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1.1 Eziopatogenesi dei linfomi cutanei
L‟eziopatogenesi dei linfomi cutanei è a tutt‟oggi non ancora del tutto
chiarita. Similmente ad altre forme linfonodali ed extralinfonodali, è
stato proposto per i linfomi primitivi cutanei a cellule T un ruolo di:
-agenti infettivi, batterici (Borrelia burgdorferi) o virali (EBV;
HTLV),
- citochine tissutali (IL-2; IL-7; IL-10; IL-13; IL-15; TGF- ),
- oncogeni (P53, Tal-1, Lyt-10) (dimostrati solo in casi di estrema
aggressività clinica),
-fattori ambientali/occupazionali (attraverso la persistente attivazione
delle cellule di Langerhans, principali stimolatrici dei linfociti T).
Nei pazienti con la MF le cellule T sono tipicamente cellule T helper
memoria mature CD4+. Nella normale omeostasi della cute, queste
cellule T sono reclutate per la cute in seguito a una qualunque noxa
patogena. In risposta a questa, i cheratinociti rilasciano citochine che
innescano una risposta immunitaria innata da parte delle cellule immuni
residenti della cute, come ad esempio mastociti e macrofagi. Questa
risposta può essere mediata da componenti di organismi patogeni
( CpG-oligodeossinucleotidi batterici )[CpG-ODN], componenti della
parete cellulare, DNA e RNA virali ) che sono riconosciuti dai PRR
( pattern-recognition receptors), in particolare i recettori Toll-like
(TLR), su queste cellule. I risultati a valle dell‟attivazione di questa via,
basata sulla „up-regulation‟ di NF-κB sono risposte proinfiammatorie
che hanno effetti diretti sugli agenti patogeni e comportano un ulteriore
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reclutamento delle cellule infiammatorie e la migrazione di cellule
presentanti l‟antigene (APCs) attivate ai linfonodi locali della cute
drenante. Una volta che le APCs incontrano le appropriate cellule T
„naive‟ nei linfonodi, si chiama in azione la sorveglianza immunitaria:
le cellule T diventano effettori antigene-specifici / cellule „memory‟ e
acquisiscono la capacità di dirigersi verso il sito originale di
infiammazione, la cute. Le principali cellule T „memory‟ antigene-
specifiche vengono generate successivamente e ricircolano attraverso i
linfonodi per fornire una riserva a lungo termine per la specifica
sorveglianza immunitaria. Questi effettori della cute /cellule T
„memory‟ esprimono CLA (cutaneous lymphocyte antigen) e
normalmente costituiscono il 30% di tutte le celluleT „memory‟
circolanti. Le cellule T CLA-positive con „homing‟ specifico per la cute
possono interagire con il recettore E-selectina sulle venule postcapillari
cutanee. Queste cellule CLA+ tipicamente esprimono anche CCR4
(CC-chemokine receptor 4), che si lega alle chemochine prodotte a
livello cutaneo CCL17(chemokine CC-chemokine 17; nota anche come
TARC) e CCL22 (conosciuta anche come MDC). Tutte queste
interazioni sono essenziali anche per il „rolling‟ delle cellule T
sull‟endotelio, che è necessario ad esse per entrare nel derma e
l‟epidermide. Si ritiene che tali „skin-homing T cells‟ non solo possano
rispondere ad una infiammazione della cute, ma possano anche dirigersi
costitutivamente verso la cute.
L‟equilibrio tra le appropriate risposte difensive della cute e quelle
inappropriate o disregolate sembra essere la chiave per comprendere la
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patogenesi di dermatosi infiammatorie e proliferative, inclusa la MF.
