Trembelas Panaghiotis, un teologo laico che è considerato il 'colosso' della teologia greca,
nacque in Grecia, in un paesino semplice e povero di montagna: la Stemnitsa. Quando Trembelas finì
il ginnasio, infiammato d'amore verso Cristo, decise d'iscriversi alla facoltà di teologia in Atene; per
questo motivo nel 1904 lasciò la sua amata Patrasso e si iscrisse all'università della capitale. Alla
conclusione dei suoi studi teologici nel 1907, il nostro autore insieme al nipote del metropolita
Ierotheos, P. Eusebio Matthopoulos, che era diventato il suo direttore spirituale "gevronta"", e ad
alcuni giovani teologi, collaborò per la fondazione del primo movimento o fraternità di teologi in
Grecia alla quale fu posto il nome: Vita "ZwhV" a causa dell'omonima rivista Zoï fondata nel 1911 e
scritta quasi tutta da Trembelas. Nel 1959 Trembelas, insieme ad un altro gruppo di teologi laici e
chierici membri di Zoï, si staccò da essa per formare un nuovo movimento: il Salvatore "oJ SwthVr"
con l'omonima rivista. Nel 1918, pur essendo forse l'unico teologo greco che non aveva proseguito gli
studi di specializzazione all'estero , iniziò la sua brillante carriera di professore universitario
insegnando la storia dei dogmi all'età di trentun anni. L'autodidatta Trembelas fu nominato ordinario
della teologia pratica (catechesi, liturgia, retorica ecclesiastica) nel 1937 e precisamente quando,
aveva quarantatré anni e insegnò fino al 1957 quando essendo stato proclamato emerito, dovette
lasciare l'insegnamento per limiti di età. Il nostro autore, dopo aver difeso per tanti anni la fede
ortodossa in quanto consultore ufficiale del Sacro Sinodo (che come si sa è l'autorità suprema della
Grecia) contro gli eterodossi, dopo aver predicato migliaia di volte da tantissimi amboni delle chiese
ortodosse in Grecia, in Cipro e altrove, dopo essere stato premiato dall'Accademia di Atene per la sua
somma dogmatica ed onorato e lodato ufficialmente da diversi patriarcati ed autorità ecclesiastiche
anche per i suoi commenti al NT, dopo aver rappresentato tante volte la chiesa greca a diversi
congressi mondiali , dopo aver arricchito la teologia greca con l'infinità delle sue opere ed articoli di
ogni genere, si consumò come olocausto offerto totalmente a Gesù Cristo, il 19 novembre 1977.
La presente tesi del dottorato di ricerca in Teologia dogmatica, è distinta in tre parti:
Prima parte: Esposizione sistematica della cristologia di Trembelas
Seconda parte: La matrice retrospettiva della cristologia trembeliana
Terza parte: Bilancio della cristologia trembeliana.
La prima parte, esposizione sistematica della cristologia di Trembelas, comprende tre grossi
capitoli:
I Il Gesù della Storia
II Il Cristo della fede
III Il triplice munus di Gesù Cristo.
Nel primo capitolo si considera la visione del nostro autore in relazione alla realtà dell'esistenza
storica di Gesù Cristo, si evidenzia così la posizione di Trembelas riguardo alla nascita di questo
personaggio (Gesù) e per quel che si riferisce agli altri eventi fondamentali della sua vita storica: il
suo insegnamento, i suoi miracoli ed infine la realtà ed il senso della sua risurrezione.
Nel secondo capitolo si valuta il pensiero di Trembelas riguardo determinate verità del Cristo
della fede. Mentre il punto di partenza del primo capitolo era la cristologia dal basso, in questo
secondo capitolo, il punto di partenza è la cristologia dall'alto; è bene dire subito che dagli scritti del
nostro autore, anche se il problema non è posto in questi termini, sembra che si tratti di due forme di
un'unica cristologia perchè unica è la persona di Gesù Cristo: l'ipostasi del Verbo che si è fatto uomo.
Partendo da una cristologia dall'alto, in questo capitolo, che vuole essere il centro degli altri due, si
passa dal mistero della Trinità al mistero dell'incarnazione dove la riflessione verte sulla preesistenza
del Verbo nel seno trinitario e sui motivi che l'hanno spinto ad enipostatizzare in sé la nostra natura
umana. Inoltre si rileva la visione di Trembelas in relazione: alla persona di Gesù Cristo, alla sua
santità o perfezione etica ed infine riguardo alla coscienza di Gesù Cristo.
Il terzo capitolo è la sintesi delle due forme (cristologia dal basso e cristologia dall'alto) dell'unica
cristologia. Infatti, secondo il nostro autore, Gesù Cristo il Dio (il Cristo della fede) - uomo (il Gesù della
storia) è il sommo profeta, il sommo sacerdote ed il sommo re, a partire dall'unione ipostatica. Soltanto dal
momento che il Verbo eterno del Padre ha assunto la nostra natura umana ha potuto godere della sua triplice
dignità la quale durerà per l'eternità.
