nelle sue
province nei secoli scorsi. Forme d’associazionismo simile possono essere
considerate nel mondo antico le "Fratrie" e le "Eterie" in Grecia, caratterizzate da
scopi più marcatamente politico – giuridici, ed i "Collegi" e le "Sodales" a Roma. Con
il Cristianesimo, che attinse molto dai culti pagani, già nel IV secolo a Roma sono
presenti i "Fossores" e "Lecticarii", preposti alla sepoltura dei cadaveri e all’esercizio
di attività caritative e di culto, ed i "Parabolari" con il compito di assistere gli
ammalati (3).
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Delle vere e proprie Confraternite, nel senso attuale del termine e legate
all’attività all’interno della Chiesa, se ne trova menzione nel quindicesimo canone del
concilio di Nantes celebrato nell'anno 895, e se ne fa parola nella vita di San Marziale
scritta da uno dei suoi discepoli. Recenti studi comproverebbero l'esistenza di
Confraternite in Europa forse già nel quarto secolo, sicuramente in Francia nell'ottavo
ed in Italia nel secolo successivo. Notizie certe confermano, comunque, la presenza di
associazioni laiche agli albori del passato millennio, sia nelle città sia nei villaggi
italiani, operanti in missioni umanitarie negli ospedali e tra i poveri colpiti da malattie.
Una confraternita di questo tipo è documentata a Viterbo agli inizi del secolo
undicesimo ed a Orvieto alla fine dello stesso secolo.
L’origine delle Confraternite attuali può essere ricondotta a quei vasti
movimenti penitenziali dei Battuti, dei Flagellanti e dei Disciplinati. Quest’ultimo fu
un movimento che, con il nome di “Frates de Poenitentia” favori la concordia e
rappresentò un freno al dilagante pericolo dell'eresia tra i secoli X-XIII, attraverso le
predicazioni, le manifestazioni religiose e le sacre rappresentazioni (4). In quei secoli
le Confraternite si diffusero rapidamente, differenziandosi per carattere e scopi, e
svolsero una vera e propria funzione di "tessuto connettivo del corpo sociale" (5).
Riferimenti giuridici
Come tutte le altre libere associazioni, le Confraternite sono tutelate e
difese dalla nostra Costituzione negli artt. 18, 19 e 20. Pur essendo, come s'è detto, dei
sodalizi di natura religiosa, secondo il nostro diritto civile sono delle associazioni di
fatto, che acquistano personalità giuridica, quando vengono riconosciute dallo
Stato.(Art. 12 del Codice Civile).
8
L'art. 1 della legge 20 maggio 1985, n.222 recita: “gli Enti costituiti o
approvati dall'Autorità ecclesiastica aventi sede in Italia, i quali abbiano fine di
religione o di culto, possono essere riconosciuti come persone giuridiche agli effetti
civili con decreto dei Presidente della Repubblica, udito il parere del Consiglio di
Stato" (6).
Inoltre, sono essenzialmente regolate dalle norme del Diritto canonico. Al
titolo V, canone 298, del codice di Diritto Canonico che riguarda le associazioni dei
fedeli, leggiamo:
1) " Nella Chiesa vi sono associazioni, distinte dagli istituti di vita consacrata e dalle
società di vita apostolica, in cui i fedeli, sia chierici, sia laici, sia chierici e laici
insieme, tendono, mediante 1'azione comune, all'incremento di una vita più perfetta, o
alla promozione del culto pubblico o della dottrina cristiana, o ad altre opere di
apostolato, quali sono iniziative di evangelizzazione, esercizio di opere di pietà o di
carità, animazione dell'ordine temporale mediante lo spirito cristiano ".
2) " I fedeli diano la propria adesione soprattutto alle associazioni erette, lodate o
raccomandate dall'Autorità ecclesiastica competente".
Sugli stessi temi si ritorna anche nei canoni successivi, dal canone 299 al canone 311
(7).
