4) Strato corneo che è formato da cellule ormai morte e disidratate. Vengono trasformate in scaglie
cornee laminari che gradualmente si staccano.
Nell'epidermide oltre ai cheratinociti sono presenti altri tipi cellulari: i melanociti che sono
responsabili della produzione dei pigmenti melaninici; le cellule di langerhans che appartengono
alla linea monocito-macrofagica e partecipano ai processi difensivi della cute; le cellule di Merkel
che sono associate alla funzione di ricezione sensitiva.
Queste cellule non subiscono la citomorfosi cornea.
1.2 La giunzione dermo-epidermica
È un tipo molto complesso di lamina basale. Separa sia fisicamente che funzionalmente
l'epidermide dal derma. è formata da una lamina densa, detta anche lamina basale ( 20-50 nm di
spessore ), debolmente elettronopaca e con struttura microfibrillare (collagene di tipo IV e V), e da
una lamina lucida trasparente agli elettroni e di spessore simile alla prima. È posta tra la lamina
densa e la membrana delle cellule basali dell'epidermide.
Esistono dei filamenti di ancoraggio che dalla membrana cellulare si portano alla lamina densa
attraversando la lamina lucida. La lamina lucida contiene numerose glicoproteine che mantengono
l'adesione cellulare (la laminina, l'antigene del pemfigoide bolloso, la fibronectina e l'eparansolfato
che funge da barriera selettiva per gli ioni).
La lamina densa ha un aspetto granulo-filamentoso ed è formata da microfibrille di collagene di tipo
IV ( in un arrangiamento tridimensionale reticolare ), e collagene di tipo V, i quali forniscono un
supporto strutturale e funzionano come filtro-barriera, impedendo il passaggio di sostanze a P.M.
superiore a 40.000. Dalla faccia dermica della lamina densa si staccano fibrille di ancoraggio che
hanno diametro di 20-75 nm. .Sono di natura collagene, e formano arcate.
Dalla lamina densa partono anche fibre oxitalaniche(elastiche) che si portano nel derma.
Le cellule basali dell' epidermide sono ancorate alla membrana basale per mezzo di emidesmosomi.
Dal lato extra cellulare di ogni emidesmosoma si dipartono i filamenti di ancoraggio diretti alla
lamina densa.
Le strutture che formano la membrana basale sono formate dalle cellule basali dell' epidermide,
mentre le fibrille di ancoraggio collagene e le fibre oxitalaniche sono prodotte dai fibroblasti.
1.3 IL DERMA
Il derma, detto anche corion, è una lamina di tessuto connettivo denso a fasci intrecciati, ha uno
spessore variabile a seconda della regione corporea, in media 1-2 mm.
In profondità si continua senza limiti con il connettivo lasso dell' ipoderma.
Il derma è suddivisibile in uno strato papillare a contatto con l'epidermide, e uno strato reticolare
più profondo .
Lo strato papillare è formato da rilievi conici o laminari dette papille dermiche .Esse sono accolte in
depressioni dell' epidermide la quale forma zaffi che penetrano nel derma .
Le papille sono piccole e poco numerose, tranne che a livello delle regioni di cute glabra e di poche
altre, dove sono più numerose e di dimensioni maggiori, fittamente stipate, e con decorso uguale
alle creste epidermiche della superficie.
Il connettivo papillare è meno denso che in profondità, scarseggiano le fibre elastiche e numerosi
sono i capillari sanguiferi e le terminazioni nervose, che possono essere complesse come nei
corpuscoli di Meissner. Vi è un numero maggiore di cellule che non nello strato reticolare, con il
quale continua senza limiti .
Lo strato reticolare è formato da robusti fasci di fibre collagene intrecciati. Hanno una disposizione
parallela alla superficie libera della cute.
L'orientamento dei fasci non è costante, ma varia da regione a regione, e determina traiettori di
resistenza (linee di Langer).
Lo strato reticolare è ricco di fibre elastiche, numerose attorno ai follicoli piliferi, agli adenomeri
delle ghiandole.
I fasci connetivali profondi dello strato reticolare danno origine ad ampie maglie nei cui spazi si
trovano lobuli adiposi e glomeruli ghiandolari.
In profondità lo strato reticolare è ancorato più o meno saldamente alla fascia superficiale del corpo
per mezzo del connettivo lasso dell'ipoderma.
Il derma ospita, soprattutto nello strato papillare, mastociti, macrofagi e fibroblasti.
I fibroblasti rappresentano il tipo cellulare più comune e producono i vari tipi di collagene e di
elastina.
Producono anche collagenasi e fibronectina, a cui è dovuto lo stretto rapporto tra fibroblasto e
matrice extracellulare. Hanno forma varia e si adattano agli spazi tra i fasci fibrosi del derma.
Hanno uno sviluppato reticolo endoplasmatico granulare, larghe cisterne, e molti complessi di
Golgi.
I macrofagi sono cellule della linea monocitaria privi di capacità mitotica. Sono provvisti di
recettori di superficie per il complemento (C3) e per la porzione costante delle IgG.
Sono morfologicamente molto simili ai fibroblasti.