La seconda parte, la matrice retrospettiva della cristologia trembeliana, è composta da due
capitoli:
I Influssi indiretti
II Influssi diretti e fonti principali
Nel primo capitolo si rilevano i molteplici influssi diretti che hanno segnato la lunga e feconda
vita di Trembelas. Il primo, è stato quello dei suoi religiosissimi genitori e del Mega Spileon. La sua
formazione ha risentito poi della mentalità cristocentrica di Ierotheos, di Makrakis, di Nicodimo
l'Aghiorita ed infine di Matthopoulos e del movimento Zoï.
Nel secondo capitolo si evidenziano dettagliatamente gli influssi indiritti subentrati in un
secondo tempo nella vita speculativa del nostro autore. Infatti, Trembelas, in un tempo successivo alla
sua formazione primaria si lascia illuminare e certamente anche influenzare dai teologi occidentali e
soprattutto dal Dictionnaire de Théologie Catholique dove ha conosciuto gli autori cattolici più
importanti. Infine egli, ritornando nel campo greco e soprattutto presso quello di Androutsos, ha
riscoperto attraverso la fonte patristica più sicura, S. Giovanni Damasceno, gli altri Padri della chiesa
orientale.
Il pensiero teologico di Trembelas, pur essendo frutto di questi molteplici fattori, viene
tuttavia purificato, perfezionato o trasformato secondo la sua sensibilità; infine con la riscoperta dei
Padri della Chiesa greca, egli arricchisce tutta la sua teologia dogmatica con le loro bellissime e
profondissime speculazioni.
La Terza parte, Bilancio della cristologia trembeliana, abbraccia tre capitoli:
I Importanza di Trembelas Panaghiotis
II Contributi dell'approccio cristologico di Trembelas.
III Limiti dell'approccio cristologico di Trembelas.
In questa terza parte si confronta il pensiero cristologico di Trembelas con i più noti cristologi
ortodossi, cattolici e protestanti. Abbiamo così una specie di cristologia ecumenica dove in modo
analogo alla coda del pavone, ci si apre un ventaglio di bellissime piume teologiche con diverse
prospettive cristologiche.
Nel primo capitolo si evidenziano i meriti non indifferenti della cristologia e della teologia in
genere di Trembelas, meriti dovuti non solo alla sua attività ma soprattutto alla sua persona. Al tempo
stesso si considerano gli argomenti principali della sua cristologia che, pur mantenendosi nei limiti
della fede ortodossa, potrebbero forse essere maggiormente approfonditi.
Nel secondo capitolo si rileva come e perché Trembelas nell'ortodossia greca sia ritenuto come
il modello della teologia classica. È colui che, nonostante il suo forte influsso occidentale, non solo
ha arricchito notevolmente con le sue opere tutti i campi del sapere teologico greco-ortodosso ma ha
anche contribuito a riportare la teologia greca alle sue origini bibliche e patristiche. Se la teologia
greca si può definire neopatristica, ciò lo si deve soprattutto al sentiero aperto da Trembelas nella sua
somma dogmatica.
Dal punto di vista cristologico, a causa della sensibilità teologica contemporanea, nella
cristologia di Trembelas ci sarebbero alcuni punti da rivedere, ad esempio la triplice scienza di Cristo
e l'interpretazione della sua morte redentrice. Nel fare ciò, tuttavia, è bene ricordare che non si può
giudicare il passato storico di un autore usando i criteri austeri del nostro tempo; ma non bisogna
neanche dimenticare che Trembelas è greco-ortodosso: e di questo la valutazione cattolica deve tener
conto. Non è facile e neppure tanto semplice esplorare il pensiero di un autore di una chiesa che,
anche se sorella, rimane purtroppo ancora diversa e quindi distinta dalla propria. Presentare il
pensiero del nostro autore, un teologo di estensioni poliedriche ed enciclopediche, diventa ancora più
azzardoso in quanto c'è sempre il rischio di evidenziare certi aspetti a scapito di altri.
Nonostante la difficoltà dell' appartenenza ad una chiesa diversa, spero e mi auguro di essere
riuscita nel mio intento principale: evidenziare per la prima volta in occidente la cristologia di un
teologo greco-ortodosso (almeno per quanto mi risulta), un autore di cui ancora per quanto io sappia,
a livello scientifico nulla si è scritto neppure in Grecia. Inoltre indirettamente, ma volutamente, ho
tentato di rilevare anche il pensiero cristologico e quindi la mentalità generale della teologia greco-
ortodossa la quale, essendo scritta nelle diverse fasi della lingua greca, una lingua non comune,
continua ad essere quasi sconosciuta in occidente, soprattutto se paragonata con la teologia della
diaspora russa.