E’ inoltre interessante notare come la riassicurazione, di norma
visto come uno strumento utile a riequilibrare la composizione e
il rischio medio del portafoglio, venga interpretata anche come un
vero e proprio canale di rifinanziamento.
Date tali premesse l’impresa di assicurazione si caratterizza per
la disponibilit di ingenti flussi finanziari derivanti dai
processi di assunzione, liquidazione e riassicurazione. Pertanto,
allo scopo di dare conveniente utilizzo a tali disponibilit ,
l’impresa dovr operare delle scelte finalizzate
all’ottimizzazione del portafoglio.
Gli investimenti di una impresa di assicurazioni, proprio per la
funzione sociale svolta da quest’ultima, dovranno rispondere a
diverse caratteristiche in modo tale da soddisfare le esigenze di
liquidit , sicurezza, redditivit . La gestione finanziaria
dell’impresa dovr quindi basare le proprie scelte su titoli
estremamente liquidi, cioŁ dotati di un largo mercato, quindi
titoli sicuri riguardo alla natura e alla solidit dell’emittente
e infine titoli che producono, all’impresa stessa, un sufficiente
livello di reddito.
Nell’ambito del portafoglio titoli, l’impresa operer una
scissione tra "investimenti obbligatori" e "investimenti liberi".
I primi descritti dovranno essere sottoposti a vincoli normativi
disposti dalle leggi 10/6/78 n 295 e 22/10/86 n 742, nonchØ dai
decreti 15/7/88 e 6/9/88 riguardanti rispettivamente le tipologie
di titoli permessi e le relative percentuali minime e massime. I
secondi riguarderanno le residuali disponibilit dell’impresa.
A tale proposito sar interessante notare le diverse politiche di
impiego adottate dalle imprese: quindi la contemporanea presenza
di compagnie con maggiore propensione al rischio per dette
disponibilit e compagnie che tendono a ricalcare, con gli
investimenti liberi, la composizione di quelli obbligatori. Tutto
ci va per considerato nell’ottica sia delle condizioni di
rischio interno all’investimento stesso, sia il rischio esterno
riguardante ad esempio mercati, inflazione, congiuntura. Il
rischio interno potr essere grosso modo calcolato o limitato
mediante le teorie di diversificazione del portafoglio, mentre il
rischio esterno influenzer le decisioni di investimento della
gestione finanziaria che operer solo nel rispetto dei vincoli
posti dal mercato, dall’oscillazione dei tassi d’interesse o dalla
congiuntura. In genere l’impresa di assicurazione pu essere
considerato un tipico operatore avverso al rischio, tale, cioŁ,
che, a mano a mano che aumenta la stima del livello di rischio di
un investimento Ł sempre piø propenso a scambiare quell’impiego
rischioso con uno caratterizzato da un livello di rischio minore
la cui remunerazione cresca meno che proporzionalmente
all’aumentare del rischio. L’impresa di assicurazione attua le sue
scelte realizzando un "portafoglio investimenti" graduato sul
"portafoglio teorico di mercato", che consente di eliminare o
ridurre il "rischio particolare" insito nell’incertezza delle
vicende del settore e dell’impresa in cui investe, affrontando il
"rischio sistematico" che grava sul mercato.
Ogni gestione finanziaria dovr quindi comporre il proprio
portafoglio titoli diversificandone la composizione a secondo sia
delle diverse condizioni dettate dal mercato, sia dalle differenti
esigenze dell’impresa stessa. Infatti sar importante analizzare
la composizione del portafoglio titoli e le differenti scelte
delle compagnie in rapporto all’entit e composizione del debito
pubblico, in rapporto a variazioni di politiche monetarie e
fiscali adottate dall’autorit , ma soprattutto in rapporto
all’evoluzione della situazione congiunturale in un periodo
determinato.
Infine, sempre a riguardo della riduzione o copertura dei rischi
insiti nell’attivit di investimento, andranno ricordati i nuovi
strumenti finanziari come options e futures che rappresentano
anche investimenti alternativi e molto redditizi.
Infine verranno analizzate alcune imprese di assicurazioni in
particolare, con riferimento alle diverse, e a volte contrastanti,
politiche di gestione attuate nel corso degli ultimi 6/7 anni.
II OGGETTO E SCOPI DEGLI INVESTIMENTI IN UNA
IMPRESA DI ASSICURAZIONI.
