2
Inizialmente, la scoperta del Brasile, rappresentò per gli europei un
episodio minore dei loro viaggi tesi alla ricerca di una rotta verso i mercati
orientali. I portoghesi, che si erano buttati nell'avventura con Vasco da
Gama, adesso si accingevano a imporre la loro egemonia commerciale
sull’Oceano Indiano. Il re Emanuele I (1469-1521) aveva inviato, nel marzo
del 1500, una flotta composta da 1200 uomini e da 13 navi
1
, comandate da
Pedro Alvarez Cabral.
Nonostante il mare fosse calmo, la flotta si allontanò dalla rotta prevista,
navigando verso ovest e, il 22 aprile, avvistò una terra sconosciuta, che
sarebbe stata chiamata Vera Cruz. Cabral, dopo una breve esplorazione,
proseguì il suo viaggio per Calicut, che bombardò e incendiò secondo le
istruzioni, ottenendo così, per il Portogallo, il monopolio commerciale ad
oriente. Vera Cruz negli anni seguenti fu ribattezzata Terra di Santa Cruz
ma continuò a suscitare scarsi interessi.
La Terra di Santa Cruz era un utile scalo per le navi che si dirigevano
verso l’Africa o verso l’India. Non offriva che animali esotici, pelli, alcune
droghe e soprattutto il legno brasile. Questo albero, abbondante nelle foreste
atlantiche del litorale brasiliano, risultò utile come materia prima nella
fabbricazione di pregiati coloranti tessili e tanta fu l'importanza attribuita a
1
Mario Maestri, Storia del Brasile, Edizioni Xenia, Milano,1990 – p. 16 .
3
questo materiale dai portoghesi e poi dai francesi, che il nome Brasil finì per
sostituire la pia denominazione iniziale.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i contatti iniziali tra
aborigeni e europei furono pacifici e proficui.
Per sviluppare l’economia estrattiva del legno brasile, i portoghesi e i
francesi stabilirono contatti casuali o duraturi, relazioni di amicizia e
alleanze politiche con le comunità aborigene della costa.
Negli anni successivi, portoghesi e francesi, e, in minor misura, spagnoli
e inglesi, si limitarono a costruire rustici empori sulla costa (Cabo Frio, Rio
de Janeiro, Pernambuco) o ad ormeggiare semplicemente le loro navi vicino
alla spiaggia.
In cambio di vari prodotti lavorati, gli indigeni cercavano, tagliavano e
trasportavano fino agli empori e alle navi i preziosi ceppi di legno brasile.
Contrasti tra portoghesi e francesi iniziarono nel 1526 dovuti allo
sfruttamento del legno.
La presenza dei francesi sulle coste del Brasile scatenava immediate e
spesso poco civili rappresaglie da parte dei portoghesi, i quali pretendevano,
con l’avallo della Santa Sede, che tutte le terre appartenessero loro, secondo
le leggi umane e divine. Così, quando nel 1526 le spie dell’ambasciata
portoghese in Francia scoprirono che una spedizione francese si stava
preparando a partire per il Brasile, il portoghese Cristoforo Jacques venne
4
inviato con una nau e cinque caravelle
2
, in cerca del prezioso legno ma
anche degli invasori.
Dopo alcune peripezie, Cristoforo Jacques, raggiunse la spedizione
francese nelle vicinanze di Bahia, la combatté, la sconfisse e fece più di 300
prigionieri. Si racconta che furono trucidati ferocemente: sotterrati fino al
collo nella sabbia, alcuni, altri ceduti agli indigeni per essere mangiati vivi
sotto gli occhi dei portoghesi, divertiti alla vista dell’insolito banchetto
3
.
Veri o falsi che fossero tali racconti crearono disappunto presso la Corona
francese che non mancò di cercarsi alleati sul luogo sfruttando la rivalità dei
gruppi indiani.
Nella seconda metà del 500 vivevano integrati alle comunità indiane della
costa pochi europei. Questi si occupavano principalmente di commercio. Si
trattava di banditi, esiliati, naufraghi affascinati dall’esotica terra, marinai
disertori. Accuditi da due o tre spose indigene, un europeo conosceva nel
Nuovo Mondo una vita non del tutto spregevole se paragonata a quella di un
uomo povero nel Vecchio Mondo.
Nel corso del XVI secolo i mercanti francesi avevano fatto la loro
apparizione in Sud America ma solo a partire dal XVII il potere centrale
comincerà a organizzare spedizioni in modo sistematico. Lo spazio che la
2
Ivi p. 24.
