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ABSTRACT – ITALIANO
Lo studio di una lingua straniera si fa sempre più presente nella nostra società
multilinguistica e con un‟economia globale. Come cittadino europeo è indispensabile
conoscere almeno una lingua comunitaria oltre la propria madrelingua.
La scuola primaria è il luogo di un primo contatto con una lingua straniera, l‟inglese nel
caso dell‟Italia, e, inoltre, si colloca nel periodo di maggiore plasticità cerebrale per
l‟apprendimento linguistico del bambino.
La scuola primaria italiana è anche luogo di sviluppo personale per ogni alunno e di
valorizzazione delle differenze individuali. La scuola di oggi, muovendosi sulla strada
dell‟inclusione, deve rispondere a una vasta gamma di special needs e prevedere la
possibilità di partecipazione e apprendimento per tutti.
Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di illustrare l‟importanza
dell‟insegnamento/apprendimento della lingua inglese riguardante i bambini con
bisogni educativi speciali.
Ricerche europee ed extraeuropee hanno rilevato l‟importanza dell‟apprendimento di
una lingua straniera in età precoce anche per gli alunni con special needs, ed esperienze
relativamente all‟Italia dimostrano altrettanto la sua validità.
Sono numerosi i benefici che un alunno con bisogni educativi speciali può
ottenere/ricavare grazie all‟insegnamento linguistico. La partecipazione alle lezioni di
lingua straniera presenta un momento di integrazione importante per gli alunni, in
quanto le modalità di insegnamento linguistico nella scuola primaria sono molteplici e
riguardano approcci molto adatti alle differenze che caratterizzano una classe. La
dimensione ludica, quella della musica, l‟approccio multisensoriale, e attività che
coinvolgono il corpo, risultano particolarmente stimolante per alunni con special needs.
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ABSTRACT – ENGLISH
Language learning is becoming more and more important in a multilingual society and
with the global economy. As European citizens it is fundamental to know at least one
other language of the community, as well as our mother tongue.
Primary school is the place of first contact with a foreign Language, English in the case
of Italy, and it is also positioned in the critical period of language learning for every
child.
The object of primary school is to promote personal development and to valorize
individual differences. School, moving towards inclusion, has to respond to different
special needs and to guarantee participation and learning to everyone.
The aim of this paper is to explain the importance of learning and teaching English as a
foreign language related to children with special needs.
Research carried out in Europe and other countries has shown the importance of
learning foreign languages when young also for disabled students, and the Italian
experience confirms it.
Language learning can have multiple benefits for children with disabilities and special
needs. Participating at foreign language lessons is a moment of important integration as
language teaching methodologies are appropriate for overcoming differences in a class.
Games, role play, music, a multisensory approach and physical activities are stimulating
for children, particularly for those with special needs.
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ABSTRACT – DEUTSCH
Das Erlernen einer Fremdsprache ist in unserer heutigen multilinguistischen und
globalen Gesellschaft von größter Wichtigkeit. Als Europäer ist es, abgesehen von der
eigenen Muttersprache, unumgänglich wenigstens eine weitere Amtssprache zu
beherrschen.
Die Grundschule ist für viele Kinder der Ort einer ersten Begegnung mit einer
Fremdsprache, Englisch im Fall Italien, und betrifft den Zeitraum in dem Kinder für den
Sprachenerwerb sehr aufnahmefähig sind.
Das didaktische Ziel der Grundschule ist es, die persönliche Entwicklung des Kindes zu
fördern und individuelle Unterschiede aufzuwerten. Schule, auf dem Weg zur Inklusion,
muss Kinder mit sonderpädagogischen Förderbedarf berücksichtigen und die Teilnahme
am Unterricht für alle ermöglichen.
Ziel dieser Arbeit ist es auf die Wichtigkeit des Fremdsprachenunterrichts auch für
Schüler mit sonderpädagogischen Förderbedarf hinzuweisen.
Untersuchungen in Europa und Ländern außerhalb Europas haben ergeben, dass der
Sprachenerwerb für Kinder mit Förderbedarf schon in der Grundstufe von größter
Wichtigkeit ist; dies bestätigen verschiedene, wenn auch nur einzelne Erfahrungen in
Italien.
