romanzi di “affetti e di passioni”, al fine di comprendere la portata del
“distacco” esercitato dalla Notizia.
Didimo Chierico, figura di intellettuale enigmatico e solitario, è il
personaggio attraverso il quale Foscolo intende rappresentare un modello
ideale di letterato indipendente dalle mode e dalla politica, un’idea di
scrittura che sia “mescolanza di sorrisi e lacrime”, ed un rapporto Io-
mondo basato sull’accettazione, piuttosto che sullo scontro. Attorno al
personaggio di Didimo, Foscolo elabora gradualmente un vasto progetto
letterario, di cui ci restano molti frammenti e pochissime opere
compiute. Al di là dell’incompletezza, quello che traspare da questi testi
è un senso di incessante ricerca, di notevole ricchezza ed entusiasmo di
idee. Dopo aver elaborato un personaggio virtuoso, irriducibile nel suo
individualismo, tragicamente eroico, l’autore dell’Ortis cerca nuove
strade.
Tuttavia, nei confronti dell’Ortis, la Notizia e gli altri testi didimei
si pongono in termini non di abiura, bensì di scambio dialettico. Non vi è
ovvero un superamento, quanto piuttosto la ricerca di un’alternativa.
Un approccio diverso alla materia del sentimento, un’emotività
filtrata da uno stretto controllo razionale e la possibilità di farsi
osservatore della società caratterizzano la figura di Didimo, per come ci
viene presentata nella Notizia. Ricercando una scrittura improntata alle
sfumature, al non detto, alla leggerezza come alla malinconia, Foscolo
troverà decisivi stimoli nella lezione di Sterne. Primo frutto di questi
stimoli sarà l’incompiuto Sesto tomo dell’Io, un progetto di romanzo
autobiografico che segna la prima tappa del “distacco dalle passioni”.
4
Prima di passare all’analisi della Notizia, sarà dunque necessario
esporre le principali caratteristiche dello stile sterniano, in riferimento
all’influenza che eserciterà sulla scrittura del Foscolo didimeo;
riferimento essenziale, considerando la stretta connessione tra la Notizia
intorno a Didimo Chierico ed il Sentimental Journey. La Notizia vede la
luce della stampa a Pisa nel 1813, in appendice alla traduzione dell’opera
sterniana. Il lavoro sul Viaggio e la sua pubblicazione rappresentano, in
un certo senso, la “gestazione” e la “nascita” di Didimo.
Chiarito dunque il ruolo di Sterne, ci si occuperà dell’analisi della
Notizia, presentando inizialmente un breve percorso sul tema del
passaggio dalla dimensione passionale della scrittura foscoliana a quella
incentrata sul “disinganno”. Verranno in seguito trattati i vari aspetti del
personaggio di Didimo e i temi che attraversano la prosa della Notizia,
con riferimenti alla nuova dimensione della scrittura foscoliana. Infine, si
affronterà l’analisi delle Lettere scritte dall’Inghilterra, ovvero l’ultima,
incompiuta “tappa” di questo percorso.
Attraverso un’esposizione graduale, incentrata inizialmente sulle
retoriche letterarie, sulle principali esperienze narrative europee e sullo
specifico sterniano, si cercherà, quindi, di offrire una panoramica
generale che consenta di inquadrare adeguatamente le opere in esame.
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I - La retorica del sentimento
1) La dialettica foscoliana tra “forte sentire” e “custodire le
passioni”
«Avresti detto ch’ei lasciandosi sfuggire tutte le sue opinioni,
custodisse industriosamente nel proprio segreto tutte le passioni
dell’animo».
1
Custodire le passioni è un atteggiamento nuovo, tanto
nella galleria dei personaggi foscoliani quanto in un panorama letterario
europeo che in quegli anni aveva visto l’avvicendarsi di figure
contraddistinte proprio dalla passionalità e dall’esasperazione della
dimensione emotiva.
Il “sentire” è un concetto che nel Settecento subisce una continua
evoluzione. Nella coscienza dei letterati figli dell’era della Rivoluzione il
termine ha ormai perso la primitiva connotazione sensoriale e si è
tramutato in un “forte sentire” passionalmente inteso. Nell’ambito del
rapporto tra affetti e vincoli sociali si verifica l’esplosione di una
emotività ormai irriducibile a qualsiasi compromesso comunitario. La
passione si pone come l’espressione ultima, estrema, del sentimento
individuale: nelle parole di Foscolo, uno stato di dolore causato dal
mancato soddisfacimento di un desiderio prolungato.
2
La passionalità
dell’Ortis è uno degli approdi di un percorso che attraversa il secolo
1
U. Foscolo, Notizia intorno a Didimo Chierico, in Idem, Viaggio Sentimentale di Yorick lungo la
Francia e l’Italia, Garzanti, Milano 1998, p. 336.
2
M. Palumbo, Saggi sulla prosa di Ugo Foscolo, Liguori, Napoli 2000, p. 35.
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intero e che eleva progressivamente il sentimento a materia prima della
narrazione.
