2
Nel secondo capitolo, dopo aver illustrato i principi e le usanze della
cultura della classe lavoratrice sulla base dello studio effettuato da
Richard Hoggart nel 1969, ho analizzato il modo in cui Sillitoe affronta
tali tematiche in Saturday Night and Sunday Morning. Il romanzo si
sviluppa intorno al personaggio di Arthur Seaton, un giovane operaio
inglese degli anni ’50 di cui l’autore narra la crisi esistenziale. Sillitoe
presenta la cultura della working-class attraverso il punto di vista di un
giovane scontroso ed impulsivo, il cui comportamento mira a stravolgere
gran parte dei principi della cultura cui appartiene.
Nel terzo capitolo ho preso in esame l’ultimo romanzo dell’autore,
Birthday. L’opera ha un’ambientazione contemporanea; Arthur Seaton,
ormai sessantenne, ripercorre la sua vita facendo chiari riferimenti alla
cultura d’origine, della quale scopre a poco a poco l’inadeguatezza.
Anche in questo caso, mi sono soffermata ad analizzare gli aspetti
principali della cultura proletaria, evidenziando, di volta in volta, il modo
in cui il protagonista si rapporta ad essa. Nel romanzo, è evidente il
legame tra Arthur Seaton e Sillitoe il quale, dopo anni, torna a scrivere di
Nottingham e della sua cultura d’origine, che viene ora presentata
attraverso il punto di vista di un uomo anziano che si sente ormai
prossimo alla morte.
Seguendo le tematiche ricorrenti nelle due opere, mi sono concentrata
soprattutto sugli aspetti che riguardano il difficile rapporto tra la classe
lavoratrice e l’autorità politica ed economica; ho quindi affrontato il tema
del lavoro, soffermandomi ad analizzare il modo in cui l’operaio si
rapporta col mondo della fabbrica, per poi esaminare le caratteristiche
della famiglia proletaria e il ruolo della donna all’interno di essa.
3
In entrambe i romanzi Sillitoe fa numerosi riferimenti ai luoghi chiave
della cultura proletaria: la casa, i pubs e la fabbrica, accompagnati da
descrizioni accurate della sua città natale, Nottingham.
A mio parere, la parte più interessante del lavoro è stata quella di rilevare
il modo in cui l’autore giudica i cambiamenti che hanno toccato lo stile di
vita del ceto lavoratore; se nel primo romanzo tutto è visto con gli occhi
di un giovane impulsivo ed esuberante, in Birthday, Sillitoe descrive
Nottingham attraverso il punto di vista di una persona anziana che vede il
passato con un misto di nostalgia e malinconia.
Trovo che Alan Sillitoe sia stato molto abile nel descrivere le
problematiche sociali ed economiche della classe lavoratrice, miscelando
senso di partecipazione e spirito critico.
4
CAPITOLO I
1. La vita e le opere di Alan Sillitoe.
1.1. La vita e l’ambiente.
Alan Sillitoe nasce a Nottingham il 4 Marzo 1928 “in the front bedroom
of a red-bricked council house”
1
; è il secondogenito di cinque figli e la
sua è una famiglia numerosa che da diverse generazioni appartiene al ceto
lavoratore.
Alan nasce nel bel mezzo della grande crisi economica dei primi anni ’30
e la sua famiglia, come molte altre in quel tempo, ne subì le gravi
conseguenze, quali la disoccupazione e il senso di precarietà. La ripresa
ci fu soltanto con la partecipazione dell’Inghilterra alla Seconda Guerra
Mondiale. Con lo scoppio del conflitto aumentarono le richieste di ogni
bene materiale come pure l’offerta di lavoro associata all’economia di
guerra.
Alla ripresa economica si accompagnò però la paura di non poter vivere
abbastanza a lungo da godersi tale benessere. Iniziarono i raid aerei
(anche su Nottingham) e si prese coscienza del fatto che la morte poteva
colpire chiunque e in qualsiasi momento, da cui l’attitudine al carpe diem
e al fatalismo, temi presenti in gran parte dell’opera di Sillitoe.
