omologata. Si tratta di soggetti che vivono e crescono in una realtà lontana
dalle passate generazioni.
E’ evidente che nel solo termine adolescenza, dal latino ‘adolescentia’, che
significa ‘crescere’, si racchiudono problematiche e evoluzioni di notevole
rilevanza e tra queste anche “altre nuove e indefinite” per lo sviluppo.
L’abbandono della realtà infantile e la ricerca di una immagine di adulto
sono le problematiche focali di questo percorso di crescita.
L’instabilità della trasformazione sociali ed ambientali conducono alla
costruzione di aspetti psicologici indeterminati e nuovi. La società e la
tecnologia sono legati inscindibilmente all’evoluzione psicologica e fisica
degli adolescenti della ‘Generazione Y’. Agli adulti il compito di
comprendere le difficili espressioni della modernità e il riconoscimento
delle problematiche ad esso collegate. Gli adulti devono preoccuparsi
degli effetti delle loro azioni sugli adolescenti, in quanto l’adolescenza è
un periodo di crisi. In quest’ottica non vi è differenza tra le passate e le
attuali generazioni l’adolescenza deve essere protetta e tutelata dagli
adulti che sono gli artefici e i responsabili del futuro della vita.
L’uomo si evolse nella società, reagisce e si integra momento per
momento modificando il suo essere.
Di conseguenza, gli effetti di scelte e di decisioni devono essere
preventivamente vagliate. La velocità di immissione di novità sui mercati
tecnologici impediscono un corretta valutazione degli effetti positivi e
negativi sui soggetti più deboli della struttura sociale.
I temi discussi nella tesi nascono dall’unione di due diversi interessi: da
una parte quello di comprendere le passate generazioni, dall’altra quello
di indicare i pericoli e gli inganni, veri o presunti, di una società
4
complessa che si evolve e si trasforma con notevole celerità. Nuovi
problemi nascono da nuove cause, spesso le più variegate e sempre più
incontrollabili. Eppure sono tutt’oggi migliaia le persone affette da
disturbi provocati dalla tecnologia e caduti nella trappola dei nuovi reati.
L’età d’esordio del disturbi diminuisce sempre più e comprende già
bambini di 5 anni. Sono presenti patologie come la dipendenza e
l’iperstimolazione, che colpiscono soprattutto i ragazzi occidentali,
distribuite in modo omogeneo nelle varie classi sociali e fra i differenti
livelli di scolarità. Le ricerche di molti studiosi tentano di evidenziare le
emozioni e i pensieri che sono all’origine dei disturbi. La ricerca
bibliografica è apparsa inizialmente problematica a causa dello scarso
materiale presente in Italia in merito a questo argomento troppo recente
sia per gli avvenimenti sia per lo svolgersi delle patologie. Esso è stato
studiato inizialmente negli Stati Uniti, dove in effetti è comparso il
termine ‘Y Gen’ ( similari come Net generation, New generation, Internet
gen, ecc.).
5
CAP I. LE TEORIE PSICOLOGICHE CONTEMPORANEE
SULL’ADOLESCENZA
1. G. Stanley Hall: “la teoria biogenetica” nell’adolescenza.
Il primo psicologo a proporre una teoria sull’adolescenza fu Stanley Hall
(1844-1924), che basò i suoi studi su un metodo scientificamente fondato,
innovativo rispetto alle analisi di altri studiosi contemporanei che pur
avevano anticipato l’argomento.
La teoria di Hall risentì dell’influenza delle scoperte scientifiche del
tempo, in modo particolare della Teoria dell’evoluzione biologica di
Charles Darwin. Con la pubblicazione, “Le origini delle specie”, Darwin
enunciò che l’evoluzione di tutti gli esseri viventi era stata provocata da
un lento ma graduale mutamento biologico. Sulla terra sono presenti
organismi unicellulari che si sono sviluppati fino ad oggi raggiungendo
forme sempre più complesse. Il mutamento biologico avviene grazie ad
un meccanismo naturale di selezione. Qualunque soggetto, anche umano,
capace di adattarsi alla mutevolezza ambientale, ha caratteri particolari
inscritti nella propria progenie. Il sopravvivere e il riprodursi di questi
soggetti permette di arricchire il patrimonio genetico della propria specie,
consentendone la sopravvivenza.
S. Hall approfondì il concetto darwiniano introducendolo nella psicologia:
lo sviluppo dell’individuo era filogeneticamente orientato nello sviluppo
da bambino ad adulto, dove si ripercorrevano gli stadi della storia
dell’umanità. Egli formulò così la legge della ricapitolazione. L’uomo è
evoluto in base ai dettami presenti nei geni, la sua crescita procede
6
attraversando il decorso della storia umana, lo sviluppo ha caratteri
considerati immutabili ed universali.
