La denuncia del sueño traicionado por causa de una ideología ya anticipadora
de su carácter totalitario, es el núcleo de la película Land and Freedom (1995)
dirigida por Ken Loach: la memoria de otra guerra civil feroz entre comunistas y
anarquistas, así como su esperanza inquebrantable en la posibilidad de un rescate, es
heredada por la generación actual a través de los testimonios individuales del difunto
protagonista.
Hoy en día España y Europa están empeñándose en sanar la herida causada por
el largo olvido vengador del franquismo, recordando los nombres de los
desaparecidos de la guerra gracias a la Ley de la Memoria y volviendo a escribir su
historia como medio para una verdadera reconciliación.
5
Abstract
The Spanish Civil War has to be looked at according to its double historical
origins: on one hand the conflict can be situated in a wide European perspective
characterized by an ever sharper polarization of ideologies; on the other hand it was
the consequence of a political, social and economic crisis, due to the backward
condition of the Spanish country at the beginning of the 20
th
century. The historical
record of the events of 1936-39 is reconstructed through the contributions of some
historians: Enzo Traverso, whose study about the so-called “European civil war”
points out the relationship between culture, politics and violence from 1914 to 1945,
while Paul Preston and Harry Browne offer a historical portrait of the Spanish
Republic before Franco’s pronunciamiento.
On this historical ground, the cultural manifestations of events are compared:
in the novel Tu rostro mañana. 1 Fiebre y lanza (2002), Javier Marìas analyses the
issue of narration as a dangerous but inevitable human activity and of the
unreliability of history in comparison with real events.
Orwell’s novel Homage to Catalonia (1938) is a direct testimony of the
writer’s experience of the Civil War, similar to that of many other contemporary
intellectuals worldwide, who decided to take part in the defense of the Spanish
Republic. The diary is also a criticism of the antifascist Popular Front led by
Stalinists: the persecution of deviationists added to the war against Franco,
undermining the success of democratic principles.
6
The disillusionment about the treachery of an ideology revealed as much
totalitarian as Fascism, is the main theme of Ken Loach’s film Land and Freedom
(1995), which underlines the struggle between Communists and Anarchists in the
Republican camp. The message is the transmission of this legacy to today’s
generation, along with a necessary and firm hope in the future.
Spain and Europe today are committing themselves to overcoming the sorrow
caused by the revengeful oblivion of thousands of war victims during Franco’s
dictatorship: thanks to the Ley de la Memoria the names of the desaparecidos are
being recorded and a new historiographical debate is being fostered as the best means
to a true reconciliation.
7
Introduzione
Non si può trattare l’argomento della Guerra Civile spagnola, nota anche come
Guerra di Spagna, senza prima porsi in una prospettiva storica che abbracci la
visione del continente europeo nel periodo di tempo che intercorse tra le due guerre
mondiali, se non addirittura l’intero secolo XX. Il conflitto che tra il luglio 1936 e il
marzo 1939 lacerò la penisola iberica rendendola al contempo terreno di scontro
internazionale, va inquadrato e compreso alla luce del particolare momento della
storia europea e delle peculiarità del paese spagnolo.
In questa sede si partirà da una breve analisi storica dell’”età degli estremi”, in
particolare verranno definite le categorie del pensiero culturale, politico e sociale
caratterizzanti il Novecento, ponendo l’accento sulle cesure che lo separano dal
secolo precedente, prima fra queste la Grande Guerra del 1914-1918.
Attraverso lo sguardo d’insieme fornito da Enzo Traverso, saranno esposti i
contributi di studiosi che come lui hanno guardato al trentennio dal 1914 al 1945
come a un’epoca di “guerra civile europea”, una parentesi caratterizzata da uno
stretto legame tra cultura, politica e violenza.
Da valori, immaginari e ideologie alla base dei fragili equilibri tra le nazioni
europee di quest’epoca, ci si addentrerà nella memoria storica: attraverso Paul
Preston, Harry Browne e Hugh Thomas sarà ricostruito il ritratto della Spagna
repubblicana degli anni Trenta, alla vigilia del colpo di stato franchista; da una lato
8
erede di una crisi politico-socio-economica interna, ma al tempo stesso agente
catalizzatore della polarizzazione degli schieramenti politici già in atto tra le nazioni
europee.