Nel 1942, ad appena quattordici anni, Sillitoe lascia gli studi per andare a
lavorare come tornitore alla “Raleigh Bicycle Factory”. Pur essendo
ancora molto giovane, Alan possiede già una forte passione per i libri ed
è fortemente determinato a scrivere e pubblicare un romanzo. Il suo
primo “sforzo letterario”, andato perduto, si ispirava alle avventure dei
suoi cugini, la famiglia Seaton.
1
Alan Sillitoe, Life Without Armour: An Autobiography, London, Flamingo, 1995, p. 7.
5
A soli sedici anni, Sillitoe si sentiva “in every respect a fully integrated
workman.” L’autore sostiene che per un operaio era quasi normale nutrire
degli ideali socialisti
2
.
Il ‘Labour Party’, infatti, stava guadagnando forza soprattutto nell’ambito
del ceto operaio; dopo aver vinto lo scontro elettorale del 1945, i
Laburisti rimasero al potere fino al 1951. In sei anni apportarono diverse
riforme sociali che toccarono soprattutto la classe lavoratrice:
l’“Educational Act” del 1944, attraverso il quale molti giovani della
classe operaia poterono accedere all’istruzione secondaria; il “National
Healthcare Service” del 1946 e i diversi provvedimenti relativi alla
Nazionalizzazione delle industrie del ferro, dell’acciaio, del gas, del
carbone, dell’elettricità e dei trasporti; eventi che cambiarono il modo di
vivere di tutti gli inglesi, anche se per nessuno il cambiamento fu così
evidente come lo fu per la classe lavoratrice.
Per molti, la nuova prosperità durò solo fino alla fine del conflitto
mondiale; gran parte della letteratura degli anni ’50, infatti, riflette lo
scontento e la rassegnazione del ceto proletario che si scopre defraudato
dall’economia di guerra. A diciassette anni Sillitoe si arruola volontario
nella “Royal Air Force” e, dal 1946 al 1947, vive nello Wiltshire, dove
lavora come operatore radiofonico, mansione che poi svolgerà per
diciotto mesi in Malesia. E’ qui che l’autore inizia a leggere opere di
vario genere e sviluppa la sua passione per la letteratura.
Mentre si trova ancora in Malesia gli viene diagnosticata la tubercolosi e
viene ricoverato in un ospedale militare dove rimane per un lungo
periodo. L’isolamento contribuisce a rafforzare la sua vena artistica; sono
di questi anni, infatti, le sue prime opere letterarie di vario genere.
2
Ibidem, p. 75. “In the factory we talked about how politics were interesting to us now that
Labour had won. There was a feeling that government had come just that bit nearer to
ordinary people”.
6
1.2. Le opere.
Tra il 1952 e il 1959 Sillitoe vive a Majorca dove scrive il manoscritto
del suo primo romanzo, Saturday Night and Sunday Morning, il poema
The Rats e sei racconti che appariranno nella sua prima raccolta. Dopo
diversi tentativi andati falliti, riesce a mandare alle stampe solo una
piccola raccolta di poesie, Without Beer or Bread (1957). Tornato in
Inghilterra nel 1958, iniziano le fortune professionali con la casa editrice
W. H. Allen, che pubblica Saturday Night and Sunday Morning -
vincitore dell’ “Authors’ Club Prize” per il migliore primo romanzo
inglese nel 1958. L’anno seguente viene pubblicata la raccolta di racconti
dal titolo The Loneliness of the Long-Distance Runner, che ottiene
l’“Hawthornden Prize” della Letteratura. Le prime due opere di Alan
Sillitoe hanno dunque un enorme successo critico anche se, come
sottolinea Peter Hitchcock, gran parte del successo tra i lettori della classe
lavoratrice, arriva solo dopo che questi due lavori sono trasformati in
opere cinematografiche
3
.