Hall identificò stadi di sviluppo quali: l’infanzia, la fanciullezza, la
giovinezza e l’adolescenza. Egli studiò e interpretò una quantità
vastissima di dati sull’adolescenza, costituì una base sostanziale e
metodologica di ricerca. All’interno della Clark University, ottenne
informazioni dai racconti degli adulti intervistati che ripercorrevano le
esperienze infantili e adolescenziali, analizzò diari e lettere scritti in
questo particolare periodo di vita. Il metodo di Hall consentì di acquisire
numerose indicazioni sull’adolescenza, pubblicò il manoscritto,
considerato il primo testo scientificamente fondato sull’argomento, nel
1904 ‘Adolescence’. Egli fu il padre della psicologia dell’adolescenza.
Determinò che l’adolescenza poteva essere descritta come una seconda
nascita. Il giovane diviene adulto acquisendo le qualità specifiche e tipiche
della maturità umana. ‘La seconda nascita ’ rappresentò il rinnovamento
totale di tutti gli aspetti della personalità, oltre ad una profonda diversità
mentale. Hall asserì che il passaggio dall’infanzia all’adolescenza avviene
in modo drammatico.
Hall fu il primo a rendersi conto che la mente del bambino era differente
da quella dell’adolescente. Il bambino è tutto interessato al mondo
materiale, esterno ed ai suoi fenomeni, mentre l’adolescente è orientato a
sviluppare una vita interiore che si realizza attraverso una composta
capacità d’introversione, creando grandi stati d’animo e sentimenti. La
stessa epoca adolescenziale è piena di sentimenti contrastanti come:
dolore ed entusiasmo, tempeste emozionali, innamoramenti irrazionali,
odi ciechi, fiducia smisurata per le proprie forze e disperazione per i
7
propri limiti, rinuncia romantica e l’autodistruzione. L’adolescenza è l’età
delle tempeste emotive
4
.
Le differenze riscontrabili tra i vari adolescenti dipendono dai ritardi,
dagli arretramenti o dal fermarsi in un punto intermedio del percorso o
dello stadio di crescita. Questa concezione dello sviluppo adolescenziale
fu in seguito proposta anche da Freud e Piaget oltre che da altri studiosi.
Si può definire l’adolescenza, con gli aggettivi di Hall, come “impeto e
assalto” Sturm und Drang. Egli sostenne che i genitori e gli educatori si
dovevano proporre in modo indulgente e permissivo e dovevano essere
tolleranti in determinati momenti di crescita. Hall non determinò l’uomo e
il processo di sviluppo come un prodotto concluso e determinato, ma
facente parte di un continuo mutare indefinito
5
.
Nel ricordare il grande contributo di Hall all’inizio delle ricerche
sull’argomento non va dimenticato che egli fu il primo a dar credito e
riconoscimento negli Usa (1909) alla teoria della psicoanalisi e a Sigmud
Freud.
2. La psicoanalisi
Appare difficile parlare di adolescenza senza utilizzare i contributi dei
psicoanalisti.
In particolare, vale la pena rivedere le posizioni di Sigmud Freud, Anna
Freud e, sia pure da un angolo di osservazione differente, di Otto Rank e
di Erik H. Erikson.
4
A. PALMONARI, Psicologia dell’adolescenza, Il Mulino, Bologna, 2007.
5
R. E. MUUSS, Le teorie psicologiche dell’adolescenza, La Nuova Italia, Firenze,1976.
8
A. Nella legge della ricapitolazione e nelle teorie
psicoanalitiche dello sviluppo, l’adolescenza è individuata come
biologicamente determinata. Lo sviluppo psicosessuale, come le altre fasi
di sviluppo, attraversano le antiche esperienze dell’umanità.
Freud cercò di comprendere le relazioni profonde esistenti tra le
modificazioni fisiologiche e i vari processi di crescita correlati alle
influenze psicologiche.
Egli ricercò, principalmente, l’importanza delle trame sessuali come
pulsioni infantili, osservandone l’importanza nello sviluppo
dell’individuo e sulla struttura psichica dell’adulto.
Nel 1905 Freud nei suoi “Tre saggi sulla teoria sessuale” affermò che la
sessualità non emergeva, come si presumeva, durante la pubertà.
Nell’infanzia egli riscontrò un’intensa vita sessuale che era fondamentale
per l’articolazione della personalità adulta. Nel corso dello sviluppo
infantile individuò cinque fasi.
Gli stimoli auto-erotici, presenti nel periodo pre-ego, si sviluppano già nei
primi giorni dalla nascita. Con il piacere della suzione, bere, mangiare
inizia la fase orale; mordendo durante la fase di dentizione si avvia la fase
sadico-orale; la fase anale inizia al termine del secondo anno viene
individuata, con la sensazione dell’infante di trattenere o lasciar andare le
deiezioni per proprio piacere o per esercitare potere sui genitori Freud si
focalizzò sulle vicissitudini delle pulsioni sessuali infantili, ma non
mancarono i contributi sull’adolescenza. Determinò una sequenza di fasi a
successione temporale e biologica, scandita da strutture psicosessuali. Le
fasi psicosessuali, si sovrappongono e si ampliano nello sviluppo. Le
9
ultime due fasi che secondo Freud coincidono con la fanciullezza e
l’adolescenza, hanno arco temporale di circa quindici anni. Manipolare gli
organi sessuali indica l’inizio della IV fase, quella fallica, ‘piccola pubertà’
che si combina con i cambiamenti biologici.
