ABSTRACT
Questo studio tenta di approfondire un argomento che tratta del fenomeno della
ngoma
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in Tanzania, arte performativa di grande rilevanza nelle comunità di cultura
Swahili dell‟Africa orientale. Le ngoma sono esibizioni artistiche nella quale uomini
e donne danzano e cantano accompagnati dal ritmo dei tamburi. Attraverso di esse
vengono espresse varie dinamiche sociali, si regolano i passaggi di status all‟interno
della comunità, ma non solo, le ngoma sono utili anche come strategia di denuncia
sociale. Il termine ngoma in lingua Swahili indica il tipico strumento simbolo
dell‟intero continente africano: il tamburo. La ngoma è un tratto distintivo della
comunità Swahili. L‟obiettivo di questo studio è quello di analizzare le tipologie di
performances di ngoma che variano da un gruppo etnico all‟altro. A tal proposito la
domanda di ricerca vuole determinare se e in che modo le performances di ngoma
abbiano subito modifiche nel tempo e quindi se oggigiorno abbiano assunto un
significato diverso per la comunità, rispetto al significato che avevano un tempo.
La decisione di intraprendere questo lavoro di tesi nasce da una curiosità personale
riguardo alla lingua e alla cultura Swahili. Curiosità sviluppatasi e accresciuta grazie
alla frequentazione del corso di Laurea di Lingua e Cultura Swahili presso
l‟Università di Torino, da cui ho preso spunti iniziali per la stesura della Tesi di
Laurea. Lo studio utilizza dati raccolti all‟estero fra il mese di Settembre e Ottobre
2018, in quanto la prima parte del lavoro per la realizzazione della tesi è stata
sviluppata in Tanzania, dove la lingua ufficiale è il Kiswahili. Attraverso l‟incontro
con la comunità Swahili è stato possibile prendere parte a qualche performance di
ngoma ed è stato possibile apprendere nozioni necessarie allo sviluppo della Tesi
grazie alla consultazione di materiale cartaceo trovato in loco e grazie alla
realizzazione di interviste. Le zone di ricerca in Tanzania sono tre: il distretto di Dar
es Salaam, la regione di Iringa e l‟isola di Unguja, nell‟arcipelago di Zanzibar.
Tornata in Italia, la stesura si è sviluppata analizzando le interviste effettuate in
Tanzania ed è proseguita attraverso la consultazione di altro materiale cartaceo e
online sull‟argomento. I concetti appresi soprattutto grazie alle interviste dimostrano
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Ngoma è un termine Kiswahili. In questo studio è usato per riferirsi ai suoi tre significati:
ngoma come tamburo, ngoma intesa come danza e ngoma come termine che indica la
performance in Tanzania. Una discussione più approfondita su cosa sia la ngoma si trova nel
primo capitolo di questa tesi.
che il significato attribuito alla ngoma, nel suo significato di arte performativa,
cambia da un gruppo etnico ad un altro: per alcuni è un elemento fortemente
ancorato alle tradizioni originario e la cui percezione è radicata e immutabile. Per
altri le performances di ngoma fanno parte del passato e oggigiorno non hanno più lo
stesso valore che vi era attribuito un tempo, le ngoma odierne sono indirizzate ad un
pubblico di spettatori, in maggioranza turisti. Questo fenomeno di
commercializzazione delle performances di ngoma le ha separate dal loro significato
originario. I risultati indicano che la percezione che si ha dell‟arte performativa in
Tanzania, specificatamente nel caso delle performances di ngoma, può variare a
seconda della variabilità della comunità Swahili a cui la ngoma appartiene. Ad
esempio in base a modifiche strutturali che una comunità può aver subito nel tempo e
nello spazio attraverso migrazioni dai villaggi natii alle grandi città e quindi
all‟incontro e al mescolamento con altre popolazioni.
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INTRODUZIONE
Fin da piccola ho nutrito interesse nei confronti del continente africano con le sue
culture e le sue tradizioni, che mi hanno sempre dato la sensazione di essere avvolte
da un velo di mistero. Il mio interesse è cresciuto nel corso degli anni anche grazie
alla frequentazione di corsi universitari che trattavano argomenti riguardanti l‟Africa.
Uno dei corsi di laurea che ha contribuito all‟aumento del mio interesse è Lingua e
Cultura Swahili, tenuto dalla docente Acquaviva Graziella, nonché mia relatrice.
Attraverso la frequentazione di due anni di corso, ho potuto apprendere le nozioni
base del Kiswahili
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. Attraverso lo studio di questa lingua ho avuto modo di entrare in
2
Il kiswahili – o lo swahili – è una lingua bantu con contaminazioni islamiche ed inglesi. Lingua
diffusa in gran parte dell‟Africa orientale, meridionale e centrale. In Tanzania, in Kenya, in Uganda e
Figura 1: Mappa della Tanzania
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contatto con la comunità swahili e di conoscere le tradizioni che ancora oggi
accompagnano le popolazioni appartenenti a questa cultura nella routine quotidiana.
