1
INTRODUZIONE
Nel corso del 2017 gli Stati Uniti d'America si sono trovati a confrontarsi sui temi molto
importanti del diritto d'immigrazione, in conseguenza di alcuni atti del neopresidente
Donald Trump che impedivano ai non cittadini, provenienti da determinati Paesi
stranieri, di entrare nel territorio americano allo scopo di proteggere la sicurezza
nazionale. Questi atti presidenziali, infatti, limitavano ai cittadini provenienti da Paesi a
maggioranza musulmana di entrare nel territorio statunitense, in quanto si temeva che
questi individui potessero avere dei legami con le organizzazioni terroristiche presenti
in queste Nazioni. In particolare, i tre atti presidenziali, che vengono chiamati Muslim
Ban o più neutralmente Travel Ban, hanno avuto forti conseguenze sulla situazione dei
non cittadini che da tempo vivono stabilmente ed in modo permanente nel territorio
statunitense.
Il presente elaborato cercherà, dunque, di offrire le nozioni generali in tema di diritto
dell'immigrazione statunitense in modo da comprendere meglio le questioni che sono
state sollevate con riguardo al Travel Ban del Governo Trump. Gli atti del Presidente
hanno, infatti, costretto dottrina e giurisprudenza al confronto sul tema del diritto di
immigrazione, e sulla difficile conciliazione della piena sovranità della Federazione
statunitense con la protezione dei diritti costituzionali fondamentali riconosciuti anche
ai non cittadini. Poiché le vicende del Travel Ban si sono susseguite in un arco
temporale piuttosto ristretto ed i casi discussi dalle corti sono stati molti, sarà utile
offrire a questo punto una rapida linea temporale delle maggiori vicende che quest'anno
sono accadute all'interno del territorio statunitense.
Il primo atto del neo Presidente Donald Trump a prendere il nome di Travel Ban é stato
l'executive order 13769 del 27 gennaio 2017 (anche noto come EO-1 o first Travel
Ban). Immediatamente dopo la sua emanazione iniziarono le prime proteste e i primi
scontri soprattutto nei principali aeroporti del Paese, tanto che già qualche giorno dopo i
primi giudici federali accolsero le richieste per bloccarne, almeno temporaneamente,
l'esecuzione in tutto il territorio federale. Una delle vicende giudiziarie più importanti é
stato il caso State of Washington v. Trump, che é anche diventato precedente sul tema,
citato anche dai successivi casi riguardanti il Travel Ban. Questo caso é stato deciso il 3
2
febbraio dalla Corte Distrettuale di Washington a sfavore del travel ban
1
, e questa
decisione é poi stata confermata il 9 febbraio anche dalla Corte d'Appello del Nono
Distretto
2
. A seguito delle decisioni sfavorevoli all'executive order di gennaio, il
Presidente Trump il 6 marzo 2017 ha emanato un nuovo executive order che revocava il
vecchio EO-1 e che correggeva le parti su cui i giudici avevano mostrato maggiori
perplessità. Così, il nuovo executive order 13780 (anche chiamato EO-2 o second
Travel Ban) cercava proprio di continuare a limitare l'entrata di alcune categorie di
stranieri considerati pericolosi per la sicurezza nazionale americana, modificando però
solamente quelle parti che erano state oggetto della diatriba giudiziaria del primo Travel
Ban. Anche questo secondo executive order é stato bloccato dai giudici nel caso State of
Hawaii v. Trump dalla Corte Distrettuale di Hawaii il 15 marzo
3
e dalla Corte d'Appello
del Nono Distretto il 12 giugno
4
. La vicenda giudiziaria del Travel Ban é approdata,
così, il 26 giugno 2017 davanti alla Corte Suprema con la richiesta di un writ of
certiorari da parte della difesa del Presidente Trump. Nella sua opinione del 12 giugno,
la Corte Suprema permetteva, con una decisione interlocutoria, al Travel Ban di
esplicare i suoi effetti facendo eccezione solo nei confronti di coloro che potevano
rivendicare "a credible claim of bona fide relationship with a person or entity in the
United States"
5
. Con questa decisione la Corte ha, dunque, escluso dall'applicazione
delle disposizioni del Travel Ban quei non cittadini che possono affermare di avere una
stretta connessione con la comunità ed il territorio statunitense, e cioé gli immigrati che
risiedono stabilmente nel territorio americano, i loro familiari, ed i rifugiati che sono già
in contatto formale con un'entità statunitense per richiedere l'ammissione. Nel frattempo
altre corti distrettuali e d'appello hanno continuato a decidere in maniera sfavorevole
all'EO-2, anche interpretando estensivamente la nozione di "bona fide relationship" così
da ricomprendere nell'eccezione al Travel Ban un numero maggiore di individui. Il
Presidente Trump, mentre la questione era pendente davanti alla Corte Suprema ed
attendeva di essere decisa, ha emanato il 24 settembre 2017 la Presidential
Proclamation 9645 che modificava i Paesi soggetti al ban. Il 24 ottobre é stato, invece,
1
STATE OF WASHINGTON V. TRUMP, U.S. District Court Western District of Washington,
Temporary Restraining Order, 2:17 cv-00141-JLR (W.D.Wash.), case no. 17-35105 (February 3, 2017).
