7
misurazioni indirette, a quelle dirette, al modello dei Gap, alla
Customer Satisfaction Management.
Nel terzo capitolo sono state affrontate le tematiche sul turismo,
la sua evoluzione, ed in particolare in Italia, le componenti della
domanda e della offerta che caratterizzano il turismo. Si è poi
approfondito il tema del settore alberghiero e della Customer
Satisfaction nel settore turistico ed alberghiero.
Infine, nell’ultimo capitolo è stato analizzato il caso aziendale,
Casa Angelina Lifestyle Hotel, riportando dati sulla nascita e
crescita della struttura, sul tipo di offerta e di domanda, e
sull’importanza che la Customer Satisfaction ha all’interno della
struttura.
Chi scrive desidera ringraziare la direzione dell’albergo per aver
fornito le informazioni necessarie alla redazione di questo
elaborato, ed il dott. Gaetano Bellipanni, Sales & Marketing
Director di Casa Angelina Lifestyle Hotel, per essere stato
sempre disponibile durante gli incontri avuti in sede.
8
CAPITOLO PRIMO
CUSTOMER SATISFACTION: IL CLIENTE E
LA SUA SODDISFAZIONE
SOMMARIO: 1.1 Il Marketing nella gestione dell’impresa; 1.2
Analisi dei bisogni della clientela; 1.3 Segmentazione del
mercato; 1.4 La Customer Satisfaction: l’importanza della
soddisfazione del cliente per l’impresa.
1.1 Il Marketing nella gestione dell’impresa
Tra le funzioni di gestione di una impresa, un ruolo chiave viene
svolto dalla funzione di Marketing.
Il termine viene dal verbo inglese “to market” che significa
“commercializzare” o “introdurre nel mercato”, però come molte
parole anglosassoni, la trasposizione dall’inglese all’italiano, ne
ridimensiona il significato, poiché il termine “marketing” include
al suo interno un concetto abbastanza complesso.
9
Sono state date varie definizioni del termine Marketing, ognuna
ha contribuito a mettere in evidenza e a spiegare un aspetto di
questa attività.
La definizione più soddisfacente e forse più completa è stata
formulata da Philip Kotler secondo il quale: “Il Marketing è
l’attività umana diretta a facilitare e realizzare gli scambi; è
l’arte, la scienza di scegliere mercati obbiettivo e di conquistare,
mantenere e far crescere i consumatori attraverso la creazione,
la diffusione e la comunicazione di un valore superiore”.1
Lo scambio suppone la presenza di due parti le quali vogliono
migliorare la propria condizione iniziale. Il luogo in cui possono
avvenire gli scambi tra le parti è il mercato, il quale può variare
in dimensioni e a seconda della disponibilità e dell’interesse che
il prodotto suscita nelle parti.
Come tutti i tipi di attività, anche il Marketing ha avuto una sua
evoluzione nel tempo, Philip Kotler è stato tra i primi ad
analizzare tale attività.
Il Marketing è passato attraverso degli stadi evolutivi che Kotler
ha riassunto così:2
Stadio dell’autosufficienza: in questo stadio non vi è
alcun tipo di attività di scambio, l’uomo tende a
consumare tutto quello che produce, per questo non ha
senso introdurre il concetto di marketing;
1
Philip Kotler, Marketing Management, New Jersey : Prentice Hall, 2006
2
Ibidem nota precedente
10
Stadio del consumismo primitivo: si allarga la
comunità, andando oltre la cellula familiare, sviluppando
anche un inizio di processo sociale ed economico;
Stadio del semplice baratto: comincia una prima
specializzazione del lavoro che comporta l’instaurarsi
dell’economia del baratto, questo porta l’individuo a
produrre determinati beni in eccedenza rispetto al proprio
fabbisogno e della famiglia, scambiandoli con dei beni di
cui ha bisogno, ma che non è capace a produrre da sé.
Cominciano i primi rudimenti di Marketing: la ricerca di
individui che hanno a disposizione beni in eccedenza e
che a loro volta necessitano di altri beni; la trattativa per
definire il rapporto di scambio tra bene ceduto e bene
ricevuto. Il marketing è quindi quella attività che
determina la realizzazione dello scambio tra due
individui.
