pag. 16
(o una conurbazione) che per i vari servizi dipende dalla città centrale
ed è caratterizzata dallintegrazione delle funzioni e dallintensità dei
rapporti che si realizzano al suo interno. Con questa seconda ottica,
noi abbiamo rilevato come vi sia una forte integrazione e reciproco
scambio fra il Comune di Padova e i suoi Comuni connanti. Inoltre, è
da segnalare come vi sia anche un livello di pianicazione a questa scala
che permette alle diverse amministrazioni di collaborare al disegno
del territorio “metropolitano”. Ovviamente vi è una grande dierenza
fra la Grande Padoa e metropoli a livello internazionale (come Parigi,
Londra, New York, etc.) ma ciò che interessa lo svolgimento della
presente tesi è il rapporto fra centro-periferia, soprattutto in contesti
in cui vi sono diverse amministrazioni che gestiscono il territorio,
senza troppa attenzione allestensione del territorio stesso.
Ciò che abbiamo considerato come “Città metropolitana di
Padova” sono i sedici comuni che si collocano in posizione strategica
rispetto a Padova e, inuenzandosi reciprocamente, strutturano
lintero territorio metropolitano. Poniamo in evidenza come vi sia
una forte analogia con il territorio del PATI (Piano di Assetto del
Territorio Intercomunale) della Comunità Metropolitana di Padova,
sebbene vi siano alcune piccole considerazioni che saranno presentate
successivamente.
Come analisi preliminare, si è sviluppata unindagine storica per
comprendere quale sia stata levoluzione della città metropolitana.
Cominciata allinizio del novecento, la storia metropolitana si divide
in tre ampie fasi caratterizzate da dierenti espansioni e da diverse
pianicazioni urbanistiche. Comprendendo questi sviluppi storici si
riesce ad avere un quadro più preciso dellarea metropolitana e lanalisi
urbanistica (sia secondo il metodo di Lynch che per altri metodi) risulta
molto facilitata. Le grandi espansioni metropolitane, si dimostrerà,
sono avvenute negli ultimi quarantanni e sono state notevolmente
inuenzate dai caratteri territoriali dellarea e, altrettanto, dalle scelte
urbanistiche delle amministrazioni.
Lapplicazione del metodo di Lynch fornisce una rappresentazione
della struttura urbana secondo cinque categorie fondamentali: percorsi,
nodi, quartieri, margini e riferimenti. uesti elementi fondamentali,
attraverso le reciproche correlazioni, disegnano uno schema che
permette allurbanista di comprendere se una certa area urbana
possegga unimmagine lynchiana, la sua forza, i suoi punti-chiave e le
zone di debolezza. Unanalisi di questo genere è uno strumento che
pag. 17
permette al pianicatore di studiare la forma urbana di una città per
poterne correggere le imperfezioni. Inoltre, questo metodo può essere
applicato anche come verica in fase post-progettuale: una volta
redatto un progetto urbanistico, applicando il metodo al progetto, si
può intuire se la forma progettuale sia coerente con la forma urbana
presente, se ne è migliorativa o, così non fosse, peggiorativa.
Ognuno dei cinque elementi, dunque, sarà applicato allambito
metropolitano seguendo la denizione Lynchiana originaria. Poiché
tale denizione è stata formulata per unanalisi urbana a scala
contenuta, si sono vericate alcune problematiche nellapplicare, senza
alcuna correzione, i principi originari a una nuova scala territoriale.
Considerando i riferimenti a livello urbano, ad esempio, è facile
immaginare elementi della città che, essendo visti da diversi punti di
vista, ne sono punti di riferimento. A un livello territoriale superiore,
invece, la visibilità da molteplici angolazioni diventa un parametro
meno rilevante per lorientamento dellosservatore. Dicoltà, come
questa, di applicare la denizione Lynchiana alla città metropolitana
sono di natura molto diverse fra loro. Sorgono delle problematiche
addirittura a livello semantico: ad esempio, la terminologia “quartiere”
è idonea quando si faccia riferimento a un centro urbano ristretto ma,
estendendo lo studio a un territorio decine di volte più esteso, sarebbe
opportuno riferirsi a “zone urbane omogenee”. Saranno analizzate,
dunque, le cinque categorie lynchiane nel nuovo ambito di analisi. Nei
casi in cui, a nostro avviso, la denizione non si adatti alla nuova scala,
presenteremo alcune possibili modiche. Ogni nostra considerazione
sarà applicata al caso specico della città metropolitana di Padova, al
ne di poterne disegnare limmagine della struttura.
