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Introduzione
L’obiettivo di questa tesi è esaminare la Negritudine come movimento letterario,
culturale, poetico; espresso in diversi modi ed evolutosi in un particolare contesto
storico e sociale; segnando così l'espressione dei fondatori di questo movimento in
particolare quella di Léon-Gontran Damas. Lo scopo è mettere in risalto la figura
di Damas, nonostante i due maggior esponenti della Negritudine siano stati Aimé
Césaire e Léopold Sédar Senghor, coloro che hanno avuto più risonanza grazie
alle loro opere poetiche e azioni svolte.
L’intenzione primaria della tesi è dunque quella di dare risalto all’originalità di
Damas, autore dal quale tutto è partito, colui che ha manifestato questo termine
nelle sue opere e lo ha diffuso. È stato Damas, per primo, a iniziare tale missione.
Sappiamo bene che i poeti neri hanno affrontato diverse sfide intellettuali.
Lasciarono il loro paese natale per studiare in Europa. Trascorsero la loro infanzia
in paesi segnati dalla colonizzazione e dalla sottomissione. Volevano cambiare il
destino dell'Africa e quello dei neri. Tutti combattevano per la stessa causa: la
riabilitazione della loro civiltà, dei propri valori e della propria cultura. Come
strumento, avevano la lingua francese; ed è grazie ad essa che si è trovata la magia
di liberarsi. Le loro opere sono strumenti di ricerca dell’autenticità dei valori nero-
africani e della loro liberazione. Sono, nella maggior parte dei casi, poesie che si
presentano come azioni vitali, energetiche, come ricerca di un’identità collettiva;
attraverso un’indagine personale e con vivo desiderio di arrestare l’alienazione
culturale.
«CESAIRE comme SENGHOR, chacun à sa façon, a eu à conceptualiser la négritude.
Aucune tentative de théorisation chez DAMAS, qui n’est pas un penseur. Il ne crie pas sa
négritude…il ne la chante pas seulement. Il la danse et la vit. […] Sa négritude est puits
profond d’où remonte en jaillissement d’or noir, une poésie cinglante, fulgurante,
véritable arme d’un combat qui engage le poète. L’exaltation de sa part nègre, de sa
négritude, permet à DAMAS de se connecter à l’universel combat. Pour lui, bousculer les
aliénations dont est victime le nègre, c’est remettre en cause toute les aliénations.
Il est impliqué sur un triple plan :
-Sur le plan du drame existentiel métis
-Sur le plan du combat contre l’aliénation du nègre
- Sur le plan du combat contre toutes les formes de l’aliénation bourgeoise.
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Comme chez tous les auteurs de la négritude, revendication culturelle et revendication
politique sont intimement liées »
1
.
Contrariamente alle opere di Césaire e Senghor, la poesia di Damas non è molto
ampia ed estesa. La scrittrice Kesteloot afferma: “Les grands cris de Césaire, les
orgues de Senghor ne conviennent pas à Damas qui réussit mieux la chanson
simple que la symphonie”
2
.
La poesia di Damas esprime la stessa rivolta contro la colonizzazione, la
schiavitù, l'assimilazione ma si allontana dai versi sgargianti di Aimé Césaire e
Senghor e dalla loro astrazione. Per alcuni versi, Damas non fu considerato uguale
a loro, un loro pari o meglio definito “alla loro altezza”. La sua poesia, anche se è
più accessibile, non è meno efficace.
Ricordiamo che Pigments di Damas precede, di gran lunga, il Cahier d’un retour
au pays nataldi Césaire. E già Damas cerca disperatamente: “mon Afrique qu’ils
ont cambriolée”
3
.
Lui è più vicino alla rivolta, più impegnato, senza alcuna concessione. Damas ha
agito per primo, non ha mostrato il suo punto di vista ma si è dato da fare senza
meditare a lungo; ma è stato, poi, dimenticato, messo da parte e la sua minor fama
è dovuta probabilmente ai ruoli avuti. Damas non si è mai esposto a livello
politico, ad esempio e il luogo da dove proveniva non è mai stato messo in risalto.