3
Ivi, p.30 .
5
Francia sceglierà per la propria espansione coloniale sarà quello meno
controllato, o di minor interesse, per Portogallo e Spagna.
La Guyana era una di queste terre poco seducenti per i conquistatori
iberici. I navigatori dell’epoca certo non poterono che essere mal
impressionati dal colore caffè latte delle acque del mare su tutto il tratto di
costa di quella regione (circa 300 km). La vegetazione era molto folta e
l’accesso verso l’entroterra era solo possibile attraverso fiumi pullulanti di
alligatori, insetti e ancora vegetazione. Il clima piovoso, umido e caldo
rendeva ancora meno attraente l’insediamento.
Il 1604 è la data a cui si fa risalire l’inizio della storia moderna della
Guyana francese. È in questo anno, infatti, che il re Enrico IV incarica il
Sieur de la Ravardiére dell’organizzazione di una spedizione allo scopo di
creare degli insediamenti e così prendere possesso della regione compresa
tra il fiume Oyapock e l’Isola
4
di Cayenna.
Nel 1608 una piccola colonia viene lasciata sul litorale su cui nascerà
Cayenna. Al suo ritorno i coloni furono trovati morti, uccisi dalla febbre
gialla e dagli indiani.
Richelieu, e dopo di lui Colbert, capirono che l’espansione coloniale
francese non poteva basarsi su improvvisate e mal organizzate spedizioni.
4
Per Ile de Cayenne si deve intendere la fascia costiera abitata dai primi coloni: lunga 20
km e larga 12, costituiva appena un centesimo della Guyana.
6
La conquista e lo sfruttamento, allora, venivano affidati a compagnie di
commercio autorizzate dal potere centrale.
Queste si avvalevano di soldati, per la conquista e la difesa delle
posizioni occupate, e di preti, per la salute delle anime e per
l’evangelizzazione degli indiani.
Gli uomini che intraprendevano queste attività spesso mancavano sia di
senso politico che di senso filantropico. Ne fu un esempio lo sbarco, il 25
novembre 1643 nell’Isola di Cayenna, della spedizione, capitanata da
Charles Poncet de Brétigny, organizzata dalla Compagnia del Cap du Nord e
finanziata dai mercanti di Rouen.
Poncet de Brétigny si rivela un comandante megalomane e crudele,
implacabile con gli amerindi che costringe a fuggire nell’entroterra. Le sue
continue vessazioni portano all’insurrezione degli indiani Galibi nel 1645.
Brétigny viene ucciso e mutilato insieme a buona parte dei 400 uomini che
componevano la spedizione. Solo una quarantina di loro riuscirono a
scampare al massacro riparando nell’isola di San Cristoforo
5
.
Prima di questa spedizione, altre tre erano state organizzate (1626, 1628,
1629) nella regione di Sinnamary con non più di cinquanta uomini per volta.
Negli anni successivi ne seguono altre. Il barone Dormelles, nel 1648
5
Serge Mam-Lam-Fouck, Histoire générale de la Guyane Française. Ibis Rouge éditions,
Condé-sur-Nuireau, 1996 – p.25 .
7
avrebbe dovuto arrivare in Guyana con 60 uomini ma questi non
raggiunsero mai le coste guyanesi: sostando nelle Antille decisero che
queste erano più attraenti e lì si fermarono
6
.
Nel 1652 la Compagnia dei Dodici Signori Associati (o Compagnia
Equinoziale dei Signori Associati), composta da 800 coloni, di cui 136
nobili, da poco insediata, subisce l’attacco degli amerindi. Metà di loro
periscono, i superstiti si trasferiscono sull’isola Bourbon. Questa spedizione
fu la prima ad introdurre schiavi comprati sulle coste dell’Africa
Occidentale.
Mentre la Francia era ancora impegnata a creare il suo primo
insediamento stabile nella regione dell’America equatoriale, a nord gli
Olandesi, più pragmatici, erano riusciti a porre le basi economiche per far
fruttare la colonia e minacciare le terre limitrofe. Dal 1657 al 1665 l’Olanda
minaccia apertamente lo “spazio francese”. Preoccupato, il re di Francia,
affida nel 1663 a Lefevre de la Barre l’incarico di governatore e di
luogotenente-generale della Compagnia della Francia Equinoziale. De la
Barre parte da La Rochelle con sei vascelli, di cui due da guerra comandati
da Ponville de Tracy, incaricato di accompagnarlo a Cayenna prima di
raggiungere la sua destinazione nelle Antille
7
. L’11 maggio la flotta arriva a
6
Ivi, p.26 .
