La narrativa di Teresah 5
Nel Capitolo 1 (La Vita) vengono forniti i fondamentali dati biografici
sull’autrice, completati da quelli del coniuge, Ezio Maria Gray, anch’egli scrittore e
uomo politico di spicco. Sono riportate altresì informazioni storiche sulla famiglia
Ubertis e su alcuni suoi componenti che si distinsero in campo politico e militare,
nonché sulla cittadina di Frassineto Po nella quale Teresah visse e fu sepolta. A
completamento di questa sezione biografica è stato tratteggiato il periodo storico e
culturale che costituì lo sfondo dell’ambiente in cui crebbe Teresah.
Il Capitolo 2 (Le Opere) riprende l’articolazione dei vari generi letterari in cui
si cimentò Teresah nella sua produzione letteraria ed analizza per ciascuno di essi
alcune opere dell’autrice, tentando di cogliere ed interpretare il suo stile alla luce
delle influenze dei movimenti culturali dell’epoca. Un particolare focus è dedicato al
romanzo e alla sua teoria, fino all’evoluzione verso la narrativa di consumo ed il
romanzo rosa.
Il Capitolo 3 (La Critica) contiene una breve storia della critica e comprende
una raccolta antologica dei saggi, delle citazioni e delle recensioni riguardanti
Teresah e riferiti alle diverse capacità espressive e stilistiche da lei manifestate.
A completamento della ricerca, si riportano le considerazioni conclusive scaturite a
seguito delle conoscenze acquisite nel corso della realizzazione del presente lavoro e
si valutano i risultati conseguiti rispetto a quanto ci si proponeva a inizio lavoro.
La Bibliografia riporta, in ordine rigorosamente cronologico, il catalogo completo di
tutte le opere pubblicate da Teresah, le opere della critica e altre opere di
inquadramento consultate.
La narrativa di Teresah 6
1. La Vita
1.1. Cenni biografici
Corinna Teresa Ubertis nacque a Firenze il 25 luglio 1874, anche se molte
fonti ne indicano i natali a Frassineto Po (Alessandria)
1
. Probabilmente il disguido
deriva dal fatto che Corinna Teresa visse la sua infanzia proprio a Frassineto Po’,
essendo frassinetesi i genitori: il padre era il colonnello Giuseppe Ubertis e la madre
si chiamava Bianca Trolli.
Sono state rinvenute informazioni incomplete riguardanti la composizione della sua
famiglia di origine, ma di certo ebbe una sorellina che morì giovanissima ed alla
quale Corinna Teresa dedicò alcuni versi in commemorazione. Azzardiamo a dire
che la figura della sorellina è rintracciabile anche in alcuni personaggi delle novelle e
dei romanzi dell’autrice.
Benché la sua famiglia fosse piemontese, risiedette a lungo in Toscana, soprattutto a
Firenze e a Livorno, ed in seguito a Roma. Qui si trasferì fondamentalmente in
seguito al suo matrimonio con Ezio Maria Gray.
Fu donna elegante e fine tanto da essere descritta “fisicamente quale a leggere le sue
novelle, i suoi romanzi, i suoi versi ce la possiamo immaginare: bionda, fine,
aristocratica, con un po’ di mestizia nel viso stanco e negli occhi cerulei”
2
.
Rimanendo alla descrizione fisica, così ne parla l’autore dell’articolo apparso su
“Almanacco Italiano” del 1922: “L’immagine che si profila nella mente di chi si
lascia cullare dal fascino di questa sua arte soave è – come ben definì Luigi Tonelli –
un’immagine di madonna fiorentina, alta e sottile, passeggiante solitaria e silenziosa
lungo prode fiorite nel crepuscolo mattutino”
3
.
Non sono state invece trovate informazioni specifiche circa gli studi compiuti
dall’autrice e la prima notizia che troviamo sulla sua attività artistica è quella
secondo cui si rivelò al pubblico nel 1902 con la novella Rigoletto, che vinse un
concorso della rivista "Lettura" di Milano.
1
Altre fonti indicano come luogo di nascita Roma oppure Frassineto Po nell’anno 1877.
2
C. Giachetti, Profili di scrittori, in “La Fiera Letteraria”, 1 maggio 1927, p. 3.
3
a. n. m., “Almanacco Italiano”, 1922, p. 599.
