Stati membri, hanno creato non pochi problemi dal punto di vista
interpretativo e sostanziale, soprattutto in Italia.
La prima parte di questo lavoro è mirata ad analizzare il
funzionamento del mercato del gas naturale attraverso l’analisi del
d.lgs. 164/2000 che riorganizza la filiera del gas.
La prima attività nella filiera del gas naturale è quella di produzione
(ricerca, estrazione, trattamento, ecc.) e importazione; attività
principalmente svolta da Eni, che ad oggi è monopolista di fatto.
L’attività di trasporto sulle reti ad alta pressione è svolta da Snam, una
società sempre del gruppo Eni.
La distribuzione, cioè l’attività di trasporto sulle reti cittadine, è svolta
da vari soggetti, chiamati distributori locali, che operano grazie ad una
concessione rilasciata dal singolo Comune.
La vendita è attività libera, svolta dai dettaglianti che acquistano dagli
utenti grossisti e rivendono all’utente finale. I venditori acquistano
oltre alla materia prima anche la capacità di trasporto e distribuzione.
Così si configura, in modo semplificato, la filiera del gas naturale in
Italia.
Con il d.lgs. 164/2000 la vendita è stata liberalizzata ma l’autorità
nazionale, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg), ha tentato
a più riprese, con le deliberazioni n. 248/2006 e n. 79/2007, di
4
mantenere un controllo sui prezzi, operando in un mercato dove opera
Eni, monopolista, che acquista il gas all’estero a prezzi che solamente
lui conosce. L’Aeeg con le proprie deliberazioni ha fissato un tetto
massimo agli aumenti del prezzo gas, prezzo che viene calcolato sul
mercato dei combustibili fossili, petrolio su tutti.
I venditori al dettaglio perciò sono costretti a vendere ai consumatori
il gas naturale con un tetto massimo di aumento stabilito dall’Aeeg,
dopo averlo acquistato con aumenti ben superiori.
Essi si trovano quindi nella posizione di non poter “scaricare” gli
aumenti di prezzo come costo passante, dovendo perciò sostenere
costi superiori, tutto a beneficio di Eni, operatore dominante.
La tesi oggetto di questo lavoro è l’inesistenza del potere dell’Aeeg di
poter regolare l’aumento dei prezzi.
Per meglio comprendere la teoria in esame sono state analizzate le
trentadue sentenze di annullamento della deliberazione n. 248/2004
del Tar Lombardia – Milano, la sentenza n. 3352/2006 del Consiglio
di stato che annulla la sentenza n. 3478/2005 del Tar Lombardia –
Milano e le due sentenze dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di
Stato che non si è potuta esprime nel merito per difetto di
legittimazione.
L’analisi della giurisprudenza amministrativa è stata affiancata da una
5
precisa analisi delle deliberazioni n. 248/2004 e n. 79/2007 dell’Aeeg
che fissano un “cappello” al prezzo di vendita; oltre a tutte le altre
deliberazioni che trovano in esse naturale fondamento.
La soluzione al problema in esame, e cioè se l’autorità nazionale abbia
il potere di regolare i prezzi del gas, è ancora priva di risposta, poiché
la questione è stata rimessa in data 15 aprile 2008 alla Corte di
Giustizia delle Comunità Europee, la quale non si è ancora espressa in
merito.
6
Capitolo 2. La filiera del gas naturale
L’approvvigionamento consiste nel reperire la quantità di gas naturale
necessaria a soddisfare il fabbisogno nazionale, attraverso la
produzione diretta oppure tramite l’importazione.
2.1 L’approvvigionamento del gas (produzione e
importazione)
Il ciclo del gas naturale inizia con l’acquisizione del diritto legale di
cercare e lo Stato è il proprietario di tale diritto: il diritto minerario.
Al fine di evitare l’accesso indiscriminato alle risorse, le compagnie
petrolifere devono stipulare con lo Stato, attraverso misure
concorsuali, un contratto con il quale si stabilisca il diritto esclusivo di
ricerca e coltivazione dei contraenti
1
. In particolare devono essere
stabiliti: l’area in cui si svolgerà la ricerca, la durata dell’accordo e gli
introiti per lo Stato che possono essere rappresentati da partecipazioni
agli utili o da royalties.
Lo Stato, titolare esclusivo di tali attività, subordina l’esercizio a terzi
a seguito del rilascio del permesso di ricerca e della concessione di
1
D.lgs. 25 novembre 1996, n.625.
7
coltivazione con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e
dell'artigianato
2
.
La fase di upstream, o produzione, è la prima fase di tutta la filiera del
gas naturale e concerne tutte le operazioni necessarie al fine di
ottenere i prodotti petroliferi da immettere sul mercato
3
.
La fase si produzione inizia con la richiesta di un permesso di ricerca
al Ministro dell’Industria al fine di localizzare un sito, il giacimento,
che si vuole sfruttare.
2
D.lgs. 25 novembre 1996, n.625 art.1.
