5
spaccato dei siti web prodotti dall’universo cattolico italiano, delle loro modalità enunciative e
dell’efficacia della loro azione comunicativa.
Ci siamo proposti di restringere il campo di osservazione alla comunicazione evangelizzatrice
realizzata dalla fetta di siti che si rivolgono al variegato target di persone non credenti o indif-
ferenti al discorso di fede, forse alla ricerca di soddisfare il proprio bisogno di spiritualità,
magari ignoranti – in buona o in mala fede – in materia religiosa e che probabilmente, per i
motivi più diversi, sono lontane dalla professione della fede cattolica e dalla pratica religiosa.
Nel formare il corpus su cui lavorare abbiamo consultato molti metasiti presenti nel Web, ma
abbiamo soprattutto attinto a www.siticattolici.it4, che al momento pare il più ricco contenito-
re di indirizzi di siti web di matrice cattolica: riteniamo che vi siano catalogati pressoché tutti,
sia quelli della Chiesa istituzionale, sia quelli dei movimenti e gruppi ed i siti personali5.
Abbiamo consultato praticamente tutti i siti presenti nella statistica al 15 maggio 20086 forni-
taci da www.siticattolici.it, più di dodicimila, oltre ad altri siti di cui siamo venuti diversa-
mente a conoscenza. Da tale consultazione è stato ricavato un corpus di 91 siti7 che intendono
rivolgersi al target prescelto e che ricoprono diverse tipologie suddivise secondo due caratteri-
stiche principali: gli emittenti e i contenuti. Da questo corpus sono stati selezionati i diciasset-
te siti oggetto delle analisi semiotiche contenute in questa tesi.
La PARTE PRIMA si apre con un breve excursus in cui vedremo come si situano le religioni
nei confronti di Internet, con una particolare considerazione per il Cristianesimo e le altre
grandi religioni monoteiste (capitolo primo); verrà poi esaminato il rapporto tra la Chiesa cat-
tolica e il Web (capitolo secondo), sia a livello di documenti ufficiali, sia a livello di atteg-
giamenti concreti ed iniziative con cui la Chiesa si pone di fronte alla Rete.
Ma l’attività evangelizzatrice di un sito è sufficiente per stimolare la conversione di un inter-
nauta? Nel terzo capitolo analizzeremo brevemente la problematica della cooperazione tra
4
Si tratta del metasito Lista dei Siti Cattolici Italiani, curato da Francesco Diani. Il 1° maggio 2008 vi si legge-
va: “Siti cattolici: siamo in DODICIMILA. Crescono più di tutti i siti personali: di chi, cioè, ha deciso “perso-
nalmente” di varcare la soglia delle nuove tecnologie. L’aumento è consistente: il 14,5%, in poco meno di un
anno; ad oggi sono 835. Lo spazio più numeroso è occupato dalle parrocchie. Sono 2.907, seguite dai 2.401 siti
di associazioni e movimenti ecclesiali. Terzo posto, con 1.506 siti, gli ordini e gli istituti religiosi”.
5
È probabile che chi legge si ponga la domanda di quale sia la collocazione dei blog rispetto al fenomeno ana-
lizzato. Abbiamo scelto di escludere dall’analisi il genere blog partendo dalla considerazione che cambia moda-
lità di enunciazione, cambia modalità di rapporto con un possibile lettore modello, cambia anche modalità di
questo tipo di comunicazione, oggi sempre più diffusa, rispetto a quella dei siti web.
6
Vedi Appendice 1 a pag. 221.
7
Vedi Appendice 2 a pag. 224.
6
l’opera di evangelizzazione, la libertà umana e la grazia, problematica che da secoli percorre
la teologia cattolica, e non solo questa.
La PARTE SECONDA, dedicata all’analisi semiotica di alcuni siti (capitoli dal quarto al set-
timo), ci aiuterà a comprendere le strategie generalmente adottate, le diverse modalità di e-
nunciazione, le tipologie di emittenti ed i rapporti con i lettori modello.
