2
che avrebbero avuto origine le effigie del loro stemma ed il cognome Spadafora,
anticamente detto Spataforius3 .
A Costantinopoli, nella corte dell‟ Imperatore Isacco Commeno, Basilio, ricoprì la carica
di Capitano delle guardie palatine e nell„ anno 1058 fu mandato in Sicilia, con l‟ incarico
di Esarca, per organizzare la difesa delle coste dell„ isola ed espugnarla dalla presenza
musulmana4.
Giunto nell‟ isola, si narra, che Basilio, trovandosi in difficoltà di fronte l‟ immensa
potenza dei Mori, aderì ai baroni normanni che guerreggiavano nelle coste della Puglia
contro questi.
Dunque, prese in moglie Umfrida Altavilla, figlia di Umfrido Altavilla Normanno, dalla
quale coppia nacquero Roberto, Ruggero (tenuti al battesimo nel sacro fronte della Real
Casa dal duca Roberto e dal conte Ruggero loro zii) e Corrado. Divenuti valorosi guerrieri,
nei vari combattimenti intrapresi, riuscirono a fare un‟ immensa strage dei Mori
cacciandoli dalle coste dell‟ isola 5 .
Purtroppo non si possiedono molte notizie storiche su Corrado e Ruggero da confermarci
con certezza le loro imprese.
E‟, senza ombra di dubbio, certo che entrambi presero parte alla prima crociata per
liberare il Santo Sepolcro in terra Santa e Corrado fu fatto prigioniero di guerra 6.
Per quanto riguarda il primogenito Roberto, invece, sposò il 24 Settembre 1099,
Gremilla Lombardi nobile Beneventana, dai quali nacquero Corrado, Enrico e Damiano
Spadafora 7 .
3
P. Raimondo Diaccini, Vita di Beato Domenico Spadafora domenicano, Foligno, 1921, pag. 1.
- S. Nibali, La Sicilia –Servizi Speciali – Tracce di sangue blu, Catania, 1984, Sabato 19 Maggio.
4
F. Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie de regni di Sicilia ultra e citra libro VIII , Palermo 1978
ristampa, Volume III, pag. 417.
- P. Gravina, Il blasone in Sicilia, Palermo, Ristampa 1972, pag. 352.
- A. Mango, Nobiliario in Sicilia, Palermo, 1912 – 15 ,Volume II ( N – Z ), pag. 174.
5
P. Raimondo Diaccini, Vita di Beato Domenico Spadafora Domenicano, Foligno, 1921, pag. 4.
- Archivio di Stato di Catania, ARCHIVIO Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci, Tomo
232, Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
- S. Nibali, La Sicilia – Servizi speciali – Tracce di sangue blu, Catania 1984, Sabato 19 Maggio.
- F. Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie de regni di Sicilia ultra e citra, libro VIII , Palermo 1978
ristampa, Volume III, pag. 417.
6
Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci, Tomo 232, Volume I,
Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
7
Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci , Tomo 232, Volume I,
Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
- F. Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie de Regni di Sicilia ultra e citra libro VIII , Palermo 1978
ristampa, Volume III, pag. 417.
- P. Gravina, Il Blasone in Sicilia, Palermo, Ristampa 1972, pag. 352.
3
Grazie alle concessioni di re Ruggero, Corrado ebbe molti incarichi in Sicilia ed acquistò
la Castellania con la giurisdizione del Salvatore di Messina dove stabilì la sua famiglia 8.
Enrico, invece, si stabilì a Castellamare di Palermo nel 1136 ed il figlio Ruggero fu
signore di Ciminna, Vicari e di Caltavolturo 9.
Lo storico Filadelfo Mugnos ci riporta alcune notizie, nel Teatro genealogico delle
famiglie di Sicilia ultra e citra, Palermo, 1978, pag. 418, sul ramo della famiglia Spadafora
di Ruggero, diramatosi a Palermo, presentandola con grande abbondanza di uomini che
ricoprivano illustri cariche: pretori, senatori, luogotenenti della Camera regionale,
capitani ed altri supremi incarichi10 .
Per quanto riguarda il terzogenito Damiano, invece, muorì in età infantile 11.