Ciò che in particolare ha attirato la mia attenzione è stata la modalità con la quale i
tanzaniani riescano a comunicare fra loro, a celebrare momenti importanti nella vita,
ad esprimere il senso di fratellanza che contraddistingue le comunità africane.
Attorno a questa mia curiosità si è sviluppato l‟argomento di tesi, un argomento,
probabilmente, a molti sconosciuto, ma di grande rilevanza.
Nelle comunità swahili da tempo immemore si usa utilizzare l‟arte performativa,
importante in diversi ambiti e aspetti della vita delle persone. Un aspetto culturale e
artistico che ho esaminato e trattato in questo lavoro è la Ngoma - termine in lingua
swahili che ha tre significati: ngoma intesa come tamburo - strumento musicale,
ngoma intesa come danza e ngoma come termine che indica la performance.
Per la realizzazione della mia tesi di laurea mi sono recata dal mese di Settembre al
mese di Ottobre 2018 in Tanzania, paese in cui la lingua ufficiale è il Kiswahili e nel
quale ho potuto apprendere e vivere in prima persona alcuni degli avvenimenti
praticati dalla comunità swahili che mi hanno guidato nella stesura del mio lavoro.
La Tanzania nasce nel 1964 con l'unione tra il Tanganyika e Zanzibar e il nome dello
Stato deriva proprio dall‟unione del nome dei due paesi indipendenti
precedentemente. La storia della Tanzania odierna è fortemente determinata
dall‟incontro e dalla sovrapposizione nel tempo di diverse culture ed influenze. È una
Terra di conquiste e di colonizzazioni, dal 400 d.C. al 1400 d.C. circa conobbe
l‟influenza dai popoli arabi e persiani. Nel periodo coloniale, dal 1000 d.C. al 1900
d.C. circa il paese fu controllato da portoghesi, poi da tedeschi e infine da inglesi. I
primi europei ad arrivare furono i portoghesi che controllarono la maggior parte della
zona costiera. Controllarono anche Zanzibar fino al 1699. Alla fine del 1900, insieme
a Ruanda e Burundi, il Tanganyika entrò a far parte delle colonie tedesche nell'Africa
orientale in seguito al trattato tra inglesi e tedeschi. Successivamente alla sconfitta
della Germania nella Seconda Guerra Mondiale, il territorio fu amministrato dagli
inglesi sotto il mandato delle Nazioni Unite, fino al 1961, anno dell‟indipendenza
(Kaniki 1980: 161).
in Ruanda è la lingua nazionale. Lo swahili è parlato da circa 5-10 milioni di persone come prima
lingua, come seconda lingua è parlata da circa 80 milioni (Bertoncini 1987: 20).
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La maggioranza degli abitanti appartiene ad etnie di ceppo bantu, fra le maggiori
etnie si possono citare i Wasukuma
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, i Wanyamwezi
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, i Wahehe
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, i Wagogo
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, i
Wachagga
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, ecc. Fra le etnie nilotiche si trovano i nomadi Masai
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e i Waluo
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ed
entrambi i gruppi sono presenti numerosi nella zona a nord della Tanzania,
confinante con il Kenya. Benché ogni gruppo etnico tenda a conservare il proprio
idioma, la lingua nazionale è lo swahili (Shoup 2011: 66).
Il contesto in cui si è svolta la mia ricerca è diviso in tre zone del paese: il distretto di
Dar es Salaam, la regione di Iringa e l‟isola di Unguja.
Dar es Salaam - in arabo casa della pace - è la più grande città della Tanzania, il
principale polo economico e il primo porto del paese. In passato la città era chiamata
Mzizima, mentre oggi la popolazione locale usa comunemente anche il nomignolo di
Bongo. Dal censimento del 2012 gli abitanti risultano essere 4.364.541 (Calas 2010:
23). Nella città di Dar es Salaam ho svolto diverse ricerche bibliografiche nelle
biblioteche della megalopoli e ho visitato l‟Università – in lingua swahili Chuo
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I Sukuma – Wasukuma in lingua swahili - sono un gruppo etno-linguistico bantu. Sono uno dei
maggiori gruppi etnici della Tanzania e rappresentano circa il 10% della popolazione. La regione
d'origine dei Sukuma, chiamata Usukuma, è l'area a sudest del Lago Vittoria. Il principale
insediamento dell'area è la città di Mwanza, una delle più popolose e in più rapida crescita dalla
Tanzania. La maggior parte dei Sukuma, tuttavia, vive nelle zone rurali circostanti, perlopiù in piccoli
villaggi, dove l'ambiente è principalmente costituito da savana e pianura semi-desertica (Mahyegu
1995: 6).
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I Nyamwezi – Wanyamwezi
in Kiswahili - sono un gruppo etnico bantu. Occupano la parte
nordoccidentale della Tanzania, fra i laghi Vittoria e Rukwa. Il nome Nyamwezi ha origine swahili e
significa popolo della Luna (Yolongo 1953: 31).
