Introduzione Nel 2010 ho avuto occasione di vivere e studiare per un semestre in Medio Oriente, precisamente a
Beer Sheva, in Israele. Tale possibilità è scaturita dall'aver partecipato all'Exchange Program della
mia università (Roma Tre) con la rinomata Ben Gurion University of the Negev. Uno dei corsi che
ho seguito prevedeva l'attività di internship presso i Ben Gurion Archives, nel kibbutz di Sde
Boker, luogo dove il fondatore dello stato d'Israele abitò ed oggi è sepolto. Nutrendo particolare
interesse per le origini del conflitto arabo-israeliano e israelo-palestinese, ho quindi colto
l'occasione per usufruire dei documenti dell'archivio, avendo nel frattempo concordato con il
Professor Richard Ambrosini la realizzazione di una tesi in Lingue e culture dei paesi di lingua
inglese che affrontasse le particolari vicende della Legione Ebraica.
Riflettendo sulla complessa relazione tra la classe dirigente inglese e il movimento sionista durante
la Prima guerra mondiale ho scelto infatti di concentrarmi sul ruolo svolto dai volontari ebrei che
parteciparono, con propri distinti battaglioni, alla conquista britannica della Palestina, trattandosi
tra l'altro di un argomento per cui esiste una scarsa letteratura in lingua italiana 1
.
Durante i mesi a Beer Sheva ho potuto contare sul prezioso aiuto e costante supporto della Prof.
Paula Kabalo, la quale mi ha permesso di svolgere le ricerche necessarie ai fini di questa tesi
durante l'internship "The making of the Israeli Mosaic: Culture and Society". Il Prof. Zvi Shiloni,
ricercatore del B. G. Research Institute di Sde Boker, è stato un prezioso advisor e ha guidato il
mio lavoro nell'archivio personale di David Ben Gurion. Decisivo è stato inoltre il contributo del
Prof. Natan Aridan nel garantirmi l'accesso a numerosi documenti dei British National Archives di
Londra, di cui allego una parte in appendice.
Lo scopo di questa tesi non è affrontare la questione di come il movimento sionista riuscì a
guadagnare il sostegno politico della Gran Bretagna a quello che era allora il suo disegno di
creazione di una grande colonia ebraica in Palestina, quanto piuttosto quello di riassumere le
circostanze che, negli anni tra il 1917 e il 1919, aprirono la strada al primo riconoscimento ufficiale
da parte di uno stato europeo degli obiettivi di Chaim Weizmann e della World Zionist
Organization, e del loro disegno di una patria ebraica in Palestina
2
. A brevissima distanza dalla
formazione di un reggimento di soli ebrei tra le fila dell'esercito di Sua Maestà, giunse infatti la
Dichiarazione Balfour, documento ancora oggi considerato come la carta fondante dello Stato di
Israele. La pubblicazione di tale documento fu il coronamento dell'intensa attività di lobbying
iniziata alla fine dell'Ottocento da Theodor Herzl. La strada così aperta sarebbe infine culminata
1 Vladimir Jabotinsky. " La Legione Ebraica". Milano–Como; L'Idea Sionistica, 1935
2 Organizzazione sionista mondiale. Da qui in poi WZO
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nella guerra del 1947-48 e la nascita dello stato ebraico.
I sionisti trovarono terreno fertile a Whitehall e riuscirono quindi a convincere gli uomini del
Gabinetto di Guerra guidato da Lloyd George ad adottare una politica attiva nel perseguimento di
una Jewish Homeland in Palestina. Lloyd George si faceva portatore di una visione messianica,
derivata soprattutto da un'educazione religiosa che lo portava ad un'interpretazione letterale e
fondamentalista della Bibbia, e in particolare del Vecchio Testamento. Un terreno favorevole a tale
idee in Inghilterra era stato preparato da Lord Shaftesbury a partire dal 1840, anch'egli legato alle
profezie del Vecchio Testamento, secondo cui il Messia sarebbe tornato solo una volta che il popolo
ebraico avesse ripreso possesso della Terra Santa. Tali sforzi da parte di Shaftesbury portarono
all'apertura di un consolato britannico a Gerusalemme e alla costruzione di una chiesa anglicana-
luterana che celebrava messe in ebraico, con l'obbiettivo specifico di attrarre gli ebrei del posto.
