L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
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conseguenti sviluppi in ambito sociale ed economico, nelle diverse modalità di
determinazione del premio equo assicurativo.
In questo capitolo saranno oggetto d’esame le modalità di prevenzione e di
controllo del moral hazard, con particolare riferimento all’azione della
regolamentazione e ai modelli matematici sviluppati in letteratura.
Nella prima parte del capitolo finale saranno messe in evidenza le
caratteristiche di una delle più affascinanti e discusse teorie della letteratura
economica: l’option pricing (OPT) applicata all’assicurazione dei depositi
(Merton, 1977, 1978).
Tale operazione ha lo scopo di porre le basi per l’analisi empirica, che sarà
effettuata nella seconda parte del terzo capitolo.
L’obiettivo di questa applicazione pratica consiste nel verificare l’applicabilità e i
relativi risvolti sociali ed economici dell’OPT nell’ambito di un campione di
quaranta banche italiane, consorziate del Fondo Interbancario di Tutela dei
Depositi (FITD).
In particolare saranno esaminati i punti salienti di tre modelli della letteratura
economica: Marcus e Shaked (1984), Ronn e Verma (1986), Duan, Moreau e
Sealey (1995).
I due argomenti cardine della nostra analisi sono rappresentati dall’introduzione
dell’ipotesi di stocasticità dei tassi d'interesse nell’OPT e della politica di
forbereance.
Infine è necessario sottolineare che saranno esaminati i risultati
dell’applicazione pratica non solo in relazione alle banche, ma anche per
l’organismo italiano d'assicurazione dei depositi, poiché, come vedremo, il
premio equo di assicurazione dei depositi non è immune alla variabilità dei tassi
d’interesse, né tantomeno al mancato/tardivo intervento delle autorità di
regolamentazione in caso di difficoltà della banca.
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
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Capitolo primo
L’EVOLUZIONE DELL’ASSICURAZIONE DEI DEPOSITI NELLA TEORIA
DELLA BANCA
Premessa
L’analisi dell’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca è
effettuata alla luce dei cambiamenti economici, giuridici e finanziari, che hanno
interessato il sistema bancario negli ultimi decenni: tale operazione ha la
funzione di delineare lo scenario dell’ambiente in cui l’assicurazione dei depositi
opera e degli strumenti economici e di vigilanza con cui interagisce.
L’origine e le funzioni dell’assicurazione dei depositi, insieme all’evoluzione
storica, devono essere in grado di fornirci la base essenziale di conoscenze per
comprendere l’obiettivo finale: la capacità da parte dell’assicurazione dei
depositi di generare benefici sociali.
Tale risultato può essere perseguito in modo particolare grazie all’analisi
matematica delle funzioni dell’assicurazione dei depositi all’interno di alcuni dei
principali modelli disponibili nella letteratura economica; proprio quest'aspetto è
di notevole importanza e rappresenta l’elemento fondamentale per arrivare a
delle conclusioni adeguate e pertinenti in merito al tema in discussione, poiché
attraverso lo studio dei diversi modelli è possibile arrivare all’obiettivo
prefissato.
Ulteriori strumenti utili per realizzare il nostro obiettivo finale sono rappresentati
dalla scelta delle forme tecniche, dalla natura dell’organismo d'assicurazione
dei depositi ed in particolare dall’analisi dell’organo di garanzia italiano (FITD):
tutti gli argomenti citati in precedenza sono finalizzati alla comprensione della
capacità dell’assicurazione dei depositi di produrre benefici sociali e per tale
motivo devono essere analizzati sotto quest'aspetto.
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
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1. L’instabilità e i rischi nel sistema bancario
1.1 I principali cambiamenti nel mercato del credito
L’ambiente in cui le banche svolgono la loro attività è stato profondamente
modificato nel corso degli ultimi decenni e in modo più accentuato a partire
dagli anni Ottanta da due elementi, uno di carattere formale-giuridico, l’altro di
tipo economico.
La motivazione formale-giuridica si rende concreta nel processo di
deregolamentazione che ha interessato il settore bancario, con riferimento alla
sua struttura, agli strumenti finanziari utilizzati dalle banche e alle modalità di
operare degli enti creditizi; la gran parte degli Stati mondiali ha proceduto negli
anni Novanta ad una revisione della propria legislazione bancaria, sotto la
spinta della crescente cooperazione internazionale.
