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La diffusione dell’Islam in Polonia dalle origini ad oggi.
Introduzione
Per secoli la Polonia è stata una nazione a stragrande maggioranza cattolica e molti polacchi
considerano il cattolicesimo come parte dell’identità nazionale polacca. Un buon polacco è
un buon cattolico. Il binomio pare inscindibile in un paese in cui la Chiesa ha giocato un
ruolo fondamentale anche sotto il comunismo. Eppure durante il Ramadan e le festività
islamiche qualche migliaia di pellegrini raggiungono i villaggi di Kruszyniany e Bohoniki e
le loro due antiche moschee. C’è chi si sente buon polacco e chi buon musulmano. La storia
dei musulmani polacchi non è legata all’immigrazione recente. In Polonia, l’Islam è un
vecchio fenomeno, radicato profondamente nella storia e nella cultura del paese. Si calcola
che i nuovi musulmani siano meno di mille, quasi tutti residenti nelle città, a Varsavia e a
Danzica (dove nel 1990 è stata inaugurata una nuova moschea) e quasi tutti di ceto elevato:
personale diplomatico, uomini d’affari, studenti di famiglie agiate provenienti dai paesi
musulmani. Ma c’è una comunità musulmana radicata da almeno sei secoli nel territorio
polacco; quella dei Tatari.
L’obiettivo della ricerca è quello di ripercorrere la storia di questa se pur piccola minoranza
religiosa musulmana polacca, partendo dalle origini del suo insediamento in Polonia fino ad
oggi. Nel caso dei Tatari polacco-lituani ci si chiede se essi siano una minoranza nazionale,
etnica o religiosa, se come tale vengano rappresentati dalle istituzioni polacche e se abbiano
subito un processo di integrazione interculturale. Per rispondere anche a queste domande ho
sfruttato la mia esperienza Erasmus; in cinque mesi di permanenza a Varsavia ho avuto
l’opportunità di condurre ricerche sul campo, in diverse città polacche.
Nel primo capitolo ricostruisco la storia dei Tatari polacco-lituani. Da circa 600 anni fa, si
insediarono nel territorio polacco e si distinsero per la loro incrollabile lealtà verso la
Polonia. Le attività religiose e culturali della comunità tatara nella Seconda Repubblica di
Polonia videro uno sviluppo sorprendente, che poi venne interrotto violentemente a causa
dello scoppio della seconda guerra mondiale e dei successivi cambiamenti del dopoguerra.
Un cenno interessante va alle donne musulmane polacche che costituiscono un gruppo
specifico quando vengono messe a confronto con le donne musulmane degli altri paesi
musulmani perché vennero educate, fecero parte della vita sociale e religiosa dei musulmani
polacchi-lituani, lottarono per l’indipendenza e inoltre, potevano possedere liberamente le
loro proprietà, un fenomeno raro tra i loro contemporanei cristiani.
Il secondo capitolo mette in luce alcuni aspetti delle relazioni tra i gruppi della comunità
musulmana nella Polonia attuale. Oltre a studenti, uomini d’affari, professionisti e
diplomatici ci sono rifugiati, immigrati e polacchi convertiti all’Islam. Il caso analizzato è
quello dei ceceni e dei somali a Varsavia. Si parla di processo di “re-islamizzazione” per
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quanto riguarda le strategie da adottare per ricostruire l’Islam in esilio e vedremo il modo in
cui i media polacchi percepiscono e rappresentano la presenza dei somali. Un aspetto
importante è quello della conversione, con un cenno alle donne polacche convertite e al loro
“Islam virtuale”. Infine, il secondo capitolo approfondisce un altro aspetto di questa ricerca,
il dialogo basato sulla co-esistenza di cristiani e musulmani. Una delle caratteristiche più
importanti di una minoranza, sia essa nazionale, etnica o religiosa, è la sua propensione
verso i processi di assimilazione e acculturazione.
