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aziendale, e , infine, del �perfezionamento professionale� in cui appare necessaria
una collaborazione tra scuola, centri di formazione professionale ed azienda.
Le situazioni educative sono chiamate a mediare le esigenze avanzate dall�
innovazione scientifico-tecnologica con le domande formative dei lavoratori,
attraverso criteri che vanno analizzati, per verificarne la potenziale produttivit�.
Rispetto ai cambiamenti strutturali, la domanda di nuova professionalit� non
vuol essere intesa come preponderante dalle istituzioni formative e le capacit�
connesse non sembrano acquisibili con i normali curricoli di istruzione
professionale.
Rispetto ai cambiamenti socioculturali e personali, si rileva una nuova concezione
del lavoro, riferito alla globalit� dell� esistenza o visto come uno dei molteplici
ruoli del soggetto; cos� come la formazione pu� essere intesa come una delle
esperienze del soggetto.
La domanda di formazione � sempre pi� soggettiva e rivolta a diverse agenzie
educative, mentre una cultura della produttivit� sembra avere il sopravvento
sulla cultura della solidariet�.
L� istituzione formativa ha il compito di educare ad una cultura professionale
integrale, rivolta al bene comune, con una continua interazione formazione-
lavoro- formazione.
Gli obiettivi sono definibili in specifiche �guide curricolari� elaborate
recentemente nell� area della formazione professionale.
La valutazione dell� efficacia e efficienza dei modelli formativi � per� limitata.
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Aumenta il peso delle imprese nella definizione dei percorsi orientati al lavoro,
ma si cerca anche di soddisfare gli individui e di garantire un servizio di pubblica
utilit�.
Con questo lavoro si � cercato di approfondire il rapporto che c� � tra la didattica e
la formazione professionale, ponendo l� attenzione sull� importanza di usare una
didattica adeguata alla richiesta.
Per fare ci� si � partiti analizzando il concetto di lavoro, visto sotto il punto di
vista storico, sociologico e psicologico.
Esiste una forte interazione tra soggetto, campo e ambiente, e le risorse
disponibili.
Per far s� che questa interazione sia produttiva bisogna investire sulla
formazione, intesa non come semplice trasmissione di informazioni, che rimane
peraltro importante, ma un processo di sviluppo e di crescita della persona, un
progressivo liberarsi delle potenzialit� soggettive che permettano la piena
realizzazione di ognuno come essere umano.
Bisogna, quindi, lavorare sull� uomo.
Questo tipo di formazione intesa come elemento regolativo di un sistema � un�
integrazione tra un aspetto funzionale e intenzionale.
Il primo acquista spessore dall� urgenza irrevocabile di adattarsi alla rapidit� del
cambiamento della societ� attuale.
Il secondo si riferisce invece all� esigenza di creare una continuit� significativa,
pur rimanendo diversi gli approcci metodologici dei vari tipi di formazione in
relazione ai cicli vitali, nel modo stesso di concepire il senso della formazione.
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Gli ultimi venti-trenta anni sono stati caratterizzati da un vertiginoso sviluppo
tecnologico che ha portato ad una trasformazione di settori lavorativi classici, al
complessificarsi dello stile di vita delle persone a tutti livelli (esistenziale,
professionale e sociale) e della nascita di nuove figure professionali.
Si � parlato anche dell� importanza che riveste l� educazione permanente in ogni
ambito.
Le situazioni entro le quali i progetti di educazione permanente devono essere
collocati inducono, in primo luogo, all� individuazione di enti trainanti.
I poli dell� analisi sono individuati in:
1) il mondo della cultura;
2) il mondo della scuola o dell� educazione formale.
Per quanto concerne il mondo del lavoro, occorre facilitare l� informazione degli
occupati, stimolare il loro interesse a conoscere, in un processo di crescita nella
prospettiva della democrazia industriale; elaborare progetti che abbiano lo scopo
di far scoprire capacit� e attitudini.
Per quanto riguarda l� aspetto cultura/educazione permanente, si impone un
coordinamento tra i vari servizi, le varie istituzioni e i movimenti spontanei,
nella direzione di una corretta e funzionale utilizzazione di tutta le risorse
finanziarie, naturali e umane disponibili.