2.1 Introduzione
Da una breve analisi storica della gestione finanziaria Ł
importante notare come le decisioni inerenti ad essa siano sempre
avvenute sotto lo stimolo delle modificazioni profonde dei
mercati, dell’ambiente e del ciclo congiunturale. L’attenzione
rivolta ai problemi della gestione finanziaria, per esempio dopo
la crisi petrolifera degli anni ’70, Ł diventata generale fino ad
assumere carattere di preminenza. Con i problemi inflazionistici
degli anni ’80 si Ł accentuata l’importanza della gestione
finanziaria e le imprese sono state costrette a ragionare sempre
piø in termini di ottimizzazione dell’impiego delle risorse
finanziarie di cui disponevano. Durante il periodo 1977-1986
(1)
,le
imprese italiane, per quanto attiene alla loro struttura
finanziaria, sono passate, fatto pari a 100 il totale degli
investimenti netti, dal 15% di Capitale circolante netto e 85% di
immobilizzazioni nette nel 1977; al 27% di Capitale circolante
netto e 73% di immobilizzazioni nette nel 1986. Ci dimostra, a
parte gli effetti del raffreddamento della congiuntura, quindi del
rallentamento nella realizzazione di nuovi investimenti fissi,
l’espressione di un deciso sforzo di miglioramento della struttura
finanziaria delle imprese manifatturiere italiane. Si pu quindi
(1 )
Indagine Mediobanca svolta sui dati di bilancio di 1603 imprese manifatturiere.
rilevare la forte modificazione di struttura finanziaria dal lato
degli investimenti dell’industria italiana tra il ’77 e l’86.
Ci che Ł stato dato constatare storicamente Ł che la
generalizzazione dell’attenzione per la gestione finanziaria,
piuttosto che per l’economia reale delle imprese industriali
(2)
,Ł
piø da spiegare con le opportunit concesse dall’inflazione a due
cifre e con gli alti tassi di remunerazione reale riconosciuti
dallo Stato sul Debito pubblico, che da un capovolgimento durevole
dei rapporti tra gestione finanziaria e gestione aziendale
(3)
. Nel
mutare della situazione, cioŁ nella seconda parte degli anni
ottanta, la sfida di tutte le imprese sembra proporsi obiettivi
piø equilibrati e, perci , anche piø difficili.
2.2 La gestione finanziaria
"La gestione finanziaria Ł la pietra angolare del sistema
d’impresa, talchØ una buona gestione finanziaria Ł di importanza
vitale per la salute economica delle imprese ed Ł quindi utile
alla nazione e al mondo. Il suo campo Ł piuttosto complesso ed Ł
sottoposto a continue modificazioni in risposta alla variabilit
delle condizioni dell’economia"
(4)
.
La gestione finanziaria, si pu dire, attraversa orizzontalmente
tutta l’attivit di gestione contenendo l’analisi dei flussi
economici e finanziari, sia storici sia prospettici, e
condizionando sia la raccolta di risorse, sia le scelte d’impiego
(2)
Ad esempio l' utilizzo della gestione di tesoreria come fonte principale di proventi anche nei confronti dei pi�
modesti risultati della gestione caratteristica sperimentato tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta da
molte imprese.
(3)
Cattaneo M.: "Il capitale circolante netto"; Torino 1988; pag. 14
(4)
Brigham R.: "Financial Management"; Prefazione, pag. XIV.
delle stesse. Le decisioni di investimento per la gestione
caratteristica d’impresa condizionano e sono condizionate dalle
opportunit finanziarie, ma non derivano da queste ultime.
Investire in titoli di Stato o in azioni possono essere propositi
della funzione finanziaria dell’impresa sempre per
compatibilmente con il programmato esercizio dell’attivit
caratteristica di questa.
L’investitore potenziale sia essa azienda di produzione sia essa
azienda di consumo, Ł tendenzialmente un soggetto avverso al
rischio, tale cioŁ che, a mano a mano che aumenta la stima del
livello di rischio di un investimento (e, quindi, la remunerazione
attesa) egli Ł sempre piø propenso a scambiare quell’investimento
rischioso con uno caratterizzato da un livello di rischio minore
la cui remunerazione cresca meno che proporzionalmente
all’aumentare del rischio.
L’investitore, secondo uno dei modelli piø diffusi di
comportamento, ovvero il CAPM (Capital Asset Pricing Model) attua
la sua scelta ottimale realizzando un portafoglio d’investimenti
sul portafoglio teorico di mercato che gli consente di eliminare
il rischio insito nell’incertezza delle vicende del settore e
dell’impresa in cui investe, lasciandolo sottostare solo al
rischio sistematico che grava sul mercato.
