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Introduzione
Il 2007 ha visto lo scoppio di quella che da molti è stata definita, la più grande crisi dalla
Grande Depressione ad oggi con forti turbolenze nei mercati finanziari e gravi
ripercussioni sull’economia reale. La crisi finanziaria ha avuto origine negli Stati Uniti, ma
si è rapidamente diffusa in tutto il mondo, costringendo le Banche Centrali e i Governi a
intervenire per evitare il fallimento di diversi istituti di credito e per salvaguardare
l’esistenza del sistema finanziario. La crisi del 2007 passerà alla storia come “la crisi dei
mutui subprime”. I subprime sono mutui concessi a soggetti con un basso merito creditizio,
in quanto, hanno avuto problemi pregressi nella loro storia di debitore. In realtà i fattori
scatenanti sono diversi, infatti,la crisi dei mutui subprime è stata preceduta, nell’ultimo
decennio, da altre crisi finanziarie quali il collasso dell’hedge fund Long Term Capital
Management (1998) e la bolla delle dot-com e high-tech (2000-2001). Per le conseguenze
che tali crisi avrebbero potuto generare sull’intero sistema economico, le banche centrali
(in particolare la Federal Reserve) sono intervenute attuando una politica monetaria
espansiva, immettendo nel sistema cospicui capitali con conseguente abbassamento dei
tassi d’interesse.
I bassi tassi di interesse, hanno incentivato le famiglie americane a contrarre mutui,
soprattutto per l’acquisto di case, la forte domanda di immobili ha generato un incremento
dei prezzi degli stessi, favorendo lo scoppio di una bolla speculativa nel settore
immobiliare.
Contemporaneamente,le banche hanno contribuito ad accelerare il processo di
propagazione della crisi attraverso il massiccio ricorso ad operazioni di
cartolarizzazione(operazione consistente nello smobilizzo di un portafoglio di crediti o di
altre attività, attraverso la loro conversione in titoli negoziabili sul mercato).
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L’obiettivo di questo elaborato è spiegare le origini della crisi e i meccanismi di
propagazione(Capitolo 1 e 3), gli effetti sull’economia reale e gli interventi operati dalle
Banche centrali e dai Governi per arginarla(Capitolo 2).
L’ultimo capitolo della tesi, il quarto, tratta il fallimento della banca statunitense Lehman
Brothers, la trattazione mette in evidenza il ruolo centrale delle banche nella crisi, il caso di
studio verte su Lehman perché è stata l’unica banca che il governo americano ha lasciato
fallire, mentre ha salvato le altre, tuttavia anche altri primari istituti di credito avevano
concesso mutui subprime e, come Lehman, avevano nei loro bilanci titoli spazzatura che
dopo lo scoppio della bolla dei mutui ad alto rischio non avevano più valore, molti
sarebbero stati i default se il governo statunitense non fosse intervenuto con forti iniezioni
di liquidità a sostegno delle banche in crisi.
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Capitolo 1
La crisi dei mutui subprime
1. I SUBPRIME: mutui subprime, prestatori e debitori
subprime
Un mutuo subprime, è un mutuo concesso ad un soggetto che non può avere accesso ad un
tasso più favorevole nel mercato del credito, in quanto, ha avuto problemi pregressi nella
sua storia di debitore. Il cliente subprime, presenta un rischio di insolvenza estremamente
alto, per questo motivo, le banche applicano un elevato tasso di interesse. La pericolosa
combinazione di alti tassi di interesse a cattiva storia creditizia dei debitori, rende, i prestiti
subprime, molto rischiosi. E’ importante sottolineare che i mutui subprime sono
solitamente mutui a tasso variabile e quindi esposti ai movimenti dei mercati finanziari.
Per avere accesso a questo mercato, i prestatori si assumono il rischio associato all'attività
di credito nei confronti di debitori scarsamente affidabili, con un "punteggio di credito"
basso o molto basso.
E’ opinione diffusa che i prestiti subprime costituiscano un rischio addirittura maggiore per
il prestatore, a causa delle elevate caratteristiche di rischio della controparte.
Tale maggior rischio viene coperto con un tasso di interesse più alto.
I soggetti che ricorrono ai prestiti subprime, presentano determinate caratteristiche, infatti,
nella categoria subprime rientrano coloro che:
negli ultimi 12 mesi hanno pagato la rata con un ritardo di 30 giorni;
negli ultimi 36 mesi hanno pagato con un ritardo di 60 giorni;
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sono andati in bancarotta negli ultimi 5 anni;
negli ultimi 24 mesi sono risultati insolventi su un mutuo;
hanno in generale alte probabilità di risultare inadempienti, magari perché il punteggio
che gli è attribuito dalla banca è inferiore a 620 su 850 (detto credit score e calcolato in
base a vari parametri quali il reddito, il tipo di contratto, i debiti già contratti etc…).
1.1 TIPOLOGIE DI CREDITO SUBPRIME
Mutui ipotecari subprime :I mutui ipotecari subprime sono così definiti in base alla
tipologia di consumatore alla quale vengono accordati, ossia soggetti che hanno avuto
problemi nella loro storia di debitori e che presentano, pertanto , un alto rischio di
insolvenza.
