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realtà ad un'altra come diceva Van Gennep, dai loro termini linguistici non sempre di
facile e immediata comprensione da parte di chi come me, ne sa ben poco di dialetti e
“modi di dire”, ma anche dall’”altro” linguaggio, quel linguaggio che gli operatori
aeroportuali utilizzano per comunicare tra loro, il noto LINGUAGGIO ICAO, una
sorta di “codice” che nasce da un vero e proprio alfabeto che tuttora si adatta
perfettamente a quello utilizzato giornalmente dalla nostra lingua; ed ancora i termini
che contraddistinguono le varie tipologie di passeggero, i cosiddetti FQTV frequent
flyer, ma anche perché il VIAGGIO è stato e continua ad essere una forza che
trasforma le personalità individuali, le mentalità ed i rapporti umani alterando le
identità personali, “il cosiddetto effetto del viaggio” come diceva Erik J.Leed in “The
Mind of the Traveler”….tutto ciò sommato ad un aspetto sociologico dei consumi,
legato all’attualità del principale aeroporto in Italia, il LEONARDO DA VINCI di
Fiumicino con la sua architettura luminosa ed innovativa, gli shops center ed i
giganteschi manifesti che nettamente contribuiscono ad enfatizzare ulteriormente la
sua immagine di grande spazio consumistico per giungere poi ad un breve cenno
riguardo la realtà del trasporto aereo che dopo l’11 Settembre ha subito un forte
mutamento….tutto questo in una semplice parola….IL TERMINAL…
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CAPITOLO1
1.1 Il Viaggio: una forza che muta il corso della storia umana
Molto spesso il viaggio è stato considerato come una forza che muta il corso della
storia umana in quanto un semplice spostamento nello spazio ha la capacità di
influenzare gli individui, plasmare i gruppi sociali e modificare quelle strutture di
significato che vengono da noi considerate “cultura”;
Il viaggio è una forza che trasforma le personalità individuali, le mentalità, i rapporti
sociali, che altera le identità personali che vengono tradizionalmente considerate
effetto del viaggio: insomma una sorta di attività creatrice di una “condizione”
umana.
Alcuni noti autori, come Arnold Van Gennep, Victor Turner e Mircea Eliade, hanno
osservato che il viaggio è un terreno di metafore di provenienza globale, un giardino
di simboli con cui si esprimono transizioni e trasformazioni di ogni genere tanto da
affermare che l’esperienza della mobilità umana può esprimere il significato della
morte ( “il trapasso”), la struttura della vita (“il cammino “ o “pellegrinaggio”) e
descrivere quindi i mutamenti della situazione sociale ed esistenziale in riti di
iniziazione ( i cosiddetti “riti di passaggio”).
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Van Gennep affermava:
“ Mi sembra importante che il passaggio da una posizione sociale ad un’altra sia
identificato con lo spostamento territoriale”
( Van Gennep “I Riti di passaggio”)
Il viaggio è una risorsa così importante nella spiegazione di transizioni non spaziali,
così utile per la visualizzazione di sequenze temporali e sociali, come il
raggiungimento della maturità, del matrimonio, l’andare in guerra, i mutamenti di
stagione, la morte; il viaggio è evidentemente un agente ed un modello di
trasformazione, una esperienza di mutamento continuo, familiare a tutti gli esseri
umani dal momento in cui acquisiscono la locomozione durante la prima infanzia.
Esso è un terreno comune di metafore perché è familiare a tutti gli esseri umani che si
muovono; proprio il carattere comune e familiare del viaggio umano è un problema
per chi voglia capire gli effetti del viaggio sugli individui, le società e le culture.
La storia del viaggio, evoca un passato in cui le cose erano diverse da come sono nel
presente, fornisce una prospettiva esterna e comparativa su ciò che è familiare, una
prospettiva dalla quale il familiare e il presente possono diventare qualcosa di
estraneo e quindi pensabile e discutibile.
