6
Introduzione
Dalla data della sua nascita, il 27 settembre 1825, col viaggio della Locomotion
tra Stockton On tees e Darlington in Inghilterra
1
, il treno, inteso come strumento
per il trasporto di passeggeri e merci, ha percorso un lungo tragitto.
Se nel primo periodo del suo utilizzo come mezzo di trasporto pubblico gli
imprenditori erano essenzialmente privati, con lo svilupparsi della tecnologia ed
un uso maggiormente diffuso (e la spinta data dall’utilizzo in tempi di
belligeranza
2
), i gestori hanno risentito sempre di più della presenza pubblica,
specialmente nell’Europa continentale. Agli inizi della storia della ferrovia
furono imprenditori come l’avvocato inglese William James o il costruttore
Robert Stephenson a dare un impulso in avanti in quel difficile passaggio tra la
realizzazione tecnica di un opera così complessa e la possibilità di creare le
condizioni per darne la fruizione ad un pubblico il più ampio possibile.
Quindi, tra il 1870 ed il 1880, in tutta Europa avvennero le grandi statalizzazioni
delle compagnie ferroviarie private, con la motivazione di preservare la funzione
pubblica del trasporto su rotaie che, se lasciato in mano di soli privati, avrebbe
mancato di collegare la aree economicamente meno sviluppate, dando così adito
all’esasperazione di quelle discrepanze geografiche e sociali di cui gli Stati di
fine ‘800 già sentivano il peso. L’economia di tipo industriale si è servita
puntualmente di un mezzo di trasporto economico, sicuro e di grande capacità,
sia per lo sviluppo dei grandi impianti produttivi in ogni parte del mondo che per
il trasporto passeggeri. Riguardo quest’ultimo punto è da rilevare come
inizialmente il treno venne usato soprattutto per coprire tragitti a lunga
percorrenza, mentre in aree urbane ancora poco concentrate lo si ritenne un
mezzo troppo costoso, ovviamente con riguardo ai costi di realizzazione
dell’infrastruttura.
1
D. Ross et al., The Encyclopaedia of Trains and Locomotives, San Diego, 2003.
2
Negli USA durante la guerra di secessione (1861-1865) le migliaia di chilometri di binari costruiti
aumentarono in maniera esponenziale, cfr. John Keegan, La maschera del comando, Milano, 2006, p.
180.
7
Sempre con riferimento alle prime fasi di sviluppo della rete ferroviaria nelle
aree oggi comunitarizzate, si deve sottolineare come gli scambi sia di materie
prime, sia di risorse umane non siano un fenomeno solo dei nostri tempi. Basti
pensare come agli albori della storia ferroviaria europea il settore fosse esclusiva
di due stati: Inghilterra e Belgio. Questi rifornivano di carbone rispettivamente
l’America ed il resto d’Europa, e gli esperti che formavano viaggiavano
all’estero ottenendo facilmente «concessioni per l’esercizio di lunghi tronchi di
strada ferrata, addestrando alla nuova impresa i giovani più dotati»
3
. In questo
modo nasce, nel 1874, anche la più longeva delle imprese ferroviarie italiane, le
Ferrovie Nord Milano, dalla collaborazione del belga Albert Vaucamp con gli
ingegneri Ambrogio Campiglio ed Emilio Bianchi per la costruzione e l’esercizio
di una linea ferroviaria con trazione a vapore che da Milano arrivi a Saronno.
Nel secolo scorso si può rilevare un andamento altalenante nell’utilizzazione e
nella crescita dei sistemi ferroviari nazionali; a periodi di grande sviluppo, come
dall’inizio del secolo fino alla fine della seconda guerra mondiale, si sono
succeduti momenti di maggior stasi, come dal secondo dopoguerra agli anni ‘80.
Ciò è dovuto a fattori diversissimi di natura politica, economica e tecnologica.
In Italia ad esempio il periodo d’oro delle ferrovie coincide con quello fascista.
Furono molti i miglioramenti della rete e dei servizi, quasi tutto il paese venne
collegato anche attraverso grandi opere, le quali erano spesso magnificate dal
regime secondo uno preciso schema politico di unificazione della cultura italiana.
Le ferrovie divennero uno dei simboli dell’ideologia al comando, del potere della
volontà del Duce e del Partito Fascista, tanto da rimanere impresso nel motto
secondo cui durante il fascismo i treni arrivavano in orario
4
.
Altri esempi di eventi storici che incisero profondamente sulla successiva
crescita delle ferrovie in Europa furono la contrapposizione dei due blocchi
durante la guerra fredda, oppure la creazione volontaria di specifiche tecniche
3
Cfr. F. Ogliani, Quando una gita costava due soldi in Storia dei trasporti italiani (volume Lombardia),
Milano, 1986.