Das Erlernen von Fremdsprachen kann mehrere Vorteile mit sich bringen und die
Teilnahme am Unterricht ist ausschlaggebend, da sie einen wichtigen Moment für
Integration darstellt. Die Unterrichtsmethoden, die charakteristisch für den
Fremdsprachenunterricht an der Grundschule sind, sind effektiv um auf die
Unterschiede der Kinder einzugehen. Spiele, Musik, Bewegung und Aktivitäten, die alle
Sinne ansprechen, sind stimulierend für Kinder mit Förderbedarf.
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INTRODUZIONE
L‟insegnamento/apprendimento della lingua inglese e l‟integrazione scolastica dei
bambini disabili1 sono i due punti chiave di questo lavoro. Di solito, durante gli anni di
studio ognuno inizia a sviluppare un interesse o una simpatia verso una materia
piuttosto che verso un‟altra. Sono sempre stata affascinata dall‟insegnamento delle
lingue straniere e nel corso degli anni ho sviluppato un particolare interesse per la
didattica/pedagogia speciale. Il mio interesse personale e lo studio più approfondito
durante gli anni universitari delle due tematiche in questione, mi ha spinto a coniugarle
e ad analizzare il loro punto di incontro.
L‟apprendimento delle lingue rappresenta un aspetto molto importante nella mia vita e
mi ha accompagnato durante i miei anni di studo. Cresciuta in una società bilingue2 e
frequentando la scuola tedesca3 ho iniziato a studiare l‟italiano a partire dalla seconda
classe della scuola primaria. La lingua italiana viene insegnata come L2 nella scuola
tedesca, ma in realtà spesso è vissuta come straniera. Il mio uso dell‟italiano si limitava
quasi esclusivamente al contesto scolastico. In seguito ho imparato l‟inglese, prima per
piacere personale e poi a partire dalla scuola secondaria superiore. La scelta di
proseguire gli studi a Firenze, e quindi non nella mia madrelingua era una sfida. Una
sfida al mio “pesudobilinguismo”.
Mentre frequentavo l‟università ho deciso di partecipare al programma di scambio
“Erasmus” e di continuare gli studi per quattro mesi in Inghilterra. Entrare in contatto
con un‟altra lingua e una cultura differente mi ha sempre affascinato. A Bath, cittadina
1
Userò il termine disabile in quanto, personalmente, lo ritengo più adeguato per definire persone in
situazione di Handicap (legge 104/1992). Il termine bisogni educativi speciali usato in seguito, prenderà
in considerazione tutti i bambini che in qualche modo rappresentano delle difficoltà a scuola, anche
bambini che non hanno una certificazione secondo il D.P.R. 24/2/94. Il termine bambini si riferisce in
ugual modo ai bambini e alle bambine.
2
Secondo P.E. Balboni nella provincia di Bolzano, non sono le persone a essere bilingui, ma la società.
Le sfide di Babele, 2002, UTET Torino, p.222.
3
Nella provincia autonoma di Bolzano esistono tre sistemi scolastici diversi, quello tedesco, quello
italiano e quello ladino. Nei sistemi scolastici tedeschi e italiani viene insegnata la relativa lingua
straniera, in quello ladino vengono insegnate sia la lingua tedesca che quella italiana.
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inglese nel Sud-Ovest del Regno Unito ho avuto inoltre la possibilità di conoscere il
sistema universitario e scolastico inglese.
Studiare le lingue per me significa ampliare l‟orizzonte e sviluppare un‟autonomia.
Questo mio piacere personale lo vorrei trasmettere ai miei futuri allievi.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, l‟integrazione scolastica degli alunni disabili è
una delle sfide della scuola attuale e dovrebbe essere l‟interesse di tutti gli insegnanti,
curriculari e di sostegno. Questo è stato il motivo principale per il quale ho deciso di
conseguire la specializzazione per il sostegno.
Con la tesi di laurea vorrei mettere in relazione le conoscenze acquisite in questi due
ambiti menzionati sopra.
La situazione particolare dell‟Italia, quella dell‟abolizione completa delle classi
differenziali, in seguito alla legge 517/1977, implica che tutti gli alunni disabili si
trovano inseriti in una classe nella quale viene insegnata una lingua straniera, nel caso
della scuola primaria si tratta della lingua inglese.
Questo fatto ha sollevato diversi interrogativi: la lingua inglese viene insegnata a tutti i
bambini? Perché un bambino con difficoltà non dovrebbe studiare le lingue come tutti
gli altri? Ha senso studiare una seconda lingua, se un bambino ha difficoltà con la sua
madrelingua? In che modo viene insegnata la lingua a bambini con bisogni educativi
speciali? In che modo i bisogni educativi speciali possono influire sull‟apprendimento
delle lingue? Quali benefici può avere l‟apprendimento di una seconda lingua per un
alunno con bisogni educativi speciali? In che modo gli insegnanti possono adattare le
attività e i materiali ai bambini con bisogni educativi speciali?
