commissioni militari speciali, giurisdizione esclusiva nei riguardi degli atti commessi
dagli << alien unlawful enemy combatants >>.
Le procedure stabilite per il funzionamento delle commissioni militari, suscitano
seri dubbi, in quanto all’imputato è negato il diritto ad un processo innanzi ad una Corte
imparziale ed indipendente, considerando peraltro l’evidente dipendenza delle military
commissions rispetto al Governo statunitense.
Destano inoltre vivissima preoccupazione le disposizioni del medesimo atto che
conferiscono efficacia probatoria alle prove estorte mediante tortura.
Attraverso l’indagine dei diversi aspetti concernenti la detenzione nella base di
Guantanamo, è del tutto lecito considerare fino a che punto l’Esecutivo statunitense
possa comprimere i dir itti dell’uomo -violando diverse disposizioni di diritto
internazionale- in ragione della sicurezza nazionale.
1 - IL PRELUDIO DELLA DETENZIONE
1.1. La storia della base navale
Guantanamo Bay, la più antica base navale militare degli Stati Uniti situata al di
fuori del continente stesso, nell’unico paese dichiaratamente antiamericano, Cuba, un
lembo di terra nel mezzo del mar dei Carabi adibito a prigione di presunti terroristi;
questa è Guantanamo. La storia della base, situata sul versante sud orientale di Cuba, ha
già inizio dall’aprile del 1494 con l’approdo di Cristoforo Colombo sulla baia, ma è dal
1898 che comincia la storia moderna, durante la guerra ispano-americana1.
L’intento reale della potenza statunitense, lungi dall’essere un semplice ausilio
verso i Cubani per sconfiggere gli Spagnoli, si è dimostrato in realtà un piano ben ideato
per procurarsi colonie spagnole come ad esempio Cuba e Puerto Rico; al termine della
guerra, poco dopo meno un anno, gli Stati Uniti, ne avevano assunto il pieno controllo2.
Nel 1903 il Presidente Theodore Roosvelt ha firmato con il governo cubano un
accordo, l’Emendamento Platt, ai sensi del quale veniva decretata la presenza americana
nell’isola, mediante la concessione di una stazione per il rifornimento del carbone (art.
VII)3. L’articolo II dell’accordo tra gli Stati Uniti per l’affitto di basi navali o per il
rifornimento di carbone (1903)4, chiarisce esplicitamente che il contratto d’affitto, pari
alla somma annua di 2.000 dollari in monete d’oro statunitensi (divenuti adesso soltanto
4.085 dollari) avrebbe dovuto essere utilizzato unicamente come sede di base navali o
per il rifornimento per il carbone; nessun altro scopo sarebbe stato ammissibile.
___________________________________________________
1 SMITH, L’inferno di Guantanamo .I segreti di una prigione, i segreti di una nazione. Newton
Compton Editori 2008, p.287 .
2 RATNER, RAY, Prigionieri di Guantanamo. Quello che il mondo deve sapere. Nuovi Mondi
Media 2005, p.19.
3 Cfr.art.VII. << That to enable the United States to maintain the independence of Cuba, and to
protect the people thereof, as well as for its own defence, the government of Cuba will sell or
lease to the United States lands necessary for coaling or naval stations at certain specified points
to be agreed upon with the President of the United States >>. Platt Amendment (1903) , in
www.historicaldocuments.com /PlattAmendment.htm
(visitato il 6 luglio 2008).
4 Cfr.art.II. << The grant of the foregoing Article shall include the right to use and occupy the
waters adjacent to said areas of land and water, and to improve and deepen the entrances thereto
and the anchorages therein, and generally to do any all things necessary to fit the premises for
use as coaling or naval stations only, and for no other purpose >>. Agreement Between the
United States and Cuba for the Leases of Lands for Coaling and Naval stations; February 23,
1903, in http://avalon.law.yale.edu/20th_century/dip_cuba002.asp
(visitato il 6 luglio 2008).