2
STATE OF WASHINGTON V. TRUMP, U.S. Court of Appeals for the Ninth Circuit, Order, 2:17 cv-
00141-JLR (W.D.Wash.), case no. 17-35105 (February 9, 2017).
3
STATE OF HAWAII V. TRUMP, U.S. District Court for the District of Hawaii, Order granting motion
for Temporary Restraining Order, 2:17 cv-00050 DKW.KSC, case no. 17-15589 (March 15, 2017).
4
STATE OF HAWAII V. TRUMP, U.S. Court of Appeals for the Ninth Circuit, Opinion, 2:17 cv-00050
DKW.KSC, case no. 17-15589 (June 12, 2017).
5
582 U.S. ___, 12 (June 26, 2017)
3
promulgato un ulteriore executive order, il quale, riferendosi all'esclusiva situazione dei
rifugiati, recepiva l'eccezione della Corte Suprema con riferimento alla "bona fide
relationship" tra lo straniero ed il territorio statunitense. La Corte Suprema ha così
rimandato la sua decisione la discussione orale della questione al 6 dicembre 2017,
ritenendo adesso di dover fare riferimento anche al terzo Travel Ban.
Al fine di comprendere meglio le decisioni delle corti con riguardo ai diversi Travel Ban
e le distinzioni fatte nelle vicende giudiziarie dell'ultimo anno tra immigrati già stabiliti
nel territorio statunitense e stranieri non ancora ammessi, il presente elaborato darà
cognizione delle teorie che da decenni si confrontano sui temi del diritto
dell'immigrazione statunitense. Nella prima parte, infatti, si delineeranno le nozioni
basilari per comprendere chi siano i cittadini e chi siano i non cittadini, ed inoltre di
svolgerà anche una panoramica dell'evoluzione nel tempo del diritto dell'immigrazione
statunitense. Nella seconda parte, invece, si cercherà di comprendere perché le decisioni
delle corti sul Travel Ban parlano di plenary power doctrine, scoprendo se davvero il
Presidente sia legittimato a prendere questo tipo di decisioni oppure se questo tipo di
scelte debbano essere effettuate da altre istituzioni statunitensi. Nella parte terza si
cercherà di capire se gli atti del Presidente abbiano violato qualche diritto costituzionale
dei non cittadini, e, in particolare, si valuterà quali non cittadini possono rivendicare la
protezione riconosciuta dai diritti fondamentali del Bill of Rights e quali non cittadini,
invece, possano sperare nell'attribuzione di un mero privilegio. In questo modo, si
cercherà anche di capire se il giudizio delle corti nei casi del Travel Ban sia stato
improprio ed in violazione del principio di separazione dei poteri oppure se la revisione
giudiziaria sia sempre possibile, al fine di evitare eventuali abusi della discrezionalità da
parte degli organi politici.
PARTE PRIMA
NOZIONI GENERALI
7
CAPITOLO 1
NOZIONI GENERALI
1. L'IMMIGRATION LAW
Con il termine immigration law nell'ordinamento americano si fa riferimento a
quell'insieme di atti e norme federali che regolano il processo migratorio, cioé lo
spostamento di individui da un'area geografica ad un'altra. Il possedere delle norme che
regolano specificatamente questo fenomeno permette di controllare l'afflusso delle
persone in entrata attraverso delle regole che consentano l'ingresso solo a quegli
stranieri che possiedono determinate caratteristiche, ritenute necessarie per
l’ammissione negli Stati Uniti. Il diritto di immigrazione si impegna, pertanto, a mettere
a punto l'intero procedimento con cui uno straniero può essere legalmente ammesso, e
quindi i diversi tipi di permessi che possono garantire l'entrata degli stranieri nel
territorio americano, il loro tempo di permanenza e le condizioni che devono rispettare
durante il periodo in cui si trattengono nello Stato straniero (ad esempio se possano o
meno lavorare). Infine, gli organi pubblici della Federazione regolano anche il
procedimento che lo straniero deve seguire se decide di acquisire la cittadinanza per
diventare membro effettivo della comunità in cui risiede. Questa viene chiamata
cittadinanza per naturalizzazione
6
.