Gran parte dei critici vedono in Saturday Night and Sunday Morning un
esempio perfetto di “Working-Class Novel” con il protagonista, Arthur
Seaton, che è spesso presentato come l’emblema dell’ “Angry Young
Worker”. Allo stesso modo Smith, il protagonista di The Loneliness of the
Long-Distance Runner, per la critica viene a rappresentare l’istinto
ribelle e anarchico di cui la generazione degli “Angry Young Men”
sembrava essere portavoce.
Negli anni a venire Sillitoe continua a scrivere infaticabilmente; egli
stesso dichiarerà che molte delle opere pubblicate in quel tempo erano già
state scritte in anni precedenti e furono solo revisionate.
3
Peter Hitchcock, Working-Class Fiction in Theory and Practice, London, UMI Research
Press, 1989, p.76. “Both the price and availability of the novel precluded wide working-class
readership.”
7
Nel 1960 scrive un altro romanzo: The General che si presenta sotto
forma di favola. La critica, che aveva sottolineato il realismo dei primi
due lavori dell’autore, in questo caso non si esprime in maniera
favorevole. R. A. Penner sostiene che The General, “was not the type of
material expected of a writer who in his first two books seemed
appropriately classified as a chronicler of English lower-class life”.
4
Nel 1961 Sillitoe pubblica Key to the door, la tanto attesa sequela a
Saturday Night and Sunday Morning. Con quest’opera l’autore torna ad
affrontare in chiave realistica i problemi della classe lavoratrice, la quale
viene ora fotografata nel periodo in cui fu maggiormente minata dalle
difficoltà economiche, gli anni ’30. Del romanzo Irving Howe apprezza:
“the rich evocation of life in an English industrial town during the
depression years.”
5
Nel 1963 viene pubblicata una raccolta di racconti dal titolo The
Ragman’s Daughter, dove Sillitoe si concentra per lo più sul conflitto tra
gli “haves” e gli “have-nots”; anche in questo caso la critica accoglie
l’opera con grande entusiasmo.
Continua intanto la pubblicazione di diverse raccolte di poesie e di altri
romanzi, tra i quali la sequela a Key to the Door, The Open Door (1989);
fino ad arrivare all’ultimo romanzo, Birthday (2001), dove Sillitoe torna a
scrivere del protagonista di Saturday Night and Sunday Morning, Arthur
Seaton.
Sillitoe è anche autore di numerose raccolte di racconti e di diverse opere
autobiografiche, tra le quali la più recente è Life Without Armour del
1995.
4
Allen Richard Penner, Alan Sillitoe, New York, Twayne Publishers, 1972, p. 91.
5
Irving Howe, citato in A. R. Penner, Alan Sillitoe, cit., p. 113.
8
Nella sua carriera di scrittore (dal 1958 ad oggi ha scritto quasi cinquanta
libri), vanta anche la pubblicazione di guide di viaggio e numerosi testi
per bambini, oltre ai diversi interventi (raccolti in antologie e saggi) in
materia letteraria e sociale.
9
2. Alan Sillitoe e il suo tempo.
2.1. La Società Inglese del Secondo Dopoguerra.
Negli anni ’50 la Gran Bretagna entra nell’era della stabilità e
dell’abbondanza; sono gli anni del benessere economico e della vasta
diffusione di beni materiali: quasi ogni famiglia può permettersi un
televisore e il tenore di vita, anche dei ceti finora più disagiati, è
nettamente migliorato.
Three successive Conservative general election victories […] began to fuel
speculation that class divisions had been eroded, that the working class was
undergoing a process of ‘embourgeoisement’, and that traditional ‘cloth
cap’ loyalties to socialism had been washed away in a flood of
consumerism.