Per ci� che concerne il ruolo della scuola, in un progetto di educazione
permanente, � convinzione generale che, in una societ� in continua
trasformazione, non pu� giocare un ruolo positivo se resta staccata dalle
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conquiste della scienza e dei cambiamenti che si verificano nella realt� socio �
culturale.
La formazione ha il compito di creare persone capaci di �immettere� sul mercato
prestazioni efficaci ed efficienti, deve promuovere tutte le risorse dell� uomo,
realizzare una vera e propria cultura d� impresa che esalti le risorse umane e
promuova una gestione innovativa delle stesse rispetto ai modelli aziendali del
passato, puntando sulla natura delle relazioni che si instaurano nel processo
produttivo e nella realt� lavorativa quotidiana, sviluppando la creativit� dell�
uomo.
L� azienda cos� deve diventare un organismo compatto, formato da persone che
hanno ognuna compiti , competenze e responsabilit� definiti, ma, che nello stesso
tempo, interagiscono tra loro per favorire l� avanzamento dell� azienda-organismo.
Guilford distingue il pensiero umano in divergente e convergente, mentre il
pensiero convergente procede verso una risposta e una soluzione limitate, il
pensiero divergente prende in considerazione risposte diverse, tutte appropriate
alla domanda.
Ci� fa s� che il pensiero divergente venga associato e identificato con il concetto di
creativit�.
Esiste quindi uno stretto rapporto di creativit� o pensiero divergente e
innovazione.
Lavorare con la strategia della qualit�, puntare sulla cultura d� impresa per
innovare ed essere competitivi, significa creare del potenziale creativo delle
persone, puntare sulla formazione del pensiero divergente, stimolare il pensiero
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produttivo capace di trasformare, strutturare e risolvere problemi, aumentare il
coinvolgimento e la motivazione al lavoro, puntare sulla realizzazione personale
dei soggetti; significa, quindi, permettere ad ognuno di partecipare attivamente e
propositivamente al processo produttivo e alla creazione di conoscenza di cui si fa
carico l� organizzazione nel suo insieme, attraverso la possibilit� di rendere
esplicito il proprio punto di vista, confrontare le proprie soluzioni con quelle di
altri soggetti, affinare le proprie capacit� �divergenti� per realizzare progetti e
percorsi innovativi.
L� intento � allora la partecipazione e la responsabilizzazione di ognuno nell�
interesse di tutti e dell� azienda-organismo; di conseguenza, l� abbattimento
auspicato, e in alcuni casi realizzato, di soluzioni gestionali gerarchicamente
rigide all� interno dell� organizzazione, presuppone la formazione, nei soggetti
coinvolti, di capacit� nuove di tipo decisionale, relazionale e comunicativo.
Gli ingredienti, che consentono una soluzione ai problemi di comunicazione tra
persone, funzioni e ruoli e di responsabilizzazione e motivazione dei singoli attori
dell� organizzazione stessa, attraverso la partecipazione agli obiettivi dell�
impresa da parte di tutto il personale, il coinvolgimento, la capacit� e la volont�
di dialogo, la collaborazione.
Il clima, cio� l� esistere di un ambiente fenomenologico ed interpersonale, idoneo
allo sviluppo di determinate situazioni e interrelazione, quindi, una dimensione
soggettiva, ha a che fare con i sentimenti, gli atteggiamenti, le percezioni delle
persone.
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L� instaurarsi di un rapporto costruttivo tra le variabili clima, creativit� e qualit�
degli interventi legati a particolari contesti �, dunque, il requisito fondamentale
che la formazione deve assumere come obiettivo, per realizzare un cambiamento
sostanziale nelle consuetudini professionali.
Per far questo � necessario pensare e realizzare percorsi formativi che non
prescindano, da una parte, dai criteri propri della comunicazione educativa, e,
dall� altra, dalla conoscenza delle tecniche e delle teorie psicosociologiche pi�
accreditate in relazione agli abiti comunicativi e comportamentali dell� uomo,
soprattutto agiti in ambito professionale.