L’ottavo capitolo si occupa di una forma espressiva particolare, quella artistica; nel panorama
delle arti è stato scelto un sito che tenta di evangelizzare attraverso l’arte figurativa.
Il nono capitolo si occupa invece di siti che non si propongono in primis, o soltanto, l’intento
di evangelizzare, ma di offrire risorse di vario genere ai comunicatori che evangelizzano at-
traverso Internet.
Nella CONCLUSIONE, insieme ad alcune considerazioni di carattere generale, tireremo le
fila di quanto emerso dalle analisi e dalle riflessioni svolte in precedenza.
7
PARTE PRIMA
L’EVANGELIZZAZIONE ATTRAVERSO INTERNET
8
Cap. 1 - INTERNET E RELIGIONE
Navigando in internet è facile imbattersi in milioni di elementi legati alla religione e al sacro8.
Persino il noto mensile inglese di spiritualità cristiana contemporanea The Way, presente an-
che in internet all’indirizzo www.theway.org.uk/, titola un articolo God in cyberspace9.
Il sito Finding God in cyberspace, A guide to religious studies resources on the internet10, a
cura di John L. Gresham, è una fonte molto ricca di conoscenze sul fenomeno religioso in
Internet e fornisce interessanti informazioni sul rapporto con il Web di quasi tutte le religioni
che si conoscono.
Se poi si intraprende una ricerca in Google si trova un numero elevatissimo di siti, di articoli e
di riviste che ruotano intorno all’argomento religioso. L’interesse degli internauti per la spiri-
tualità, per il sacro e per le materie religiose, anche se non legate a specifiche confessioni, è
rivelato pure dal tipo di domande rivolte al motore di ricerca mondiale Google. “Who is God
(chi è Dio)?”, “who is Jesus (chi è Gesù)?”, “who is satan (chi è satana)?”, sono state tra le
domande più frequenti rivolte nel 2007 dagli internauti, come risulta dal rapporto annuale sul-
le parole più ricercate, pubblicato da “Google Zeitgeist”. “Who is God?” occupa addirittura il
primo posto.
Il legame Internet e religione è molto forte. Lo possiamo constatare soprattutto negli Stati U-
niti. C’è persino una comunità cristiana che esiste solo in Rete, nata intorno alla figura cari-
smatica del pastore Charles Henderson11, che ha costituito la prima chiesa del Web (The
Church of All People, come egli stesso la definisce), all’indirizzo
www.godweb.org/sanct.html.
Secondo un articolo comparso sul Washington Post il Web sarebbe diventato una «moderna
sala di preghiera multiculturale», sempre più utilizzata per iniziative spirituali. «L’uso del
Web a fini religiosi sembra diffuso soprattutto tra gli induisti che vivono negli Stati Uniti op-
8
Un rapporto con introduzioni storiche, dati statistici, indirizzi, siti internet e analisi dottrinali di oltre 600 realtà
religiose e spirituali è il testo Le religioni in Italia, edito da CESNUR, sotto la direzione di Massimo Introvigne
e Pierluigi Zoccatelli, Elledici – Velar, Leumann (To) 2006.
Un altro testo-guida che offre una recensione di siti legati alle grandi religioni del pianeta, oltre che ai nuovi
culti d’Oriente e d’Occidente, alle correnti spirituali legate alla next-age ed ai maestri del pensiero religioso
contemporaneo è Religioni on line, di Cristiana Ceci e Marco Restelli, Alpha Test, Milano 2001. Vi si trovano
anche curiosità come shopping mistico, editoria religiosa, associazioni e centri, comunità e scuole di pensiero,
tour operator.
9
Cfr. Lavinia BYRNE, God in cyberspace, in The Way W 40 (2000) n. 3, pag. 244.
10
Cfr. www.kenrickparish.com/gresham/contents.htm, consultato il 15/05/08.
11
Cfr. www.mediamente.rai.it/home/tv2rete/mm992000/001101/2n001101.htm, consultato il 15/05/08.
9
pure in Europa. Anche i cristiani o i musulmani possono contare su numerosi servizi on-line
per la lettura o l’ascolto di brani tratti dai testi sacri del monoteismo d’origine abramitica»12.