Ancora oggi, una questione che si presenta difficile da risolvere riguardo gli Spadafora
in Sicilia nel periodo che intercorre tra i secoli XI ° e XII °, oltre alle loro origini, è il luogo
principale della loro dimora.
Alcuni storici stabiliscono che gli Spadafora risiedessero originariamente e
permanessero col loro ramo principale in Randazzo per lungo tempo, di là si ramificarono
a Palermo e a Messina principalmente e successivamente anche a Lucera, Cosenza,
Rossano, Benevento e Venezia 12.
8
Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci , Tomo 232, Volume
I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
- F. Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie de Regni di Sicilia ultra e citra libro VIII libro VIII ,
Palermo 1978 ristampa, Volume III, pag. 417.
- P. Gravina, Il Blasone in Sicilia, Palermo, Ristampa 1972, pag. 352.
9
Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci, Tomo 232, Volume I,
Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
- F. Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie de Regni di Sicilia ultra e citra libro VIII , Palermo 1978
ristampa, Volume III, pag. 418.
- P. Gravina, Il Blasone in Sicilia, Palermo, Ristampa 1972, pag. 352.
- C. Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’Italia Libro II, Napoli, 1875, pag.
129.
10
F. Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie de Regni di Sicilia ultra e citra , libro VIII , Palermo 1978
ristampa, Volume III, pag. 418 - 419.
Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci, Tomo 232, Volume
I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
11
Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci , Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
12
P. Gravina, Il Blasone in Sicilia, Palermo, Ristampa 1972, pag. 352.
- A. Mango, Nobiliario di Sicilia, Palermo, 1912 – 15 ,Volume II ( N – Z ), pag. 174.
- C. Gonzaga, memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’Italia, Libro II, Napoli, 1875, pag.
128.
P. Raimondo Diaccini, Vita di Beato Domenico Spadafora domenicano, Foligno, 1921, pag. 6.
4
I rami degli Spadafora di Benevento e Lucera si estinsero 13 .
Tutta un„ altra sorte ebbe il ramo degli Spadafora diramatosi a Messina.
Il loro capostipite Corrado Spadafora, sopra menzionato, Castellano di Messina, sposò
intorno alla prima metà del XII ° secolo Gerarda Bonelli, sorella del conte Matteo
Bonelli, ed ebbero quattro figli: Enrico, Ruggero Alessio, Giovanni e Corrado che
nacque postumo al padre14 .
Enrico ed Ruggero Alessio morirono in età infantile 15 .
Giovanni viene menzionato da alcuni storici per essere stato il fedelissimo segretario
dell„ imperatore Federico II nel 1230. Muorì senza figli 16.
L‟ ultragenito Corrado 17 sposò Francesca Ventimiglia 18.
Da quest‟ ultimo derivarono due rami familiari assai cospicui per le eminenti cariche
pubbliche, uffici e per le signorie feudali ricoperte dai suoi membri:
Il primo fu rappresentato dai principi di Maletto, di Venetico, Marchesi di San Martino,
Baroni di Mazzarrà, della Cavalleria, di Pirago, di Persinaci e della Vigna del Re.
Ma il ramo si estinse in casa Ascenso.
Il secondo fu rappresentato dai Principi di Spadafora, Duchi di San Pietro Licurri,
Marchesi di Policastrello e di Carletto, Conti d‟ Andria, Baroni dei Carriaggi di San Pietro,
13
- C. Gonzaga, memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’ Italia, Libro II, Napoli, 1875,
pag. 129.
14
Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci, Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
- F. Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie de Regni di Sicilia ultra e citra, libro VIII , Palermo 1978
ristampa, Volume III, pag. 418.
15
Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci, Tomo 232, Volume
I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
16
F. San Martino Spucches, Storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia, Palermo, 1924, Volume IV,
Quadro 559, Tavola I, pag. 449; Quadro 809, pag. 268.
- P. Ansalone, Sua de Famiglia opportuna relatio sparsium cui adiectae disgressiones ad eas primum
quae ipsam immeciato sanguine contingunt, dein alphabetice ad annes propinque queque fuerint, vel
amice, Venezia, 1662, pag. 145.
- Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci, Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1, Articolo III.