Sarà interessante studiare i rapporti reciproci fra le diverse
categorie, applicate al nostro caso di studio. Vi saranno notevoli
sinergie fra il sistema dei nodi e quello dei percorsi; altre importanti
relazioni saranno fra i “quartieri” e i margini. La struttura urbana
sarà, quindi, denita dalle cinque categorie fondamentali, dai loro
reciproci rapporti e dalla loro cooperazione. Sarà studiata la struttura
metropolitana sia applicando gli elementi lynchiani originali sia
implementando le modiche al metodo ritenute necessarie.
L a struttura della città metropolitana di Padova risulta abbastanza
chiara e denita. Essa è abbastanza coerente con il processo storico che
lha originata. Non presenta punti critici di notevole entità ma, secondo
questa lettura, potrebbero essere necessarie alcune riqualicazioni
pag. 18
urbanistiche e alcune nuove infrastrutture, soprattutto verso Est. In
unottica di programmazione urbanistica futura, sono state raccolte
alcune previsioni demograche per i prossimi dieci anni, in maniera
tale da ipotizzare una probabile struttura della popolazione con le
relative esigenze. In conclusione, si suggeriranno alcuni indirizzi di
programmazione urbanistica tenendo conto sia delle questioni emerse
nellanalisi Lynchiana, sia delle necessità future della popolazione
padovana.
CAPITOLO
1
INTRODUZIONE
L
•
L
•
I •
U •
L D J•
LA G•
U GIS L•
A •
M •
pag. 21
L
Psicologia ambientale: è una disciplina che studia
il benessere e il comportamento umani prendendo in
considerazione le transazioni che avvengono tra gli
individui e l’ambiente socio-fisico. L’ambiente, in questa
prospettiva, non viene considerato solo come l’insieme
delle caratteristiche fisiche, ma soprattutto nella sua
dimensione sociale.
Geografia della percezione: è una branca della
geografia umana che studia i rapporti tra comportamento
e cognizioni umane da un lato, e la dimensione spaziale e
territoriale dall’altro.
Cfr: Kevin Lynch, L’immagine della città, Paolo
Ceccarelli, Marsilio Editori, 1964
e image of the City, Kevin Lynch
Nella pagina precendete, la Skyline di Jersey City.
La presente tesi si propone di individuare unimmagine “lynchiana”
per la città metropolitana di Padova. La maggior parte dei nostri
ragionamenti, dunque, prende spunto dalla pubblicazione di Kevin
Lynch “Limmagine della città”, edito nel 1960. Kevin Andrew Lynch,
docente di urbanistica presso il Massachusetts Institute of Technology,
concentra la propria attività di ricerca nello studio della percezione
del paesaggio urbano da parte dei suoi abitanti. I suoi contributi
scientici, oltre a rappresentare un punto di svolta per le teorie
urbanistiche, spaziano in un vasto campo concettuale, dalla psicologia
ambientale alla geograa della percezione. Nella pubblicazione
che noi prendiamo come riferimento bibliograco principale, egli
propone la teoria secondo cui lutente della città percepisce gli spazi
urbani attraverso elementi o schemi comuni, creando una serie di
mappe individuali. Loggetto dello studio lynchiano è limmagine che
ogni abitante ha della propria città e la relativa forza che le permette
di essere unimmagine condivisa fra più abitanti. Propone, quindi,
la teoria che ogni città possa essere percepita tramite unimmagine
pubblica, largamente condivisa dai suoi abitanti, con alcune piccole
dierenze tra diversi gruppi eterogenei della popolazione. uesta
teoria proviene dallanalisi di tre città americane, diverse fra loro
per struttura, storia e schema urbano: Los Angeles, Boston e Jersey
City. Lanalisi condotta da Lynch ha come ambito dintervento larea
centrale di queste tre città: si considera il loro “centro storico”, esteso
circa 10 kmq. In questambito urbano, Lynch disegna la mappa che
emerge dallimmagine percepita da un campione rappresentativo di
abitanti, intervistati dallurbanista. Per ogni città, Lynch interroga
trentacinque residenti, chiedendo loro di descrivere la città, i loro
spostamenti abituali e le emozioni che provano nei diversi contesti
urbani. Lurbanista disegna poi uno schema dellimmagine,
largamente condivisa fra gli intervistati, attraverso luso di cinque
elementi fondamentali: percorsi, margini, quartieri, nodi e riferimenti.