In termini di progetto letterario, l’elaborazione del personaggio di
Didimo ed il tema del distacco dalle passioni evidenziano dunque un
notevole mutamento di prospettiva. È infatti a partire dalla ricerca di
un’alternativa agli astratti furori ortisiani che Foscolo elaborerà il suo
nuovo progetto, allontanandosi dalla scrittura delle passioni e trovando
un’alternativa in un tipo di scrittura “umoristica”, nei termini in cui ne
tratteremo nel capitolo II. Per comprendere appieno la portata del
mutamento rappresentato dalla Notizia intorno a Didimo Chierico sarà
dunque il caso di ripercorrere brevemente le coordinate della scrittura
degli affetti, per come s’impone all’attenzione dei letterati.
2) Dal “sentire” alle passioni
Nel Settecento si stabiliscono le forme ed i paradigmi con cui
rappresentare genesi ed effetti della dimensione emotiva. Il sentimento
non si configura da subito come forza irrazionale in netta
contrapposizione al dominio della ragione (ragione da intendersi come
forza ordinatrice), ma viene bensì considerato come impulso psichico
che prelude al desiderio ed all’immaginazione. È un approccio
essenzialmente legato all’impostazione scientifica propria del secolo,
assimilabile quindi alla biologia ed alla chimica e basato sul rapporto tra
esperienza e riflessione. In sostanza, l’attenzione degli intellettuali si
concentra sul processo mentale che, a partire dalla fruizione di un dato
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oggetto, permette l’elaborazione del sentimento, delle idee, degli atti
creativi: un processo fortemente legato all’ambito dell’esperienza
estetica.
Tale concezione è frutto della stretta interazione tra riflessione
letteraria e speculazione filosofica. In tal senso il Saggio sull’intelletto
umano di Locke, pubblicato nel 1689, si pone come un testo chiave per
la comprensione delle poetiche e retoriche settecentesche. La
rivalutazione dell’esperienza, posta al centro del rapporto conoscitivo,
apre le porte ad un’indagine sul sentire e pensare individuale;
l’esperienza si configura come il primo motore nella creazione di idee,
concetti, desideri. Poiché questa elaborazione di idee e sentimenti varia
da persona a persona, in relazione alle esperienze e sensibilità del
soggetto, si tratta di una scienza che vede il suo referente privilegiato
nello studio del singolo individuo:
“Si garantisce dignità gnoseologica alle sensazioni, alle percezioni,
all’immaginazione, eccitate dal desiderio e dalle aspirazioni dell’anima,
mutevoli da persona a persona e da circostanza a circostanza, secondo un
relativismo che porta dapprima all’esame esclusivo di fenomeni
particolari, poi al soggettivismo.”
3
Il pensiero di Locke animerà il dibattito filosofico settecentesco e
avrà una diretta influenza tanto sull’illuminismo inglese di Hutcheson,
Mandeville e Shaftesbury
4
quanto sul sensismo francese di Condillac:
5
3
A. Battistini - E. Raimondi, Retoriche e poetiche dominanti, in AA.VV., La Letteratura Italiana. Le
forme del testo, a. c. di A. Asor Rosa, Vol. 3, Einaudi, Torino 1982, p. 151.
4
Per una panoramica generale sull’Illuminismo inglese, cfr. E. Lecaldano, L’Illuminismo inglese,
Loescher, Torino 1985.
5
Su Condillac, cfr. N. Abbagnano - G. Fornero, Protagonisti e testi della filosofia, Volume B,
Paravia, Milano 1999, p. 566-567.
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pensatori che proprio sul binomio esperienza/sentimento fondano la loro
riflessione e le cui opere costituiscono il retroterra culturale di molti
degli autori europei qui presi in esame.
Nel campo letterario, quanto detto spinge alla volontà di «ridestare
la sensibilità del lettore con quante più sensazioni addensabili intorno
all’idea principale».
6
Compito della scrittura è dunque evidenziare i
meccanismi che regolano il sorgere delle emozioni, «le leggi interne
secondo cui si combinano le sensazioni».
7
Se nell’ambito della poesia
questi fermenti sono immediatamente concretizzabili a causa dello
stretto rapporto tra “parola” e “sensazione”, in ambito narrativo si
devono ricercare delle nuove modalità espressive, aderenti all’idea del
suscitare la sensibilità del lettore.
La narrativa sentimentale settecentesca attua questo “ridestare la
sensibilità” per mezzo della sympatheia. Attraverso la rappresentazione
graduale dei moti dell’animo del protagonista si ricerca cioè una
comunanza di sensazioni con il lettore, ottenendo così la progressiva
aderenza dello stesso al sistema di valori rappresentato dall’eroe del
romanzo. La scrittura, per questo fine, attua la maggiore concentrazione
possibile sulla sfera emotiva dell’individuo: viene privilegiato il racconto
in prima persona e si ricerca l’intimità, il rapporto confidenziale tra
protagonista dell’opera e potenziale fruitore. Ad un intreccio basato sulla
successione delle azioni si sostituisce così un intreccio basato sul
progredire delle emozioni.
6
A.Battistini - E. Raimondi, Retoriche e poetiche dominanti, cit., p. 152.
7
Ibidem.
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