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Premessa
Invitato dalla relatrice della mia tesi, alla presentazione del
romanzo Homo felix di Giuseppe Cassieri, il 22 febbraio 2003,
presso il Circolo Nautico di Gaeta, ebbi modo di intrattenermi in
una breve ma intensa conversazione con l‟Autore. Intensa perché
nel brevissimo tempo della sua durata, parlammo del dolore, della
sofferenza e della morte, e di alcuni luoghi dei suoi romanzi che
sono stati anche luoghi della mia vita e sono tuttora i luoghi della
mia memoria e della mia infanzia. Dopo i lunghi anni trascorsi,
del colloquio avuto con Cassieri in quel tardo pomeriggio
d‟inverno, ancora ricordo la profonda sensazione di affetto e di
familiarità che caratterizzò lo scambio di quelle poche parole e
che suscitò in me il desiderio di approfondire la conoscenza dello
Scrittore e della sua opera.
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Introduzione
Questo lavoro di ricerca sullo scrittore Giuseppe Cassieri
presenta una prospettiva di carattere monografico, nell‟intento di
approfondire alcuni aspetti della sua narrativa e in particolar
modo il tema dell‟ironia presente nella sua opera.
Cassieri, infatti, scrittore prolifico, poliedrico e dalla scrittura
multiforme, è stato autore non solo di racconti e romanzi, ma
anche di saggi, di radiodrammi e di testi teatrali scritti per la
televisione.
Va precisato tuttavia, sin da ora, che nell‟elaborato l‟analisi è
stata circoscritta alla sola produzione narrativa dell‟Autore e in
particolare al romanzo. Ciò al fine di evidenziare sia il rapporto
intertestuale ed osmotico tra i due generi del romanzo e del
racconto, sia l‟evoluzione tematico–stilistica che approda ad una
svolta in cui l‟ironia si è andata sempre più configurando come
tema ed elemento strutturante del discorso narrativo.
Prima di addentrarsi nello studio dell‟argomento specifico
della tesi, s‟è ritenuto imprescindibile dedicare un capitolo alla
figura dello scrittore. Ciò anche in corrispondenza del fatto che,
relativamente alla personalità letteraria e all‟opera di Giuseppe
Cassieri, non si possiede una gran mole di studi critici e spesso,
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in non poche storie letterarie o nei manuali di letteratura, non vi
è alcun riferimento all‟Autore e alla sua opera. Alcuni contributi
critici più approfonditi e di una certa consistenza sulla sua
attività letteraria sono opera di pochi studiosi e risalgono perlopiù
ad un periodo di tempo compreso tra gli Anni Settanta e Ottanta,
oppure ad articoli di recensione apparsi sulla stampa in
occasione della pubblicazione di un suo nuovo libro.
Per questo motivo, nell‟intento di far conoscere l‟Autore e la
sua opera, nel primo capitolo di questa tesi si è cercato di
tracciare un suo profilo bio–bibliografico sulla base di una
interrelazione tra biografia ed autobiografia letteraria e secondo
una prospettiva cronologica. Si è quindi fatto cenno alle sue
origini familiari, alla sua formazione culturale e alla sua lunga e
articolata attività di scrittore, iniziata nel 1952 con la
pubblicazione del romanzo Aria cupa e conclusa nel 2008, con la
stesura del suo ultimo romanzo intitolato Poetica di un infelice,
pubblicato alcuni mesi prima della sua morte improvvisa.
Nel secondo capitolo, sulla base di un approccio teorico, si è
cercato di formulare ed illustrare il concetto di ironia letteraria.