E’ necessario ricordare che la normativa comunitaria, recepita con tempi e modi
diversi dagli Stati della Comunità, ha svolto un ruolo fondamentale nel settore
bancario, poiché l’obiettivo perseguito con gradualità nel corso degli anni
dall’azione delle normative è la creazione di un mercato unico bancario; in
questo quadro economico s'inserisce la vicenda italiana, dal momento che i
problemi e le modificazioni del sistema bancario italiano coincidono in gran
parte con quelli affrontati dagli altri Stati.
I principali effetti della deregolamentazione nel sistema bancario possono
essere ricondotti a tre classi d'argomenti:
- l’affermazione del carattere d'impresa dell’attività bancaria;
- la valorizzazione del mercato;
- un nuovo modello di vigilanza.
L’affermazione del carattere d’impresa dell’attività bancaria si rende concreta
con l’autonomia nella scelta della forma organizzativa, degli ambiti operativi e
territoriali, con la conseguenza di una despecializzazione di carattere
temporale, istituzionale e operativa; tale situazione è evidenziata dal processo
di liberalizzazione degli sportelli, dalla costituzione di filiali all’Estero e dalle
sempre più frequenti concentrazioni e ristrutturazioni nel settore bancario.
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
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Con il nuovo assetto normativo c’è una legittimazione del modello di “banca
universale”, venendo meno qualsiasi limitazione sulle strutture per scadenza
dell’attivo e del passivo e il riconoscimento della facoltà per le banche di offrire
direttamente l’intera gamma di prodotti finanziari ammessi al mutuo
riconoscimento.
La valorizzazione del mercato è evidenziata dal passaggio da un mercato con
caratteristiche d'oligopolio ad uno concorrenziale, dove le caratteristiche e le
peculiarità della concorrenza sono tali da renderla un bene socialmente
desiderabile per l’utilità del risparmiatore.
Lo sviluppo del mercato mobiliare comporta una maggiore efficienza dei
mercati, mentre la nascita di nuovi intermediari e strumenti finanziari amplia le
possibilità d'operatività e accentua il processo di disintermediazione bancaria
precedentemente iniziato, inteso come un ampliamento dei canali diretti verso il
risparmiatore per poter investire i propri risparmi.
Il rapporto più stretto e articolato tra banca e impresa rappresenta l’elemento
innovativo e si concretizza attraverso l’erogazione di crediti a lungo termine,
l’acquisizione di partecipazioni industriali, il sostegno alle imprese per il
collocamento sul mercato di nuovi titoli di debito.
La necessità dello sviluppo del mercato dei capitali e in modo particolare del
comparto azionario ha ricevuto un impulso fondamentale da parte di
procedimenti di privatizzazione nei Paesi dove la proprietà statale delle banche
è rilevante. Quest’ultima è dettata da esigenze di sviluppo del sistema
produttivo: il bisogno di aumentare l’efficienza di gestione, la flessibilità di
risposta alle sollecitazioni del mercato dei prodotti, la solidità patrimoniale. Allo
sviluppo del mercato dei capitali le banche possono e devono dare un
contributo assistendo il processo di privatizzazione, ampliando la gamma di
servizi finanziari offerti e rafforzando le relazioni di clientela.
Un nuovo modello di vigilanza prevede che sulla regolamentazione strutturale
abbia prevalso una regolamentazione prudenziale sul finire degli anni Ottanta
grazie alla spinta della normativa comunitaria; l’obiettivo della vigilanza ora è di
assicurare un'ordinata competizione e la sana e prudente gestione dei soggetti
vigilati.
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
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Fino alla metà degli anni Settanta l’azione degli organi di vigilanza era basata
sullo schema della struttura-condotta-performance
1
(l’esistenza di un trade-off
tra efficienza e stabilità), dove la necessità di evitare l’instabilità giustificava la
presenza di controlli di tipo strutturale capaci di incidere sulla morfologia del
sistema bancario. Sul finire degli anni Ottanta l’obiettivo dell’efficienza,
perseguito attraverso gradi crescenti di concorrenza, poteva costituire il mezzo
per raggiungere una maggiore stabilità, poiché organismi più efficienti possono
essere anche più stabili.
