_______________________________________________________Introduzione
Derrick De Kerckhove e Pierre Lévy possono essere considerati tra i
più illustri intellettuali che abbiano esaltato gli aspetti positivi della
rete.
Le scienze della comunicazione e dell'informazione hanno
generato negli ultimi anni diverse questioni epistemologiche, e il
direttore del Media Lab del Mit (Massachusetts Institute of
Technology) di Boston – Nicholas Negroponte – propone una
riflessione per un vasto pubblico sul futuro della telematica e più
globalmente sul tipo di mondo nel quale ci predisponiamo, secondo
lui, a vivere.
Un mondo che non è più solo dominato dall'atomo – la materia
– ma dal bit – l'informazione.
3
Delle trasformazioni culturali,
sociologiche e antropologiche intervenute con la diffusione delle reti
telematiche parla ampiamente Derrick de Kerckhove: lo studioso
canadese, considerato l'erede di Marshall McLuhan, non solo ipotizza
la nascita dell' “uomo connettivo”, coinvolto nell'interattività delle reti
e contrapposto all' “uomo collettivo” originato dalla televisione, ma
3
Cfr. NICHOLAS NEGROPONTE, Essere digitali, Sperling & Kupfer 1995.
2
_______________________________________________________Introduzione
postula il superamento del villaggio globale in nome della pervasività
e dell'onnicomprensività delle stesse reti telematiche.
4
Le “intelligenze collettive”, invece, è il tema che Pierre Lévy
mette a fulcro delle sue riflessioni: l’internet, rappresentando una
mente molteplice, eterogenea, distribuita, cooperativa, competitiva ed
organizzata, può essere un tramite per far crescere un’intelligenza
collettiva.
5
Tuttavia, lo stesso carattere multiforme, aperto, ramificato,
tentacolare dell’internet, impedisce che di questa nuova tecnologia si
possa fornire un quadro organico ed esaustivo, in cui tutte le parti
formino un insieme unitario capace di permettere all'osservatore di
farsi con immediatezza un'idea cartesianamente “chiara e distinta”
della sua natura.
Nell’internet
6
ci sono informazioni su tutto. Saperlo, però, non
sempre aiuta a trovare soddisfacenti risposte alle domande o alle
curiosità che si hanno in mente: questo perché il WWW
7
cresce in
4
Cfr. DERRICK DE KERCKHOVE, La pelle della cultura. Un’indagine sulla nuova realtà
elettronica, Costa & Nolan 1996.
5
Cfr. PIERRE LÉVY, Il virtuale, Raffaello Cortina Editore 1997.
6
Internet è maschile o femminile? Sebbene molti ritengano che si tratti di un sostantivo femminile
– in quanto deriva da “net”, rete – nella prassi, tuttavia, lo si considera comunemente di genere
maschile. Anche i dizionari, ad eccezione del Garzanti, ammettono entrambe le possibilità.
7
Sta per “World Wide Web”, letteralmente "ragnatela estesa a livello mondiale".
3
_______________________________________________________Introduzione
continuazione, senza alcun piano regolatore generale, e non esiste un
singolo ufficio informazioni.
8
Definire un universo in continua, progressiva espansione,
perennemente mutevole è senza dubbio difficile. La rete è un insieme
di continui rimandi ad altro (link), di sentieri interrotti, di labirinti, di
autostrade, di piazze dove incontrarsi, scambiarsi informazioni,
discutere.
Chi collega per la prima volta il proprio computer ad internet e
inizia a navigare nella rete ha spesso una idea molto vaga di quanta, e
quanto variegata, sia l'informazione raggiungibile. Internet è un
formidabile motore di notizie, ma siccome ne riceve di qualsiasi tipo
indiscriminatamente, si corre il rischio di trovarne in circolazione
anche di infima qualità; insomma, manca il filtro necessario a vagliare
l’ottimo e il buono dal mediocre, dal cattivo, dal pessimo, che spesso
ne costituiscono la parte maggiore e non la migliore.
8
FABIO TURONE commenta così l’impressionante portata del World Wide Web nell’articolo
“Chi cerca con pazienza trova però serve un indice, o una bussola” in AA. VV., «Telèma», 21/22,
estate/autunno 2000 e fruibile on line presso l’indirizzo
http://www.fub.it/telema/TELEMA21/Turone21.html (consultato il 14/02/2003): “Le cifre
complessive sul numero di domini registrati (da quello con il nome del prodotto di largo consumo
all'associazione umanitaria, dalla home page istituzionale dell'azienda alla scuola, e dal grande
supermercato alla home page dell'adolescente) parlano chiaro: in tutto il mondo erano poco più di
1,3 milioni nel gennaio del 1993, ma da allora […] hanno cominciato praticamente a raddoppiare
ogni anno, fino a toccare quota 72 milioni nel gennaio del 2000”.