Il diritto immigratorio é, allora, un insieme di norme che regolano in particolare l'entrata
e le condizioni di permanenza degli stranieri in un territorio diverso da quello di propria
origine. Allo scopo, infatti, lo U.S. Code, cioé il testo normativo che raccoglie tutte le
leggi federali statunitensi, afferma che il termine "immigrant law" “includes this
chapter and all laws, conventions, and treaties of the United States relating to the
immigration, exclusion, deportation, expulsion, or removal of aliens”
7
. Generalmente la
possibilità di adottare questo tipo di atti in materia migratoria é data alla Federazione, in
quanto il controllo dei confini e delle frontiere é una delle caratteristiche fondamentali
della sovranità di ogni Stato.
6
CORNELL LAW SCHOOL, Wex Legal Information Institute (LII), Immigration Law: An Overview
<https://www.law.cornell.edu/wex/immigration>.
7
8 U.S. CODE, §1101, (17). OFFICE OF THE LAW REVISION COUNSEL, House of Representative,
United States Code <http://uscode.house.gov/>: "The United States Code is a consolidation and
codification by subject matter of the general and permanent laws of the United States. It is prepared by
the Office of the Law Revision Counsel of the United States House of Representatives".
8
Gli atti di cui, infatti, si compone il diritto migratorio americano vengono spesso distinti
in due macro categorie: la citizenship law e l'mmigration law. Le leggi sulla cittadinanza
(citizenship law) regolano l'accesso alla cittadinanza e sono attribuite alla competenza
del Congresso, in base all'articolo I della Costituzione americana (Naturalization
Clause)
8
. Le leggi sul diritto di immigrazione puro, cioé quelle che regolano l'entrata
degli stranieri nel territorio statunitense, sono, invece, affidate in base all'articolo II
della Costituzione americana
9
al Presidente
10
.
Spostandosi dal campo del diritto sostanziale a quello processuale, quando il diritto di
immigrazione approda davanti alle corti giurisdizionali può essere distinto tra casi che
riguardano l'immigrazione e casi di "alienage". I primi (immigration cases), che
riguardano il diritto di immigrazione puro, interessano in generale tre ambiti: la
cittadinanza, i procedimenti di inammissibilità degli stranieri oppure il procedimento di
allontanamento degli immigrati già presenti nel territorio della Federazione. Gli
alienage cases, invece, sono definiti in negativo e riguardano tutti gli altri casi
giurisprudenziali che colpiscono gli stranieri ma che si pongono al di fuori dei tre ambiti
sopra delineati
11
.
1.1. L'Evoluzione storica dell'Immigration Law
Nel corso della storia americana l'immigration law ha conosciuto una forte evoluzione.
La storia della legislazione americana nell'ambito del diritto immigratorio passa da una
ritrosia dei primi tempi verso gli stranieri ad una loro lenta ma progressiva inclusione,
fino ad arrivare a consentire loro una tutela anche costituzionalmente garantita, la quale
si basa sulla teoria dei diritti umani e della dignità che devono essere garantite da ogni
Stato civile a tutte le persone presenti nel suo territorio e che sono soggette alla sua
giurisdizione
12
.
8
Article I, Section 8, Clause 4 U.S. Constitution: "The Congress shall have power [...] to establish a
uniform rule of naturalization".
9
Article II, Section 3, Clause 4 U.S. Constitution: "He shall take care that the laws be faithfully
executed".
10
ALEXANDER ALEINIKOFF, Sovereignty studies in constitutional law: A comment, 17 Const.
Comment. 197, 199 (2000). STEPHEN H. LEGOMSKY, Immigration law and the principle of plenary
congressional power, Sup. Ct. Rev. 225, 256(1984): "for the purposed of my argument, the term
immigration law will be used to describe the body of law governing the admission and the expulsion of
aliens. [...] It should be distinguished from the more general law of alien's rights and obligations".
11
GEOFFREY HEREEN, Persons who are not the people: The changing rights of immigrants in the
United States, 44 Colum. Hum. Rts. L. Rev. 367, 370 nota 9 (2012-2013).
