2
Ciononostante, alla base della sua fortuna furono
la versatilità e universalità, le qualità che la resero
popolare e ancora oggi famosa.
Come detto in precedenza, nell’idea di Dante
Giacosa inizialmente la 500 fu ideata riprendendo a
modello, lo scooter; egli aveva in mente un’auto a 2
posti pensando alle abitudini degli scooteristi che,
secondo i suoi calcoli, avrebbero accettato di buon
grado un po’ di scomodità pur d’avere un tetto sopra la
testa.
Ben sappiamo che un notevole contributo al
lancio della Fiat
500 provenne
dalla campagna
pubblicitaria. Ad
esempio, nel
caso della foto
qui accanto,
Foto 32 – La nuova utilitaria è immortalata
alla sommità del Passo dello Stelvio, una
delle mete più difficili e ambite per gli
automobilisti del tempo.
3
vediamo la 500 alla sommità del Passo dello Stelvio,
meta ambita e difficile per gli automobilisti del tempo.
Con ciò si voleva dimostrare la capacità di tenuta
di questa vetturetta, anche se questa campagna
pubblicitaria non diceva tutto: infatti, inizialmente, il
motore di 13,5CV era troppo poco potente.
Quando, ai primi del luglio ’57 la Fiat presentò la
nuova vettura, il pubblico constatò che essa non era
una motocicletta coperta, ma una vera automobile
sprovvista però di alcuni comfort: cristalli fissi; la
ventilazione nei giorni caldi, era affidata all’apertura
della capote in tela e a due prese d’aria poste sotto i
fanali che, con due canalizzazioni in cartone pressato,
portavano aria all’abitacolo attraverso due fori apribili
con uno sportellino scorrevole; l’impianto di
riscaldamento lasciava a desiderare, tanto che l’aria
calda era di serie, ma se si desiderava lo sbrinatore
del parabrezza bisognava pagare un supplemento.
4
All’esterno aveva un aspetto povero e dimesso
che lasciò perplessi gli esigenti automobilisti italiani
del tempo.
Eravamo in un’epoca in cui la bellezza dell’auto si
misurava dalla abbondanza di cromature di cui la
Nuova 500 era completamente sprovvista!
Per il suo “lancio”, di cui si è già parlato, fu
organizzato un corteo che da Torino raggiunse Roma
e che vide la presenza
di divi, autorità e
campioni sportivi.
La Nuova 500 fu
utilizzata anche
durante una
manifestazione di
beneficenza, come
mostra la foto.
Foto 33 – Manifestazione di beneficenza
che ruota attorno ad una Nuova 500.
5
Tuttavia la 500 non ebbe un successo immediato
anche perché era uscita in un momento delicato, dato
che a luglio le famiglie risparmiavano per le spese di
villeggiatura.
La tardiva presentazione fu motivo per i potenziali
clienti di rimandare l’acquisto aspettando i collaudi e i
responsi di quei pochi acquirenti che entrarono in
possesso di un esemplare di preserie.
La tiratura limitata della Nuova 500 con vetri fissi
e il comando degli indicatori di direzione sul cruscotto
ha fatto, di quest’auto, un oggetto di collezione anche
perché i proprietari rinunciarono ad apportare
modifiche della serie successiva.
Emblematica è la foto qui riportata in cui si
contrappone la limitata capacità di carico che
costringe il motociclista alla solitudine forzata, mentre
il neo-automobilista può trasportare facilmente tutta la
famiglia.
6
I primi acquirenti della Nuova 500 erano in
genere i vecchi proprietari di vecchie Topolino, ma
anche scooteristi. L’acquisto era facilitato dal
pagamento rateale in tre mesi.
Tra i clienti della vettura figuravano anche i figli di
papà che la ricevevano in dono per i loro 18 anni o per
la maturità.
Nelle grandi città divenne la seconda auto per
molte famiglie, divenne il mezzo per muoversi
facilmente nel traffico urbano. La Casa Torinese cercò
Foto 34 – La foto qui pubblicata è emblematica: contrappone la limitata
capacità di carico che costringe alla solitudine forzata il motociclista,
spettatore della felicità del neoautomobilista che con la 500 può
trasportare la giovane famiglia.
7
di attirare tra i clienti, anche i professionisti che già
allora avevano difficoltà a circolare e a parcheggiare
nelle grandi metropoli.
Si noti perciò, come sia difficile definire una
tipologia sociale per la clientela della 500!
E’ questo fa sì che la piccola utilitaria divenisse
subito una vettura di massa, ma interclassista e un po’
chic!
Foto 35 – Una dichiarata vocazione della nuova nata era il
traffico urbano; la Casa torinese cercò di conquistare come
clienti anche i professionisti che già trovavano difficoltoso
circolare e parcheggiare nelle grandi metropoli.
8
Nella storia della 500 abbiamo già citato la
versione Economica e Normale e l’emblematica
operazione della Fiat che inviò un assegno ai primi
acquirenti a titolo risarcimento. Inutile dire che tale
gesto servì a migliorare l’immagine della Fiat e della
sua utilitaria.
Poi fu la volta della 500 Sport anche questa
ideata perché ben si sapeva come l’attività sportiva
rappresentasse una carta vincente per promuovere un
modello di serie. Il prezzo era di £ 560.000, un costo
molto elevato, ma tuttavia la resa sul piano
dell’immagine fu ottima.
Nelle gare automobilistiche la 500 Sport ottenne
varie vittorie che servirono ad aumentare
l’apprezzamento e a creare un ulteriore immagine
positiva di questa vettura.
Alcune 500 vararono l’Atlantico per arrivare in
America, ma qui questo modello rimarrà un’isolata
9
curiosità più che divenire un’operazione commerciale.
