dei cittadini crea forti tensioni nei rapporti con la Russia ed è considerato uno
dei fondamentali problemi all’interno della giovane democrazia baltica
1
.
Con il termine “popolazione di lingua russa”, si fa riferimento a quei milioni di
ex cittadini sovietici che utilizzano il russo nella loro vita quotidiana e sono
rimasti fuori dalla Federazione Russa in seguito alla dissoluzione dell’Unione
Sovietica.
1
.
Il termine non precisa l’origine etnica o l’attuale cittadinanza di questi individui,
ma fa il loro riferimento linguistico: ad esempio molti degli ucrainici e
bielorussi o ebrei in Estonia vengono considerati a tutti gli effetti parte di questa
minoranza.
Questi individui sono raggruppati sotto la definizione di “cittadini russi”, perché
hanno il problema comune di parlare il russo, in paesi che utilizzano un diverso
idioma ufficiale.
Secondo l’ufficio statistico estone, 1.451.489 sono gli abitanti dello stato estone
ma solo 946.646 ovvero 65.2% si possono considerare etnicamente estoni.
La più grande minoranza etnica in Estonia è quella russa con 409.111 persone
pari al 28,2% del totale; accanto a essi l’ultimo censimento segnalò che erano
presenti un centinaio di differenti gruppi etnici.
Alla minoranza russa seguono quella ucraina (2,67%), quella bielorussa (2,5%),
la finnica (0,92%), la lettone (0,19%), ed infine quella ebrea (0,17%) e lituana
(0,15%)
2
.
Gli altri gruppi etnici sono ancora più piccoli.
La minoranza russa costituisce l’80% di tutti i non-estoni che vivono in Estonia.
I non-estoni sono arrivati per lo più in Estonia durante il regime sovietico e
vengono classificati come minoranza russa senza alcuna distinzione di sorta.
Sotto il regime sovietico, la composizione etnica dell’Estonia cambiò
visibilmente con una radicale diminuzione dal 1945 al 1989 del 30% dell’etnia
estone
3
, in seguito ad una sostanziale crescita dell’immigrazione dall’Unione
Sovietica, incoraggiata enormemente da Mosca che desiderava una
russificazione profonda del paese baltico.
1
Toivo, 1992, p 37
1
AA VV, 2000°, p 12
2
AA VV, 2001b, p 19
3
AA VV, 1999°, p 31
Tra gli estoni, questa ondata di popolazione di lingua russa generò il timore di
essere presto inghiottiti e assimilati dal gigante sovietico.
Gli estoni cercarono in tutti i modi di preservare la propria lingua e cultura,
mantenendo il più possibile nell’arco della denominazione sovietica la propria
identità.
Nonostante l’indipendenza, questi timori rimangono ancora radicati nella società
e sono alla base dell’attuale clima di tensione etnica che caratterizza la regione,
creando di conseguenza nette separazioni tra estoni e russi.
Il senso di appartenere ad una “nazione”estone è stato alla base della creazione
dello stato baltico, sia durante la nascita dell’Estonia nel 1918, sia durante
l’annessione sovietica, e l’identità nazionale è largamente basata sul linguaggio.
La scelta politica fatta dall’Estonia in seguito alla dissoluzione dell’Unione
Sovietica non è stata quella di costruire un nuovo stato, ma di restaurare la
Repubblica di Estonia esistente prima della guerra.
Agli occhi degli estoni, questa restaurazione giustifica le leggi sulla cittadinanza
del 1992 e del 1995, basate sui principi della ius sanguinis e della
naturalizzazione.
Lo ius sanguinis permette di ottenere la cittadinanza ai soli cittadini o
discendenti dei cittadini della Repubblica Estone del 1940, prima cioè che le
truppe sovietiche invadessero l’Estonia e l’indipendenza cessasse di fatto, e
perciò conferisce diritti solo in considerazione delle origini etniche antecedenti
al periodo sovietico.
Di conseguenza, nel 1992 in Estonia quasi mezzo milione di immigrati
dall’Unione Sovietica non è stato riconosciuto come cittadino estone.