Di recente, così si è espresso il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II
sull'associazionismo laico-religioso:
"L'apostolato associato è di grande importanza anche perché sia nella comunità delle
Chiese, sia nei vari ambienti, spesso richiede di essere esercitato con azione comune.
Infatti le associazioni erette per un'attività apostolica in comune, sono di
sostegno al propri membri e li formano all'apostolato, dispongono bene e guidano la
9
loro azione apostolica, così che possano sperarsi frutti più abbondanti che non se i
singoli operassero separatamente" (8).
(6) WWW.PUSC.IT-ATTI DELLA FACOLTA' DI TEOLOGIA DELL'ATENEO ROMANO DELLA SANTA CROCE
ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE ALL'APOLLINARE
ENCICLOPEDIA MOTTA, EDITORE F. MOTTA 1968, VOL. IV
ENCICLOPEDIA CATTOLICA, VOL. IV (COL-DYA).
(7) WWW.PUSC.IT-ATTI DELLA FACOLTA' DI TEOLOGIA DELL'ATENEO ROMANO DELLA SANTA CROCE
ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE ALL'APOLLINARE
CODICE DI DIRITTO CANONICO, TESTO UFFICIALE E VERSIONE ITALIANA, UECI, 1984.
(8) WWW.PUSC.IT-ATTI DELLA FACOLTA' DI TEOLOGIA DELL'ATENEO ROMANO DELLA SANTA CROCE
ISTITUTO SUPERIORE DI SCIENZE RELIGIOSE ALL'APOLLINARE
TUTTI I DOCUMENTI DEL CONCILIO, MASSIMO-MILANO, U.C.I.I.M.- ROMA, SETTEMBRE
1986.
NEL DECRETO DEL 18 NOVEMBRE 1965 SU "L'APOSTOLATO DEI LAICI", PAGG. 377-378.
10
I compiti delle Confraternite
I motivi per i quali sorsero e si affermarono le confraternite furono
molteplici ed in buona sostanza simili a quelli che determinarono la fondazione dei
monti di pietà.
L'assoluta mancanza nel corso del Medio Evo di qualsiasi forma di
assistenza pubblica e delle più elementari garanzie (specialmente per la parte più
disagiata delle collettività, perdurata fino a tempi abbastanza recenti) ed al tempo
stesso il bisogno di ben operare per amore e timore di Dio, furono le principali
motivazioni che indussero i cristiani ad associarsi per aiutarsi reciprocamente. Tra le
diverse aggregazioni di laici sorte in quell'incerto periodo storico, a parte quelle
eminentemente religiose ispirate al movimento dei mendicanti del Terzo Ordine
francescano, vi furono le Corporazioni delle arti e mestieri, di ispirazione più
segnatamente laica, e le Fratellanze e le Confraternite, anch'esse orientate inizialmente
come organizzazioni di categoria, le quali si occuparono del benessere materiale e
della salvezza spirituale degli appartenenti. Fu così possibile attuare l'assistenza mutua
tra i congregati, nei casi di difficoltà economiche, nelle infermità, nella difesa dai
soprusi della legge, nelle prevaricazioni e nelle persecuzioni (9).
Le associazioni confraternali compaiono in Sicilia agli inizi del XIV
secolo, durante la dominazione Aragonese, ad imitazione di quelle della città di Roma,
con il motto "Pro Dei Timore et Christi Amore" (10). Provvedevano ai loro bisogni
spirituali e al suffragio delle anime, i loro esercizi furono sin dalla fondazione
indirizzati alla penitenza" e manifestarono pubblicamente il loro impegno di
espiazione vestendo con rozze tuniche di sacco trattenute alla vita da cingoli di corda
(richiamo alle vesti di penitenza di biblica memoria) (11).