La Fiat puntò anche al mercato europeo attraverso
una riduzione dei prezzi che permise ai milioni di
scooteristi di avvicinarsi sempre più al loro sogno.
E’ con la versione “Tetto apribile” che il pubblico
cominciò ad apprezzare la grande qualità della 500.
Successivamente la 500 con capottina interamente in
tela restò in produzione col nome “Trasformabile” e tra
i suoi pregi vi erano la maneggevolezza in città, la
possibilità di spostarsi con tutta la famiglia e il record
mondiale di economia di esercizio.
La Nuova 500 comincia a registrare dati di
vendita in rialzo. Gli anni ’60, grazie al boom
economico, alla maggiore possibilità di denaro e alla
propensione all’acquisto degli italiani, portarono alla
richiesta di beni qualitativamente superiori.
10
Si consideri che gli anni ’60 furono contrassegnati
da vari sconvolgimenti; sono gli anni delle
rivendicazioni giovanili; del boom edilizio.
I giovani chiedono di essere considerati
protagonisti della vita del Paese, di far sentire la
propria voce.
Sono gli anni ’60-’70 in cui si registra anche
l’emancipazione della donna; non più ruolo subalterno,
madre di famiglia, ma donna attiva, partecipe anche
della vita politica, economica del Paese.
Le donne cominciano a staccarsi dal focolare
familiare, dalle quattro mura, cominciano a lavorare, a
sentirsi parte attiva della società.
Sono anni, questi, in cui il costume sociale si
evolve, dove anche la mentalità, il modo di vivere, di
intendere la vita cambiano, fanno un salto in avanti.
Basti pensare che questi anni (in particolar modo
gli anni ’70) sono apportatori di grossi “sconvolgimenti”
11
sociali: si afferma la minigonna, viene approvata la
legge sull’aborto, i giovani conquistano più libertà.
Tutti questi avvenimenti sconvolgono
radicalmente il modo di vivere anche se non manca
qualche polemica da parte dei cosiddetti
“benpensanti”, dei moralisti radicati alle vecchie idee,
che subiscono un grosso shock per il “forte”
cambiamento che di giorno in giorno vive la società
italiana (salvo adeguarsi in tempi non troppo futuri).
Favorita da tali movimenti, la Fiat migliorò sia la
600 che la 500, dando vita, per quest’ultima alla
versione D.
Il modello D, nonostante le modeste modifiche, fu
accolto con entusiasmo dal pubblico che lo vedeva
come il tipo di utilitaria per tanto tempo desiderata. La
500D permetteva il trasporto di 4 persone e
prestazioni stradali adeguate alla maggior portata.
12
Tutto ciò fu reso possibile anche grazie al periodo
storico: un momento propizio per l’economia del
Paese. Si era passati da un’economia agricola ad una
industriale e il fermento innovativo della società
italiana creò una nuova domanda di beni tra i quali
l’automobile.
Diminuiva il divario tra Centro e Sud, tra
campagna e città, fra operai e impiegati; l’automobile
non è più vista come oggetto di lusso, ma uno
strumento indispensabile di lavoro e svago.
Aumentava in questo periodo la mobilità e ci si
può rendere conto di quanto diveniva importante
disporre di un proprio mezzo di trasporto.
Col passare degli anni la 500 acquisiva sempre
più consensi; economica, pratica, maneggevole era
ben vista da tutti, specie dagli italiani.
Nei primi mesi del 1968, però, i dati di
immatricolazione della 500 non mostrarono più la
13
consueta tendenza al rialzo, cosicché la Casa Fiat
decise di proporre un’altra versione, per una fascia di
mercato superiore: nacque così la Fiat 500 Lusso (L).
Il mixage di modifiche permise alla L di essere
apprezzata dallo sportivo per il volante e i pneumatici
radiali; dallo sfizioso per la profusione di cromature;
dal pratico grazie al vano portaoggetti; dall’amante
della comodità grazie alla moquette; dal latin lover per
i sedili ribaltabili. Per le vetture di più recente
produzione, fu disponibile, a richiesta, un antifurto
bloccasterzo.
Dopo il 1970, la 500 comincia a mostrare i segni
del declino. Stavolta bisognava passare a un modello
nuovo che tenesse conto dei criteri di sicurezza
sempre più richiesti dagli automobilisti sensibilizzati
dalla campagna di sicurezza, proveniente da stampa
nazionale ed estera.
14
Si ebbe ancora un ulteriore modello, la Rinnovata
(R), ma le vendite diminuirono e non fu più ritenuto
opportuno mantenere in vita il modello.
Il declino della 500 è da attribuire, in parte,
dall’avvento della 126 che la sostituisce, ma
soprattutto dipese dalle mutate esigenze del pubblico
che voleva anche nelle utilitarie, le caratteristiche di
comfort e sicurezza, proprie di categorie di veicoli
superiori.
Ormai con il benessere, più apparente che reale,
si comincia a snobbare questa piccola utilitaria, bella
sì, ma che comincia a diventare scomoda, lenta, poco
spaziosa, ma soprattutto poco veloce per il nuovo
modo di intendere lo spostamento.
Ormai le autostrade la fanno da padrona e,
muoversi con una 500 su di esse, comincia a
diventare motivo di scherno, di risate, di battute più o
meno accettabili, per cui comincia inevitabilmente a
15
scemare l’interesse per questa piccola vetturetta che
tanto ha dato agli inizi della vera e propria
motorizzazione italiana.
Viene sostituita, e a volte abbandonata, da coloro
che avevano goduto per il possesso della stessa.
Inizia l’era del declino in cui la 500, soprattutto
per motivi affettivi viene rilegata a “seconda auto”.
In molti casi diviene l’automobile per la
campagna quando non è del tutto rilegata in garage o
in uno spazio abbandonato della fattoria.