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tuttora irrisolte. A queste “partite artiche” ancora aperte è appunto dedicato il capitolo
III dell’elaborato.
La seconda parte, che si articola nei capitoli IV e V, si propone di analizzare la
questione secondo due diverse prospettive. Il capitolo IV in particolare, descrive la
componente strategica e militare della Grand Strategy russa, evidenziando le
implicazioni di quest’ultima nella regione artica. Quella che abbiamo definito “corsa
all’Artico” è qui interpretata come un confronto tra potenze, secondo quella che è la
teoria realista della relazioni internazionali. Il capitolo V affronta invece la questione da
un punto di vista economico. La discussione è qui principalmente incentrata sulle
risorse energetiche artiche e sul ruolo che queste possono avere nell’economia russa.
L’intento è quello di verificare se lo sfruttamento di tali risorse è effettivamente una
strada percorribile per la Russia e per altri paesi, nei prossimi anni, ma anche quello di
sottolineare l’importanza della dimensione economica, come elemento scatenante delle
tensioni attuali e di eventuali conflitti futuri.
L’ultima parte, che comprende il solo capitolo VI, è invece dedicata alle conclusioni. Si
è qui cercato, in primo luogo, di ipotizzare quali potrebbero essere le evoluzioni della
questione giuridica. Nei successivi paragrafi si cerca poi di comprendere fino a che
punto potrebbero spingersi gli attori protagonisti di questa competizione, ossia se esiste
effettivamente la possibilità che si giunga ad uno scenario di guerra. Infine, l’ultimo
paragrafo verifica la percorribilità di quella che è considerata la soluzione alternativa
allo scontro: la via della cooperazione internazionale.
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Capitolo I: La regione artica
1.1 Caratterizzazione geografica e storica
L’Artico o Artide è la regione del globo circostante il Polo Nord. Comprende l’Oceano
Artico e lambisce le aree continentali estreme di Europa, America settentrionale e Asia,
investendo direttamente, sia pur in maniera diversa, Russia, Norvegia, Canada, Stati
Uniti, Danimarca (Groenlandia), Svezia, Finlandia e Islanda.
1
L'isoterma di 10°C (50°F)
di luglio è considerata il confine di questa regione. Ad eccezione delle aree continentali
e delle numerose isole, l’Artico è essenzialmente un oceano di 14,056 milioni di
chilometri quadrati di estensione, sopra il quale galleggia una massa di ghiaccio con uno
spessore medio di 3 metri, formatasi a causa delle basse temperature che provocano il
congelamento delle acque marine superficiali.
2
Da sempre scarsamente popolato, l'Artide non è mai stato sotto il dominio politico di
alcuna nazione, nonostante siano numerosi i paesi che rivendicano la sovranità su parte
di esso. L’interesse per quest’area infatti, inizialmente solo scientifico e geografico, è
cresciuto gradualmente durante il XX secolo ed in maniera esponenziale nel corso della
Guerra Fredda, divenendo nel frattempo anche strategico ed economico. La prima
spedizione artica ufficiale, intrapresa nel 1881-82, fu organizzata nell'ambito del primo
Anno Polare Internazionale, sotto il comando del luogotenente Adolphus W. Greely.
Tra il 1903 ed il 1905 l’esploratore norvegese Roald Amundsen riuscì a navigare
attraverso il famoso “Passaggio a Nord-Ovest”. L’esploratore americano Robert Edwin
Peary fu il primo uomo a raggiungere il Polo Nord, grazie a slitte trainate da cani nel
1909, ma anche altri paesi si dimostrarono particolarmente interessati all’esplorazione
artica. Quattro scienziati sovietici infatti, guidati da Ivan Dmitrjevi Papanin, nel 1937,
dopo aver stabilito una base di ricerca su una piattaforma di ghiaccio staccatasi dalla
banchisa, raggiunsero anch’essi il polo.
3
I dubbi sul carattere di “spazio oceanico”
dell’Artico furono definitivamente fugati a partire dal 1958 quando il sottomarino
nucleare statunitense Nautilus, a propulsione nucleare, navigò per primo sotto l’Oceano
Artico dallo stretto di Bering all’Islanda, passando sotto il Polo Nord in circa dieci
1
Tali stati sono comunemente definiti stati artici
2
Dati Central Intelligence Agency (2007), https://www.cia.gov
3
Mirsky Jeannette (1970), To the Arctic! The story of northern exploration from earliest times,
Chicago e Londra: The University of Chicago Press
8
giorni. Tra il 1957 e il 1958 le attività di cooperazione scientifica nelle regioni artiche
aumentarono in misura notevole in occasione dell’Anno Geofisico Internazionale.