7
Patrice Mouren-Lascaux, La Guyane, Ed. Karthala, Condè-sur-Noireau,1990 – p.22.
8
Cayenna. Lo scontro viene opportunamente evitato dagli olandesi che, con
poche forze a loro disposizione, preferiscono negoziare e abbandonare la
presa.
De la Barre fonderà i rapporti tra Francia e indiani su nuove premesse,
stimolerà i coloni ad insediarsi e a coltivare le terre, attiverà piantagioni a
Kourou e Sinnamary.
Nonostante la buona gestione di De la Barre la bilancia commerciale
guyanese rimane ancora passiva, come passiva rimaneva la stessa nelle
Antille, ma qui a causa della cattiva gestione delle compagnie. Colbert
decide, allora, di concentrare le forze disperse in una moltitudine di
compagnie poco controllabili e, attraverso l’editto del 29 maggio 1664, crea
due compagnie: la Compagnia delle Indie Orientali e la Compagnia delle
Indie Occidentali, sotto la cui giurisdizione cade, appunto, la Guyana
francese.
La direzione della Compagnia viene affidata a De la Barre e a Cayenna
viene chiamato a sostituirlo il fratello, de Lezy. Questi troverà una colonia
industriosa e forte, con 845 francesi e 450 schiavi
8
.
La pace nella colonia dura poco. Come conseguenza della guerra tra
inglesi e olandesi, di cui i francesi erano alleati, Cayenna viene saccheggiata
dall’ammiraglio inglese Willougby nel 1667. Nello stesso anno arrivano i
8
Ivi, p.22.
9
primi Gesuiti sotto la guida di Padre Grillet. Il loro operato avrà importanti
riflessi sulla storia della Guyana di questo secolo.
Nel frattempo la Compagnia delle Indie Occidentali fallisce e la Guyana
viene messa sotto la diretta tutela del Regno (editto del 1674).
L’amministrazione è affidata ad un Governatore subordinato al gabinetto del
Ministro della marina.
Lo sviluppo della colonia è lento e gli olandesi non hanno difficoltà a
rioccupare la Guyana francese il 6 maggio 1676 in occasione della guerra
d’Olanda.
Ancora non si era definita chiaramente l’area dell’espansionismo
francese od olandese o portoghese. I francesi avevano deciso che la loro
zona di espansione ideale, a sud-est, partiva dal Rio delle Amazzoni e
comprendeva la regione del fiume Araguary; a nord era il fiume Maroni,
sorgente dal fiume Tapanahony, che segnava il confine con la colonia
olandese. Da parte portoghese, invece, il limite all’espansione coloniale
francese doveva essere posto sulla riva sinistra dell’Oyapock e non del Rio
delle Amazzoni, mentre per gli olandesi era il fiume Lawa e non il
Tapanahony il fiume che delimitava il confine con la Guyana francese
9
.
Questi dettagli saranno di importanza fondamentale due secoli più tardi
quando la scoperta dell’oro imporrà una definizione certa dei confini. Per il
9
Ivi, p.23 .
10
momento il problema era piuttosto teorico, mancando quel territorio sia di
mezzi di comunicazione che di una popolazione significativa.
Il 17 dicembre 1676 Cayenna e il forte Cepperou sono riconquistati dai
francesi guidati dal viceammiraglio d’Estrées. Colbert aveva fatto le cose in
grande questa volta, affidando a d’Estrées la guida di dieci vascelli da
guerra, due fregate, due golette e dei bastimenti carichi di soldati e materiali
vari
10
. Questa dimostrazione di forza aveva per obiettivo la restaurazione
della sovranità e l’affermazione della potenza francese anche nella regione
guyanese, una delle tante carte che la Francia teneva in gioco nell’ambito di
una politica più generale.
Questa è l’ultima incursione olandese nella Guyana francese. A partire dal
1676 la Francia regnerà sovrana su questo lembo di terra, tolto il periodo di
dominazione portoghese tra il 1809 e il 1817. In seguito saranno i francesi
ad organizzare incursioni e rapine ai danni dei vicini olandesi e portoghesi.