La regolamentazione non si attiene più alle strutture creditizie, che sono
lasciate libere di esprimersi, ma la stabilità è preservata attraverso
l’introduzione di forme di controllo sui rischi tipici dell’attività bancaria, in modo
particolare la regolamentazione prudenziale è basata sull’adeguatezza del
patrimonio. Nonostante alcuni controlli di tipo strutturale siano rimasti
nell’ordinamento bancario, la regolamentazione prudenziale prevale in quanto è
ritenuta più idonea a conseguire gli obiettivi di stabilità, efficienza e competitività
in un sistema che è caratterizzato da connotati d'autonomia imprenditoriale,
responsabilità e professionalità.
Gli anni Novanta sono caratterizzati non solo da profondi mutamenti nelle
norme legislative e amministrative, ma anche nelle tecnologie e nello stesso
ambiente socioeconomico e di mercato nazionale e internazionale.
Proprio per tale fenomeno la seconda motivazione che influisce sul mercato
bancario, stavolta di carattere economico, è rappresentata dalla globalizzazione
dei mercati finanziari, risultato logico e naturale della deregolamentazione e
della rimozione delle barriere economiche, finanziarie e commerciali tra gli Stati
mondiali, nel tentativo di creare un mercato unico.
Non ci sono dubbi che la globalizzazione offre notevoli opportunità
nell’allocazione mondiale del risparmio, alla luce dei recenti avvenimenti
economici (Unione Europea e l’EURO), ma è anche vero che può
rappresentare una fonte di rischio per la banca.
Iniziata con la liberalizzazione valutaria e proseguita poi con lo sviluppo
telematico, la globalizzazione
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ha creato numerosi vantaggi, tra cui la creazione
di un mercato mondiale con un trattamento istantaneo e operativo d'enormi
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
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quantità di dati e con conseguenti riduzioni di costi di transazione: infatti, il ruolo
svolto dalla teleinformatica è stato quello di rendere più bassi i costi di raccolta
e di analisi di dati degli intermediari finanziari e investitori individuali,
espandendo così il numero di potenziali fonti di finanziamento.
La regolamentazione sembra aver riconosciuto i benefici per il consumatore di
servizi finanziari, derivanti dall’innovazione finanziaria e dalla competizione, che
però può alterare gli incentivi d'assunzione al rischio da parte delle istituzioni
finanziarie e quindi ha bisogno di essere regolamentata.
Due indicazioni fondamentali derivano dall’analisi dei principali effetti della
deregolamentazione e della globalizzazione
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: la prima è che l’affermazione dei
principi di mercato, che ha caratterizzato la vicenda storica degli anni recenti,
ha segnato profondamente l’economia mondiale, ampliando in notevole modo il
novero dei sistemi bancari che operano in un clima concorrenziale; questo
richiede la gestione di rischi di varia natura e accresce l’importanza della
vigilanza sulle banche e di strumenti di tutela per i depositanti.
La seconda indicazione deriva dal fatto che il grado d'interdipendenza tra i
sistemi bancari nazionali è ormai molto elevato; tale situazione potrebbe in
seguito alimentare così fonti di potenziale instabilità.
1.2 La crescita dei rischi dell’attività bancaria e finanziaria
L’aumento delle crisi bancarie e la conseguente instabilità del sistema
verificatesi negli ultimi anni e nelle più diverse aree geografiche, sono dovute
principalmente ad un incremento del rischio portato dai due processi menzionati
precedentemente: l’intensificarsi e l’ampliarsi della crisi finanziaria “globale”
dall’Estremo Oriente alla Russia e all'America Latina hanno provocato ulteriori
elementi di preoccupazione in un ambiente economico mondiale già poco
stabile
4
.
Di seguito è riportata una tabella, i cui dati sono presi dal lavoro di Demigurc
(1999), che mostra differenti periodi di crisi bancarie nei diversi Paesi mondiali:
in questo modo è possibile avere in modo rapido un’idea dell’estensione e della
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
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portata del problema delle crisi bancarie.