Durante la Guerra Fredda però, la regione incominciò ad assumere anche una crescente
importanza strategica, poiché, nonostante l’estrema impraticabilità, era la via più breve
tra i territori delle due superpotenze. Le gelide acque dell’ Oceano Artico divennero
pertanto teatro di un ingente dispiegamento di forze da parte di entrambi gli
schieramenti ed i sommergibili per il lancio di missili balistici intercontinentali
costituirono il fulcro di questa strategia, in quanto utilizzabili sia per il pattugliamento
sia per un eventuale attacco. Con la fine della Guerra Fredda le rivendicazioni
sull’Artico sembravano destinate ad allentarsi per lasciare spazio ad un graduale
processo di cooperazione ed alla formazione di istituzioni comuni per il controllo
dell’area. In questi ultimi anni invece, soprattutto a causa del forte cambiamento
climatico che sta interessando questa zona e che genera nuove possibilità strategiche ed
economiche per i paesi circostanti, le rivendicazioni sono riprese, generando nuove
tensioni internazionali.
1.2 Artico ed Antartico: due differenti regimi
La Geopolitica è “lo studio delle motivazioni geografiche che influenzano l'azione
politica”.
4
Punto di partenza imprescindibile di qualsiasi studio in materia deve essere
quindi la caratterizzazione della regione, da un punto di vista geografico e fisico. Questo
aspetto assume, come vedremo, ancor più rilevanza per l’Artico, un’area che presenta in
questo senso, caratteri del tutto peculiari. A differenza dell’Antartide, costituita da un
tavolato continentale circondato dal mare e perennemente coperto da ghiacci, situato
nell’estremo Sud del pianeta, l’Artide è di fatto una massa oceanica congelata. Si deve
poi tener in considerazione che i due poli presentano una situazione differente anche in
termini umani: nella regione artica abitano popolazioni autoctone, mentre in quella
antartica gli unici individui sono coloro che lavorano nelle basi scientifiche, la cui
permanenza raramente eccede l’anno, incrementandosi durante i mesi dell’estate
australe. Oltre ai due aspetti ora menzionati, ve ne è un altro che differenzia in maniera
determinante le due regioni polari e cioè quello strategico. L’Artico assume infatti una
4
Devoto Oli (1984), Il Devoto-Oli. Vocabolario della lingua italiana, Edizioni Rizzoli
9
posizione molto più importante e centrale da questo punto di vista, a causa della
conformazione stessa dei continenti. Due aree apparentemente così simili, come quelle
dei due poli, presentano quindi delle differenze fondamentali che ne hanno determinato
la storia, le istituzioni ed i regimi politici e giuridici.
Prima di procedere nell’analisi occorre però effettuare due premesse. Innanzitutto va
ricordato che entrambe le “questioni polari”, da un punto di vista politico, sono
accomunate dal carattere dell’“internazionalità”, cioè sono situazioni che non possono
essere trattate e risolte efficacemente in una cornice solo nazionale o comunque in
maniera squisitamente unilaterale. In secondo luogo è necessario precisare il concetto di
“governabilità”, a partire dal quale è possibile comprendere la forma di amministrare
aree geografiche nelle quali devono confrontarsi un numero maggiore di parti rispetto
all’ambito esclusivamente nazionale. Secondo Oran Young e von Moltke, la
“governabilità” rappresenta gli schemi di cooperazione internazionale che determinano
le regole del gioco, che definiscono pratiche statali e sociali, assegnano i ruoli a coloro
che partecipano a questo scenario e contribuiscono a guidare le interazioni tra gli attori.
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Dal punto di vista della governabilità, l’Antartide è sicuramente un regime
internazionale che ha dimostrato la sua efficacia e longevità; dal punto di vista
giuridico, è un territorio non assoggettato alla sovranità di alcuno Stato. Esistono
tuttavia delle rivendicazioni territoriali che sono state sospese con l'entrata in vigore del
Trattato Antartico. Questo regola la presenza dei paesi interessati sul continente,
stabilendo una situazione di status quo in materia di sovranità territoriale. E' stato
stipulato a Washington il 1 dicembre 1959 fra dodici dei paesi partecipanti all'Anno
Geofisico Internazionale ed è entrato in vigore il 23 giugno 1961. Con questo trattato si
decise che la regione sarebbe stata utilizzata esclusivamente per fini pacifici.
L’Antartide è quindi un territorio demilitarizzato e denuclearizzato. Il Trattato distingue
due categorie di stati membri che sono denominate Parti Consultive e Parti Contraenti.
Le Parti Consultive consistono nei dodici paesi originari firmatari del trattato ai quali si
sono aggiunti i paesi che hanno dimostrato il loro interesse per l'Antartide,
conducendovi attività sostanziale di ricerca scientifica. Le Parti Contraenti consistono
nei paesi che aderiscono al trattato, ma non hanno acquisito i diritti di cui sopra. Sulla
5
Colacrai Miryam (2001), “Los regimenes de la Antartica y del Artico”, Rivista di studi politici
internazionali, vol. 68 n. 2, pag. 278-289