L’insieme crea un periodo di tensioni; il desiderio sessuale e la ricerca di
nuovi atteggiamenti inducono ad un stato d’animo di insicurezza e
irrequietezza. La scoperta del proprio piacere amplia la percezione
narcisistica e del proprio ego: il fanciullo inizia ad acquisire una nuova
visione del mondo e della realtà. La ricerca del piacere si realizza
attraverso le stimolazioni esterne o interne delle zone erogene e attraverso
la ricerca di mezzi che aiutino a liberare le tensioni sessuali.
Nella fase genitale (V fase) è indicato il periodo terminale corrispondente
all’adolescenza, considerata come la fase di transizione dalla sessualità
infantile perversa e polimorfa ad un organizzazione psico-sessuale stabile
ed adulta. L’adolescente, superato le fasi precedenti, raggiunge una
maturità sessuale.
Nell’adolescenza si può percorrere anche una seconda fase edipica: i primi
innamoramenti solitamente coinvolgono persone di età più mature, che
inconsciamente richiamano le figure genitoriali.
Accade che la necessità di staccarsi dai propri genitori porti l’adolescente
a creare forti legami con soggetti del proprio sesso coetanei, spesso
sperimenta attrazioni omosessuali che possono incutere timore o nevrosi.
Freud nelle sue teorie non analizza l’ambiente come elemento cardine
della crescita sessuale e psicologica dell’individuo. La critica fatta a Freud
è di aver posto accenti forti sui fattori istintivi e biologici e di non aver
considerato l’influenza dell’ambiente sociale sulla crescita e sullo
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sviluppo dell’individuo. L’ambiente assume rilievo solo nella nascita del
Super-ego. Con l’intermediazione tra soggetto e società nascono le
convinzioni morali e la coscienza. Nel periodo adolescenziale il soggetto è
chiamato, secondo Freud, a mentalizzare il proprio sviluppo sessuale, a
rivivere le vicende infantili nel tentativo di elaborare una soluzione
soddisfacente ai conflitti remoti relativi alle prime fasi di sviluppo.
L’adolescenza è il periodo deputato alla ricapitolazione delle diverse fasi e
al superamento del complesso edipico. Solo attraverso questo lavoro è
possibile chiudere i conti con il passato e assicurarsi l’ingresso alla
maturità. Un errato sviluppo psicosessuale e infantile può ostacolare
l’accesso alla normale vita adulta. Le ricerche di Freud hanno mutato gli
studi dello sviluppo degli individui, aprendo alla ricerca nuove direzioni
di approfondimento.
B. La psicoanalisi asserì, che il processo di crescita
psicosessuale dell’essere umano inizia nella prima infanzia, così come la
capacità di amare si evolve lungo il corso della crescita. Anna Freud
dedicò più interesse all’adolescenza rispetto al padre, e determinò ‘La
teoria del meccanismo di difesa dell’adolescente’. Per essere all’altezza dei
vari compiti l’adolescente deve evitare pericoli, dispiaceri e angoscia
avvalendosi di diversi procedimenti (i meccanismi di difesa). Questi
ultimi sono difese, che operano al di fuori del dominio della coscienza e
servono a minimizzare il conflitto. Anna Freud pose rilievo al periodo
puberale come determinante per la formazione del carattere. Il compito
che il giovane deve svolgere nel periodo puberale, è quello di
riconquistare un equilibrio interiore destabilizzato dalle pulsioni sessuali
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provocate con il processo fisiologico. La pubertà inizia con il
funzionamento delle ghiandole sessuali che influenza direttamente la
sfera psicologica, frantumando l’equilibrio acquisito nella fase di latenza.
Nell’esaminare la fanciullezza e l’adolescenza, Anna Freud sottolineò che
la combinazione di relazioni ed impulsi istintivi, si fonde con i processi
fisiologici creando una forte influenza sul mondo psicologico
dell’adolescente.
Nel periodo dell’adolescenza l’Io si pone al centro di un violento conflitto
tra istanze differenti: le pulsioni sessuali che chiedono urgentemente di
essere soddisfatte e la coscienza morale che proibisce tale appagamento.
Nell’adolescente che cerca una via per ridurre la tensione si può verificare
il rischio che tale energia libera rifluisca verso gli oggetti infantili, una
regressione.
Tra le reazione che si possono scrutare l’aumento dell’aggressività è la
principale, della turbolenza ma in modo particolare l’incremento dei
meccanismi tipici di difesa quali la rimozione, lo spostamento, la
negazione e l’inversione.
Anna Freud ne individuò due come propri dell’adolescenza: ascetismo,
diffidenza di tutti i desideri istintivi che comprende anche il mangiare, il
dormire e il vestire, e intellettualizzazione, vissuto con un aumento
d’interesse verso argomenti astratti.
L’ascetismo è descritto come una lotta da parte del soggetto nei riguardi
dei propri impulsi sessuali e dell’impeto della libido. L’adolescente diffida
del piacere in genere, ritiene che il comportamento più sicuro sia quello di
opporsi ai desideri urgenti e agli istinti. Egli si sottopone a proibizioni
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