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occupa in maniera esclusiva di calcolare l’entità di quella differenza, senza
scendere nei particolari e nei dettagli per capire quali possano essere le regole di
decisione e di azione a livello di attività. In realtà sono state riscontrate delle
condizioni avverse al funzionamento di un meccanismo di controllo così rigido e
meccanico. Tali condizioni sono rappresentate dalla complessità crescente
generata dall’elevato ritmo delle innovazioni, dalla varietà e variabilità delle
tecnologie e dei prodotti indotte dai clienti serviti e dalla mancata comprensione
delle determinanti del valore causata da una gestione aziendale molto
frammentata.
Il valore, concetto evocativo della capacità di un’organizzazione economica nel
contemporaneo soddisfacimento delle prerogative di tutti gli Stakeholders, è stato
preso a riferimento soprattutto dal punto di vista della contribuzione alla
soddisfazione delle esigenze del cliente. Quest’ultimo ha assunto negli ultimi
anni un ruolo determinante nell’assicurare la sopravvivenza e la crescita
dell’impresa. Egli, in prima approssimazione, detta le regole sottostanti al gioco
competitivo e spinge le imprese verso una gestione orientata al miglioramento
continuo delle prestazioni determinanti della sua soddisfazione. Sta all’impresa
riuscire a governare la complessità indotta dal mercato ed a reagire
proattivamente attraverso una gestione flessibile e produttiva delle risorse di cui
dispone. Una misurazione del valore strettamente imperniata su indicatori
economico-finanziari risulta poco utile nell’individuazione delle leve gestionali
in grado di facilitarne la comprensione della sua genesi. Il valore è un concetto
molto più adatto ad essere interpretato e socialmente giudicato e non
semplicemente misurato. Si tratta di un giudizio dalla natura sociale, espresso
dal cliente sulle funzionalità attese sulla value-proposition, istantanea ed a
posteriori rispetto al momento in cui l’impresa attiva l’organizzazione delle
risorse necessarie per il loro ottenimento. Il valore nasce da un giudizio sulle
funzionalità, mentre il governo dell’impresa è centrato sulle attività. Quando
queste sono poste in essere, i giudizi di valore sono incerti, in quanto sono
fondati sulle funzionalità, la cui manifestazione ed utilità avverrà solo in futuro.
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Nel momento in cui il cliente esprime il proprio giudizio di valore l’impresa ha
già provveduto in maniera anticipata ed irreversibile al sostenimento di ingenti
investimenti in risorse. Esiste quindi un punto di non ritorno nel generale
processo di generazione di valore che deve essere percepito al più presto
all’interno dell’organizzazione affinché si possa comprendere la contribuzione
effettiva delle risorse impiegate nello svolgimento delle diverse attività al
conseguimento delle funzionalità da cedere sul mercato.. I fenomeni della
comunanza e della complementarità delle risorse accentuano le problematiche
sottostanti al loro coordinamento in quanto non è facile individuare quali risorse
vengono impiegate per l’ottenimento di specifiche funzionalità.
Nasce l’esigenza di trovare una correlazione tra quanto è oggettivamente
misurabile (prestazione delle attività) ed il valore che da queste si presume possa
essere generato. Le esigenze del cliente possono essere soddisfatte al meglio se
tutti i collaboratori dell’impresa, pur appartenendo a funzioni diverse, sono
coinvolti nello svolgimento di attività costituenti i processi organizzativi.
Il processo costituisce un concetto “ponte” tra attività e funzionalità in modo da
ricomporre le attività in una sequenza finalizzata tale da assicurare un contributo
idoneo allo svolgimento delle altre all’interno del processo (performance di
processo) ed all’ottenimento di un output, le cui funzionalità possono formare
oggetto di valutazione da parte del cliente.