12
Sull'evoluzione della legislazione americana: CORNELL LAW SCHOOL, Wex Legal Information
Institute (LII), Immigration Law: An Overview, op. cit..; MALDWIN A. JONES, The Limits of Liberty.
American History, p. 1607-1980, Oxford University Press (1983). Sull'idea per cui ogni società deve
garantire a tutte le persone dei diritti minimi, connessi alla dignità umana: DAVID COLE, Are Foreign
9
Da sempre gli Stati Uniti sono considerati la terra degli immigrati e fin dall'inizio si
sono caratterizzate per essere un melting pot di diverse culture e religioni. É proprio
questo ciò che viene considerato il loro punto di forza, e cioè l'essere un Paese fondato
da immigrati e costituito dall'incontro di diverse culture, che convivendo assieme sono
nel tempo diventati un'unica entità. La popolazione è, dunque, vista come una ricchezza
che deve essere amministrata correttamente in quanto costituisce indispensabile risorsa
che non va assolutamente persa
13
.
Da principio, il primo flusso di immigrati che arrivò alle coste della nuova terra era in
prevalenza di nativi inglesi. Già intorno al 1600-1700 iniziarono ad arrivare le prime
ondate di immigrati non inglesi, ma pur sempre di origine europea. Nella maggior parte
dei casi si trattava di gruppi etnici e di sette religiose provenienti da Gran Bretagna,
Germania ed Irlanda, che scappavano alle persecuzioni dei gruppi politici di
maggioranza nei loro confronti, nei rispettivi territori di origine
14
. È chiaro quindi, come
il territorio americano si sia da subito caratterizzato per essere un'incontro tra le più
diverse culture e religioni. La maggioranza degli stati che componevano questo nuovo
territorio adottò un sistema di conformismo religioso, che richiedeva l'adesione alla
religione di stato, professata dalla maggioranza politica. Altri stati, invece, affermarono
fin da subito una forte libertà religiosa, tracciando una linea di separazione tra Chiesa e
Stato (questi stati erano Rhode Island, Pennsylvania, Delaware e New Jersey). Anche se
il Nuovo Mondo era stato colonizzato in prevalenza da adepti di dottrine religiose
secessioniste, che provenivano da diverse Nazioni e che condividevano diverse
ideologie, la tolleranza religiosa non riuscì a diventare una caratteristica fondamentale
dei nuovi territori scoperti
15
. Inoltre, in aggiunta a questi immigrati di origine europea,
alle coste americane iniziarono ad arrivare anche nuovi gruppi etnici grazie al
commercio degli schiavi, che com'é noto provenivano generalmente dall'Africa
16
. Ebbe
così inizio il periodo di espansione dei territori del nuovo mondo colonizzato attraverso
l'avanzamento verso l'ovest americano, il che giustificava la necessità di una crescita
demografica e consentiva di guardare all'immigrazione in modo favorevole
17
.
Nationals Entitled to the Same Constitutional Rights as Citizens?, 25 T Jefferson L. Rev., 367 (2002-
2003).
13
MALDWIN A. JONES, The Limits of Liberty. American History, op. cit., p. 23.
14
Ivi, p. 24. THOMAS HARRISON REED, Forms and functions of American Government, 445, 446
(World Book Company, rev. ed., 1923).
15
MALDWIN A. JONES, The Limits of Liberty. American History, op. cit., p. 30.
16
Ivi, p. 25.
17
Ivi, p. 26.
10
In realtà il mescolarsi tra loro di queste diverse culture era pressoché assente, poiché
ognuno dei diversi gruppi etnici che popolavano il territorio statunitense tendeva a
vivere distinto dagli altri, in aree separate nelle quali applicava ai membri della sua
comunità le proprie regole
18
. Gli immigrati, residenti stabilmente nei nuovi territori
americani non si definivano come un unico popolo, ma piuttosto pensavano a sé stessi
come ai membri appartenenti alla piccola comunità o etnia di cui facevano parte e di cui
condividevano le usanze culturali. All'epoca, infatti, il termine "americano” aveva solo
connotazione geografica, cioè era usato per identificare un soggetto che risiedeva
stabilmente in quel determinato continente, situato oltre oceano
19
. In questo contesto
primordiale non c'era alcuna necessità di pensare ad un diritto immigratorio, cioè a leggi
e norme con cui regolare l'afflusso, seppur vasto, di immigrati. La traversata Europa-
America, infatti, era talmente difficile che si considerava come una sorta di selezione
naturale, la quale consentiva l'ingresso nelle colonie americane solo a coloro che erano i
più forti e i più valorosi, e che dunque si sarebbero meglio adattati alle condizioni di
vita nel nuovo continente
20
.
