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riducono e così nascono incomprensioni, errori, conflitti che da
sempre impediscono all’uomo in ogni settore che sia economico,
sociale o politico di procedere verso un ideale di massima
efficienza. Tanto più che la maggior parte delle attività decisionali
(decision making processes), in realtà, devono procedere in una
struttura di gruppo; ciò si rende inevitabile, necessario e proficuo
nel mondo presente nel quale virtualmente tutti i problemi che
devono essere risolti, riguardano diversi aspetti e coinvolgono
diversi attori con i loro diversi, spesso conflittuali, sistemi di valori.
Soprattutto in campo economico, l’esigenza di raggiungere massimi
risultati facendo fede al concetto di qualità totale, rispettando
possibilmente tempi ristretti, ha spinto dirigenti d’azienda,
economisti, studiosi, ad indirizzare la ricerca verso dei modelli
matematici o matematico-statistici che fungano da supporto per chi
deve prendere delle decisioni, che possono poi risultare
determinanti in senso positivo o negativo.
La matematica, col suo rigore logico, supportata dalle
tecnologie informatiche odierne, cerca di creare il percorso ideale
9
(comunque applicabile nella realtà con le dovute semplificazioni) di
un processo che dovrà concludersi con il raggiungimento della
decisione che, in qualche modo, riesce ad accontentare tutte le
preferenze.
L’esistenza di diversi filoni di ricerca e di applicazioni rende la
trattazione dell'argomento piuttosto ampia; pur tuttavia non è stato
agevole ricercare il materiale bibliografico occorrente, infatti gli
articoli e i testi, tutti rigorosamente in lingua inglese, sono stati
raccolti contattando varie università italiane che si sono rese
disponibili a fornirli.
Lo spunto di questo lavoro viene dallo specifico contributo
offerto dai professori Mario Fedrizzi, Michele Fedrizzi e R.A.
Marques Pereira che operano nell’ambito del dipartimento di
Informatica e Studi Aziendali presso l’Università di Trento, con
l’articolo pubblicato nella raccolta A.M.A.S.E.S. del 1996 dal titolo
“Consensus, dynamics and group decision making”; in esso è stato
presentato il modello sulla ricerca del consenso in un gruppo di
persone che devono prendere delle decisioni. In generale il modello
10
si basa sull’interrelazione tra la minimizzazione di una misura
globale del dissenso e un meccanismo locale che emula
l’avversione al cambiamento delle opinioni.
La presente elaborazione cerca di entrare nel merito delle
ricerche effettuate da questi studiosi percorrendo delle tappe
specifiche che porteranno poi alla realizzazione di una applicazione
pratica che, in conclusione, sfrutti le teorizzazioni poste in essere.
Lo studio introduce innanzitutto l’attraente e relativamente
giovane teoria degli insiemi e delle funzioni sfocate, elaborate
dallo studioso Lofti A.Zadeh, con la pretesa di evidenziare
brevemente le differenze sostanziali con la teoria canonica degli
insiemi. Verrà, quindi, ampliato il discorso con la presentazione
della logica della teoria fuzzy (sfocata) e dei quantificatori
linguistici, i quali più di ogni altro supporto teorico, elaborano, in
maniera comprensibile anche ai più riottosi alle estrazioni logico-
matematiche, il linguaggio del pensiero umano e lo trasformano in
linguaggio matematico (detto in maniera singolare lo
“matematizzano”).
11
Si introdurrà, poi, la teoria SSB di Fishburn applicata alle
attività relative al prendere decisioni, che servirà come supporto
teorico per gli ultimi sviluppi della ricerca sul modello
consensuale.
Dopo aver riportato le basi teoriche matematiche sulle quali
costruire il modello specifico, si passa, con il secondo capitolo, alla
descrizione del modello matematico di tipo quantitativo che offre
una nuova maniera di misurare il grado di consenso e che può
fungere da supporto per l’articolazione dei vari DSS (Decision
support systems), cioè dei sistemi di supporto alle decisioni di cui
tanto si sente parlare e che sono già stati, sono e in maniera ancora
più netta saranno artefici dell’efficienza degli organismi che se ne
serviranno in ogni campo della vita sociale, economica e politica .
Da qui si potrà, quindi, introdurre, in particolare, il modello
per la ricerca del consenso in un gruppo di persone che devono
prendere delle decisioni con l’individuazione delle strutture di
preferenza, con le loro relazioni e le loro diversità; ci si indirizzerà,
poi, verso una misura del consenso sulle preferenze dei soggetti
12
coinvolti fino ad arrivare ad una decisione che in maniera
sorprendente è permeata del contributo di tutti i “decisori” (decision
makers) e che in qualche modo li soddisfa.
Si procederà all’analisi dei recenti sviluppi della ricerca sul
modello consensuale con particolare riferimento ai gradi di
consenso basati su un calcolo più sofisticato (in sostituzione di
quello classico di Zadeh) dovuto a Yager.