Le cellule T maligne nella MF esprimono gli skin-homing receptors
CLA e CCR4. (Figura 1)
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Figura 1 - Il microambiente cutaneo nella progressione della MF
A) CUTE NORMALE CHE MOSTRA CELLULE DI LANGERHANS RESIDENTI NELL’EPIDERMIDE E SKIN- HOMING T CELLS
NEL DERMA E NELLA CIRCOLAZIONE,
B) STADIO A CHIAZZA E A PLACCA DELLA MF NEL QUALE CELLULE T CD4+ MALIGNE,RISIEDONO NELL’EPIDERMIDE E
SI RACCOLGONO INTORNO LE CELLULE DI LANGERANS. E’ DA NOTARE CHE,IN QUESTI STADI,L’INFILTRATO DERMICO
ED EPIDERMICO HA FREQUENTEMENTE ABBONDANTI CELLULE T CD8+ COME PARTE DELLA RISPOSTA IMMUNITARIA.,
C) STADIO TUMORALE DELLA MICOSI FUNGOIDE ,NEL QUALE IL TUMORE OCCUPA IL DERMA E I TESSUTI
SOTTOCUTANEI E COMPRENDE PRINCIPALMENTE CELLULE T MALIGNE E POCHE CELLULE T CD8+,
D) MF ERITRODERMICA CON PRESENZA DI CELLULE T MALIGNE CIRCOLANTI CHE ELABORANO CITOCHINE Th2 CHE
COLPISCONOCELLULE CD8+,CELLULE NK, DC, E DI CONSEGUENZA LA RISPOSTA IMMUNE DELL’OSPITE.
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Inoltre, le lesioni di MF presentano elevati livelli di CCL17 e CCL22.
Altre chemochine espresse da skin-infiltrating T cells trovate nelle
lesioni di MF, come il recettore per chemochine CXC-3 (CXCR3) e
CXCR4 e molecole di superficie, come l‟integrina αE β7, hanno i
corrispondenti ligandi espressi dai cheratinociti epidermici e dalle
cellule di Langerhans. I loro livelli di espressione sembrano correlati
con le lesioni in stadio iniziale e possono rappresentare una risposta
dell‟ospite alla neoplasia, poiché le lesioni in stadio tumorale perdono
spesso l'espressione di questi marcatori: ciò spiegherebbe perché si può
osservare minore aggressione sull‟epidermide (epidermotropismo) nelle
biopsie della cute nelle forme avanzate di MF. In uno studio che
confrontava l'espressione del recettore delle chemochine nelle diverse
fasi di MF è stato dimostrato che nel tessuto è diminuito il livello di
espressione del CCR4 o il CXCR3, ma è aumentato il livello di CCR7,
il recettore necessario per l‟homing dei linfociti. L‟immunoistochimica
e gli studi ultrastrutturali hanno dimostrato che i microascessi di
Pautrier – reperto istopatologico diagnostico di MF - è costituito da
aggregati di cellule T maligne in contatto con le cellule di Langerhans.
A seguito di queste osservazioni, il ruolo potenziale delle cellule di
Langerhans nella patogenesi di MF/SS è stato studiato in modo
approfondito. Le cellule del Langerhans intraepidermiche possono
essere fonte di una persistente stimolazione antigenica per le cellule T,
con conseguente attivazione e la successiva espansione clonale. Lo stato
di attivazione delle cellule T maligne in MF / SS è evidenziato dalla
fosforilazione costitutiva di Stat3. Inoltre, queste cellule T esprimono
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CD45RO e possono esprimere anche CD25, il recettore per l‟IL-2α.
Tuttavia, nelle fasi più avanzate di MF, la forma solubile del recettore
per l‟IL-2 (sIL-2R) può essere rilevata nel sangue periferico ed è stato
dimostrato come un importante fattore prognostico negativo.
Anche se non si sa quello che dà origine alla attivazione costitutiva di
una popolazione di cellule T CD4+ con „homing‟ cutaneo nella MF,
questa attivazione può derivare da un‟alterata espressione della
citochina Th2 in corso di malattia infiammatoria e conseguente
disregolazione immunitaria. Nei pazienti, questo profilo Th2 può
contribuire alla progressione della malattia attraverso la produzione di
IL-4 e IL-10, che compromettono la capacità immunocompetente
dell‟ospite. Le cellule T CD4 + maligne, osservate nella maggior parte
dei casi di MF sembrano mostrare un fenotipo Th2 (Figura 2). E
nonostante sia dimostrata, in fase iniziale di malattia, una vigorosa
risposta immunologica caratterizzata dalla presenza di cellule T IFN-γ-
secernenti CD8 + / TIA-1, la produzione cronica di citochine Th2,come
IL-4,IL-5,e IL-10 da parte della popolazione T maligna rappresenta
probabilmente un meccanismo mediante il quale le cellule tumorali
aggirano la risposta immune antitumorale. Anche in stadio avanzato
della malattia, la risposta dell‟ospite,sebbene indebolita, può svolgere
un ruolo, seppur piccolo, per il contenimento della progressione della
malattia. Questo è stato dimostrato dalla rapida progressione della
Sindrome di Sezàry associata con l‟uso di agenti immunosoppressori
come la ciclosporina.
