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PRESENTAZIONE
Il mio viaggio universitario termina con questa tesi sofferta ma gratificante. Un
incontro con il “Libro Bianco” per approfondire le dinamiche della formazione
all’inizio di un millennio che porterà stravolgimenti marcati in una società sempre
piø globalizzata.
Nella prima parte: colgo la criticità del ministro Sacconi nei confronti di un paese
che non riesce ancora a trovare le giuste contromisure per rilanciare l’economia.
L’importanza fondamentale della formazione sia nella scuola che nel mondo del
lavoro mi ha portato nel percorso di studi a dare risalto in particolar modo alla
materia della “Didattica”.
Nel secondo capitolo: analizzo le responsabilità delle imprese, coinvolte anche
eticamente nel formulare un indirizzo nuovo e piø al passo con i tempi, per impostare
un programma formativo che duri l’intero arco della vita lavorativa. Avendo
un’attenzione particolare all’impatto ambientale e sociale, le aziende dovranno auto
imporsi un cammino di progresso sia materiale che morale.
Nel terzo capitolo: concludo con l’importanza ormai sempre piø sostanziale
dell’apprendimento a distanza, che diverrà sicuramente una parte fondamentale
nell’insegnamento per le sue peculiarità e i vantaggi derivati. Il 17 Febbraio 2010,
sono stati raggiunti gli accordi per i piani di formazione con l’inserimento
dell'articolo 2 del decreto legislativo
1
n.276/2003, del Fascicolo Elettronico
2
che
confluirà tutte le attività educative e lavorative come le prestazioni sociali di
1
Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, Linee guida per la formazione nel 2010,Roma,p.68.
2
M.Sacconi, Libro Bianco sul futuro del modello sociale La vita buona nella società attiva, Roma, Ministro del
Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, 2009, p.49.
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ciascuna persona “Libretto Formativo.” Le linee guida sono la condivisione della
formazione d’inclusione di impulso ed efficacia sul mercato del lavoro obiettivo e
perseguire percorsi sperimentali e pragmatici. E’ un messaggio oggettivo e utile per
superare le difficoltà di tutti Stato, Regioni e Parti sociali si sono ritrovati a palazzo
Ghigi, per poter rivalorizzare il ruolo sussidiario delle organizzazioni tra
individuazione valutazione certificazioni di competenze di istruzione tecnico-
professionale,diramato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
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Capitolo I
La Formazione nel Libro Bianco (Sacconi)
1.1 La Debolezza della Formazione nel Modello Sociale Italiano
La mia attenzione è stata attratta da una serie di annotazioni e considerazioni nel
Libro Bianco “La vita buona nella società attiva ” del Ministro M. Sacconi, da cui si
evince il proponimento di stabilire una serie di problemi esistenti e cercare, con fasi
alterne, di enunciare propositi ed intendimenti atti alla loro risoluzione puntando sulla
formazione.
Le disfunzioni del modello tradizionale
“Altrettanto deficitario è il quadro delle tutele attive dei disoccupati che presenta
servizi pubblici per l’impiego diffusamente carenti, un corpus normativo incompleto
delle forme di integrazione del reddito, investimenti nella formazione iniziale e
continua di dubbia efficacia. Le varie forme di sostegno al reddito non seguono così un
disegno di incentivazione per il rapido re-inserimento lavorativo e concorrono esse
stesse ad alimentare una fiorente economia sommersa”
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In queste righe si evince una peculiarità che sottolinea la latente inconsistenza
delle riforme a sostegno dei disoccupati.
Un’impossibilità a porre rimedio ad una crisi materializzatasi nel corso degli anni
fino ad esplodere in maniera incontenibile. Perdita di posti di lavoro, incapacità di
prospettare un’alternativa, formazione deficitaria ed un’economia sommersa sempre
piø in espansione ci permettono ancora una volta d’osservare la totale incapacità
politica ad iniziative concernenti la risoluzione del problema o almeno un accenno serio
3
M.Sacconi, Libro Bianco cit.., p.19
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ad essa. Sacconi è fortemente critico nell’indicare le carenze normative e di sostegno
alla disoccupazione. Trae un quadro dalla situazione esistente oltremodo negativo
puntando l’indice su mancanze gravi, riguardanti innanzitutto il mondo della
formazione, giustamente considerato il punto di partenza per risolvere pro-
positivamente i problemi della società. Nel libro bianco manifesta continuamente il suo
pensiero, volto a concepire un indirizzo didattico coerente e preciso. Ripetutamente
invita a convogliare energie ed intendimenti verso quella che appare l’unica strada
percorribile per controbilanciare la crisi e rilanciare l’economia
1.2 Insufficienza dell’apprendimento continuo
“Le relazioni di lavoro: I lavoratori e ancor piø le lavoratrici in età avanzata
sono spesso indotti a un abbandono precoce del lavoro regolare anche in conseguenza
della struttura rigida della retribuzione. Nel complesso, è diffusamente assente
l’opportunità di percorsi di continuo apprendimento a causa delle caratteristiche
autoreferenziali della offerta formativa e della insufficiente valorizzazione dell’impresa
quale luogo piø idoneo all’aggiornamento delle competenze.”