In un certo senso dal giudizio di valore espresso da parte del cliente, bisogna
dedurre le prassi alla base del comportamento organizzativo a livello di attività in
grado di permettere un’anticipazione all’interno dell’organizzazione della
comprensione degli elementi determinanti la generazione di valore nel tempo
(processo dalla natura diacronica ed induttiva).
Anche se l’attività costituisce la fase del processo in cui ha origine la conoscenza
individuale, è importante trasformare quest’ultima, attraverso la diffusione e la
socializzazione, in conoscenza organizzativa, ossia in conoscenza necessaria alla
generazione di valore (trasformazione “finalizzata” ed orientata ad assicurare la
crescita e lo sviluppo dell’organizzazione intera). La motivazione alla creazione
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di valore deve manifestare i suoi effetti nei confronti di tutto il patrimonio umano
coinvolto nello svolgimento delle diverse attività e non solo dei responsabili di
aree funzionali. L’incremento della porzione di conoscenza tacita verso una
conoscenza esplicita e nota alle diverse professionalità caratterizzanti il processo
è uno dei principali presupposti della misurazione delle prestazioni. La misura di
prestazione serve a rendere comunicabile il collegamento tra attività e valore, tra
l’insieme delle operazioni elementari svolte a livello di singolo individuo e
l’oggetto su cui il cliente esprime un giudizio dalla natura soggettiva, incerta e
complessa. Il collegamento, che concettualmente viene determinato a livello di
processo, viene poi reso esplicito dal sistema di misurazione delle prestazioni che
assicura un ritorno d’esperienza valido non solo per aiutare il vertice aziendale
nel processo decisionale, ma anche nel permettere la condivisione dei risultati
rilevati da tutti gli attori partecipanti allo svolgimento delle attività caratterizzanti
il processo, nel contribuire ad arricchire il loro grado di motivazione e
nell’apprezzare la capacità di rimettere in discussione la definizione e la
composizione degli indicatori a livello di processo.
Il processo deve costituire la base della costruzione delle competenze
organizzative, che diventano al suo interno distintive nel momento in cui il suo
output è determinante per la creazione di valore. L’organizzazione delle risorse
non può trascurare l’importanza del valore, bensì, al contrario essa deve
consentire di anticiparlo attraverso un insieme di interpretazioni provenienti
dall’interno (giudizio del management) in grado di orientare la produzione di
valore sin dallo svolgimento delle operazioni elementari.
E’ la prestazione stessa dei processi che forma oggetto di giudizio ed
interpretazione da parte del management e degli altri attori coinvolti attraverso
l’analisi dei risultati rilevati e delle informazioni che emergono dallo
svolgimento delle attività. E’ a questo livello che bisogna intervenire per la
ricerca delle cause sottostanti alla generazione di valore e per l’organizzazione
della sequenza delle attività in grado di far conseguire un output coerente con la
mission di processo. Il giudizio di natura interpretativa della prestazione del
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processo deve essere supportato dall’implementazione di un sistema di indicatori
identificati all’interno del processo. Tale sistema è costituito da indicatori di
risultato espressivi dell’output del processo in termini di costo, tempo e qualità e
da indicatori in grado di esprimere le determinanti dei risultati rilevati. Questi
ultimi per assicurare coerenza all’interno del sistema e per responsabilizzare gli
attori coinvolti a livello di attività devono essere correlati all’indicatore di
risultato di natura primaria (indicatore di impatto) maggiormente significativo
rispetto alla generazione di valore per il processo oggetto di misurazione.
Gli induttori di risultato sono identificati a livello di fase e rappresentano il
contributo delle competenze individuali all’ottenimento dell’output del processo.
Misurazione ed interpretazione costituiscono quindi gli ingredienti del giudizio di
performance e contribuiscono alla percezione ed all’anticipazione dei giudizi di
valore prendendo a riferimento indicatori ed induttori di risultato. E’
l’interpretazione stessa delle misure identificate che conduce ad una precisa
ponderazione degli indicatori di prestazione del processo e permette di
individuare l’impatto più o meno rilevante sulla generazione di valore.