Il principio della naturalizzazione si basa invece sul riconoscimento del cittadino
che non è di etnia estone, ma prevede l’importante obbligo di superare l’esame
di lingua.
Questo è il principale ostacolo per la naturalizzazione di quasi un quarto dei
russi che vivono in Estonia e non parlano l’estone.
La mancata conoscenza, da parte di molti russi, della lingua estone è il mezzo
con cui le autorità escludono molti cittadini di madre lingua russa dalla politica e
dalle privatizzazioni economiche per quanto più tempo possibile.
Molte persone all’interno della minoranza russa hanno problemi, perché non
conoscono abbastanza bene la lingua estone e sono pertanto discriminati nella
possibilità di ottenere lavoro; ciò provoca di conseguenza, alti tassi di
disoccupazione, all’interno della comunità.
L’impossibilità non solo di ottenere lavoro ma anche di partecipare alla vita
politica provoca grandi difficoltà ai “russi”; infatti, non essendo ufficialmente
cittadini, costoro non possono né votare nelle elezioni nazionali né essere eletti o
ottenere diritti di ogni sorta
4
.
Paradossalmente, anche chi ha ottenuto la cittadinanza e potrebbe integrarsi
nella società estone subisce una situazione di segregazione culturale, sociale e
politica da parte della società e dalle autorità locali.
Un altro problema per quanto riguarda il processo di naturalizzazione sono le
considerazioni di natura politica che bloccano in molti casi la possibilità di
diventare cittadino estone anche se si conosce la lingua.
L’articolo 21 della legge estone sulla cittadinanza (adottata nel 1995) vieta
espressamente la possibilità di diventare cittadini, (lasciando ampi margini da
parte dell’autorità nel concedere la cittadinanza), per sei differenti categorie di
persone:
1) chi ha fornito false generalità nella domanda di cittadinanza; 2) chi non
osserva il sistema politico costituzionale estone; 3) chi ha agito contro lo stato
estone e la sua sicurezza; 4) chi è stato imprigionato per più di un anno per
qualsiasi condanna penale; 5) chi ha lavorato per il governo o i servizi segreti di
un paese stranero; 6) chi ha prestato servizio militare in una forza armata di un
paese straniero
5
.
Tutti queste persone non possono ottenere la cittadinanza estone se non sono
cittadini estoni dalla nascita.
Nel 1992 alle elezioni nazionali il parlamento estone (Riigikogu) risultò
composto dal 99% di individui di etnia estone.
Forte di questa posizione il governo non cercò nessun dialogo con la minoranza
russa e solo dopo il 1993, quando nelle elezioni locali dove anche i residenti
senza cittadinanza possono votare, la minoranza russa ottenne la maggioranza
4
AA VV, 2001b, p 31
5
Andersen, 1998, p 24
nel distretto nord est del paese , il governo cominciò a considerare seriamente il
rapporto con le minoranze.
Nel 1995 vennero eletti all’interno del parlamento sei deputati di etnia russa ma
purtroppo questo non modificò sostanzialmente la situazione e il problema della
non-cittadinanza rimane ancora oggi la questione principale.
Nel dibattito sulla cittadinanza estone sono emerse due opposte considerazioni
tra gli estoni e la minoranza russa: i primi giustificano l’attuale legislazione
sottolineando i propri diritti e la propria storia con il bisogno di difendere la
propria identità e cultura nel corso dell’occupazione sovietica che tentava con
ogni mezzo di annullarla e sottometterla, e identificando la minoranza russa
come lo strumento dell’occupazione.
I secondi non discutono della storia passata, poiché si sentono accusati di essere
una comunità usurpatrice, ma accusano gli estoni di non aderire agli standard
internazionali sui diritti umani e sui diritti delle minoranze.
Se gli estoni sottolineano l’importanza di imparare l’estone nel processo di
acquisizione della cittadinanza, i non-estoni rivendicano il diritto di ottenere lo
status ufficiale per la lingua russa e allo stesso tempo chiedono parametri meno
rigidi per ottenere la cittadinanza estone.