La narrativa di Teresah 7
A venti anni cominciò a pubblicare poesie sotto lo pseudonimo di Teresah, con il
quale divenne poi nota nel mondo letterario e teatrale. Cominciò infatti proprio con
la lirica ed il teatro, per poi dedicarsi quasi esclusivamente alla novellistica e alla
narrativa. Vale la pena ricordare che le su prime novelle furono tradotte in francese
ed in tedesco e pubblicate dalla “Revue de Paris” e dai principali quotidiani di
Berlino e di Vienna.
Pubblico e critica concordarono nel considerare Teresah innanzitutto una poetessa. Il
Libro di Titania edito a Napoli dal Ricciardi nel 1909 fu la raccolta di versi che
ottenne maggiori consensi e fu definito come uno dei primi esempi di verso libero in
Italia. Furono anche apprezzati da parte del pubblico e della critica dell’epoca le
raccolte L’ombra sul muro (Firenze, 1922) e Canzoncine (Firenze, 1917).
Per quanto riguarda la sua attività teatrale, M. Gastaldi nel suo Panorama
della letteratura femminile contemporanea
4
ci informa che il primo dramma ad
essere rappresentato fu Il Giudice, messo in scena nel 1903 da Ermete Zacconi,
quindi tradotto e rappresentato in Russia.
Una diversa fonte, invece, attribuisce tale primato all’opera Sul Gorner, portato in
scena dalla compagnia drammatica Leigheb-Tovagliati
5
al Teatro Manzoni di
Milano la sera del 5 febbraio 1902 (per la recensione dello spettacolo rimandiamo al
Capitolo 3 dove è stato riportato l’articolo apparso sul “ Corriere della Sera” del 6
febbraio), spettacolo replicato la sera successiva.
Assurta quindi a rapida notorietà, e giovanissima, fu anche collaboratrice della
"Gazzetta del Popolo" e di numerosi periodici nonché, in un secondo tempo,
redattrice del "Corriere dei Piccoli". La sua attività letteraria non può dunque
prescindere dalla considerazione della sua appartenenza al settore giornalistico:
collaborò assiduamente alla terza pagina del “Corriere della sera” dal 1907 fino allo
scoppiare della guerra.
Nel 1909, invitata dal Marchese di S. Giuliano, ambasciatore italiano a Londra, tenne
nella capitale inglese varie letture di versi suoi alla “Dante Society” e in colti
4
M. Gastaldi, Panorama della Letteratura femminile contemporanea, Gastaldi, Milano, 1936, p. 555.
5
Diamo per dovere di cronaca alcuni cenni sulla compagnia teatrale e sul suo direttore Claudio
Leigheb. Questi, nato a Fano nel 1848, fu attore comico insuperato ed interprete goldoniano molto
apprezzato. Nel 1898 entrò nella compagnia di Pier Camillo Tovagliari (Parma, 1847) socio, e vi
rimase fino al 1903, quando la compagnia si sciolse.
La narrativa di Teresah 8
ambienti londinesi. Parlò per ben due volte al Collegio Romano dietro invito di S.M.
la Regina Margherita e, ci dice sempre Gastaldi, “tenne applaudite conferenze nei
principali teatri e nelle più severe sedi di coltura d’Italia”, tanto da meritarsi la fama
di “fine dicitrice”. E tale fama di Teresah venne confermata in occasione della
“memorabile commemorazione di Miss Edith Cavell, che tenne per la Croce Rossa, e
che tanto interessò l’Ambasciata d’Inghilterra da fare chiedere il consenso di
pubblicare l’orazione in opuscolo e diffonderla fra le truppe e nei paesi neutrali”
6
.
Dunque non fu un caso che alcune sue opere furono tradotte in inglese, francese e
tedesco. Per contro Teresah ebbe anche notevole successo come traduttrice di
scrittori e drammaturghi, fra i quali Ibsen.
Non si può non riconoscere il fatto che questa scrittrice dimostrò fin dalle prime
manifestazioni letterarie un temperamento eclettico, tanto più evidente se si guarda
alla gamma delle sue opere che comprendono romanzi, novelle, opere teatrali, odi e
raccolte di versi, racconti per l'infanzia.
