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PREMESSA
Per comunicazione pubblica, secondo la Faccioli, si intende “quello
insieme di processi che permettono la circolazione, all’interno della
comunità Stato, delle informazioni sui problemi di pubblica utilità e
su quelli socialmente rilevanti e l’attivazione di flussi di
comunicazione tra i cittadini, le istituzioni pubbliche e il sistema dei
media”
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. Pertanto la Faccioli delinea una rete di relazioni sociali tra i
soggetti interessati, i quali condividono particolari significati e per
questo producono un processo attraverso il quale viene prodotta,
trasformata e trasmessa l’informazione.
La comunicazione pubblica è, quindi, informazione tra le parti, ma
per sussistere necessita in modo primario di visibilità, pubblicità e
capacità di trasmettere un’informazione tra più individui. Perché si
realizzino queste condizioni i cittadini e lo Stato stesso, in quanto
Amministrazione Pubblica, instaurano tra di loro un rapporto
bilaterale basato sulla relazione di interscambio.
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“Comunicazione
pubblica
e
cultura
del
servizio”
di
F.
Faccioli,
Carocci
2000
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Un elemento decisivo per intraprendere una corretta analisi della
comunicazione pubblica, è la consapevolezza del suo porsi come
disciplina di confine. Essa, difatti, nel suo svilupparsi e modificarsi
nel corso del tempo, ha fatto si che i suoi studiosi si confrontassero
prima di tutto con il diritto pubblico e quello amministrativo, per poi
passare alla sociologia, alla scienza dell’amministrazione, alla
sociologia dell’organizzazione, all’economia aziendale ed infine, ma
non meno importante, al marketing. Invece per quanto riguarda il suo
aspetto più “comunicativo” la comunicazione pubblica è stata posta a
confronto con materie come la sociologia della comunicazione, la
comunicazione politica e quella d’impresa, non dimenticando la
linguistica e l’informatica come supporto alle innovazioni
tecnologiche, utilizzate come veicoli di informazioni.
In conclusione si può affermare che la comunicazione pubblica nel
suo svilupparsi ha cercato di porsi come punto di congiungimento e
di confronto tra diverse discipline non solo nel difficile compito di
ridefinizione dell’immagine, del ruolo e delle funzioni istituzionali,
ma anche come edificatore di luoghi e creatore di esperienze e
culture che contribuiscano in maniera significativa alla
riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. Proprio per questa
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sfaccettatura della materia e dalla non possibilità di racchiuderla in
un’unica sfera di sapere si sono aperti vari dibattiti su una sua
definizione più puntuale e dei suoi campi di attuazione. Si è arrivato,
quindi, ad individuare sette mega arie, che sono:
1. Comunicazione pubblica e di mercato.
La diversità tra la prima e la seconda è riconducibile alla finalità che
la comunicazione pubblica si pone rispetto a quella di mercato. Per
rispondere alle attese del cliente la seconda cerca di orientare i l
comportamento del cittadino verso l’acquisto di un bene, mentre
l’ente pubblico, portatore di interesse generale, non può basarsi delle
attese del cliente o usare in modo strumentale il messaggio. Altra
diversità fondamentale è quella dei soggetti, ossia le lobbies e il
sistema dei media e le imprese, che sono nell’area di mercato mentre
la pubblica amministrazione, le istituzioni e le associazioni sono in
quella pubblica. Nel primo caso prevale l’interesse socio-economico,
nel secondo caso la pubblica utilità, l’oggetto della comunicazione
ruota attorno a temi di interesse generale e garantisce imparzialità ed
obiettività.
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2. Comunicazione pubblica e comunicazione istituzionale.
Si differenziano tra di loro solo in base ai differenti steckholders a
cui si r i f e r i s c o n o . L a p r i m a è q u e l l a a t t i v a t a d a l l a p u b b l i c a
amministrazione, dagli enti pubblici e dal servizio pubblico, ED è
finalizzata all’organizzazione di un sistema integrato di
comunicazione, che garantisca, in primis pubblicità e comprensione
della produzione normativa (Vignudelli, 1992, pp.35-8), e che, in
seconda fase, assicuri servizi d’informazione in grado di soddisfare la
domanda e il bisogno del cittadino-utente.
La comunicazione istituzionale, invece, secondo Alessandro
Rovinetti, ha una molteplicità di funzioni, quali il “diritto, servizio,
immagine, dialogo, conoscenza, organizzazione”
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, e per questo deve
essere inquadrato come un processo col quale informare i cittadini
garantendo loro il riconoscimento non solo formale del diritto di
essere informati. Pertanto è necessario conoscere i propri pubblici di
riferimento, indirizzando loro messaggi mirati e sollecitandone
possibilità di risposta. La comunicazione deve diventare un servizio
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“
L’informazione
e
la
città:
nuove
strategie
di
comunica zione
istituzionale”
di
Alessandro
Rovinetti,
Franco
Angeli
,1992,
p.
42
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che la pubblica amministrazione, gli enti, i ministeri e le aziende
municipalizzate debbono offrire ai cittadini.