Il sistema di misurazione delle prestazioni a livello di processo costituisce quindi
un sottosistema del più ampio sistema di misurazione delle prestazioni aziendali.
Il vantaggio derivante da una gestione per processi si deve riconoscere nelle
relazioni che vengono instaurate tra i diversi processi appartenenti all’architettura
dei processi gestionali di un’organizzazione. L’individuazione di tali relazioni
può agevolare la definizione e l’esplicitazione della mission di processo, la cui
validità deve essere ricercata sulla base di un giudizio di performance espressivo
della contribuzione del processo alla mission aziendale. Tale giudizio deriva
dall’interpretazione dell’indicatore di impatto individuato a livello di processo.
Lo stesso indicatore di impatto non “operazionalizza” in modo esauriente la
creazione di valore fino a quando non vengono individuate delle misure di
prestazione a livello di fase in grado di rivelarne i fattori determinanti. Nel corso
della trattazione tale approccio è stato applicato in modo particolare al processo
d’approvvigionamento, che se pur ritenuto un processo non direttamente
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generatore di valore per il cliente finale evidenzia una rilevante funzione di
supporto rispetto ai processi primari.
Non tutti i processi erogano funzionalità sulle quali il cliente esprime
direttamente il proprio giudizio di valore, bensì esistono processi manageriali e di
supporto ai processi primari il cui giudizio sulle funzionalità erogate è mediato
da parte di clienti interni all’organizzazione.
Il processo d’approvvigionamento può essere definito come l’insieme di quelle
attività in grado di assicurare un’affidabile, tempestiva ed economica
acquisizione delle risorse necessarie allo svolgimento ed all’alimentazione dei
processi di business e di supporto caratterizzanti l’architettura dei processi
gestionali. Si tratta non solo di un processo dal carattere di supporto ma anche di
un processo network, ossia di un insieme di attività che scaturiscono da relazioni
continue con le imprese fornitrici e determinanti nell’assicurare il buon esito del
processo sin dall’esterno dei confini organizzativi. Il processo
d’approvvigionamento fa da filtro tra processi dell’azienda cliente e quelli
dell’azienda fornitrice e può essere considerato come il primo anello della catena
del valore in grado di evidenziare sintomi di inadeguatezza della performance dei
processi dei fornitori, evitando ribaltamenti di tali inefficienze sui processi
dell’azienda cliente.
E’ stato riscontrato come tale processo non abbia confini ben definiti se si
considera l’elevato numero di soggetti e funzioni coinvolte; tale frammentazione
può essere recuperata solo ripensando al flusso logico degli input, output ed
informazioni che caratterizzano le diverse attività.
La capacità del processo d’approvvigionamento di influenzare indirettamente la
performance dei processi di business, il cui output è sottoposto a giudizi di valore
da parte del cliente, deve essere attentamente valutata e studiata in modo da
motivare al meglio l’Owner del processo ed i suoi collaboratori, rendendoli
partecipi nella definizione delle leve gestionali a supporto della soddisfazione del
cliente.
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La classica funzione Acquisti si è trasformata nel tempo da semplice servizio
operativo, che emette ordini su richiesta ed indicazione di altre unità
organizzative, a supporto strategico, partecipando attivamente alla definizione
dei requisiti dei beni e servizi da acquistare ed all’ottimizzazione della loro
gestione.
Nel tentativo di effettuare una mappatura standard del processo rispetto a tutte le
risorse oggetto d’approvvigionamento, si sono riscontrate politiche e prassi
differenti che alimentano un insieme di attività diversamente correlate. Non è
quindi la stessa cosa approvvigionare materiali direttamente impiegati nel
processo produttivo piuttosto che materiali indiretti e servizi utili per soddisfare
bisogni di generica necessità.