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Gli Hehe – al plurale Wahehe - sono un gruppo etnico-linguistico bantu. Sono presenti soprattutto
nella Regione di Iringa, in Tanzania, che corrisponde alla Uhehe - Terra degli Hehe – storica
(Chogatambule 1987: 59).
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l Gogo - plurale Wagogo - è un gruppo etnico-linguistico bantu con sede nella regione di Dodoma,
nella Tanzania centrale. La popolazione dei Gogo è stata storicamente prevalentemente pastorale, ma
molti Wagogo contemporanei ora praticano l'agricoltura stanziale. Inoltre molti sono emigrati in aree
urbane, o lavorano in piantagioni in tutta la Tanzania (Mnyampala 1954: 22).
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I Wachagga sono africani-indiani di lingua bantu. Vivono tradizionalmente sulle pendici meridionali
e orientali del Monte Kilimanjaro e del Monte Meru e vicino a Moshi. La loro ricchezza relativa
proviene dal clima favorevole dell'area e da metodi agricoli di successo. È stata una delle prime tribù
della zona a convertirsi al cristianesimo. Questo potrebbe aver dato loro un vantaggio economico
rispetto ad altri gruppi etnici, poiché avevano un migliore accesso all'istruzione e all'assistenza
sanitaria come cristiani (Dundas 2012: 11).
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I masai sono un popolo nilotico che vive sugli altopiani intorno al confine fra Kenya e Tanzania.
Considerati spesso nomadi o semi-nomadi, sono in realtà tradizionalmente allevatori transumanti.
Oltre all'allevamento, l'agricoltura è fonte primaria di sostentamento. I masai parlano il Kimaa, da cui
il nome dell'etnia. La lingua appartiene al gruppo delle lingue nilo-sahariane (Salvadori, Fedders
1973: 5).
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I Waluo sono un gruppo etnico nel Kenya occidentale, nell'Uganda settentrionale e nella regione di
Mara, nel nord della Tanzania. I principali mezzi di sussistenza dei Waluo sono la pesca, l'agricoltura
e la pastorizia. Al di fuori di Luoland lavorano nell'Africa orientale come pescatori in affitto, piccoli
agricoltori e lavoratori urbani (Siso 2010: 204).
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Kikuu – nella quale ho potuto intervistare il professore Ndibalema, insegnante
specializzato nell‟arte del drama
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, presso il Dipartimento di Arti Creative – in
Kiswahili Idara ya Sanaa za Maonyesho – il quale mi ha mostrato il suo punto di
vista in merito alle performances di ngoma odierne e in merito alla percezione che i
suoi studenti hanno sull‟argomento.
Mi sono recata sull‟isola di Unguja
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, la più importante fra le isole dell‟arcipelago di
Zanzibar. La mia ricerca sul campo ha riguardato il villaggio di Kendwa, a nord
dell‟isola. Qui ho avuto modo di entrare in contatto con la cultura masai, non
originaria di questa zona, ma trasferita sull‟isola per lavorare. Una delle criticità
rilevate è stata la comunicazione sull‟argomento ngoma poiché inizialmente coloro
che avevo contattato pensavano volessi indagare su particolari forme di rituali, che
sono ancor oggi concepiti come segreti. Solo in un secondo momento e dopo essere
stata accettata all‟interno della comunità masai che vive a Kendwa, mi è stato
permesso di assistere e filmare una delle performance di ngoma che contraddistingue
un momento particolarmente celebrativo nella vita comunitaria.
La ricerca sul campo si è poi spostata ad Iringa - cittadina della Tanzania, capoluogo
della regione omonima, la cui popolazione è di 112.900 abitanti secondo il
censimento del 2004. Il nome deriva dalla parola lilinga, che in lingua hehe – lingua
parlata dal gruppo etnico dei Wahehe che abita la regione - significa forte (Books
LLC 2010: 47). Qui ho svolto diverse ricerche bibliografiche nella libreria regionale
di Iringa e ho visitato l‟Università RUCU - Ruaha Catholic University. Inoltre ho
avuto modo di intervistare Bernardetta, una ragazza hehe, che suona il tamburo
durante diverse occasioni nella città.
Durante la permanenza in Tanzania ho riscontrato alcune difficoltà nell‟acquisizione
del materiale necessario. Precisamente ho riscontrato una mancanza di riferimenti
bibliografici sull‟argomento: la letteratura esistente risulta essere davvero scarna.
Giunta in Tanzania ho avuto modo di frequentare librerie e biblioteche nelle quali ho
cercato materiale cartaceo utile. Purtroppo, la scarsa manutenzione degli ambienti e il
clima umido hanno rovinato molti testi cartacei.
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Termine drama inteso come arte performativa, che consiste nell‟esecuzione di un insieme di azioni
da parte dell‟artista di fronte ad un pubblico. Drama può essere in forma scritta o solo in forma
verbale (Conteh-Morgan, Olaniyan 2004: 1).
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Si trova nella metà inferiore dell'arcipelago, nell'Oceano Indiano, di fronte alla costa della Tanzania.
Dal censimento del 2012 gli abitanti risultano essere 896.721 (Pagnoni 1999: 52).