In parallelo al dibattito sulla cittadinanza, il processo di naturalizzazione ha
portato nuovi cittadini all’Estonia.
Alla fine del 1998, la popolazione ufficiale estone era composta quasi dall’78%
da cittadini di lingua estone, il 15% di lingua russa e il 7% di lingue varie di
ceppo russo
6
.
Approssimamene metà dei cittadini di origine russa, circa 205.000 individui, ha
acquistato la cittadinanza attraverso la naturalizzazione, questo mostra che la
naturalizzazione ha comunque ottenuto certi sostanziali progressi della
situazione.
Allo stesso tempo, la politica estone di cittadinanza ha prodotto alcuni
considerevoli effetti collaterali: in primo luogo, quasi 100.000 persone della
minoranza russa residente in Estonia sono diventati cittadini di uno stato
6
Ibidem p 27
straniero (per lo più della Russia), in secondo luogo, quasi 200.000 persone sono
ancora senza alcun tipo di cittadinanza
7
.
Questi effetti sono un considerevole fattore di destabilizzazione all’interno
paese.
Un largo numero di cittadini perciò rende la coesione politica della società
estone problematica, mentre la loro non partecipazione nel processo politico può
portare future tensioni.
L’assimilazione delle minoranze nella società estone attraverso l’integrazione
rimane un’importante questione per la stabilità politica, per la democrazia
rappresentativa e soprattutto per l’accesso dell’Estonia nell’Unione Europea.
I politici estoni desiderano ardentemente che il paese entri velocemente
nell’Unione Europea, sia perché ciò può portare maggiore benessere al paese sia
perché si sentirebbero più tutelati verso nuove possibili mire espansionistiche e
influenze economiche e politiche da parte della Russia.
Il governo estone desidera entrare nell’Unione, deve però considerare
seriamente i moniti della Commissione Europea, che richiede più standard
democratici per la popolazione di lingua russa.
La Commissione punta chiaramente, come condizione fondamentale, ad un
veloce processo di naturalizzazione per la minoranza russa nella società estone.
Pertanto il governo ha adottato, nel febbraio del 1998, un documento politico
sull’integrazione dei cittadini non-estoni nella società, che comunque non ha
portato a nessuna soluzione del problema e può essere pertanto considerato un
documento di facciata.
Prima dell’indipendenza dello stato estone, nel 1991, i russi erano la
maggioranza nella grande federazione dell’Unione Sovietica, mentre gli estoni
si sentivano una piccola minoranza destinata alla più radicale assimilazione dal
gigante sovietico.
Nel 1991, la situazione è mutata completamente, portando i primi al posto dei
secondi , e ha così invertito radicalmente le parti.
E’ molto difficile, ora, per la minoranza di lingua russa adattarsi a questa nuova
situazione; la lingua russa non permette più a loro di vivere normalmente in una
realtà mutata, e li costringe ad imparare la lingua locale (che ora è quella
7
Ibidem p 31
La minoranza russa in Estonia
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
1922 1934 1959 1970 1979 1989
Anno
%
d
e
l
t
o
t
a
l
e
d
e
l
l
a
p
o
p
o
l
a
z
i
o
n
e
Estoni
Russi
Altri
ufficiale al posto del russo) ed a sforzarsi nell’adattarsi e nell’integrarsi in un
luogo che non sentono più loro
8
.
Nonostante queste profonde difficoltà, la maggioranza dei russi non intende
lasciare un paese che sente ormai come la propria patria di origine.
La loro integrazione sarà una grande prova e un serio test per l’Estonia, che
dovrà superare più velocemente possibile la traumatica esperienza del
totalitarismo sovietico e dimenticare gli antichi soprusi dell’Urss, affrontando
democraticamente il grande problema della minoranza russa per il bene
collettivo e per il futuro del paese.
Grafico: Introduzione. 1 La minoranza russa in Estonia
Fonte: Estonia Today, Eesti Press, Tallin, 25.03.96
8
AA, 2001°, p 45
Intervista a Erik Andrè Andersen del 07/01/02.