Non va neanche sottovalutata la giovane età di Teresah, considerando che la sua
attività letteraria iniziò già a partire dal 1895 e continuò fino al 1940 circa.
Decisivi furono poi gli anni della guerra che, “strappandola alla pace, le
tolsero molta delle sue energie produttive”. Teresah si schierò fin da subito con gli
interventisti e si iscrisse al Partito Nazionalista. In questo periodo continuò a
collaborare con i giornali, in modo specifico con quelli della trincea, e nello stesso
tempo ripiegò nel campo della letteratura infantile, scrivendo libri intesi a rafforzare
nell’animo dei ragazzi l’amore per la patria e il culto degli eroi (Piccoli eroi delle
grandi guerre, Benporad, Firenze, 1915). Finita la guerra continuò a dedicarsi a
questo settore “prigioniera dei suoi piccoli lettori che avevano imparato ad amarla”
come recita Gastaldi. Della stessa opinione fu Giovanni Fanciulli
7
che definì
commoventi i suoi racconti ispirati alla guerra, fra i quali spicca, a suo giudizio, la
Storia di una bambina belga contenuta in una raccolta di racconti.
Un’altra data fondamentale nel percorso biografico ed artistico di Teresah è
indubbiamente il 14 dicembre 1912, giorno ed anno in cui sposò a Firenze Ezio
Maria Gray, uomo politico, scrittore, sostenitore militante della politica colonialista.
6
M. Gastaldi, op. cit., p. 556.
7
G. Fanciulli e E. Monaci, La letteratura per l’infanzia, SEI, Torino, 1927.
La narrativa di Teresah 9
Per l’importanza e l’influenza che il marito esercitò su Corinna Teresa, ci sembra di
un qualche interesse riportare alcuni cenni anche sulla vita e sulla carriera del
Generale Gray.
Anch’egli di origine piemontese (nacque a Novara il 9 ottobre 1885), Ezio Maria
Gray fu autore di numerosi volumi e saggi storico-politici nel periodo che va dal
1911 al 1942. Scrittore e giornalista, conosciuto con lo pseudonimo di Niuska, fu
nominato direttore del giornale "Il Nazionale" di Roma. Nel 1920 scrisse Come
Lenin conquistò la Russia (Firenze, 1920) ed Il fronte antibolscevico (Firenze, 1920).
Un anno più tardi, nel 1921, fu eletto alla Camera dei Deputati nella lista del Blocco
Nazionale e nel 1924 fu chiamato a far parte del direttorio nazionale del Partito e del
Gran Consiglio del fascismo.
Ricoprì inoltre numerosi incarichi, fra i quali: commissario straordinario dell’Istituto
Luce, vice-presidente della corporazione delle professioni e delle arti, vice-presidente
della Società Dante Alighieri, Presidente della Compagnia Italiana del turismo.
Ebbe un ruolo preminente come commentatore di politica estera nelle trasmissioni
radio dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), tanto che i suoi editoriali
pare fossero particolarmente seguiti. Fu tra i fondatori del Movimento Sociale
Italiano, eletto deputato nel 1953 e senatore nel 1963, morì a Roma il 8 febbraio
1969.
Vale la pena rilevare che in alcune occasioni i due coniugi collaborarono alla stesura
congiunta di libri, il più noto dei quali è I racconti della foresta e del mare
(Bemporad, Firenze, 1913).
Dopo la triste parentesi della guerra, Corinna Teresah Ubertis tornò ad
occuparsi prevalentemente di prosa realizzando strutture narrative di più ampio
respiro come i romanzi. Nel 1923 uscì, sempre con la casa editrice fiorentina
Benporad, il romanzo Sergina o la virtù, che trasuda fortemente degli avvenimenti
bellicosi appena trascorsi, tanto da essere definito “il libro della famiglia italiana
durante la guerra” e da essere esaltato da alcuni critici come il solo libro che avesse
prospettato il problema della donna nella guerra. In questo romanzo la vita della
protagonista, Sergina, e quella delle tre sorelle, viene fortemente turbata e sconvolta
dalla guerra, evento che non lascerà nessuna di loro indifferente ma che al contrario
La narrativa di Teresah 10
determinerà un coinvolgimento tale per cui una delle sorelle, Jole, finirà per
arruolarsi come crocerossina.