4
_______________________________________________________Introduzione
La vera rivoluzione consiste nel fatto che chiunque può mettere
informazione in rete:
9
molti lo fanno già, moltissimi lo faranno nel
prossimo futuro. La rete può diventare allora, per l’utente non
provvisto di strumenti adatti e non dotato di sufficiente autonomia,
una vera trappola anziché un aiuto.
La brusca impennata del numero degli “internauti”
10
e lo sviluppo
parallelo di “autostrade di bit” portano in seno la nascita di una nuova
generazione di uomini, amanti della velocità:
Ogni impennata rimpicciolisce il passato. Fa apparire
inutile ciò che era appena stato celebrato. Passa la corrente
della nuova tecnologia e si porta via ciò che un momento fa
era apparso la rivelazione e la speranza. Si discute e mentre
si discute le cose sono diverse, come un tassametro frenetico
che cambia continuamente il costo della corsa […] Tutto sta
9
Interessante la riflessione di LORENZO DE CARLI nel suo libro Internet – Memoria e oblio,
Bollati Boringhieri 1997, p. 36: “[…] Siccome non vi sono piani di sviluppo in ordine alla natura e
all’organizzazione dei contenuti e in ogni momento chiunque può mettervi le informazioni che più
gli aggradano, impegnandosi in vario modo per farne conoscere l’esistenza on-line, il carattere
enciclopedico di Internet oscilla, toccando tutti i gradi intermedi, fra il caos e l’ordine, cosicché,
accanto a progetti organici di raccolta e diffusione del sapere, si danno spontanee immissioni
d’informazioni realizzate al solo scopo di appagare l’aspirazione ad avere un posto nel
cyberspazio[…]”.
10
Coloro che “navigano” in internet, alias cybernauti.
5
_______________________________________________________Introduzione
cambiando mentre percorro la mia tastiera […] So che
quello che scrivo non sarà più vero alla fine della frase, ma
provo.
11
A questo bisogno è da ascriversi – probabilmente – l’ossessione
dell’uomo moderno di cancellare la distanza, fisica e temporale.
Ammirare sul proprio display un'alba “in diretta” sul Pacifico mentre
si sta godendo un tramonto sul Mediterraneo è soltanto uno tra i tanti
“miracoli” che le nuove tecnologie degli strumenti del comunicare ci
promettono.
Lo scambio di idee è così rapido che s'innesca un meccanismo
cognitivo e creativo che non ha riscontro nel passato: i partecipanti in
genere non hanno il tempo di raffinare troppo i loro pensieri o di
digerire le idee degli altri: i tempi sono rapidissimi e i risultati si
susseguono a ritmo serrato. Il rischio naturalmente è che si
commettano errori che si propagano e che nessuno ha modo di rilevare
per la rapidità stessa dello scambio.
11
Cfr. FURIO COLOMBO, Corriamo sempre più veloci ancora non sappiamo “come”, in AA.
VV., «Telèma», 21/22, estate/autunno 2000 e fruibile on line all’indirizzo
http://www.fub.it/telema/TELEMA21/Colomb21.html (consultato il 14/02/2003).
6
_______________________________________________________Introduzione
Questa rapidità deriva – forse – da una sorta di nervosismo
informatico, per cui non appena ricevuto un messaggio si è spinti a
rispondere immediatamente senza lasciar maturare le idee. D'altra
parte la maturazione delle idee, specie nelle attività che hanno a che
fare con la scienza e la ricerca, è importante. Può dunque capitare che
a causa di questo meccanismo “catastrofico”
12
si costruiscano teorie
basate su risultati errati, teorie che poi debbono essere corrette o
eliminate.
Dal furioso sviluppo tecnologico in corso nasce una
generazione di internauti “affetti da una febbrile competenza del
nuovo, e del nuovo più nuovo, dei continui salti di corsia, di qualità, di
velocità, di grandezza, senza alcun sospetto, desiderio o nostalgia di
dare un senso culturale a quello che avviene, di sottoporlo a una
valutazione critica”.
13
La mia indagine comincia adesso, partendo proprio da questo
punto: l’analisi del rapporto tra le reti telematiche e il settore –
12
Cfr. GIUSEPPE O. LONGO, La cultura nell’era di Internet, fruibile on line all’indirizzo
http://www.cadnet.marche.it/postprogrammando/1/Cultura%20ed%20Internet.htm
(consultato il 16/02/2003)
13
COLOMBO, op. cit.
