La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
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Si cercherà di chiarire le differenze che intercorrono tra le
diverse categorie musicali troppo spesso confuse o
erroneamente assimilate.
Un contributo fondamentale viene appunto dalle Arti,
partendo in primo luogo dal fumetto, che nei suoi disegni e
nell’intreccio delle sue storie cerca di dare un’immagine e
tradurre su carta l’ideologia e l’estetica di questo movimento
musicale e culturale al tempo stesso.
Vero manifesto della New Wave può essere considerata
l’opera di James O’Barr, Il Corvo, in cui l’autore, affascinato
dalla ricchezza e dalla liricità dei lavori di gruppi come The
Cure e Joy Division, crea un personaggio profondo e
complesso, una storia romantica e gotica allo stesso tempo,
un’atmosfera malinconica in cui l’amore è talmente forte da
riuscire a vincere persino la morte. Tutto questo è reso non
solo attraverso lo sviluppo della storia, ma dal tratteggio del
disegno, dall’uso dei colori (il bianco ed il nero), che riescono a
proiettarci magicamente in un’atmosfera onirica e spettrale.
La stessa atmosfera che è riuscita a ricreare il regista Alex
Proyas nell’omonimo film del 1994, avvalendosi di una
scenografia gotica (caratterizzata dall’uso massiccio del bianco
e del nero, dalle case alte e sottili, dalle cattedrali medievali e
della pioggia, vera e propria protagonista che sottolinea in
ogni istante la tensione lirica e la malinconia imperante), di
attori perfettamente calati nella parte (uno su tutti
l’indimenticato Brandon Lee), di un’estetica che riproduce
minuziosamente lo stile gothic e da una colonna sonora che
vede protagonisti i padri della New Wave.
Le stesse atmosfere sono rintracciabili in alcuni manga
giapponesi, in autrici come Ai Yazawa, in grado di affrontare
con la stessa abilità favole in perfetto stile dark e storie di
gruppi musicali riconducibili alla New Wave.
La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
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Il fascino per l’ignoto e per l’oscurità è presente anche in autori
italiani, nell’opera di Tiziano Sclavi, che dal 1986 cura il
personaggio di Dylan Dog.
Sempre per ciò che riguarda la settima arte, un contributo
fondamentale è dato dalla fantasia e sensibilità del regista Tim
Burton, che con la sua regia visionaria è riuscito a dar vita a
personaggi che sono entrati a pieno diritto nell’immaginario
collettivo.
Film come A Nightmare Before Christmas, Edward Mani di
Forbice, fino al recente La Sposa Cadavere, oltre a riproporre ed
ampliare la filosofia New Wave, hanno creato vero e propri
fenomeni di moda, attraverso la nascita di linee ispirate ai
personaggi di queste pellicole.
Inoltre il cinema ha cercato di ripercorrere la vita di alcuni
personaggi simbolo della New Wave prematuramente
scomparsi, come ha fatto il regista e fotografo Anton Corbijn
con Ian Curtis, leader e frontman dei Joy Division, nel film
Control.
L’apporto delle Arti è risultato fondamentale nel caso della
letteratura, primaria fonte di ispirazione per i gruppi della
New Wave.
In questo lavoro, in particolare, si è cercato di analizzare
l’importante influenza che ha avuto la letteratura nella
creazione e stesura dei testi dei Cure, confrontando
quest’ultimi con i brani o le poesie da cui traggono ispirazione.
Robert Smith, mente del gruppo, ha più volte sostenuto come
gli scritti di autori prestigiosi come William Shakespeare e
Franz Kafka, ma anche quelli di scrittori minori come Marvin
Peake e Penelope Farmer, siano risultati fondamentali per la
nascita delle sue liriche più ispirate.
Lo stesso vale per la concezione filosofica presente negli
album, che poggia saldamente su correnti letterarie quali il
Decadentismo francese ed il Romanticismo inglese, attraverso
la riproposizione di tematiche legate alla paura della Morte,
La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
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alla caducità dei sentimenti, allo scorrere del Tempo e
all’anelito verso l’Infinito, cercato e mai trovato nell’Amore e
nella Fede.