Lynch introduce un metodo innovativo per lurbanistica: lintervista
al cittadino. Attraverso una serie di domande, lurbanista riesce
a comprendere quali siano le entità della città che maggiormente
lo aiutano nella formulazione dellimmagine della città urbana.
Alcuni elementi, poi, trasmettono diverse emozioni allosservatore
che, a volte, sono completamente imprevedibili in fase progettuale.
Lanalisi ricavata dalle interviste è poi confrontata con quella
elaborata dallurbanista in un sopralluogo. Vi è quindi un confronto
pag. 22
L
Kevin Lynch, Op. Cit. pag 31
I
il metodo di Lynch applicato a Boston
U
Kevin Lynch, Op. Cit. pag 129
fra le due immagini: quella percepita dal tecnico e quella percepita
“mediamente” da un cittadino. Limmagine della città è quindi
strutturata solamente con luso di cinque categorie fondamentali.
uesti elementi costituenti, nella loro diversità, danno un modello
con cui la città si presenta allosservatore.
Un concetto che segue da queste considerazioni è il concetto di
gurabilità: “cioè la qualità che conferisce ad un oggetto sico unelevata
probabilità di evocare in ogni osservatore unimmagine vigorosa”. Tanto
più unentità è gurabile, tanto più essa sarà semplice da ricordare
e maggiormente strutturata. I cinque elementi Lynchiani saranno
esposti, applicati e, a volte, modicati nel proseguio del testo.
Rimane comunque fondamentale sottolineare come questo
metodo sia stato impostato per la denizione dellimmagine del
primissimo centro di una città, non considerando, quindi, i rapporti
fra il centro e le macro zone della città metropolitana. Lintenzione
di questa tesi è di applicare il metodo urbano di Lynch ad una scala
metropolitana, quasi venti volte maggiore. Le tre città analizzate da
Lynch, inoltre, possiedono tutte una grande periferia con aree molto
disomogenee fra loro. Di queste zone periferiche sarebbe interessante
analizzare limmagine e se questultima ha la stessa forza di quella
del centro città. È rilevante considerare come la maggior parte degli
abitanti di una città (generalmente) non viva nel primissimo centro
e, quindi, loggetto maggiormente sottoposto allosservazione del
cittadino non sia il centro della città quanto lintero territorio
metropolitano. Per questi motivi nasce la proposta di analizzare
limmagine metropolitana di una città, presa interamente nel suo
complesso come campione esemplicativo.
Lidea di sviluppare una ricerca riguardo allimmagine della
città a questa nuova scala viene suggerita dallo stesso Lynch, nel
quinto capitolo del suo libro, in cui ribadisce che “unimmagine
chiara e comprensiva per lintera regione metropolitana è un requisito
fondamentale per lavvenire”. Oltretutto, come avevamo sottolineato
pocanzi, la maggior parte della popolazione vive allesterno del centro
storico e, raramente, ci sinteressa della relativa immagine e qualità
urbana. Poiché la presente tesi investiga la gura urbana della città
di Padova e dei comuni connanti, lambito dintervento potrebbe
essere il territorio facente parte del Piano di Assetto del Territorio
Intercomunale per la Città Metropolitana di Padova. La Legge Regionale
11 del 23/04/2004 permette ad ambiti intercomunali omogenei
pag. 23
Tavola dei comuni aderenti al PATI della Comunità
Metropolitana di Padova.