La svolta venne però solo quando, nel corso della Prima Guerra mondiale, il governo di Lloyd
George abbracciò esplicitamente la causa sionista. Fu tale amministrazione a creare la Legione
Ebraica nel 1917 e, quattro mesi più tardi, a pubblicare la Dichiarazione Balfour, assicurando il
proprio impegno per una patria ebraica nel territorio storico della Palestina.
Al primo reggimento giudeo (composto dai battaglioni di fucilieri reali trentottesimo,
trentanovesimo e quarantesimo) venne assegnato come distintivo la menorah 3
; esso accompagnò
Allenby nella sua campagna in Palestina, combattendo a dire il vero ben poco, ma venendo infine
decimato dalla malaria. All'inizio del 1919, il reggimento giudeo in Palestina contava 5.000
uomini, un sesto dell'esercito britannico di occupazione. Entro la primavera rimasero in uniforme
solo 300 o 400 uomini: l'amministrazione militare inglese fece pressione per congedare o
smoblitare il resto del battaglione. Fu da questo nucleo che nacque poi l'Haganah, la forza di difesa
clandestina che avrebbe poi combattuto contro le bande di arabi che attaccarono gli ebrei di
Gerusalemme durante le festività pasquali nella privaera del 1920. A sua volta, dall'Haganah
sarebbe poi nato nel 1948 l'IDF, l'esercito del neonato stato israeliano.
La prima parte del testo è dedicata allo studio delle motivazioni che portarono il governo inglese a
sostenere il movimento sionista; si procederà quindi all'analisi del background puritano, e
precisamente nonconformista, nel quale fu educata gran parte della classe dirigente inglese al
potere agli inizi del Novecento.
La seconda parte è dedicata alla narrazione delle vicende degli Zion Mule Corps e dei Jewish
Royal Fusiliers (Jewish Legion) , i gruppi militari ebraici che parteciparono alla Prima Guerra
3 Simbolo ebraico rappresentato dal tipico candelabro a sette braccia
5
Mondiale nelle file dell'esercito britannico, i primi coinvolti nella Battaglia di Gallipoli e i secondi,
divisi in tre battaglioni di fanteria, attivi nella conquista della Palestina da parte delle truppe del
generale Allenby, come parte dello sforzo finale teso all'annientamento e alla spartizione
dell'Impero Ottomano. Tra vari e numerosi documenti analizzati nel mio lavoro di ricerca, ho infine
selezionato quelli riguardanti principalmente il dibattito pubblico sulle motivazioni della Legione,
il quale ebbe luogo in Gran Bretagna soprattutto durante la primavera e l'estate del 1917, e le
analisi dell'amministrazione militare sulla situazione geopolitica in Palestina nel 1919 e la
situazione delle truppe ebraiche alla fine del conflitto.
1 – Premesse storiche 1.1 – Le motivazioni religiose dell'impegno britannico per una patria ebraica L'influenza del cristianesimo di matrice evangelica e nonconformista nel processo che ha portato
alla nascita dello stato di Israele è un fatto certo. Tale tesi è stata sviluppata principalmente dalla
storica e giornalista autraliana Jill Hamilton, in un libro in cui si ripercorrono le varie fasi che
portarono poi alla nascita dello stato di Israele nel 1948
4
.