Nell’ultimo capitolo, infine, è risultato interessante analizzare
come l’Industria Musicale ha cercato di commercializzare la
New Wave, lavorando in una triplice direzione: in primo
luogo rivalutando i gruppi che storicamente hanno segnato la
storia della musica; in secondo luogo creando a tavolino
boyband o popstar basati sull’estetica gothic, ma scevri di tutti
quei contenuti filosofici e letterari che caratterizzano la
subcultura presa in esame; ed infine agevolando la nascita di
gruppi di ispirazione New Wave, la cosiddetta New New
Wave.
Quest’ultima si è affermata all’inizio del Duemila, e l’influenza
è data, non solo dal nome, ma soprattutto dalle atmosfere e dal
sound.
Tutto questo a sottolineare come l’importanza della New
Wave non si sia esaurita nel breve lasso di tempo della sua
comparsa e del suo sviluppo, ma continui ad influenzare il
panorama musicale mondiale, compreso quello italiano, grazie
a gruppi indie di piccola e media rilevanza tra cui: Bloc Party,
Editors, Franz Ferdinand, The Killers, Interpol, Maximo Park e
The Organ, analizzati proprio in quest’ultimo capitolo.
Un’ultima parte è focalizzata, invece, sull’analisi di Flux, un
canale musicale che nel 2006 ha sconvolto tutte le regole
televisive proponendo, 24h su 24, musica alternativa
(soprattutto New New Wave) senza alcuna interruzione
pubblicitaria.
La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
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Cap. I: Un excursus sociologico
I.1: Cultura, Controcultura, Subcultura
Prima di affrontare il concetto di “subcultura”, è forse utile
soffermarsi sulla definizione di “cultura”
1
, termine ambiguo
da cui tutto prende origine.
La cultura può essere vista come l’identità di un popolo
(lingua, costumi, religione), ma si possono distinguere due
concezioni diverse:
- la prima posizione è classica e conservatrice, ed intende la
cultura come “il meglio di ciò che è stato pensato e scritto nel
mondo”;
- la seconda, di tipo antropologico, raccoglie sotto il termine
“cultura” tutte le attività e gli interessi che caratterizzano un
popolo.
Contrastando con la prima posizione, Roland Barthes
2
estende
la cultura al di là dei luoghi canonici, sottolineando
l’importanza della quotidianità nella creazione della cultura
stessa.
Esaminando il complesso di regole e convenzioni
normalmente occultato, Barthes scoprì come significati
specifici di determinati gruppi sociali (quelli al potere) sono
resi universali nei confronti dell’intera società.
Nasce così il concetto di “ideologia anonima”, che penetra
ogni livello possibile della vita sociale.
L’ideologia viene così definita come un insieme di
rappresentazioni che non hanno nulla a che vedere con la
“coscienza”. Sono immagini, concetti, strutture, che si
impongono alla maggioranza degli uomini senza passare
attraverso la loro coscienza.
1
F. Crespi, Manuale di sociologia della cultura, Bari, Laterza, 1996.
2
R. Barthes, Miti d’oggi, Torino, Einaudi, 1974.
La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
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In società complesse come la nostra, l’ideologia cambia in
determinati momenti e situazioni, a seconda dei gruppi al
potere e dei loro interessi.
L’accesso ai mezzi tramite i quali circolano le idee della società
(i mass media) non è lo stesso per tutte le classi. In questo
modo le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee
dominanti.
Ideologia ed ordine sociale non sono però sempre garantiti,
infatti la simbiosi può esser fatta saltare, il consenso rotto,
rifiutato.
Proprio qui emerge l’importanza ed il significato delle
sottoculture giovanili, che hanno segnato in maniera
spettacolare la caduta del consenso nel periodo postbellico.
Il rifiuto del consenso nelle subculture, a differenza delle
controculture
3
, non si esprime però in maniera diretta, ma in
modo obliquo, attraverso lo stile, le apparenze.
Il corpo diviene una “mappa di significati”, attraverso
messaggi nascosti che offendono la “maggioranza silenziosa”,
con provocazioni atte ad attrarre l’attenzione.