Se il dibattito storiografico così accennato tenta di offrire una testimonianza di
natura obiettiva (malgrado in fatto di storia sia solo una pretesa) di una parte degli
eventi del conflitto, l’intento è anche e specialmente quello di metterli a confronto –
gli eventi – con la loro rielaborazione artistica. Tra la storia e la sua rielaborazione
letteraria – tra i fatti e la loro narrazione - tuttavia, il passaggio non è affatto
semplice e per alcuni neppure possibile: Javier Marìas nel romanzo Il tuo volto
domani. 1 Febbre e lancia (2002) apre una profonda riflessione metodologica sul
tema della narrazione: il potere della parola, il suo rapporto ambiguo con la verità dei
fatti, il paradosso di una facoltà connaturata all’uomo che finisce per essere tradita
anche nei casi limite del silenzio. In queste riflessioni si inserisce la sovrapposizione
di memoria storica collettiva e individuale, lo sguardo prima si dirige febbrilmente al
passato taciuto, poi si volge al futuro colpendo con parole-lance.
Dal vasto numero di intellettuali di diverse nazionalità che combatterono con le
armi, prima che con la penna, nella Guerra Civile di Spagna, si è scelto di trattare
George Orwell, con il suo romanzo-diario di guerra Omaggio alla Catalogna (1938),
esempio equilibrato di opera letteraria e testimonianza storica al tempo stesso: quella
di Orwell è certo una visione consapevolmente parziale della guerra ma forse è in
questo che trova la sua forza, non mancando di spunti critici di riflessione che
completano il romanzo in senso saggistico.
La prospettiva dell’antifascismo trentista dei contemporanei di Orwell risente
chiaramente delle posizioni ideologiche allora dominanti: il netto scontro tra
9
fascismo e antifascismo che ormai non lascia assolutamente spazio a soluzioni
intermedie di stampo liberale. Ma questo assetto è destinato ad essere stravolto
dall’esito del Secondo Conflitto Mondiale, che vedrà nuovamente l’ascesa del
pensiero liberale democratico e la sconfitta tanto del nazifascismo, quanto del
progetto comunista, rivelatosi solo un totalitarismo di segno opposto. Le dicotomie
della Guerra Fredda si ridisegnano: il liberalismo è ora antitotalitarista e
anticomunista; l’antifascismo si riduce al solo comunismo.
Alla luce degli eventi trascorsi dal secondo dopoguerra alla caduta del muro di
Berlino, qualsiasi sguardo alle vicende spagnole degli anni Trenta non può non
cambiare: in campo cinematografico, l’interpretazione fornita da Ken Loach in Terra
e Libertà (1995), è ispirata al romanzo di Orwell in quanto denuncia dell’ideologia
del Fronte Popolare, in realtà maschera ingannevole della tirannia stalinista. Loach
restringe l’ambito della sua analisi alle fratture interne ai miliziani repubblicani, le
epurazioni dei deviazionisti, mostrando una guerra civile nella guerra civile. Si fa più
amaro il disinganno per il tradimento della lotta antifascista, alla quale si sovrappone
anche il fallimento della storia d’amore tra il protagonista e una miliziana.
Ciononostante, la storia-memoria ricostruita al tempo presente grazie ai documenti
del defunto protagonista, si conclude infine in una nota ottimistica, lasciando sperare
ancora in un futuro riscatto.
Quest’ultima opera apre la strada alla riflessione su quale possa essere
attualmente il valore della memoria storico-artistica degli eventi spagnoli del 1936-
1939. A settant’anni di distanza, che lettura abbiamo ereditato oggi dei fatti del 1936-
1939?
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La guerra civile è bellum justum con una
justa causa da entrambe le parti, ma con
un in-justus hostis da entrambe le parti.
Carl Schmitt, Glossario (1947)
- CAPITOLO I -
Il quadro storico: la “guerra civile europea” e la crisi della Spagna
repubblicana.
L’Europa al termine della Prima Guerra Mondiale aveva inaugurato un nuovo
capitolo della storia: il 1914 è considerato l’effettivo anno di nascita del Novecento,
apparentemente nato all’insegna dei principi democratici, in realtà dominato dalla
loro crisi. E’ un secolo di contraddizioni: immagini spesso associate alle categorie di
progresso, libertà e a conquiste in vari ambiti delle scienze umane, sono
indissolubilmente legate a quelle degli orrori bellici tra le due guerre mondiali.
Il primato e l’unicità degli eventi del trentennio 1914-1945 hanno autorizzato
vari storici e intellettuali a definire l’intero secolo “età degli estremi”, “età del
testimone”
1
, per il valore dei racconti trasmessi dalle vittime-testimoni della violenza
di questo periodo. In particolare, il maggiore accordo tra gli autori si è riscontrato
nell’elaborare il concetto di “guerra civile europea”, scatenatasi nel 1914 e protrattasi
per tutto il trentennio: l’orrore e la violenza sono il comune denominatore di una
serie di guerre e rivoluzioni che coinvolgono politica, cultura, ideologia e visioni del
mondo.
