2
negativo, nel senso che mette in risalto il contrapporsi reciproco
degli elementi che si predicano di qualche ente o di qualche
concetto in generale. Adorno, come noto, incentra il suo pensiero
sul 'terreno' diairetico o 'negativo' della dialettica, cioè sul
momento in cui avviene la presa d'atto fondamentale della
contraddizione come struttura costitutiva di ogni
concettualizzazione che la Ratio nell'atto di 'con-caepere'
(prendere insieme) compie. Tale idea dialettica è presente già
nelle riflessioni critiche dell'opera scritta insieme a Max
Horkeimer: Dialektik der Aufklaerung , per poi ritrovarsi nella
maggiori opere etico-estetico-filosofico di Adorno. Il pensatore
francofortese è hegelianamente consapevole del fatto che la
negazione è già presente a livello logico formale nell'atto di
contrapposizione del 'Tutto' alle 'Parti'. Infatti la determinazione
logica che ne deriva è, a sua volta, già una ulteriore negazione di
un'altra; secondo la tradizionale formula spinoziana: omnis
determinatio est negatio. La contraddizione, per Adorno, come
per Hegel, svolge un ruolo fondamentale a livello non solo logico
formale (nell'ambito dell'intelletto (Verstand), ma a livello
speculativo-dialettico, ovvero nell’ambito della ragione (Vernuft).
Ciò che per Adorno è fondamentale è il tener fermo il processo di
3
contrasto irrisolto tra universalità del concetto e particolarità
dell'oggetto che viene pensato all'interno del concetto stesso.
In base a tale assunto il pensiero critico 'negativo' del
francofortese può riuscire a decostruire la ragione illuministica e
il dominio ideologico che la caratterizza anche dove la medesima
ragione non è consapevole pientamente. Più volte Adorno vede in
Hegel colui che intuì pienamente il processo contraddittorio del
pensiero razionale, soprattutto nell'ambito della 'Fenomenologia
dello Spirito'; infatti, Hegel è stato colui che primo si è
interrogato sul 'terrore' scaturito dalla ragione illuministica
1
,cioè
sull'intima contraddizione storica della 'ragione astratta'. La
prospettiva adorniana però non vuole scrutare la contraddizione
solo nel momento in cui essa è funzionale all'identità tra
'Concetto' e 'Oggetto'.
1
G.W.F.Hegel, Fenomenologia dello spirito, trad. it., Milano 2000, pp.783-795
4
Al contrario il pensatore francofortese concentra l’attenzione sul
processo di 'differenziazione' negativa, inconciliante, per cui
l'identità logico-speculativa è 'tolta e mantenuta' (aufgehobt) non
nel momento della sua conciliazione col 'intero' hegeliano ma nel
momento della sua differenziazione diairetica. Adorno stesso in
un celebre passo(parafrasando in modo opposto l'affermazione
hegeliana das Ganze ist das Wahre, scrive: 'L'Intero è il falso’ in
un celebre passo di Minima Moralia.
Il compito del pensiero filosofico è sempre quello di pensare la
totalità, non però nel modo idealistico, in cui si tende ad
identificare logica e metafisica, soggetto e oggetto; ma in una
modalità diversa in cui la totalità si manifesta come composta da
elementi in rapporto dialettico tra di loro che però, non possono
essere completamente risolti nel concetto di totalità idealistica.
La tensione diairetica è quindi un processo di 'riflessione' (nel
senso hegeliano del termine, sull'inconciliabilità tra reale e
razionale; sul momento di contrasto per cui ogni teoria filosofica
o ogni ideologia (compreso l'illuminismo) si falsifica nella misura
in cui vuole chiudersi in sistema assoluto.
5
Per giungere a questo tipo di pensiero dialettico-negativo occorre,
quindi, esaminare il non-concettuale e pensarlo dialetticamente in
rapporto al concettuale, mettendo in moto un processo di
riflessione articolata che si incentra su una 'priorità dell'oggetto'
(come Adorno la definisce in Dialettica Negativa)
2
.