Le caratteristiche dominanti della subcultura sono l’autenticità
e la spettacolarità, attraverso forme di abbigliamento
esasperate, un’etica del rifiuto verso l’ideologia dominante,
una critica alla società dei consumi- attraverso una cura
eccessiva dell’abbigliamento, degli accessori, dell’acconciatura,
3
Le controculture possono essere viste come l'espressione culturale di alcune
componenti minoritarie della società che esprimono un rifiuto più o meno radicale
alla visione del mondo e allo stile di vita comunemente condiviso. Molti dei tipici
modi di espressione delle controculture sono a tutt'oggi di fatto stati assorbiti dalla
società e entrati nel costume, come nel caso del cambiamento del rapporto tra uomo
e donna, nei costumi sessuali, nell'arte, nella musica e nello spettacolo. In molti casi,
tuttavia, tale assorbimento ha anche prodotto una sostanziale modificazione dell'idea
controculturale originaria, mantenendo dunque una caratterizzazione ulteriormente
minoritaria, oltre che storicizzata, della stessa. Gli Hippies possono essere
considerati a pieno titolo un esempio di controcultura.
La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
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volta a recuperare la componente più frivola del
comportamento.
Le subculture hanno una dimensione provocatoria molto forte,
ricercano forme esteriori estreme, tutto diventa
comunicazione.
Spesso le subculture nascono da una determinata classe
sociale, ma poi ne escono.
Le sottoculture secondo Dick Hebdige rappresentano “un
rumore, interferiscono nella normale successione che porta
dagli eventi e dai fenomeni reali alla loro rappresentazione nei
media. Non dovremmo quindi sottovalutare il potere di
significazione della sottocultura spettacolare non solo come
metafora di un’anarchia potenziale sullo sfondo, ma anche
come un effettivo meccanismo di disordine semantico: una
specie di blocco temporaneo nel sistema di
rappresentazione”
4
.
Esse esprimono contenuti proibiti in forme proibite,
rappresentano una sfida simbolica ad un ordine simbolico.
Il loro stile provoca una doppia risposta: viene o celebrato
nelle pagine di moda, o attaccato da quegli articoli che
definiscono le sottoculture un problema sociale
5
.
Nella maggior parte dei casi, infatti, le innovazioni stilistiche
della sottocultura sono le prime ad attrarre l‘attenzione dei
media, sostituite in seguito da atti devianti o “antisociali”.
Ma quando la subcultura comincia ad assumere una serie di
atteggiamenti perfettamente vendibili, quando il suo lessico
diventa sempre più familiare, può essere integrata, riportata in
linea e collocata all’interno di una realtà sociale problematica.
4
D. Hebdige, Sottocultura: il fascino di uno stile innaturale, Milano, Costa &
Nolan, 1979, pag. 99.
5
W. Griswold, Sociologia della cultura, Bologna, Il Mulino, 1997.
La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
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È attraverso questo continuo processo di recupero che l’ordine
spezzato viene ricomposto e la sottocultura integrata come
spettacolo divertente all’interno dell’ideologia dominante da
cui deriva.
Il procedimento di recupero avviene, sempre secondo
Hebdige, attraverso due forme caratteristiche: la
trasformazione dei segni sottoculturali in oggetti di
produzione di massa e l’etichettamento e la ridefinizione del
comportamento deviante da parte di gruppi dominanti
(polizia, media, magistratura).
Per quanto riguarda la prima forma di integrazione, il
rapporto tra la sottocultura spettacolare e le varie industrie che
la servono è ambiguo.
La creazione e la diffusione di stili nuovi sono legate in
maniera inestricabile ai processi di produzione,
pubblicizzazione e confezione che inevitabilmente portano alla
caduta di tensione delle potenzialità sovversive della
sottocultura: le loro innovazioni costituiscono un feedback per
l’alta moda e la moda in genere.
Così, appena le innovazioni della subcultura vengono tradotte
in merci e rese accessibili a tutti “si congelano”: vengono
codificate, rese comprensibili, immediatamente trasformate in
merce che dà profitto.
Gli stili culturali giovanili emettono sfide simboliche che
finiscono per costituire un nuovo apparato di convenzioni,
indipendentemente dall’orientamento politico della
sottocultura e dal contenuto sensazionale dello stile.
Per ciò che riguarda il modo in cui le subculture sono
rappresentate dai media si sono sviluppate due strategie
fondamentali: la prima tende a banalizzarle, a renderle
naturali, la seconda le trasforma in esotismo insignificante,
come un puro spettacolo.
La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
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Roland Barthes definisce le subculture come “un’immagine
pubblicitaria intenzionale”, contrapponendole allo stile
naturale visto come “una foto di cronaca”
6
.