7
_______________________________________________________Introduzione
paradossalmente – legato a standard e modelli ormai sorpassati:
l’istruzione.
Mi sia permesso di ringraziare in questa sede i Professori Antonio
Brusa e Isidoro Davide Mortellaro che con i loro consigli e
suggerimenti hanno reso possibile avventurarmi in questi mari in cui
si “naviga a vista”.
8
________________________________________Capitolo 1. Internet e Didattica.
Capitolo 1. Internet e Didattica.
Margie se ne andò in classe.
L'aula era proprio accanto alla sua cameretta, e l'insegnante "virtuale", già la
stava aspettando […] Lo schermo era illuminato e diceva: "Oggi la lezione di
aritmetica è sull'addizione delle frazioni proprie. Prego di inserire il compito di
ieri nell'apposita fessura". Margie obbedì con sospiro. Stava pensando alle
vecchie scuole che c'erano quando il nonno di suo nonno era bambino. Ci
andavano tutti i ragazzi del vicinato, ridevano e vociavano nel cortile, sedevano
insieme in classe, tornavano a casa insieme alla fine della giornata. Imparavano
le stesse cose così potevano darsi una mano a fare i compiti e parlare di quello
che avevano da studiare. E i maestri erano persone. […] Margie stava pensando
ai bambini di quei tempi, e a come dovevano amare la scuola. Chissà, stava
pensando, come si divertivano!
ISAAC ASIMOV
14
L'avvento delle neo-tecnologie comunicazionali – la
più importante di queste è l’internet – ha modificato
sensibilmente anche il campo dell'istruzione, portando a
nuovi esiti quello che è il concetto tradizionale di
educazione, tanto che oggi conviene tentarne una nuova
definizione: possiamo considerare le tecnologie
dell'educazione come “lo studio sistematico dei
procedimenti che possono guidare le conoscenze
disponibili nel campo dell'istruzione, utilizzando gli
14
ISAAC ASIMOV, Chissà come si divertivano! (The Fun They Had, 1951) trad. di Roberta
Rambelli in Il meglio di Asimov, Mondadori 1973.
9
________________________________________Capitolo 1. Internet e Didattica.
strumenti tecnologici utili alla stimolazione dei processi
di apprendimento”.
15
Purtroppo occorre rilevare come l'istituzione
scolastica italiana sia in una fase ancora embrionale nel
rapporto con le nuove tecnologie,
16
la cui applicazione in
ambito didattico è stata quasi sempre episodica e non
sistematica.
La scuola italiana sembra procedere su un
insegnamento statico e non consono ai tempi di oggi,
caratterizzati da un impiego massiccio di mass-media
soprattutto in ambiente extrascolastico (dalla televisione,
ai videogiochi, all’internet stesso).
17
15
Cfr. AA.VV., Multimedialità cultura educazione, a cura di GIUSEPPE ACONE [et al.], Editrice
La Scuola 1995, p. 85.
16
LUCIANO GALLIANI, docente di Pedagogia Sperimentale presso l'Università di Padova,
nell’intervista Il futuro tecnologico della scuola realizzata il 17/05/1996 per il programma
televisivo MediaMente e fruibile on line presso l’indirizzo
http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/g/galliani.htm (consultato il 04/03/2003)
risponde così alla domanda 1: “[…] Io non sono molto convinto che siamo entrati in un futuro
digitale, nonostante tutte le esperienze condotte in questi anni con le nuove tecnologie, soprattutto
con quelle della comunicazione educativa. Credo, però, che stiamo sperimentando situazioni
innovative all'interno della scuola, ma ogni volta che si propongono progetti sperimentali, stiamo
coinvolgendo una porzione minima del mondo della scuola, degli insegnanti, dei bambini, dei
ragazzi […]”.
17
Sull’evoluzione dei media – in particolar modo della TV – si veda PEPPINO ORTOLEVA, Per
una storia dei media: la società comunicante, Anicia 1992, mentre sul rapporto tra bambini,
computer e videogiochi si veda la rivista «Note Rapide», n. 4 del dicembre 2001 fruibile on line
presso l’URL http://www.pavonerisorse.to.it/pstd/monca/newmedia.pdf (consultato il 04/03/2003)
in cui è presente un’indagine ISTAT che rileva come tra il 1995 e il 2000 il numero di cyber-
bambini – tra i 6 e i 14 anni – che usano il PC per giocare (36,2%) sia di gran lunga superiore
rispetto a quelli che lo utilizzano per studiare (21,5%).