Giovanni Filoramo, docente di Storia del Cristianesimo, avverte che Internet è diventato or-
mai uno strumento fondamentale per studiare la religione e per una conoscenza delle diverse
religioni. Segnala altresì alcuni fra i tanti siti che offrono preziosi strumenti di ricerca – pur ri-
cordando che si tratta di «cantieri in continua ristrutturazione» – che attraverso i loro collega-
menti consentono di allargare ampiamente le possibilità di consultazione:
- Storia comparata delle religioni: www.academicinfo.net/religindex.html
- Facets of Religion, una biblioteca virtuale delle religioni:
www.snowcrest.net/dougbnt/religion.html13.
Non sempre tuttavia il binomio religione-Internet rappresenta in maniera chiara e indiscutibile
una genuina ricerca di spiritualità, o di Dio. La Rete si evolve come un organismo, senza con-
trollo, si espande e si autorganizza al di là di ogni forma di strutturazione gerarchica o di sele-
zione previa di contenuti, come avverte il gesuita Antonio Spadaro, esperto studioso del fe-
nomeno religioso in Internet. Egli fornisce anche alcuni riferimenti grazie ai quali è possibile
reperire informazioni su un certo genere di siti dove, a suo giudizio, il sacro viene snaturato:
È impossibile costruire una mappa dei siti dove il religioso è mercificato, banalizzato o vissuto
in forma settaria o morbosa. Un elenco è reperibile in http://www.kassiber.de/cults.htm. Uno
di questi siti che ha anche una pagina in italiano è, ad esempio, la chiesa di Subgenius
(http://www.subgenius.com), che officia i suoi riti virtuali e ordina ministri del culto al prezzo
di 30 dollari. Ben presenti Scientology (per una lettura critica cfr http://xenu.com-
it.net/txt/pesca.htm). Hanno finestre in rete anche culti nordici di venerazione razziale, votati a
pericolose «guerre sante» (il centro Wiesenthal ne ha contati oltre 2.000). Circa il satanismo
esiste persino un motore di ricerca (Satansearch). Non si contano siti dedicati a religiosità pa-
gane, celtiche e mediterranee, o a divinità dei tempi antichi e ai cicli della natura e riti affini
(cfr http://www.circlesanctuary.org). In Rete è possibile trovare anche gli antichi culti pagani e
così preghiere a Giove, Atena, Marte… Gli Hare Krishna (http://www.krsna.com) hanno fatto
voto di aprire 108 pagine web, tanti quanti sono i nomi di Dio. Esistono anche siti in cui sono
organizzate sedute spiritiche in rete. È utile una visita al Center for studies of new religions
(http://www.cesnur.org )14.
Ma nella Rete s’incontra anche una ricerca genuina del sacro. Marco Menicocci, nel suo stu-
dio La rete delle Religioni, scrive:
Presentata sovente come il dominio di squallidi peccatori, la Rete ospita invece un gran nume-
ro di credenti e di fedeli attivamente impegnati in senso religioso. È possibile scoprire che, via
12
Cfr. blog.mytech.it/index.php/2007/03/14/religione-e-internet/, consultato il 15/05/08.
13
Cfr. Giovanni Filoramo, Che cos’è la religione - Temi metodi problemi, Einaudi, Torino 2004, pag. 359.
14
Antonio Spadaro S.I., Dio nella «Rete», Forme del religioso in internet, in La Civiltà Cattolica 2001, III qua-
derno 3625, pagg. 15-27.
10
modem, cattolici dialogano con satanisti ed ebrei con fondamentalisti islamici e che il dialogo
sulle fedi e tra le fedi corre in internet. Le comunità dei fedeli on-line crescono a ritmo giorna-
liero: migliaia di persone pregano insieme sulle chat religiose, discutono dei problemi legati
alla propria parrocchia o aprono virtualmente la loro anima a un prete al di là dell'oceano, uti-
lizzando lo schermo del computer come una nuova grata di confessionale15.
