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Introduzione
Il presente lavoro di tesi è nato dalla volontà di descrivere una realtà
aziendale del mio territorio nell’ambito di una materia che più di
tutte mi ha appassionata durante gli studi magistrali grazie anche
all’impegno non comune del docente.
Quindi la mia attenzione si è focalizzata sul ciclo produttivo delle
Cantine Due Palme e sul marketing d’acquisto da loro effettuato in
termini di approvvigionamenti, acquisti, gestione delle scorte.
Ho voluto seguire un percorso lineare iniziando, nel primo capitolo,
con la descrizione tecnica del ciclo di produzione del vino articolato
nelle sua varie fasi e cercando di dare una definizione delle nozioni
incontrate nel corso del capitolo. Ho descritto prima di tutto il
vigneto che è la fonte da cui nasce il prodotto vino, mi sono
soffermata sul ruolo dell’agronomo e dell’enologo durante i processi
di vendemmia e vinificazione e ho proposto un excursus sui vari
contenitori del vino nella storia, dalle botti alle bottiglie, per arrivare
a definire le cantine moderne.
Nel secondo capitolo sono scesa nel dettaglio dei rapporti di
fornitura e ho descritto la gestione della filiera vitivinicola dando
una prima definizione del concetto. Lo schema da seguire è
7
pressoché simile in ogni cantina e segna il suo inizio nel momento
del conferimento delle uve, preceduto solo dalla fase di coltivazione
dell’uva, cui fa seguito la creazione di masse di vino da
imbottigliare. E’ in questo momento che inizia il processo di
approvvigionamento diretto, per ciò che riguarda l’uva, e indiretto
quando si effettuano gli acquisti di tappi, bottiglie, capsule ed
etichette. Tutto dipende dalle richieste del cliente finale (privato o
grande distribuzione) che è il destinatario, la componente finale della
supply chain. Queste fasi trovano il loro seguito
nell’imbottigliamento ed etichettatura dei vini.
E’ importante avere le certificazioni di qualità, garantire la
tracciabilità lungo la filiera vitivinicola e fare in modo di rispettare
in ambito nazionale le legislazioni disposte a livello comunitario
come, ad esempio, la nuova OCM vino.
Da ultimo, ho voluto sottolineare un aspetto che in questi ultimi
tempi sta assumendo notevole rilevanza e cioè l’adesione alla
cosiddetta green economy attraverso la partecipazione, da parte delle
aziende del settore vino, a vari progetti rientranti nell’ambito della
sostenibilità ambientale.
I capitoli secondo e terzo non sono altro che un’integrazione, una
fusione l’uno dell’altro. Il secondo dà una visione generale del
8
processo di supply chain management, mentre il terzo entra nello
specifico del caso aziendale in questione rimarcando gli stessi
concetti.
Cantine Due Palme opera lungo la filiera seguendo uno schema ben
preciso: tutto parte dai soci conferitori che sono più di 1000, va da sé
che il momento principe risulta essere quello del conferimento
dell’uva che consente di ottenere le masse di vino pronte per
l’imbottigliamento e contenute nei grandi silos. In contemporanea
l’ufficio commerciale propone al mercato finale i prodotti attraverso
un’efficace azione di marketing e una campagna pubblicitaria
notevole e l’ufficio logistica organizza gli ordini dei vini che
arriveranno al cliente finale, il destinatario di tutto questo processo.
Ho voluto focalizzare l’attenzione sulle innovazioni portate avanti
dall’azienda e sulle caratteristiche che la rendono unica nel suo
genere; ho descritto, pertanto, il sistema di allevamento ad alberello
pugliese, la creazione del lievito Cantine Due Palme, la struttura
nella quale opera, le certificazioni e i riconoscimenti ottenuti e ho
analizzato, per essere in linea con la materia d’esame, il complesso
funzionamento del marketing d’acquisto.
Tutto questo è stato possibile grazie al periodo di stage che ho svolto
in azienda e alla disponibilità delle risorse umane presenti in azienda
9
che mi hanno fornito il materiale necessario e hanno accettato di
conversare con me rispondendo alle mie domande nonostante la
numerosa mole di lavoro.
E’ difficile descrivere in qualche pagina un’azienda così complessa e
che è in continua evoluzione, spero, pertanto, di esserci riuscita al
meglio.
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CAPITOLO I
IL CICLO DI PRODUZIONE DEL VINO
“Presto, portatemi un calice di vino che io possa bagnarmi la mente e dir
qualche cosa di acuto”. (Aristofane)
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Introduzione
Fare dall’uva un buon vino è dovere di ogni produttore, ma individuare il
tempo giusto per la vendemmia è il compito di ogni enologo competente.
La produzione enologica si fonda su caratteristiche generali e globalmente
accettate, nonostante ciò ogni vignaiolo è depositario della tradizione locale.
Come scrivono Spurrier e Dovaz: “Un bravo enologo può dare a un vino un
marchio di distinzione, ma un cattivo enologo può produrre un vino di
cattiva qualità perfino dalle uve migliori
1
”.