Entrambe sono complesse articolazioni di codici, ma la foto di
cronaca appare più naturale e trasparente. In realtà ogni
oggetto può essere visto come segno, come una scelta dovuta
alla classe, alla condizione sociale, all’immagine di sé, alla
capacità di attrazione.
Le sottoculture agiscono mediante la ricollocazione e la
ricontestualizzazione degli oggetti d’uso, sovvertendo i loro
usi convenzionali, inventando usi nuovi, spalancando il
mondo degli oggetti a letture nuove e di segreta opposizione
7
.
La comunicazione di una diversità significativa è la qualità
essenziale che sta dietro tutte le sottoculture spettacolari.
È dalla maniera in cui sono usati gli oggetti che la sottocultura
si distingue da altre formazioni culturali, creando una
rivoluzione totale dell’oggetto, accoppiando due realtà in
apparenza inavvicinabili.
Questo accade soprattutto nella subcultura punk: le spille da
balia portate nelle guance, nelle orecchie o nelle labbra, tessuti
di plastica trasformati in capi di vestiario, il trucco utilizzato
da ragazzi e ragazze per attirare l’attenzione.
Anche se apparentemente caotica, la struttura interna di ogni
sottocultura è caratterizzata da un’estrema regolarità: ciascuna
parte è organicamente relazionata alle altre ed è grazie
all’integrazione tra le varie parti che un appartenente alla
subcultura riesce a dare un senso al mondo.
Gli oggetti stessi, una volta ricontestualizzati, riflettono ed
esprimono determinati aspetti della vita del gruppo. È
attraverso questa sovversione che i giovani della subcultura
riescono ad esprimere la loro opposizione ai valori dominanti.
6
R. Barthes, Miti d’oggi, Torino, Einaudi, 1974.
7
M. Maffesolì, Dalla parte del diavolo, Roma, Sossella, 2003.
La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
11
Un'altra caratteristica importante che accomuna tutte le
sottoculture è il distacco dalla cultura dei genitori mostrato
soprattutto attraverso lo stile
8
.
L’impegno nei confronti della subcultura varia a seconda dei
giovani; essa può rappresentare una dimensione delle più
importanti nella vita di alcune persone oppure essere una
leggera distrazione, un po’ di sollievo dalle realtà monotone
della scuola, della casa e del lavoro.
Al di là delle differenze individuali, gli appartenenti ad una
sottocultura devono avere un linguaggio comune.
Se lo stile è destinato a diffondersi deve dire le cose giuste
nella maniera giusta al momento giusto. Deve anticipare o
incapsulare uno stato d’animo, un momento, deve dar corpo
ad una sensibilità.
Proprio in quanto i singoli appartenenti ad una stessa
subcultura possono essere più o meno coscienti di ciò che
dicono mediante lo stile, dei modi in cui lo dicono, stili
sottoculturali differenti mostrano gradi di rottura differenti
Per quanto riguarda il linguaggio, non tutti gli stili
sottoculturali comunicano nello stesso modo: alcuni sono più
diretti di altri e danno una più alta priorità alla costruzione
alla proiezione di un’identità stabile e coerente.
Le singole subculture possono essere più o meno conservatrici
o progressiste, integrate all’interno di una comunità o
estrapolate da essa.
Esse manifestano cultura in un senso più vasto, come sistemi
di comunicazione, forme di espressione e di rappresentazione.
Si qualificano come arte dentro contesti particolari, non come
oggetti fuori dal tempo, giudicati secondo i criteri dell’estetica
8
S. Thorton, Dai Club ai Rave party, Milano, Feltrinelli, 1996.
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tradizionale, ma come trasformazioni sovversive, come
movimenti
9
.
Gli stili sottoculturali vengono creati, modificati ed infine
sostituiti. La devianza sottoculturale è resa spiegabile ed
insignificante nello stesso momento in cui gli oggetti “segreti”
del suo stile sono esposti in un negozio di dischi o in qualche
boutique.
Le sottoculture esprimono una tensione fondamentale tra
quelli al potere e quelli condannati a posizioni subalterne e ad
esistenze di seconda categoria. La sottocultura è una forma di
resistenza nella quale l’esperienza diretta delle obiezioni
all’ideologia dominante viene rappresentata indirettamente
nello stile.
I.2: Il Punk
Punk è un termine inglese (che come aggettivo significa di
scarsa qualità, da due soldi) nato per identificare una
subcultura giovanile emersa nel Regno Unito e negli USA a
metà degli anni settanta.