2
3
Agli Stati Uniti sono state concesse 45 miglia quadrate, all’incirca 120 chilometri
quadrati5.
L’articolo III stabilisce la continuità della sovranità di Cuba sulle zone appena
descritte, ma è agli Stati Uniti che spetta esercitare completa giurisdizione sulle stesse,
per tutto il tempo in cui occuperanno le medesime6.
Nel 1934 l’Emendamento Platt è stato abrogato e sostituito da un nuovo trattato
contrassegnato dai medesimi termini, con l’aggiunta di una disposizione di estrema
rilevanza: l’accordo non prevedendo alcuna data di scadenza, avrebbe potuto terminare
soltanto con la reciproca approvazione di entrambe le parti contraenti; difficile
ipotizzare una simile eventualità7.
Le relazioni tra la base e Cuba sono rimaste stabili durante tutto il periodo delle
due guerre mondiali, incrinandosi verso la fine degli anni cinquanta con la rivoluzione
cubana guidata da Fidel Castro, che ha avuto inizio da una sessantina di chilometri
distanti dalla base stessa8.
Il governo cubano rifiuta il denaro elargito dagli Stati Uniti, quale corrispettivo
per l’affitto della base, proprio dal 1959, periodo che coincide con la presa di potere da
parte di Castro.
Il 4 gennaio 1961 il Presidente Eisenhower ha interrotto definitivamente le
relazioni diplomatiche con Cuba, in conseguenza dell’adesione alla linea marxista da
parte del leader cubano, il quale ha sostenuto la piena illegalità della concessione della
base. I rapporti sono peggiorati ulteriormente nel 1962, quando si è appresa la notizia
che dei missili sovietici sono stati collocati sul territorio cubano e di conseguenza sono
state poi impiantate circa 75.000 mine oltre il confine della base. Nel 1964 vi è stata
un’altra crisi tra i due paesi provocata dall’arresto di trentasei cubani per aver pescato
nelle acque della Florida, a seguito del quale Castro ha interrotto i rifornimenti idrici
alla base9.
___________________________________________________
5 U.S. Naval Station Guantanamo Bay Cuba, in USNB CTMO History
www.cnic.navy.mil/Guantanamo/AboutGTMO/gtmohistgeneral/gtmohistgeneral
(visitato il 6 luglio 2008).
6 Cfr.art. II, Agreement Between the United States and Cuba for the Leases of Lands for Coaling
and Naval stations; February 23, 1903, cit.
7 Si veda U.S. Naval Station Guantanamo Bay Cuba. cit .
8 Ivi.
9 È interessante rilevare che è in occasione di quest’episodio, che nella base è da anni prestata
molta attenzione alla questione ambientale; paradossalmente se un soldato investisse un’iguana,
potrebbe incorrere in una pena che prevede la reclusione fino a dieci anni di carcere, ed una
multa di 10.000 dollari. SMITH, L’inferno di Guantanamo, cit. p.11.
4
L’utilizzo della base come prigione ha avuto inizio nei primi anni novanta, durante
l’amministrazione di George Bush senior, per relegare 34.000 rifugiati haitiani scappati
dal loro paese a causa di un violento colpo di stato.
Tali campi, circondati da filo spinato e sorvegliati dalle truppe statunitensi erano
ben lontani dall’essere un semplice “rifugio”. Quest’episodio è di notevole importanza,
poiché l’intento dell’allora Presidente era quello di trattenere i profughi haitiani, (molti
dei quali avrebbero voluto raggiungere proprio gli Stati Uniti alla ricerca di una vita più
dignitosa) negando loro lo status di rifugiati10.
La United States Court of Appeals, Eleventh Circuit, nel caso Cuban American
Bar Ass’n, Inc. v. Christopher, ha stabilito che gli stranieri detenuti al di fuori degli Stati
Uniti, non avrebbero avuto gli stessi diritti di un cittadino statunitense, poiché trattenuti
su di un territorio (Guantanamo) soggetto alla sovranità di Cuba11.
