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1. LA TRADUZIONE AUDIOVISIVA
1.1 DEFINIZIONE
La traduzione audiovisiva ha, negli anni della comunicazione di massa, acquistato
un’importante visibilità e diffusione tanto da diventare una sorta di parte integrante della
nostra vita rendendo accessibili contenuti mediali di origine straniera in quasi tempo reale
con l’originale messa in onda. La disciplina diventa oggetto di studio a livello accademico
negli anni ’50
1
.
Questa particolare forma di traduzione è caratterizzata da una coesistenza di più canali e
codici che, fondendosi, rendono possibile la comprensione di un messaggio globale.
Il canale audio-orale trasmette non solamente il linguaggio verbale, ma anche musica,
suoni e rumori di sottofondo mentre il canale visivo si occupa dei codici non verbali quindi
colori, immagini e scritte che possono apparire sullo schermo.
L’importanza dei dialoghi nei prodotti audiovisivi è evidente: permette il procedere delle
vicende, esplicita relazioni e situazioni esistenti tra i protagonisti; si tratta di dialoghi, che
come afferma Pavesi (2005, p.10) sono “scritti perché raggiungano i destinatari finali in
forma parlata […] e non nella loro forma scritta”. Infatti questi scritti sono una
pianificazione meticolosa di dialoghi che dovrebbero riprodurre fedelmente produzioni
spontanee. La traduzione di un testo audiovisivo si inserisce quindi come la traduzione di
un testo che riproduca l’oralità simulata da una lingua, all’oralità simulata della lingua
target.
Il traduttore che si accinge a tradurre un testo audiovisivo si trova ad affrontare diverse
situazioni complicate: questo tipo di traduzione infatti è caratterizzata dall’influenza e dal
legame che gli elementi fissi del testo, come le immagini, hanno con la parte verbale.
Anche la mimica comporta una riduzione della libertà e l’imposizione di vincoli
nell’attività del traduttore, infatti un contrasto tra le immagini e il testo potrebbe
compromettere o rendere impossibile la comprensione del messaggio. Il codice iconico è
sicuramente quello che più influenza il lavoro del traduttore che si trova a dover rendere
accessibile non solo il contenuto verbale nella lingua target, ma anche adattarlo al contesto
visivo, non modificabile, in cui si situa. Sono parte di questo codice anche gli elementi
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La prima pubblicazione che affronta il tema risale al 157 e si intitola Le sous-titrage de films. Sa technique.
Son esthétique di Simon Laks. (Díaz Cintas, 2009)
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culture-specific difficilmente riconoscibili dai destinatari della traduzione che possono
subire un ridimensionamento nella cultura ricevente.
Come dimostra l’immagine sopra riportata
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l’elemento fisso e il codice iconico hanno una
forte influenza nell’opera del traduttore; l’elemento comico, che si basa sul diverso
significato di die e diet
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e che vede Homer più sconvolto nel secondo caso, non è
riprodotto nella lingua target creando dunque, per gli spettatori che non conoscono la
lingua inglese una situazione di straniamento o comunque di indifferenza rispetto alla
reazione del personaggio.
1.2 TRASFERIMENTO LINGUISTICO-CULTURALE
Il traduttore al fine di rendere accessibile il prodotto si trova a dover affrontare la
trasposizione di contenuti linguistici-culturali, cioè la resa di elementi linguistici
caratterizzati da contenuti legati alla cultura del paese di origine.
1.2.1 Trasferimento linguistico-culturale
I riferimenti culturali sono presenti in qualsiasi tipo di film non solo perché la lingua è
fortemente influenzata dalla cultura, ma anche perché spesso questi elementi culturali sono
argomento di discussione o al centro della trama del film stesso; per cui grazie alla
diffusione su scala mondiale di serie tv e film principalmente di origine statunitense
festività come il Giorno del Ringraziamento o il Labor Day o eventi sportivi come il Super
Bowl sono ormai conosciuti e riconosciuti anche dagli spettatori stranieri.
I culturema o realia sono quei particolari elementi propri di una cultura che non trovano
corrispettivo in quella verso cui si opera la traduzione e la rendono problematica per via
della carica culturale che possiedono. Il traduttore può basare il suo lavoro su diverse
strategie di resa nella lingua verso cui opera.
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Tratta da “Springfield Files”, ottava stagione, episodio 10
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Che significano rispettivamente “muori” e “dieta”. Cambridge Dictionary
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Bruno Osimo identifica diverse categorie di realia:
Geografici: che includono gli elementi caratteristici della geografia fisica, della
biologia e della meteorologia (come piante, animali, fenomeni atmosferici).
Etnografici: con riferimento all’arte, alla religione, alla vita quotidiana.
Politici e sociali: riguardo a entità amministrative e territoriali, organismi e
istituzioni, vita sociale e militare.