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1.2 Il viaggio come ESPERIENZA
In una prima analisi il viaggio è innanzitutto “esperienza”: la radice indoeuropea
della parola “esperienza” è “PER”, interpretato nel senso di “tentare”, “mettere alla
prova”, “rischiare”, termini che si collegano al senso di “pericolo”.
Le piu’ antiche connotazioni di “Per” compaiono nei termini latini per Esperienza:
experior ed experimentum, da cui “esperimento”
Molti significati secondari di “Per” si riferiscono esplicitamente al moto:
“attraversare uno spazio”, “raggiungere una meta”, “andare fuori”. L’implicazione
del rischio presente in “pericolo” è evidente anche negli affini gotici di “Per” ( nei
quali la P diventa F): fern (far), “fare”, “fear”, “ferry”. Una delle parole tedesche che
significano “esperienza”, Erfahrung, viene dall’alto tedesco antico, irfaran:
“viaggiare”, uscire, traversare o vagare.
L’idea profondamente radicata che il viaggio sia un’esperienza che mette alla prova e
perfeziona il carattere del viaggiatore risulta chiara nell’aggettivo tedesco bewandert
che oggi vuol dire “sagace”, “esperto”, ma che originariamente nei testi del XV
secolo qualificava semplicemente chi “aveva viaggiato molto”.
In questo incrociarsi di parole e significati si può intravvedere una delle prime
concettualizzazioni del viaggio come un “sopportare” una prova, significati che
appaiono nel termine inglese travail (viaggio).
La concezione delle trasformazioni del viaggio come “mutamento”, che spoglia,
riduce e logora chi lo compie.
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Questo senso apparentemente negativo delle trasformazioni del transito (termine poi
preso in prestito nel “gergo aeroportuale”) come “riduzione” del viaggiatore pervade
l’epica antica del viaggio, fin dalla prima narrazione occidentale che appartiene a
questo genere, “L’EPOPEA DI GILGAMESH”, del 2900 a.C, in cui si presuppone
che il viaggio dell’eroe sia una fatica, un patimento, un pericolo che ha un effetto
fondamentalmente riduttivo sul personaggio che lo intraprende.
…perché sono emaciate le tue guancie, perché è così teso il tuo volto? Come mai vi è
disperazione nel tuo cuore e il tuo viso è come quello di chi ha compiuto un lungo
viaggio?….
…..fece un lungo viaggio, fu esausto, consunto dalla fatica; quando ritornò si riposò,
l’intera storia della terra incise….
(L’epopea di Gilgamesh)
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1.3 Tabella riassuntiva dei termini linguistici per “Esperienza”- “Viaggio”
LATINO: ESPERIMENTO
• experior
• experimentum
GOTICO: FARE
• fern
TEDESCO: ESPERIENZA
• erfahrung
TEDESCO: VIAGGIARE
• irfaran
INGLESE: VIAGGIO
• travail – travel
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1.4 Il Viaggio: prospettiva antica e moderna
Whiter shall I turn,
By road or pathway, or through trackless field,
Up hill or down, or shall some floating thing,
Upon the river point me out my course?
(Wordsworth, the Preludes)
Per gli antichi il viaggio aveva valore in quanto spiegava il fato umano e la necessità,
mentre i moderni lo esaltano come manifestazione di libertà e come fuga dalla
necessità e dallo scopo. Gli antichi vedevano il viaggio come una sofferenza, o
addirittura una punizione, mentre per i moderni è un piacere ed un mezzo per
ottenerne. Le epopee antiche di viaggi descrivono i movimenti con i quali individui,
in gruppo e spesso in armi, confermavano un certo ordine del mondo e dimostravano
la posizione che ricoprivano al suo interno, mentre per i moderni il viaggio porta alla
“scoperta”, permette di accedere a qualcosa di “nuovo”, originale e magari inatteso.