6
Si è nel pieno della nuova “società materialistica” e i giovani, pur avendo
maggiori disponibilità economiche rispetto alle precedenti generazioni,
sembrano comunque gravati da ciò che Davies e Saunders definiscono:
“lack of direction or ‘moral purpose’”
7
.
Autorità religiose, accademiche e politiche sostengono che la causa
dell’attuale decadenza giovanile sia da rintracciarsi nell’alienazione
sociale creatasi con il diffondersi della nuova cultura materialistica. A tal
proposito Davies e Saunders citano proprio come conseguenza di questo
forte senso di alienazione, il fatto che molti giovani finiscono per
identificarsi nella figura di James Dean , “rebel without a cause”
8
.
Anche il mondo della politica sembra segnato da una profonda crisi degli
ideali. La sinistra, che da sempre è stata portavoce della protesta sociale,
6
Alistar Davies e Peter Saunders, “Literature, Politics and Society”, in Alan Sinfield, a cura di,
Society and Literature 1945-1970, London, Methuen, 1983, p. 21
7
Ibidem.
8
Ibidem.
10
proprio in questi anni subisce un forte contraccolpo. La tradizione
Marxista ha dimostrato il suo fallimento negli orrori dello Stalinismo e gli
Inglesi assistono, quasi in contemporanea, al fallimento del ‘Labour
Party’ che, dopo la sconfitta alle elezioni del 1951, viene fortemente
criticato dall’opinione pubblica: il ‘Welfare State’ laburista non è stato
sufficientemente rivoluzionario e ha creato un sistema eccessivamente
burocratico.
A ciò va aggiunto il fatto che, con la guerra, la Gran Bretagna perde la
vecchia posizione di predominio economico sull’Europa; ora sono infatti
gli Stati Uniti ad occupare un ruolo primario nel panorama mondiale.
Tuttavia, l’influenza culturale americana non riesce ad intaccare il
patrimonio culturale inglese: gli scrittori degli anni ’50 e ’60 continuano
infatti ad essere ostili alle innovazioni letterarie d’oltreoceano.
11
2.2. La narrativa degli “Angry Young Men”.
L’etichetta “Angry Young Men” fu coniata da alcuni giornalisti nel
Maggio del 1956 in occasione della rappresentazione del dramma di
John Osborne Look Back in Anger. In poco tempo quest’etichetta venne
estesa a molti altri giovani romanzieri degli anni ’50, i cui scritti
contenevano elementi di protesta contro le ingiustizie sociali e contro
l’‘Establishment’.
Il movimento letterario dei Giovani Arrabbiati si inserì in un periodo di
profonda crisi culturale. Kenneth Allsop descrive le condizioni degli
ambienti letterari del tempo:
There was a growing atmosphere of concern about the literary wasteland, a
growing agreement that, somehow, it must be irrigated with new talent. […]
So, every work of promise, containing a mere hint of originality, was
received with generous warmth.
9
Il nuovo movimento letterario fu accolto in maniera discorde da gran
parte della critica. Hitchcock insiste sul fatto che molti tra coloro che
vennero definiti “Angry Young Men”, seppure rifiutassero a chiari toni
quest’etichetta, ne compresero ben presto il valore commerciale
10
. Nel
1957 Tom Maschler pubblicò una raccolta di saggi scritti da questi
scrittori. Il titolo della raccolta era Declaration e aveva l’intento, tramite
l’intervento dei singoli, di invalidare l’etichetta “Angry Young Men”.
Nonostante ciò, Osborne e molti altri che intervennero in Declaration,
continuarono, nel corso delle loro carriere, a far uso di quell’etichetta
tanto disprezzata.
Secondo Allsop, le ragioni dell’enorme e immediato successo dei
Giovani Arrabbiati sono nel fatto che questi nuovi scrittori seppero
9
Kenneth Allsop, The Angry Decade, London, Peter Owen Limited, 1958, p. 21.
10
Cfr. Peter Hitchcock, op. cit., p.28.
