Abstract
Background: la popolazione dei runners è spesso soggetta ad infortuni da sovraccarico,
i quali vengono gestiti con trattamento conservativo nella quasi totalità dei casi. In
particolare negli ultimi anni, a causa delle restrizioni per limitare la diffusione del virus
covid-19, è notevolmente aumentato il numero di runners amatoriali e di conseguenza
anche degli infortuni. La presente revisione ha come obiettivo di analizzare i migliori
metodi di trattamento per le quattro patologie da sovraccarico più frequenti correlate alla
corsa.
Metodi: nei mesi di giugno e luglio 2021 sono state condotte quattro diverse ricerche
bibliografiche, una per ciascun infortunio trattato, sulle banche dati Pubmed e PEDro.
Sono stati inclusi nella revisione tutti i trial clinici che indagassero l’efficacia di un
trattamento conservativo.
Risultati: 17 studi inclusi per la sindrome femoro-rotulea. Gli esercizi per i muscoli di
coscia e/o anca migliorano significativamente la condizione clinica; Inoltre, abbinare ad
essi dry needling, laser, terapia manuale, kinesiotape, stretching o esercizi per il core,
offre risultati migliori.
11 studi inclusi per la tendinopatia achillea. Aggiungere esercizi isometrici ad un
protocollo eccentrico non dà alcun beneficio aggiuntivo. Le onde d’urto, in combinazione
con esercizi attivi, migliorano il processo di guarigione. Agopuntura, terapia manuale e
ortesi hanno mostrato un’efficacia paragonabile agli esercizi attivi.
24 studi inclusi per la fasciopatia plantare. Gli esercizi attivi per muscoli di piede, caviglia
e/o anca non hanno alcuna evidenza a favore. Stretching, foam roller, ortesi e
kinesiotape aiutano a ridurre il dolore nel breve termine. Le onde d’urto ed il laser hanno
dimostrato una notevole efficacia, sia come trattamenti isolato che combinati con altre
tecniche.
7 studi inclusi per la periostite tibiale. Il trattamento con onde d’urto, se abbinato ad
esercizi, conduce a risultati significativamente migliori. L’utilizzo di ortesi compressive
non dà alcun beneficio.
Conclusioni: per quanto riguarda la sindrome femoro-rotulea, l’esercizio terapeutico
dell’AI è la migliore opzione di trattamento. Esso può essere eseguito su pedane vibranti
oppure combinato ad altri trattamenti per ottimizzare i risultati. Dry needling e terapia
manuale sono indicati in presenza di trigger points.
Per quanto riguarda la tendinopatia achillea, l’esercizio eccentrico o isotonico è
fortemente raccomandato, con risultati migliori se abbinato a ESWT. In alternativa agli
esercizi, si può optare per la terapia manuale, il dry needling o l’utilizzo di ortesi.
Per quanto riguarda la fasciopatia plantare, le terapie con laser o onde d’urto sono
fortemente ed ugualmente raccomandate, sia come trattamento isolato che combinate
con altri interventi.
L’applicazione di kinesiotape è raccomandata per ridurre immediatamente il dolore, per
poi propendere per interventi come stretching, foam roller o ortesi, sempre per ridurre i
sintomi algici. Non sono raccomandati esercizi attivi.
Per il trattamento di periostite tibiale si raccomanda di sottoporre il paziente ad un
programma di graduale ritorno alla corsa e di abbinarvi un trattamento con onde d’urto.
Background: runner’s population is often affected by overload injuries, which are
managed with conservative treatment in almost all cases. Particularly in recent
years, due to restrictions to limit the spread of the covid-19 virus, the number of
amateur runners and consequently injuries has increased significantly. The
present review aims to analyze the best treatment methods for the four most
frequent running-related overload pathologies.
Methods: Four different literature searches, one for each injury treated, were
conducted in June and July 2021 on the Pubmed and PEDro databases. All
clinical trials investigating the efficacy of a conservative treatment were included
in the review.
Results: 17 studies included for patellofemoral pain syndrome. Thigh and/or hip
muscle exercises significantly improve the clinical condition; In addition,
combining them with dry needling, laser, manual therapy, kinesiotape, stretching,
or core exercises provides better results.
11 studies included for achilles tendinopathy. Adding isometric exercises to an
eccentric protocol provides no additional benefit. Shock waves, in combination
with active exercises, improve the healing process. Acupuncture, manual
therapy, and orthotics have shown comparable efficacy to active exercises.
24 studies included for plantar fasciopathy. Active exercises for foot, ankle, and/or
hip muscles have no evidence in favor. Stretching, foam rollers, orthotics, and
kinesiotape help reduce pain in the short term. Shockwaves and lasers have
shown significant efficacy, both as isolated treatments and combined with other
techniques.
7 studies included for tibial periostitis. Shock wave treatment, when combined
with exercises, leads to significantly better results. The use of compression
orthoses provides no benefit.
Conclusions: For patellofemoral pain syndrome, therapeutic exercise is the best
treatment option. It can be performed on vibrating platforms or combined with
other treatments to optimize results. Dry needling and manual therapy are
indicated in the presence of trigger points.
For achilles tendinopathy, eccentric or isotonic exercise is strongly
recommended, with better results when combined with ESWT. As an alternative
to exercises, manual therapy, dry needling, or the use of orthotics may be offered.
For plantar fasciopathy, laser or shockwave therapies are strongly and equally
recommended, either as an isolated treatment or combined with other
interventions. The application of kinesiotape is recommended to immediately
reduce pain, and then lean toward interventions such as stretching, foam rollers,
or orthotics, again to reduce algic symptoms. Active exercises are not
recommended.