Stadio dei mercati localizzati: lo sviluppo del lavoro,
l’aumento della produzione specializzata, l’intensificarsi
degli scambi con baratto, rende più difficile agli individui
le fasi di ricerca e rende più complicato definire i rapporti
di scambio tra beni. Si evolvono anche quelli che sono i
bisogni dell’individuo che non riguardano più la semplice
sopravvivenza. Le attività di baratto vengono favorite da
alcune strutture fisse per l’esposizione e la conservazione
dei beni. Nasce una nuova figura di individui che facilita
e agevola l’attività di ricerca e trattativa: gli intermediari.
11
Stadio dell’economia monetaria: aumentano i beni
prodotti e offerti; grazie alla specializzazione nelle
produzioni migliora la qualità del prodotto, rendendo
difficile definire il rapporto di scambio tra beni;
incrementano i bisogni degli individui; la classe degli
intermediari rafforza il proprio potere. Tutto ciò rende
inadeguato il sistema del baratto per lo scambio dei
prodotti, per questo motivo si fa avanti l’idea di introdurre
un mezzo comune di scambio al quale riferirsi nelle
attività di scambio. L’introduzione della “moneta”
favorisce lo sviluppo economico e del commercio dando
inizio allo sviluppo delle produzioni e all’accumulo di
capitali.
Stadio paleocapitolistico: in questo stadio svanisce la
concezione della produzione per la sopravvivenza e viene
introdotta la concezione di produzione ai fini di lucro. La
classe degli intermediari scambiano moneta con il lavoro
di altri individui che produrranno beni per i loro
imprenditori. Nasce così una nuova classe che è quella dei
mercanti come intermediari tra i produttori e i
consumatori.
Stadio della produzione di massa: è lo stadio in cui le
imprese tendono a massimizzare il loro profitto e ad
aumentare la loro produzione. In questo periodo si
percepisce l’importanza dell’attività direzionale
nell’organizzazione delle risorse per la massimizzazione
del loro rendimento e del profitto. Da qui nacquero
12
diverse attività del Marketing moderno, come la
comunicazione nelle forme di: marca, confezione,
pubblicità, vendita personale, promozione. Il Marketing
viene impostato come complesso di attività economiche
rivolto a stimolare e migliorare il flusso dei beni e servizi.
Stadio della società affluente: si parla di società
affluente quando vi è un gran numero di individui che la
compongono, che dispongono di beni in più rispetto a
quanto li necessita per soddisfare i loro bisogni primari.
Le imprese in questo stadio studiano sia i bisogni degli
individui, sia ciò che gli individui vogliono, adeguando i
loro sforzi e le loro produzioni alle esigenze riscontrate.
L’attività di Marketing diventa ancora più complessa e si
arricchisce di tecniche più sofisticate. In particolare,
assumono una maggiore importanza le ricerche di
marketing volte alla raccolta del maggior numero
possibile di informazioni sui desideri dei diversi tipi di
consumatori, sui loro giudizi sui vari beni prodotti dalla
impresa, sui loro atteggiamenti nei confronti delle diverse
comunicazioni da parte delle aziende. La caratteristica
fondamentale di questa fase è il passaggio dell’interesse
dell’impresa dal prodotto al consumatore. Il Marketing
viene considerato, quindi, come un mezzo per interpretare
i desideri dei consumatori e come obbiettivo ha la
creazione di beni e servizi per soddisfare tali desideri.
13
Le imprese, quindi, con il tempo hanno modificato e cambiato i
propri atteggiamenti nei confronti dei consumatori, dei prodotti e
del mercato.
All’inizio le imprese avevano esclusivamente un orientamento
alla produzione, dove ciò che contava di più era aumentare la
produzione. La domanda aumentava rapidamente, i consumatori
non avevano particolari bisogni e particolari esigenze ed
acquistavano tutto ciò che veniva prodotto ed offerto sul
mercato. Non vi erano da parte delle imprese particolari sforzi
commerciali, in quanto le imprese avevano la concezione che il
consumatore fosse più interessato alle caratteristiche fisiche del
prodotto che alla soluzione di problemi.