Lui ha sempre cercato di allontanarsi quanto più possibile da quel luogo dove non
c’è mai stata una vera e propria molla del turismo culturale. La Guyana è ricordata
solamente per la base spaziale e per il bagno penale, dove venivano deportati in
massa gli elementi indesiderati della società francese. Molte sono le motivazioni
che hanno oscurato Damas. L’obiettivo di questo lavoro è di ridare valore e
dignità alla sua Negritudine; è un progetto di riabilitazione dell’autore messo in
moto dalla traduzione e l’analisi di Pigments.
L’analisi degli estratti, sui quali ho lavorato, è basata sulle caratteristiche della
Negritudine come movimento e come espressione poetica. L'analisi ci mostra che
la poesia esprime i valori fondamentali del movimento della Negritudine. La
1
Harry Nirelep, (« Court hommage à Léon-Gontran DAMAS »), Carnet d’une presence au pays Natal, 2015
2
Lilyan Kesteloot,Les écrivains noirs de langue française: naissance d'une littérature, Brussels, Editions de l'Universite
de Bruxelles, 1965, p. 147
3
Léon Gontran Damas, Blanchi in Pigments Névralgies, Présence Africaine, 2001, p.59
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rivalutazione dell'uomo di colore e la rinascita del movimento sono messaggi
centrali.
Ciò che appassiona di Damas sono le parole che si susseguono spesso come un
ritmo martellante, segnato ancora di più dalla loro ripetizione e il discorso che è
poetico, diretto, franco, schietto, sincero, suggestivo e militante. Con il suo stile
libero dalla “schiavitù” della rima, sostituito dalla ricchezza dell’assonanza e la
potenza del ritmo. Una struttura di grande attrazione e potenza, nonché
coinvolgimento, con frasi smontate, frantumate, sincopate… La poesia di Damas è
un grido violento, come un bambino che nasce e a squarciagola lancia il suo primo
grido.
Damas è il poeta della solidarietà, fraternità e azione. Poeta della ricerca e della
creazione. La sua poesia è esplosiva. I suoi versi traducono l’espressione dinamica
della musica africanacon ritmo spiccato e scorrevole ma non veloce, con
ripetizioni regolari.
Aimé Césaire pensava di Damas che non fosse un uomo di manifesto, né di teorie
ma di azione. Troviamo nella sua poesia, la grande angoscia esistenziale, il grande
sradicamento, la nostalgia e una certa disperazione del negro con un tono
inimitabile; questo è ciò che mi ha affascinato fin da subito di Damas, unito al suo
stile travolgente, all’umorismo negro, al sarcasmo perpetuo, al ritmo che lo
contraddistingue: quello del blues e del jazz. Influenzato profondamente da
musiche africane e americane; si è ispirato a Claude McKay di origine
giamaicana, e in particolare a Langston Hughes. Trova nel lavoro del poeta ciò
che trova anche negli spiriti e nelle canzoni della piantagione, della rivolta, del
dolore, nelle canzoni d'amore dei neri e, nei canti religiosi. Damas è il poeta, che
si rivolta, lui vive di poesia, ma una forma di poesia musicale. Nella sua solitudine
trova un amico nella poesia. La poesia per lui è espressione, contatto,
consolazione e conforto.
La parte più importante della sua vita è stata dedicata alla poesia e alla cultura:
ambasciatore culturale dell'Unesco, primo professore a insegnare letteratura
africana in un'università americana, la Howard University di Washington DC.
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La forza e il suo impegno per la causa della cultura africana attraverso la sua
poesia, il suo pensiero e le sue azioni hanno ispirato molti giovani poeti, scrittori e
artisti, neri africani e americani.
È possibile ora comprendere che l'obiettivo della mia tesi è stato quello di
esaminare i valori della Negritudine espressi dalla poesia di Léon-Gontran Damas.
Il mio lavoro ha riportato alla luce Damas, una figura, nascosta, rispetto alle altre,
ma che ha dato un importante contributo a tale movimento. Ho illustrato il modo
in cui la poesia di Damas esprime le idee della Négritude e qual è stato il
contributo di quest’autore per l'espressione poetica.
Perché proprio Damas? L’interesse è nato dalla conferenza tenuta all’Università
degli studi di Napoli l’Orientale, dal professore Jean Claude Kangomba
(collaborateur scientifique des Archives et Musée de la Littérature de Bruxelles).