11
Tali sodalizi esprimevano dunque, forme di aggregazione, così da
trasformarsi spesso in vere Corporazioni d’Arti e Mestieri. In tempi successivi, oltre
alla mutua assistenza, incominciarono a proporsi tanti altri obiettivi sociali quali
l'assistenza ai poveri, agli orfani, agli ammalati, agli incurabili, ai carcerati, ai
condannati a morte, alle giovani a rischio, si prodigarono per il recupero delle persone
deviate e delle prostitute pentite, si impegnarono nel riscatto dei cristiani caduti
schiavi dei saraceni (12). Di grande valore umanitario fu poi l'assistenza agli ammalati
contagiosi e la pietosa opera di sepoltura dei morti abbandonati, degli assassinati, dei
poveri, delle vittime nelle epidemie, degli stranieri, degli sconosciuti, vero grande
problema di quegli oscuri e tumultuosi tempi al quale le confraternite diedero sempre
adeguate risposte. Per l'adempimento di quelle pietose opere di notevole contenuto
cristiano, morale e civile, ma ancora per testimoniare fede, umiltà, carità e penitenza,
fu necessario indossare un saio e non mostrarsi pubblicamente, nascondere la propria
identità, negare il proprio volto coprendolo con un cappuccio, annullando in tal modo
completamente la propria personalità, da cui la tradizione tuttora in uso in molte
congregazioni (13). Ciò in linea generale, perché ogni Confraternita, con il passar del
tempo, fini per proporsi finalità che venivano esplicitamente dichiarate nei loro Statuti
e che rappresentarono i loro elementi distintivi. Riunivano persone di rango e di
origini diverse sicché offrivano ai loro membri un ambiente sociale più vasto (14).
La diffusione delle Confraternite agli inizi del 500
Le confraternite ebbero grande sviluppo tra il quattordicesimo ed il
diciottesimo secolo, diffondendosi in modo capillare in tutta l'Europa, come
testimoniano le loro sedi ancora oggi. Molte di esse divennero importanti e potenti
economicamente e, pur non impegnandosi direttamente nelle vicende politiche,
12
influirono ed incisero non poco nelle questioni civili per molti secoli, contribuendo
allo sviluppo sociale, artistico ed economico delle comunità in cui si trovarono
inserite. Con crescente impegno si prodigarono nell'opera di proselitismo cercando di
riservarsi un proprio spazio tra le gerarchie ecclesiastiche, il clero, gli ordini monastici
ed il popolo, fungendo sovente da cinghia di trasmissione tra queste realtà e
candidandosi come alternativa e sostegno delle attività di pertinenza delle parrocchie.
Per questo e per altri motivi nel corso dei secoli il clero cercò di confinare in posizioni
marginali le loro attività di culto e di relegarne l'impegno prevalentemente in funzioni
esterne, quali le processioni e le rappresentazioni sacre, per poi enfatizzarne in chiave
riduttiva, talvolta, i soli aspetti di religiosità esteriore, ponendo di fatto un pesante
retaggio storico i cui effetti gravano ancora su molte fratellanze, particolarmente su
quelle non dotate di un proprio oratorio.
Ciononostante molte di esse, forti di propri patrimoni, poterono fondare
ospedali, ospizi per poveri e pellegrini, orfanotrofi e conservatori per ragazze a rischio,
erigere chiese, oratori e monumenti, organizzare e gestire scuole per diffondere
l'istruzione e l'educazione religiosa, gestire luoghi di sepoltura. Contribuirono allo
sviluppo delle arti, dotando le loro sedi di sculture, di dipinti, di decorazioni, di ori ed
argenti lavorati, di paramenti pregiati, di biblioteche; diedero importanza alla musica
ed al canto liturgico che praticarono assiduamente durante le funzioni religiose e nelle
sacre rappresentazioni, principalmente in quelle ispirate alla Passione e Morte di
Cristo (15).