Con questo lavoro vorrei indagare sul punto di incontro delle tematiche elencate in
precedenza e trovare delle risposte agli interrogativi emersi.
Numerose ricerche italiane riguardano le due tematiche, che però vengono trattate
sempre singolarmente. Perciò è necessario prendere in considerazione studi fatti
all‟estero, innanzitutto nell‟area anglofona.
Nel primo capitolo cercherò di fare un resoconto sull‟insegnamento/apprendimento
della lingua inglese, la lingua franca per eccellenza, nella scuola primaria italiana. A
Partendo dal Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue, passerò alla
situazione italiana, prendendo in considerazione la storia sull‟insegnamento delle lingue
e accennerò alle principali metodologie glottodidattiche, più o meno adeguate al
contesto della scuola primaria.
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Nel secondo capitolo illustrerò la situazione degli alunni con bisogni educativi speciali
nella scuola italiana, prendendo in considerazione la normativa e le modalità di
integrazione.
A partire da questi due poli, nel terzo capitolo, proverò a trovare un punto di incontro,
facendo riferimento a ricerche effettuate all‟estero e individuando in che modo
l‟insegnamento della lingua inglese e l‟integrazione degli alunni con bisogni educativi
speciali stanno in relazione. Significativa in questo caso, è stata la possibilità di assistere
a un corso di inglese per bambini disabili tenutosi ad Aulla (MS), un‟esperienza unica di
questo tipo in tutta l‟Italia.
Nel quarto e ultimo capitolo elaborerò i risultati delle interviste fatte a insegnanti di
lingua e di sostegno in varie scuole primarie dell‟area fiorentina.
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1. L’INSEGNAMENTO / APPRENDIMENTO DELLA
LINGUA STRANIERA NELLA SCUOLA PRIMARIA
L‟insegnamento/apprendimento delle lingue sta acquisendo sempre più importanza
negli ultimi decenni. Mentre prima la possibilità di entrare in contatto con persone
appartenenti ad un‟altra lingua era più limitata, nella società attuale l‟incontro fra le
lingue è all‟ordine del giorno. La globalizzazione e lo scambio tra le diverse culture
hanno comportato un interesse maggiore per la didattica delle lingue, e studiarle è
diventato una necessità. Esemplare è il caso dell‟Unione Europa, costituita ormai da
ventisette Paesi membro, molto diversi tra di loro per quanto riguarda la lingua e la
cultura, ma vicini geograficamente. L‟apertura di molte frontiere e la presenza di
relazioni e scambi sempre più intensi tra le varie nazioni, implicano l‟urgenza della
padronanza di altre lingue, oltre quella di appartenenza.
“L‟UE in primis ha come uno degli obiettivi principali la promozione del
multilinguismo. Per lavorare insieme gli europei non possono fare a meno delle lingue;
esse toccano l'essenza stessa dell'unità nella diversità, che caratterizza l'Unione europea.
Dobbiamo preservare e sostenere il patrimonio linguistico dei paesi europei, ma
dobbiamo anche comprenderci reciprocamente, comprendere i nostri vicini e i nostri
partner all'interno dell'UE. Parlare più lingue aumenta la competitività e la mobilità
delle imprese e dei cittadini. La Commissione europea deve presentare risultati ai
cittadini e per far ciò deve comunicare con loro in una lingua che capiscano.
Promuovere il multilinguismo è un modo eccellente per avvicinare tra loro i cittadini
europei e per consentire a tutti di accedere alle informazioni e di esprimere la propria
opinione.”4
Il presente capitolo è dedicato all‟insegnamento/apprendimento della lingua straniera
(LS) nella scuola primaria, che spesso è il luogo di un primo contatto con una lingua
straniera, anche se ormai ci sono numerose esperienze di insegnamento di una lingua
seconda già dalla scuola dell‟infanzia.
4
Leonard Orban, Commissionario europeo per le politiche linguistiche e il multilinguismo dal 2007, si
esprime così sul sito “Multilinguismo. Molte persone che parlano molte lingue” della Commissione
Europea: http://ec.europa.eu/commission_barroso/orban/index_it.htm (consultato il 27/05/2010).
