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OKINAWA, L’ISOLA DEI CENTENARI
Figura 1. Posizione di Okinawa rispetto al Giappone e agli altri paesi del Sud – Est
asiatico.
Okinawa è la più grande delle isole dell’arcipelago Ryukyu, circa a 800 km a
sud di Kyushu, la più vicina delle 4 isole giapponesi principali. L’arcipelago
comprende 161 isole, che si estendono per 1300 km tra il Giappone e Taiwan.
È caratterizzato da un clima mite subtropicale, con una ricca vegetazione di
palme e foresta pluviale intatta e abbondante fauna. L’omonima prefettura ha
una popolazione di circa 1.34 milioni di abitanti, noti per la loro straordinaria
longevità.
UN PO’ DI STORIA
Nel quattordicesimo secolo, Okinawa era un piccolo regno di agricoltori,
pescatori e commercianti, in contatto sia con la Cina che con il Giappone, la
cui lingua era simile ma non identica al giapponese.
Nel 1609 i signori feudali di Kyushu conquistarono Okinawa e controllarono
l’isola e i suoi affari esteri fino all’abolizione del governo reale dell’isola nel
1879, quando il Giappone ne fece una sua prefettura. Inizialmente, Okinawa
era così povera ed economicamente svantaggiata da pagare le tasse al governo
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nazionale in merci piuttosto che in moneta. Nel 1908, il governo Giapponese
costruì nell’isola delle scuole, migliorò la salute pubblica e introdusse la
proprietà privata, introducendo una base per la tassazione, e soppresse
dialetto e cultura dei nativi di Okinawa.
Nel 1945, Okinawa fu teatro di una devastante campagna di guerra, risultante
nella morte di quasi un terzo della sua popolazione civile, che portò alla sua
colonizzazione da parte degli USA fino al 1972.
Oggi, Okinawa è pienamente integrata nel Giappone; la sua principale fonte di
guadagno è il turismo verso le sue spiagge dalle principali isole giapponesi,
seguito dall’agricoltura. È la più povera delle 47 prefetture giapponesi e ha il
maggior tasso di disoccupazione e il minor reddito pro capite del paese. Negli
anni Trenta aveva alti tassi di tubercolosi e malattie sessualmente trasmesse e
fu colpita da una devastante epidemia di malaria dopo la Seconda Guerra
Mondiale.
Tuttavia, quella di Okinawa è considerata la popolazione più longeva al
mondo.
UN’ECCEZIONE ALLA TEORIA DEL GRADIENTE SOCIALE
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La teoria del gradiente sociale deriva ampiamente dagli studi di Marmot e altri
in Inghilterra, che correlano il rango civile alla longevità.
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Essa afferma che
maggiore è il posto di un individuo nella gerarchia sociale, più lunga sarà la
sua vita. Le differenze tra la salute delle classi superiori e quelle inferiori è
facilmente spiegabile attraverso le ampie differenze nella dieta, nel benessere
materiale, nella casa, nel fumo, nell’esercizio nel tempo libero e altri fattori di
rischio, che non sono però in grado di spiegare anche la differenza di mortalità
tra classe alta (a mortalità inferiore) e medio – alta (a mortalità superiore).
Questa situazione è stata spiegata da Evans e altri, che suggeriscono che il
gradiente sociale tra queste classi sia causato dallo stress o dalla capacità di
superarlo.
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Le persone in cima alla scala sociale sono infatti meno affette dallo stress e
hanno meno problemi di salute, tra cui anche incidenza inferiore delle malattie
coronariche.
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Altri fattori rilevanti nella tolleranza allo stress e nella resistenza
ai suoi effetti fisiologici sono autostima, indipendenza nel lavoro, controllo
sull’ambiente sociale, e senso di sostegno sociale da parte di famiglia e amici.
Evans cita il Giappone come esempio della validità di tale teoria, notando che
la nazione, dopo l’ascesa nella gerarchia sociale che l’ha vista protagonista alla
fine del Ventesimo secolo, ha conosciuto un notevole miglioramento
nell’aspettativa di vita, tanto che nel 1999 le cifre mostrano un’età media di
77.1 anni per gli uomini e di 84.0 anni per le donne. Evans spiega tale rapida
crescita con l’ascesa nella gerarchia sociale, ignorando i miglioramenti nelle
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cure mediche e negli ambienti domestici e di lavoro, oltre che i cambiamenti
nella dieta e nella struttura sociale.
Applicando la teoria del gradiente sociale alle aree geografiche, però, la sua
forza si affievolisce, particolarmente in Giappone. La prefettura di Okinawa,
infatti, costituisce un’entità sub – culturale di basso rango nel privilegio
economico, nel potere politico e nel prestigio sociale all’interno del Giappone;
secondo la teoria del gradiente sociale, essa dovrebbe esserlo anche per
l’aspettativa di vita, e invece è al primo posto nel paese e nel mondo.