Il termine per indicare la subcultura, nacque dalla musica
Punk, o meglio Punk Rock, una musica rozza, rumorosa e
poco complessa, nata a metà anni settanta in Inghilterra e negli
Stati Uniti con gruppi come Sex Pistols, Ramones, Dead Boys,
The Damned o Clash e portata avanti ancora dopo negli anni a
venire fino ad oggi con le relative evoluzioni.
La storia molto complessa del movimento punk ha influenzato
numerose forme d'arte e aspetti culturali in genere, dalla
musica alla letteratura, dalle arti visive alla moda.
9
C. Marchetti/ N. Barile, Manuale di Comunicazione, Sociologia e Cultura della
Moda (Vol. I e II), Roma, Meltemi editore, 2004.
La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
13
Per essere precisi, la musica punk cominciò ad emergere nei
primi anni settanta nella East Coast degli Stati Uniti, in
particolare a New York. La corrente però non era ancora
conosciuta come punk rock, poiché il termine nacque qualche
anno dopo.
Seppur il punk musicalmente non nacque nel Regno Unito, fu
il luogo dove sviluppò il look e più tardi l'ideologia vera e
propria. Tralasciando i gruppi precedenti, quella che sarà
conosciuta come la versione classica del punk britannico
nacque grazie alla collaborazione di un manager, Malcolm
McLaren.
McLaren era già stato manager dei New York Dolls nei primi
anni settanta negli Stati Uniti, ma tornò in patria poco dopo
aprendo un negozio d'abbigliamento con la moglie stilista
Vivienne Westwood. Il negozio, chiamato “Sex”, proponeva
però articoli particolari, sadomaso o comunque alternativi e in
controtendenza.
Nel 1975, McLaren ebbe la geniale idea di raggruppare alcuni
ragazzi tra commessi del posto, frequentatori e conoscenti,
mezzi teppisti del quartiere, per fondare un nuovo gruppo
musicale dalle caratteristiche provocatorie e grezze. Egli
assieme alla moglie, studiò l'abbigliamento per la band, e
nacquero verso la fine del 1975 i Sex Pistols. Il loro look era
composto da vestiti strappati, capelli corti, spettinati e spesso
colorati, indumenti sadomaso-fetish, giubbotti e pantaloni in
pelle, catene, borchie, spille da balia, lucchetti usati come
collane, collari borchiati, svastiche (al solo scopo di
scandalizzare) e tutto ciò che di appariscente e provocatorio si
poteva proporre
10
.
I Sex Pistols esordirono quindi nel 1975, iniziando concerti
attorno a Londra ed introducendo gradualmente testi,
10
T. Polhemus, “Sampling & Mixing“ in R. Grandi, G. Cerini (a cura di), Moda:
regole e rappresentazioni, Milano, Franco Angeli, 1995.
La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
14
elementi e atteggiamenti provocatori, probabilmente in parte
su commissione del manager. Il loro look non era da meno dei
loro atteggiamenti e il loro modo di essere, erano infatti
conosciuti per la bizzarra abitudine di sputare continuamente
e di fare dello sputo addirittura un proprio simbolo, erano
inoltre famosi per la loro attitudine violenta, una violenza
diretta non solo contro gli altri ma anche contro se stessi,
secondo veri e propri atteggiamenti autolesionisti e nichilisti
come il tagliarsi il corpo con lamette senza un preciso motivo
se non quello di causare shock tra la gente che assisteva a tali
scene.
Il gruppo inventò anche il “Pogo”, un particolare ballo che si
basava tutto su salti e spintoni, e che fu successivamente
imitato o anche esplicitamente copiato da tantissime altre
sottoculture giovanili.
I Sex Pistols, scandalizzando l'Inghilterra e il mondo,
cambiarono radicalmente l'immagine del punk. Se prima il
genere rappresentava semplicemente una musica più dura e
leggermente provocatoria, ma non più di altri gruppi
rock’n’roll, dopo il loro passaggio divenne sinonimo di
nichilismo, teppismo, caos, disordine. Secondo l'opinione
comune, i punk ormai incarnavano perfettamente l'immagine
di “giovani teppisti”, e così spesso nei film o nei libri degli
anni ottanta i teppisti e i vandali che infestano le
metropolitane e le strade durante la notte saranno raffigurati
come dei Punk.