Tra il 1850 ed il 1920 l'America ha vissuto l'età della migrazione di massa, la più grande
mai vissuta, la quale ha portato l'ingresso di nuovi migranti, con culture, lingue e
religioni molto diverse tra loro. In questo periodo, infatti, non arrivarono alle coste
americane solo soggetti di origine europea, ma anche persone di nazionalità asiatica ed
est europea
21
. La mass migration era ha portato alle coste americane un nuovo tipo di
stranieri di culture ed etnie diverse: molti arrivarono dall'Europa sud-orientale, molti
altri dall'Asia, in conseguenza di mutazioni di carattere economico-sociale nei loro
Paesi di origine. Molti cercavano fortuna nel continente americano in seguito alla crisi
dell'agricoltura ed all'avvento della rivoluzione industriale, molti altri volevano evitare il
servizio militare obbligatorio, ed altri ancora, come gli ebrei-russi, erano costretti a
scappare alle persecuzioni religiose
22
. I nuovi immigrati venivano impiegati nei lavori
più duri e sgradevoli, così da essere sfruttati per ore ed ore in ambienti malsani e
pericolosi. Ciascun gruppo di immigrati tendeva a concentrarsi in una determinata area
della città, anche al fine di rimanere più vicino a coloro che condividevano le sue stesse
18
Ivi, p. 24.
19
Ivi, p. 27.
20
Ibidem.
21
NATHAN NUNN, NANCY QIAN, and SANDRA SEQUIERA, Migrants and the making of America:
The short- and long-run effects of immigration during the age of mass migration (The Cato Institute, May
31, 2017) <https://www.cato.org/publications/research-briefs-economic-policy/migrants-making-america-
short-long-run-effects>.
22
Ivi, p. 289.
11
origini. In questo modo si creò, però, il sistema padrone/boss, per cui i nuovi arrivati,
aiutati dai propri connazionali nella ricerca di un lavoro, entravano a far parte di un
sistema di subappalto di mano d'opera, simile al sistema schiavista
23
.
In questo nuovo contesto, emerse la necessità di creare norme che regolassero
l'immigrazione, e queste regole inizialmente determinarono una distinzione tra cittadini
e stranieri. Il diritto di immigrazione americano é, infatti, stato fin dalle sue origini
tendenzialmente discriminatorio, preferendo l'ammissione di stranieri provenienti
dall'area europea, e non guardando in modo benevolo, invece, a coloro che provenivano
da Asia e Medio-Oriente. Già il Naturalization Act nel 1790 consentiva la possibilità di
diventare cittadini americani limitatamente ai soli stranieri liberi e bianchi (white and
free men
24
), che vivevano stabilmente nel territorio americano da almeno due anni.
Varie e successive modifiche dell'atto allungarono il tempo di residenza necessario per
poter richiedere la cittadinanza e la estesero anche ad altre etnie
25
. Fino a che nel 1868
venne modificato il XIV Emendamento, il quale, anche oggi, nella sua prima sezione
prevede la citizenship clause
26
, che garantisce lo status di cittadino ovviamente a coloro
che sono nati nel territorio statunitense, ma anche a tutti coloro che hanno espletato con
successo l’intero processo di naturalizzazione, come regolato dal Congresso
27
.
La massiccia ondata di nuovi immigrati creò anche un forte senso di ostilità e timore
dell'opinione pubblica americana nei loro confronti. I nuovi immigrati, infatti, parlavano
lingue molto diverse dall'inglese, avevano culture ed usanze inconsuete, erano più
poveri e meno educati dei vecchi migranti ed arrivavano da Paesi arretrati che molte
volte nemmeno conoscevano il sistema di democrazia rappresentativa. Prese, allora,
sempre più piede un movimento per la limitazione degli immigrati alle frontiere che si
batteva affinché venissero esclusi già ai confini i soggetti indesiderati. Pregiudizi e
timori iniziarono a far credere che alcune categorie di stranieri, con usanze troppo
23
Ivi, p. 290.
24
AUTHENTICATED U.S. GOVERNMENT INFORMATION (GPO), Article I: Legislative
Department. Section 8: Powers of Congress. Clause 4: Naturalization and Bankruptcy, p. 302 (2016).
