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INTRODUZIONE
I progressi e le sfide delle popolazioni indigene in America Latina
Indios è un termine totalizzante di una realtà umana di per sé varia e caleidoscopica, quella dei
popoli indigeni appunto.
Ad oggi nel modo esistono circa 5000 gruppi indigeni diversi
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. La regione in cui, per
composizione storica e stratificazione etnica, possiamo trovarne la maggioranza è senza dubbio
l’America Latina
2
.
A causa della loro eterogeneità etnica e culturale definire il termine indigeni o l’espressione
popoli indigeni è molto difficile.
In particolare, non è possibile qualificarli in termini geografici o etnografici precisi e definiti;
sembra, dunque, più corretto definire tali popolazioni adottando un approccio di tipo storico
individuando, quindi, come elemento distintivo e identificativo la condizione discriminante e
subalterna da loro subita durante il periodo coloniale e post-coloniale
3
.
I popoli indigeni, infatti, fin da subito vennero considerati ed etichettati come barbari, inferiori
o miserabili e questa impostazione ha, prima, limitato e, poi, privato loro di alcuni diritti e di
alcune opportunità importanti.
La situazione di emarginazione e oppressione da loro subita è stata fin da subito accompagnata
da un atteggiamento di resistenza soggettiva che ha consentito a queste popolazioni di
sopravvivere fino ad oggi, evitando così il possibile rischio di assimilazione o di estinzione.
Riconoscimento (della diversità) è la parola chiave che ricorre maggiormente nelle istanze
indigene degli ultimi anni; essa porta con sé il riconoscimento di un sistema giuridico, diverso
da quello dominante nei singoli ordinamenti giuridici nazionali
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, e impone un passaggio da una
cittadinanza integrata, vale a dire una cittadinanza fondata su una prospettiva protezionistica e
assimilazionista che mira all’inserimento degli indigeni e delle minoranze nel contesto socio-
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Essi costituiscono il 4% della popolazione mondiale e rappresentano il 90% della diversità culturale
presente sul nostro pianeta.
Roberta Riggio, Le attività delle organizzazioni internazionali sul tema indigeno, Aracne, 2009 in
Fabio Marcelli (a cura di), I diritti dei popoli indigeni, Aracne, 2009, p. 265
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Dei 300/350 milioni di indigeni stimati, circa 35 milioni vivono nelle Americhe, dei quali 33 milioni
nel solo subcontinente latino-americano con una varietà etnica, linguistica e culturale enorme.
Secondo l’Organizzazione Panamericana della sanità ad oggi si contano 400 gruppi etnici diversi.
Roberta Riggio, Le attività delle organizzazioni internazionali sul tema indigeno, Aracne, 2009 in
Fabio Marcelli (a cura di), I diritti dei popoli indigeni, Aracne, 2009, p. 265
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Fabio Marcelli, I diritti dei popoli indigeni, Aracne, 2009, p. 21
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Sabrina Lanni, I diritti dei popoli indigeni in America Latina, Edizioni Scientifiche Italiane, 2011, p.
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giuridico della società nazionale, a una cittadinanza differenziata o multietnica incarnata nel
riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni, in modo particolare quelli inerenti l’identità e
l’ambito collettivo.
Invero, il riconoscimento dei diritti indigeni, sebbene fondamentale, di per sé non è sufficiente;
esso, infatti, deve trovare un riscontro concreto nelle singole realtà che lo hanno promosso ed è
proprio questo uno dei traguardi fondamentali a cui aspira la scienza giuridica latino-americana
nel XXI secolo.
Un ruolo molto importante nella lotta per il riconoscimento e la tutela dei diritti dei popoli
indigeni e nel conseguimento di determinati risultati in termini di accesso alle risorse, lotta alla
discriminazione e partecipazione politica è stato ricoperto da diverse organizzazioni nazionali
e internazionali, tra le quali a partire dagli anni ’70 spiccano le Nazioni Unite con la costruzione
dei primi gruppi di lavoro specializzati, come ad esempio l’Instituto Indigenista Interamericano
e, in Brasile, la Fundação Nacional do Índio.