Il Presidente George Bush figlio, pochi anni dopo ha per così dire preso spunto da
questa vicenda, nel considerare la base una sorta di “zona franca”.
Gli ultimi haitiani hanno lasciato l’isola nel 1995; la base come sarà analizzato,
conoscerà una nuova tragica notorietà, a seguito dell’11 settembre 200112.
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10 Ibidem, p.298.
11 << The Cuban migrants and the Haitian migrants are asserting statutory rights under the
Immigration and Nationality Act, and the Refugees Convention >>!, << We disagree that
control and jurisdiction is equivalent to sovereignty >>, << We further concluded that the
interdict Haitian [on Coast Guard cutters and at Guantanamo Bay] have none of the
substantive rights..>>, << Aliens outside the United States, cannot claim rights to enter or be
paroled into the united States based on the Constitution >>. Cuban American Bar Ass’n, Inc. v.
Christopher, 43 F.3d 1412 (11th Cir.1995), in
hthttp://www1. umn.edu/edu/humanrts/refugee/CubanABA_v_Christopher.ml
(visitato il 6 luglio 2008).
12 SMITH, L’inferno Di Guantanamo, cit . p.299.
5
1.2. “The war on terror”
L’11 settembre 2001 è stato un giorno che ha letteralmente inciso sul corso della
storia contemporanea; degli affiliati appartenenti alla cellula terroristica di Al-Qaeda
hanno dirottato e poi fatto schiantare quattro aerei di linea sul World Trade Center, sul
Pentagono e sulla contea del Somerset in Pennsylvania, uccidendo in questo modo più
di 3.100 persone13.
Dal 12 settembre l’orga nizzazione terroristica di Al-Qaeda, fino al giorno prima
sconosciuta ai meglio informati, è diventata pubblicamente nota.
Il nome di Osama Bin Laden14, il miliardario saudita che ormai da tempo minaccia
gli Stati Uniti, è cominciato a circolare fin da sub ito; una risposta militare non sarebbe
tardata ad arrivare:
<< I can hear you. The rest of the world hears you. And the people who knocked
these buildings down will hear all of us soon >>15.
A seguito di tale attentato terroristico, il Congresso ha emesso il 18 settembre
l’Authorization for Use of Military Force (AUMF)16, ai sensi del quale il Presidente
Bush è stato autorizzato:
<< to use all necessary and appropriate force against those nations,
organizations, or persons he determines planned, authorized, committed, or
aided the terrorist attacks that occurred on September 11-2001, in order to
prevent any future attacks of international terrorism against the United States
by such nations, organizations or persons >>.
___________________________________________________
13 IRAOLA, Enemy combatants, the courts, and the constitution, University of Oklahoma Law
Review, in http://wy.us/applications/oscn/DeliverDocument.asp?citeID=438669
(visitato il 6 luglio 2008).
14 REHMAN, GHOSH, International law, Us foreign policy and post 9/11 Islamic
fundamentalism: the legal status of the war on terror, Nordic Journal of International law, 77
(2008), pp. 87-103, p.100. Bin Laden “si è affacciato” per la prima volta sul panorama
internazionale durante il periodo della Guerra Fredda, quando gli Stati Uniti, in conseguenza
dell’invasione russa in Afghanistan, hanno deciso di appoggiare dei fondamentalisti religiosi
quali: Osama Bin Laden, i Mujaheeden ed il regime talebani nella loro battaglia contro la Russia.
Successivamente al crollo dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti ne hanno perso per lungo tempo
interesse.
15 Frase pronunciata da Bush il 14 settembre 2001 a Ground Zero , dove sorgevano le torri gemelle,
in
www.whitehouse.gov/news/releases/2001/09/20010914-9.html
(visitato il 6 luglio 2008).