- V. Spreti, Enciclopedia Storico Nobiliare italiana , Milano, 1928 – 36, Volume VI °, pag. 396.
17
- Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci, Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
- F. San Martino Spucches, Storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia, Palermo 1924, Volume IV°,
Quadro 559, Tavola I, pag. 449; Quadro 809, pag. 268.
- F. Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie de Regni di Sicilia ultra e citra, libro VIII , Palermo
1978 ristampa, Volume III, pag. 418.
- A. Inveges, Nobiliario Viceregio, Palermo, 1651, pag. 135.
18
- Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci , Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
5
Signori delle Mortellito, dei Treponti, di Pedalacia, della Terra del Bordonaro, di Fiume
Cerramo, di Magnavacca, di Torre Spagnola.
Le notizie riportateci principalmente da Palizzolo Gravina, tendono a personificare l‟
ultimo discendente di questo ramo famigliare nel Principe Muzio Spadafora, figlio di
Gaetano Spadafora e Vita Montalto, residente in Marsala19.
Ma ulteriori problemi, sull‟ origine del ramo della famiglia Spadafora diramatosi a
Messina, nascono a causa delle insufficienti notizie riportateci dagli storici riguardanti i
discendenti del su detto Corrado.
Infatti lo storico Francesco De Spucches in Storia dei feudi, Palermo, 1924, Volume
IV Quadro 809 pag. 208 riporta una notizia, già trattata da Pietro Ansalone in Sua de
Famiglia, Venezia, 1662, pag. 145, in cui ritiene, senza nulla affermare, che quel Giovanni
Spadafora, segretario dell‟ imperatore Federico II, ebbe come figli Damiano e Corrado.
Da quest„ ultimi provengono rispettivamente gli Spadafora di Randazzo cioè i signori di
Roccella dal primo e quelli di Messina dal secondo19+.
Spucches, infatti, continua dicendo, citando lo storico Placido Samperi in Messana
Nobilis duodecim titulis illustrata opus post humum, Messina, 1742, volume I, pag. 387,
che da Corrado discendeva Gerardo padre di Corrado Spadafora Capitano di Taormina
dal quale proseguì la stirpe degli Spadafora di Messina.
Nell„ Archivio Gentilizio Paternò Castello dei Duchi di Carcaci e secondo la versione
riportataci da Filadelfo Mugnos nel Teatro genealogico, invece, Corrado Spadafora,
ancora vivente nel 1269, nato postumo al padre Corrado della Castellania di Messina,
ebbe quattro figli: Bartolomeo, Federico, Pietro e Damiano.
Da quest‟ ultimo nacque quel Corrado Spadafora, su accennato, Capitano di Taormina
assai stimato da Ludovico re di Sicilia20.
19
P. Gravina, Il Blasone in Sicilia, Palermo, Ristampa 1972, pag. 352.
19+
P. Ansalone, Sua de Famiglia opportuna relatio sparsium cui adiectae disgressiones ad eas primum
quae ipsam immeciato sanguine contingunt, dein alphabetice ad annes propinque queque fuerint, vel amice,
Venezia, 1662, pag. 145.
F. San Martino Spucches, Storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia, Palermo 1924, Volume IV°,
Quadro 559, Tavola I, pag. 449; Quadro 809, pag. 268.
20
F. Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie de regni di Sicilia ultra e citra libro VIII , Palermo 1978
ristampa, Volume III, pag. 418.
- Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci, Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
- A. Inveges, Nobiliario Viceregio, Palermo, 1651, pag. 135.
- P. Samperi , Messana nobilis duodecim Titulis illustrata opus post humum, Messina, 1742, volume I,
pag. 387.
- V. D „ Alessandro, Politica e società nella Sicilia Aragonese, Palermo, 1963, pag. 84.
6
A mio parere, prendendo in considerazione che nel periodo storico qui trattato era di
uso comune dare un secondo nome ai propri figli qualora il primo fosse stato attribuito in
nome di un predecessore (molto spesso il nonno), ho ritenuto considerare più attendibile,
senza nulla affermare, che Gerardo Spadafora di cui parla De Spucches e Damiano
Spadafora che troviamo trattato nell„ albero genealogico dell„ Archivio Gentilizio Paternò
Castello dei Duchi di Carcaci siano la stessa persona con il nome di Damiano Gerardo
Spadafora.