D� altra parte, poich� ogni comunicazione ha luogo in un contesto, risulta
evidente il valore che, in un discorso siffatto, acquista la relazione significativa
tra comunicazione e contesto ambientale.
Il concetto di comunicazione � inteso , in questa sede, come comunicazione
interpersonale (verbale e non verbale) che si rivolge, in particolare, alle
caratteristiche e alla natura delle interazioni individuali, duali e collettive, che si
evidenziano nel processo di realizzazione del lavoro delle persone inserite in un�
organizzazione, ma anche agli atteggiamenti, ai comportamenti e alle relazioni
che scaturiscono dalla condivisione di pi� soggetti del medesimo ambiente.
Allo stesso modo il concetto di ambiente, di contesto, non va inteso come mera
cornice, ma assume in s� contenuti significativi per la comunicazione e lo scambio
tra gli esseri umani; diventa necessario per leggere il grado di sviluppo, di
adattamento e di percezione dell� ambiente da parte dei soggetti e ha l�
importante funzione di realizzare comportamenti creativi.
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E� stato affrontato l� argomento dell� orientamento professionale e l� importanza
che rivestono gli stages in questo campo.
L� attivit� dell� orientare viene vista come il nuovo modo di educare e deve
muoversi sia sul terreno della lettura dei bisogni, sia su quello della ricerca di
possibili risposte operative.
In base a ci�, nel quinto capitolo si � parlato di un nuovo corso, il percorso di
Istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS), che presenta delle
caratteristiche fortemente innovative nel panorama del sistema formativo
italiano, in quanto si tratta di un percorso:
- progettato e gestito in modo integrato tra diversi soggetti: scuola, formazione
professionale, universit�, impresa;
- definito con la partecipazione delle Parti Sociali, in particolare nelle fasi di
programmazione, monitoraggio e valutazione, per assicurare un raccordo tra
contenuti formativi e mondo del lavoro;
- molto flessibile, modulare, aperto ad utenze differenziate;
- rivolto alla preparazione di una tipologia di figure professionali che finora
aveva ricevuto limitata attenzione da parte dell�offerta formativa del nostro
Paese.
Anche se non mancano sul territorio nazionale iniziative che rispondono a questi
requisiti � sicuramente la prima volta che viene predisposta un'offerta di questo
tipo cos� consistente ed articolata. Una innovazione di questa portata richiede
necessariamente tempi di rodaggio adeguati ed una forte assistenza tecnica, che
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accompagni la sperimentazione e ne irrobustisca lo spessore, in modo da renderla
pi� significativa in vista di una successiva messa a regime.
Per queste ragioni, nel varare l'avvio delle iniziative, il Comitato nazionale di
progettazione del FIS ha ritenuto opportuno predisporre e distribuire degli
strumenti che sostenessero lo sforzo che viene prodotto da coloro che stanno
progettando la nuova offerta formativa.
Le Linee guida, predisposte dall�Isfol su incarico del Comitato di Progettazione, si
pongono in questa prospettiva; il loro obiettivo � fornire un sostegno
metodologico a tutti coloro che sono impegnati, a vario titolo, nella
progettazione di questo nuovo percorso.
Esse hanno lo scopo di fornire una serie di suggerimenti ed
esemplificazioni su come affrontare le varie fasi della progettazione.
La guida viene consegnata agli operatori nel momento in cui la prima fase del
percorso di progettazione � stata gi� compiuta, in quanto � stato gi� predisposto
un primo progetto approvato a livello regionale e nazionale. Ci� nondimeno essa
affronta tutto l'iter della progettazione, a partire dalla fase iniziale, consistente
nell�analisi del fabbisogno di figure professionali da parte del territorio. Si tratta
di indicazioni che alcuni potranno considerare gi� acquisite, ma che per molti
potranno risultare utili per approfondire la progettazione gi� compiuta ed
arrivare ad una definizione di maggiore dettaglio.
Le Linee guida si rivolgono principalmente agli operatori che
progettano e gestiscono le iniziative a livello locale.