Le Confraternite sono anche una risposta solidale alla crisi economica che
attanaglia ciclicamente le popolazioni locali. Come è ben noto, nel corso del
Cinquecento gli atteggiamenti sociali verso la povertà, tendono a modificarsi per
giungere a scorgere nel povero, un tempo immagine di Cristo, un pericolo per l’ordine
13
sociale e una minaccia per la sanità pubblica. Tutto ciò non è dovuto semplicemente
ad un autonomo mutamento intervenuto nelle strutture mentali, ma è legato a fattori
ben precisi che operano nel breve e nel medio periodo, quali la crescita demografica e
la scarsità di offerta di lavoro, le congiunture agricole sfavorevoli verso la fine del
secolo, che portano a situazioni difficili nel settore degli approvvigionamenti
alimentari, e l’andamento ciclico delle malattie epidemiche.
I tentativi di risolvere la mendicità nell’Italia del Cinquecento ha dato
luogo a tre diversi strumenti: la carità, i lavori pubblici e i sussidi alla produzione.
Questo secolo è segnato dalla costruzione di chiese, restauro di edifici civici,
completamento di fortezze e di cinta murarie, e ripristino di strade e ponti.
Nacquero numerose Confraternite le cui motivazioni fondative non erano
costituite da un movente religioso esclusivo e prioritario, ma si ponevano nell’ottica di
difendere gruppi sociali particolari, dalla caduta sotto la soglia della povertà, e che
spesso si configuravano proprio in funzione dell’attività assistenziale.
Si estende la mutua solidarietà che lega tra loro gli aderenti ad una
Confraternita nella gestione di attività di beneficenza rivolte anche verso l’esterno, e
nell’allargamento delle prospettive di educazione e formazione religiosa di questi laici
impegnati. Vanno, inoltre, sottolineati i diversi aspetti di solidarietà, anche sociale, che
si connettono al vincolo confraternale, gli elementi di ritualità sacramentale e
devozionale delle Confraternite e soprattutto il ruolo spesso dirigente del clero, alcune
volte promotore diretto della loro costituzione. Esistevano anche Confraternite che
assumevano un prete per i singoli servizi, quando ne avevano bisogno, lo pagavano
praticamente a cottimo, e non lo accettavano quale membro. Le confraternite erano
associazioni prevalentemente maschili, ma spesso era permesso l’accesso alle donne,
alle quali erano però vietate le cariche istituzionali. Successivamente questa specie di
14
divieto decade e vengono a costituirsi anche Confraternite di sole donne. Ciò era molto
importante perché veniva offerta loro la possibilità di aggregazione sociale e di
partecipazione al di fuori dei confini della famiglia: per le donne del Cinquecento
questa era un’opportunità rarissima.
All’interno dell’organismo delle Confraternite si crea un gruppo di persone
la cui solidarietà e continuità garantiscono la fortuna e la sopravvivenza delle
Confraternite stesse, con una dislocazione della dinamica associativa che, non a caso,
si riscontra anche in epoche successive. Ed inoltre, la scomparsa fisica dei confratelli
per le varie epidemie o morti naturali, grazie ad un enorme numero di lasciti
testamentari, genera per le Confraternite l’accumulo di un’ingente massa di ricchezze
patrimoniali.
Se la vita religiosa, liturgica e culturale si esprime in questo periodo in
prevalenza attraverso le Confraternite, profonde differenze intercorrono tra i centri
urbani e i piccoli agglomerati sparsi nel territorio. In questi ultimi, l’intera popolazione
di solito fa capo ad un’unica Confraternita, intitolata al Santissimo Sacramento e
localizzata nella chiesa principale, cui si aggiunge una Confraternita mariana nella
versione legata alla recita del Rosario, polarizzando in questo modo una ripartizione
maschile, che rivendica a sé la gestione dei beni ecclesiastici, e dall’altro canto offre
uno sbocco istituzionale alla religiosità femminile. Non appena la rilevanza urbana di
un centro abitato lo consente, il panorama delle Confraternite si articola in un quadro
più complesso, in cui i vari segmenti di popolazione si raccolgono in un ventaglio che
abbraccia sia le Confraternite di mestiere, sia le Confraternite frutto di missioni dei
predicatori che vengono effettuate nel contado.