Quasi vent’anni dopo è datata la pubblicazione di un altro romanzo, Dobbiamo
vivere la nostra la nostra vita (1941), dove ancora una volta la protagonista è una
donna e dove maggiormente è evidente l’ispirazione tratta dalla realtà
contemporanea, quella cioè di un’epoca di trapasso del mondo femminile. In quegli
anni, infatti, si assistette anche in Italia al diffondersi del movimento femminista, che
già si era affermato in Inghilterra. In Italia si visse però maggiormente un senso di
transizione contraddittoria in quanto fu quello un periodo in cui si imponevano
ancora la mentalità e la moralità di altri tempi, mentre di contro la vita moderna
costringeva la donna, specialmente nei grandi centri, ad assumersi tutti gli oneri
intellettuali, morali ed economici che erano un tempo riservati al sesso maschile. E
tale appare infatti la situazione di Greca, l’eroina del romanzo, che si trova a gestire,
governare ed amministrare la casa al posto del libertino padre Paulo, con il quale
vive in una raffinata villa veneziana. La donna dimostra anche una notevole maturità
nel vivere i sentimenti, ed una determinazione accompagnata dall’orgoglio
tipicamente femminile.
Corinna Teresa morì il 2 ottobre del 1964 a Roma. Le sue spoglie furono portate a
Frassineto Po (Alessandria) dove si trova ancora oggi la sua lapide.
Ed è proprio in virtù del legame che ci sembra di scorgere con la sua terra di origine
nonché con la sua famiglia, che il capitolo successivo è stato dedicato ad una breve
storia della famiglia Ubertis a Frassineto, dove ancora oggi profonde e sentite sono la
considerazione e l’estimazione di Teresah.
1.2. La famiglia Ubertis a Frassineto Po
La cittadina in cui visse Teresah è Frassineto Po
8
, un paese di circa 2.000
abitanti che si trova ad una distanza di circa 30 km da Alessandria, della cui
provincia fa parte, e di 7 Km da Casale Monferrato.
8
E. Capra, Frassineto Po nella Storia, nell’Arte, nel Folklore, Tipografia Casalese f.lli Tarditi,
Casale Monferrato, 1931
La narrativa di Teresah 11
Questa collocazione geografica ha fatto sì che il paese fosse partecipe delle vicende
storiche che hanno interessato il territorio, in particolare il Ducato del Monferrato,
fin dai tempi del feudalesimo, attraverso il Risorgimento e le guerre d’indipendenza,
arrivando alla prima guerra mondiale.
Frassineto Po presenta, oltre alle basse case agricole, resti di antiche mura, edifici
barocchi e neoclassici, magnifiche chiese, antiche case a portici e grandi viali. Da
segnalare il Monumento ai Caduti edificato nel 1959 in occasione del centenario
della 2^guerra d’indipendenza, monumento che riveste un particolare interesse ai
nostri occhi in quanto fu realizzato utilizzando il cippo funerario della famiglia
Ubertis, e alla cui realizzazione partecipò con offerte tutta la popolazione. Questo
avvenimento consente di riscontrare come la casata degli Ubertis avesse una grande
considerazione da parte dei concittadini, considerazione che ancora oggi vive nelle
persone del posto, tanto è vero che, nell’occasione fornita dalla realizzazione di
questa tesi, di avere contatti con personalità locali, si è potuta percepire la stima che
tale famiglia gode tuttora.
Approfondiamo allora la conoscenza di questa illustre famiglia frassinettese
attraverso il libro Frassineto Po
9
, dal quale si evince quanto sia stata antica e
prestigiosa la sua storia. Pare, infatti, che la famiglia Ubertis fosse originaria di
Firenze, e da questo nucleo discesero diversi rami, uno dei quali si stabilì a Casale
Monferrato; si narra, infatti, che i “degli Uberti” esiliati da Firenze, discendenti di
Farinata degli Uberti di dantesca memoria, fossero poi venuti a rifugiarsi a
Frassineto. La famiglia Ubertis si fregia dunque di un passato glorioso e antico, se si
considera che i primi documenti storici dove compare il nome della famiglia sono
datati 1472. Le testimonianze aumentano nel corso degli anni e infatti già dal 1512
esistono numerosi atti pubblici e notarili che coinvolgono alcuni esponenti della
famiglia.