For treatment of tibial periostitis, it is recommended that the patient undergo a
program of gradual return to running and combine it with shock wave treatment.
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INTRODUZIONE
La corsa è un’attività praticata dall’uomo fin dalle sue origini, come strategia per
muoversi più velocemente. Utilizzata in origine principalmente per la caccia,
divenne in seguito anche un’attività sportiva, la cui prima testimonianza risale ai
giochi olimpici del 776 a.C. ad Olimpia. Dopo tale debutto iniziò una rapida
diffusione ed evoluzione del mondo del running; infatti, nacquero presto differenti
tipologie di gare, che differivano principalmente per la distanza da compiere, e
sempre più persone si cimentarono in questa disciplina.
L’importanza della corsa nel mondo sportivo si è protratta fino ai giorni nostri,
contando un numero di appassionati (professionisti ed amatori) sempre in
crescita. Al giorno d’oggi, oltre ad essere uno sport a sé stante, viene utilizzata
come metodo di spostamento in gran parte dei principali sport esistenti,
rendendola quindi l’attività sportiva più praticata in assoluto. Oltre ad essere la
più praticata, è anche l’attività aerobica con maggior numero di infortuni.
In particolare, negli ultimi 2 anni abbiamo assistito ad un aumento vertiginoso di
persone che hanno cominciato a praticare corsa a livello amatoriale, a causa
delle restrizioni imposte per limitare la diffusione del virus Covid-19. Purtroppo,
proporzionalmente all’aumento di runners, è aumentato anche il numero di
infortuni correlati a questa attività. Tali infortuni sono causati da un sovraccarico
in determinati distretti muscolo-scheletrici, principalmente dovuto ad una
sproporzione fra il carico degli allenamenti e la preparazione fisica dei soggetti.
Questo progetto di tesi si propone di analizzare singolarmente i quattro principali
infortuni dei runners, considerandone ogni aspetto al fine di fornire ai colleghi
terapisti una “guida” completa per l’ottimale gestione di queste casistiche.
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CAPITOLO 2
Materiali e metodi
Per la realizzazione di questo progetto di tesi è stata condotta una revisione della
letteratura per ciascuno degli infortuni trattati, utilizzando articoli individuati nelle
banche dati Pubmed e PEDro. Il processo di ricerca bibliografica è stato condotto
nei mesi di giugno e luglio 2021.
Di seguito sono riportati i criteri utilizzati per valutare l’eleggibilità degli studi
individuati durante la ricerca.
CRITERI DI INCLUSIONE
Per tutte e quattro le ricerche bibliografiche sono stati utilizzati i seguenti criteri:
- Disponibilità: articolo full-text
- Disegno dello studio: trial clinico
- Intervento: qualsiasi intervento conservativo proprio dell’area fisioterapica
- Confronti: un altro trattamento fisioterapico, un trattamento finto (placebo)
oppure nessun trattamento
- Outcomes: qualsiasi outcome che valuti dolore e/o funzione
- Lunghezza del follow-up: qualsiasi
- Popolazione: adulti (18+ anni)
- Lingua: inglese o italiano
CRITERI DI ESCLUSIONE
Per tutte e quattro le ricerche bibliografiche sono stati utilizzati i seguenti criteri:
Sono stati esclusi tutti i trial che comprendessero un trattamento non di
competenza fisioterapica, come interventi chirurgici o terapie farmacologiche.
Sono inoltre stati esclusi tutti gli articoli i cui risultati non fossero riportati e
consultabili.
Eventuali ulteriori criteri di inclusione/esclusione sono riportati nei capitoli degli
specifici infortuni, assieme alle stringhe di ricerca, poiché applicati solamente alla
ricerca bibliografica riguardo l’infortunio in questione.
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Capitolo 3
Sindrome femoro-rotulea
3.1 Anatomia
La patologia in questione riguarda l’articolazione che si crea tra rotula e femore.
Il femore è l’osso più lungo del corpo umano ed è situato nella coscia; la sua
epifisi distale costituisce un elemento fondamentale dell’articolazione del
ginocchio ed è costituita da due condili (mediale e laterale) convessi e rivestiti di
cartilagine.
Anteriormente, fra i 2 condili, è presente una scanalatura anch’essa rivestita di
cartilagine ed è proprio lì che il femore si articola con la rotula, la quale scorre
all’interno di tale solco durante il movimento di flesso-estensione del ginocchio.
Figura 1. Epifisi distale del femore
La rotula (o patella) è un osso sesamoide situato anteriormente in corrispondenza
del ginocchio. Essa è posta sul decorso del tendine quadricipitale, al quale
conferisce una continuità funzionale col legamento sottorotuleo. Questo
particolare osso è rivestito di cartilagine solamente sulla faccia posteriore poiché
è esso ad articolarsi col femore.
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La rotula ha due principali funzioni:
- Proteggere l’articolazione del ginocchio.
- Aumentare il braccio di leva del quadricipite.
Essa infatti si comporta come una puleggia e, aumentando il braccio di
leva, consente al quadricipite di esercitare una maggior forza.
Figura 2. Anatomia della rotula
Occorre inoltre descrivere la tibia, un osso della gamba la cui epifisi prossimale
rappresenta un capo dell’articolazione del ginocchio. Questa epifisi è costituita
da due condili (mediale e laterale) separati dall’eminenza intercondiloidea, i quali
si articolano coi condili femorali. Sull’epifisi sono inoltre presenti la tuberosità
tibiale ed il tubercolo del Gerdy (sede di inserzione della fascia lata). È importante
descrivere la tibia poiché è collegata alla patella tramite il legamento sottorotuleo,
che origina dalla porzione inferiore della rotula e si inserisce sulla tuberosità
tibiale.