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Il Ministro Sacconi continua, nell’esposizione quasi ininterrotta di realtà
completamente destabilizzate. Stiamo trattando di persone che non saranno piø in
grado, lasciato il posto di lavoro di accedere a nessun’altra possibilità. E’ quasi
imbarazzante dover accettare una situazione cosi degradante anche da un punto di vista
morale.
Non stiamo parlando di giovani che se non altro hanno almeno l’entusiasmo del
futuro o almeno l’ottimismo per guardare al domani.
4
M.Sacconi, Libro Bianco, cit.., p.19.
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Queste donne, questi uomini non hanno certezze, stabilità, sicurezza, conservano
soltanto l’amarezza per un passato perduto. La propria vita che si dissolve avendo come
unica compagna la paura, lo sguardo allo specchio annichilito dall’esistenza. ¨ un
misero, crudele ringraziamento per chi onestamente ha vissuto e lavorato per anni.
Chiediamoci quale sorte possa davvero prospettarsi per un paese che non è in grado di
dare risposte e speranze ai propri cittadini, anzi nemmeno la parvenza di esse. La
situazione che Sacconi fotografa nella sua esposizione è un chiaro segno di come la
formazione non sia stata in grado di ricucire uno strappo sociale che ha colpito una
fascia debole ed esposta per ovvi motivi. Importante sarà intervenire in modo
appropriato, convogliando nelle imprese coinvolte il proponimento di una svolta etica e
formativa, consapevolmente indotta a dare risposte valide nel tempo. La formazione
continua, come riferimento organico, dovrà sopperire a mancanze che nel tempo hanno
portato all’insostenibile condizione attuale.
1.3 Le potenzialità inespresse del nuovo apprendistato
“Le potenzialità del nuovo apprendistato sono molte ma ancora largamente
inespresse. Non solo nella versione tradizionale e di tipo professionaliz-zante, volta
cioè a insegnare un mestiere. Ancor piø innovativi e fondamentali, per l’investimento in
capitale umano e la produttività del lavoro, sono i contratti di apprendistato che
consentono il conseguimento di un titolo di studio. Come nel caso dell’apprendistato
per l’esercizio del diritto dovere di istruzione e formazione, che consente l’acquisizione
di una qualifica del secondo ciclo, e come nel caso dell’apprendistato di alta
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formazione che è indirizzato sia ai percorsi tecnico professionali sia alla acquisizione di
un titolo universitario e persino di un dottorato di ricerca.”
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Un pensiero corrobora in questo punto un’aspettativa letta per il futuro, un
impegno a scandire passi a un approccio fattivo, verso la conoscenza almeno di un
fondamento ineluttabile, come l’apprendistato, la scuola fino all’Università. La
soluzione è prima di tutto ripartire dalla scuola per imprimere un input iniziale, perchØ
soltanto l’educazione potrà creare i futuri lavoratori, manager, ingegneri, medici,
politici.
La scuola è da sempre la ruota motrice di una nazione, soprattutto oggi che ci
dibattiamo in difficoltà immense, apparentemente senza sbocco, perchØ la differenza
emblematica tra il bene e il male è soltanto la conoscenza. Non esisterebbe la civiltà
come oggi la intendiamo se la scuola (intendo tutto il ciclo fino all’università) non
avesse trasmesso conoscenza ricucendo anche i momenti bui della storia. Il bisogno
primario dell’uomo fin dalla sua comparsa sul pianeta è stato quello della
conservazione della specie. Anche fisicamente il maschio con la possibilità di avere
figli da piø femmine, ci racconta un vissuto di salvaguardia della razza.
Intellettualmente poi, la capacità di trasmettere alla generazione successiva le
conoscenze in parte ereditate ed in parte acquisite tramite scoperte ed innovazioni,
porta l’homo sapiens ai nostri giorni come il geniale predecessore della civiltà attuale.
Il percorso educativo e formativo quindi fa parte integrante del nostro DNA, il substrato
su cui fonda tutta la storia del genere umano.