L’Autore rileva il fatto curioso che lo sviluppo di tematiche religiose sia affiorato per lo più
dal basso, in maniera spontanea, su iniziativa dei singoli utenti, e senza alcun piano di inse-
diamento nel cyberspazio predisposto da parte delle chiese, le quali, anzi, si sono rese conto
delle possibilità di Internet con un certo ritardo e non senza preoccupazione:
Chat room dedicate ad argomenti spirituali, mailing list su temi religiosi, richieste di preghiere
scambiate per email e violente polemiche dottrinali e morali su newsgroup specifici dedicati a
singole religioni hanno iniziato a diffondersi sulla base di interessi e motivazioni del tutto in-
dividuali. Si è manifestata una grande richiesta di informazioni su temi e problemi di carattere
religioso, morale e spirituale, che ha stimolato una rapida crescita di web specializzati su que-
sti temi, realizzati da singoli credenti per iniziativa personale e senza alcun rapporto diretto
con le chiese di appartenenza. Si tratta in genere di persone che intendono partecipare alla re-
ligiosità e spiritualità nei loro propri termini, termini non necessariamente coincidenti con
quelli delle dottrine ufficiali e delle religioni istituzionali16.
Attingiamo ulteriori informazioni e riflessioni dallo studio attento e rigoroso di Antonio Spa-
daro. Egli nota come la Rete può accogliere al suo interno sia riferimenti a realtà religiose rea-
li sia ad entità che non hanno alcun referente reale in istituzioni o persone. Vi si trovano anzi-
tutto vetrine di realtà religiose reali. Molte religioni mondiali, più o meno note, comprese le
sètte e i diversi culti, hanno costruito siti provvisti di notizie, testi sacri e altro. Vi sono però
anche aperture puramente virtuali di realtà che esistono realmente:
è possibile che un’istituzione formativa apra una «classe virtuale» di catechesi. Accade sempre
più spesso, anche e soprattutto nel mondo non religioso, che le persone debbano essere forma-
te a distanza per problemi logistici e di tempo, e così comincia a non essere tanto infrequente
che gruppi e realtà ecclesiali si incontrino in spazi virtuali quali forum, liste di posta elettroni-
ca, chat o virtual room dedicate, in modo da poter creare situazioni più agevoli e continue di
incontro. Nessuno si dà appuntamento in una sala «reale», ma tutti sono in contatto, e spesso
contemporaneamente, in maniera virtuale17.
Vi sono inoltre attività virtuali di istituzioni accademiche e di biblioteche consultabili on-line;
agenzie e servizi informativi delle varie Chiese e religioni, oltre che degli organi di informa-
zione interna (ad esempio bollettini) di movimenti, gruppi, associazioni, sètte, che trovano a-
depti nelle parti più diverse del mondo. Gli strumenti telematici permettono la creazione di
15
Marco Menicocci, La Rete delle Religioni, in Storiadelmondo, n. 33 del 28 marzo 2005 in
www.storiadelmondo.com/, consultato il 2/06/08. Storiadelmondo è un periodico telematico di Storia e
Scienze Umane.
Vedi anche Sacro modem sul sito alamein.antrocom.it/, consultato il 12/07/08, curato dallo stesso autore.
16
Marco Menicocci, ibidem.
17
Antonio Spadaro S.I., ibidem.
11
aperture virtuali di realtà reali che non siano soltanto “vetrine” e molti siti-vetrina contengono
al loro interno queste forme di apertura o comunque consentono di accedervi.
Nella Rete possono poi nascere e proliferare realtà religiose unicamente virtuali prive di refe-
renti in luoghi, istituzioni e gruppi reali. La Rete, non avendo limiti o censure ideologiche,
permette la diffusione di qualunque idea o di qualunque credo praticamente a costo zero. Ci
sono alcune realtà virtuali che rispecchiano realtà reali senza divenirne una pura interfaccia
web, come il sito Vidimusdominum dei giovani membri di Ordini e Congregazioni religiose, il
quale dà forma virtuale a una comunità che non ha una dimensione “reale” e visibile. Vi è per-
sino una forma di vita religiosa – non ufficiale – che ha una presenza solo virtuale: l’OMFSI
(Ordre monastique des frères et sœurs par l’internet). Si trovano inoltre biblioteche esclusi-
vamente virtuali, gruppi di preghiera virtuali, spontanei o legati a monasteri o ad altre istitu-
zioni.