Nonostante ciò, il Regno Unito proponeva molti altri gruppi
punk dalle caratteristiche più moderate, non sostenendo
atteggiamenti nichilisti. Tra i numerosi esponenti del punk
rock britannico, troviamo i Damned, Stranglers, The Clash,
Sham 69, The Adicts, The Vibrators, Buzzcocks, The Jam, Stiff
Little Fingers, Generation X, che seppur in minima parte
imitavano l'attitudine dei Pistols, non seguirono appieno il
loro esempio.
La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
15
Ormai però le masse erano state condizionate dall'immagine
dei Sex Pistols, e il significato del punk, per molti esterni al
movimento rimarrà quello del nichilismo, caos e teppismo.
Risulta impossibile collocare l'ideologia punk odierna in
un'unica corrente di pensiero, dato che col tempo, il
movimento si è suddiviso in un infinità di diverse
classificazioni, che vanno dall'anarchismo al comunismo fino
al nazismo, oppure semplicemente la neutra apoliticità.
Ad unire tutti gli appartenenti al movimento punk sotto
un'unica causa è il rifiuto per qualsiasi forma di controllo, tra
cui il controllo sociale esercitato dai mass-media e dalle
organizzazioni religiose.
Durante la prima ondata (1977), il punk non aveva
indirizzamenti politici e atteggiamenti specifici; vi erano
gruppi che esponevano un abbigliamento glam rock, altri
vicini al movimento mod, altri vicino a quello skinhead, altri
ancora si basavano puramente sulla provocazione, altri
riprendevano un'attitudine rock’n’roll, non era una filosofia
specifica e la politica non era presente, come nel resto della
scena rock.
In sostanza era un movimento molto vario e considerato
generalmente come parte del rock, ma con caratteristiche
relativamente più forti. Il passaggio dei Sex Pistols influenzò e
ispirò molti gruppi, che tentarono poi di imitarli. Anche se il
gruppo assumeva atteggiamenti provocatori promovendo
l'anarchia, il nichilismo, la droga, la ribellione, infine si rivelò
unicamente come un metodo per attirare attenzione, pubblico
e pubblicità, e non come una seria posizione politica contro le
istituzioni; quello che il gruppo promuoveva, non era certo a
scopo propagandistico.
Nonostante ciò, i Sex Pistols furono essenziali poiché diedero
al punk l'immagine di un genere contaminato dalla politica.
Sarà infatti dopo il loro passaggio, che molti gruppi punk
La New Wave: il percorso di una subcultura attraverso le Arti
16
successivi, gradualmente manifesteranno la propria politica
solitamente vicina a posizioni anarchiche.
Anche se molti successori dei Pistols, criticheranno i loro già
citati atteggiamenti falsi, sarà proprio grazie a questi ultimi
che il punk venne identificato nella maggior parte dei casi,
come appartenente alla fazione anarchica, o comunque vicino
alla politica indipendentemente dalla posizione.
Ma dopo l'ondata punk ‘77, che andava ritirandosi verso la
fine degli anni settanta anche a causa del declino e lo
scioglimento dei Sex Pistols (1979), la moda del punk era
terminata. Il genere entrerà nell'underground e al di fuori del
mainstream
11
.
La corrente punk continuava ad evolversi, diramarsi e
dividersi. Una delle principali nuove correnti sarà lo “Street
Punk”, ovvero il movimento che si proponeva come continuo
della corrente punk britannica fondata dai Sex Pistols, sia nel
look con creste multicolori (creste emerse proprio con questo
movimento), borchie e giubbotti di pelle, generalmente molto
vistosi e curati, sia nell'attitudine, spesso e volentieri libera da
ogni influenza politica e votata esclusivamente al disordine e
al caos. Gli Street Punk rappresentavano il lato peggiore della
gioventù, spesso non erano legati a nessun genere di politica
ed erano dedicati principalmente alla provocazione, alla
trasgressione e spesso all'Anarchia.
I.3: Il Post-Punk
Il Post-Punk è un movimento musicale nato verso la fine degli
anni settanta, derivante direttamente dal Punk e specialmente
dal Punk britannico.
Molte band, successivamente, invece di imitare sonorità simili
ai Sex Pistols ed altri, cominciarono a sperimentare delle
11
T. Polhemus, Style Surfing, London, Thames and Hudson, 1996.