Per "nonconformista" si intende il credo protestante degli inglesi che dissentivano con la
Established Church (la Chiesa d'Inghilterra) dopo la Riforma, fino ad abbandonare i suoi rituali e le
sue dottrine. Coloro che professavano tale fede, che fossero metodisti, battisti, unitari, presbiteriani,
congregazionisti oppure quaccheri, si contraddistinguevano per il forte accento sulla lettura e
rilettura personale della Bibbia e la sua interpretazione letterale, nonchè per la semplicità dei
cerimoniali. Attorno alla metà del diciannovesimo secolo i nonconformisti vantavano più cappelle
e membri attivi che non la Chiesa d'Inghilterra; si trovavano principalmente nelle città, e ad essi si
affiancava l'emergente movimento evangelico, non molto dissimile, anche se legato alla Anglican
Low-Church .
È difficile discernere quale fu il più determinante tra i vari elementi che portarono alla decisione di
creare la Jewish Legion e la Dichiarazione Balfour; emerge tuttavia, quale fattore unificante, la
circostanza per cui, in entrambe le scelte, furono coinvolti politici cresciuti in ambiente evangelico
o nonconformista, ove il Vecchio Testamento aveva costituito un'influenza preponderante sin dalla
più giovane età. Le decisioni di questi uomini, pregne di consguenze sino a giorni nostri, fornirono
agli ebrei, sparsi da millenni in giro per il mondo, la piattaforma su cui ricostruire la loro sovranità,
4 Jill Hamilton, " God, Guns and Israel - Britain, the Jews and the First World War ". The History Press, 2004
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e gettarono inoltre le basi di un conflitto talmente aspro da protrarsi fino ai nostri giorni.
Il supporto britannico agli ebrei risulta in qualche modo curioso, dato il forte antisemitismo
presente in Inghilterra all'epoca. L'avversione di certo non si spingeva fino all'emulazione dei
pogrom che avvenivano in Russia, ma l'ostilità per gli immigrati ebrei che arrivavano dal resto
d'Europa era tuttavia palese.
I motivi dietro l'impegno britannico per la creazione di una "patria ebraica" non sono mai stati
veramente chiariti del tutto. Allo stesso modo non si è mai spiegato come mai le discussioni che
portarono alla famosa Dichiarazione Balfour non furono discusse nella Camera dei Comuni,
oppure se l'adozione della linea sionista fosse solamente strumentale al principale obiettivo
dell'avanzata inglese in Medio Oriente.
Difatti, decidere di includere la Palestina all'interno dell'Impero Britannico era una cosa; farne
anche un rifugio e un luogo privilegiato per gli ebrei era un altro paio di maniche. Nonostante
articoli e lettere su giornali quali The Times , Sunday Times, Mancheseter Guardian e altri avessero
nel 1917 dato spazio a diversi punti di vista sulla questione, alle discussioni con il Foreign Office e
con i leader della comunità ebraica, i colloqui finali ebbero luogo dietro i cancelli di Downing
Street. Il piano fu formalizzato in una dichiarazione nel novembre 1917, mentre i cannoni inglesi
erano puntati su Gaza e l'esercito si preparava a invadere la " Terra Santa". Poichè tale
dichiarazione porta il nome del ministro degli esteri, Arthur Balfour, è a tale nome che è stata
comunemente associata la prima proclamazione della Jewish Homeland. Per quanto significativo fu
il suo ruolo, Balfour in realtà portò avanti l'idea solo dopo che essa fu accettata dal Gabinetto di
Guerra ed ebbe ricevuto il tacito assenso del presidente degli
Stati Uniti, Woodrow Wilson.
Tra i vari fattori che influenzarono la decisione del War Cabinet,
la lettura fondamentalista della Bibbia da parte dei suoi membri
fu uno dei più decisivi.
Dei dieci uomini membri del Gabinetto di Guerra di Lloyd
George nel 1916-17, sette erano stati cresciuti in famiglie
nonconformiste ed uno, anche se anglicano, proveniva da una
famiglia con forti tendenze evangeliste. Tre di loro – Lloyd
George, Lord Curzon e Andrew Bonar Law – erano figli o nipoti
di church ministers. Jan Christian Smuts, ministro della difesa
del Sudafrica e rappresentante dei Dominions, era stato vicino a
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David Lloyd George