Mentre nella prima parte della ricerca, vediamo come si sono insediati i Tatari, nell’ultimo
capitolo viene approfondito il fattore religioso e culturale. Dato che nel pensiero islamico
l’educazione è fortemente segnata da un’impronta religiosa è importante menzionare le
odierne attività religiose ed educative, con particolare attenzione alle realtà locali, come
Varsavia, dove tramite un incontro personale, ho avuto l’onore di intervistare l’imam Nezar
Sharif del Centro culturale islamico. Mentre a Bialystok
1
, tramite un incontro con i maestri
di religione presso una scuola elementare, ho avuto modo di approfondire il campo
dell’educazione religiosa dei bambini tatari. La più impressionante tra le strutture islamiche
erette recentemente nella regione del Baltico è la moschea di Danzica. Durante un soggiorno
a Terespol
2
ho visitato due dei cimiteri tatari, Zastawek e Studzianka, poiché il rito
musulmano più importante del ciclo della vita è la cerimonia funebre. Un grande lavoro
viene svolto dalle associazioni religiose musulmane e dai centri culturali, anche per quanto
riguarda l’educazione religiosa dei loro membri e la pubblicazione di libri e articoli. Infine,
un fenomeno recente è l’uso dei forum, utili per quanto riguarda lo scambio di opinioni e
che di conseguenza favoriscono la conoscenza dell’Islam da parte dei polacchi sia
musulmani che cattolici, facilitandone la conversione anche tramite specifici portali virtuali.
Oggi, Internet è diventato il mezzo tramite il quale l’Islam si sta diffondendo in Polonia.
1
Bialystok: capoluogo del voivodato della Podlachia, situato a nord-est della Polonia, dove vive il maggior numero di
tatari polacchi. Il voivodato è il primo grado della suddivisione amministrativa della Polonia. Dal 1º gennaio 2011
la Polonia conta 16 voivodati.
2
Terespol: una città polacca del distretto di Biała Podlaska nel voivodato di Lublino, situata a nord-est della Polonia a
confine con la Bielorussia.
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Capitolo I
1.1 I musulmani nelle terre polacche: l’insediamento dei Tatari
In Polonia l’Islam è un fenomeno antico, profondamente radicato nella storia e nella cultura
del Paese. Nel Medioevo i primi musulmani che arrivarono nelle terre polacche erano come
in molte altre occasioni, mercanti e viaggiatori. Ciò è dimostrato dai ritrovamenti
archeologici di monete coniate da governanti musulmani
3
. Circa 10 anni fa, i Tatari
polacco-lituani celebravano i seicento anni del loro insediamento nel territorio polacco
4
1. I
Tatari, insieme ad altre tribù della steppa erano uniti a Gengis Khan sin da 1202. L’Impero
che egli fondò nella prima metà del XIII sec. ricopriva metà del territorio dell’Asia e quasi
l’intera Europa dell’est, tra cui la Russia, l’Ungheria e la Polonia. Nel 1225 alla morte di
Gengis Khan, il suo impero venne diviso tra i suoi quattro figli in Khanati, tra cui il Khanato
dell’Orda d’Oro, un regno turco-mongolo fiorito in Russia nei secoli XIII-XVI, fondato da
Batu Khan, un nipote di Gengis Khan . I primi Tatari apparvero nel XIV sec. nel
Granducato di Lituania
5
, in seguito alla spedizione del 1397 del duca lituano Vytautas nelle
steppe del Mar Nero. Il numero stimato dei Tatari residenti nel Granducato di Lituania e
Polonia nel XVII sec. risaliva a 15 mila. Al tempo della battaglia di Grunwald contro i
Cavalieri Teutonici nel 1410 l’armata polacca e lituana fu sostenuta da un pretendente al
trono del Khanato dell’Orda d’Oro, Jelal-al-Din. Dopo la battaglia molti dei suoi guerrieri
rimasero in Lituania. Dall’inizio del XVI sec. fino al 1980, i musulmani polacchi erano
quasi esclusivamente tatari. Venivano chiamati “Tatari polacchi” o “Tatari polacco-lituani”.
Sin dal suo inizio l’insediamento dei Tatari è stato di natura militare, poiché essi avevano
ricevuto delle terre in cambio del servizio militare e raggiunse il suo culmine negli anni
1392-1430, quelli del regno di Vytautas. Secondo le fonti, i più antichi insediamenti tatari
furono trovati nelle vicinanze di importanti città e rotte mercantili, come Vilna, Hrodna,
3
http://www.mzr.pl/pl/info.php?id=5, Associazione musulmana religiosa nella Repubblica Polacca, “La Storia
dell’Islam in Polonia”.
4
M. Dziekan, History and Culture of Polish Tatars- Muslims in Poland and Eastern Europe, Warszawa, University of
Warsaw, Faculty of Oriental Studies, 2011, p.27.