La gestione di impresa appare volta alla massimizzazione del
valore di mercato della stessa quindi equivale a dire che la
gestione tende a rendere massimo il valore dei flussi monetari
conseguiti dai detentori del capitale di impresa. All’interno
della gestione di impresa trova luogo la gestione finanziaria che
nella sua accezione piø stretta riguarda le attivit di
investimento. Come nell’azienda familiare, dove le decisioni di
investimento dipendono da vari fattori fra i quali ad esempio il
livello di reddito, la propensione al consumo, l’area geografica,
il numero di componenti del nucleo familiare, cos anche per la
azienda di produzione il livello di investimento trae origine
dalla rinuncia al consumo immediato di risorse finanziarie e nella
contemporanea allocazione di dette risorse in attivit piø o meno
rischiose suscettibili di riscuotere nel tempo una remunerazione
economica rispondente sia al prezzo per la rinuncia al consumo
immediato, sia al compenso per il rischio a cui le risorse
investite sono sottoposte. Ogni investitore quindi destina le
risorse negate al consumo immediato ad un particolare portafoglio
investimenti che reputa frutti un rendimento maggiore di quello
derivante dalla destinazione casuale delle risorse; quindi
l’impresa quale investitore alloca le proprie risorse sottratte al
consumo ad un portafoglio che assicuri la massimizzazione del
valore di mercato del proprio capitale.
Nell’ottica appena descritta ogni impresa basa le sue decisioni
di investimento tenendo conto di:
* investimenti effettuati;
* mezzi finanziari sottratti al consumo;
* ritorni finanziari attesi.
Assunto quindi l’obiettivo della gestione finanziaria si tratta
di individuare un sistema di decisioni che ne rende possibile la
realizzazione. Innanzi tutto sar necessario compiere degli studi
sulle decisioni finanziarie che tengano conto di:
* individuazione delle alternative;
* convincimento che queste alternative siano differenti per
quanto attiene alla desiderabilit ;
* identificazione di un giudizio riguardo all’adeguatezza della
decisione rispetto all’obiettivo predeterminato.
L’individuazione delle alternative Ł espressione diversa per ogni
azienda e discende dalla natura e dalla attivit dell’azienda
stessa. Sar quindi il campo di studio di coloro che si occupano,
all’interno dell’azienda, delle decisioni di investimento
compatibilmente con la natura dell’azienda stessa.
Per ci che attiene alle decisioni finanziarie di investimento
dell’impresa di assicurazione, nell’ottica della sua gestione
caratteristica, Ł da rimarcare una importante premessa; quella
cioŁ che l’impresa di assicurazioni Ł caratterizzata
dall’inversione del ciclo produttivo; vale a dire che,
contrariamente a quanto avviene in tutte le altre tipologie di
aziende, nell’impresa di assicurazione i ricavi si manifestano
antecedentemente rispetto ai costi; in secondo luogo i ricavi si
traducono immediatamente in entrate; in terzo luogo alla certezza,
sia riguardo all’entit , sia riguardo alla momento, dei ricavi si
contrappone l’aleatoriet dei costi che sono derivanti dal
verificarsi di quel determinato evento sottoscritto al momento
dell’assunzione.
Per ci che attiene ai processi di investimento di una impresa di
assicurazione si deve osservare che essi trovano la loro origine e
il loro sviluppo dai processi assicurativi osservabili nelle loro
diverse manifestazioni come processi di assunzione, di
liquidazione, di riassicurazione. Si deve far infatti riferimento
non solo al momento assuntivo, ma anche al processo di
liquidazione in quanto l’entit dei flussi finanziari a
disposizione di una impresa di assicurazione Ł in funzione non
solo dell’entit dei premi incassati, ma anche dei tempi
intercorrenti tra l’assunzione delle coperture, quelli di denuncia
dei sinistri e quelli, a volte assai estesi, dell’effettiva
liquidazione dei danni.
I flussi finanziari a disposizione di una impresa di
assicurazione variano, tra le altre circostanze, dall’entit del
premio; premio che va ad alimentare delle riserve, le quali
saranno opportunamente rese fruttifere dall’impresa. Chiaramente
l’entit delle riserve varier , tra le altre condizioni, in
funzione al tipo di copertura, alla sua durata, alle modalit di
pagamento dei premi e a quelle di liquidazione.
Diversa Ł infatti la genesi che hanno i processi di assunzione a
seconda che ci si occupa di assicurazioni sulla vita o di
assicurazioni dei rami elementari.
I processi assicurativi del ramo vita trovano infatti la loro
origine nei processi di risparmio familiare e hanno lo scopo di
assicurare un capitale o una rendita al verificarsi di quel
determinato evento. I suddetti processi di risparmio derivano
dalla produzione di redditi e dalla ampiezza dei consumi cioŁ
derivano da una rinuncia al consumo immediato dei redditi
prodotti.
Chiaramente molteplici sono i fattori che influenzano
l’accumularsi di determinati flussi di risparmio delle famiglie
quali ad esempio il reddito disponibile, gli impulsi di natura
psicologica, l’andamento dei prezzi e della congiuntura,
l’inflazione, la propensione al consumo, il numero di persone
della famiglia e la loro cultura, la possibilit di ricorrere al
credito.
I processi assicurativi dei rami elementari invece hanno una
differente finalit e origine; devono infatti garantire le aziende
di produzione o di consumo contro le conseguenze che possono
derivare dal prodursi di determinati eventi temuti.