Ex direttore generale per l’Est Europa al “Danish Centre for Human Rights”,
organizzazione governativa patrocinata dal Ministero degli Esteri danese, ed
attuale responsabile dell’area balcanica per i diritti umani.
Autore del libro “An ethnic prospective on economic reform, the case of
Estonia” (1998) e del Report al Copenaghen Peace Research istitute “An
etnically devided society were promoted by privatisation in Estonia” (Copri).
Inizio con la prima domanda, qual è il suo lavoro al “The Danish
Centre for Human Rights” e qual è la sua posizione all’interno
organizzazione, di cosa si occupa?
Ok, inizio con il mio nome, mi chiamo Erik Anderseen e lavoro da più 4 anni
nel “Danish Centre for Human Rights”, il mio principale argomento ora riguarda
i Balcani, ma nei primi 3 anni in questa organizzazione ero il responsabile
dell’Est Europa e in particolare dei diritti umani in Estonia dove studiavo i
rapporti tra la minoranza russa e gli estoni.
La mia opinione generale per quanto riguarda l’Estonia è che non c’e’ stato
nessuno significativo miglioramento della situazione e il problema è
sostanzialmente lo stesso di 4, 10 anni fa.
Comunque…….prima di lavorare in questa organizzazione ero all’Università di
Copenaghen, nell’Istituto degli studi dell’Europa Orientale e per molti anni mi
sono occupato dello sviluppo economico e politico nelle ex Repubbliche
Sovietiche.
Per 10 anni ho studiato e analizzato le problematiche di queste regioni e ho
scritto, all’Università di Copenaghen, il mio P.h.D. (dottorato, N.d.a.) sulla
popolazione russa in Estonia.
Specialmente analizzai le riforme economiche in Estonia e gli effetti da queste
prodotti sulla minoranza russa
La situazioni per i russi generalmente è peggiore di quella degli estoni per
diverse ragioni; nelle riforme economiche e nelle privatizzazione vengono
discriminati sia nella legislazione, sia nello sviluppo economico, perciò i russi
sono sfavoriti in parecchie situazioni………..forse questo è tutto per prima
domanda……..
Si, ma continuiamo, cosa pensa, quali sono le maggiori ragioni
……….
Per questo? Perché i russi escono peggio nelle riforme economiche e
legislative?
Si……
Primo perché la legislazione è discriminatoria, prendendo per esempio …….. le
generali riforme economiche e politiche, all’inizio non c’erano molte differenze
tra gli estoni e i russi, ma dopo l’indipendenza, avvennero dei cambiamenti
profondi nella legislazione, come chiamarli?
…….leggi nazionalistiche sulla cittadinanza, sulla lingua ……….
sull’immigrazione….
I principali elementi nella legislazione per stranieri e immigrati sono molto
draconiani………
Ci sono molte differenze tra estoni e russi e la chiave del problema è che i russi
vivono in Estonia da molti anni, ma vengono considerati comunque stranieri.
La logica sarebbe di migliorare la situazione e le differenze, e per questa
ragione i russi chiedono uno status di permesso permanente di soggiorno e
invece nelle migliore delle situazioni, ottengono, dopo molti anni, solo un
permesso di soggiorno temporaneo.
Ci sono, ed é anche importante distinguere, differenze tra alcuni russi e altri,
quelli le cui famiglie e i nonni vivevano in Estonia prima della seconda guerra
mondiale che hanno ottenuto per esempio automaticamente la cittadinanza
estone, ma questa è solo una piccola parte, forse 10%, 20% non ricordo ora
esattamente la percentuale, e quelli invece, la maggior parte cioè, immigrati
durante il periodo sovietico dopo la seconda guerra mondiale o figli
d’immigrati, che ottengono difficilmente il permesso di cittadinanza, questo
perché ci sono principalmente due parametri per avere il permesso di
cittadinanza nella legge estone: il primo, devi vivere da 9 anni in Estonia, questo
è un grosso problema perché la prima versione della legge sulla cittadinanza
stipulava solo 4 anni per i residenti sovietici è questo non era un problema, ma
dopo il 1995 in questo periodo, penso è aumentato di 5 anni, più i primi 4 perciò
totalmente 9 anni in totale per ottenere la cittadinanza questo comunque non è il
problema più grande………..il problema più grande è la lingua poiché bisogna
fare un esame in lingua estone e solo se passi l’esame puoi ottenere la
cittadinanza, il problema però è che molti russi non parlano questa lingua e non
sono aiutati ad apprenderla.