Hanno un sistema lisosomiale molto sviluppato e producono enzimi idrolitici come la fosfatasi
acida e varie esterasi, lisozima e anche perossidi e superossidi, per le difese contro i microrganismi.
Possono fagocitare numerosi granuli di melanina (melanofori).
I macrofagi intervengono nelle reazioni di difesa immunitaria, presentando l'antigene alle cellule
immunocompetente.
I mastociti sono comuni in tutto il derma, più spesso attorno ai vasi sanguigni dei plessi
sottopapillari. Possono contenere numerosi granuli che contengono sostanze come l'eparina, che
forma la matrice, e istamina. Quest'ultima aumenta la permeabilità capillare e induce
vasodilatazione, mentre l'eparina ha spiccata azione anti coagulante.
I mastociti intervengono nelle reazioni di ipersensibilità di tipo immediato.
1.4 IL COMPLESSO PILO-SEBACEO
I peli sono filamenti cornei flessibili che coprono tutta la superficie del corpo tranne che le regioni
di pelle glabra . Hanno una funzione protettiva ormai ridotta nella specie umana, mentre conservano
funzione di recettori tattili e valore ornamentale e sessuale. La lunghezza, la forma e distribuzione
dei peli variano da regione a regione e da individuo ad individuo. I più corti non sporgono dalla
superficie cutanea (palpebra), mentre i più lunghi possono superare il metro (capelli); possono avere
sezione circolare o ellittica, con diametro da 5 um a mezzo mm. Il numero dei peli (follicoli) è
definitivo alla nascita, in quanto non se ne formano di nuovi e, salvo casi patologici, non se ne
perdono. Si calcola che ve ne siano circa 5 milioni di cui 1 milione nella testa (150.00 nel solo
cuoio capelluto). Sono più numerosi sulla faccia (700 +- 40 per cmq), quindi vengono nell'ordine il
tronco (70 +- 10), l'arto superiore (65+-5) e l'arto inferiore (55 +-5).
Durante la vita fetale, il corpo è coperto di una fine lanugine che verrà sostituita entro i primi mesi
dalla nascita dal vello, formato da peli sottili che persisteranno in alcune regioni, mentre in altre
saranno sostituiti da peli terminali, più lunghi e grossolani dei precedenti. I peli terminali o
definitivi si trovano a livello del cuoio capelluto, delle ciglia e sopracciglia e, dopo la pubertà, a
livello del pube e delle ascelle, della faccia e del torace (nel maschio), nel vestibolo del naso
(vibrisse), e nel condotto uditivo esterno (tragi).
Il pelo vello è amidollato, solitamente non pigmentato, mentre il pelo terminale è in genere
midollato e pigmentato. Lo stesso follicolo può dare origine, in seguito a differenti sollecitazioni,
prevalentemente di tipo ormonale, all'uno e all'altro tipo di pelo .
Il complesso pilo-sebaceo consta di un pelo, inserito in una invaginazione della cute detta follicolo
pilifero, nella quale si apre il condotto escretore di una o più ghiandole sebacee. In alcune regioni
corporee (ascellare, ano-genitale, mammaria e palpebre), nel follicolo sboccano ghiandole
sudoripare apocrine.
Il pelo è sempre inclinato rispetto alla superficie cutanea, e può erigersi per la contrazione di un
muscolo erettore liscio, il quale partendo dal derma papillare, si inserisce sul follicolo al di sotto
della ghiandola sebacea. Il muscolo erettore, durante l'erezione del pelo contribuisce alla fuoriuscita
del sebo. Ne sono privi ciglia, vibrisse e tragi.
1.5 LA STRUTTURA DEL PELO
La porzione di pelo sporgente dalla superficie cutanea è detta fusto o scapo, mentre la parte accolta
nel follicolo è detta radice. Questa termina sul fondo del follicolo con un ingrossamento, il bulbo
pilifero, che avvolge a coppa una papilla dermica in cui sono presenti capillari e fibre nervose. Nei
peli più lunghi, come i capelli, il bulbo è sito nell'ipoderma.
La parete del follicolo pilifero è costituita da due strati, quello esterno rappresenta la guaina
connettivale, in continuità con il derma, ed è costituita da connettivo denso riccamente
vascolarizzato ed innervato (Fig. 2). Lo strato interno, o guaina epiteliale, aderisce alla radice del
pelo e consta a sua volta di una parte esterna e una parte interna. La guaina esterna della radice
corrisponde allo strato spinoso dell'epidermide e a livello del bulbo continuerà con le cellule del
pelo. La guaina interna della radice viene suddivisa in tre strati: la cuticola, più esterna e formata da
squamette cornee embricate; lo strato di Huxley, formato da due strati di cellule cornee appiattite e
nucleate; lo strato di Henle, con un solo strato di cellule poliedriche nucleate. Le cellule della
guaina interna contengono tricoialina morfologicamente, ma non biochimicamente, simile alla
cheratoialina dell'epidermide.
A livello del bulbo, le cellule epiteliali che rivestono la papilla (matrice del pelo) sono dotate di
intensa attività proliferativa: le cellule situate in corrispondenza dell'apice della papilla, rimarranno
poliedriche, e formeranno la midolla (o midollare), che si accrescerà nella parte centrale del pelo.