Non potendo trascurare le differenze riscontrate nelle attività caratterizzanti il
processo d’approvvigionamento, ne è stata proposta una mappatura articolata al
fine di evidenziare elementi in grado di agevolare la ricerca di eventuali
indicatori di performance, utili per una migliore e più accurata gestione del
processo. Sono state prese a riferimento le tipologie d’acquisto riguardanti i
materiali diretti ed i materiali indiretti (a cui si può associare sostanzialmente
anche l’acquisizione di servizi), in quanto costituiscono gli oggetti che rendono
maggiormente complesso il processo dal punto di vista del numero di transazioni,
del diverso grado di programmabilità dei fabbisogni, dei diversi clienti interni a
cui è indirizzato l’output del processo. Un’attenzione particolare è stata rivolta
all’approvvigionamento dei materiali diretti in quanto destinati ad alimentare
contemporaneamente il processo produttivo e quello di sviluppo dei nuovi
prodotti. L’output del processo d’approvvigionamento presenta caratteri di
eterogeneità anche in quest’ultimo caso, in quanto i materiali destinati al
processo produttivo sono gestiti attraverso lo svolgimento di attività ripetitive e
spesso automatizzate, mentre il supporto al processo di sviluppo è caratterizzato
fondamentalmente da attività che vedono il coinvolgimento di attori diversi, in
momenti diversi ed appartenenti a diverse funzioni. Il coinvolgimento degli
addetti al processo d’approvvigionamento nell’acquisizione di materiali destinati
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al supporto del processo di sviluppo deve avvenire sin dalle prime fasi di
ideazione e di sviluppo preliminare, ciò richiede una partecipazione attiva al
processo di sviluppo con la selezione preliminare delle fonti potenziali di
fornitura e con un conseguente coinvolgimento dei fornitori stessi. La
partnership con i fornitori, se viene considerato un fattore di primaria importanza
sin dalle fasi di sviluppo nel nuovo prodotto, costituisce un’ulteriore arma per
rendere l’offerta più vantaggiosa a lungo termine sia dal punto di vista
economico sia da quello della migliore affidabilità dei rifornimenti destinati ad
alimentare il processo produttivo nel futuro. Data l’evidente eterogeneità
dell’output del processo d’approvvigionamento è stato ritenuto opportuno
scomporlo in tanti sottoprocessi quanti sono gli attributi caratterizzanti le diverse
funzionalità erogate nei confronti dei processi supportati. I principali
sottoprocessi individuati sono il sottoprocesso d’approvvigionamento dei
materiali diretti a supporto del processo di trasformazione industriale ed a
supporto del processo di sviluppo nuovi prodotti, il sottoprocesso
d’approvvigionamento dei materiali indiretti e servizi ed il ciclo passivo.
Nel voler dare completezza alla gestione strategica del processo si è provveduto
alla costruzione di vere e proprie carte di identità per ogni sottoprocesso che lo
caratterizza, evidenziandone la mission, il punto di inizio e di fine (input e
output), le attività che lo costituiscono, le relazioni con gli altri processi,
l’“operazionalizzazione” del valore attraverso l’identificazione di indicatori di
impatto, di risultato e di fase (induttori di risultato) e la loro correlazione rispetto
alla generazione di valore.