Si passò poi ad un orientamento alle vendite, dove le imprese
svilupparono delle tecniche di vendita più aggressive, dovendo
sopperire ad un calo delle stesse, introducendo manovre sui
prezzi e prendendo coscienza che, investendo sulla promozione,
si può ampliare la domanda di qualsiasi prodotto. Anche in
questo orientamento la soddisfazione del cliente e dei suoi
bisogni, viene considerata secondaria rispetto al conseguimento
dell’ordine.
Successivamente ci fu un orientamento al mercato, con
l’aumento delle imprese offerenti, aumentò anche la concorrenza
e le imprese cominciarono ad introdurre metodi di Marketing. Le
imprese tendevano a studiare e comprendere al meglio i
comportamenti e le esigenze dei consumatori, in modo tale da
poterli soddisfare al meglio e prima della concorrenza. Partendo
dalla domanda potenziale, le imprese risalgono a cosa produrre e
14
a cosa vendere, cercano di capire cosa ricerca il mercato e infine
comprendono l’importanza della promozione dell’acquisto. Si
parte quindi dai bisogni dei clienti per pervenire, tramite i metodi
di Marketing, alla loro piena soddisfazione.
Infine, venne introdotto l’orientamento al Marketing. In questa
fase il Marketing diventa totale, assumendo una funzione di
controllo di tutto il sistema aziendale, diventando così un modo
di pensare, uno stile di vita aziendale.
Il Marketing deve bilanciare tre elementi:
I desideri dei clienti;
I profitti dell’imprese;
Il benessere sociale.
Quindi nella “mission” dell’impresa viene introdotto un nuovo
imperativo, creare clienti soddisfatti.
Tutto ciò comporta che l’impresa, nell’affrontare e soddisfare le
esigenze ed i bisogni dei consumatori, dovrà attuare delle
strategie di marketing, ovvero tutte quelle procedure, tutti quei
metodi, che possono permettere all’impresa di raggiungere
determinati obiettivi. In altri termini, trasformare le risorse in
servizi che possano soddisfare i bisogni.
Un fatto controverso è se il primo atto di una stratega di
Marketing posta in essere dall’impresa, sia quello di individuare
le opportunità o quello di fissare gli obiettivi da raggiungere. In
realtà si potrebbe inserire un altro punto, ovvero l’analisi delle
15
risorse dell’impresa. Si ritiene che questi tre concetti debbano
essere tenuti presente contemporaneamente.3
Prima ancora di porre in essere le strategie di Marketing,
l’impresa, tramite i propri organi di comando, decide sulle
strategie di gestione, che possono riguardare sia il lungo periodo,
circa la definizione delle strategie dell’impresa, oppure il breve
periodo per scongiurare la possibilità di una uscita dal mercato
da parte dell’impresa a causa di un lento adattamento della stessa
alle nuove esigenze dei consumatori.
Proprio nei confronti dell’evoluzione dell’ambiente esterno,
l’impresa può assumere tre tipi di atteggiamento:4
Un atteggiamento di attesa: l’impresa aspetta il verificarsi
dei fenomeni evolutivi nel mercato o nel contesto più
vasto del macro-ambiente, in modo tale da promuovere
gli opportuni adattamenti alla gestione per adeguarsi alle
nuove esigenze;
Un atteggiamento anticipatorio: questo tipo di
atteggiamento prevede un continuo sforzo da parte
dell’impresa nella previsione dei mutamenti ambientali,
con lo scopo di poter realizzare, con il giusto tempismo e
la giusta anticipazione, le necessarie modifiche ai
comportamenti di gestione dell’impresa;
Un atteggiamento attivo: con questo atteggiamento
l’impresa cerca di diventare attore principale del mercato
3
Carlo Fontanelli, Istituzioni di Marketing, 1998, Scuola di Palo Alto.