La dialettica quindi,lungi dal realizzarsi in un'ideologia
tautologica,vuole tornare ad essere un metodo di riflessione
critico ed euristico che mette in luce non solo i paradossi o le
antinomie teorico-pratiche della ragione strumentale con le sue
implicazioni politiche(totalitarismi e civiltà di massa),ma anche le
possibilità ideali di conciliazione tra reale e razionale nell' utopia,
cioè di ciò che stà oltre ogni determinazione negativa del reale e
del suo dominio ideologico. Sostieniamo che l'interpretazione
semplicistica del pensiero 'dialettico negativo' del filosofo
francofortese, secondo la quale per Adorno è escludibile a priori
che il concetto possa mai coincidere con la cosa, sia errata e
banalizzante, in quanto, in numerosi passi di varie opere
3
,
2
T.W.Adorno, Dialettica Negativa, trad. it., Milano 1970, p.37-40
3
Ad esempio : Minima Moralia, trad. it., Torino 1998, e anche Dialettica Negativa.
6
Adorno tende a mantenere questa speranza di conciliazione col
reale. Per ora citiamo un passo chiarissimo in proposito:'la
speranza della conciliazione accompagna il pensiero
inconciliabile, poichè la resistenza del pensiero contro il
meramente essente,l'imperiosa libertà del soggetto, intende
ottenere dall'oggetto anche ciò che a perduta a causa della sua
trasformazione ad oggetto'
4
. Vedremo che il tema della filosofia
come pensiero che può, pur nella sua paradossalità dialettica,
mantenere viva una coscienza che si sottrae alla reificazione in
modo 'minimo' sarà uno dei percorsi 'utopici' adorniani più
suggestivi. La dialettica, quindi, intesa come pensiero 'diairetico'
che scompone la totalità del concetto nelle sue parti contrastanti e
contraddittorie si fonda, come detto, sulla tensione polare tra
concettuale e non concettuale, ma sopratutto tra 'ragione
reificante' e 'resistenza materiale'.
Questa polarità è essenziale a tale impostazione critica e la si nota
fin dall'opera capitale del pensiero critico: Dialettica
dell’illuminismo.
4
T.W.Adorno, Dialettica Negativa, cit., p.18
7
In tale opera, come vedremo, si decostruisce criticamente la Ratio
strumentalis, partendo proprio dal rapporto antinomico che tale
ragione ha colla realtà socio-culturale che vorrebbe 'liberare' ed
'emancipare'. Tale critica è possibile proprio nella consapevole
contraddittorietà che sussite all'interno del concetto , tra le forme
ideologico-formali e quelle non-concettuali o sociali.
Il pensiero diairetico negativo può quindi decostruire criticamente
ogni concetto a partire proprio dal senso etimologico tedesco, in
cui il termine Begriff (concetto) è legato al verbo Ergreifen
(prendere), come è suggerito nell’introduzione all’edizione
italiana di Dialettica dell’Illuminismo
5
.Un distinguo importante è
quello che Adorno pone tra 'pensiero' e 'concettualizzazione', in
cui il filosofo di francoforte mostra l'eredità della filosofia critica
kantiana, per cui 'pensare' e 'conoscere concettualmente' non si
identificano ma si distinguono, sebbene Adorno sostenga una
visione speculativamente complessa del ‘concetto’, come
vedremo.
5
T.W.Adorno- M. Horkeimer, Dialettica dell’illuminismo , trad. it., Torino 1997, p.
XXXIII
8
La particolarità di tale procedimento stà nel fatto che questa
attività critico-dialettica, pur osservando le implicazioni
paradossali dell'identità ideologica che la ragione strumentale
vuole imporre all'oggetto, e pur radicalizzando (con toni che
ricordano Nietzsche) la critica alla soggettività 'moderna', non
giunge a negare il fondamento reale della soggettività umana, che
anzi, attende ancora di essere autenticamente compresa oltre le
manipolazioni ideologiche dell'ideologia razionalistica.