La teoria operazionale sottostante alla generazione di valore è stata presa a
riferimento per la costruzione di un vettore multidimensionale di indicatori di
prestazione tali da supportare un’interpretazione costruttiva dell’output del
processo. La correlazione dei diversi indicatori prestazionali di fase, predittori
dei risultati rilevati attraverso gli indicatori di prestazione a livello di processo
nella sua interezza, alla misura di impatto sulla generazione di valore vuole
rappresentare una risposta all’agire proattivo dell’impresa attraverso la
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responsabilizzazione di tutti gli attori operanti all’interno del processo. Un ruolo
determinante per il coordinamento delle diverse attività alla base del
funzionamento del processo e per la standardizzazione delle prassi da seguire nel
loro svolgimento è rappresentato dall’Owner del processo stesso a cui spetta la
facilitazione della traduzione delle politiche da seguire nell’approvvigionamento
delle diverse risorse a livello operativo. Per ricondurre ad unità la frammentarietà
evidenziata nella mappatura del processo è stata proposta un’integrazione della
logica per processi con una logica organizzativa basata sul category management
in modo che ogni Buyer potrà seguire il flusso delle attività caratterizzanti il
sottoprocesso per cui è responsabilizzato ed intrattenere rapporti con le altre
professionalità coinvolte nelle decisioni d’acquisto ed appartenenti a diverse
funzioni. Riferendosi al processo d’approvvigionamento per un’azienda
industriale è stato ritenuto opportuno scomporre la categoria di risorse
caratterizzata dai materiali diretti in diverse classi merceologiche d’acquisto. Il
Buyer responsabile di una o più classi merceologiche, a seconda della
complessità da gestire in termini di varianti, numero di fornitori e fatturato
d’acquisto, seguirà tutte le attività concernenti l’acquisizione delle relative
risorse dall’identificazione del fabbisogno al pagamento delle fatture ricevute.
Tale approccio faciliterà anche la misurazione delle prestazioni dei sottoprocessi
d’approvvigionamento per i materiali diretti destinati alla produzione e quelli da
impiegare nella realizzazione di prototipi o per prove prima del lancio delle
produzioni di serie. Questi ultimi due sottoprocessi sono sotto la responsabilità
del Buyer incaricato per l’approvvigionamento delle risorse caratterizzanti le
classi merceologiche per cui è stato designato. Il Buyer dei materiali diretti
seguirà per la propria classe merceologica entrambi i sottoprocessi che
costituiscono l’anello di congiunzione tra il processo di sviluppo e quello di
evasione dell’ordine.
I concetti delineati nella parte teorica sono stati applicati infine per l’analisi di un
caso aziendale con particolare riferimento all’implementazione di un sistema di
misurazione delle prestazioni nell’area approvvigionamenti.
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L’azienda in questione è la R. Bosch Sistemi Frenanti S.p.A., una realtà
industriale operante in Italia con tre siti produttivi rivolti alla concezione,
produzione e distribuzione dei sistemi di frenatura, dei sistemi di assistenza alla
direzione e di comando idraulico destinati all’industria automobilistica ed
appartenente alla Divisione K1 ABS & Braking Systems (divisione del settore
Automotve Equipment del gruppo tedesco R.Bosch GmbH).
I principali prodotti ottenuti, frutto di lavorazioni meccaniche e di assemblaggi,
sono i comandi idraulici di frenatura (pompa freno, servofreno e pedaliere), il
correttore di frenata e la valvola in linea che costituiscono la linea di prodotto
Actuation; le pinze freno, che costituiscono la linea di prodotto Foundation; le
pompe del vuoto che costituiscono la linea di prodotto Vacuum Pump ed altri
prodotti (pompe frizione, pompe idroguida).
Dopo aver trattato le tematiche riguardanti il generale inquadramento delle realtà
produttive italiane rispetto alle funzioni divisionali e di corporate, sia dal punto
di vista strategico che da quello organizzativo, è stata riscontrata una rilevante
difficoltà di coordinamento delle diverse figure professionali coinvolte nel
deployment della cultura, dei valori e delle strategie di gruppo. In particolare
sono state prese a riferimento le difficoltà di coordinamento all’interno della
struttura organizzativa d’approvvigionamento, che non possono esaurirsi nella
semplice gestione dei flussi informativi in senso verticale tra funzioni di unità
operative e funzioni centrali. Secondo un approccio strettamente funzionale
l’unico indicatore di prestazione maggiormente tenuto sotto controllo, e su cui è
responsabilizzato il Purchasing Manager a livello di unità operativa, è
l’ammontare del costo d’approvvigionamento sostenuto, misura non sempre
sufficiente nell’assicurare gli equilibri di equità e di controllabilità sottostanti al
paradigma tradizionale della responsabilizzazione economica. Fino a quando si
continua a responsabilizzare i manager di funzione sul raggiungimento di
obiettivi settoriali è difficile individuare le cause sottostanti al disallineamento tra
prestazioni raggiunte e prestazioni previste e diventa sempre più difficile
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orientare i comportamenti del personale addetto a livello operativo rispetto ai fini
perseguiti dall’organizzazione nel suo complesso.