Con il terzo capitolo si riporterà lo studio su un piano più
elaborato che descriverà il modello inserito in una struttura
dinamica: in particolare si introdurrà il modello che ricostruisce la
struttura delle preferenze vere partendo da quelle dichiarate, il
modello in cui non sono più le preferenze a cambiare, ma il menu
delle alternative e infine alla presentazione del modello nella
versione più aggiornata.
Il quarto capitolo (o appendice) offrirà, poi, una descrizione di
un possibile sistema interattivo che utilizza le basi teoriche
formulate in precedenza, configurando la reale utilità e razionalità
del modello consensuale. Si potrà, così, capire più
13
approfonditamente la dinamica che viene a realizzarsi all’interno di
un gruppo di persone le cui idee e preferenze, per mezzo dei
moderni sistemi computerizzati, saranno codificate o come si
diceva prima “matematizzate”; e ancora, grazie alla logica della
teoria degli insiemi e delle funzioni sfocate (la teoria fuzzy), sarà
possibile tradurre nel sistema la percezione umana finora elaborata
a livello sociologico, politico, psicologico e che in questo modo
incontrerà le nuove frontiere della matematica con il suo diverso
linguaggio.
In tale scenario si collocano le varie applicazioni con i
possibili sviluppi che il metodo potrà offrire, nella consapevolezza,
comunque, del dovere di rispettare le leggi della natura e della
convivenza pacifica fra le persone.
14
CAPITOLO 1.
LE TEORIE ALLA BASE DEL MODELLO.
1.1. La teoria degli insiemi e delle funzioni sfocate, la logica
sfocata.
1.1.1. Presentazione della teoria.
La teoria degli insiemi sfocati fu elaborata da Lofti A. Zadeh
1
nei primi anni ’60. Comunque il termine ensemble flou
(corrispondente francese di fuzzy set) fu coniato da Menger nel
1951
2
. Dal punto di vista semantico la teoria di Zadeh è più vicina
al lavoro di Black sulla vaghezza, dove i “profili di consistenza”
(antenati delle funzioni di appartenenza) caratterizzano i simboli
vaghi.
Da quando Lofti A. Zadeh ha pubblicato il suo ora classico
articolo almeno 15 anni fa, la teoria degli insiemi “fuzzy” ha
1
ZADEH, L. A. Fuzzy sets. Memo. ERL, No. 64-44. Univ. Of California, Berkeley (1964).
2
Menger usò una relazione fuzzy transitiva, ma con un’interpretazione probabilistica.
MENGER, K. Ensembles flous et fonctions alatoires. C.R. Acad. Sci. 232, 2001-2003 (1951).
15
ricevuto sempre più attenzione dai ricercatori in una larga sfera di
aree scientifiche.
Questa teoria è attraente, perché basata su un’idea molto
intuitiva, sebbene un po’ misteriosa e indefinibile, capace di
generare molti spunti intellettualmente attraenti che procurano
nuove intuizioni alle vecchie, spesso dibattute, questioni.
L’opinione è ancora divisa sull’importanza della teoria degli
insiemi e delle funzioni sfocate; infatti, alcuni hanno argomentato
che molti contributi erano semplicemente esercizi di
generalizzazione, ma diversi significati e sviluppi originali,
recentemente proposti, dovrebbero convincere coloro i quali sono
ancora riluttanti. In ogni caso, “Fuzziness” non è materia di esteti,
né un ingrediente per comporre costruzioni formali aride.
Fuzziness non è a priori un ovvio concetto e richiede delle
spiegazioni. Fuzziness è ciò che Black chiama “Vagueness”
3
,
quando la distingue dalla generalità e dall’ambiguità. Generalità si
riferisce all’applicazione di un simbolo ad una molteplicità di
3
BLACK, M. Vagueness: An exercise in logical analysis. Philos. Sci. 4, 427-455 (1937).
16
oggetti nel campo di riferimento, ambiguità all’associazione di un
numero finito di significati alternativi che hanno la stessa
forma fonetica. Fuzziness di un simbolo, invece, viene fuori
dalla mancanza di ben definiti confini dell’insieme di oggetti al
quale questo simbolo si applica.