In generale per gli antichi il viaggio aveva valore soprattutto per spiegare il fato, o la
necessità, e come rivelazione di quelle forze che sostenevano, o plasmavano,
alteravano e governavano la sorte degli uomini.
I pericoli e le fatiche del viaggio rimangono, secondo l’antropologo Levi Strauss il
banco di prova dell’eroismo del viaggiatore anche se tuttavia oggi, la nuova
concezione del cosiddetto “traveler” risulta essere l’esatto contrario: l’accento infatti
si pone sul moderno discorso dei piaceri del viaggiatore anche se tuttavia secondo
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l’antropologo Camus, i suddetti piaceri non esistono e vengono a mancare per chi
viaggia con biglietti economici o senza biglietto. Per il moderno viaggiatore povero il
viaggio mantiene il suo carattere antico in quanto cio’ che da valore a questo è
proprio la paura, il fatto che in un certo momento, ci troviamo lontano dal nostro
paese, colti dalla paura e dal desiderio di tornare indietro, sotto la protezione delle
vecchie abitudini: subentra qui il “fattore ansia” come dicono gli psicologi.
Camus afferma ancora:
“ Non c’è piacere nel viaggiare ed io lo vedo come una occasione per affrontare una
prova spirituale….il piacere ci allontana da noi stessi, come la distrazione nel senso
pascaliano ci allontana da Dio.
Il viaggio che è come una scienza piu’ grande e grave, ci riporta a noi stessi.”
Il Viaggio tuttavia, secondo la concezione moderna, è una attività che ha la
caratteristica particolare di generare situazioni di socialità e socializzazione oltre ad
essere un mezzo di trasformazione delle identità sociali: esiste infatti una “forza”
della mobilità che influenza le realtà umane, formando dei caratteri comuni che
dovrebbero essere individuabili, nel nostro presente, nella nostra società dei
viaggiatori.
Il viaggio fornisce evidentemente un linguaggio comune dei rapporti umani ed è
proprio la trasformazione dell’individuo sociale nel viaggio, il diventare qualcun altro
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per mezzo del transito territoriale, la concezione di “viaggio della modernità”;
purtroppo lo “spostamento” è diventato un fatto così comune nell’esperienza di tutti i
giorni, (tuttavia legato ad una parte di individuo sociale), che non lo si considera
nemmeno piu’ come un qualcosa che possa portare a “mutamenti” reali del carattere.
Il Viaggio era e rimane ancora una sorta di “esperienza storica”, che crea una specie
di essere sociale sempre nuovo e sempre ricorrente: l’estraneo”….
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CAPITOLO 2
ASPETTI SOCIOLOGICI DELL’AEROPORTO COME LUOGO DI
CONSUMO
2.1 I cambiamenti negli ultimi anni
I cambiamenti degli ultimi anni nel settore aeronautico, come ad esempio
la liberalizzazione delle compagnie aeree, la loro forte concorrenza ma
anche successiva segmentazione in altre piccole società, hanno comportato
dei grandi cambiamenti per le compagnie aeree che non sempre hanno
generato aspetti positivi: prima problematica di grande interesse
chiaramente è stato l’aumento del prezzo del carburante , l’incremento del
costo del lavoro, la riduzione ai minimi termini in area Europea delle
sovvenzioni statali ( è il caso anche di Alitalia che proprio nel Settembre
del 2004 ha avuti ingenti problemi a livello di gestione economica) ed il
rallentamento della crescita economica hanno portato al fallimento di
alcune grandi compagnie aeree, è il caso di Volare Web oppure Air Europe
ormai acquistata da Alitalia Fly, oppure la SwissAir.