Quando le malattie infettive furono messe sotto controllo, a Okinawa
l’aspettativa di vita è cresciuta molto rapidamente rispetto al resto del
Giappone, tanto che, come mostrato in Tabella 1, gli abitanti della prefettura a
partire dal 1955 hanno sempre mostrato un’aspettativa di vita maggiore
rispetto al resto della nazione. Le donne di Okinawa sono sempre state al
primo posto per la longevità tra il 1975 e il 1995, mentre gli uomini sono stati
al primo posto negli anni Ottanta e molto vicini ad esso negli anni Novanta,
benché la prefettura sia all’ultimo posto per reddito pro capite. La prefettura di
Tokyo, al primo posto per reddito pro capite, è sempre stata nei primi venti
posti per aspettativa di vita maschile e nei primi trentacinque per le donne,
mentre Osaka, la seconda prefettura per reddito procapite, risulta addirittura
agli ultimi posti per aspettativa di vita, sia per gli uomini che per le donne.
Fonte: Ministero Giapponese della Salute e del Benessere e Dipartimento della Salute e
dell’ambiente della Prefettura di Okinawa.
*Okinawa è stata inclusa nella media nazionale per il Giappone a partire dal 1975. N/A, non
disponibile.
Tabella 1. Aspettativa di vita in anni per il Giappone e la Prefettura di Okinawa, 1891-
1999. Fonte: Cockerham W.C. PhD, Yamori Y. MD, PhD. “Okinawa: an exception to
the social gradient of life expectancy in Japan”. Asia Pacific J Clin Nutr (2001) 10 (2):
154-158.
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La spiegazione a questa differente aspettativa di vita va ricercata nello stile di
vita dell’isola di Okinawa, dalla dieta al contesto in cui esso agisce.
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La
teoria del gradiente sociale, dunque, non è utilizzabile per spiegare la
differenza di mortalità nelle diverse aree geografiche, oppure si applica anche a
queste entità, con Okinawa come eccezione. Ulteriori studi hanno determinato
i fattori della longevità a Okinawa in confronto al Giappone (vedere Capitoli 2 e
3).
GLI ABITANTI DI OKINAWA SONO DAVVERO COSI’ LONGEVI?
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Ma se Okinawa è la prefettura più povera del Giappone, i suoi abitanti sono
davvero così longevi, da costituire l’eccezione alla teoria del gradiente sociale?
Alcuni studiosi si sono posti questa domanda e hanno intrapreso delle
ricerche per trovare una risposta.
Una delle più dettagliate banche dati sui più anziani al mondo è il Kannisto –
Teacher Oldest – Old Database, all’interno dell’Archivio Odense dei Dati della
Popolazione sull’Invecchiamento.
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In questo contesto sono stati svolti
numerosi test demografici per valutare la qualità dei dati internazionali dei più
anziani del mondo e, da queste analisi, Kannisto ha suddiviso i paesi in 4
categorie secondo la qualità dei loro dati:
a. Buona: Giappone e 19 paesi europei;
b. Accettabile: Australia, Nuova Zelanda non Maori, Portogallo e
popolazioni cinesi di Singapore;
c. Accettabile con riserva: Estonia, Irlanda, Lituania, Polonia e Spagna;
d. Scarsa: Canada, Cile, Nuova Zelanda Maori, USA.
Il Giappone è dunque considerato uno dei paesi con la maggiore qualità dei
dati sulla popolazione più anziana, grazie al suo sistema anagrafico estensivo,
con numerosi riferimenti incrociati e sovrapposti.
Nel 1872 il Giappone ha infatti messo in pratica un sistema anagrafico
nazionale, il koseki (registro delle famiglie), rettificato almeno 4 volte, nel 1886,
1898, 1915 e 1948. Tale sistema di registrazione è stato integrato da un
censimento, il kokusei chousa, intrapreso per la prima volta nel 1899 e
ripetuto ogni 5 anni fino al 1920, mentre dal 1963 il Ministero della Salute, del
Lavoro e del Benessere fornisce una lista di centenari basata sui dati forniti
dalle registrazioni anagrafiche delle municipalità.
La legge giapponese impone a tutte le famiglie di riportare nascite, morti,
matrimoni, divorzi e condanne criminali alla loro municipalità locale, che poi
inserisce le informazioni nel koseki, la cui importanza è documentata dal fatto
che, se tali eventi non sono registrati al suo interno, potrebbero non essere
ufficialmente riconosciuto dalle istituzioni sociali o governative.