I tentativi di implementazione e di continuo affinamento di un modello di
misurazione delle prestazioni della funzione Acquisti hanno fatto riscontrare un
notevole interesse per il monitoraggio dell’avanzamento dei progetti di riduzione
di costo sotto diverse forme senza un’accurata e valida interpretazione dei
risultati raggiunti rispetto al miglioramento del coordinamento tra le diverse
funzioni a livello orizzontale. Secondo la logica funzionale è di fondamentale
importanza tenere sotto controllo l’indicatore dall’impatto maggiore sui fini del
proprio centro di responsabilità, pertanto si è cercato di riclassificare le riduzioni
di costo conseguite per via di trattative commerciali, di cambio di fornitore e di
modifiche tecniche (leve alla base dello svolgimento di attività da parte del Buyer
dei materiali diretti) sia per classe merceologica d’acquisto, sia per stabilimento
che per stato di avanzamento del progetto. Si è potuto dimostrare come i progetti
di riduzione di costo, frutto esclusivo delle attività svolte all’interno della
funzione Acquisti (negoziazioni), hanno fatto riscontrare il pieno conseguimento
del risultato previsto, ossia la partenza del progetto in base alla data stabilita con
conseguente effetto della riduzione di costo sull’esercizio in corso, mentre i
progetti di cambio della fonte di fornitura e quelli derivanti da modifiche
apportate nel corso dello sviluppo di nuovi prodotti o di migliorie da apportare ai
prodotti già realizzati hanno fatto evidenziare risultati di gran lunga inferiori
rispetto a quanto previsto. Il costo d’acquisto è un fattore di importanza
determinante per un’azienda industriale con un elevato ammontare di fatturato
d’acquisto (nella realtà esaminata oltre il 50% del fatturato), ma non è la sola
dimensione prestazionale in grado di giustificare la responsabilizzazione del
manager di funzione. Per il raggiungimento di obiettivi dalla portata
organizzativa bisogna prendere in considerazione anche fattori determinanti il
tempo e la qualità. E’ stato riscontrato che questi ultimi a volte hanno maggiore
importanza rispetto alla dimensione costo, sia per motivi di soddisfazione del
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cliente, sia per non creare problemi ai processi a valle, il cui svolgimento
potrebbe richiedere risorse sostitutive o addizionali.
Facendo riferimento alla gestione degli approvvigionamenti in ottica di processo
è stata proposta una mappatura del sottoprocesso d’approvvigionamento a
supporto del processo di sviluppo dei nuovi prodotti, porzione di processo
identificata come la più critica dal punto di vista dell’assorbimento di risorse in
termini di tempi e costi. A tal fine sono stati identificati indicatori di performance
a livello di attività esplicitandone la correlazione rispetto all’indicatore di
risultato di rilevanza primaria, riscontrato nel time to market. Il tempo di
svolgimento delle attività del sottoprocesso preso in considerazione ha un
impatto diretto sul time to market del lancio dei nuovi prodotti e di quelli
sottoposti a modifica. E’ bastato considerare solo una delle porzioni del processo
d’approvvigionamento illustrate nella parte teorica per dimostrare come il
conseguimento delle riduzioni di costo dipende dalle relazioni che si instaurano
con le altre professionalità coinvolte nel processo e che la riduzione di costo non
può che rappresentare una conseguenza indiretta derivante dal miglioramento
delle prestazioni determinanti per l’erogazione delle funzionalità dei processi
primari.