di collaborare nelle scelte strategiche di rilevanza sovracomunale,
in funzione delle speciche vocazioni territoriali. Tale Piano
Urbanistico, redatto dalle medesime Amministrazioni Comunali,
coordina le scelte pianicatorie al ne di ottenere unorganizzazione,
gestione e pianicazione del territorio che permetta una soluzione
di queste problematiche a livello sovracomunale. In altre parole, i
Comuni della Grande Padova sono caratterizzati da una profonda
integrazione e da indissolubili vincoli reciproci nella denizione delle
politiche di gestione del territorio, della mobilità e dello sviluppo
economico, sociale e della qualità della vita. Vi è quindi la necessità di
integrare, in una dimensione più vasta, le azioni di governo di settori
fondamentali dellamministrazione locale; tale necessità è emersa da
lungo tempo nel tessuto sociale e permea le strategie che riguardano
il futuro assetto del sistema delle autonomie locali. Attraverso la
collaborazione delle diverse amministrazioni, si è in grado di dare
una maggiore attenzione ai problemi comuni, senza compromettere
lidentità dei diversi comuni. Ognuno dei Comuni facenti parte al
PATI, infatti, potrà e dovrà pianicare la gestione del territorio con
delle politiche locali, che rispettino le scelte dellarea metropolitana. I
diciotto comuni facenti parte del PATI della comunità metropolitana
di Padova sono i seguenti:
Abano Terme•
Albignasego•
Cadoneghe•
Casalserugo•
Legnaro•
Limena•
Maserà Di Padova•
Mestrino•
Noventa Padovana•
Rubano•
Saccolongo•
Saonara•
Selvazzano Dentro•
Padova•
Ponte San Nicolò•
Vigodarzere •
Vigonza•
Villafranca Padovana•
pag. 24
L D J
Cfr: Derk De Jonge, Images of Urban Areas, Journal of
American Institute of Planners, 1962.
Come si può notare nella tavola del territorio considerato dal
Piano, alcuni comuni sono molto periferici. I comuni di Maserà
di Padova, Casalserugo e Saccolongo, infatti, hanno un rapporto
abbastanza debole con larea metropolitana di Padova e, pertanto, non
sono stati compresi nella nostra trattazione. In questi territori, come
si potrà notare più avanti, non vi sono opere infrastrutturali o centri
residenziali di particolare importanza per lassetto metropolitano.
I comuni di Mestrino e Villafranca Padovana, invece, sono stati
considerati solo per alcune aree del loro territorio che inuenzano
la struttura metropolitana. Le zone più periferiche di questi comuni
non sono state prese in esame poiché legate debolmente alla città
metropolitana. È stato considerato, invece, parte del territorio di
Vigonovo, anche se questo Comune non collabora al PATI. Sebbene
questo Comune conni con il Comune di Padova, esso ricade nella
provincia di Venezia. Poiché esso inuisce nellarea metropolitana di
Padova, si è deciso di considerarlo comunque nella nostra trattazione.
Lappartenenza a una diversa provincia può essere uno spunto
dindagine per vericare quanto i conni amministrativi provinciali
possano inuire nella denizione della forma metropolitana. Un
fenomeno di questa natura, non è poi così raro; si pensi, ad esempio,
alla città di Jersey City analizzata da Lynch: si trova nel New Jersey, al
conne con lo stato (e la città) di New York.
Dal 1960 in poi, altri ricercatori hanno sviluppato il modello di
Lynch per il disegno dellimmagine urbana: molti di questi hanno
sollevato critiche e proposto varianti a determinati aspetti del processo
conoscitivo, altri hanno evidenziato come vi sia una molteplicità di
fattori nella formazione dellimmagine nellindividuo, altri hanno
cambiato scala dintervento proponendo il modello per territori più
ristretti. Analizzeremo, quindi, alcune ricerche post-Lynchiane che
riteniamo possano dare spunti interessanti per la presente ricerca.
Derk de Jonge propone unanalisi sul modello di Lynch per alcuni
centri storici di città Olandesi (Amsterdam, Rotterdam e e Hague)
denendo per ognuna di esse unimmagine proveniente da una serie
dinterviste. Le principali considerazioni nali di questo lavoro sono
di diversa natura: prima di tutto, i metodi e le tecniche sviluppate da
Lynch nella sua ricerca, quando usate in forme semplicate, si sono
vericate essere utili strumenti per la determinazione della percezione
della struttura dellarea urbana. Lanalisi di Jonge, rispetto a quella di
Lynch, considera un maggior numero di aree e un maggior numero
pag. 25
Schema di Derk de Jong per Amsterdam.
L G
Disegno dall’analisi di Gulick
Cfr: John Gulick, Images of an arab City, Journal of the
American Institute of Planner, August 1963.
U GIS L
dintervistati ed è riuscito a determinare come la facilità degli
intervistati nel tracciare una mappa schematica del centro implichi
una maggiore facilità nellorientamento dellintervistato e una
maggiore forza dellimmagine urbana. Risultati analoghi sono emersi
anche in esperimenti condotti in laboratorio dalla “Gestal psycologists”.