Sono strati proprio questi eventi che hanno dato il via ad una sistemazione
del settore aeroportuale: le Allenze Globali, già ne sono un esempio, ma
ancora di piu’ lo sviluppo del traffico delle cosiddette compagnie Low
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Cost come Ryan Air, assieme alla nascita di numerosi altri vettori ha
contribuito ad accellerare il processo di mutamento di un settore che forse
ogni giorno tende a crescere ed a migliorare(Star Alliance, Sky Team e
Wings rappresentano infatti il 58,4 % del mercato mondiale mentre nel
1995 soltanto Ryan Air, Fasy Buzz e Go operavano 18 rotte in Europa,
oggi nel 2005 sono servite oltre 700 rotte Europee come fa presente OAG
del maggio 2005)
E’ proprio tutto ciò che ha portato gli aeroporti ad adeguarsi cercando di
gestire l’efficienza e la qualità del servizio, fornendo attività ed assistenze
differenziate ed incrementare la loro quantità fino a far diventare la
moderna aerostazione qualcosa di differente: un ambiente stimolante per
coloro che viaggiano.
Sembra infatti che ormai l’aeroporto sia diventato l’icona della cultura del
consumo; l’aerostazione ha assunto grande importanza negli ultimi anni,
tanto da venire considerata uno spazio a se stante, lontano dal centro
cittadino con il quale ha in comune una moltitudine di attività e modi di
vivere la socialità: questo è il cosiddetto TERMINAL ciò fa mutare il
comune essere umano in quello che è il “passeggero” trasformazione nel
“diverso” nel “nuovo” permettendo di viaggiare ancor prima di partire.
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L’aeroporto quindi è una realtà spaziale che sempre piu’ assume una
centralità sociale e comunicativa tanto da farlo considerare una sorta di
città nella città: ricco infatti di attività commerciali, eventi, manifestazioni
artistiche e culturali che stimolano la mente e l’anima del passeggero.
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2.2 Breve accenno all’Aeroporto come luogo di consumo
A partire dalla Rivoluzione Industriale della seconda metà dell’800, le
merci si sono progressivamente “spettacolarizzate” hanno cioè amplificato
la loro capacità di comunicazione e di sorpresa negli individui, e
soprattutto, hanno usufruito delle possibilità offerte da particolari luoghi,
che hanno funzionato da veri palcoscenici.
Lo spettacolo legato alle merci è quindi da molto tempo legato a luoghi
particolari portando progressivamente questo fenomeno di
“spettacolarizzazione” delle merci ad avere dimensioni sempre piu’
rilevanti tanto da far trascorrere oggi nella vita quotidiana gran parte del
nostro tempo libero dentro spazi fortemente simbolici, che esercitano un
ruolo fortemente spettacolare e comunicativo, tanto da stimolare le attività
di acquisto di beni: è il caso ad esempio degli shops center aeroportuali o
delle semplici vetrine o ristoranti, mostre e musei allestiti spesso
saltuariamente nei grandi HUB italiani. Questi luoghi e spazi sono
percepiti come diversi da quelli quotidiani, risultano quasi magnetici come
afferma V.Codeluppi nel “Lo spettacolo della merce. I luoghi del consumo
dai passages a Disney World” Bompiani Milano 2000, in quanto si
frequentano questi spazi soprattutto per soddisfare dei desideri di consumo
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e comunicazione, qualcosa che si lega alla cultura e all’immaginario
collettivo portando questi luoghi, come la stessa aerostazione meta del
turismo internazionale, ad essere oggetto di crescenti attenzioni e
investimenti dei capitali pubblici e privati che operano nei settori del
turismo, dello spettacolo, del divertimento e della grande distribuzione
commerciale.
Questi ambienti sono costruiti al fine di coinvolgere del tutto l’essere
umano, lo spazio viene trasformato per permettere il coinvolgimento
emotivo e sensoriale del consumatore e per far questo l’architettura
comunica attraverso colori, immagini, sensazioni tattili, etc.
E’ proprio così oggi che l’ambiente di consumo come quello aeroportuale
non mette soltanto a disposizione del pubblico prodotti o servizi ma
diventa esso stesso messaggio, comunicazione e soprattutto momento di
socialità.