Conferenza dal titolo: “La littérature africaine francophone: questions
identitaires”, svolto il 5 dicembre 2018. Kangomba si è focalizzato sulla
letteratura africana, sulla cultura, sulle tradizioni. Ha toccato il tema
dell’aggressione culturale, dell’identità, dell’ibridità, du temps du refus, rifiuto di
tutte le menzogne che gli occidentali hanno raccontato sull’Africa, di come gli
africani hanno preso la parola e mostrato il contrario. La risposta degli
intellettuali neri all’aggressione culturale è stata la Négritude, movimento,
progetto culturale e letterario, che aveva il desiderio di restituire la voce al mondo
nero. Si è soffermato sulla figura di Cesaire e il suo Cahier du retour au pays
natal, su Senghor e le loro opere incredibili. E poi su Pigments, raccolta di poesie
di Damas; parlando del problema dell’isolamento, dell’assimilazione e della sua
rivolta contro l’alienazione mentale, ritorno ai valori tradizionali, salvaguardia dei
costumi, del patrimonio culturale africano, riabilitazione della razza nera,
eliminazione del termine "negro" dispregiativo, denuncia del sistema coloniale, in
particolare il principio su cui si basava, vale a dire l'assimilazione attraverso
l'educazione, l'alienazione degli individui, la loro depersonalizzazione, il
pregiudizio del colore e dell’avvio alla decolonizzazione. La poesia critica tanto
chi impone la propria cultura quanto chi reprime la propria, per integrarsi in
un'altra.
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La seguente tesi di laurea si divide in due parti: nella prima si parla del fenomeno
culturale e letterario e nella seconda si pone attenzione alla traduzione e analisi di
Pigments.
La prima parte comprende il primo e secondo capitolo. Il primo capitolo presenta i
tratti significativi del movimento della Negritudine con riferimento agli
avvenimenti storici grazie ai quali il movimento si è evoluto. Con considerevoli
riferimenti ai padri della Negritudine: Cèsaire e Senghor.
Nel secondo capitolo è stata presentata la biografia dell’autore e gli eventi
importanti che hanno portato alla sua scrittura. Forte è il legame tra la vita
dell’autore e le sue opere.
La seconda parte comprende il terzo e quarto capitolo. Il terzo capitolo è dedicato
alla traduzione del testo poetico, al tipo di traduzione da me svolta ed elaborata
grazie al supporto, di diversi libri; tra cui quelli di Bruno Osimo, Umberto Eco,
Antoine Berman, Le dialogue sur la traduction di Anne Hébert et Frank Scott, che
è stato un interessantissimo supporto per la traduzione. Presentato dalla relatrice
Angela Buono, durante il convegno “Le traducteur dévoilé: cartographie d’un
voix”, tenuto all’Università di Rende, in Calabria dal 29 al 31 ottobre 2019; al
quale ho partecipato, rivelandosi un valido ausilio, nonché spunto per la
realizzazione di questa tesi.
Infine nel capitolo quattro è stata da me presentata una proposta di traduzione di
alcune poesie della raccolta Pigments; esattamente, le poesie tradotte, sono: Ils
sont venus ce soir, Il est des nuits, Hoquet, Solde, Limbé, La complainte du nègre,
S.O.S., Blanchi, Rappel, Et caetera. Seguite da analisi e commento della poesia di
Damas; che è un'arma verbale, musicale e vivente; mezzo per esprimere la
liberazione dei neri e la loro emancipazione perché la poesia è stato il mezzo
letterario con cui preferiva esprimersi Damas.
È stato necessario sviluppare una forte sensibilità alle relazioni ritmico-
semantiche del testo con uno studio attento, assiduo e approfondito per cogliere
ogni minimo aspetto della sua poetica. Ho illustrato le mie motivazioni alle
traduzioni con commenti e osservazioni, nel quale ho commentando le mie scelte
traduttive. Ho, inoltre, analizzato una a una le poesie di Damas, individuando i
vari problemi, su vari livelli: quello morfosintattico, lessicale, stilistico, traduttivo
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incontrati durante la traduzione; andando a vedere come essi sono stati risolti e
indicando la strategia traduttiva utilizzata.