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Il koseki include l’indirizzo permanente della famiglia (honseki), il nome, la
data e l’ordine di nascita del capofamiglia, nomi e date di nascita dei suoi
genitori, nomi del marito (o della moglie) e dei bambini, con le loro date di
nascita, il sesso, l’ordine di nascita e i nomi dei loro genitori, se diversi da
capofamiglia e consorte, oltre alla loro relazione con il capofamiglia. Nel koseki
sono inoltre riportate la data della sua registrazione, la precisazione sulla sua
originalità, ed eventualmente data e luogo in cui la copia è stata compilata e
nome del funzionario che l’ha sigillata.
L’accesso a questi documenti è regolato da leggi collegate a quelle sulla privacy
personale ed essi sono usualmente emessi solo ai membri della famiglia, alla
polizia, agli avvocati coinvolti in procedimenti penali, o a un procuratore
ufficiale designato dalla famiglia. Gli studiosi dell’ Okinawan Centenarian
Study (OCS – vedi capitolo 2) hanno ottenuto un permesso speciale dai
funzionari governativi, per poter accedere ai documenti insieme a loro. Il loro
studio sulla validità dell’età dei centenari di Okinawa ha permesso di giungere
alla conclusione che il sistema anagrafico giapponese, benché non esente da
errori, abbia un’affidabilità eccellente a Okinawa, particolarmente se usato in
congiunzione con altri strumenti di convalida dell’età. Gli abitanti della
prefettura di Okinawa sono dunque da considerare come una popolazione
importante per gli studi di cause genetiche e ambientali della longevità, in
quanto popolazione etnicamente distinta dal Giappone, isolata e con una
prevalenza molto alta di centenari, con una percentuale molto alta di anziani
funzionali e una lunga aspettativa di vita.
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L’OKINAWA CENTENARIAN STUDY
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L’Okinawa Centenarian Study (OCS) è uno studio basato sulla popolazione dei
centenari e di altri anziani selezionati della popolazione della prefettura
giapponese di Okinawa. È iniziato nel 1975, ha reclutato il suo primo
campione di studio nel 1976
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e attualmente è il più lungo studio continuativo
sui centenari.
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Per localizzare e convalidare i potenziali partecipanti allo
studio, gli studiosi hanno utilizzato il koseki, dopo aver ottenuto un permesso
speciale dai funzionari governativi per accedere ai documenti. Dopo aver
ottenuto le date di nascita dei centenari dal 1976 al 2004, gli studiosi li hanno
contattati per organizzare un incontro nel luogo di residenza e ottenere
un’ulteriore convalida dell’età attraverso registrazioni mediche o scolastiche,
certificati militari o altri documenti attestanti l’età esatta, effettuando anche
una ricostruzione delle date di nascita di genitori, fratelli, figli e nipoti. In
seguito a queste operazioni, sono stati esclusi i centenari le cui età erano in
dubbio.
Note: Data esatta della morte non disponibile per tutti i soggetti. I dati sui Centenari derivano
dalle liste prefetturali sulla base delle maggiori età raggiunte, calcolate annualmente il 30
Settembre dal 1976 al 2003. I dati sui Supercentenari (110+) si basano su dati effettivi di morte
dalle registrazioni pubbliche ufficiali.
*I numeri tra parentesi indicano il numero di centenari vivi al 30 Settembre 2003.
† I Centenari totali comprendono 471 persone di 99 anni e sono stati calcolati dalle liste ufficiali
del Ministero della Salute, del Lavoro e del Benessere, che coprono un periodo dall’1 Aprile 1976
al 31 Marzo 2004.
‡ Partecipanti OCS calcolati dalla banca dati OCS ( Okinawa Centenarian Study).
Tabella 2. Numero totale di centenari a Okinawa e partecipanti all’OCS, 1976-2004*.
Fonte: Willcox D.C., Willcox B.J., He Q., Wang N., Suzuki M. “They Really Are That
Old: A Validation Study of Cenetenarian Prevalence in Okinawa”. J of Gerontology:
BIOLOGICAL SCIENCES 2008, Vol. 63A, No 4, 338-349.
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Nel 2005 tale operazione è stata ripetuta, dal momento che la maggior parte
del campione precedente era deceduto. Nelle interviste a questo secondo
campione, è stato chiesto anche l’anno animale cinese di nascita, importante
mezzo di identificazione dell’età nelle culture asiatiche.
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Nel caso di
discrepanze, sono state condotte ulteriori verifiche per scoprire la fonte
dell’errore e la data di nascita corretta. Sono stati poi usati 7 diversi metodi
demografici per valutare l’affidabilità del sistema anagrafico a Okinawa:
1. Convalida interprefetturale – confronto della prevalenza di centenari
all’interno del paese, per riscontrare eventuali insolite variazioni
interregionali. A tale scopo, sono stati confrontati i dati delle prime 10 e
delle ultime 10 prefetture.