La diversità fra le città analizzate ha sottolineato come limportanza
reciproca degli elementi di Lynch non rimanga sempre costante: in
alcune città, molto tracate e con arterie infrastrutturali di grande
interesse, i percorsi erano gli elementi più forti nella denizione
dellimmagine percepita dallosservatore; al contrario, in città con
una storia urbanistica più radicata, percorse prevalentemente a livello
pedonale, gli elementi più forti nellimmagine erano i riferimenti. La
ricerca di de Jonge procede sviluppando unanalisi lynchiana a una
scala diversa. Lo studioso olandese, a dierenza della presente tesi,
propone lo studio di Lynch per alcuni quartieri olandesi. In eetti,
è da sottolineare come il metodo Lynchiano sia applicabile a diverse
scale urbane: dallanalisi di quartiere, allanalisi metropolitana.
Pochi anni più tardi, John Gulick conduce unanalisi con
il metodo di Lynch per la città di Tripoli, in Libano. La ricerca
è condotta seguendo lo stesso metodo seguito da Lynch: sono
intervistati trentacinque residenti di Tripoli, viene chiesto loro
di tracciare una mappa schematica della città e di indicare le più
importanti caratteristiche della città. È signicativo notare come le
caratteristiche che deniscono la città di Tripoli siano molto diverse
da quelle delle città americane ed è importante capire se il modello
proposto da Lynch sia rappresentativo dellimmagine della città solo
in ambito nord-americano o a livello globale. Gli importanti risultati
di questanalisi sono stati determinati dalla forte eterogeneità degli
intervistati. Essi sono di estrazioni socio-culturali molto varie, di
diverse religioni e di entrambi i sessi. Il risultato di questa esperienza
è come limmagine urbana sia un prodotto sia della percezione
dellosservatore sia delle inuenze sociali signicative. La teoria
esposta è che il metodo proposto da Lynch possa adattarsi solamente
quando non vi siano dierenze culturali signicative allinterno della
popolazione (o allinterno del campione dintervistati). Inoltre,
lautore pone una critica al suo stesso lavoro e a quello di Lynch per il
campione dintervistati non sucientemente rappresentativo per una
grande città.
Citiamo un ultimo lavoro, quello condotto da R. R. Singh del
pag. 26
Geographic(al) Information System: (abbreviato
in GIS) è un sistema informativo computerizzato
che permette l’acquisizione, la registrazione, l’analisi,
la visualizzazione e la restituzione di informazioni
derivanti da dati geografici (georeferenziati).
la definizione dei nodi con la map algebra
Cfr: R. R. Singh, Sketching the city: a GIS-based
approach, Environment and Planning, volume 26, 1999
A
Cfr: V. Pollini, Imparando dalla città nordamericana,
SGE 1991
Boston: la città analizzata da Lynch e la sua area
metropolitana
dipartimento di Studi Urbanistici e Pianicazione del Massachusetts
Institute of Technology (la medesima Università e il medesimo
Dipartimento di Lynch). uesto lavoro non è propriamente
unanalisi urbanistica, quanto limplementazione di un metodo
informatico (attraverso un soware GIS) per la determinazione dei
nodi. Attraverso luso di dati prodotti dalla municipalità, si è ideato
un algoritmo GIS e tecniche di “mappaggio” per generare mappe
schizzate del metodo lynchiano. Sebbene lanalisi sia condotta con
sistemi informatici (e quindi non vi è un apporto soggettivo umano),
i dati prodotti sono estremamente funzionali per analisi urbanistiche
successive. Metodi analoghi si rilevano molto utili in casi di studio,
come il presente, in cui vi è una notevole quantità di dati (considerata
la grande estensione del territorio dindagine) e vi è la necessità di
determinare alcuni elementi con parametri puramente oggettivi.