I russi devono parlare l’estone, questo è chiaro, ma il problema è che devi
passare immediatamente l’esame e se non passi non ottieni la cittadinanza e non
puoi votare per le elezioni in parlamento e via di seguito…..
Ci sono differenze tra elezioni parlamentari e elezioni locali, se non hai la
cittadinanza estone non puoi votare e essere eletto per il parlamento e invece per
l’elezioni locali anche se non hai la cittadinanza puoi votare ma non puoi essere
eletto.
In molte cose, a causa della lingua, i russi vengo esclusi, come da molte
posizioni economiche e affari commerci dei settori pubblici e privati,
……………….. penso allo sviluppo economico, soprattutto.
Alcuni russi ottengono la cittadinanza sapendo l’estone e sono molto motivati
per ottenerla, passando l’esame di lingua.
Altri scelgono di essere cittadini russi e vanno all’ambasciata russa per essere
riconosciuti cittadini russi e immediatamente la ottengono e anche questo è
positivo per la popolazione russa.
Ma il maggior problema è il terzo gruppo di russi, la maggior parte dei russi che
non ottengono la cittadinanza estone e molti di loro non sono motivati a fare
l’esame o non passano l’esame e la tendenza è che questo gruppo di russi, di
conseguenza non cittadini estoni, rimangono al di fuori della società.
L’unico modo per risolvere questo problema, è che questa parte di popolazione
dopo alcuni anni muore, intendo questo: il governo estone non è interessato ad
aiutarli e a fare ottenere a questa parte della popolazione la cittadinanza così il
problema è che il governo fa trucchi sporchi negli emendamenti della legge sulla
cittadinanza, perciò solo una piccola parte della popolazione russa, persone
giovani o alcune persone istruite, un piccolo gruppo reale di russi ottiene la
cittadinanza.
Il problema può così essere solo risolto se la grande parte della popolazione
sparisce o muore dopo alcuni anni e quello che, ora, invece accade per questo
ultimo gruppo di russi è che essi sono illegali, non registrati e molti di loro
vivono illegalmente e senza alcun permesso né diritto, nessuno sa quanti
realmente sono …… la conseguenza di tutto questo è che molti dei russi che
vivono in Estonia non possono partecipare attivamente al processo decisionale
democratico.
Secondo me questo è il problema principale dell’Estonia: il 20 % della
popolazione è escluso dal processo democratico, comunque ………….
………Penso che dobbiamo parlare anche di Unione Europea perché credo che
l’Unione Europea possa giocare un ruolo, ma ne parleremo più
tardi……………….
Ok………
………. forse prima dobbiamo parlare di come i russi escono dal processo di
privatizzazione e la situazione antecedente….
Qual era la situazione dei russi prima dell’indipendenza estone,
durante il periodo sovietico?
Prima c’era una completa uguaglianza di status con gli estoni, erano tutti
cittadini dell’Unione Sovietica, russi e estoni, con uguale status politico nella
società, ma una differenza interessante era che parte degli intellettuali estoni non
lavorava con la nomenklatura russa, e la maggioranza della popolazione estone
viveva in campagna, isolata dai russi, i russi invece vivevano nella città ed erano
la classe lavoratrice industriale, c’erano perciò grosse differenze tra estoni e
russi non c’era un miscuglio tra le due popolazioni, vivevano in posti differenti e
parlavono differenti lingue e anche erano e sono molto differenti come cultura e
carattere: per esempio i russi e gli estoni sono religiosi ma la interpretano in
modi differenti, gli estoni sono cristiani protestanti, non cattolici, invece i russi
sono ortodossi cristiani e questa è un’altra significativa caratteristica di
divisione.