Ancora: in Rete si trovano anche metafore di luoghi dotati normalmente di una dimensione re-
ligiosa o sacra: cyber-cimiteri, dove si possono persino accendere lumini virtuali o lasciare
messaggi, cyber-cappelle, forme di cyber-celebrazioni per le quali si è ipotizzata anche una
sorta di computer-altare o una specie di “telepresenza reale”, cyber-case di esercizi spirituali e
così via. Il computer diventa così il mezzo per accedere ad uno spazio di preghiera virtuale18.
È doveroso un avvertimento: nel corso di questo lavoro cercheremo di fornire classificazioni,
statistiche, panoramiche sulle realtà – particolarmente italiane – che pullulano nella Rete. Oc-
corre tuttavia ricordare che il fenomeno si presenta di fatto come “inclassificabile” proprio
perché in costante mutamento: ogni giorno siti nascono, altri spariscono dalla Rete, altri si
spostano o cambiano denominazione.
Ma come navigano gli internauti del sacro? Spadaro individua tre modalità di navigazione:
a) una specie di consultazione “televisiva” o minimamente interattiva. Il televisore fornisce
immagini e non è possibile un’interazione diretta tra chi sta al di là dello schermo e chi sta al
di qua. Esistono anche siti che presentano animazioni e spettacoli; è possibile inoltre fruire di
alcuni programmi televisivi (come nel caso di Sat2000) tramite streaming video, o scaricare
musica, ascoltare la radio e costruire un proprio personale palinsesto;
b) entrare in comunicazione virtuale unidirezionale,
c) o in interazione virtuale bi- o multi-direzionale. In questo caso la Rete svolge il suo com-
18
Cfr. Antonio Spadaro S.I., ibidem.
12
pito più proprio: connettere e permettere scambi reciproci tra persone in maniera interattiva:
- “sincrona”, ad esempio per l’insegnamento/catechesi a distanza o per incontri di gruppo o
per momenti di preghiera tra persone che vivono in varie parti del pianeta o che talora profes-
sano addirittura fedi differenti;
- “asincrona”, principalmente per forum, newsgroup e mailing list. La Rete permette la crea-
zione di legami nuovi tra le persone e la realizzazione di riunioni di gruppi virtuali e altre ini-
ziative con un coinvolgimento costante. Alcuni monasteri, anche di clausura, usano questi
mezzi per ricevere richieste di preghiera (anche da parte di persone non praticanti o “lontane”
dalla fede) o di dialogo spirituale.
Nella Rete si nota una crescita di bisogni spirituali che la religione tradizionale riesce a soddi-
sfare solo in minima parte. Secondo alcune statistiche, il 25% degli internauti statunitensi use-
rebbe la Rete almeno una volta alla settimana in cerca di risposte ai propri interrogativi reli-
giosi, e per quasi il 50% degli internauti la religiosità è qualcosa di «importante».
Spadaro osserva come l’uomo alla ricerca di Dio si può sedere davanti a uno schermo ed en-
trare in Internet. Navigando lo sguardo è orientato dal tatto: il mouse è guidato dalla mano, la
quale quindi guida anche lo sguardo. Egli si domanda quali effetti avranno sull’esperienza del
sacro la conoscenza che passa dal visivo al tattile e la dimensione interattiva. L’opinione di
Spadaro è alquanto impietosa e forse non del tutto condivisibile: occorrerebbe disporre di dati
reali relativi ai percorsi di navigazione – cosa praticamente impossibile se non attraverso un
sondaggio ad amplissimo raggio – per potersi pronunciare con qualche fondamento:
La possibile futura direzione è lo sviluppo di una sensibilità «neo-gnostica». È la mano a gui-
dare e gestire la visione in una logica di «apparizione», che può non essere senza conseguenze
in un contesto di self service dell’anima. In tal modo ci si illude che il sacro o il religioso sia
«a portata di mouse»: basta un click per passare da un sito di neo-stregoneria a quello di
un’apparizione mariana, oppure da un tempio neo-pagano a un sito di cristiani tradizionalisti.