L'argomentazione diairetica della dialettica adorniana si compone
essenzialmente di alcuni motivi fondamentali che noi riteniamo
opportuno mettere in luce ed esaminare criticamente e che
sostanzialmente ritroviamo nelle sue opere maggiori:
1)la critica- dialettica al concetto e alla ragione 'ipostatizzata'
dello illuminismo (1 capitolo dell'opera dialettica
dell'illuminismo)
2)la critica al costituirsi teoretico del problematico rapporto tra
soggetto e oggetto alla luce della teoria critica.
9
In tutto questo percorso critico dialettico si muove l'esigenza di
porre in evidenza il configurarsi del 'soggettivismo' come risultato
genealogico della dialettica illuministica stessa; il soggetto è
analizzato, nell'ambito dialettico proprio a partire dalla sua
problematicità non tanto gnoseologica quanto filosofico-
sociologica al fine di far emergere l'esigenza di un pensiero che
prenda atto dell'insufficenza fondativa del soggetto. La critica
alla ragione calcolante che, come è scritto in Dialettica
dell’Illuminismo si basa sul principio di equivalenza e di scambio
come fondamento totalizzante, conduce necessariamente ad un
rimettere in discussione le categorie logiche speculative proprie
della tradizione gnoseologico-metafisica (soggetto-oggetto),
senza però 'distruggerle', ma ripensandole. Adorno da acutissimo
conoscitore della Fenomenologia dello Spirito di Hegel, riprende
la distinzione che quest'ultimo fa tra Beziehung e Verhaltnis:
Beziehung è il rapporto reciproco tra due lati, mentre Verhaltniss
è il rapporto unilaterale che è anche 'negazione dell'autonomia
della cosa'
6
.
6
G.W.F. Hegel, Fenomenologia dello spirito, trad. it., Milano 2000, p.203
10
Adorno come vedremo sottolinerà, in modo opposto agli esiti
idealistici stessi della dialettica, la reciprocità strutturale esistente
tra soggetto e oggetto e di come questa si risolva in una priorità di
quest'ultimo, in virtù della sua non identità. Questo 'eccedere' del
gegenstand è proprio il 'residuo' di ogni teoria dell'identità che
falsifica se stessa nella misura in cui assolutizza l'aspetto
soggettivo del pensiero, come se questo fosse autotrascendente;
tale passaggio è importantissimo per comprendere le aperture
possibili del pensiero diairetico della dialettica ma anche per
porre in risalto alcuni aspetti lasciati in sospeso che sono stati da
più parti poi criticati. Da qui il concetto nella sua struttura
speculativa e astratta diventa la mira del pensiero critico-negativo
come è già evidente nel primo capitolo di Dialettica
dell'Illuminismo. Il pensiero dialettico non si può limitare a dare
definizioni esso deve procedere oltre, avere il coraggio di scrutare
la 'totalità frammentata' e avere però anche chiaro il limite
'normativo' della sua riflessione.
Nel procedimento diairetico adorniano ci sembra di notare
l'esigenza quasi di fondere il metodo della 'negazione determinata'
dialettica con quello della genealogia nietszchiana (sopratutto in
Dialettica dell'Illuminismo, non a caso nel 'excursus I' si parla di
11
Odisseo come dell'antesignano-simbolo dell'eroe borghese
razionalista). Tale duplice prospettiva di indagine conduce ad
una riflessione critica ma, al tempo stesso, conscia della sua
regolativa 'limitatezza'. In sostanza Adorno tenta di misurarsi col
nichilismo e con la critica al soggetto senza però distruggere
quest'ultimo; ciò è possibile come vedremo solo mantenendo
intatta la possibilità dell'utopia della ‘redenzione’.
Il pensiero dialettico-negativo dunque pensa per concetti ma è
consapevole del diversificarsi interno di questi ultimi. In tale
pensiero, il concetto non è 'assoluto' come per Hegel, ma è la
struttura portante di tutto un percorso che è articolato.Il Pensiero
'diairetico' quindi 'è già in sè, prima di ogni specifico negare,
resistenza contro ciò che gli viene imposto'
7
. Il concetto è
segnato dalla dimensione del 'negativo', come scissione irrisolta
tra pensiero e realtà, tuttavia in tale scissione c’è anche la
possibilità di conciliazione che Adorno vedrà nel mantenere
'regolativamente' l'utopia della redenzione.