12
riempire un vuoto nel panorama letterario inglese, e furono molto abili
nell’utilizzo delle nuove tecniche pubblicitarie.
11
La tematica principale della Narrativa Arrabbiata era la protesta contro
l’‘Establishment’.
Giuseppe Carinelli spiega le ragioni politiche, sociali e morali della
rivolta degli “Angry Young Men”; questa, era di natura estetica e
consisteva nel rifiuto del romanticismo (che giudicavano come precursore
del Nazismo) e di tutti i movimenti letterari da esso derivati. La sostanza
del romanzo arrabbiato era l’impegno morale, inteso come interesse e
preoccupazione per le sorti dell’umanità; un romanzo, quindi, alla cui
base stava la tematica sociale e ciò, nella convinzione che una letteratura
impegnata potesse prevenire nuove catastrofi ad opera di totalitarismi
irresponsabili.
12
Il quadro della realtà proposto dagli “Angry Young Men”, mirava
soprattutto a mostrare il conflitto generazionale in atto nell’Inghilterra
degli anni ’50. Un conflitto tra un mondo vecchio e un mondo nuovo che
viene presentato in uno stile immediato e realistico privo di qualsiasi
ricercatezza formale, come c’era d’aspettarsi data l’opposizione degli
“Angry Young Men” ad ogni forma di sperimentalismo. E’ proprio per
questo, infatti, che il Romanzo Arrabbiato riuscì a raggiungere un folto
numero di lettori
13
.
La protesta dei Giovani Arrabbiati è alquanto singolare; per molti critici
la loro non è nemmeno una protesta. Dal panorama descritto da Davies e
Sauders, quello che sembra chiaro nell’ambiente culturale inglese degli
11
Cfr. Kenneth Allsop, op. cit., p. 23.
12
Cfr. Giuseppe Carinelli, “The Angry Young Men: Una Specie di Romanzo”, Annali della
Facoltà diLettere dell’Università di Macerata, 1977, pp. 7, 8.
13
Ibidem, pp. 13, 14. “Ai meriti del romanzo Arrabbiato, va aggiunto quello di aver ristabilito i
ponti di comunicazione col pubblico dei lettori. Il dialogo tra lettore e scrittore era stato
interrotto, soprattutto, dal romanzo dello ‘Stream of Consciousness’, che, se di difficile
lettura per l’intellettuale, è pressoché incomprensibile per il comune lettore”.
13
anni ’50, è che esso non presenta nessuna: “coherent theoretical or
political position for a young and radical intelligentsia”
14
. Negli anni ’50,
infatti, sembravano non esserci cause per cui un “Angry Young Man”
avrebbe potuto combattere.
The men of the thirties had proved themselves in the Spanish Civil War; the
men of the forties had defeated Hitler. In the fifties, in a world cynically
divided between the superpowers and immobilized by fear of atomic war,
there were no brave causes left in which young men might fight to prove
themselves.
15
Gli “Angry Young Men” degli anni ’50 sono i giovani che usufruirono
dell’‘Educational Act’ varato nel 1944 dal governo Laburista, sono
quindi gli uomini che sul finire degli anni ’50 rivendicano una posizione
sociale più consona al loro grado d’istruzione, seppure sentano di non
potersi allontanare completamente dalle loro origini.
Kenneth Allsop usa il termine ‘dissenso’, anziché ‘rabbia’; e si riferisce
ai Giovani Arrabbiati chiamandoli “the dissentients”
16
. Il critico sostiene
che i “dissentients” non sentivano né entusiasmo per il grado culturale
raggiunto, né riconoscenza nei confronti degli idealisti, le cui lotte – nella
passata generazione – hanno permesso loro di divenire ciò che sono.