Anche per quanto riguarda la mentalità, gli estoni sono generalmente nordici
con un carattere freddo, simile ai danesi, pensano molto a lavorare come nella
mentalità tedesca, per esempio è molto facile per me avere cose in comune con
gli estoni, intendo cioè che abbiamo lo stesso tipo di mentalità in molti aspetti,
invece i russi sono più emotivi, quasi mediterranei, si aiutano molto tra loro,
s’interessano molto al prossimo russo, ma anche estone, se è possibile.
Il russo parla anche con un timbro vocale alto e domina ogni conversazione, un
esempio divertente è essere su un autobus a Tallin quando è pieno di estoni:
gli estoni sono seduti in maniera molto tranquilla, riservata…….. non parlano
tra loro, e se in coda all’autobus ci sono solo due russi che parlano tra loro, lo
fanno molto rumorosamente, concitatamente, più di tutti gli estoni messi
insieme sull’autobus.
Agli estoni non piacciono questi atteggiamenti e spesso considerano i russi come
rappresentanti del regime repressivo sovietico, anche se molti dei russi non
hanno nulla che fare con questo, ma come ad esempio i danesi generalmente non
amano i tedeschi in molte cose, gli estoni ugualmente non amano i russi e questo
è enormemente molto più esasperato, dopo 50 anni di occupazione sovietica.
……….
Ma la situazione era la stessa durante l’occupazione? Gli estoni si
sentivo in un regime repressivo e inferiori nei confronti dei russi?
Si, certo………ma la situazione era più normale, più tranquilla, più sotto
controllo……
Vivevano insieme, ed erano tutti cittadini nell’Unione Sovietica, come le
minoranze in Jugoslavia con Tito, alcuni russi uscivono ed erano amici degli
estoni e certi lavoravano anche insieme in un’atmosfera normale, ma anche
parlavano due lingue completamente differenti e quotidianamente non si
mischiavano tra loro, per le stesse ragioni di cui parlavo prima.
Questo si è accentuato enormemente dopo l’indipendenza estone, perché gli
estoni vogliono la rivalsa dopo 50 anni di dominio russo, e questo è un chiaro
punto nello spiegare come certamente la storia è difficile da dimenticare, ma,
senza dubbio, una cosa è spiegare l’altra è scusare.
Penso che gli estoni, ora, non stiano facendo abbastanza per integrare i
russi…..e questo è un grande problema per l’Estonia……………..
Ma cosa porta a questo? C’è un forte nazionalismo e desiderio di
mandare via i russi da parte degli estoni?
Si, questo è il desiderio generale estone, penso………. ci sono molti differenti
punti di vista per quanto riguarda i russi, ma l’opinione generale è senza dubbio
di mandarli via………..c’è un gruppo considerevole, per esempio che
semplicemente non ama i russi e vuole fortemente questo, un altro, più moderato
che vuole la loro segregazione, e pochi, molto pochi purtroppo, sono per la
convivenza.. ……….
Un fatto molto significativo, poi, è che nel parlamento estone solo una piccola
frazione, solo sei deputati in totale difende e rappresenta la comunità russa, ma,
purtroppo sono anche divisi e differenti tra loro: c’è ad esempio chi rappresenta
gli imprenditori e la classe russa ricca e chi, invece, semplicemente i lavoratori e
i poveri.
I russi, perciò, sono anche divisi tra loro ma hanno comunque la causa comune
del problema della lingua e quella della legge per la cittadinanza.
Questa è solo una piccola parte all’interno del parlamento estone, sei persone su
un totale di 100 membri del parlamento, e tutti gli altri partiti estoni
principalmente non sono molto differenti nell’atteggiamento negativo verso i
russi, tutti favoriscono le riforme economiche appoggiando l’estremo
liberalismo economico, molto più capitalista della Danimarca per esempio,
ottenendo molto consenso per questo e per come si comportano con i russi, ci
sono certo differenze nell’opinione pubblica estone, ma in generale sono tutti
d’accordo con i partiti nel desiderio di difendere l’Estonia e di restaurare il
vecchio stato indipendente estone prima della seconda guerra mondiale.