Lapplicazione del metodo di Lynch avviene su unarea con una
supercie pari a un rettangolo di dimensioni, circa, 4 km per 2,5
km. Tale area, come visto in precedenza, corrisponde pressappoco
al centro storico delle tre città americane. Anche il centro storico di
Padova è inscrittibile in un rettangolo di queste dimensioni e sarebbe
interessante poter fare unanalisi per confrontare i risultati delle
città americane con quelle di una città italiana. La dierenza fra le
città americane e quelle europee, però, è il processo di formazione,
storicamente molto dierente; da un confronto fra queste diverse
città potrebbero nascere delle osservazioni interessanti. Inoltre, le
città americane, proprio per la loro formazione, risultano molto
più omogenee delle città europee e per la denizione degli elementi
caratteristici è suciente considerare un campione territoriale di una
decina di chilometri quadrati. In altre parole, per comprendere quali
siano gli elementi generatori dellimmagine di una città americana, è
suciente considerare una piccola parte della città, coincidente con
il centro, senza allargare lintervento di studio allintero territorio
metropolitano. Data luniformità delle caratteristiche urbane, le
considerazioni fatte per il centro diventano poi applicabili allintero
territorio urbano ed extraurbano. Per la maggior parte delle città
europee non vale questa considerazione: la loro crescita, come vedremo
anche nellanalisi demograca, non risulta omogenea nel tempo e si
protrae per secoli. La città di Padova nasce in periodo preromano e il
suo processo di formazione ha attraversato una serie di problematiche
e contingenze temporali che non sono assolutamente confrontabili
pag. 27
Padova: il rapporto fra centro e area metropolitana è
molto simile a quello di Boston
M
Elementi di Lynch organizzati secondo scale gerarchiche
con quelle delle città americane. Il boom urbano degli ultimi anni
si sovrappone con alcuni problemi al centro storico andando a
evidenziare notevoli dierenze in molti aspetti fra il centro e la
periferia. ualora noi volessimo indagare limmagine metropolitana
di una città europea, non possiamo limitarci allanalisi del centro
storico poiché al suo interno vi sono delle caratteristiche urbane
non presenti nella grande periferia e, altrettanto, risultano assenti
importanti peculiarità dellarea metropolitana (come, ad esempio,
le grandi arterie di traco). Lassenza di omogeneità allinterno
della grande area metropolitana impedisce di poterne analizzare una
semplice parte proseguendo con una generalizzazione a grande scala.
Non si può procedere con sistemi induttivi, dallanalisi del particolare
alla situazione generale, sarà assolutamente indispensabile, nel caso
di una città eterogenea come una città storica europea, considerare
lintero territorio per procedere con lanalisi metropolitana.
Dopo aver individuato lambito dintervento, bisognerà stabilire il
metodo con cui sintende analizzare la città secondo i cinque elementi
lynchiani. Kevin Lynch, nel suo libro individua due metodologie
possibili per sviluppare unanalisi metropolitana. La prima metodologia
suggerita, consiste nella composizione dellintera regione come una
gerarchia statica su cui andare a individuare elementi macroscopici (ad
esempio, semplicando una grande area come un macro quartiere) i
quali contengono al loro interno gli elementi base organizzati secondo
il modello presentato (in questa grande area troveremmo altri sub-
quartieri organizzati con sub-nodi e sub-percorsi, etc.). Se seguissimo
questo metodo, analizzeremmo la città in diverse zone spezzettate fra
loro e falliremmo nellobiettivo di trovare unimmagine unitaria: vi
sarebbe la problematica di analizzare le parti di territorio a conne
fra due macro zone poiché facenti capo a entità diverse molto lontane
fra loro. La seconda metodologia consiste nellindividuare elementi
dominanti molto ampi, ai quali vengono correlati elementi minori
(ad esempio considerando un grande riferimento cui si legano altri
elementi minori). Con questo seconda metodologia, a nostro avviso,
la città metropolitana è maggiormente considerata nella propria
unitarietà e gli elementi dominanti ne impostano la struttura. Gli
elementi più locali, invece, si relazionano alle entità maggiormente
“gurabili” in un rapporto secondario.
CENNI STORICI
A S D
•
A D
•
P
•
S
•
T
•
L
•
L
•
L
•
L “” •
CAPITOLO
2
pag. 29
A
“Carta topografica dedicata alla congregazione provinciale
di Padova”; Istituto Topografico Militare, 1862.
Come accennato nellintroduzione, è necessario sviluppare
unanalisi storica preliminare dellarea oggetto di studio. Tale analisi
storica non dovrà considerare la città di Padova in senso stretto ma il
rapporto fra la città e il suo sviluppo, diretto e indiretto, nei territori
connanti. Non andremo, quindi, a considerare le sue epoche romane,
medioevali e successive; si andrà a considerare, invece, solamente il
periodo che parte con linizio del Novecento e arriva no ai giorni
nostri. Tale scelta è dettata dal fatto che, come si può notare nella
“Carta topograca dedicata alla congregazione provinciale di Padova”,
lurbanesimo avviene solo allinterno delle mura di Padova, senza
avere un rapporto rimarchevole con alcuni edici di campagna molto
diradati fra loro. Tale ricerca storica, quindi, analizzerà il rapporto fra
la crescita demograca e la crescita urbana del territorio padovano.