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Tuttavia il percorso della progettazione di un nuovo intervento formativo, in
particolare di un intervento formativo cos� complesso come quello dell�Istruzione
e Formazione Tecnica Superiore, richiede anche l'intervento di altri soggetti a
livello regionale, nazionale ed internazionale; pertanto la guida, nell�esaminare
tutte le diverse fasi del percorso di progettazione, prende in considerazione anche
compiti che ricadono sotto la responsabilit� di tali soggetti.
Infine, cos� come i progetti sono sperimentali anche questa guida � sperimentale.
Si tratta cio� di un prodotto predisposto per fornire in tempi rapidi un supporto ai
responsabili dei progetti, ma che in futuro potr� e dovr� essere rivisto e
perfezionato sulla base dell�evoluzione della sperimentazione e delle indicazioni
che proverranno dagli stessi utilizzatori.
L'obiettivo finale � quello di predisporre uno strumento sempre pi� completo ed
accurato, concertato tra tutti i soggetti che partecipano al sistema
integrato, in grado non solo di fornire un efficace sostegno a tutti gli operatori
coinvolti, fin dall�inizio del percorso progettuale, ma anche di far consolidare una
cultura della formazione tecnica superiore.
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CAPITOLO PRIMO
FORMAZIONE E LAVORO: UN PO� DI STORIA
1.1 Educazione e formazione: dalle origini all� epoca moderna.
Se si intende il concetto di educazione con l� ampiezza e la comprensivit� che gli
spetta, non si pu� fare a meno di accettare due conclusioni fondamentali, e cio�
da un lato che non esiste societ� umana, per primitiva e informe che sia, che non
possieda le sue istituzioni educative, e dall� altro che l�educazione investe e copre
l� intera cultura della uomo.
Ogni societ� elabora una propria cultura, includendo nella nozione il complesso
dei valori, delle conoscenze e delle tecniche che assicurano la convivenza, la
soddisfazione dei bisogni e la sopravvivenza del gruppo.
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La trasmissione della cultura da una generazione all� altra � il compito primario
di quella che si chiama �educazione�: se non ci fosse stata l� educazione, l� uomo
avrebbe dovuto ad ogni generazione riaffrontare ex novo i problemi della
esistenza elementare e non sarebbe mai riuscito a evadere dalle condizioni della
pi� grama primitivit�.
C� � una storia e c�� un progresso del genere umano, in qualunque modo si
vogliano intendere questi concetti, perch� le generazioni sono sempre state legate
l� una all� altra dal tessuto vivente dell� educazione.
D� altro canto, se si considera la vita del singolo, si vedr� che non si riuscir� a
segnare un punto per il quale si possa affermare che - non empiricamente, ma
assolutamente - l� educazione � arrivata con essa al suo compimento.
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Croce, nel �Contributo alla critica di me stesso�, scrive che �quando si sa
senz�altro poter imparare, quando si � educati senza possibilit� di meglio
educarsi, la vita si arresta e non si chiama pi� vita, ma morte.�
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Se la trasmissione di certi contenuti, �la cultura�, � dunque un aspetto essenziale
e costante della educazione, diverse possono essere, e sono di fatto, le istituzioni
educative e diversamente possono atteggiarsi nella coscienza dell� uomo i fini
ultimi di esse.
Per ci� che concerne le istituzioni, � ovvio osservare che nelle societ� primitive la
funzione educativa � assolta prevalentemente nell� ambito della famiglia, sia dai
genitori e dagli anziani in genere, sia dai personaggi che, come il servo-pedagogo,
fanno parte anch� essi di quella istituzione assai complessa e articolata che � la
famiglia arcaica.
Lino, maestro di Ercole, e il centauro Chirone, maestro di Achille, sono nella
mitologia greca figure di educatori ideali, incarnazioni esemplari di una gi�
autonoma arte dell� educare.
Scuole pubbliche, sostitutive della famiglia per i figli di una certa et�,
comparvero piuttosto presto nel mondo greco e romano.
A partire dall� imperatore Adriano, all� inizio del secondo secolo dopo Cristo, l�
intervento dello Stato nell'ordinamento e nel controllo delle scuole pubbliche
acquist� un peso crescente.
1
Cfr. Rosati L., Didattica: il senso e i luoghi,Anicia, Roma 1995
2
Cfr. B. Croce, Contributo alla critica di me stesso.