1
E. Traverso, A ferro e fuoco. La guerra civile europea 1914‐1945, Il Mulino, Bologna, 2007, p.9‐10.
11
Il primo esempio storiografico che sondò l’inesplorata dimensione di
modernità del primo conflitto mondiale è di Eric J. Leed, che in Terra di nessuno
2
cercò di “individuare e precisare il modo in cui un evento storico di prima grandezza
possa aver contribuito alla definizione peculiare del “moderno””. Milioni di uomini
compresero che combattere e morire, lungi dall’eroismo e lealtà di una volta,
significava anonimato, straniamento, sradicamento dal mondo dei civili, sensazione
di partecipare a un evento che cambierà irreversibilmente la storia e di inaugurare
un’epoca che, analogamente alla guerra, sarà dominata dal primato della tecnica,
delle gerarchie repressive e dalla mobilitazione delle masse. Come spiega Leed, era
maturata la consapevolezza che “la distruzione tecnologica e la produzione
industriale sono immagini speculari l’una dell’altra”.
L’epoca della “guerra civile europea” è soprattutto caratterizzata dagli
estremismi ideologici, dalla totalità, dalla mobilitazione. Traverso
3
passa in rassegna
varie interpretazioni: Ernst Jünger associa la guerra mondiale al concetto di
“rivoluzione mondiale”, affermando che sono “i due lati di un medesimo evento di
proporzioni cosmiche”
4
.
Ma il nome più famoso legato a questa formula è quello del revisionista Ernst
Nolte, che in Nazionalsocialismo e Bolscevismo la usò per indicare il periodo dal
1917 – la nascita del totalitarismo comunista, seguito dal Comintern – alla caduta del
nazismo, per Nolte solo un riflesso del marxismo. Tali scontri sono riducibili ad un
2
E. J. Leed, Terra di nessuno, Il Mulino, Bologna, 1979.
3
Cfr. E. Traverso, A ferro e fuoco. La guerra civile europea 1914‐1945, cit., cap. I.
4
Ernst Jünger, La mobilitazione totale (1931), in Scritti politici e di guerra, 1919‐1933. III: 1929‐1933,
Libreria Editrice Goriziana, 2005, p. 157.
12
unico tra la “trascendenza” del mondo moderno – rappresentata dal marxismo-
bolscevismo – e la resistenza fascista; tra rivoluzione e controrivoluzione. La visione
revisionista viene considerata riduttiva da Gian Enrico Rusconi, il quale allo scontro
delle ideologie transnazionali preferisce vedere l’inizio della guerra civile europea
nel 1914, “in coincidenza con la “rottura del famoso “concerto” o “equilibrio delle
potenze”, che era molto più di un meccanismo di forze controbilanciate: dietro a esso
c’era una certa idea di Europa, delle nazioni, di civiltà europea”
5
. Dunque, oltre alla
rottura dell’equilibrio, entra in gioco un fattore di “contingenza”, ossia l’innesco di
meccanismi di ideologizzazione, politicizzazione e criminalizzazione dell’avversario,
che conducono a una guerra “che pretende di essere un giudizio morale. L’avversario
non è soltanto un nemico (hostis), ma un criminale da eliminare”. Dal
coinvolgimento di tutti gli strati sociali, consegue anche il carattere di “guerra
culturale”
6
.
Più recentemente si colloca la tesi del marxista Eric Hobsbawm autore de Il
secolo breve, che si attesta ancora sulla natura di contrasto ideologico della “guerra
civile internazionale” – tra bolscevismo, fascismo e la decadente liberaldemocrazia -
opponendo il Novecento nato dalle trincee a un Ottocento stabile, di progresso e di
primato europeo. La radicale novità rispetto al XIX secolo è la illimitatezza dei
conflitti:
La maggioranza delle guerre non ideologiche e non rivoluzionarie del
passato non erano state condotte come una lotta fino alla morte e
all’esaurimento totale dei contendenti. (…) Nell’età degli imperi, la politica
e l’economia si erano fuse. La rivalità politica internazionale si modulava
5
G. E. Rusconi, La “guerra civile europea”: ideologie e regimi del XX secolo, in “I viaggi di Erodoto”,
n.22, 1994, p. 203.
6
Ibidem, p. 206.
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