The larger result is that the new dissentients feel unassimilated. They are a
new rootless, faithless, classless class.[…] [For the Angry Young Men] the
best and most trustworthy political motive is self-interest […] even their
concern with the deeper plight of the pervading loss of spiritual direction is
utterly introspective […] [Their anger is] a sort of neurological
masturbation, deriving from the very problems they cannot bring
14
A. Davies e P. Sauders, op. cit., p. 24.
15
Ibidem, p. 27
16
K. Allsop, op. cit., p. 17. “I use that word in preference to dissenter, because that implies an
organised bloc separation from the Establishment, whereas dissentient has a more modulated
meaning – more to disagree with majority sentiments and opinions.”
14
themselves to confront. […] They are angry at having nothing they dare to
be angry about.
17
La loro protesta, secondo Carinelli, ha delle motivazioni piuttosto
squallide in quanto non è una lotta in favore dei ceti più disagiati, bensì
una battaglia combattuta a proprio vantaggio, “una lotta per inserirsi,
integrarsi, affermarsi” nella società borghese, alla quale sentono ormai di
appartenere per ‘diritto acquisito’. Per questo li definisce “pseudoribelli,
pseudo-eroi, anti-eroi o non-eroi” e descrive la loro rabbia come una
forma di ‘paranoia’.
18
Secondo Kenneth Allsop, la maggior parte della narrativa dei Giovani
Arrabbiati ignora vaste aree della società e si impegna nell’analisi
dell’individuo e dei problemi incontrati da quest’ultimo nel rapportarsi
con la società stessa. A tal proposito, Allsop parla di “personality-
cultism”, riferendosi ad una delle caratteristiche maggiori della narrativa
arrabbiata
19
.
Allsop sottolinea il fatto che in Gran Bretagna, dopo l’esperienza del
‘Welfare State’, nulla era cambiato; l’individuo poteva scegliere di
aderire al modello del “good citizenship”, propagandato come criterio di
condotta oppure deviare da quel modello e quindi precipitare nel baratro.
L’uomo presentato dai Giovani Arrabbiati, passa dall’una all’altra
posizione, dando vita a due atteggiamenti contrapposti: il “go-getter” e il
“rebel”. Il “go-getter” è guidato dall’ambizione e dal desiderio di ascesa
sociale ma non vuole essere assimilato dal ceto borghese del quale
apprezza solo i privilegi e i vantaggi. Il “rebel” si tiene a distanza, non ha
credo politico e non si occupa del prossimo, il suo rancore personale cede
all’introversione. Egli non crede che sia rimasto alcun ideale per il quale
17
Ibidem, pp. 27-29.
18
Cfr. G. Carinelli, op. cit., pp. 24-28.
19
Cfr. K. Allsop, op. cit., pp. 204, 205.
15
valga la pena lottare; vede la nazione in uno stato di continuo regresso e
decadenza.
20
Concludo elencando quelle che, secondo Carinelli, sono le caratteristiche
principali del Romanzo Arrabbiato: l’aperto anti-intellettualismo, di pari
passo col rifiuto di ogni filosofia perché ritenute inutili astrattezze, realtà
illusorie, ma soprattutto perché i giovani scrittori vogliono perseguire un
modello di cultura accessibile ad un pubblico medio. Nel Romanzo
Arrabbiato vige una marcata accentuazione della vita istintiva dei sensi e
ciò nell’ottica di un romanzo che descriva la ‘vita vera’, aderente alla
realtà, dove l’uomo vive solo nel presente e, nelle parole di Carinelli,
“non conosce altre verità fuori di quelle del trinomio: denaro, sesso,
successo”.
21
20
Ibidem, pp. 212-215.
21
G. Carinelli, op. cit., pp. 37-39. Carinelli prosegue criticando aspramente la mancanza di
indagine psicologica nel Romanzo Arrabbiato; sostiene che gli scrittori abbiano operato ‘nette
semplificazioni’, in quanto le loro opere sono caratterizzate da un forte provincialismo “che
mal si concilia con una visione della realtà della vita più al passo con la storia”.