L‟argomento principale della ricerca, ossia la narrativa di
Giuseppe Cassieri e l‟ironia letteraria, trova invece il suo ampio
sviluppo nel terzo ed ultimo capitolo di questa tesi. Qui
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l‟attenzione si è concentrata su due aspetti della produzione
narrativa di Cassieri, ossia la presenza di una circolarità o, per
meglio dire, di un processo di osmosi tra romanzo e racconto da
un lato, e la componente dell‟ironia presente in gran parte della
sua produzione narrativa dall‟altro. Si è cercato così di mettere in
evidenza la graduale evoluzione della narrativa cassieriana verso
quella che in ambito critico è stata definita come una seconda
stagione narrativa dell‟Autore. In un primo paragrafo, si è
tracciato un ampio excursus dei primi tre romanzi, scritti e
pubblicati tra il 1952 e il 1958, teso a metterne in rilievo alcune
caratteristiche comuni sia sul piano tecnico–letterario che su
quello dei temi e dei contenuti. Si è quindi evidenziato come
queste prime opere costituiscano un ben delimitato ed omogeneo
corpus narrativo e caratterizzino il cosiddetto primo tempo della
narrativa di Cassieri. Successivamente e in una prospettiva di
intertestualità interna si è proceduto ad indagare sul rapporto
intercorrente tra i due generi del racconto e del romanzo,
nell‟intento di evidenziare come il passaggio ad una seconda fase
artistica di Cassieri, contrassegnata da una marcata presenza
dell‟ironia e dallo stile ironico della sua scrittura, si sia
determinato anche sulla base di questa interazione tra le due
tipologie testuali. Si è voluto in tal modo dimostrare che l‟esito di
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questo cambiamento è stata una rinnovata inventio narrativa
dello scrittore, e che la pubblicazione del romanzo La cocuzza, nel
1960, ne ha segnato il felice compimento. Il “nuovo” romanzo di
Cassieri e lo stile dell‟ironia costituiscono, infine, gli argomenti
principali dell‟ultima sezione del capitolo, la più estesa ed
articolata. In essa, infatti, l‟attenzione è stata dapprima
focalizzata sul romanzo La cocuzza, di cui si è ampiamente
trattato in quanto ha segnato la svolta tematica e stilistica e, per
questo, può indubbiamente essere considerato rappresentativo
del modo tutto nuovo di narrare dell‟Autore. L‟analisi ha teso a
mettere in rilievo i livelli ironici presenti nel testo, dei quali si
sono dati alcuni esempi con la citazione di brani significativi. In
un‟ultima parte, infine, si sono presi in considerazione tutti quegli
elementi retorici, sintattici, lessicali e linguistici che sul piano dei
rapporti sintagmatici concorrono a caratterizzare lo stile ironico
nella narrativa di Giuseppe Cassieri.
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CAPITOLO I
BIOGRAFIA ED AUTOBIOGRAFIA DI GIUSEPPE CASSIERI
Giuseppe Cassieri è nato a Rodi Garganico, in provincia di
Foggia, il 23 gennaio 1926 da Nicola e da Carmela Vigilante e
discende, in linea paterna, da una famiglia di antiche tradizioni
marinare, dedita al commercio marittimo lungo le coste dalmate e
illiriche. Tuttavia, i suoi interessi e le sue aspirazioni hanno
seguito una direzione diversa rispetto alle tradizioni avite.
Intrapreso, infatti, un regolare corso di studi di indirizzo classico,
dapprima in un collegio a Fermo e poi nel Regio Convitto di
Lucera, si iscrive, successivamente, alla Facoltà di Lettere e
Filosofia dell‟Università di Napoli dove ha l‟occasione di seguire
un corso di lezioni di Adolfo Omodeo sull‟Apocalisse. Non meno
importante e decisivo per la sua formazione è il passaggio
all‟Università di Firenze dove, conseguita la laurea nel 1947, con
una tesi in Filosofia Morale su Giambattista Vico, sotto la guida
di Eugenio Garin, entra in contatto con le tendenze culturali più
progressiste. Infatti oltre ad insegnare e a ricoprire il ruolo di
lettore in casa Papini (professandosi però antipapiniano), proprio
in quella stessa città inizia anche la sua attività di scrittore
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pubblicando nel 1948 i suoi primi racconti su «Il Nuovo Corriere»
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che dal settembre di quell‟anno e fino al 1956 sarà diretto da
Romano Bilenchi.
Secondo quanto scrive Ettore Mazzali, la formazione
culturale di Cassieri è avvenuta
per vie estravaganti, divisa fra le strutture storiche (Croce,
Gramsci, Salvemini) e le diverse attrazioni decadentistiche, in
chiave surrealistica (Kafka) e in chiave anarchica e vitalistica
(Max Stirner), e dunque con un piede nella razionalità del reale,
e con l‟altro nel circolo mitteleuropeo fenomenologico,
stimolatore in lui di pungoli anarchici e dissacratori.
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Dopo le prime esperienze narrative e culturali fiorentine anche
Cassieri, come molti altri intellettuali e artisti, intorno agli anni
Cinquanta si trasferisce nella capitale dove trova stimoli nuovi per
la sua produzione letteraria pur arrivando a confessare, qualche
anno dopo, di sentire l‟esigenza di allontanarsi ogni tanto da
Roma, a proposito della quale infatti dirà:
La patisco, [...] lì assorbo i motivi della mia narrativa: ma per
elaborarli devo uscirne …
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1 Cfr. S. CARONÌA, Introduzione a G. CASSIERI, Offerta speciale, a cura di S.