4
Sergio Sciarelli, Economia e Gestione delle Imprese, 1997, CEDAM.
16
e dell’ambiente (micro o macro), in modo tale da poterlo
influenzare in modo positivo e trarre un vantaggio circa lo
sviluppo aziendale.
Questa classificazione ci riporta tre diversi modelli di gestione:
nel primo l’impresa ha un comportamento ripetitivo, per niente
innovativo, dove le azioni di adattamento sono una conseguenza
della variazione dell’ambiente; nel secondo si pone l’accento su
di un modello di tipo difensivo, dove i mutamenti nella gestione
dell’impresa, rappresentano una risposta anticipata alle possibili
modificazione dell’ambiente esterno; nel terzo la gestione si
sviluppa sull’innovazione, quale sforzo autonomo dell’impresa
effettuata per conseguire possibili obiettivi strategici di
mutamento dei rapporti con l’ambiente. Si passa quindi da un
processo imprenditoriale con scarsi contenuti innovativi, basato
sull’adattamento ai comportamenti altrui ad un processo
imprenditoriale fortemente innovativo o di leadership nei
confronti dell’ambiente.
Questo comporta delle differenze qualitative, a volte anche
notevoli, del processo di programmazione tra le imprese. La
qualità della programmazione viene quindi misurata nella sua
capacità di configurare con chiarezza gli indirizzi di espansione
del sistema aziendale e di ordinare tutte le decisioni e le
operazioni che sono necessarie per dare seguito alla gestione.
Utilizzando altri termini, ciò che nelle imprese denota il grado di
avanzamento del processo di gestione aziendale, è rappresentato
dall’orientamento strategico delle decisioni imprenditoriali,
17
l’impresa con la formulazione dei piani strategici, inquadra, in
un modo più corretto, la relazione tra ambiente e impresa.
Il concetto di “strategia” viene definito come un comportamento
imprenditoriale di tempo lungo finalizzato al raggiungimento di
obiettivi primari della gestione. In altri termini, la strategia serve
per il raggiungimento in tempi non brevi dei traguardi prefissati,
che vengono stabiliti in funzione del rapporto tra impresa e
ambiente.
Grant definisce la strategia come “l’insieme di obiettivi,
valutazioni, decisioni ed azioni positive, condiviso tra
organizzazione e management”5; Rispoli invece scrive che “la
strategia è costituita dai contenuti delle azioni che un’impresa
intraprende, con riferimento ad una specifica situazione
dinamica dei soggetti e dei sistemi operanti entro e fuori
dell’impresa stessa”.6
Le strategie aziendali vengono ordinate secondo una precisa
gerarchia: al vertice troviamo le strategie complessive, poi quelle
del tipo corporate, al centro quelle competitive e alla base quelle
funzionali.7
L’impresa sceglierà, come prima cosa, il campo o l’area di affari
in cui operare secondo la propria strategia complessiva,
stabilendo i comportamenti da tenere nei confronti della
5
Grant Robert M., L’analisi strategica per le decisioni aziendali : concetti, tecniche,
applicazioni, 1999, Bologna : il Mulino.
6
Rispoli Maurizio, Sviluppo dell’impresa e analisi strategica, 1998, Bologna : il
Mulino.
7
Sergio Sciarelli, Economia e Gestione delle Imprese, 1997, CEDAM.
18
concorrenza e delle altre aree di affari prescelte. Le strategie
competitive definiscono quelli che sono gli obiettivi e le
politiche da adottare per poter fronteggiare la concorrenza e per
poter aumentare la propria clientela, puntando su quelli che sono
i vantaggi competitivi conseguibili. Per poter ottenere tali
vantaggi, Porter indicò alcune strategie da perseguire: leadership
di costo, ovvero una organizzazione delle risorse e delle attività
tale da assicurare dei costi minimi, che possano consentire di
praticare dei prezzi bassi sul mercato, sfruttando al massimo le
economie di scala e contenendo, di conseguenza, i costi di
produzione e di distribuzione; differenziazione del prodotto,
ovvero commercializzare prodotti differenti tali da poter
soddisfare tutte le esigenze e tutti i bisogni della clientela, con
l’obiettivo di creare un’immagine di superiorità che possa
assicurare la scelta da parte del consumatore, anche in presenza
di prezzi di vendita più elevati; specializzazione, ovvero la
concentrazione delle risorse presenti nell’impresa, su alcuni
segmenti del mercato, sviluppando delle offerte che siano in
grado di soddisfare le esigenze di quei consumatori.8
Infine, abbiamo le strategie funzionali che dovranno essere
strumentali rispetto alle strategie competitive scelta dall’impresa.