2. Convalida intraprefetturale – valutazione del potenziale danno al koseki
nella prefettura di Okinawa nel periodo bellico, con un sondaggio nelle
41 città, cittadine e villaggi per identificare i koseki originali e quelli
ricostruiti dopo la guerra, confrontando la prevalenza di centenari.
3. Valutazione del numero totale di centenari nel tempo – raccolta dei
numeri assoluti di centenari dal 1972.
Figura 2. Numero di centenari a Okinawa dal 1972 al 2006. Fonte: Willcox D.C.,
Willcox B.J., He Q., Wang N., Suzuki M. “They Really Are That Old: A Validation Study
of Cenetenarian Prevalence in Okinawa”. J of Gerontology: BIOLOGICAL SCIENCES
2008, Vol. 63A, No 4, 338-349.
4. Valutazione dell’età massima alla morte – confronto dei dati di Okinawa
con quelli di paesi noti per l’affidabilità dei loro dati sulla mortalità.
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5. Valutazione delle proporzioni di età dei centenari – rapporto tra i
centenari di età maggiore di 105 anni con il numero totale di centenari
(5-10%).
6. Valutazione del potenziale raggruppamento dell’età – rapporto mortalità
a 100 e a 101 anni e Indice Whipple per i Centenari, misura del
raggruppamento dell’età sviluppata da Wang e colleghi.
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7. Valutazione delle differenze di sesso nelle morti totali dei centenari – nel
rapporto tra mortalità femminile e maschile nei centenari deve essere
maggiore la mortalità femminile.
Note: eo= Aspettativa media di vita alla nascita.
Fonti dei dati: Dati di Okinmawa: 1966-1970 calcolati dall’Amministrazione Civile USA delle
Ryukyu, i dati per gli uomini di Okinawa dal 1966 al 1977 sono le età maggiori raggiunte al
Settembre 1970; i dati dal 1972 al 2004 per Okinawa derivano dal Ministero della Salute, del
Lavoro e del Benessere del Giappone; Dati Canadesi: Tabella 1, Statistiche di Mortalità per i Più
Vecchi tra i Vecchi: Una Valutazione dei Dati Canadesi. Robert Bourbeau, Anrdé Lebel.
Demographic Research, Volume 2, articolo 2, Marzo 2000; Altri Dati: calcolati dalla Banca Dati
K.T. Tempo di rottura: Okinawa 30 Settembre 2004; Banca Dati K.T. 1 Gennaio 2004.
Tabella 3. Aspettativa di vita ed età massima alla morte a Okinawa, in tutto il
Giappone e in altri Paesi. Fonte: Willcox D.C., Willcox B.J., He Q., Wang N., Suzuki M.
“They Really Are That Old: A Validation Study of Cenetenarian Prevalence in
Okinawa”. J of Gerontology: BIOLOGICAL SCIENCES 2008, Vol. 63A, No 4, 338-349.
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All’inizio dello studio è stata effettuata una valutazione geriatrica completa,
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che includeva un esame fisico e uno delle attività della vita quotidiana; questi
esami hanno avuto dei risultati sorprendenti, poiché un gran numero di
centenari era in straordinaria salute, magro, di aspetto giovanile, energico e
con tassi molto bassi di malattie cardiache e cancro – soprattutto cancro allo
stomaco, il più diffuso in Giappone. I centenari di Okinawa possono dunque
essere considerati tra le popolazioni più anziane maggiormente indipendenti in
tutto il Giappone.
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Confrontandoli con le popolazioni anziane, infatti, i
centenari di Okinawa sembrano ritardare o evitare molte delle malattie che
colpiscono i loro contemporanei, come testimoniato anche da uno studio
autoptico su una centenaria di Okinawa deceduta al Chubu Hospital in
seguito a un’infezione polmonare.
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Note: i Dati sono i punteggi ADL medi ± la deviazione standard. Un punteggio perfetto è 5 punti
per voce e 55 in tutto. Il punteggio per ciascuna voce è la media di tutti i partecipanti.
Tabella 4. Punteggi ADL dei centenari (N=22). Fonte: Willcox D.C. PhD, Willcox B.J.
MD, Shimajiri S. B.N.Sc. R.N., Kurechi S. M.H.Sc. R.N. Suzuki M MD PhD. “Aging
Gracefully: A Retrospective Analysis of Funcional Status in Okinawan Centenarians”.
Am J Geriatr Psychiatry 15:3, Marzo 2007, 252-256.