La Rete, proprio grazie al fatto che è in grado di contenere tutto, facilmente può essere para-
gonata a una sorta di grande supermarket del religioso (che è dunque «mercato», con tutte le
conseguenze di tipo economico del caso: promozione e vendita di oggetti, diete, servizi di cul-
to, musica, gadget, immagini, consulenze e truffe di vario genere), in cui è possibile trovare
ogni genere di «prodotto» religioso con grande facilità: dalle riflessioni più serie e valide alle
religioni che una persona annoiata si inventa per gioco e ai nuovi «messia». Ciascuno può at-
tingere dalla Rete non secondo reali esigenze spirituali, ma secondo bisogni – talvolta anche
indotti – da soddisfare19.
Egli passa quindi ad analizzare alcune delle motivazioni che spingono un utente a cercare il
“sacro” in Internet. Un primo bisogno sembra essere il «benessere spirituale», a prescindere
19
Antonio Spadaro S.I., ibidem.
13
da domande sui valori o sui significati profondi della vita.
L’Autore rileva come stia emergendo una “spiritualità” che ha i tratti dell’esperienza multi-
mediale e iper-testuale. Si tratta della spiritualità delle cosiddette “cybereligioni” o “religioni
di rete”: il neopaganesimo, il tecnopaganesimo, il tecnosciamanesimo, il tecnobuddismo, i
culti ecologici tecno-spirituali. Internet è infatti anche incubatrice di forme nuove di religiosi-
tà che considerano la Rete come uno “spazio sacro”. Ma è proprio osservando questi siti che è
anche possibile cogliere il profondo bisogno di Dio che c’è nel cuore umano, «seppure vissuto
in maniera spesso alienante e distorta. La Rete dunque è spazio di discernimento e di missio-
ne: evaderla significherebbe venir meno a una sfida impegnativa e importante»20. Tuttavia –
continua – ci si illude che il sacro resti «a disposizione» di un «consumatore» nel momento
del bisogno.
Il cristiano, in realtà, non è mai un «consumatore di servizi religiosi», e il cristianesimo si au-
tocomprende come portatore di un messaggio, quello della morte e risurrezione di Cristo, resi-
stente alle assimilazioni e «scandaloso». Una presenza cristiana in Rete deve far leva dunque
su questa resistenza, sul fatto che la parola del Vangelo scuote, non serve semplicemente a
«far star bene» e, al contrario, rischia sul serio di mettere in crisi le coscienze, cioè di «far star
male»21.
La Rete può essere anche luogo di dialogo spirituale. Navigando è possibile che si realizzi un
contatto tra persone in ricerca o tra fedeli di religioni differenti; si possono incontrare membri
di sètte (talora anche sataniche) o simpatizzanti di spiritualità new age. È il tipo di rapporto
che si crea in Rete che spinge a stringere queste relazioni. Si tratta di un rapporto che presenta
elementi contraddittori. È anonimo e impersonale, ma forse proprio per questo può diventare
molto confidenziale e sfociare addirittura in un vero accompagnamento spirituale anche al di
fuori dello schermo, nella vita reale.
Infine, la Rete può anche aprire al dialogo interreligioso e teologico, o per lo meno favorirlo:
L’articolazione critica e la mediazione del sapere della fede, che è il compito primo della teo-
logia, si realizza sempre in un contesto di pensiero, di linguaggio, di immagini, di cultura e
dunque di «comunicazione» (cfr Redemptoris missio, n. 37 c). La Rete realizza una mutazione
nel modo di vivere le istanze di comunicazione e di comunione. Pensiamo alla comunicazione
costante tra persone che lavorano a una stessa idea e che però abitano in varie parti del mondo
e non si conoscono personalmente. Esse realizzano tra loro, se entrano in relazione forte, una
sorta di «coscienza comune». Ciò certamente ha ricadute in ambito teologico, tanto più se la
comunicazione avviene tra persone che per cultura e formazione usano metafore, immagini e
linguaggi differenti per dire Dio e la fede22.