PAESI PERIODI CRISI BANCARIE
Cile 1981-87
Colombia 1982-85
Corea 1997
Ecuador 1995-97
El Salvador 1989
Finlandia 1991-94
Filippine 1981-87
Giamaica 1996-97
Giappone 1992-97
Giordania 1989-90
Guyana 1993-95
India 1991-97
Indonesia 1992-97
Israele 1983-84
Italia 1990-95
Kenya 1993
Malesia 1985-88, 1997
Mali 1987-89
Messico 1982, 1994-97
Nepal 1988-97
Nigeria 1991-95
Norvegia 1987-93
Panama 1988-89
Papua, Nuova Guinea 1989-97
Perù 1983-90
Portogallo 1986-89
Sri Lanka 1989-93
Stati Uniti 1980-92
Sud Africa 1985
Svezia 1990-93
Swaziland 1995
Tailandia 1983-87, 1997
Tanzania 1988-97
Turchia 1982, 1991, 1994
Uruguay 1981-85
Venezuela 1993-97
Lo scenario in cui attualmente le banche devono agire è molto più mutevole ed
imprevedibile rispetto al passato; da una parte esistono meno vincoli da un
punto di vista operativo e dall’altro le banche sono spinte, in un ambiente di
forte concorrenza, verso la ricerca del profitto per ottenere un rendimento del
capitale adeguato alla raccolta.
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
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L’entrata sul mercato del credito da parte di nuovi intermediari, l’aumento del
peso dei mercati sull’intermediazione finanziaria e soprattutto la volatilità degli
stessi mercati che incide sull’attivo della banca, hanno modificato il
comportamento di quest’ultima verso l’assunzione di rischi maggiori e impieghi
più rischiosi.
E’ necessario specificare che l’aumento della concorrenza di per sé non
rappresenta automaticamente una fonte di rischio per il sistema bancario, ma è
pericoloso un improvviso intensificarsi della concorrenza stessa, poiché la
tentazione di speculare sul mercato e la caduta nella cattiva gestione diventano
molto forti per ottenere profitto.
I rischi di credito, di liquidità e d'interesse sono diversificabili dalla banca e sono
ricondotti essenzialmente alla produzione di liquidità; questa situazione
giustifica un approccio unitario al problema della stabilità del sistema bancario.
Il rischio d'interesse deriva dalla trasformazione delle scadenze tra attivo e
passivo, il rischio di credito dal rendimento incerto delle attività contrapposto al
valore predeterminato del passivo; quest’ultimo è composto in gran parte da
passività liquide, con la conseguenza che l’ammontare ed il profilo temporale
dei prelievi non sono noti in anticipo.
Eventi quali il prelievo dei depositi o una cattiva performance del portafoglio
sono sufficientemente indipendenti per poter essere affrontati con normali
politiche di diversificazione del rischio: in effetti, ciascun depositante in caso di
corsa agli sportelli cerca di trasferire le perdite potenziali sugli altri prelevando
per primo i propri averi. In questo caso gli eventi sono altamente correlati ed è
impossibile affrontarli con politiche assicurative normali.
Il rischio più classico delle banche (rischio di credito) è divenuto in gran parte
difficile da controllare: le continue ristrutturazioni aziendali, lo sviluppo dei
gruppi conglomerati, i frequenti cambiamenti di proprietà, la difficoltà nella
realizzazione delle garanzie reali insieme con altri elementi, sono responsabili
del problema; oltre a questo, l’abbassamento dei tassi d'interesse e la
maggiore concorrenza nei mercati bancari provocano difficoltà nella
graduazione dei tassi di interesse in relazione al rischio.
I rischi non riguardano esclusivamente i prestiti ma s'inseriscono in un più
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
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ampio rischio finanziario della banca, che riguarda tutti gli stock e i flussi e che
comprende almeno quelli legati alle scadenze, alle valute e ai tassi d'interesse
che riguardano le poste dell’attivo e del passivo bancario.
La globalizzazione crea da un lato un minor contenimento dell’instabilità interna
connessa all’attività creditizia delle banche e dall’altro l’alimentazione del rischio
generato dalle attese e dalle convenzioni dei mercati finanziari.
In un’ottica più ampia, tenendo conto dei processi legislativi ed economici in
atto, la crisi di una banca, per i rischi connessi alla sua attività, può propagarsi
ad altri istituti e all’intera economia, alimentando così un rischio sistemico.