4
Cfr. C. Pozzo, Il mito della velocità e la retorica del regime in Giuntini (a cura di), Il Treno, Milano,
1992.
8
diverse
5
tra Russia e Germania e tra Germania e Francia a cavallo delle due
guerre mondiali, al fine di ostacolare e rendere difficoltosa la logistica in seguito
a possibili invasioni
6
. Le conseguenze di tali scelte si riflettono ancora oggi sulle
differenze esistenti tra i materiali rotabili delle nazioni europee.
Nel secondo dopoguerra quindi si assistette ad un declino delle sorti della
ferrovia, quasi ovunque sopravanzata dall’avvento del trasporto stradale su
gomma, maggiormente conveniente e funzionale ad un economia in rapida
crescita. Il treno trovò in quel periodo il principale freno al suo sviluppo nella
ricostruzione della rete, dovuta ai pesanti bombardamenti e alle sue
caratteristiche tipiche di complessità tecnologica e mancanza di flessibilità
nell’utilizzo. A ciò si deve aggiungere una volontà politica poco lungimirante e
tesa a canalizzare i consumi della crescita post-bellica verso mezzi di trasporto
individuali e di largo consumo quali l’automobile.
In Italia, maggiormente che nelle altre regioni europee, si assunsero così scelte
favorevoli ad una dispendiosa crescita della rete stradale. Decisioni che ancora
pesano, non solo nel settore ferroviario, sul sistema dei trasporti, sotto profili sia
economico-sociali che di sostenibilità ambientale.
Altro fattore che spinse ad una minore utilizzazione della ferrovia, fu la crescita
del trasporto aereo. Questo la sostituì quasi totalmente nel comparto dei viaggi a
lunga percorrenza che attraversassero nazioni diverse, sorpassando un modo di
viaggiare che aveva trovato nell’Orient Express e in linee come la New York-San
Francisco o la (seppur solo parzialmente completata) Berlino-Baghdad la sua
massima realizzazione
7
.
Un dato rilevante per poter comprendere quanto le scelte di politica economica
ed industriale siano state determinanti in questo settore è che nel trentennio 1970-
5
Si tratta in particolare di differenze nello scartamento, ovvero la distanza intercorrente tra i lembi interni
delle due rotaie.
6
B. W. Tuchman, The Guns of August, Chicago, 1962, capitolo I.
7
Nel 1903 finanziata da un sindacato al cui capo si trovava la Deutsche Bank, venne costituita una società
che avrebbe dovuto collegare Berlino con Baghdad, rifornendo di petrolio in maniera diretta il cuore
industriale dell’Europa, non si realizzò mai completamente a causa degli interessi anglo-francesi a
mantenere il controllo del medio oriente attraverso il canale di Suez. Cfr D. Quataert, The Impact of the
Anatolian Railway on Turkish Transportation and the Provisioning of Istanbul, 1890-1908. In The
Business History Review, vol.51, n.2, 1977, p.139 e ss.
9
2000 ogni anno sono stati dismessi in media 600 km di binari, per contro
l’aumento annuo di strade è stato in media di 1200 km
8
.
Si assiste quindi ad uno scenario di monopolio statale in cui da un lato, per molti
anni l’uso della ferrovia è calato o comunque nella maggior parte dei paesi
europei non è cresciuto, causando così problemi di vario genere ed innestando un
circolo vizioso di mancanza di competitività nei confronti dell’aereo e della
gomma, i primi ad essere liberalizzati. Dall’altro nei tempi recenti ed in
controtendenza, è nata una forte volontà politica al riequilibrio delle quote di
mercato delle diverse modalità di trasporto.
Ma ciò da cui non si può prescindere nell’analizzare lo sviluppo dei trasporti
comunitari è che la necessità di mobilità, soprattutto dopo l’abbattimento delle
frontiere interne, è una priorità per i cittadini dell’Unione
9
(nel 1970 i km di
movimento per persona erano 17 al giorno, nel 1998 raddoppiavano a 35 km al
giorno). La situazione attuale, senza la necessaria armonizzazione delle regole di
sviluppo, non presenta un assetto ottimale nella ripartizione tra le diverse
modalità di trasporto e la scelta di come veicolare tali bisogni non può che essere
politica. Per questo motivo dall’inizio degli anni Novanta la Comunità, attraverso
la Commissione, si è mossa per cercare di razionalizzare la crescita dei trasporti
sia con riferimento alle reti che ai servizi, facendo di quest’azione l’obiettivo
principale della politica comunitaria del settore.
Ci si trova ora in una fase in cui l’azione di armonizzazione normativa, a seguito
dell’adozione delle direttive comunitarie in materia, è stata completata. La
liberalizzazione è in fase di sviluppo e le azioni di politica dei trasporti
divengono maggiormente efficaci.