20
Antonio Spadaro S.I., ibidem.
21
Antonio Spadaro S.I., ibidem.
22
Antonio Spadaro S.I., ibidem.
14
Prima di concludere ci sembra utile soffermarci brevemente sul panorama delle grandi reli-
gioni monoteiste: l’Ebraismo, le Chiese cristiane e l’Islam. Si osserva che la presenza in rete
dei siti, portali, metasiti e risorse che fanno capo a queste religioni è in costante aumento23; la
Chiesa Cattolica verrà considerata separatamente nei prossimi capitoli.
Il rabbino Colombo, responsabile religioso della Scuola ebraica di Milano, sostiene che
Internet è fondamentale per la cultura ebraica - da sempre attraversata dal problema della di-
spersione geografica dei fedeli e della lontananza dalla Terra Santa - perché elimina molte
barriere geopolitiche. Egli osserva come, anche se l’Ebraismo ortodosso stia muovendo una
grossa polemica nei confronti di Internet e dei suoi aspetti deteriori, molti siti ebraici siano vi-
sitati anche da non ebrei, il che contribuisce a migliorare la conoscenza di tale religione24.
Anche la presenza di siti delle Chiese Evangeliche e delle Chiese Ortodosse sta assumendo
dimensioni sempre più estese e ramificate.
Circa l’Islam, si riscontra un doppio atteggiamento: l'Islam non ha simpatia verso i grandi
simboli del capitalismo occidentale, tra i quali c’è anche Internet. Tuttavia, i musulmani uti-
lizzano la rete con estrema disinvoltura per condividere la propria spiritualità e per diffondere
i propri comunicati. Come conferma a Panorama Online il capo della Moschea di Milano, Al
Shaikh Abdu-r-Rahman (Rosario Pasquini prima della conversione), Internet è uno strumento
utilissimo, che tiene uniti i fratelli musulmani, consentendo di superare le distanze. La pre-
ghiera resta nella moschea e nello spirito dei fedeli, ma Internet è un grande mezzo di comu-
nicazione25.
Uno sguardo anche sommario alle risorse di queste religioni permette di rilevare la notevole
disparità di approccio che emerge dai siti specifici di ogni area religiosa considerata, a pre-
scindere dalle differenze che si riscontrano ancora all’interno di ciascuna area. Diversi sono
gli autori modello e gli utenti modello, quindi anche i simulacri degli emittenti e quelli dei de-
stinatari, come pure i progetti comunicativi.
Le differenze che si rilevano tra i siti di una matrice religiosa rispetto alle altre, sono tali da
consentire di riconoscere dei veri e propri generi di comunicazione web26 a seconda che que-
sta provenga dalle Chiese ortodosse, da quelle riformate, dall’Ebraismo o dall’Islam.
23
È possibile reperire in rete parecchie risorse in italiano sulla presenza di tali religioni in internet, risorse che
segnaliamo, a titolo ovviamente non esaustivo, nell’Appendice 4 a pag. 227.
24
Cfr. archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001001133, articolo del 24/01/2002, consultato il 16/09/08.
25
Cfr. ibidem.
26
Sui generi comunicativi vedi la Conclusione a pag. 206.
15
È, questa, una considerazione che meriterebbe di essere sviluppata attraverso uno studio che si
focalizzasse sul confronto fra le strategie enunciazionali proprie delle varie correnti religiose,
e che ne mettesse in rilievo differenze ed eventuali affinità, individuando ed approfondendo i
diversi generi comunicativi.
Ovviamente non è possibile farlo in questa sede, in quanto ci porterebbe fuori dai fini prefis-
sati, ma siamo dell’avviso che da un simile filone d’indagine deriverebbero con ogni probabi-
lità interessanti informazioni sulle modalità espressive specifiche delle diverse aree religiose
e, di conseguenza, anche sulle loro caratteristiche culturali.