Proprio lo studio di queste testimonianze e di questi documenti scritti ha permesso di
notare una “curiosità” interessante, ovvero come sia mutata la forma sintattica del
nome degli Ubertis. Infatti, nel corso del XV e XVI secolo il cognome fu usato in
varie forme latine e italiane da de Ubertis a delli Uberti, fino a quando la particella
9
R. Girino, Frassineto Po - Dagli albori della società umana alle soglie del duemila, Marietti
Ricerche, Torino, 1998, vol. I e II.
La narrativa di Teresah 12
“de” fu definitivamente tralasciata. Siamo di fronte quindi ad un fenomeno
linguistico da non sottovalutare, dal momento che proprio questo tipo di mutamento
del lessico, derivato dall’uso del parlato, tanta parte ha avuto nella storia della lingua
italiana e in particolare nel passaggio graduale dal latino al volgare.
I De Ubertis risiedettero dunque inizialmente a Casale Monferrato per poi
trasferirsi nel XVI secolo a Frassineto, godendo sempre di stato nobile. Oltre alla
condizione nobiliare, la discendenza di linea maschile ottenne spesso ruoli militari e
politici di rilievo. La stirpe degli Ubertis diede infatti al Ducato del Monferrato
prima, al Regno di Sardegna poi ed infine all’Italia Unita, vari personaggi di rilievo
nella storia civile e militare. Vale dunque la pena di ricordare che durante le guerre
per l’indipendenza e per l’Unità d’Italia gli Ubertis ebbero numerosi decorati al valor
militare e anche tanti caduti, e quindi non è un caso che, come già accennato, il
Monumento ai Caduti a Frassineto fosse costruito con il cippo funerario della
Famiglia.
Vengono citati di seguito, e sarà più oltre chiara la ragione, alcuni personaggi più
rappresentativi e anche alcuni dei più recenti avi o antenati dell’autrice, con un
sintetico riassunto delle loro gesta:
- Bernardino Ubertis (1814–1894) fervente patriota dell’Unità nazionale, nel 1848
chiese di essere arruolato in occasione della guerra all’Austria; nel 1870 fece
sventolare dal municipio la bandiera tricolore; fu sindaco di Frassineto.
- Pietro Ubertis (1825–1909) medico di battaglione, ebbe la Menzione Onorevole
di bronzo nel 1859 nella battaglia di S. Martino e nel 1866 a Villafranca.
- Giuseppe Felice Ubertis (1836–1892) anch’egli fervente patriota dell’Unità
nazionale.
- Eugenio Ubertis (1849-1920) sottotenente Battaglione Bersaglieri e poi capitano,
ebbe la Menzione Onorevole di bronzo e la medaglia d’Argento nel 1866 (“per la
prova di coraggio ed il valore dimostrato nell’assalto”).
- Carlo Ubertis (1889-1943) generale di divisione, fu decorato di Medaglia
d’Argento nel 1917 durante la prima guerra mondiale.
- Severino Ubertis (1890-1917) capitano dei bersaglieri, Medaglia d’Argento nel
1917, caduto per la patria (“mirabile esempio delle più elette virtù militari”). Era
cugino di Teresah.
La narrativa di Teresah 13
Fra i componenti della famiglia Ubertis si annoverano quindi, ed erano sicuramente
noti all’autrice, numerosi patrioti, uomini d’arme, decorati al valor militare ed eroi di
guerra. La carrellata di personaggi appena descritta non è casuale, ma vuole essere
messa in correlazione con l’opera narrativa stessa di Teresah. All’interno del
romanzo Dobbiamo vivere la nostra vita (1941), quando la protagonista si reca in
visita ad una nobile famiglia della campagna torinese, viene descritto il lungo
corridoio della casa colonica decorato con i ritratti dei membri illustri della casata.