In passato i processi di vinificazione non hanno subito miglioramenti dei
processi produttivi, attualmente però sono stati investiti numerosi capitali
nella produzione e nell’immagazzinamento del vino
2
. Gli impegni tecnici si
concentrarono sulla scelta dei vitigni fino all’ingrandimento delle cantine.
Così comincia l’era delle grandi case vinicole, la vinificazione diventa
industriale con scelte di minimizzazione dei costi e massimizzazione del
profitto. Si è cercato di meccanizzare ogni fase della filiera per arrivare a un
prodotto vino di qualità eccellente
3
.
1
Spurrier S, Dovaz M. (1983), Master wine course, MacMillan Publishing Company, UK.
2
Petrozziello M., Guaita M., Bosso A. (2005), “Il controllo dell’ossigeno nel vino”,
L’Informatore Agrario, 40: 61-64.
3
Pansini S. (a cura di) (2009) Il ciclo di produzione dell’ olio e del vino, Suma Editore,
Sammichele di Bari.
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1.1 Cenni su viticoltura ed enologia
La viticoltura può essere definita come l'insieme delle tecniche usate per la
coltivazione delle viti, mentre l'enologia è la scienza che studia la
produzione del vino, dalla vendemmia alla bottiglia.
Il tecnico che si occupa della vite non ha solo il compito di produrre uve di
qualità, ma di produrre vino di qualità. E’ importante preservare la materia
prima nel corso della vinificazione e dell’affinamento, così come è
necessario capire che non esistono un vino e un mercato ma più vini che
devono essere collocati in differenti mercati
4
.
Fino a pochi anni fa si riteneva che dovesse essere curato soprattutto il
lavoro in cantina ma poi si è capito che occorre dedicarsi anche all’attività
in vigna e quindi alle pratiche agronomiche.
E’ importante sottolineare anche i concetti di vinificazione e di
conservazione. Il primo descrive l’insieme delle operazioni necessarie per
trasformare l’uva in vino e comprende le operazioni di pigiatura dell’uva,
trasformazione del mosto in vino, svinatura e travaso del vino. Il secondo
descrive il luogo in cui vengono conservate le bottiglie di vino
5
.
La degustazione è il procedimento che mira a determinare in maniera
oggettiva le caratteristiche del vino attraverso l’analisi visiva, olfattiva e
gustativa.
4
Marenghi M. (2005), Manuale di viticoltura, Edagricole / Il sole 24 Ore, Milano.
5
Beretta M.C., Stecchi G., (2003), Vini e cantine, Mondadori Electa S.p.A., Milano.
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1.2 Il vigneto
La storia del vino parte dal suo territorio che lo rende diverso da qualsiasi
altra bevanda e che rende i vini stessi diversi gli uni dagli altri. Ogni
territorio è unico. E’ consigliabile fare riferimento al territorio per scegliere
un vino. Non si tratta di manipolazione umana in quanto nell’acino maturo
tutto è pronto. All’interno la sostanza del frutto e all’esterno ciò che lo
renderà nettare. Spaccando la buccia inizia la fermentazione, lo zucchero
diventa alcol, si sprigiona anidride carbonica ed è questa la storia del vino.
Inizia tutto sulla terra con le donne e gli uomini che si ritrovano le mani
rovinate per l’insistere sui tralci di vite. Le cure durano tutto l’anno e si
spera che durante l’estate non ci sia molto caldo, né piova in eccesso.
I fattori che influenzano il contesto climatico sono il punto in cui ci si trova
e la posizione rispetto alla superficie del mare. La vite è una pianta che ha
bisogno di molta luce.
In Europa, il territorio comunitario è diviso in zone del nord, del centro e
del sud, e i terreni in diverse categorie in base alla differente vocazione
viticola. L’Italia occupa una posizione privilegiata e può contare sulle
pendenze necessarie al corretto sviluppo delle vigne che è un altro elemento
essenziale.
In montagna, le vigne spesso non permettono la meccanizzazione e creano
17
rischi per l’incolumità del vigneto
6
.
Per fare un buon vino l’attenzione alla scelta del suolo è cruciale visto che
questo può influenzare le componenti chimico-fisiche del grappolo. Il
terreno è tanto importante che in sede comunitaria è stato varato un
regolamento apposito per definire il terreno in funzione della vocazione
vitivinicola, indicando quelli più idonei. Questi sono i terreni VQPRD (Vini
di Qualità Prodotti in Regione Determinata) di cui fanno parte le
Denominazioni di Origine Controllata (DOC) e quelle di Origine
Controllata e Garantita (DOCG).
1.3 Il ruolo dell’ agronomo: impianto e potatura
Si impara in campagna a fare il vino e si impara molto dalle generazioni
precedenti. E’ una delle tradizioni più antiche al mondo ma il progresso è
inarrestabile e se guardiamo le cantine di oggi non ci sono più pavimenti
intrisi di vinacce piuttosto acciaio inox, monitor digitali, laboratori di
analisi.
Tutto inizia in vigna e oggi si vogliono produrre uve le cui potenzialità
siano massime. La produzione è condizionata dal raggiungimento del
favore del pubblico. Nella vinificazione, la grande svolta è venuta con il
6
Polito A., Pennetta V. (2010), La guerra del vino, Edizioni Piero Manni S.r.l., San Cesario di
Lecce (Le).