25
CORNELL LAW SCHOOL, Wex Legal Information Institute (LII), Immigration Law: An Overview,
op. cit.
26
XIV Amendment, Section 1, U.S. Constitution (Citizenship Rights): “All persons born or naturalized in
the United States, and subject to the jurisdiction thereof, are citizens of the United States and of the State
wherein they reside. No State shall make or enforce any law which shall abridge the privileges or
immunities of citizens of the United States
27
Il XIV Emendamento ha avuto un'ampia applicazione con riferimento alla popolazione afro-americana,
a cui venne finalmente riconosciuto lo status di cittadini. Precedentemente la giurisprudenza aveva invece
stabilito, nel caso Dred Scott v. Sandford, 60 U.S. 393 (1857), che “African Americans were not and
could not become citizens of the U.S. or enjoy any of the privileges and immunities of citizenship” (U.S.
LEGAL, Legal Definitions: Citizenship Clause Law and Legal Definition
<https://definitions.uslegal.com/c/citizenship-clause/>).
12
diverse da quelle americane, non sarebbero mai riuscite ad assimilarsi nel nuovo
territorio. Se però da una parte molti spingevano per l'adozione di un esame preliminare
di cultura al fine di concedere il visto per l'entrata, una minoranza progressista
affermava, invece, che si sarebbe dovuta mantenere la tradizione di concedere asilo ed
opportunità di lavoro a tutti. Tra le due opposte idee ebbe prevalenza la prima, e nei
primi anni del 1880 alcune leggi federali dichiaravano inammissibili i condannati, i
nullatenenti, chiunque potesse diventare un peso per la comunità e chiunque avesse idee
rivoluzionarie opposte agli ideali democratici americani. Gli immigrati erano, quindi,
sottoposti a lunghe e severe indagini, ma in realtà solo il 2% di loro non veniva
ammesso e rispedito al Paese di provenienza
28
.
Il Chinese Exclusion Act del 1882 portò al cospetto della Corte Suprema uno dei casi sul
diritto di immigrazione più famosi ed importanti: il Chinese Exclusion Case
29
. Il caso
riguardava proprio l'inammissibilità ad entrare nel territorio americano di coloro che
provenivano dalla Cina, in quanto la loro cultura e le loro usanze erano considerate
troppo diverse da quelle americane, tanto che si riteneva che non sarebbero mai riusciti
ad integrarsi in una società così differente da quella di loro provenienza. Simile sorte
toccò nel 1903 agli immigrati giapponesi, con il Japanese Immigration Case
30
, in cui la
Corte Suprema dichiarò inammissibile l'esclusione e la deportazione degli immigrati
giapponesi, ma solo a riguardo della necessità di applicare anche nei loro confronti il
due process of law
31
. Le leggi restrittive in materia immigratoria continuarono anche per
tutto il 1900, insieme ad una sempre più crescente ostilità nei confronti degli stranieri,
tanto da far nascere anche un nuovo sentimento razzista
32
.
Nel 1921, l'Emergency Quota Act limitava l'immigrazione imponendo delle quote al
numero di immigrati che per ciascuna etnia potevano superare i confini americani. Il
contenuto dell'atto divenne ancora più restrittivo quando nel 1924 venne approvato il
National Origin Act, che nel concreto ammetteva solo l'immigrazione dagli Stati
28
MALDWIN A. JONES, The Limits of Liberty. American History, op. cit., p. 292.
29
CHAE CHAN PING V. UNITED STATES, 130 U.S. 581 (1889).
30
YAMATAYA V. FISHER, 189 U.S. 86 (1903).
31
THOMAS HARRISON REED, Forms and functions of American Government, op. cit., 449-451.
32
Quest'ostilità dei nativi americani nei confronti degli immigrati si ritiene sia stata una delle motivazioni
della riaffermazione del Klu Klux Klan. Rispetto al periodo della guerra di secessione, in cui nacque,
adesso il Klan prendeva di mira tutte le minoranze, non solo quella nera. Al Klan potevano aderire solo
"cittadini americani bianchi, nati nel Paese, che credevano nei capisaldi della religione cristiana e che
non dovevano obbedienza alcuna a governi o ad istituzioni straniere, sia religiose che politiche. [...] Ad
aderire al Klan erano in particolare coloro che vedevano compromessa la propria posizione sociale: [...]
che nei nuovi arrivati vedevano dei concorrenti per il posto di lavoro e la ricerca di un0abitazione"
(MALDWIN A. JONES, The Limits of Liberty. American History, op. cit., p. 397-398).