Tutte le leggi repressive sulla cittadinanza sono logicamente, perciò, una
conseguenza di questo, ……..gli estoni sono molto più nazionalisti di altri
popoli …………………
Qual è il sentimento dei russi? Si sento estoni o russi? E come
reagiscono in questa nuova situazione?
Si, è interessante perché i russi si considerano russi ma anche considerano
l’Estonia come il proprio paese perciò sono russi che vivono in Estonia, non
russi di Russia.
Non considerano la Russia come la propria patria, considerano l’Estonia come la
loro patria, voglio vivere in Estonia e il principale problema è proprio questo
che il 20% della popolazione nel paese vive in Estonia ed è russa e 10 anni fa ha
scoperto che il nuovo stato indipendente non la vuole, … ….ma a parte queste
difficoltà i russi hanno deciso di stare in Estonia e non lasciare il paese.
Solo pochi estremisti russi che vivono nell’est dell’Estonia, vogliono restaurare
la vecchia Unione Sovietica e pensano che essa abbia aiutato e salvato l’Estonia,
ma è un piccolo gruppo.
La maggior parte dei russi, invece, è più moderata e vuole arrivare al miglior
modo di vivere insieme con gli estoni e non c’è più quella tensione di alcuni
anni fa che portava al conflitto aperto, non desiderano più questo perché è
troppo pericoloso e ci sono già abbastanza problemi e non vogliono una guerra
civile e diventare come gli stati balcanici, i problemi sono simili con i Balcani,
ma i russi e gli estoni sono entrambi molto più pacifici e razionali.
Bisogna considerare, però, che i russi sono anche molto emotivi e gli estoni
pensano che i russi emotivamente si sentono russi ed è perciò impossibile
pretendere che essi diventino estoni.
Con un forte presidente nazionalista in Russia, che influenza l’emotività russa,
gli estoni sono anche preoccupati di un nuovo imperialismo russo, di una nuova
Grande Russia, anche se non è molto realistico, ma hanno molta paura di questo
possibile sviluppo e vogliono di conseguenza la fedeltà completa dei russi
all’Estonia e spingono molto per questo quando i russi vogliono la cittadinanza
ufficiale, e li obbligano a parlare fluentemente l’estone, ad amare la patria
estone e a farli diventare completamente estoni.
Questo è quello che realmente gli estoni desiderano, vogliono, cioè, non far
rimanere alcuna traccia dell’identità russa in Estonia, essi devono diventare
estoni a tutti gli effetti; è una situazione pazzesca………..come in Danimarca
(questo è una battuta perché in Danimarca aveva appena vinto la coalizione di
centro destra, che ha una politica radicale per l’immigrazione e verso gli
immigrati turchi nel paese. (N.d.A.) ).
Ma i russi non hanno interesse a essere integrati nella nuova
società estone?
Si, sono molto interessati a questo, dovrebbero……se vogliono vivere in
Estonia dovrebbe integrarsi, ma c’è una grande differenza tra integrazione e
assimilazione, assimilazione significa essere completamente identici agli estoni,
e gli estoni vogliono questo, vogliono assimilare, invece di integrare, che
sarebbe più realistico e giusto, intendendo che è più giusto parlare il proprio
linguaggio tenere la propria cultura e vivere insieme con gli estoni………e
certamente i russi devono essere più attivi per ottenere questo ma non hanno
nessun leader carismatico e intellettuale, poiché non ci sono molti intellettuali
russi che lavorano per questo, ci sono solo pochi intellettuali che lavorano al
processo per integrare i russi e provano a fare proposte costruttive per la
convivenza.
Uno di questi lavora anche con il nostro centro dei diritti umani; il suo nome è
Alexandrey Joran, comunica con noi da molti anni ed è supportato dalla
Danimarca poiché è molto moderato e costruttivo nelle sue proposte di
integrazione nell’Estonia, e non vuole che i russi rimangano fuori dalla società
per sempre………..
Il problema comunque è l’integrazione, anche perché gli estoni rimandano
questo processo e soprattutto non vogliono integrazione, ma assimilazione, e se
non la ottengono non collaborano attivamente ………….