Caronìa, Napoli, Liguori, 1988, p. 7.
2
E. MAZZALI, presentazione a G. CASSIERI, Un letto per dormire, Milano, Nuova
Accademia Editrice, 1965, pp. 9-10
3
C. MARABINI, Le città dei poeti, Torino, SEI, p. 146
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Lo scrittore, difatti, è vissuto tra Roma e Gaeta e queste due
città, nel suo percorso narrativo, sono divenute idealmente i poli
in cui si iscrive gran parte della geografia dei luoghi dei romanzi
pubblicati a partire dagli anni Sessanta.
L‟esordio narrativo di Cassieri è rappresentato dal romanzo
Aria cupa, iniziato a scrivere nel 1950 e pubblicato nel 1952. Se
da una parte questo romanzo incontra il parere favorevole della
critica e significa un primo successo letterario con il
riconoscimento del Premio Gargano 1952, da parte di una giuria
presieduta da Goffredo Bellonci e di cui faceva parte, tra gli altri,
Guglielmo Petroni; dall‟altra trascina l‟Autore al centro di una
vicenda giudiziaria: una cugina dello scrittore, infatti, Beatrice
Santucci, riconosciutasi nel romanzo, nel personaggio di Bice,
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lo
querelò per diffamazione.
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A nulla valse l‟intervento di critici e
letterati pur autorevoli, come Enrico Falqui, Vasco Pratolini,
Tommaso Fiore, conterraneo dello scrittore, Maria Bellonci ed Elio
Vittorini del quale Cassieri aveva letto e amato Conversazione in
Sicilia,
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i quali sostennero le ragioni artistiche dello scrittore
4
Cfr. G. CASSIERI, Aria cupa, Roma, Mediterranea, 1952, pp.112-115
5
Cfr. Aria cupa in Tribunale, in «L‟Eloquenza», Roma, Arte della Stampa, XLIII, N. 1-
2, Gennaio-Febbraio 1953, pp. 1-70
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Nell‟intervista rilasciata a Claudio Marabini parlando dei suoi ritorni a Rodi «per
improvviso desiderio di ricongiungersi a qualcosa» Cassieri afferma: «Allorché lessi
Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini [...] ebbi la rivelazione oggettiva di uno stato
d‟animo che mi era straordinariamente affine. Amai quel libro in modo effusivo ed
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pugliese. Aria cupa è un romanzo marcatamente autobiografico in
cui l‟Autore narra il crescere e farsi uomo del protagonista, il suo
incontro–scontro con gli altri, la gente del paese e soprattutto i
propri familiari, «accolti e rivissuti nel libro criticamente»,
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il suo
sforzo di sottrarsi alla vita ottusamente comunitaria del suo
mondo, a
quella sorte di corale preoccupazione e attesa della morte fisica,
che è il filo conduttore del racconto.
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A questa prima opera narrativa fa seguito, nel 1954, il
romanzo Dove abita il prossimo, nel quale già emerge quella
volontà dell‟Autore di essere nella storia, nei problemi della vita
contemporanea: un impegno questo che sarà costante in tutta la
sua svariata attività di scrittore.
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Qui Cassieri abbandona il
modulo autobiografico che aveva contrassegnato il precedente
romanzo e costruisce, sul personaggio di Giuliano Dossini, una
fallimentare storia di immigrazione interna. Dalla lontana
esclusivo, come può succedere a vent‟anni. Ma anche dopo mi ha fatto compagnia».
Vedi C. MARABINI, op. cit., p. 144
7
R. DI BIASIO, Giuseppe Cassieri in Letteratura Italiana. I contemporanei, a cura di
G. Grana, Milano, Marzorati editore, 1974, vol. IV, p. 1778
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E. MAZZA, Giuseppe Cassieri, in Letteratura italiana/Novecento/I contemporanei,
diretta da Gianni Grana, Milano, Marzorati, 1979, vol. X, p. 8986
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L‟opera non risultò vincitrice al Premio Salento, ma l‟anno successivo, proprio per
l‟originalità della vicenda e per le tematiche trattate nel romanzo, con lo slancio di
una sincera protesta morale e civile, ottiene il Premio Veillon 1955, all‟epoca uno
dei maggiori riconoscimenti europei.