15
Arte e Cultura delle Confraternite
Le Confraternite svolsero un ruolo importante anche in campo artistico
reclutando artisti, a volte conosciuti, affinché con le loro opere accrescessero
l’importanza di un sodalizio rispetto ad un altro e nello stesso tempo ne abbellissero la
sede, spesso autonoma, o addirittura, un altare. Così tramite opere di beneficenza, doni
di benefattori, lasciti di coloro che speravano di ottenere la vita eterna attraverso un
atto di devozione terreno, le Confraternite diventarono committenti di varie opere
d’arte quali crocifissi, statue lignee, suppellettili d’argento, fercoli professionali,
gonfaloni e quant’altro (16).
Gran parte di questo patrimonio artistico e culturale è giunto sino a noi ed
è tuttora custodito, per fortuna, nelle loro chiese ed oratori e nelle secolari tradizioni;
nei loro archivi si conservano documenti di notevole importanza attraverso i quali è
possibile conoscere le vicende delle confraternite e non solo di esse, per i continui
riferimenti agli avvenimenti piccoli e grandi dei tempi che le interessarono. La
particolare attenzione al mondo dell'arte, particolarmente nei secoli scorsi, si
compendia in due monumentali capolavori: le Sette Opere di Misericordia dipinte dal
Caravaggio per la Chiesa del Pio Monte della Misericordia di Napoli e lo Stabat Mater
di Pergolesi composto su commissione dell'Arciconfraternita dei Cavalieri della
Vergine dei Sette Dolori di Napoli. Le Sette Opere di Misericordia, ispirate al Vangelo
di San Matteo, raffigurano appunto le sei opere di carità evangeliche in cui si
impegnarono le confraternite nel prendersi cura degli affamati, degli assetati, dei
pellegrini, degli ignudi, degli ammalati e dei carcerati ai quali nel Medio Evo si
aggiunse la settima opera, sepoltura dei morti (17).
Le Confraternite siciliane quindi non sono state un fenomeno
esclusivamente religioso ma anche storico, sociale e culturale diventando un tutt’uno
16
con la storia del popolo siciliano. Durante i secoli i confrati furono sensibili alle
esigenze spirituali e al senso della vita comunitaria, la loro convivenza con la Chiesa
mosse le redini della storia, la committenza di opere d’arte oggi rende queste
associazioni laicali depositarie non solo di tradizioni religiose, umane e culturali, ma
anche di un passato artistico ancora fruibile.
Il ruolo delle Confraternite in campo artistico si espresse anche nella
committenza di numerosi manufatti e soprattutto di notevoli dipinti e gonfaloni
processionali (18). Nel corso dei secoli XVI e, in parte, XVII in Sicilia in conseguenza
della cosiddetta “Rifeudazione" si ebbe un rilancio dalle proporzioni eccezionali delle
committenze d’arte da parte di quelle classi sociali, nobiltà e clero, e in qualche caso
dell’emergente borghesia, non soltanto culturalmente ma finanziariamente forti (19).
Le congreghe si dedicarono a commissionare simulacri, in gran parte
lignei, raffiguranti il titolo del sodalizio che nel loro semplice, e quasi popolare,
aspetto compositivo e iconografico sono abbastanza uniformi dal punto di vista
tipologico, oltre che cronologico. Simulacri che per scelte formali e tematiche
appaiono vicini ad altri momenti della cultura figurativa siciliana (stampe devote,
pitture su vetro, tavolette votive) (20).
Confraternite, Chiesa Cattolica e Laicizzazione
L'importanza delle confraternite nella Chiesa Cattolica è stata di notevole
incisività in particolar modo nei tempi più difficili della sua storia, nel Medioevo e più
segnatamente durante il periodo della Riforma protestante ed il loro contributo fu
determinante nella battaglia per contrastare il protestantesimo in Italia, nella lotta alle
eresie ed in tutte le altre vicende interne ed esterne alla Chiesa Cattolica.