Questa volontà di mantenere vivo il ricordo della propria stirpe e soprattutto
l’impegno a sentire vicino, quasi come perenne monito ed insegnamento, l’esempio
degli avi, dimostra come fosse forte per Teresah il senso del patriottismo. E questo è
indubbio se si aggiunge che le prime opere di Teresah, e precisamente I caduti a
Coatit e Senafè (1895) e Il libro de li Eroi (1895) (le opere citate furono pubblicate
proprio negli anni delle guerre colonialistiche dell’Italia in Africa), furono proprio
versi ed odi dedicati ad inneggiare le virtù militari, l’eroismo e i caduti per la patria
10
.
Possiamo quindi annoverare tra i valori cardine, che ispirarono gran parte della
produzione poetica e narrativa di Teresa, la nobiltà (di lignaggio ma anche d’animo)
e l’eroismo, virtù indissolubilmente connesse, come viene ben rappresentato sullo
stemma araldico della famiglia, scaccato d’oro e d’azzurro, su cui campeggia il
motto Sine virtute nulla nobilitas. La nobiltà, cara alla famiglia, non esiste se non
accompagnata dalla virtù: è quindi reale solo se consustanziata da vera nobiltà
d’animo.
E’ in questo ambiente familiare e culturale, caratterizzato da altissima considerazione
per i valori patriottici, per l’ardimento ed il coraggio in battaglia, per l’eroismo, che
l’autrice crebbe. Proprio questo ambiente ispirò molte delle sue opere.
1.3. Inquadramento storico e contesto culturale
Teresah è vissuta in un momento storico importante e ricco di grandi
cambiamenti. Si pensi che nacque nel 1877, cioè 17 anni dopo l'Unita' d'Italia, e nel
corso della sua vita assistette alle guerre coloniali, alla prima e alla seconda guerra
mondiale.
10
Per le opere dell’autrice si rimanda alla Bibliografia.
La narrativa di Teresah 14
Per quanto concerne il contesto storico-politico, l'ultimo quarto dell'Ottocento fu
contraddistinto da un grande impegno delle potenze europee nella politica coloniale.
L'Italia si inserì tardi in questa gara espansionistica, quando Asia e Africa erano già
state divise fra le grandi potenze. Comunque tra il 1885 e il 1890 furono assoggettate
al dominio italiano l'Eritrea e una parte della Somalia. Sotto il governo Crispi fu
inviato in Somalia un corpo di spedizione che avrebbe dovuto conquistare l’intero
impero, ma in quell'occasione l'Italia subì ad Adua (1896) una pesante sconfitta, che
sospese le mire espansionistiche italiane fino al 1911 , quando iniziò l'occupazione
della Libia.
In occasione di queste guerre si diffuse in Italia un'ondata di bellicismo che ottenne il
consenso e l'appoggio di una grossa fetta di intellettuali e di letterati. I più accesi
militaristi furono i futuristi che nel loro Manifesto (Manifesto del Futurismo di
Marinetti pubblicato sul Figaro nel 1909) esaltarono la guerra in quanto "sola igiene
del mondo".
Ma ai futuristi si affiancarono molti altri letterati quali D'Annunzio e Giovanni
Pascoli, che ricollegandosi ad una tematica nazionalistica riproposero il mito di
Roma (che sfociò poi nel fascismo), e la celebrazione del mito della laboriosità del
popolo italiano e l'esaltazione della funzione civilizzatrice che l'Italia avrebbe svolto
nei territori sottomessi.
Tra i letterati “interventisti”, ovvero favorevoli all’entrata in guerra dell’Italia, si
devono sicuramente annoverare Teresah e suo marito. Quest’ultimo, come abbiamo
già avuto modo di segnalare, assunse infatti posizioni politiche e militari degne di
nota soprattutto in seguito, nel periodo fascista.
Lo scoppio della prima guerra mondiale, nell'agosto del 1914, e l'intervento
italiano nel maggio dell'anno seguente, posero fine ad un periodo che, seppur
inquieto, fu più tardi considerato un'era felice di pace e di agiatezza.
Quattro lunghi anni di guerra seguiti poi dalla rivoluzione sovietica, dall'acuirsi dei
conflitti sociali, dall’avvento del fascismo, sono fatti che segnarono profondamente il
ventennio tra la prima guerra mondiale e l'inizio della seconda nel giugno del 1939.