5
Risultato di una unione, dapprima personale, tra il Granducato di Lituania e la corona polacca, il Granducato di
Lituania fu uno stato dell'Europa orientale esistito tra i secoli XII e XVIII. Fu fondato dai lituani pagani
del Baltico nella seconda metà del XII secolo e si espanse subito oltre i confini dell'area iniziale dell'insediamento
lituano. Copriva i territori dell'attuale Lituania, Bielorussia,Ucraina e parti della Polonia e della Russia,durante il
periodo della massima estensione del XV secolo. Accettando l’Unione di Krewo del 1386 il Granducato di Lituania si
unì con il regno di Polonia nella persona del regnante della dinastia lituana degli Jagelloni. Con l’Unione di Lublino
del 1569 il Granducato si unì in una confederazione, la Confederazione polacco-lituana, nella quale il Granducato aveva
governo, esercito, leggi e moneta separati. Nel 1795 la Confederazione fu sciolta con la spartizione tra Russia, Prussia e
Austria. Il Granducato di Lituania era uno stato baltico che si espanse nel vuoto di potere lasciato dalla caduta
dei mongoli. Mentre quasi tutti gli stati attorno furono sconfitti e saccheggiati dai mongoli, la Lituania non fu mai
raggiunta. La Lituania raggiunse l'apice con il granduca Vytautas il Grande che regnò dal 1392 al 1430. Le lingue
ufficiali scritte del Granducato di Lituania erano il ruteno (ovvero la variante locale dello slavo ecclesiastico), il latino e
il polacco. Fino al 1697 la prima lingua era usata nelle leggi scritte e per la corrispondenza con gli stati orientali; il
latino era usato per trattare con gli stati occidentali e nel 1697 il polacco sostituì il ruteno come lingua ufficiale.
9
Slonim, Nowogrodek e Trakai
6
. Fin dall’inizio del loro insediamento i Tatari si erano
stabiliti in villaggi e città lungo i confini regionali, delimitati da Kovno in Lituania, da
Bialystok in Polonia e Grodno e Minsk, oggi in Bielorussia. I principi tatari abitavano
vicino alla sede del ducato ed erano obbligati a svolgere il servizio militare per dodici
settimane, armati di spade a spese loro. In cambio, venivano esentati dalle tasse. Nel corso
dei secoli, la nobiltà tatara divenne parte integrante della struttura sociale aristocratica
lituana e polacca. Gli insediamenti agricoli e artigiani tatari di solito si trovavano in città e
villaggi, ognuno con il suo comune (Djemat) e la sua moschea. La nobiltà tatara aveva i
propri servi e dato il numero ridotto della popolazione femminile tatara, poteva sposare
donne non-musulmane e crescere la loro prole nella fede musulmana
7
. Mentre, la situazione
era diversa per le donne tatare, che potevano sposare solo un altro musulmano, poiché nei
primi secoli della presenza tatara in Polonia e Lituania i matrimoni misti non erano ben
accettati
8
. Alcuni di loro andarono in pellegrinaggio alla Mecca e viaggiarono nei paesi
musulmani. Nella Costituzione del 3 maggio 1791 essi ricevettero pieni diritti politici
( Parlamento e amministrazione) e la garanzia della libertà di religione. I Tatari adattarono i
loro nomi alla lingua polacca, assumendo cognomi polacchi legati ai nomi dei loro antenati,
i luoghi di residenza o i cognomi delle loro mogli cristiane. Nel XVI sec. loro perdettero la
loro lingua madre e iniziarono a parlare le lingue usate nei loro paesi adottivi, polacco,
bielorusso e lituano. Alcune delle comunità tatare in Lituania vivevano nelle città e si
guadagnavano da vivere con mestieri quali, la concia o il trasporto di merci con carri tirati
dai cavalli. Questi mestieri venivano praticati nelle steppe e nel Mar Nero, dove le comunità
vivevano prima di allora. Alcuni lavoravano al servizio del re, oppure in Crimea e in
Turchia, come interpreti, scribi e messaggeri. Ai tempi della Controriforma la situazione
giuridica dei musulmani lituani peggiorò; non potevano più sposare donne cristiane e
mantenere servi cristiani e la stessa costruzione delle moschee incontrò degli ostacoli. Così,
come conseguenza della povertà e della situazione di svantaggio giuridico dei musulmani
nel Commonwealth polacco-lituano (formalmente chiamato “La Repubblica delle Due
Nazioni) nel 1672 alcune truppe si ribellarono e si unirono al fronte turco. Nella storia
questo evento porta il nome polacco “Bunt Lipkow”, cioè la rivolta dei Tatari. Allo scopo di
riconquistare i Tatari, il re Jan III Sobieski in accordo col Parlamento ripristinò i loro ex
diritti e in cambio del loro pagamento, nel 1697 diede loro la terra a Studzianka,
Kruszyniany e Bohoniki, villaggi polacchi situati nella regione di Podlasie. Questo fu
l’inizio dell’insediamento dei Tatari nell’attuale Polonia
9
. Le abilità militari dei Tatari si
potevano riscontrare in tutte le guerre condotte dalla dinastia degli Jagelloni e da altri re
polacchi, basta menzionare la gloriosa vittoria nella battaglia di Vienna (1683), combattuta