17
A seguito della Rivoluzione francese, gran parte delle congregazioni
vennero soppresse o costrette dall'evolvere degli eventi a ridurre notevolmente la loro
attività, altri sopravvissero rianimandosi o rifondandosi dopo la Restaurazione. Sul
finire dell’Ottocento, per effetto dell'orientamento laicista degli stati europei ed in
particolare de liberalismo capitalistico dell'Italia post-unitaria, la loro presenza nel
tessuto sociale, e di riflesso anche in quello religioso, subì un lento ma inesorabile
affievolimento.
Le Confraternite, dunque, fin dalla loro nascita, sono state sempre protette
e sostenute dalla Chiesa, che nel 1562, durante il Concilio di Trento (1545-1563), ne
esaltò la funzione come centro di aggregazione culturale e religiosa, così se da un lato
si riaffermò il controllo della Chiesa sulle Confraternite, dall’altro, tale tipo di
sodalizio, venne chiamato a svolgere un primario ruolo nella Riforma Cattolica (21).
Nell'universo delle Confraternite si riflettono gli influssi delle nuove correnti spirituali
attive nella vita religiosa, a cominciare dalla modificazione della pietà eucaristica e
ancora di più dall’innovazione della recita del Rosario, destinata a modificare a tutti i
livelli la fisionomia della pietà mariana. La recita del Rosario, non più in forma
individuale, costituisce senza dubbio l'unica devozione comune che la Riforma
Cattolica abbia elaborato a livello di pietà popolare, favorita dalla tradizione legata
all'intercessione della Vergine per la vittoria della flotta cristiana nella battaglia di
Lepanto contro i Turchi nel 1571.
Solitamente ogni istituzione era severamente retta da un consiglio
composto dal Governatore, da un maestro dei novizi, da un visitatore degli infermi, a
cui si aggiungevano i cosiddetti ufficiali minori quali il tesoriere, il consigliere,
sagrestani e nunzi che insieme coadiuvavano l’attività del sodalizio. Prendono la
denominazione di Arciconfraternite (compaiono a partire dal terzo decennio del
18
Cinquecento), con a capo il Governatore, se hanno ottenuto la facoltà di aggregare a sé
particolari Confraternite legittimamente erette con i medesimi scopi e con uniformi
ordinamenti. Erano dotate di ampi privilegi e di numerose indulgenze da parte dei
pontefici e l’appartenenza ad una confraternita offriva ai sodali vari benefici quali il
soccorso dei fratelli nel bisogno, un dignitoso funerale e accompagnamento alla
sepoltura nel cimitero del sodalizio, pratiche spirituali per la salvezza dell’anima o
celebrazioni di SS. Messe (22).
Nel corso del XVI secolo le Confraternite si moltiplicarono soprattutto
sulla scia delle disposizioni di Pio V e Gregorio XIII, quelle legate al culto della
Madonna del Rosario e del SS. Sacramento. La rilevanza del fenomeno fu tale che
indusse papa Clemente VIII il 3 dicembre 1604 con la Bolla "Quaecumque a Sede
Apostolica", a tentare di limitare gli abusi e la compresenza di più Confraternite dello
stesso tipo nello stesso luogo (23). La bolla prevedeva che si sottomettevano le
Confraternite dei laici ad un più stretto controllo da parte della giurisdizione
episcopale: si prescrive di limitare la propria adesione a un'unica Confraternita e
soprattutto l'adesione formale alla corrispondente Arciconfraternita romana. Ulteriore
indizio di una trasformazione dei referenti per la pietà religiosa dei laici nel Seicento è
il graduale affiancarsi al cumulo dei privilegi indulgenziali del ben più corposo
accumulo di reliquie di ogni genere, di cui ci è lasciata traccia negli inventari delle
Confraternite.
In un'organica connessione con la conformazione stessa di un legame
associativo, la solidarietà espressa nelle Confraternite aveva compreso al suo interno
una doppia valenza: la prima legata alle concrete necessità dell'esistenza umana, l'altra
del legame che stringeva nello stesso tempo i vivi e i morti.