Queste cellule accumuleranno fasci di filamenti e granulazioni elettrondense, che sono state
interpretate come costituite da tricoialina o da una cheratina simile alla tricoialina. Le cellule della
matrice esterna e concentriche alle precedenti, moltiplicandosi, diventano affusolate e appiattite e,
cheratinizzando, formeranno la corteccia (o corticale), che può contenere granuli di pigmento. Le
cellule più periferiche della corteccia costituiranno la cuticola o epidermicola, formata da squamette
cornee embricate. La midolla manca nei peli vello.
Le cellule più periferiche della matrice, per finire, produrranno la guaina interna della radice, vista
più sopra, le cui cellule desquamano a livello dello sbocco delle ghiandole sebacee. Fra la cuticola
del pelo e l'epidermide del follicolo (guaina esterna), rimarrà quindi un sottile spazio in cui si
raccolgono il sebo e i detriti della guaina interna.
La colorazione dei peli
Nei soggetti bruni il colore del pelo è dovuto al pigmento melaninico trasferito alle cellule della
matrice dai melanociti situati presso la papilla dermica, mentre nei soggetti rossi manca
l'eumelanina e sono presenti feomelanina e carotene. Nel pelo biondo infine il pigmento melaninico
(feomelanina) è presente solo nella corteccia.
L'incanutimento dipende dalla cessazione nella produzione di pigmento e dall'accumulo di bollicine
d'aria tra le cellule del pelo. Il colore dei peli dipende inoltre dalla quantità e densità di pigmento
nella corteccia (e quindi dall'assorbimento della luce), ma anche dalla riflessione causata dallo stato
della superficie del pelo, e infine dalla rifrazione dovuta alla presenza di bollicine d'aria nella sua
parete, soprattutto a livello della midolla.
1.6 Le ghiandole sebacee
Presso la superficie cutanea, nel follicolo pilifero si apre il condotto escretore di una o più ghiandole
sebacee, formate da due o più (fino a 20) acini sacciformi. In alcune regioni cutanee (piccole labbra,
glande, margine libero delle labbra e capezzolo), le ghiandole sebacee sboccano indipendentemente
dai peli. Sono più voluminose e numerose nel cuoio capelluto, nel viso, nelle aree ano genitali e
nelle parti superiori del torace e del dorso (aree seborroiche), dove variano da 400 a 900/cmq, ma
come per altri annessi cutanei, esiste una notevole variabilità individuale.
Gli acini ghiandolari sono costituiti da una massa solida di cellule, circondata da una membrana
basale.
La vascolarizzazione e l'innervazione non sono molto sviluppate.
Le cellule periferiche dell'acino sono poliedriche e di piccole dimensioni, senza peculiari
caratteristiche ultrastrutturali. Le cellule intermedie sono invece ricche di reticolo endoplasmatico
liscio e di gocciole lipidiche, che man mano si fondono, portando alla degenerazione le cellule più
centrali.
Il sebo risulta dunque costituito, oltre che dal secreto lipidico, anche dai residui delle cellule morte.
Queste verranno man mano sostituite per la proliferazione delle cellule periferiche. Il ciclo vitale di
una cellula sebacea è di circa 14 giorni.
La composizione del sebo è la seguente:
gliceridi e acidi grassi liberi 57,5%
cere esterificate 26,0%
squalene 12,0%
estere del colesterolo 3,0%
colesterolo 1,5%
Il sebo ha funzione di lubrificante per i peli e l'epidermide e di protezione dall'umidità e dalla
siccità. Contribuisce alla costituzione del film idrolipidico cutaneo, la sottile pellicola protettiva
della cute che, per il suo pH lievemente acido, ha azione antibatterica e fungostatica.
L'eliminazione del sebo nel follicolo pilifero è continua, e può essere aiutata dalla contrazione del
muscolo pilo-erettore con cui gli acini vengono a contatto. La produzione di sebo varia con l'età ed
è soggetta al controllo ormonale.
1.7 IL MUSCOLO PILO-ERETTORE
Il muscolo erettore del pelo è un fascetto di fibrocellule muscolari lisce che nasce a livello dello
strato papillare del derma con fascetti elastici e collageni e, con direzione obliqua, si porta in
profondità per inserirsi sulla parte media o inferiore della parete del follicolo pilifero.
Nel punto d' inserzione si ha un rigonfiamento del follicolo denominato bulge.
La presenza del bulge determina la divisone del follicolo nella permanent zone e nella transient
zone. La permanent zone è la parte più distale del follicolo, e deve il suo nome alla presenza
permanente del pelo, anche durante la fase di catagen.
La transient zone, che è la parte prossimale del follicolo, durante la catagen gradualmente si svuota.
Il muscolo pilo-erettore durante il suo decorso prende stretto rapporto con il polo inferiore degli
acini delle ghiandole sebacee annesse al follicolo.
Il muscolo erettore è innervato da fibre simpatiche: la sua contrazione, oltre a provocare la
orripilazione, contribuisce alla fuoriuscita del sebo dalle ghiandole per compressione.