Attraverso il mutuo ipotecario, l’istituto di credito, eroga il prestito al cliente fissando
un’ipoteca sul bene acquistato o sugli altri beni immobili in possesso del cliente stesso ,al
fine di tutelare il proprio credito,infatti, in caso di insolvenza del cliente, l’istituto di
credito si rivale sul bene oggetto di ipoteca. Tuttavia,ciò che rileva ai nostri fini, è il
termine subprime , esso identifica la tipologia di soggetti cui tali prestiti sono erogati.
Ci sono diversi tipi di mutui subprime, tra i quali:
A mutui "interest-only", che danno la possibilità a chi contrae il prestito di pagare solo la
quota interessi per un determinato periodo di tempo (tipicamente 5-10 anni)
B mutui "pick-payment", che permettono ai mutuatari di scegliere una tipologia di
pagamento mensile;
C mutui a tasso fisso iniziale che diventano nel tempo mutui a tasso variabile.
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Carte di credito subprime: A partire dagli anni 90, le compagnie di carte di credito hanno
iniziato ad offrire le carte di credito subprime a quei debitori con un basso punteggio di
credito ed un passato di insolvenze, pignoramenti o bancarotta.
Spesso queste carte iniziano con bassi limiti di credito, accompagnati da tariffe
estremamente alte e tassi di interesse che posso essere anche superiori al 30%.
Il mercato è diventato sempre più concorrenziale e gli istituti di credito sono stati costretti
a rendere le loro offerte più appetibili per i consumatori. Ora, difatti, gli interessi per le
carte di credito subprime partono dal 9,9%, anche se in molti casi gli interessi superano
24%.
1.2 Crisi dei mutui subprime: le origini
Diverse crisi finanziarie, dalla fine degli anni 90 ad oggi, hanno rischiato di mettere in
ginocchio l’intero sistema economico. Basti pensare al collasso dell’hedge fund Long Term
Capital Management (1998). Il Long Term Capital Management era un fondo speculativo
che gestiva un capitale di 4 miliardi di dollari, ma tramite leve finanziarie molto
ampie,operò con esposizioni, in alcuni casi, sino a 1200 miliardi di dollari. Nei primi anni
riuscì a produrre rendimenti netti annui di circa il 40% .
Numerosi erano i gestori che replicavano le strategie di investimento di Long Term Capital
Management, col risultato che alcuni errori commessi dal fondo sono stati effettuati anche
da chi utilizzava le medesime strategie. Gli errori commessi dal fondo e dagli altri gestori
che replicavano le sue strategie, unitamente alla crisi della Russia e al grande utilizzo della
leva finanziaria , ha reso, il collasso di Long Term Capital Management, un evento
drammatico, richiedendo, nel 1998, l'intervento diretto della FED, al fine di evitare il
peggio.
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Si ricorda ancora la bolla delle dot-com (2000-2001). Con Dot-com si definiscono quelle
società di servizi che sviluppano la maggior parte dei loro business tramite un sito internet.
Questa bolla speculativa ha preso forma nel corso della prima fase legata allo sviluppo
delle soluzioni e dei servizi internet come, per esempio, quelli dei service provider e i
fornitori di infrastrutture di rete. Questo ciclo, definito come new economy o «era delle
dot.com», iniziò nel 1994 con la quotazione di Netscape, la società che sviluppò il primo
browser commerciale per internet, e terminò a cavallo tra il 2001 e il 2002, con lo scoppio
della bolla speculativa, la recessione economica e le conseguenze degli eventi dell'11
settembre 2001. Date le gravi conseguenze che tali crisi avrebbero potuto avere sull’intero
sistema economico, fino al 2005, le banche centrali (in particolare la Federal Reserve)
sono intervenute, attuando una politica monetaria espansiva, immettendo nel sistema (con
operazioni di mercato aperto) ingenti capitali con conseguente abbassamento dei tassi
d’interesse. La politica adottata ha creato un eccesso di liquidità nel sistema,che
unitamente a tassi d’interesse storicamente bassi, ha accelerato il processo di
indebitamento delle famiglie statunitensi per l’acquisto di immobili.
La riduzione dei tassi, che incentivava le persone a contrarre mutui, soprattutto per
l’acquisto di case, ha portato a un aumento vertiginoso della domanda di immobili con
conseguente aumento dei prezzi degli immobili stessi.
Dal momento che gli immobili rappresentavano la garanzia dei mutui concessi dalle
banche alle famiglie, il continuo apprezzamento dell’immobile rafforzava il valore stesso
delle garanzie rendendo la concessione del prestito più sicura. E’ proprio la continua
espansione del mercato immobiliare, che ha favorito la concessione, da parte degli istituti
di credito, di mutui subprime(mutui concessi a soggetti con un basso merito creditizio), le
banche, forti del continuo aumento dei prezzi delle case, hanno cominciato a concedere
prestiti a chiunque, anche a soggetti che difficilmente sarebbero stati in grado di
rimborsarli.