7
T. W. Adorno, Dialettica negativa, trad. it., Torino 1970, p. 12
12
Ma questa negatività dialettica si muove a più livelli, stratificati
l'uno all'altro nell'argomentazione adorniana che potremmo
definire a volte 'olistica'; possiamo notare 3 livelli di 'negativo
dialettico':
1) La negatività costitutiva del concetto di Ragione Illuministica
che si rovescia essa stessa nel mito nella misura in cui lo vorrebbe
distruggere e sradicare contrapponendosi alla natura.
2) La negatività nel costituirsi del soggetto razionale- borghese.
3) La negatività sociologica presente nella società 'totalmente
amministrata' (per usare la definizione di ascendenza weberiana)
in cui l'identità umana è alienata a se stessa.
Questi livelli interagiscono in modo sovrapposto all'interno del
pensiero critico - dialettico di Adorno in modo suggestivo e
profondo, mettendo in luce il tentativo forse unico nel pensiero
contemporaneo, di mantenere il rigore dell'argomentazione
dialettica pur in un contesto di pensiero che rifiuta la 'sistematicità
chiusa'. Il tema della negatività nel pensiero di Adorno è quindi
'polisemantico', appare comunque inscindibilmente legato ad una
concezione della dialettica, che non è tanto metodo chiuso, quanto
esercizio critico in atto, il quale ha la funzione di mostrare alla
ragione illuministica, l'esito contraddittorio del suo corso e delle
13
sue antinomie strutturali. C’è una consapevolezza quasi kantiana
della problematicità della loro risoluzione in sede teoretico-
speculativa.
La dialettica è, per Adorno, 'diairetica' ,in quanto è chiamata a
spezzare la coazione dell'identità 'reificata', nel rapporto tra
concetto e cosa, dando prevalenza all'articolarsi contraddittorio
dell'oggetto (Gegenstand). Noi indagheremo i vari livelli del
'Negativo Dialettico' nel pensiero adorniano facendo emergere il
fatto che tale pensiero mette in gioco se stesso, proprio
muovendosi tra il 'macrologico' della teoria e il 'micrologico'
dell'oggetto particolare. Alla luce di questa prospettiva di
riflessione filosofica emerge chiaramente che la negazione
appartenente al pensiero è una negazione determinata delle varie
forme con cui appare l'identità tra soggetto e oggetto. Occorre
anzitutto specificare che il pensiero di Adorno non si presenta
come un pensiero frazionato in ‘fasi’, non c’è un primo e un
secondo Adorno
8
.
8
Sono di questo parere moltissimi studiosi. In ambito italiano citiamo qui Nardi e Moravia
14
Tale configurazione sostanzialmente omogenea del suo percorso
speculativo si presenta segnata dall’indiscutibile attenzione che il
francofortese nutre nei confronti di tutto ciò che non è
direttamente ‘filosofico’ e a cui la filosofia è chiamata a ‘dar
voce’. C’è, dunque, in Adorno, come ha sottolineato in modo
giustissimo il suo allievo Habermas, una ‘filosofia della
coscienza’, cioè una filosofia discorsiva estremamente eclettica.
Vedremo come, proprio in virtù di tale caratteristica, in Adorno il
motivo teoretico e etico spesso convergano, sebbene in modo
dialettico, contrastato. La filosofia adorniana non è filosofia di
certezze assolute ma non è neanche filosofia di relativismi, egli
pensava invece ad una filosofia che auto- corregge sé stessa per
amore della verità. C’è forse ancora un retaggio idealistico in tale
prospettiva
9
? La domanda non ha una risposta univoca, ma noi
tenteremo di dimostrare come nel pensiero adorniano vi sia una
sorta di ‘ascetismo’ dialettico, per cui il pensiero è pronto a
sacrificare le sue certezze logico- formali per aprire uno spazio a
tutto ciò che è stato reificato nella storia umana.
9
Di questo avviso sono, ad esempio, Carmagnola e Colletti