Alla fine del XVII secolo, il territorio esplorato è minimo. Al di fuori di
qualche fortificazione, il resto della Guyana rimane sconosciuto. Il problema
maggiore è, soprattutto, la carenza di uomini disposti a colonizzare quel
territorio. Senza una presa di possesso effettiva da parte di coloni francesi,
10
Deveze M. , Le Guyanes, Paris , 1968 (Que sais-je?) - pp. 46-49.
11
era difficile far valere qualunque ragione sui confini. Gli unici mezzi che la
Francia aveva all’epoca per rivendicare la terra era l’uso della forza militare.
Luigi XIV invierà nel 1688 il luogotenente regio Pierre de Férolles
perché fosse riconosciuto come suolo francese la regione dell’Araguary.
L’obiettivo era di avere il controllo sulle terre del Cap du Nord, terre
comprese tra l’Oyapock e il Rio delle Amazzoni. Vennero presi e distrutti
alcuni forti costieri portoghesi tra i quali il forte Macapa sul Rio delle
Amazzoni (1697)
11
.
La risposta portoghese non si fa attendere: il forte Macapa è riconquistato
nel giro di alcuni mesi. Questo primo conflitto di frontiera segna l’inizio di
un rapporto antagonistico tra Francia e luso-brasiliani che cercheranno, nel
corso di due secoli, di avvantaggiarsi sul confine, rinforzando le loro
posizioni. La disputa si concluderà a favore del Brasile con la firma di un
trattato l’1 dicembre del 1900. Oltre all’arma demografica che permetteva al
Brasile di popolare la regione contestata di suoi cittadini, ha poi giocato a
suo favore la prossimità dello Stato a quell’area. Dal punto di vista francese,
la Guyana, era importante nel quadro di una politica coloniale generale, ma
non così tanto da farle disperdere forze da utilizzare su mercati più fruttiferi
come erano le Antille o le colonie africane. La Guyana era una colonia di
secondo rango da questo punto di vista. Se poi teniamo conto che il Brasile
11
Loncan A., Le rideau de l’Amazone(1713-1900), in Huyghes-Belrose(ed.), s.l, 1990, p.91.
12
diventa indipendente nel 1822, per lui questa diventerà una disputa sul
territorio nazionale e, quindi, sarà molto più determinato, nelle sue pretese,
rispetto alla Francia.
La prima tappa sulla definizione della regione contesa è il trattato
provvisorio del 1700, seguito dal trattato di Utrecht dell’11 aprile 1713.
Secondo il trattato di Utrecht, il re Luigi XIV abbandonava qualsiasi pretesa
sulle terre del Cap du Nord situate tra la riva del Rio delle Amazzoni e
quella dello Japoc o Vincent Pinson
12
. Il trattato era stato formulato facendo
riferimento a carte imprecise e coloro che trattarono la questione a tavolino
neppure sapevano dove questi fiumi si trovassero: la differenza di superficie
in gioco era intorno a 50 000 Kmq
13
.
Seguono il trattato di Badajoz, il 6 giugno 1801, che fissa la frontiera sul
fiume Araguary e il trattato di Madrid, il 29 settembre 1802, sul fiume
Carapanatuba, a nord di Macapa; quello di Amiens, il 27 marzo 1803 riporta
il confine sull’Araguany
14
.
12
Articolo 8 del trattato di Utrecht: «La France abandonne ses prétentions entre Amazone
et l’Iapoc, sans se réserver aucune portion de des dites terres».Il trattato non precisava le
coordinate del fiume Japoc e quindi non si capiva se si trattava del fiume Araguary o
dell’Oyapock. In Mam-Lam-Fouck op.cit. p. 31.
13
Michel J., La Guyane sous l’Ancien Régime. Le désastre de Kourou et ses scandaleuses
suite judiciaires, L’Hammattan, Paris 1989 , p.28 .
14
Mam-Lam-Fouck S., Histoire générale de la Guyane Française. Ibis Rouge éditions,
Condé-sur-Noireau, 1996.- pp.30-31.
13
La bicentenaria contestazione termina, infine, quando l’oro viene trovato
nella regione del Cap du Nord. La scoperta avviene nell’anno 1894 nella
regione di Carsewéne. Le terre del Cap du Nord, o Cabo do Norde, erano
all’epoca abitate essenzialmente da brasiliani. Nei villaggi di Ouassa,
Cachipour e Counani si contavano circa 200 presenze, 50 a Carsewéne e
100 a Mapa
15
.La scoperta attira più di 20000 orpaillerurs a Carsewéne, tra
francesi, olandesi, venezuelani e un buon numero di brasiliani. La situazione
diventa presto esplosiva.