10
________________________________________Capitolo 1. Internet e Didattica.
La scuola vive in simbiosi con la società di cui è
parte integrante e non può non tener conto dei
cambiamenti che la tecnologia evidenzia giorno per
giorno. Certamente il ruolo dell'insegnante non può essere
sostituito o – peggio – annullato dai cosiddetti “software
18
didattici”, né il discente può fare a meno di una guida
umana nel suo processo di apprendimento.
18
Letteralmente, oggetto soffice. Insieme di programmi che permettono al computer di funzionare.
11
________________________________________Capitolo 1. Internet e Didattica.
1.1 La scuola fino a “ieri”.
La scuola di oggi è solo in tempi recenti e all'interno
di società strutturalmente organizzate che ha
rappresentato la strada principale per affrontare il
problema dell’elevazione culturale tramite
l’alfabetizzazione.
Ritengo cosa utile spendere poche parole per
descrivere l’iter evolutivo che il processo formativo ha
seguito nelle varie epoche fino a raggiungere la
conformazione odierna che lo vede rappresentato
dall’istituzione scolastica.
Nelle società primitive l'educazione assume un
carattere continuo e multiforme ed è un risultato indiretto
della vita quotidiana della famiglia e del clan: lavoro, riti,
cerimonie, gioco sono tutte occasioni per istruirsi.
19
19
Cfr. ANTONIO CALVANI, Iperscuola Tecnologia e futuro dell’educazione, Franco Muzzio
Editore 1994, p. 10.
12
________________________________________Capitolo 1. Internet e Didattica.
Nel mondo antico l'educazione si svolge per lo più
attraverso rapporti personali di natura privata iniziando
così ad essere considerata come attività di trasmissione
del sapere a senso unico, dal maestro al discepolo.
20
La stampa introduce un elemento nuovo in questo
rapporto bipolare: il libro. Se da un lato il testo
riproducibile riduce la dipendenza integrale dell'allievo
dal maestro, essendo fruibile dall'individuo senza la
necessità di interpretazioni aggiuntive, dall'altro
contribuisce alla chiusura dello spazio testuale e alla
recinzione dei saperi disciplinari.
21
Con l'avvento degli stati nazionali e
dell'industrializzazione il processo di scolarizzazione si
istituzionalizza: il fanciullo viene sradicato dal suo
ambiente (decontestualizzazione) ed immesso nella scuola
sino a quando non sarà restituito alla vita adulta.
La scuola moderna si configura anche come apparato
ideologico svolgendo un ruolo di formazione etica oltre
20
Cfr. REMO FORNACA, Storia della pedagogia, LaNuova Italia 1994.
21
Cfr. WALTER J. ONG, Oralità e scrittura: le tecnologie della parola, Il Mulino 1986.
13
________________________________________Capitolo 1. Internet e Didattica.
che conoscitiva: si deve formare il buon cittadino,
disposto al sacrificio per il proprio paese, obbediente al
potere politico ed economico.
22
Se dalla chiesa la scuola moderna attinge il modello
della catechesi e dalla fabbrica il modello logico-
organizzativo, dalla stampa attinge un modello della
conoscenza basato sulla linearità e sulla parcellizzazione
dei saperi.
23
Il libro stampato che aveva in sé alcune potenzialità
alternative di autoapprendimento, è ricondotto a svolgere
funzioni di strumento integrativo e corroborativo
dell'autorità stessa del docente, di unica fonte della verità
fissata sulla carta e di mezzo comunicativo in sintonia
con una didattica sequenziale e cumulativa.
24
22
CALVANI, op. cit., p. 11.
23
Idem.
24
Idem.
14
________________________________________Capitolo 1. Internet e Didattica.
1.2 La scuola di “oggi”.
Molte delle caratteristiche suddette sono – purtroppo
– mantenute anche nella scuola odierna: il sistema scuola
appare oggi come un “vagone lento di un convoglio
culturale la cui locomotiva (lo sviluppo/progresso
scientifico e tecnologico) va letteralmente in astronave”.
25
La scuola, sempre più scollata e separata dalla società,
mondo fuori dal mondo, immette sul mercato un prodotto
non spendibile perché obsoleto.
26
Ci si interroga sui destini del sistema scuola, sulla
sua rispondenza ai bisogni umani, sulla sua possibile
sopravvivenza. Il cambiamento è invocato in coro: o la
scuola saprà cambiare radicalmente o perirà del tutto.
27
Si
avverte la necessità che la scuola ritrovi la propria
25
Cfr. FRANCO FRABBONI, Manuale di didattica generale, Laterza 1992, p. 20.
26
Cfr. FRANCO FRABBONI, GIOVANNI GENOVESI, La scuola e i suoi problemi. Per una
teoria della scuola, La Nuova Italia 1990.
27
CALVANI, op. cit., p. 12.
15