L’autore continua poi identificando le varie strategie di resa, tra cui:
Trascrizione carattere per carattere partendo dall’originale.
Sostituzione con un omologo generico in modo che sia più accessibile al pubblico
di arrivo.
Traduzione contestuale, considerando non il significato dei singoli vocaboli ma del
significato globale.
Omissione, l’elemento culturale non viene tradotto in nessun modo.
Un esempio di trasferimento culturale può essere dato dall’episodio della sit-com Friends
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,
in cui il peculiare riferimento a Oprah Winfrey
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e alla cultura televisiva americana viene
totalmente eliminato per motivi di trasparenza di significato.
1 I thought your dad was in prison. Credevo che tuo padre fosse in prigione.
2 No, that's my stepdad. My real dad's
the one that ran out us before I was
born.
No, quello era il mio patrigno. Il mio vero
padre è quello che scappò prima che io
nascessi.
3 How have your never been on
Oprah?
Perché non lo cerchi agli oggetti smarriti?
1.2.2 Humour
Lo humour è sicuramente un particolare aspetto dei contenuti linguistici-culturali;
fortemente culture-specific legato quindi a storia, tradizioni, fattori sociali e psicologici,
molto spesso non accessibili al di fuori della comunità di origine.
È compito del traduttore l’essere in grado di comprendere il testo alla perfezione, ma anche
di individuare gli elementi umoristici presenti nello stesso e determinare come poterli
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“I due bulli” seconda stagione, episodio 21
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Conduttrice televisiva conosciuta principalmente per il talk show The Oprah Winfrey Show in onda tra il
1986 e il 2011.
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rendere nella lingua target stabilendo quali modifiche apportare e valutare la possibilità
d’uso di un corrispettivo nella lingua d’arrivo.
Durante un episodio della sit-com Friends
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, la fidanzata britannica di Ross, Emily torna
improvvisamente dal Regno Unito e lo lascia. L’elemento umoristico rappresentato dalle
battute riportate nella tabella si rifanno ai differenti significati che possono avere molti
vocaboli nell’inglese britannico e nell’inglese americano. Per cui la battuta di Ross (2)
suscita l’ilarità del pubblico anglofono davanti all’ovvietà dell’unico significato che può
avere la frase della donna e si basa conoscenza condivisa delle possibili differenze tra le
due varianti di inglese, mentre la traduzione letterale in italiano lascia abbastanza perplesso
lo spettatore.
1 There’s someone else. C’è un’altra persona.
2 Does it mean the same thing in
England that it does in America?
Ha lo stesso significato sia in Inghilterra che
in America?
1.2.3 Turpiloquio
Il turpiloquio è un elemento caratteristico che troviamo in misura più o meno ampia nelle
pellicole di lingua inglese e si va da deboli imprecazioni a offese rivolte ad altri
personaggi. Gli insulti vengono classificati in diverse categorie a seconda dello scopo:
come intercalari, per esprimere disgusto, per provocare o per emarginare. Con il passare
degli anni sempre più presenti nella cinematografia soprattutto americana, sono diventati
un problema per il traduttore che si trova a dover renderli nella lingua target.
Queste espressioni in inglese sono parte di slang e di un registro substandard e vengono
nella resa italiana decisamente ridimensionate costituendo un repertorio molto limitato
rispetto all’ampia varietà di espressioni in lingua inglese. Il repertorio costituito in italiano
è infatti basato su equivalenze fisse che si inseriscono nel contesto del doppiaggese
rappresentando espressioni che non trovano riscontro nel reale parlato italiano. Molte
espressioni non vengono tradotte poiché considerate non adatte al pubblico o legate a tabù,
come ad esempio, quelle a sfondo religioso e quelle di origine sessuale. A differenza di
molti altri stati in cui insulti omofobici sono considerati politicamente scorretti, in Italia
sono tra i più usati.
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6
“Tv e luci rosse” quarta stagione, episodio 17
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Filmer, Denise. 2014. Cultural interference in translating offensive language. Durham University.
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1 Fuck. Do you know what he's doing? Do
you know? This is about me! This is my
fucking mother! My mother! He's been
talking to her friends! He has one of
everyone, on all of us! He can't do that!
He can't just fucking come here and do
that! You can't let him!
Lo sai che cosa ha fatto? Lo sai? Si tratta
di me! Questa è la foto di mia madre!
Mia madre! Ha parlato con i suoi amici,
ha un volantino per ognuno di noi, tutti
noi! Non deve farci questo non deve
entrare nelle nostre vite! Non puoi
permetterglielo.
In questo estratto della serie tv The Leftovers
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è palese l’eliminazione dell’elemento di
turpiloquio. Si tratta di insulti usati dalla protagonista in un momento di rabbia e non
hanno alcun fine specifico per la prosecuzione della trama. È possibile qui collegarsi alla
traduzione di “fucking” usato largamente nel cinema americano che in italiano, per
questioni legate al sincronismo labiale viene reso spesso come “fottuto”, tanto da essere
diventato una routine traduttiva che però rispecchia un limitato uso nell’italiano orale reale.