Il clima diventa ancora più pesante quando, in uno scontro, muoiono una
sessantina di brasiliani e sei francesi.
Questo grave incidente porta le due parti al tavolo dei negoziati.
L’arbitrato è affidato al Consiglio Federale Svizzero, che si pronuncia, l’1
dicembre 1900, in favore del Brasile: la frontiera è fissata sull’Oyapock e
non su l’Araguary come era stato richiesto dai francesi
16
.
Il confine ad ovest con il Suriname olandese era stato di più facile
determinazione. Entrambe le potenze europee avevano riconosciuto come
fiume di confine il Maroni, anche se non sapevano bene quale fosse la sua
idrografia, poiché nessuna carta era ancora stata disegnata. Se è vero che ci
15
Loncan A., Le rideau de l’Amazone (1713-1900), in Huyghes-Belrose(ed.), s.l, 1990-
p.99 .
16
Serge MAM-LAM-FOUCK, op .cit., p.32
14
furono delle incursioni francesi e olandesi oltre questa linea, fu proprio per
tentare di dilatare questo confine.
La storia della sovranità nella regione, sia da parte francese che olandese,
è complessa perché il controllo effettivo era in mano a gruppi di schiavi
fuggiti dal Suriname. Gli olandesi erano scesi a patti con i Ndjuka nel 1761,
con i Saramaca nel 1762 e con i Matuaris nel 1767: lo scopo di questi patti
era conferire ai gruppi africani autonomia sotto l’auspicio olandese e,
quindi, sperare di controllare la regione dell’alto Maroni attraverso delle
alleanze.
Un quarto gruppo di neri marrons,
17
i Boni, in lotta con gli olandesi, si
erano rifugiati sulla riva francese del Maroni.
Il fiume Maroni era, quindi, accettato da entrambe le parti come
frontiera. Ciò su cui non c’era chiarezza era sulla sorgente del Maroni. Se
veniva scelto il fiume Tapanahoni come sorgente a perderci erano gli
olandesi, i quali preferivano, ovviamente, che la sorgente del Maroni fosse
indicata nel fiume Lawa
18
.
A complicare le cose intorno a questa isola formata dai fiumi sopra citati, la
scoperta dell’oro e la creazione del penitenziario di Saint-Laurent-du-
Maroni. Erano in gioco 25.000 kmq di terra e il controllo delle vie fluviali.
17
Gli schiavi neri fuggiti.
18
Il grande fiume ad Ovest della Guyana ha diversi nomi: si chiama Maroni nella sua parte
a valle, Lawa nella parte media e Litany alla sorgente.
15
Nel 1891, allo zar Alessandro III è dato l’arbitrato sulla zona contesa.
L’arbitrato sarà favorevole agli olandesi, fissando come sorgente il fiume
Lawa
19
.
Nel 1955 una commissione mista franco-brasiliana riunita a Rio de
Janeiro ha deciso di definire anche il confine meridionale tra i due paesi. La
commissione ha lavorato sul terreno definendo il confine con dei picchetti
che sono periodicamente controllati da missioni militari.
20
Nonostante tutto, il problema della definizione delle frontiere guyanesi
pare che non abbia ancora trovato soluzione oggi. La frontiera meridionale è
contestata dallo Stato di Amapa, Brasile, e dal 1975, il Suriname contesta la
sovranità francese sulla regione compresa tra il fiume Litany e il Marouini
(le carte surinamesi fissano la frontiera sul fiume Marouini).
Nel 1984 accordi tra Brasile e la Guyana hanno portato alla nascita di una
commissione franco-brasiliana; tra Suriname e Guyana è stato firmato,
invece, un accordo di cooperazione.
21
19
Tristan Bellardie, Diplomatie et politique coloniale aux marges de la Guyane Française:
la France et le Maroni ; Revue Française de Histoire d’Outre-mer, 1997,n.315 p.97.
20
Dupont-Gonin P., La Guyane Français. Le pays, les hommes, ses problémes et son
avenir, Genéve, Librarie Droz, 1970 – p.58 .
21
Martin M.L., La France dans le Caraïbe: la fonction géopolitique des départements
français d’Amérique, in Burac M. edizioni, 1994 – p.258