Sempre nell’ambito delle Nazioni Unite, l’Organizzazione Internazionale del lavoro (OIL) ha
promosso sin dalla sua creazione moltissime attività a favore dei popoli indigeni e tribali,
l’esempio più progredito del suo impegno è costituito dalla Convenzione 107 del 1957 sui
popoli indigeni e tribali, sostituita in seguito dalla Convenzione 169 del 1989
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. Entrambe
verranno prese in considerazione e analizzate nel seguente elaborato.
L’obiettivo di questi documenti era quello di assicurare due principi fondamentali: il rispetto
delle culture, dei modi di vita e delle istituzioni tradizionali e l’effettiva partecipazione dei
popoli indigeni alle decisioni che le interessano da vicino.
Il documento più importante in materia è però rappresentato, senza dubbio, dalla Dichiarazione
Onu sui diritti dei popoli indigeni
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. Essa rappresenta il punto culminante di una lunga
elaborazione in materia ed è stata fortemente voluta dalla maggior parte degli Stati.
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Alla stesura di tale Convenzione hanno collaborato l'Organizzazione delle Nazioni Unite per
l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO), l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la
Scienza e la Cultura (UNESCO), l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'Istituto Indigenista
Interamericano (III).
Vedere l’ottavo Preambolo della Convenzione.
https://assets.survivalinternational.org/documents/700/testo-convenzione-ilo169-survival.pdf
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Tale Dichiarazione è stata approvata il 13 Settembre 2007 con il voto favorevole di 143 stati, 11
astensioni e 4 voti contrari. Com’è noto, tale Dichiarazione, muove dalla risoluzione dell’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite e non ha di per sé forza vincolante. Tuttavia, essa rappresenta un parametro
fondamentale per i singoli paesi latinoamericani, in relazione al riconoscimento in ambito
sovranazionale dei diritti dei popoli indigeni.
Testo dichiarazione: http://www.gfbv.it/3dossier/diritto/univ-indig-it.html
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Tale Dichiarazione, al di là dei diritti umani generalmente riconosciuti agli individui, contiene
il riconoscimento di alcuni diritti particolari, che fanno riferimento alla specifica situazione
indigena. In particolare, riconosce i diritti attinenti al principio di non discriminazione, i diritti
collegati al principio di autodeterminazione, i diritti relativi alla protezione dell’identità
culturale e i diritti connessi alla protezione della proprietà.
La Dichiarazione, inoltre, ha segnalato la necessità urgente di una rifondazione dei singoli
ordinamenti nazionali in modo tale da renderli idonei a riconoscere i diritti indigeni appena
menzionati.
Attualmente, all’interno dei singoli ordinamenti latinoamericani, si concentrano le esperienze
più avanzate e significative in materia indigena. Le loro esperienze, la loro cultura e la loro
diversità sono considerate importanti valori da conservare, tutelare e rispettare.
Il seguente elaborato si concentrerà sul tema del riconoscimento dei diritti dei popoli indigeni
nel contesto latino-americano e, in particolare, nell’esperienza brasiliana.
Nel primo capitolo verrà presentato un quadro generale della legislazione nazionale,
internazionale e continentale vigente in Brasile relativamente alle popolazioni indigene e alla
tutela dei loro diritti umani fondamentali.
In particolare, verranno analizzate le prime leggi e le prime protezioni emanate dal governo
brasiliano riguardanti le diverse comunità indigene presenti sul territorio.
Le costituzioni e le leggi brasiliane hanno sempre contenuto un richiamo agli indigeni, anche
se l’approccio adottato nei loro confronti è cambiato radicalmente nel corso degli anni.
Le prime normative in materia, infatti, venivano approvate da parlamenti che non avevano
rappresentanti indigeni e adottavano un approccio integrazionista ed omogeneizzante, fondato
sull’idea che l’indigeno, in quanto selvaggio e incapace, dovesse essere integrato nella società
civilizzata, perché migliore. La differenza etnica e culturale dei popoli indigeni, quindi, veniva
riconosciuta, ma allo stesso tempo considerata inferiore.
Questo approccio è rimasto inalterato fino al 1988, quando venne emanata la nuova
Costituzione federale, tutt’oggi in vigore.
Essa è molto importante perché per la prima volta nella storia brasiliana ha riconosciuto i diritti
delle comunità indigene presenti sul territorio, ad eccezione del loro diritto “vitale” alla
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proprietà della terra
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, e nei loro confronti ha abbandonato il paradigma assimilazionista
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per
lasciare spazio al paradigma dell’interazione, basato sul riconoscimento e l’accettazione della
diversità culturale e storica delle diverse popolazioni. Ha dato quindi al paese una nuova
struttura multiculturale e plurietnica.