Si potrebbe parlare anche di strategie operative, poiché rientrano
in questo tipo di strategie tutte le modalità di attuazione delle
funzioni di gestioni.
La definizione delle strategie competitive, porta l’impresa a
mette a fuoco gli obiettivi da raggiungere, ovvero i risultati che
8
Porter M.E., Il vantaggio competitivo, 1986, Milano, Edizioni Comunità.
19
si desidera ottenere, i quali porteranno alla definizione delle
politiche da attuare nei confronti della clientela.
L’obiettivo è il fine che l’impresa tenta di raggiungere con una
certa azione. È evidente che l’impresa non può perseguire tutte
le opportunità che le si prospettano sul mercato, ma dovrà
scegliere quella che, allo stato attuale delle sue risorse, potrà
apportare un vantaggio differenziale.
Fatta quindi una prima selezione delle opportunità, l’impresa
dovrà considerare quelle che rendono possibile la propria
mission.
Per ottenere gli obiettivi sperati, gli obiettivi dovrebbero essere
gerarchizzati, quantitativi, realistici, coerenti.9
Obiettivi gerarchizzati: non essendo tutti di uguale
importanza, gli obiettivi vanno messi in ordine di
importanza attribuita dell’impresa;
Obiettivi quantitativi: gli obiettivi devono essere definiti
in termini operativi e quantitativi, maggiore sarà la
precisione nella definizione nei termini dimensionali,
migliore la probabilità di un utile controllo e di un precisa
programmazione;
Obiettivi realistici: gli obiettivi devono essere indicati tra
quelli che l’impresa può ragionevolmente prevedere;
Obiettivi coerenti: l’impresa dovrà scegliere quegli
obiettivi che non sono in conflitto tra di loro, che possono
9
Carlo Fontanelli, Istituzioni di Marketing, Analisi degli elementi necessari per la
pianificazione di Marketing, 1998, Scuola di Palo Alto.
20
portare allo sviluppo di una azione univoca senza
tentennamenti.
La scelta del mix di Marketing dipende dalla scelta strategica che
è stata effettuata dall’impresa del bersaglio di mercato o
mercato-obiettivo (market-target) che vuole raggiungere. Questo
obiettivo, per essere raggiunto necessita di uno studio
approfondito dei comportamenti dei consumatori, delle loro
abitudini e motivazioni di acquisto, che varia a seconda del tipo
di prodotto preso in considerazione, della frequenza di acquisto,
luogo, causa etc.
Per questo motivo le imprese sono sempre più orientate a
migliorare il servizio al consumatore, a ridurre i tempi per
l’uscita dei nuovi prodotti o per l’uscita di nuove offerte di
mercato.
L’importanza che viene data dall’impresa alla crescita della
componete di “servizio” ha fatto si che ci sia una migliore
differenziazione nella concorrenza e una maggiore fidelizzazione
della clientela.
La difficoltà e gli alti costi di promozione per acquistare nuovi
clienti, ha fatto sì che la customer satisfaction sia diventata tra
gli obiettivi prioritari dell’impresa, poiché si è capito che il
cliente rappresenta la vera ricchezza commerciale dell’impresa.
Altro obiettivo inserito nell’ottica della soddisfazione del cliente,
è la riduzione dei tempi di risposta alle richieste del mercato. Ciò
può avvenire: riducendo i tempi di introduzione e lancio di nuovi
prodotti o servizi (time to market); riducendo i tempi di messa a