Or dunque, oggi, l’istinto servito ai nostri antenati per dar luogo all’espansione ed
alla conquista della terra va sostituito con una lungimirante programmazione educativa
che in termini adeguati, trasli la pulsione genetica primordiale, nella strutturazione
5
M.Sacconi, Libro Bianco, cit.., p.20.
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pragmatica di un insegnamento atto a risolvere le stesse problematiche. Miglioramento
delle condizioni di vita, lavoro per tutti, difesa dei piø deboli (donne, anziani, bambini),
debellamento della povertà, casa, scuola etc.: un elenco immane, duro, feroce cui far
fronte, ma la sfida è questa come lo è sempre stata.
Ogni tassello di conoscenza scientifica reca con se una penalizzazione in termini
umani perchØ è quasi impossibile far correre su binari paralleli tecnologia e solidarietà,
scienza e rispetto della vita. Ciò che agli albori della storia era semplice opportunità di
miglioramento, indotto dal progressivo crescere di scoperte utili allo sfruttamento di
flora e fauna, asserviti ai nostri bisogni, nella civiltà attuale si trasforma in un dislivello
quasi abissale tra il sofisticato computer e la povertà estrema e vergognosa di intere
popolazioni sfruttate ed estromesse dal progresso civile. Questa breve, ineluttabilmente,
insufficiente premessa, ha lo scopo di introdurre il momento saliente di un percorso che
proverà nei limiti invalicabili del nostro sapere, a spiegare come integrare l’educazione
e la speranza, la conoscenza e la vita, il progresso ed il bisogno, il lavoro e la serenità.
Quando nel Libro Bianco si parla di diritto all’apprendimento continuo si cerca di
modellare giustamente sulla persona l’importante consapevolezza di adeguare
continuamente, durante tutto l’arco della vita, l’individuo ai cambiamenti ed ai
progressi della civiltà in cui vive, si muove, lavora.
L’innata capacità dei nostri avi di adattarsi alle tranquille scoperte, prive di violenti
scossoni, viene sconvolta da mutamenti immediati, continui, sconvolgenti. Ecco
l’intendimento positivo di un’educazione che dovrebbe accompagnarci dalla nascita
alla morte, per ovviare ai mutamenti che avvengono nel mercato del lavoro e non
soltanto. Mi è parso ovvio riferimento, risalire all’istinto genetico dell’umanità per
giungere al rilevante, impellente proposito di una formazione odierna che aiuti la
persona a conseguire gli stessi obiettivi e propositi; una vita dove la dignità dell’uomo
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sia una priorità in tutti i suoi aspetti. Contiguamente l’accenno al passato è inalienabile
riscontro della storia, perchØ l’uomo è la storia, con le incongruenze, la violenza, le
guerre, lo sterminio, l’abominio, la pace, il genio, la fantasia, la realtà. Perdermi nei
secoli, ripercorrere l’educazione di una specie sopravvissuta alle proprie colpe in virtø
di una caratteristica unica: l’intelligenza. Ogni epoca ha prodotto con la sua fine,
l’inizio, a volte lievemente, a volte con strappi cruenti, di un’epoca diversa, nuova,
inferiore, quasi sempre migliore. Volti, costumi, usanze, colori, ricordi, aneliti,
speranze; una galassia dove il tempo corre lungo una tangente persa e ritrovata: l’uomo.
Sacconi, il libro Bianco, i propositi, gli errori, forse non sarà storia, soltanto un
tentativo: osserviamolo.
1.4 La crisi delle sedi della educazione e della formazione
“Deresponsabilizzazione, incapacità a mettere in relazione le proprie aspirazioni
con le esigenze sociali del momento e profondo senso di distacco dalla collettività
colpiscono al contempo i giovani e la società: generano frustrazione nei primi e nelle
loro famiglie e privano il Paese della inventiva e delle energie proprie delle nuove
generazioni.”
Il precariato diffuso, la mancanza di un lavoro, il difficile accesso alla casa, la
crisi delle sedi della educazione e della formazione non sono le cause, ma semmai le
inevitabili conseguenze di un silenzioso mutamento sociale che ha fatto dell’Italia un
Paese bloccato.
Occorre pertanto ripartire dalle fondamenta e cioè dalla educazione, dalla
formazione e dal lavoro che sono i valori di riferimento contenuti nella nostra Carta
costituzionale. Istituzioni e famiglie devono offrire ai giovani un modello di
comportamento fondato sulla responsabilità, in primo luogo quella di essere utili a sØ e