Quest’ultimo, in via generale, consiste nella possibilità che le relazioni di natura
reale o finanziaria fra agenti riducano la capacità di ripartizione dei rischi
individuali, con meccanismi d'assicurazione, per generare ed aumentare invece
l’insicurezza generale.
Nel caso del sistema bancario il rischio di fallimento di una banca può
comportare, per la specificità dell’attività bancaria, la produzione d'effetti a
cascata tali da coinvolgere altri organismi economici. Per affrontare l’aumento
dei rischi la banca dispone di diversi strumenti, che per la loro origine e struttura
possono essere interni alla stessa istituzione, oppure esterni, strettamente
collegati con l’azione della regolamentazione e della vigilanza.
Internamente un primo approccio è stato quello di affinare le tecniche di
valutazione del merito creditizio delle controparti e successivamente di
combinare un po’ più razionalmente le scadenze dell’attivo e del passivo e di
passare all’uso di tassi variabili; in seguito l’utilizzo di modelli d'asset-liability
management ha consentito il controllo e la gestione dell’impatto della variabilità
dei tassi sia sul margine d’interesse, che sul valore di mercato del patrimonio
della banca. Questi modelli però non riuscivano a governare altri tipi di rischi,
connessi ad altre operazioni che le banche avevano iniziato ad effettuare, né
tenevano conto del rischio creditizio classico e di quello di mercato; per
sopperire a queste mancanze e per effettuare valutazioni comparate dei rischi
finanziari dei vari strumenti e delle diverse posizioni assunte, si è verificato il
passaggio verso i modelli VAR (value at risk), i quali essendo molto dettagliati e
partendo da una data base in cui sono inclusi tutti i dati di tutte le operazioni
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
15
attive e passive, riescono ad identificare alcune variabili micro e
macroeconomiche e finanziarie da cui possono dipendere i rischi aziendali (di
singole operazioni, classi d'operazioni o della banca nel complesso)
5
.
Tra gli strumenti esterni, l’assicurazione dei depositi, i coefficienti patrimoniali e
le misure per l’adeguatezza del patrimonio, rappresentano insieme al credito
d'ultima istanza mezzi importanti per la gestione del rischio della banca.
Non c’è dubbio che le caratteristiche, la natura e le modalità d'intervento degli
strumenti interni differiscono da quelli esterni, ma è vero che esiste un obiettivo
comune: individuare le fonti di rischio per la banca, approntare le contromisure
adeguate e raggiungere la stabilità per l’istituzione creditizia e per il mercato
bancario nel complesso.
Per poter tenere sotto controllo i rischi, può essere vitale per la sopravvivenza
della banca un efficace sistema di strumenti interni, fondamentale poiché la crisi
di una banca, molto spesso, ha origine dall’interno dell’intermediario (per es.:
cattiva gestione, frodi), ma nello stesso tempo è necessario un sistema di
strumenti esterni, sia per prevenire la crisi, che eventualmente per gestirla in
maniera efficiente e per evitare o ridurre le ripercussioni sul benessere sociale; i
due strumenti perciò svolgono un’azione complementare e in modo particolare
in questo contesto verranno analizzate le caratteristiche e il ruolo
dell’assicurazione dei depositi.
1.3 La stabilità finanziaria: un obiettivo socialmente desiderabile
Il passaggio da un mercato bancario piuttosto statico e sottoposto a forti
controlli da parte dell’autorità pubblica fino agli anni Ottanta ad uno più
dinamico e competitivo, grazie alla liberalizzazione, è senza dubbio il principale
cambiamento verificatosi nel sistema bancario verso un’integrazione maggiore
a livello comunitario e la creazione di un mercato unico.
Tale passaggio ha evidenziato però alcune necessità: la domanda di stabilità
finanziaria sta emergendo in maniera chiara, in campo internazionale e
nazionale; se all’industria bancaria si chiede di più da un punto di vista del
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
16
benessere dei consumatori, cioè di massimizzare l’efficienza, è necessaria
l’esistenza di un vincolo di stabilità.
Per comprendere pienamente quest'esigenza è utile esaminare le peculiarità
della concorrenza nel mercato bancario, poiché essa ha delle caratteristiche
diverse rispetto a quelle riscontrabili in un altro mercato finanziario e rispetto ad
altre attività imprenditoriali.