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Prima di esaminare il ruolo delle lingue comunitarie nella scuola primaria italiana, è
fondamentale prendere in considerazione le indicazioni europee, che rappresentano un
quadro di riferimento per i singoli Stati membri. Dopo aver illustrato il quadro
normativo di riferimento si passerà all‟approfondimento delle principali metodologie di
insegnamento linguistico e all‟importanza degli approcci che mettono al centro del
percorso didattico l‟alunno, con tutti i suoi bisogni.
1.1. THE COMMON EUROPEAN FRAMEWORK OF REFERENCE
FOR LANGUAGE
The Common European Framework of Reference for Language5 rappresenta un quadro
di riferimento per tutti i paesi dell‟Unione Europea per quanto riguarda
l‟insegnamento/apprendimento delle lingue. L‟Unione Europea ha tra gli obiettivi
principali l‟abbattimento delle barriere linguistiche per facilitare la comunicazione tra
gli Stati. Ogni cittadino europeo dovrà conoscere oltre la propria lingua, almeno due
lingue comunitarie. A partire dagli anni Novanta l‟Unione Europea inizia a prendere
delle iniziative per promuovere la pluralità linguistica e la collaborazione e lo scambio
tra le nazioni attraverso il finanziamento di vari progetti (Balboni, 2002).
Il Common European Framework of Reference for Language del Consiglio d‟Europa è
l‟ultima tappa di un lungo percorso e funge da base comune di partenza per gli Stati
membri senza però avere un carattere prescrittivo. Nel Framework troviamo delle
indicazioni, applicabili a tutte le lingue comunitarie, riguardanti i curricoli scolastici, i
libri di testo e le prove di verifica (Bianchi, 2004).
Il documento non fa riferimento solamente alle competenze linguistiche specifiche, ma
prende in considerazione una gamma più vasta di aspetti che entrano in gioco nel
processo glottodidattico. Nel Framework si parla di un approccio orientato all‟azione
(action-oriented): “Language use, embracing language learning, comprises the actions
5
The Common European Framework of Reference for Language: learning, teaching, assessment. (Il
Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle Lingue) è un documento del Consiglio
d‟Europa pubblicato nel 2001. È reperibile in lingua inglese online:
http://www.coe.int/t/dg4/linguistic/Source/Framework_EN.pdf.
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performed by persons who as individuals and as social agents develop a range of
competences, both general and in particular communicative language competences.
They draw on the competences at their disposal in various contexts under various
conditions and under various constraints to engage in language activities involving
language processes to produce and/or receive texts in relation to themes in specific
domains, activating those strategies which seem most appropriate for carrying out the
tasks to be accomplished. The monitoring of these actions by the participants leads to
the reinforcement or modification of their competences.” (Framework, cap. 2, par 2.1)
L‟apprendimento di una lingua straniera non è un processo che comporta
esclusivamente lo sviluppo di competenze linguistiche o comunicative, ma in esso entra
in gioco una varietà di competenze generali, delle quali gli insegnanti devono tenere
conto. Il soggetto apprende, assume un ruolo attivo e si trova praticamente al centro del
processo didattico.
Il Framework stabilisce un legame tra competenze linguistiche e generali. L‟influenza
delle competenze acquisite precedentemente alla situazione didattica condiziona non
solo le competenze linguistiche ma anche quelle generali (Mazzotta, 2002).
Lo stretto collegamento delle competenze linguistiche e generali risulta significativo
anche per l‟apprendimento delle lingue nel caso dei bambini con bisogni educativi
speciali. Vedremo più avanti come il contatto con una lingua straniera può comportare
benefici non esclusivamente linguistico - comunicativi. Le attività didattiche mirate a
sviluppare l‟apprendimento linguistico possono essere utili per incrementare le
competenze generali.
Le competenze generali, di cui il Framework parla, sono tutte le competenze che
l‟apprendente ha sviluppato negli anni attraverso attività scolastiche ed extrascolastiche
e vengono distinte in:
1) saper essere: l‟immagine di sé e degli altri, i tratti del carattere (l‟estroversione,
la timidezza, ecc.), la motivazione, i valori, le credenze e gli stili cognitivi e
quindi tutti gli aspetti che sono caratterizzanti della personalità di una persona;
2) sapere: (conoscenze del mondo e competenze socio- e interculturali);
3) saper apprendere: (consapevolezza comunicativa e linguistica e capacità di
studio, di riconoscimento fonetico e consapevolezza metalinguistica);
4) saper fare: (abilità pratiche e interculturali).