16 Authorization for Use of Military force, Pub. L. N. 107-40, 115 Stat. 224 (2001), in
http://frwebgate.access.gpo.gov/Cgi-
bin/getdoc.cgi?dbname=107_cong_public_laws&docid=f:publ040.107.pdf
(visitato il 6 luglio 2008).
6
Il 20 settembre il Presidente Bush ha tenuto un discorso innanzi al Congresso ed il
suo intento è stato da subito chiaro; ha avuto inizio quella che sarà ricordata come la
“guerra al terrore”:
<< Our war on terror begins with al Qaeda, but it does not end there. It will not
end until every terrorist group of global reach has been found, stopped and
defeated >>17.
Per la prima volta dalla guerra in Vietnam un Presidente americano ha riutilizzato
la parola “guerra”. In questi ultimi anni infatti è stato adoperato prevalentemente il
termine “operazione”18.
Presto sono cominciate a diffondersi le prime perplessità su come sarebbe stato
condotto l’intervento militare. Ciò che desta maggiormente preoccupazione, come
notato da Michael Walzer, è che non si può reprimere un governo che supporta attività
terroristiche, terrorizzandone la popolazione civile19.
L’ondata di solidarietà internazionale suscitata dallo spietato e disumano attacco
dell’11-9, dopo pochi anni si è tramutata in disistima e sdegno; gli Stati Uniti hanno
intrapreso un cammino d’egemonia, di cui Guantanamo, come vedremo, ne è il riflesso.
___________________________________________________
17 Il testo è disponibile all’indirizzo elettronico
www.whitehouse.gov/news/releases/2001/09/20010920-8.html
(visitato il 9 luglio 2008).
18 VIERUCCI, Prisoners of war or protected persons qua unlawful combatants? The judicial
safeguards to which Guantanamo Bay detainees are entitled, in Journal of International
Criminal Justice 1 (2003), pp.284-314, p.287.
19 WALZER, First define the battlefield, in The New York Times, September 21, 2001, in
http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9E05E3DB113BF932A1575AC0A9679C8B6
3
(visitato il 9 luglio).
7
1.2.1. (segue)
Il primo quesito che ci si deve porre è se l’attacco al World Trade Center, debba
essere considerato o no un atto di guerra, tale da giustificare una risposta militare in
nome di una presunta legittima difesa contro l’Afghanistan, individuato quale “base”di
Al-Qaeda.
Si parte quindi dal concetto di “autotutela”, intesa quale reazione a fronte di un
illecito20; la Corte Internazionale di Giustizia ne ha delineato i limiti nella sentenza tra
Nicaragua e Stati Uniti “Attività militari e paramilitari in e contro il Nicaragua”, ai sensi
della quale l’autotutela non può consistere nella minaccia o nell’uso della forza, vietati
dall’art.2, par.4, della Carta delle Nazioni Unite, avendo pertanto tale divieto natura
consuetudinaria21.
Un’eccezione a tale principio è riscontrabile nell’art. 51 della Carta, il quale
stabilisce la legalità della legittima difesa quale reazione verso un’aggressione armata,
nei confronti di un membro delle Nazioni Unite.
Il senso dell’art. 51 è stato, a mio avviso, utilizzato pretestuosamente dagli Stati
Uniti e dalla coalizione di Stati che ne hanno appoggiato la missione, fino al punto di
vo ler motivare la guerra contro l’Afghanistan, con lo scopo di distruggere le basi di Al-
Qaeda e di catturarne i membri, primo fra tutti il suo leader Bin Laden.
A parer mio, facendo un’ipotetica analisi di costi-ricavi, è chiaro che si è accettato
il “rischio” di un ingente dispendio di vite umane; altro sangue sarebbe continuato a
scorrere.
___________________________________________________
20 TANZI, Introduzione al diritto internazionale contemporaneo, Padova, 2006, p.434 ss.
21 Attività militari e paramilitari in e contro il Nicaragua (Nicaragua v. United States of
America), CIJ Recueil, 1986, par.190.