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Oltre a una maggiore produzione di citochine Th2 durante la
progressione della malattia, i pazienti con cellule T maligne in circolo
manifestano anche difetti nella produzione di citochine Th1. E‟stato
osservato un progressivo declino della produzione di IL-12 e di IFN-α
da parte delle cellule del sangue periferico, associato, sempre su sangue
periferico, ad un incremento quantitativo di cellule T maligne. Il declino
della produzione di queste citochine è direttamente correlato con il
declino del numero di elementi granulocitari e monocitari su sangue
periferico e cellule plasmocitoidi dendritiche (PDCs) su tessuto. La
diminuzione di PDCs e il difetto nella produzione di IL-12 si associa ad
un presunto deficit nella produzione di altri prodotti delle cellule
dendritiche, come IL-15e IL-18 che sono importanti agenti stimolanti
l‟IFN-γ e potenti attivatori di risposte Th1. Alla base del calo della
produzione di citochine Th1 e del numero delle DCs circolanti c‟è la
maggiore produzione delle citochine Th2 che possono compromettere
sia la maturazione di DC che la produzione di IL-12/IFN-γ. Altri
meccanismi responsabili della ridotta produzione di IL-12 sono stati
evidenziati da recenti studi che hanno dimostrato un difetto
nell‟espressione del CD40L su cellule T maligne derivate da pazienti
con Sindrome di Sèzary. ll CD40L non è espresso sulle cellule T
„resting‟, ma è normalmente sovraregolato sulla superficie delle cellule
T stimolate. Al contrario, le cellule T maligne CD4 + non esprimono il
CD40L su impegno del TCR con anticorpi anti-CD3. Chiaramente,
l'assenza di interazione di CD40L con CD40 sulle APCs nel corso di
una risposta immunitaria può portare ad una profonda riduzione
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dell‟attivazione di DC e della produzione di citochine.
Recentemente, è stato dimostrato che, in vitro, cellule T CD4+ maligne
derivate da pazienti con linfomi cutanei T, possono essere indotte a
esprimere un fenotipo CD25 + Treg. Così, quando le cellule T maligne
sono messe in coltura con DCs che hanno avuto l'opportunità di
processare un numero significativo di cellule T apoptotiche, esse
sovraregolano l‟espressione di CTLA-4 (cytotoxic T lymphocyte
antygen 4),esprimono Foxp 3 e sviluppano un‟elevata capacità di
produrre IL-10, e TGF-β. Se davvero che la MF sia è una neoplasia di
Tregs, questo può essere una spiegazione supplementare convincente
sottesa alla immunosoppressione osservabile in stadio avanzato di
malattia. I risultati finali delle alterazioni dell‟ espressione di citochine
durante la progressione della MF sono alterazione a molteplici livelli
dell‟immunità cellulare. La progressione dallo stadio precoce allo
stadio più avanzato della MF è associata tipicamente ad un marcato
declino nel numero e nell‟attività delle cellule NK. Analogamente, un
calo nel numero delle cellule T CD8 + su sangue periferico accompagna
un forte incremento di cellule T maligne circolanti. Inoltre, la
percentuale di cellule citotossiche che esprimono markers di attivazione,
come CD69, è anche significativamente ridotta rispetto ai pazienti con
MF senza evidente coinvolgimento del sangue periferico. Una riduzione
del funzionamento di cellule NK e di linfociti T CD8 + è quasi
sicuramente associata a un deterioramento sia dell‟immunità
antitumorale che della sorveglianza immunitaria contro i