Gli storici concordano invece, senza alcun dubbio, sulle notizie che riguardano i quattro
figli di Corrado.
Bartolomeo partecipò all„ incoronazione dell„ Imperatore Federico II d‟ Aragona (lo si
chiama Federico II se si considera l‟ imperatore Federico di Hohenstaufen come il re
Federico I di Sicilia) a Palermo nella chiesa Maggiore il 26 Marzo 129620+.
Federico Spadafora ricoprì la carica di Maestro Razionale nel 1335 21.
Un posto di primo piano, nella storia della Sicilia del XIV° secolo, spetta ai fratelli Pietro e
Damiano Spadafora per l‟ aiuto recato agli Aragonesi nella lotta contro gli Angioini22.
E‟ cosa certa, senza ombra di dubbio, che gli Spadafora furono una di quelle famiglie
nobili contrari da sempre agli Angioini ritenuti usurpatori della Corona del Regno di
Sicilia23.
Dunque, fu proprio in quel tormentato momento critico che si segnò uno dei punti più
fulgidi della storia siciliana(definito dagli storici il periodo della Sicilia dei Vespri (1282 –
1302 ) ) permettendo agli Spadafora di occupare cariche di grande responsabilità e perciò
di grande fiducia reale nell‟ isola più grande del Mediterraneo.
20+
C. Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d’Italia Libro II, Napoli, 1875, pag.
129.
- A. Inveges, Nobiliario viceregio, Palermo, 1651, pag. 135.
- T. Fazello, Storia di Sicilia, Palermo, 1990, Volume II pagg. 542.
21
- Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci , Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
22
Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci , Tomo 232, Volume
I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
- P. Raimondo Diaccini, Vita di Beato Domenico Spadafora Domenicano, Foligno, 1921, pagg. 3, 7.
- S. Nibali, La Sicilia – Servizi speciali – tracce di sangue blu, Catania, 1984, Sabato 19 Maggio.
- F. San Martino Spucches, Storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia , Palermo, 1924, Volume IV°,
Quadro 559, Tavola I, pag. 449; Quadro 809, pagg. 268 – 269.
23
F. San Martino Spucches, Storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia, Palermo, 1924, Volume IV°,
Quadro 809, pag. 268.
- P. Raimondo Diaccini, Vita di Beato Domenico Spadafora Domenicano, Foligno, 1921, pag. 2.
7
Durante l„ anno 1282, infatti, gli Angiò occupavano da poco l‟ isola, ma i loro modi
violenti e arroganti, la loro millanteria e le continue vessazioni cui sottoponevano il popolo
siciliano spensero quelle tenue fiamme di ardore che avevano incendiato l„ animo del
popolo e permesso la cacciata degli Svevi.
D‟ altra parte, Carlo d‟ Angiò aveva reso la vita più difficile anche ai nobili feudatari dell‟
isola aumentando l‟autorità regia a scapito di questi ed attribuendo la facoltà di recare
novità nei diritti feudali o di amministrare la giustizia solo alla Real Gran Corte di Giustizia
di Napoli24.
Si preparò, allora, un moto di reazione per cacciare gli Angiò e cedere il governo dell‟
isola agli Aragonesi.
Furono proprio Damiano e Pietro Spadafora di Randazzo25 a gettarsi anima e corpo
nella guerra contro gli Angioini al fianco degli spagnoli in nome di re Pietro d‟ Aragona26.
Lo storico P. Raimondo Diaccini ritiene che i due fratelli si trovassero, alla venuta di re
Pietro, non in una città marinara ed importante come Messina ma in un paese interno
come Randazzo27.
Infatti, è facile supporre che l‟ avvento degli Aragonesi, essendo preparato da una
congiura di nobili contro gli Angioini, non poteva interessare la città di Messina che non
voleva saperne di questo movimento di ribellione contro i d' Angiò per paura di vendette a
cui si sarebbe trovata, esposta com‟era a causa della sua posizione in faccia al Regno di
Napoli.
Quindi, per il re Pietro, Randazzo risultava un centro di capitale importanza strategica e
logistica ai fini del suo attacco contro gli Angioini a Messina28.