3
E. NARDELLI, I combustibili fossili: carbone, petrolio, gas naturale, Milano, Etas, 1980.
8
2.2 Le prime attività che occorre sviluppare nella
filiera del gas naturale
Una volta localizzato il giacimento petrolifero, terrestre oppure
offshore, bisogna valutare se è economicamente valido; in caso di
valutazione positiva si passa alla fase di estrazione o coltivazione che
consiste nella trivellazione di alcuni pozzi al fine di ottenere uno
sfruttamento razionale. Vi sono diversi tipologie di estrazione a
seconda del giacimento: spontanea, pneumatica e meccanica.
L’estrazione spontanea si verifica nel caso in cui gli idrocarburi hanno
una pressione superiore a quella atmosferica e quindi sufficiente per
venire naturalmente in superficie
4
.
Nel caso dell’estrazione pneumatica gli idrocarburi sono spinti in
superficie mediante l’immissione nel giacimento di aria o gas; e infine
l’estrazione meccanica avviene mediante pompaggio.
I costi di produzione del gas naturale comprendono le royalties da
versare allo Stato per ottenere i permessi di ricerca e le concessioni di
coltivazione, i costi legati alle attività di ricerca, i costi di trivellazione
e dei diversi impianti di depurazione oltre ai costi delle condotte
upstream necessarie a trasportare il gas estratto e depurato fino alla
4
B. MARTINIS, Petrolio e gas naturale: origine, accumulo, ricerca e coltivazione, Torino, Utet,
1984.
9
rete primaria di trasporto.
Parallelamente all’attività di produzione di gas naturale vi è l’attività
di importazione. Quest’attività è largamente diffusa in Italia a causa
della scarsità di giacimenti presenti sul territorio nazionale
5
.
Anche se a prima vista può sembrare più semplice, l’attività di
importazione necessita di particolari sforzi da parte delle imprese che
intendono acquistare dall’estero le quantità di gas necessario per
soddisfare il fabbisogno nazionale. Prima fra tutte è la necessità di
intrattenere rapporti, spesso politici, con i fornitori che spesso di
identificano con imprese di capitale pubblico o con gli Stati stessi. Le
imprese devono avere la capacità finanziaria necessaria a sopportare il
rischio di impresa nella sottoscrizione di contratti di fornitura a lunga
durata, oltre ad avere la necessità di realizzare le infrastrutture
necessarie a veicolare i gas dal paese produttore a quello del
consumatore
6
.
Generalmente la costruzione di un gasdotto richiede circa dieci anni
dal momento della decisione dell’investimento a quello dell’effettiva
disponibilità della rete.
Le imprese importatrici sono quindi costrette a trattare con le imprese
5
B. MARTINIS, Petrolio e gas naturale: origine, accumulo, ricerca e coltivazione, Torino, Utet,
1984.
6
E. NARDELLI, I combustibili fossili: carbone, petrolio, gas naturale, Milano, Etas, 1980.
10
produttrici che spesso sono pubbliche e che operano in un regime di
monopolio, in grado quindi di imporre la propria forza contrattuale,
andando ad incidere fortemente sul prezzo di vendita.
Snam negli anni ottanta fu vittima della rinegoziazione del prezzo di
vendita del gas naturale da parte di Sonoatrach, società esportatrice
algerina, una volta completata la costruzione del gasdotto. La
situazione si risolse solo con l’intervento del Governo, che riconobbe
a Snam un’integrazione finanziaria dello Stato per compensare
l’aumento di prezzo rispetto a quello inizialmente pattuito.
Al fine di evitare questi inconvenienti l’attività di importazione ora è
regolata dai contratti take or pay.
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2.3 La trasmissione del gas (trasporto, stoccaggio e
dispacciamento)
La fase del trasporto riguarda l’attività di veicolamento del gas
naturale attraverso la rete ad alta pressione dai paesi produttori, dai
giacimenti nazionali o dai campi di stoccaggio sino alle reti di
distribuzione a cui si allacciano le utenze finali.
La rete di trasporto si suddivide in rete primaria, in cui il gas è
veicolato ad alta pressione dai luoghi di produzione o importazione, e
rete secondaria costituita dalle condotte che partono dalle rete
primaria e raggiungono i vari agglomerati urbani e insediamenti
industriali.
Tra le varie fasi che costituiscono la filiera del gas naturale la fase del
trasporto condiziona pesantemente l’industria del gas naturale
7
. Gli
investimenti fissi nei metanodotti, nelle centrali di compressione e di
decompressione, comportano elevati investimenti che determinano un
monopolio naturale
8
inevitabile al fine di minimizzare i costi di
trasporto.
Lo stoccaggio è la fase che segue la fase di trasporto sulla rete e
consiste nel predisporre depositi di gas naturale per adeguare l’offerta
7
C. Gabri, Il metano: produzione, trasporto, utilizzazione, Torino, Lavagnolo, 1950.
8
Aeeg, in Relazione annuale, 2000.
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