Lo Stato brasiliano, inoltre, ha ratificato molte delle convenzioni internazionali e continentali
riguardanti il tema della protezione e della salvaguardia dei popoli indigeni e dei loro diritti
umani fondamentali. Esse verranno analizzate nella seconda parte del primo capitolo.
Nel secondo capitolo si passerà all’analisi di un caso concreto: la storia della comunità indigena
Xukuru, situata a nord-est del Brasile.
Quella degli Xukuru do Ororuba è una storia di periferia, una storia di sofferenza e resistenza
sociale comune a tante altre popolazioni indigene.
Essa può essere considerata il simbolo della lotta, che coinvolge l’intera popolazione indigena
mondiale, finalizzata al rispetto dei diritti umani fondamentali e che si concretizza nel tentativo
di recuperare le loro terre ancestrali occupate dai piccoli proprietari e fazendeiros; i quali, agli
albori del XVII secolo, iniziarono a sfruttare la manodopera dei popoli nativi nelle piantagioni
o negli allevamenti di bestiame impiantati con il sopruso, il tutto con la totale indifferenza e il
sostegno da parte del governo federale.
Gli Xukuru grazie alla loro mobilitazione sono riusciti a riconquistare un’area pari all’85% del
totale della terra in cui originariamente vivevano, circa 2.775 ettari.
È un’incredibile conquista se pensiamo che fino al 1989 questo popolo occupava solo il 4% di
essa.
Il caso del popolo Xukuru, inoltre, è particolarmente significativo e rilevante perché il mancato
rispetto dei loro diritti umani fondamentali, da parte dello Stato brasiliano, venne denunciato
alla Corte interamericana dei diritti dell’uomo e portato, quindi, in sede penale.
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Ai popoli indigeni è riconosciuto il diritto al possesso della loro terra ancestrale (essi quindi possono
beneficiare dei suoi frutti), ma la proprietà definitiva resta del governo federale.
Il Brasile è l’unico stato del continente latino-americano a non avere riconosciuto il diritto vitale dei
popoli indigeni al possesso dei loro territori ancestrali, violando così la normativa internazionale a
riguardo.
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Logica in base alla quale gli indigeni sono soggetti deboli e pertanto meritevoli di specifici interventi
giuridici, da parte dello stato, a favore di un loro acculturamento e inserimento all’interno della società
“sviluppata”.
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Dopo un’attenta analisi del caso, il 5 Febbraio 2018 la Corte emanò la sentenza finale
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; una
sentenza per certi aspetti storica in cui lo Stato brasiliano venne condannato e accusato di non
tutelare e rispettare adeguatamente i popoli indigeni e i loro diritti umani fondamentali
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.
Venne obbligato a trovare provvedimenti e soluzioni utili a risolvere nell’immediato il
problema e a donare al popolo Xukuru un milione di dollari a titolo di risarcimento per tutto
quello che è stato costretto a subire e sopportare.
La storia del popolo Xukuru dimostra che il mero riconoscimento a livello formale dei diritti
dei popoli indigeni non basta a garantire la loro sopravvivenza. È necessario un impegno
costante e attivo da parte degli Stati nazionali, attraverso una campagna pubblica mirata,
coordinata e adeguata.
Parlare e denunciare questi episodi, di mancato rispetto dei diritti fondamentali e aggressioni
commesse ai danni dei popoli indigeni, è utile al fine di evitare il ripetersi di situazioni analoghe
e raggiungere, quindi, l’obiettivo del mantenimento della pace e della sicurezza, sia a livello
nazionale che internazionale.
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CIDH, Caso Pueblo Indígena Xucuru y sus miembros vs Brasil, Sentenza 5 Febbraio 2018, Serie C
No. 346
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In particolare, durante la sentenza lo Stato brasiliano venne accusato di aver violato il diritto di
proprietà collettiva e il diritto alle garanzie e alle tutele giudiziarie dei popoli indigeni.
Diritti assicurati sia dalla Costituzione federale che dalla Convenzione Onu sui diritti dei popoli indigeni,
firmata e ratificata dal Brasile.