La vittoria del nuovo re di Sicilia, con il nome di Pietro I di Sicilia e III d‟ Aragona,
ricompensò la fedeltà dei fratelli Damiano e Pietro Spadafora donando loro il feudo di Iaci
e poi, nel 1304, quello di Troina29.
24
P. Raimondo Diaccini, Vita di Beato Domenico Spadafora Domenicano, Foligno, 1921, pag. 2.
25
P. Raimondo Diaccini, Vita di Beato Domenico Spadafora Domenicano, Foligno, 1921, pag. 2.
- S. Nibali, La Sicilia – Servizi speciali – Tracce di sangue blu, Catania, 1984, Sabato 19 Maggio.
26
P. Raimondo Diaccini, Vita di Beato Domenico Spadafora Domenicano, Foligno, 1921, pag. 3.
- S. Nibali, La Sicilia – Servizi speciali – Tracce di sangue blu, Catania, 1984, Sabato 19 Maggio.
27
P. Raimondo Diaccini, Vita di Beato Domenico Spadafora Domenicano, Foligno, 1921, pag. 3
28
P. Raimondo Diaccini, Vita di Beato Domenico Spadafora Domenicano, Foligno, 1921, pag. 6.
- S. Nibali, La Sicilia - Servizi speciali – Tracce di sangue blu, Catania, 1984, Sabato 19 Maggio.
- T. Fazello, Storia di Sicilia, Palermo, 1990, Volume II pagg. 525 - 527.
29
P. Raimondo Diaccini, Vita di Beato Domenico Spadafora Domenicano, Foligno, 1921, pag. 3.
8
Nel 1296, quando Damiano nipote di Pietro Spadafora divenne barone di Roccella,
ebbe inizio per gli Spadafora una grande fortuna ed in seguito l‟ inizio di tante altre, che la
famiglia vantò quando entrò a far parte dell„ elite siciliana legandosi per sempre a quella
terra 30 .
Gli Spadafora discendenti da Pietro furono anche baroni del feudo di Maletto31.
Questo feudo darà più lustro alla famiglia nei secoli a venire.
Anche se in origine si trattava solo di un castello che Ruggero Spadafora di Guglielmo
aveva armato in difesa di Randazzo durante le lotte angioine – aragonesi, con l‟ esaurirsi
di queste nella zona, il feudo perse la sua importanza militare acquistando con Rinaldo
Spadafora (che ereditò l„ 11 Febbraio 1386 dal fratello Ruggero il castello ed in seguito da
Simone Homodei di Randazzo il feudo) il massimo splendore da un punto di vista politico
ed economico32.
Rinaldo lo lasciò a suo figlio Ruggerotto nel giugno 1420, il quale vivendo in Randazzo
in un quartiere di San Nicolò riusciva ad amministrare il vicino feudo di Maletto.
Morto senza figli, Ruggerotto, nominò eredi di tutti i suoi beni i nipoti Giovan Guglielmo
e Salimbene33; ma sarà il primo con i suoi discendenti ad averne il possesso e
svilupparne le risorse34.
S. Nibali, La Sicilia - Servizi speciali – Tracce di sangue blu, Catania, 1984, Sabato 19 Maggio.
30
S. Nibali, La Sicilia - Servizi speciali – Tracce di sangue blu, Catania, 1984, Sabato 19 Maggio.
- P. Raimondo Diaccini, Vita di Beato Domenico Spadafora Domenicano, Foligno, 1921, pag. 3.
- B. Muscia, Sicilia nobilis sive nomina et cognomina comitum, baronum et feudatariorum, regni
anno 1296 sub Friderico II Vulgo III , Roma, 1692, pag. 20.
- F. marchese di Villabianca F. M. Emanuele e Gaetani, Nobiltà della Sicilia, Palermo, 1754 – 1755,
Parte II, libro II.
- F. Mugnos, Raguagli historici del Vespro siciliano, Palermo, 1645, pagg. 119, 135.
- C. Salvo, una realtà urbana nella Sicilia Medievale, la società messinese dal Vespro ai Martini, Roma,
1995, pag. 165.