8
L’attacco armato ai sensi dell’art. 51 implica l’utilizzo di forze militari da parte di
uno Stato. Nonostante il Consiglio di Sicurezza abbia sostenuto l’azione militare del
governo statunitense, benché in modo discutibile, contro l’Afghanistan quale
fiancheggiatore della rete terroristica di Al-Qaeda, risulta difficile attribuire a tale Paese
la responsabilità di quanto è accaduto, tale da giustificare un intervento armato, a meno
che non si debba considerare Al-Qaeda quale organo dello Stato stesso22.
Volendo imputare gli attentati dell’11 settembre all’Afghanistan, si potrebbe far
riferimento all’articolo 8 del Progetto di articoli sulla responsabilità degli Stati per atti
intenzionalmente illeciti23. Rifacendosi alla pronuncia della Corte internazionale di
giustizia (Nicaragua c. Stati Uniti)24, un controllo “generale” da parte di uno Stato su
degli individui autori di un atto illecito, non può essere considerato un requisito
sufficiente ai fini dell’attribuibilità della responsabilità dell’illecito allo Stato in
questione. Nel caso specifico che si sta analizzando, non vi sono tuttavia delle prove che
possano dimostrare l’esistenza di un controllo “specifico” da parte dell’Afghanistan, sul
compimento degli attentati di Al-Qaeda, risultando quindi “faziosa” una reazione
armata in legittima difesa.
___________________________________________________
22 Si veda § 2.3.1.
23 Ivi.
24 par. 110 << …the Court indicates that the various forms of assistance provided to the contras
by the United States have been crucial to the pursuit of their activities, but is insufficient to
demonstrate their complete dependence on United States aid >>. Attività militari e
paramilitari in e contro il Nicaragua (Nicaragua v. United States of America), cit .
9
1.3. Il “viaggio” verso Guantanamo -
Al fine di introdurre il tema della tesi, è opportuno effettuare una breve
digressione, per contestualizzare la questione.
La rimozione del regime dittatoriale dei Talebani, caratterizzato da indubbie
atrocità commesse dalla loro presa di potere risalente al 1995, è stata una delle
giustificazioni apportate dall’amministrazione Bush al fine di conferire legittimità
all’intervento militare in Afghanistan ed in Iraq25.
Nel momento in cui gli Stati Uniti ed i suoi Alleati hanno cominciato a
bombardare l’Afghanistan, il Presidente Bush ha così annunciato in un suo discorso:
<<The Taliban has been given the opportunity to surrender all the terrorists in
Afghanistan and to close down their camps and operations. Full warning has been
given, and the time is running out>>26.
L’operazione militare, denominata Operation Enduring Freedom, è stata
giustificata dall’amministrazione Bush e dai suoi partners, peraltro con modalità
discutibili, facendo leva sul diritto di legittima difesa presente nella Carta delle Nazioni
Unite26.
A pochi giorni dall’attentato, non soltanto gli Stati Uniti hanno identificato i
presunti colpevoli, ma il Presidente Bush ha cominciato ad agire in qualità di “giudice,
giuria e giustiziere”27. La politica estera adottata dagli Stati Uniti in Afghanistan risulta
alquanto fallimentare; se l’obiettivo reale era quello di catturare Bin Laden28, sradicare
Al-Qaeda e le forze talebane e porre fine al terrorismo, risulta chiaro come non siano
stati raggiunti i risultati prefissi.
___________________________________________________
25 REHMAN, GHOSH, International law, cit., p.100.
26 disponibile all’indirizzo elettronico
www.whitehouse.gov/news/releases/2001/10/20011006.html
(visitato il 15 settembre 2008).
27 JINKS, State Responsibility for the Acts of Private Armed Groups, Chicago Journal of
International law, Vol. 4, 203, pp. 1-15, p.6.
28 REHMAN, GOSH, International law, cit., p.93.
10