L’esperienza bellica e soprattutto il sorgere del movimento fascista segnarono
profondamente Teresah come donna e come scrittrice. Infatti fu politicamente
impegnata (anche in forza dell’essere la consorte di un noto esponente del partito
La narrativa di Teresah 15
fascista), ma fu anche emotivamente coinvolta, tanto che le tematiche legate
all’ideologia del regime sono presenti praticamente in tutta la sua produzione
letteraria, dalla letteratura infantile alla narrativa. Teresah, come molte altre autrici
dell’epoca, proclamò quindi la propria adesione al regime.
Per quanto riguarda più propriamente il contesto culturale, negli anni
successivi all'unità d'Italia si sviluppò fiorente la letteratura, sia per la diffusione
dell'alfabetizzazione e per la crescente scolarizzazione, sia per il processo di
unificazione linguistica, che amalgamò e rese omogenei strati di popolazione di varie
regioni e di ogni ceto sociale. Inoltre tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del
Novecento ebbero origine movimenti di carattere sociale che ebbero grandi riflessi
nei decenni seguenti. Infatti questo periodo coincise con il sorgere di avanguardie
artistiche, quali il futurismo, che, con gli atteggiamenti ribelli e anticonformisti che
lo caratterizzarono, rappresentò un movimento di forte influenza sulla letteratura e
l'arte del Novecento.
Tutti questi fenomeni sociologici e culturali, derivanti anche dalla rivoluzione
industriale unitamente alle varie rivendicazioni che li caratterizzarono e che
esplosero potenti (diritto di voto, sindacalismo, femminismo), ebbero un forte
impatto anche sulla letteratura del tempo, diversificandone i generi, ampliandone i
confini, ed in generale creando una rilevante domanda, alla quale rispose una grande
e variegata produzione letteraria, sia nei temi sia nei generi sia nello stile.
In questa situazione di fermento culturale, anche il mercato dell'editoria si rafforzò e
si ampliò: proliferarono case editrici, riviste letterarie, si svilupparono varie iniziative
e si assistette ad una crescente fruizione di letteratura da parte di vari ordini sociali, a
tal punto che gli autori del tempo si trovarono ad essere grandemente richiesti,
condizionati ed insieme plasmati dall'ambiente e dal "momento". E' proprio in questa
fase che emerse Teresah, divenendo collaboratrice di riviste letterarie e imponendosi
come autrice di un numero rilevante di opere.
Si assistette pertanto ad una serie di processi quali lo sviluppo dell'editoria e
del relativo mercato, l’evoluzione dei mezzi di comunicazione, che influenzarono
grandemente lo sviluppo culturale e la produzione letteraria. In questo contesto è
dunque utile ricordare che fra gli editori che pubblicarono le opere di Teresah si
La narrativa di Teresah 16
distinse Bemporad di Firenze, a cui seguirono Roux e Viarengo, Sonzogno , Treves,
Mondadori e Vallecchi.
Bisogna tenere presente del resto che l'espandersi dell’editoria consentì anche
un’adeguata remunerazione agli scrittori, una sorta di ”stipendio” che ne garantiva
l'indipendenza economica. Non è un caso quindi che ci fosse un vero e proprio
fenomeno pubblicitario mirato a far conoscere la produzione letteraria e quindi ad
invogliare il pubblico dei lettori all’acquisto. Tipiche dell’epoca sono infatti le
inserzioni su riviste ed almanacchi
11
, volte a pubblicizzare le ultime edizioni delle
opere degli scrittori più noti ed apprezzati dell’epoca, e indubbiamente Teresah fece
parte di questi “scrittori di letteratura di consumo”, come si avrà modo di vedere più
avanti.
Nel primo decennio del Novecento si inserì un altro movimento , un po’ anomalo
rispetto ai partiti politici del tempo: il "movimento per l'emancipazione femminile".
In Italia esso non raggiunse mai una forza numerica e forme di lotta esasperate come
in altri paesi europei, ma fece parlare e discutere molto, dividendo l'opinione
pubblica, provocando scandalo negli ambienti più conservatori della borghesia e
consensi fra le forze socialiste e liberali più aperte, che giudicavano l'emancipazione
femminile una tappa importante verso la democrazia.