3. Comunicazione pubblica, società civile e opinione pubblica.
In luce alle riflessioni di Habermas sul concetto di “pubblico” si ha
una comunicazione pubblica quando esiste una relazione tra la sfera
del potere pubblico, l’autorità statale, e il pubblico stesso inteso come
l’insieme dei privati destinatari del potere pubblico. Partendo dal
concetto di Habermas di “pubblico” come qualcosa di “visibile” e
“manifesto” e definisce una dimensione che caratterizza lo Stato a
partire dalla metà del XVII sec. Da queste riflessioni Mancini
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ricostruisce i processi che hanno determinato l’affermazione della
comunicazione pubblica in Italia:
- ampliamento dei compiti dello stato, Walfare e continua
articolazione delle competenze;
- aumento della consapevolezza dei propri diritti da parte dei cittadini
con aumento di richiesta delle informazioni;
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“Manuale
di
comunicazione
pubblica”
di
Paolo
Mancini,
Laterza,
2008,
pp
62 -‐94
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- nuova struttura dell’arena pubblica.
Considerando gli oggetti della comunicazione, inoltre, M a n c i n i
propone quattro tipologie di comunicazione pubblica:
1. c omunicazione dell’istituzione pubblica che fa conoscere la sua
attività;
2. comunicazione politica che si occupa delle controversie;
3. comunicazione sociale;
4. comunicazione delle istituzioni quasi pubblica.
Infine definisce la comunicazione pubblica come quell’area
dell’attività simbolica di una società in cui, a seguito dei processi di
differenziazione sociale, sistemi diversi interagiscono e competono
per assicurarsi visibilità e per sostenere il proprio punto di vista su
argomenti di interesse collettivo.
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4. La comunicazione di interesse generale.
Arena prende in esame il ruolo della comunicazione nel quadro dei
processi di innovazione delle amministrazioni pubbliche. Il diritto ad
essere informati e a partecipare all’amministrazione pubblica
diventano uno strumento con il fine di rimuovere gli ostacoli che
impediscono il pieno sviluppo della persona.
L’attivazione di processi di comunicazione tra amministrazioni e
cittadini è la condizione necessaria per garantire che l’erogazione dei
servizi risponda ai bisogni degli utenti e contribuisca alla loro
realizzazione come persone.
L’essere pubblico della comunicazione è un dato oggettivo che
interessa non solo soggetti pubblici, ma anche soggetti privati che si
servono della comunicazione per soddisfare interessi che riguardano
la generalità dei cittadini.
Nel caso delle Associazioni, ad esempio, la comunicazione con i
cittadini è una scelta che è funzionale alla visibilità e alla
legittimazione delle stesse, esse assumono l’incarico di dare forza e
voce alle richieste dei cittadini circa la t u t e l a d e i d i r i t t i s o c i a l i
affinchè si trasformino in diritti stessi, ma la tensione verso il
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privatismo è una delle conseguenze del degrado delle istituzioni
pubbliche, incapaci di affrontare l’interesse generale in quanto non
abituate a conoscere in quale modo tale interesse si manifesti e si
esprima.
Il concetto che esprime Arena di comunicazione pubblica è
fondamentale in quanto egli identifica un luogo all’interno del quale
si d e t e r m i n a n o r e l a z i o n i , c o n f r o n t i e c o n f l i t t i t r a a t t o r i c h e s i
svolgano ruoli diversi.
5. La pubblicità pubblica.
Questo concetto fa riferimento alle attività di comunicazione
pubblicitarie attuate dallo stato nelle sue diverse articolazioni. E’
inserita nel filone della pubblicità finalizzata a dare trasparenza
all’amministrazione pubblica.
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6. Comunicazione pubblica e comunicazione politica.
Alcuni studiosi tendono a far coincidere la comunicazione politica
con quella pubblica mentre altri evidenziano che essa è solo una delle
recenti articolazione dell’altra.
La comunicazione politica si rivolge al cittadino nella sua veste di
elettore mentre la comunicazione pubblica si rivolge al cittadino
come membro della collettività per fare comunicazione di servizio
dello stato.
Il sistema dei media è uno degli attori principali dell’arena pubblica
come le associazioni civiche che occupano il terreno del dialogo con
i cittadini.
7. La comunicazione della sfera pubblica.
La comunicazione pubblica comprende processi diversi e fa
interagire attori pubblici e privati nella prospettiva di attivare la
relazione tra lo stato e i cittadini allo scopo di promuovere sviluppo
sociale.
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Suo oggetto sono i temi generali e sua finalità è la realizzazione di
tale interesse. Si possono individuare due tipologie di comunicazione
pubblica: quella dell’istituzione pubblica e quella della solidarietà
sociale. La prima è promossa tra soggetti istituzionali e si suddivide
in:
- comunicazione interna;
- comunicazione esterna verso i cittadini;
- comunicazione esterna verso i media.
La seconda è promossa dalle no profit per sensibilizzare la società.