6
A. Konopacki, Muslims on Polish Soil, Bialystok: Elkam, 2008, p.9.
7
H. Norris, Islam in the Baltic, London: Tauris Academic Studies, 2009, p.37.
8
A. Nalborczyk, Muslim Women in Poland and Lithuania. Tatar tradition, religious practice, hijab and marriage-
Gender and religion in Central and Eastern Europe, University of Warsaw, 2009, p.64.
9
http://www.mzr.pl/pl/info.php?id=5, Associazione musulmana religiosa nella Repubblica Polacca, “La Storia
dell’Islam in Polonia”.
10
dall’esercito polacco-austro- tedesco comandato dal re polacco Jan III Sobieski contro
l’esercito dell’Impero Ottomano. I Tatari costituivano una sfera separata e una truppa a
parte nella società del Granducato di Lituania. Tale “differenza” potrebbe essere vista anche
in campo costituzionale e per quanto riguarda la tassa speciale e i registri militari redatti
unicamente per la comunità tatara. La percezione comune dei Tatari come “diversi”
potrebbe essere legata al modo in cui essi si insediarono, ai diritti che gli furono garantiti e
alla loro religione. In un articolo sull’assimilazione dei Tatari in Polonia, lo storico polacco
A. Zakrzewski ha affermato che i Tatari che si insediarono tra i secoli XVI e XVIII erano
divisi in tre strati sociali: Tatari ducali, cosacchi e borghesi. I primi erano eleggibili per il
servizio militare e condividevano gli stessi diritti, tranne quelli politici, con i boiardi lituani.
I Tatari cosacchi avevano meno terre. E i borghesi vivevano nelle città e nei villaggi ed
erano impiegati come vagonisti e commercianti
10
. Durante questo periodo i Tatari
parlavano la lingua rutena, una varietà slava-orientale e poi adottarono il polacco. Dopo la
suddivisione della Polonia, essi si ritrovarono sotto l’occupazione della Russia
condividendo il tragico destino dell’intera nazione polacca . Le truppe militari tatare non
mancarono mai nelle battaglie che incisero sul tragico destino della Polonia. Devoti alla loro
patria adottiva, lottarono per la sua libertà e indipendenza. Parteciparono alla Rivolta di
Kosciuszko (1795) e alla Confederazione di Bar (1768). Lottarono con le forze di
Napoleone nella sua campagna militare del 1812-1814 e parteciparono ad entrambe le
insurrezioni di Novembre (1830) e Gennaio (1863). Nel XIX sec. la maggioranza della
comunità tatara si trovava nelle province occidentali dell’Impero russo
11
. In questo secolo
venne registrato il declino della comunità tatara nella regione di Podlasie e nell’area del
Granducato di Lituania. Nel 1889 il numero dei fedeli nella moschea di Studzianca poteva
essere ricondotto a 86; mentre l’insediamento nella regione di Bialystok durò più a lungo.
Ciò fu dovuto ad una serie di fattori, tra cui la russificazione, che non risparmiò i Tatari e
che quindi ha avuto un chiaro impatto sulla diminuzione della popolazione di questo
gruppo.
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.
10
H. Norris, op. cit., p.47,48.
11
A. Konopacki, op. cit., p.11.
12
http://www.tatarzy.pl/historia/tatarzy_na_ziemiach.html, Luca Radoslaw Veda, “I Tatari nelle nostre terre”.