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ABSTRACT
Leadership deriva da “to lead” che significa condurre e da “laeden” ovvero colui che
sta davanti, chi va per primo.
Da qui si può partire ad osservare la figura di colui che esercita l’autorità, guida,
orienta, motiva e influenza tutti gli altri membri per poter arrivare a raggiungere gli
obiettivi.
In particolare con questa tesi si vuole affrontare da un lato la leadership, vedendo la
sua definizione, le varie forme presenti e le loro caratteristiche e risultati che si possono
conseguire mentre dall’altro si analizza un caso specifico inerente, ovvero la figura di
Steve Jobs, che attraverso la sua leadership è riuscito a stravolgere il mercato e a creare
un vero e proprio fenomeno collettivo, riconoscibile come stile Apple e i suoi prodotti
innovativi. Di Jobs si approfondirà il suo stile di comando sia dalla visione esterna, più
conosciuta grazie ai lanci dei prodotti, sia in particolar modo, lo stile utilizzato all’interno
della propria azienda.
Negli ultimi vent’anni sono stati effettuati molteplici e notevoli sforzi nello studio del
ruolo della leadership e del suo rilievo nel condizionare il contesto in cui le aziende
operano.
Chi è predisposto alla direzione di un’azienda o di un team formato da più individui si
trova spesso a dover affrontare una doppia pressione: dall’ambiente interno, che desidera
professionalità, spirito di gruppo, compattezza, trasparenza e motivazione e dall’ambiente
esterno, che esige flessibilità, tempestività e creatività.
Questa tesi si propone di analizzare attraverso tre capitoli diverse questioni molto
discusse sulla leadership, partendo da un approfondimento sulle diverse concezioni e
definizioni, passando per il tema relativo alla leadership in azienda e del suo rapporto con
il management, fino ad arrivare all’osservazione delle caratteristiche di un’azienda con
un famoso leader, ovvero la figura di Steve Jobs nella Apple Inc.
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Il primo capitolo affronta la nascita della leadership, i suoi diversi stili secondo le tre
principali classificazioni e le sue concezioni a livello transazionale, trasformazionale,
carismatico e la followership.
Il secondo capitolo riguarda i differenti ruoli della leadership e del management, le
loro diversità, possibili cause di fallimento ed infine la ricerca di un giusto mix tra i due
per arrivare all’equilibrio.
Il terzo capitolo tratta il caso vero e proprio della Apple Inc. partendo da una
descrizione della storia aziendale per poi osservare le sue varie peculiarità apportate dal
suo leader, definendo infine le caratteristiche della sua leadership e dando una visione
dell’azienda dopo la sua scomparsa.
L’obiettivo di questa tesi è approfondire una tematica che è diventata con il passare
del tempo sempre più importante nel contesto aziendale ed esaminare la figura di uno dei
leader più celebri che grazie alla sua personalità, alle sue innovazioni e alla sua capacità
di formare dei team di lavoro è riuscito a originare e successivamente far ripartire una
delle aziende di maggiore successo.
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Capitolo 1
VISIONI DELLA LEADERSHIP
In questo capitolo si trattano alcune visioni della leadership, dopo un’iniziale
introduzione sull’autorità ed il suo esercizio vengono affrontati i diversi stili della
leadership con le tre classificazioni degli autori Lippit e White, Litwin e Stringer e la più
recente di Daniel Goleman.
Successivamente agli stili si analizzeranno alcune tipologie di leadership come quella
carismatica, quella trasformazionale e quella transazionale.
In conclusione si definisce la followership attraverso la spiegazione di un modello
teorico.
1.1 Cenni introduttivi: autorità ed il suo esercizio
La relazione di autorità è definita come la relazione che si instaura tra due attori ove
uno dei due esercita il diritto di decisione, influenza e controlla i comportamenti della
controparte che cede parte dei propri diritti di decisione e gestione.
La suddetta relazione presenta alcune caratteristiche ed alcuni limiti.
Per quanto riguarda le caratteristiche si può dire che rappresenta una relazione di
potere asimmetrica in quanto le decisioni finali vengono prese solo da una singola parte;
legittima perché tale parte vige di un potere decisionale per via della sua posizione o delle
sue caratteristiche. La relazione si può sviluppare entro un’area dove le richieste della
figura autoritaria sono considerate legittime dalle altre parti in gioco. Questa zona viene
definita di indifferenza (Barnard) o di accettazione (Simon).
Per ciò che concerne i limiti è possibile identificarne principalmente tre:
➢ La perdita di controllo: con il crescere dei livelli gerarchici può sussistere nel
passaggio tra i vari livelli.
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➢ Lentezza e rigidità: derivante dai vari gradi di gerarchia e dal fatto che le
decisioni devono essere trasmesse e valutate da ognuno di essi per essere
intraprese e attuate.
➢ Costi di struttura: relativi agli stipendi dei capi che rappresentano un costo
superiore.
Vi sono varie forme di autorità:
➢ Autorità basata sulla competenza: alla base della relazione vi è esclusivamente
la competenza, tecnica o sociale. Tale capacità deve risultare superiore rispetto
a quella della parte sottostante ed in grado di fronteggiare e risolvere i vari
problemi che si possono riscontrare.