Tuttavia se sulla carta l’apertura alla concorrenza è oramai completa, così non è
nella pratica. Spesso infatti gli operatori privati incontrano grosse difficoltà ad
8
Libro Bianco sui Trasporti del 2001, COM/2001/370, punto 1.B.2. Le ragioni di tali trend sono da
ritrovarsi nella spinta alla modernizzazione delle infrastrutture ferroviarie ed al declino che ha colpito la
ferrovia nei decenni tra il 1960 ed il 1990.
9
Ivi, orientamenti del Libro Bianco, punto 2.
10
entrare nel mercato dei trasporti ferroviari, specialmente nel comparto
passeggeri. Le ragioni di tali ostacoli si cercheranno qui di evidenziare.
11
Capitolo I
Le convenzioni e le istituzioni internazionali sul trasporto
ferroviario
La ferrovia ha una lunga e gloriosa tradizione nel trasporto internazionale di
passeggeri e merci. Sin dai primi viaggi transfrontalieri si è quindi sentita la
necessità di creare degli strumenti normativi e delle organizzazioni che
permettessero di rendere più sicuro ed agevole il trasporto, realizzando così le
condizioni perché vi fossero meno ostacoli possibili alla costruzione di
collegamenti per via ferrata.
E’ infatti un’esigenza sentita in tutto il mondo dei trasporti quella di delineare
una regolamentazione organica del trasporto internazionale, qualunque sia il
mezzo con il quale esso venga effettuato
10
.
Sono invero molte le istituzioni e le convenzioni internazionali che si occupano
di trasporti ferroviari; esse hanno membri e natura diversi, tuttavia convergono
nello scopo comune di migliorare la mobilità dei cittadini, sia in senso qualitativo
che quantitativo, assicurare uguali diritti a tutti i viaggiatori e proprietari di merce
trasportata, sviluppare il mercato del trasporto internazionale, migliorando il
quadro giuridico in cui si muovono gli operatori del settore.
La dottrina ha sottolineato come in questa specifica materia la regolamentazione
tenda naturalmente all’universalità, stante la dimensione tipicamente
internazionale della stessa attività da regolamentare
11
.
Viene sottolineato come la normativa di diritto uniforme rappresenti, per il
trasporto in ogni sua forma, la tecnica più adeguata di disciplina, in quanto
consente: «a) di offrire una adeguata regolamentazione a rapporti che per la loro
10
P.Ivaldi, Diritto uniforme dei trasporti e diritto internazionale privato, Milano, 1990, p. 42. Cfr. anche
A. Giannini, Studi sulle convenzioni di Berna sui trasporti ferroviari, Roma, 1935, p. 177 e ss.
11
S.M. Carbone, La disciplina giuridica del traffico marittimo internazionale, Bologna, 1982, p. 31
12
stessa natura sono destinati a non esaurirsi in tutti i loro elementi, oggettivi e
soggettivi, nell’ambito di operatività di un solo ordinamento; b) di evitare
l’aumento quantitativo dei conflitti di leggi e del conseguente pericolo di una
diversa valutazione di un identico fenomeno nell’ambito di ordinamenti diversi;
c) di favorire, nella maggior misura possibile, la preventiva e certa
individuazione delle norme materiali applicabili agli atti ed ai fatti che gravitano
intorno al fatto tecnico della navigazione»
12
(nel nostro caso in maniera analoga
al fatto tecnico del trasporto su rotaia).
1.1 La Convenzione di Berna del 1980 sul trasporto
internazionale per ferrovia
Risulta evidente analizzando le caratteristiche sopra enunciate come non possa
esservi un modo per regolare i trasporti ferroviari internazionali diverso dal
diritto uniforme, prova ne è il fatto che la prima Convenzione relativa al trasporto
ferroviario internazionale (COTIF) nasce il 14 ottobre 1890 ed è, seppure
attraverso una lunga serie di revisioni, l’antecedente diretta di quella tutt’ora in
vigore
13
.
In effetti tale Convenzione è la prima in assoluto nell’ambito dei trasporti
internazionali, ed è a suo modo emblematica in quanto nasce in un periodo molto
favorevole alla ferrovia. Questa, grazie al suo rapido sviluppo, ha avuto un
effetto rivoluzionario sul trasporto terrestre, tuttavia immediatamente e
contemporaneamente al suo svilupparsi «la diversità dei regimi giuridici
ferroviari applicabili ai trasporti ferroviari e la necessità di rispedire le merci ad
ogni frontiera costituiva un serio ostacolo allo sviluppo degli scambi
12
S.M. Carbone, La disciplina giuridica del traffico marittimo internazionale, cit., p. 32.
13
S.M. Carbone, M. Maresca, voce Trasporto (dir.int.priv.), in Enciclopedia del Diritto, vol. XLIV, p.
1227.
13
internazionali. E’ stata quindi forte la pressione economica per creare una
regolamentazione internazionale del contratto di trasporto ferroviario»
14
.