Il termine è anche si difficile da classificare in quanto le sfumature tra il suo uso come
peggiorativo o come espressione di un sentimento negativo sono molto sottili; ma non
solo, può essere anche usato per rafforzare all’estremo un aggettivo già assoluto.
1.3 METODI DI TRASFERIMENTO LINGUISTICO
La traduzione audiovisiva è caratterizzata da diverse strategie di resa linguistica. Hurtado
Amparo (2001) ne riconosce quattro principali tipi: doppiaggio, sottotitolazione, voice-
over e interpretazione simultanea.
1.3.1 Doppiaggio
Il termine identifica un processo che implica la sostituzione totale dell’elemento parlato
originale con la voce di un doppiatore. Questa tecnica è prevalente nei paesi europei come
Francia, Italia, Germania e Spagna per ragioni economiche, essendo il costo del
doppiaggio ampiamente superiore rispetto a quello delle altre tecniche è diffuso
principalmente nei paesi ricchi e popolati a giustificarne la spesa economica
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, ma anche
per ragioni storiche: questi paesi hanno infatti vissuto sotto regimi dittatoriali e l’unico
modo per rendere accessibili i prodotti audiovisivi di origine straniera che iniziano a
diffondersi, ad esempio in Italia, negli anni 30 e aggirare la censura era tramite il
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“Nessuno è felice” prima stagione episodio 8.
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Pavesi, Maria. 2005. La traduzione filmica. Aspetti del palato doppiato dall’inglese all’italiano. Roma,
Carocci Editore.
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doppiaggio che permetteva la rimozione di elementi che potevano essere disapprovati dal
regime fascista.
Tra il 1929 e il 1930 infatti Benito Mussolini emana due decreti: il primo vietava "pellicole
riproducenti brani di dialogo in lingua straniera" mentre rimanevano possibili quelle
"sonore e cantate", il secondo invece proibiva totalmente la proiezione nel nostro paese di
film in lingua straniera
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. Non solo, nel 1932 sono vietate le pellicole doppiate all’estero e
la Cines-Pittalungo, che già dominava il mercato cinematografico italiano, apriva a Roma
il primo centro di doppiaggio. Anche dopo la caduta del regime e grazie al sostegno del
Piano Marshall il doppiaggio si è mantenuto come pratica comune nella resa del mercato
cinematografico straniero.
Negli anni ’80 si afferma la scuola di doppiaggio milanese, nata anch’essa negli anni ’30,
concentrando il suo operato nella traduzione di cartoni animati, telefilm e soap opera in
onda sui canali Mediaset (Fininvest all’epoca). La differenza qualitativa tra le due scuole si
è notevolmente ridotta negli ultimi anni tanto da permettere alla milanese Studio P.V. di
gestire il doppiaggio anche di famose pellicole come E.T – L’extraterrestre. Resta
comunque una divisione generale tra le due scuole: la romana che si occupa del doppiaggio
hollywoodiano quindi prevalentemente film, mentre quella milanese opera con i prodotti
televisivi come telefilm, soap opera e cartoni animati.
La scuola di doppiaggio italiana si posiziona oggi tra le migliori sia a livello di qualità
traduttiva, sia per la qualità delle voci dei doppiatori che in alcuni casi arrivano a superare
la voce originale rendendo l’attore riconoscibile ovunque, ad esempio Eddie Murphy la cui
voce italiana molto più particolare di Tonino Accolla ne è diventata un carattere distintivo.
Questa tecnica prevede la cooperazione tra diverse figure professionali come il direttore di
doppiaggio, il traduttore e l’adattatore dialoghista che si occupano della traduzione e
dell’adattamento dei dialoghi, dividono il film in scene e rimuovono le voci originali
mantenendo i rumori di fondo; a questo punto interviene il doppiatore-attore che in una
sala insonorizzata recita le battute tradotte. Un aspetto fondamentale della prima parte del
lavoro è il raccordo tra l’elemento verbale e cinetico, il sincronismo, cioè ottenere la
maggior corrispondenza possibile tra i movimenti connessi alla produzione orale e i suoni
articolati. Non si può limitare il sincronismo alla sola articolazione labiale, secondo Herbst
(1994) esistono diversi tipi di sincronismo riconducibili a due categorie: articolatorio e
cinetico. Il primo include il sincronismo quantitativo, cioè la simultaneità tra parlato e
movimenti articolatori, influenzando la lunghezza e il numero di sillabe della versione
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Il nullaosta per la diffusione di film di origine straniera era concesso solo se la componente linguistica
straniera fosse stata rimossa.