Più specificamente, sia X un campo di riferimento, che copre
una definita sfera di oggetti. Consideriamo un sottoinsieme à nel
quale il passaggio tra l’appartenenza e la non appartenenza è
graduale piuttosto che brusco. Questo sottoinsieme “fuzzy”
ovviamente non ha confini ben definiti. Classi fuzzy di oggetti si
incontrano spesso nella vita reale. Per esempio, Ã può essere
l’insieme di uomini alti in una comunità X. Di solito, ci sono
membri di X che sono chiaramente alti, altri che sono chiaramente
non alti, ma esistono anche dei casi limite. Tradizionalmente, si
assegna il grado di appartenenza 1 agli elementi che appartengono
completamente ad Ã- in questo caso gli uomini che sono
chiaramente alti-; al contrario agli elementi che non appartengono
affatto ad à si assegna un valore di appartenenza 0. Naturalmente, i
17
gradi di appartenenza dei casi limite saranno compresi tra 0 e 1. Più
un elemento o oggetto x appartiene ad Ã, più vicino a 1 sarà il suo
grado di appartenenza
(x). L’uso di una scala numerica come
l’intervallo [0,1], permette una conveniente rappresentazione del
grado di appartenenza; i valori di appartenenza sono degli indici di
tendenza assegnati soggettivamente da un individuo o da un gruppo
e oltretutto dipendono dal contesto. I gradi di appartenenza
riflettono un ordinamento degli oggetti nell’universo, indotto dal
predicato associato ad Ã; questo ordinamento, quando esiste, è più
importante dei valori di appartenenza stessi. La valutazione
dell’appartenenza degli oggetti può talvolta rendersi più agevole,
grazie all’uso di una misura della somiglianza rispetto ad un
elemento ideale. Notare che un valore di appartenenza
(x) può
essere interpretato come il grado di compatibilità del predicato
associato ad e all’oggetto x. Per concetti come l’altezza, relativa
ad una scala di misura fisica, l’assegnazione di valori di
appartenenza sarà meno controversa che per concetti complessi e
soggettivi come ad esempio la bellezza.
18
Tale approccio, sviluppato da Zadeh, fornisce uno strumento
per modellare sistemi “human-centered” (l’uomo ne è parte
integrante)
4
; la fuzziness sembra pervadere la maggior parte dei
processi della percezione e del pensiero umani; secondo Zadeh
5
una
delle più importanti sfaccettature del pensiero umano è l’abilità di
riassumere l’informazione “in definizioni di insiemi fuzzy che
producono una relazione approssimativa con i dati primari”. Le
descrizioni linguistiche, che sono descrizioni sommarie di situazioni
complesse, sono essenzialmente fuzzy.
Si deve precisare che fuzziness non vuol dire imprecisione.
Nell’analisi della tolleranza l’imprecisione si riferisce alla
mancanza di conoscenza del valore di un parametro ed è così
espressa come un intervallo di tolleranza friabile: l’intervallo è
l’insieme dei possibili valori dei parametri. Fuzziness sopravviene
quando l’intervallo non ha confini netti e si definisce così insieme
4
ZADEH, L. A.. Outline of a new approac to the analysis of complex systems and decision
processes. IEEE Trans. Syst. Man Cybern. 3, 28-44 (1973).
5
Ibidem.
19
fuzzy . Allora,
(x) si interpreta come il grado di possibilità
6
che x sia il valore del parametro compreso nell’insieme fuzzy .
Prima di introdurre i fondamenti della teoria degli insiemi e
delle funzioni sfocate, può essere utile un breve cenno sulla teoria
canonica degli insiemi.
1.1.2. Breve sguardo alla teoria elementare degli insiemi.
Gli insiemi sono collezioni di cose chiamate punti o elementi.
Che un punto x appartiene (non appartiene) a un insieme X si indica
con x X (x ϖ X).
Gli insiemi si indicano in vari modi; noi semplicemente
usiamo simboli come X, Y, A; possiamo caratterizzare gli elementi
di un insieme scrivendo {xXξx soddisfa la proprietà P}, oppure
possiamo semplicemente enumerare gli elementi dell’insieme come
{a, b, c, d}. Per alcuni insiemi specifici abbiamo un’indicazione
standard: l’insieme vuoto si indica con ; l’insieme dei numeri
6
ZADEH, L. A.. Fuzzy sets as a basis for a theory of possibility. Int. J. Fuzzy Sets Syst. 1, No.
1, 3-28 (1978).
20
reali con R; quello dei numeri naturali con N; l’intervallo unitario
[0,1] si indica con I e l’intervallo unitario escluso lo 0, ]0,1] con I
0
.
• Definizione (Inclusione).
Dati due insiemi A, B diciamo che A è contenuto in B, o che
B contiene A, se tutti i punti in A sono anche in B, cioè
x A υ x B,
e si indica con
A _ B.
A è detto allora sottoinsieme di B.
La raccolta di tutti i sottoinsiemi di un dato insieme X è a sua
volta un insieme che noi indichiamo con P(X) {A|A_X}.
• Definizione (Intersezione e unione).
Dato un insieme X, e una famiglia di sottoinsiemi (A
j
)
j
J
,
l’intersezione della famiglia si definisce come il sottoinsieme di X
21
contenente quei punti che appartengono a ciascuno degli insiemi
della famiglia data, cioè
3
j
J
A
j
{x Xξ…jJ : x A
j
},
e analogamente l’unione della famiglia è definita come il
sottoinsieme di X che contiene quei punti che appartengono ad
almeno uno degli insiemi della famiglia, cioè
4
j
J
A
j
{x XξjJ : x A
j
}.
• Definizione (Complemento).
Se A _ X, allora il suo complemento (rispetto a X) si definisce
come il sottoinsieme di X che contiene quei punti di X che non
appartengono ad A, vale a dire
∨A {x Xξx ϖ A}.