18
freddo grazie alla possibilità di controllare la temperatura per opera dei
saccaromiceti. Nella maturazione, l’innovazione è rappresentata dall’ inox
che è più igienico ed efficiente rispetto a materiali quali il cemento e la
vetroresina.
Il grappolo d’uva è il punto di partenza della filiera vinicola (che sarà
analizzata, per ciò che riguarda le successive fasi, nel capitolo due). Il
grappolo è composto da una parte legnosa, detta raspo, e dagli acini, la
parte commestibile. Il raspo ha il difetto di conferire al vino un sapore aspro
e per questo l’uva viene fatta fermentare senza di esso. L’acino è composto,
a sua volta, da:
- buccia che costituisce l’ambiente ideale per la formazione dei lieviti.
- sostanze coloranti che determinano il colore del vino.
- polpa che è la parte che andrà a formare il mosto ed è costituita per il
70-80% da acqua e per circa il 10-30% da zuccheri.
Per quel che riguarda l’impianto di un vigneto bisogna capire il tipo di uva
che si vuole coltivare e il vino che da questa si vuole ottenere; anche questa
volta sarà l’uomo a condizionare la produzione, ad esempio attraverso la
meccanizzazione del lavoro per cui si dovrà costruire il filare sul quale si
svilupperà la vigna
7
.
Il fattore tempo è quello che riveste la massima importanza per il produttore
che vuole ottenere eccellente uva da vino e a questo tempo iniziale si
7
Pastore R. (2002), Il marketing del vino e del territorio: istruzioni per l’uso, Franco Angeli Edi-
tore, Milano.
19
aggiunge il tempo di evoluzione del vino.
Nella viticoltura di alta qualità organolettica e agronomica, la
meccanizzazione non trova l’applicazione massiccia nelle produzioni
destinate ai vini di massa. Il vigneto non è gestito in un’ottica di
predisposizione ai macchinari perché solo il lavoro manuale consente di
portare uve intatte e fresche in cantina.
La potatura fa il suo ingresso nel momento in cui si vuole operare una sorta
di manutenzione sulla vigna decidendone forma e produzione e in
quest’ultimo caso si riesce ad avere una pianta che produce uve di ottima
qualità
8
. Nella coltura della vite si considerano importanti la potatura di
“allevamento o di formazione” e di “produzione”. La prima assicura un
rapido sviluppo della struttura scheletrica e radicale della vite ed una rapida
messa a frutto. Questa fase può durare dai 2 ai 3 anni. La seconda ha lo
scopo di far produrre e di mantenere le piante “pulite”.
La potatura della vite ha anche la funzione di massimizzare la produzione di
uva e questo scopo può essere perseguito eliminando i rami che danno
meno frutti
9
.
Il periodo più adatto alla potatura è l’autunno successivo alla raccolta ed è
consigliabile non andare oltre la primavera. A volte, per alcune varietà di
vite, prima della vendemmia si usa sfoltire sia per far prendere sole all’uva
sia per agevolare il lavoro dei vendemmiatori.
8
Guatteo F. (2005) La degustazione del vino, Edizioni Gribaudo, Milano.
9
Turri N. (2005) La vite. Tecniche di coltivazione e potatura, Mulino Don Chisciotte, Verona.
20
La potatura è legata a fattori quali: terreno, clima, tradizioni, obiettivi di
produzione e sistemi di allevamento
10
. Infatti, al sud vi è la vigna ad
alberello e a spalliera, mentre al nord è diffusa la pergola. Gli obiettivi
principali di qualunque sistema sono la necessità che il sole arrivi ai
grappoli per farli maturare e che siano abbastanza arieggiati per evitare
muffe e marciume
11
.
La potatura può essere corta, mista e lunga. Nel primo caso il taglio dello
sperone legnoso lascia solo due o tre gemme (tipico del meridione), e
questo tipo di potatura è sinonimo di produzione limitata e di qualità, mista
quando vengono lasciati altri speroni tagliati oltre al primo e lunga (tipica
del settentrione) quando si conserva un tralcio con più di cinque gemme.
Solitamente verso metà maggio si effettua la legatura dei tralci e si
eliminano così i germogli che non hanno produzione
12
.
Dopo la fioritura si effettua la cimatura e questa operazione aumenta la
resistenza alla siccità. La cimatura è precoce se fatta entro luglio, tardiva se
fatta all’invaiatura.
Tra la fine di giugno e quella di luglio c’è la sfemminellatura con la quale si
eliminano i germogli nati in estate dalle gemme pronte, e il diradamento
fogliare o sfogliatura che si effettua anche poco prima della vendemmia.
10
Casini L., Marone E. (2006) L’ imprenditore agricolo professionale, Franco Angeli Editore,
Milano.
11
Eynard I.,Dalmasso G. (1990) Viticoltura moderna: manuale pratico, Hoepli Editore, Milano.
12
Gianotti G. (2007) Filosofia e tecniche di potatura : alberi da frutto, vite e olivo, Mulino Don
Chisciotte, Verona.