➢ Autorità arbitrale: in questa tipologia vi sono le due controparti in conflitto tra
loro e decidono di interpellare una figura autoritaria esterna, stimata e
riconosciuta da entrambi, a cui chiedere un giudizio. Un esempio potrebbe
essere l’amministratore condominiale.
➢ Autorità basata sull’efficienza decisionale: consiste nell’allineare le azioni di
un cospicuo numero di attori interdipendenti con un utilizzo minimo di risorse,
intese come tempo e comunicazioni. Possibile esempio di questa tipologia sono
le regate delle barche a vela.
➢ Autorità basata sullo scambio: un individuo delega ad un altro il rischio
decisionale ed il diritto di dirigere un determinato insieme o gruppo di
comportamenti in cambio di una ricompensa. Tipico esempio sono le relazioni
di lavoro.
➢ Autorità basata sull’efficienza del controllo (definita anche come controllo
centralizzato): l’autorità è utilizzata per verificare i contributi individuali in un
output collettivo, è necessaria per evitare o ridurre i comportamenti definiti
come “free riding” ovvero nessuna colpa, nessun merito nei lavori in team.
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Dopo aver affrontato le diverse tipologie di autorità si può osservare il suo esercizio
che può essere identificato nella leadership.
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Lezione frontale del corso di Organizzazione Aziendale tenuta dal Cultore della materia Federica Ravelli.
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Il termine leadership deriva dal verbo inglese “to lead” che significa condurre e
dall’inglese arcaico “laeden” che identifica colui che sta davanti o colui che va per primo.
Il leader è l’individuo che in un team esercita maggiore influenza.
Tratti essenziali della leadership sono: la visione, ovvero la capacità di concepire un
obiettivo desiderabile e soprattutto realizzabile e la capacità di motivare, ossia far
condividere e ottenere il consenso sulla visione da parte di tutto il team e stimolarlo al
fine che dia il massimo per conseguire l’obiettivo.
Alcune determinanti di una leadership efficace possono essere i tratti della personalità
che garantiscono risultati non univoci, le competenze che rappresentano un pre-requisito
necessario e i comportamenti del leader che si focalizzano sul raggiungimento dei
risultati, sullo stile di direzione e sull’attenzione alle relazioni con le persone.
Blake e Mouton nel 1982 hanno idealizzato una tabella dove combinando i
comportamenti del leader, quali l’attenzione ai risultati con l’attenzione verso le persone
identifica quattro tipologie di leadership:
➢ Leadership amicale: caratterizzata da alta attenzione verso le persone e bassa
attenzione ai risultati, dando troppa importanza alle relazioni vede sfumare gli
obiettivi.
➢ Leadership di stile povero: non identifica un vero e proprio leader in quanto
presenta una bassa attenzione sia alle persone sia agli obiettivi.
➢ Leadership orientata al compito: rappresenta il viceversa della leadership
amicale, pone una bassa attenzione alle persone e si incentra principalmente al
raggiungimento della task.
➢ Leadership di squadra: presenta una situazione di equilibrio dando una elevata
concentrazione sia agli individui che agli obiettivi.
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Il modello della “path goal therapy” di House e Mitchell affronta il tema leader e
individua in particolar modo la sua responsabilità concernente la motivazione del gruppo,
l’influenza dei suoi comportamenti lungo i passaggi che portano all’obiettivo e la
necessità di integrare obiettivi personali dei collaboratori con gli obiettivi organizzativi
per poter essere motivante e stimolante.
Infine vi possono essere alcune disfunzioni della leadership quali:
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Blake e Mouton; 1982
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➢ Autoritarismo: porre in essere le decisioni con troppa autorità, presumendo di
essere sempre nella parte della ragione e non voler ascoltare le opinioni del
gruppo.
➢ Manipolazione: consistente nello sfruttamento del ruolo col fine di avere
tornaconti personali.
➢ Paternalismo: caratterizzato dalla creazione di un rapporto similare a quello
padre-figlio con i lavoratori che potrebbe essere sfruttato da quest’ultimi.
➢ Permissivismo: anche in questo caso si sviluppa una relazione con i lavoratori
a cui viene lasciata elevata libertà che potrebbe diventare controproducente.
1.2 Gli stili di leadership
1.2.1 I leader internamente alle organizzazioni, cenni.
Durante gli anni ’90 vi sono state numerose ricerche, analisi e studi riguardo alle
imprese, molte di esse furono svolte da studiosi di management, psicologi e sociologi che
provarono ad individuare le capacità chiave per poter sopravvivere nel mercato in
continua espansione ed evoluzione grazie a fenomeni quali innovazione e
globalizzazione.
Risultò un ruolo fondamentale quello delle risorse, intese come il personale
dell’azienda a cui essa riesce a trasmettere i propri principi e valori.
La gestione del personale risulta perciò un ruolo critico e coinvolge i vertici
dell’impresa e il management ovvero i leader aziendali per poter identificare le qualifiche
necessarie.
Internamente ad un’impresa e alla sua organizzazione, il leader è colui che svolge il
ruolo di guida, identifica le azioni per raggiungere gli obiettivi da perseguire in team.
1.2.2 La classificazione di Lippit e White
Una delle classificazioni più famose dei diversi stili di leadership è quella descritta da
Lippit e White. La classificazione dei diversi stili si basa su tre differenti climi
organizzativi, ovvero interazioni tra individui e organizzazione. Si evincono:
➢ Lo stile permissivo (detto anche di delega o laissez faire);