Tale diversità deriva dalla presenza d'elementi (esternalità negative) che
rendono costosa per la collettività l’espulsione dal mercato di una banca: se
prendiamo in considerazione il fallimento di un'impresa non bancaria a causa
della sua inefficienza, gli effetti economici si ripercuotono sull’imprenditore, sui
lavoratori e sui creditori. L’impatto sul benessere sociale è circoscritto ai
soggetti più “vicini” all’impresa, nell’ottica di mercato di concorrenza perfetta i
benefici sono maggiori dei costi, poiché l’eliminazione di un operatore
inefficiente determina un beneficio in termini d'efficienza di tutto il sistema
maggiore del costo del fallimento; nel mercato creditizio il fallimento di una
banca può generare dei costi maggiori dei benefici a causa delle esternalità
negative, che amplificano e propagano gli effetti della crisi sul mercato.
Tali esternalità poggiano le loro basi sulla specificità dell’attività bancaria e
possono essere ricondotte a tre grandi classi, analizzate con riguardo
rispettivamente alla banca, al sistema economico e di regolamentazione, ai
risparmiatori:
A. la compromissione delle funzioni tipiche della banca ed in modo particolare
la distruzione del rapporto di fiducia tra banca e cliente e la conseguente
perdita del patrimonio informativo;
B. la propagazione d'effetti negativi ad altri istituti e intermediari e il
conseguente rischio sistemico legato alla centralità del ruolo della banca nel
sistema economico;
C. la crisi di una banca determina costi rilevanti per i risparmiatori attraverso la
riduzione della loro ricchezza, che potrebbe portare ad una riduzione dei
consumi, con successive ripercussioni sull’economia.
Tenendo presente le esternalità negative che possono essere generate da una
crisi bancaria è evidente la necessità di una regolamentazione della
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
17
concorrenza del settore bancario; l’evoluzione della stessa regolamentazione è
orientata verso la stabilità, l’efficienza, la competitività del sistema e la
trasparenza, la prudenza e la correttezza nella condotta degli operatori.
Tra questi obiettivi, la stabilità ai fini pubblici è una situazione rivolta al mercato
nel suo complesso, considerato stabile ove disponga di meccanismi di
prevenzione delle situazioni patologiche e sia in grado di assorbire la crisi di
singole imprese bancarie isolandone gli effetti e limitando così il rischio
sistemico.
Il bisogno di stabilità è evidente poiché una situazione di squilibrio nel sistema
creditizio può mettere in discussione la stessa stabilità monetaria e danneggiare
l’intera economia di un Paese; quindi considerando il periodo socioeconomico
che il mercato finanziario sta attraversando e le relazioni sempre più strette tra
diversi Paesi, la stabilità è un obiettivo socialmente ed economicamente
desiderabile.
L’accentuarsi dell’alto tasso di concorrenzialità del mercato, il conseguente
aumento della rischiosità dell’attività bancaria e il ruolo svolto dalla normativa
comunitaria, hanno reso necessaria la predisposizione di meccanismi
d'autotutela da parte del sistema bancario nella maggior parte degli Stati
europei; questo è avvenuto attraverso la creazione di schemi di assicurazione
dei depositi, differenti per caratteristiche, natura e finalità nei diversi Paesi.
2. L’origine e le funzioni dell’assicurazione dei depositi
2.1 La specificità dell’attività bancaria
A partire dalla fine degli anni Settanta gran parte dei Paesi appartenenti alla
CEE hanno istituito o rafforzato i propri schemi di assicurazione dei depositi;
questo si è verificato per disporre di uno strumento in più per il controllo di
situazioni di crisi, divenute più probabili a causa dell’intrinseca instabilità del
sistema bancario e della maggiore fragilità reddituale e patrimoniale innescata
dalla prospettiva della costituzione di un’area economico-finanziaria integrata.
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
18
Per comprendere l’origine, la natura e gli obiettivi dell’assicurazione dei depositi
è necessario conoscere la specificità della banca, come intermediario che
opera in un contesto dove sono presenti:
- costi di transazione sui mercati finanziari;
- incertezza delle scelte di natura finanziaria;
- asimmetrie informative.
La peculiarità dell’attività bancaria risiede nelle tre principali funzioni svolte dalla
banca: monetaria, creditizia e informativa.