Il testo attualmente in vigore è il risultato dalle modifiche apportate alla
Convenzione di Berna del 1980 dal protocollo firmato a Vilnius il 3 giugno
1999. La data di entrata in vigore è stata il 1 luglio 2006, quando i due terzi degli
Stati membri hanno ratificato la Convenzione
15
.
Caratteristica principale di questa Convenzione è la sua flessibilità e la capacità
di adattarsi alle modificazioni economiche e tecnologiche del tempo
16
. Creata nel
1890 è stata modificata per la prima volta nel 1920, successivamente a Roma nel
1924 vennero introdotte le due convenzioni fondamentali: la Convenzione
internazionale sul trasporto merci per ferrovia (CIM)
17
e la Convenzione
internazionale sul trasporto passeggeri e bagagli per ferrovia (CIV)
18
.
In seguito la sede prescelta per le Convenzioni in materia è tornata ad essere,
come da tradizione, Berna, e, dopo una lunga serie di revisioni e modifiche
introdotte nel 1985, tutte le convenzioni in materia di contratti di trasporto
ferroviario sono state unificate nella COTIF.
Questa oggi comprende una parte istituzionale ed un Protocollo sui privilegi e le
immunità dell’Organizzazione intergovernativa per i trasporti ferroviari
internazionali (OTIF), quest’ultima è responsabile dell’attuazione della
convenzione ed è dotata di personalità giuridica.
Questa organizzazione ha avuto come predecessore l’Ufficio Centrale per il
Trasporto Internazionale su Rotaia fondato contemporaneamente alla prima
stesura della Convenzione nel 1893.
La revisione della Convenzione prevede che le proposte degli Stati membri
vengano analizzate da una Commissione di esperti, le decisioni di quest’ultima
entrano in vigore direttamente senza una ratifica da parte degli Stati, a meno che
14
G. Mutz, Le droit des transports internationaux ferroviaires, droit uniforme par excellence, in
International Uniform Law in Practice a cura dell’UNIDROIT, Roma-New York, 1988, p. 448.
15
COTIF 1999 enters into force, in European Transport Law, 2007, p. 5 e 137.
16
Ivi.
17
CIM: Convenzione internazionale per il trasporto di merci su ferrovia.
18
CIV: Convenzione internazionale per il trasporto di passeggeri e bagagli su ferrovia.
14
un certo numero di membri non si opponga precedentemente alla decisione della
Commissione.
Le due convenzioni del 1924 sul contratto di trasporto di merci e di persone sono
inserite nella COTIF in veste di Appendice, rispettivamente Appendice A: le
regole uniformi riguardanti il contratto di trasporto ferroviario di persone e
bagagli (CIV); e Appendice B: le regole uniformi sul trasporto internazionale
ferroviario di merci (CIM).
A queste si aggiungono ulteriori appendici (nella ferma della Convenzione di
Berna del 1980 erano invece in allegato):
• Appendice C concernente i le regole uniformi sui trasporti ferroviari
internazionali di merci pericolose (RID)
19
;
• Appendice D che regola i contratti di utilizzo di veicoli nel traffico
internazionale su rotaia (CUV)
20
;
• Appendice E sulle regole uniformi dei contratti di utilizzo delle
infrastrutture nel traffico internazionale ferroviario (CUI)
21
;
• Appendice F riguardante l’approvazione di standard tecnici e l’adozione
di previsioni tecniche uniformi applicabili al materiale rotabili da
utilizzarsi nei trasporti ferroviari internazionali (APTU)
22
;
• Appendice G che crea delle regole uniformi sull’ammissibilità alla
circolazione ed all’utilizzo del materiale rotabile relativamente al trasporto
internazionale (ATMF)
23
.
Gli Stati membri dell’organizzazione sono tutti i membri dell’Unione Europea,
alcuni paesi del medio Oriente e tre Stati nordafricani, per un totale di 42
membri
24
.
19
RID: Regole uniformi sul trasporto internazionale ferroviario di merci pericolose.
20
CUV: Regole uniformi sui contratti di utilizzazione dei veicoli nel traffico internazionale ferroviario.
21
CUI: Regole uniformi sui contratti di utilizzazione delle infrastrutture nel traffico internazionale
ferroviario.
22
APTU: Regole uniformi sulla validazione delle norme tecniche e l’adozione di prescrizioni tecniche
applicabili ai materiali ferroviari destinati ad essere utilizzati nel traffico internazionale.
23
ATMF: Regole uniformi sull’ammissione tecnica di materiale ferroviario usato nel traffico
internazionale.
24
Questa la lista degli Stati membri: Albania, Algeria, Austria, Belgium, Bosnia and Herzegovina,
Bulgaria, Croatia, Czech Republic, Denmark, Estonia, Finland, France, Germany, Greece, Hungary, Iran,