Il movimento femminista in Inghilterra fu certamente più acceso che in Italia, ma
alcune opere di autori stranieri suscitarono un forte dibattito anche nel nostro paese,
poiché affrontavano per la prima volta tematiche quali la libertà della donna, il diritto
al voto, il matrimonio e il ruolo della donna in esso. Ricordiamo fra tutti la
commedia Casa di bambola di Ibsen che fu rappresentato in Italia per la prima volta
nel 1891. L'autrice italiana che fu più rappresentativa per le tematiche proposte fu
Sibilla Aleramo con il suo romanzo autobiografico Una donna (1907), interlocutori
privilegiati del quale furono senz'altro le donne borghesi, uniche ad avere quel
bagaglio culturale capace di coglierne le problematiche, benché fosse desiderio del
movimento di rivolgersi alle donne di qualunque estrazione sociale.
Anche Teresah non rimase indifferente a questo nuovo “sentimento femminista”
tanto è vero che in alcuni racconti e soprattutto nei romanzi appare centrale il ruolo
11
AA.VV., “Almanacco Italiano”, Bemporad, Firenze, 1916-1917-1918-1920-1921-1922-1928.
Rimandiamo all’Appendice dove si trova un campionario di tali inserzioni.
La narrativa di Teresah 17
della donna e la sua capacità di vivere sia nel mondo civile sia nel campo dei
sentimenti e dell’amore.
La narrativa di Teresah 18
2. Le opere
2.1. I generi letterari della produzione di Teresah
Teresah, a dispetto della citata difficoltà di reperimento delle sue
pubblicazioni, fu autrice assai versatile e prolifica, e la sua estesa produzione
letteraria copre sia un notevole arco di tempo sia una vasta gamma di generi, che
rivela un ammirevole eclettismo espressivo.
I principali filoni in cui può essere suddivisa la sua produzione letteraria sono i
seguenti:
a) romanzi, storici e “di costume”, orientati alla presentazione ed alla conferma dei
valori ideali e morali del tempo;
b) racconti e novelle, dove la fantasia si accompagna ad un sereno e quasi ingenuo
apprezzamento degli eventi semplici e quotidiani, con atmosfere volutamente
allegre e spensierate, ma nelle quali a volte si fa strada invece una poetica in cui
prevalgono sentimenti malinconici e tematiche crepuscolari;
c) letteratura per la gioventù, genere nel quale la sua notorietà apparve quasi
superare quella per gli altri generi citati, in virtù della briosità dello stile e
contestualmente dell’intento pedagogico e formativo dispiegato nei confronti dei
bambini e dei ragazzi;
d) drammi teatrali, nei quali si ritrovano lavori di ragguardevole ampiezza
costruttiva (fino a quattro atti) e di sorprendente adeguatezza per quel che
concerne la rappresentazione scenica, e di interesse per la descrizione
dell’ambiente e dei personaggi, nonché per la capacità di coinvolgimento
emotivo del lettore (o dello spettatore).
e) poesie e raccolte di versi, nella quale si percepisce la sua prima sincera
ispirazione, con raccolte di versi dedicati agli affetti, alla famiglia, all’amore, alla
patria e al valor militare.
f) discorsi (spesso da lei stessa declamati) nati in occasione di commemorazioni o
altri avvenimenti contingenti, e traduzioni per lo più di drammi teatrali
dell’epoca.
La narrativa di Teresah 19
Nei prossimi sottocapitoli saranno invece analizzati in modo più specifico e
mirato i singoli testi suddivisi nei generi sopracitati, perseguendo cioè, per quanto
possibile, la classificazione dei filoni letterari nei quali Teresah si cimentò. Serve
ribadire che anche la distinzioni dei testi non è stata scevra da incertezza, dal
momento che nelle fonti le medesime opere appaiono ora come novelle, ora come
racconti fantastici per bambini, ora ancora come romanzi brevi (è il caso nello
specifico dei titoli Il Natale di Benno Claus, Al Piccolo Parigi, Il romanzo di
Pasqualino e Rigoletto).
Naturalmente hanno avuto maggiore approfondimento le opere delle quali si è venuti
in possesso nel corso della ricerca e che è stato possibile leggere, visionare o
consultare.