La funzione monetaria deriva dal fatto che le banche, a fronte della raccolta a
vista, emettono strumenti di pagamento che hanno un costo contenuto ed
un’alta capacità di sostituzione della moneta legale (moneta bancaria);
l’elemento centrale su cui il sistema bancario agisce è la fiducia del pubblico nei
confronti della capacità delle banche di garantire la trasformazione della moneta
bancaria in moneta avente corso legale.
Nel caso di mancanza di fiducia, la creazione di panico all’interno del sistema
sarebbe inevitabile con conseguenze negative (corsa agli sportelli per il ritiro del
denaro depositato). Per tale motivo, ma non solo, è sorta la necessità di
introdurre forme di regolamentazione, tra le quali: la funzione di prestatore
d'ultima istanza svolta dalla Banca Centrale e l’assicurazione dei depositi.
La funzione creditizia mette in evidenza le principali caratteristiche
dell’intermediario creditizio: rispetto ad altri intermediari, la banca è in grado di
effettuare una trasformazione dei rischi e delle scadenze.
La prima si concretizza nella capacità di offrire passività (depositi) a valore
nominale costante e a rendimento certo in termini nominali, a fronte di contratti
di finanziamento bilaterali, soggetti a rischi di credito, di interesse e di liquidità;
in questo caso i depositanti sono immunizzati dai rischi degli investimenti
finanziari mediante strumenti di indebitamento privi di rischi, divisibili e
trasferibili e quindi facilmente liquidabili.
La seconda consiste nel trasformare depositi a breve termine di modesta entità
in finanziamenti a durata protratta d'ammontare rilevante e difficilmente
negoziabili, poiché il loro valore economico è legato alla qualità e alla quantità
delle informazioni riservate incorporate nel processo di selezione e controllo
L’evoluzione dell’assicurazione dei depositi nella teoria della banca
19
degli affidamenti e tali informazioni non sono per natura negoziabili sul mercato.
La fragilità della composizione del passivo e dell’attivo bancario, dovuta ad una
maggiore liquidabilità del primo nei confronti del secondo e all’esistenza di un
mismatching (differenza di scadenze tra passivo e attivo), può sconvolgere
l’equilibrio finanziario della banca a causa di un ritiro contemporaneo dei fondi
da parte dei depositanti.
L’insolvenza del debitore (banca) causata dall’assunzione d'eccessivi rischi alla
ricerca di maggiori rendimenti può creare notevoli scompensi:
- l’esistenza di forti interrelazioni fra i diversi intermediari, a causa di una fitta
rete di relazioni finanziarie di debito e di credito che li lega (relazioni
interbancarie, sistema dei pagamenti), può mettere in pericolo il processo
d'allocazione delle risorse del sistema economico. Nello stesso tempo la
nascita di nuovi intermediari finanziari non bancari e la consapevolezza che i
mercati sono strettamente correlati tra loro per l’elevato grado di sostituibilità
esistente tra il prodotto bancario e quello finanziario hanno incrementato il
rischio di contagio tra i vari settori dell’economia;
- la diminuzione nella fiducia del pubblico nei confronti di banche sane per
effetto della crisi di altre può propagare l’effetto domino generato dalla corsa
agli sportelli.
La funzione informativa si concretizza nella raccolta e nell’elaborazione delle
informazioni relative all’affidabilità dei debitori.
Tale funzione rende capace la banca di ridurre l’asimmetria informativa tra
operatori in surplus e operatori in deficit e di ridurre i costi di transazione
esistenti sui mercati finanziari, andando incontro alle esigenze delle parti.
Il rapporto tra risparmiatore e banca è basato su una delega di natura fiduciaria:
i risparmiatori delegano alla banca la funzione d'investimento dei loro risparmi
sulla base della fiducia che nutrono sulla sua capacità di selezione del merito
creditizio; la banca riesce a minimizzare così fenomeni di comportamento
rischioso (moral hazard) e selezione avversa tra offerenti e richiedenti credito,
poiché è in grado di sfruttare le economie di scala e di diversificazione e di
svolgere il monitoraggio in modo più professionale ed efficiente.
Le informazioni inerenti ai prenditori di fondi non sono vendute sul mercato, ma