31
S. Nibali, La Sicilia – Servizi speciali – Tracce di sangue blu, Catania, 1984, Sabato 19 Maggio.
- Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci , Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
32
S. Nibali, La Sicilia – Servizi speciali – Tracce di sangue blu, Catania, 1984, Sabato 19 Maggio.
- Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci, Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
33
S. Nibali, La Sicilia – Servizi speciali – Tracce di sangue blu, Catania, 1984, Sabato 19 Maggio.
Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci , Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
- G. Luca Barberi, I Capibrevi, Palermo, 1879, Volume I, pag. 237.
F. San Martino Spucches, Storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia , Palermo, 1924, Volume IV°,
Quadro 531 , pag . 361.
34
S. Nibali, La Sicilia – Servizi speciali – Tracce di sangue blu, Catania, 1984, Sabato 19 Maggio.
- Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci , Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
9
Simile fortuna baciò i discendenti di quel Damiano Spadafora, che con il fratello Pietro
aveva combattuto per il re d‟ Aragona.
A Messina essi furono strategoti e sindaci di quel comune assumendo con il trascorrere
degli anni sempre maggiori incarichi fino ad arrivare a dare il nome della loro casata a un
paese poco distante dalla città: il villaggio Spadafora S. Martino35.
Autorevoli fonti storiche ricordano il figlio di Damiano, Corrado Spadafora, prima
Capitano e poi barone di Taormina che fu impegnato in lunghe guerre private36.
Anche i suoi due figli Federico e Giovanni sono ricordati dagli storici per le loro
valorose imprese36+.
Giovanni morì in un conflitto marittimo combattendo contro i barbari servendo con una
galera re Ferdinando il Cattolico37.
Federico Spadafora, invece, divenne fautore della restaurazione monarchica, che
veniva preparata dal duca di Monteblanc.
Nel 1391 insieme a Gerardo Bonfiglio armarono una galera e salvarono la regina
Maria portandola dal Castello Ursino di Catania, dove era prigioniera, fino in Catalogna
dove sarebbe andata in sposa a Martino il Giovane nuovo re di Sicilia.
Per tale servizio Federico divenne caro ai sovrani; ed egli fu sempre pronto e
servizievole verso di loro e la Corona38.
35
S. Nibali, La Sicilia – Servizi speciali – Tracce di sangue blu, Catania, 1984, Sabato 19 Maggio.
36
Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci, Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.
- C. Salvo, Ceti sociali e gestione del potere nel regnum Siciliae, Catania, 1988 – 1991, pagg. 57 – 58.
- F. Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie de regni di Sicilia ultra e citra libro VIII , Palermo 1978
ristampa, Volume III, pag. 418.
- F. San Martino Spucches, Storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia , Palermo, 1924, Volume IV°,
Quadro 559, pag. 445.
- F. San Martino Spucches, Storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia, Palermo, 1924, Volume IV°,
Quadro 559, pag. 449, Albero di casa Spadafora.
- C. Salvo, Tra Valdesiani e Gesuiti: Gli Spatafora di Messina, Catania, 1996, pag. 3.
- A. Minutolo, Memorie del Gran Priorirato di Messina, Messina, 1699, Foglio 90, pag. 111.
- P. Sardina, Tra l’Etna e il mare:Vita cittadina e vita rurale a Catania dal vespro ai Martini(1282/1410),
Messina, 1994, pagg. 151, 271.
36+
F. San Martino Spucches, Storia dei feudi e dei titoli nobiliari di Sicilia, Palermo, 1924, Volume IV°,
Quadro 559, pag. 449, Albero di casa Spadafora.
- C. Salvo, Tra Valdesiani e Gesuiti: Gli Spatafora di Messina, Catania, 1996, pag. 3.
- A. Minutolo, Memorie del Gran Prioirato di Messina, Messina, 1699, Foglio 90, pag. 111.
37
F. Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie de Regni di sicilia ultra e citra libro VIII , Palermo 1978
ristampa, Volume III, pag. 418.
- Archivio di Stato di Catania, Archivio gentilizio Paternò castello dei duchi di Carcaci, Tomo 232,
Volume I, Albero Genealogico della Famiglia Spatafora N ° 1.