1) La congiuntura:dal subprime all'automotive.
I media hanno contribuito a rendere ben note le cause delle recessione
ancora in atto:la turbo-finanza,i derivati,i subprime,i salvataggi delle
banche,la speculazione, sono divenuti i capri espiatori della maggior parte
di persone che per vari motivi hanno risentito della congiuntura.
Quali ne siano le cause,oggi quello che più conta è uscirne apportando i
minori danni possibile all'economia reale,che si è dimostrata esser base
solida e stabile(quantomeno più delle bolle gonfiate dall'alchimia
finanziaria) sulla quale costruire il futuro economico.Anche per questo
motivo,oltre che per la sua importanza intrinseca,per le problematiche
ambientali che pone,per la sua globalità,l'oggetto di seguito approfondito
sarà il settore industriale,in particolare l'automotive,nelle sue forme più
recenti,nel suo modellarsi e conformarsi ad una pluralità di esigenze,dal
crollo dei consumi alla globalizzazione,passando per le basse emissioni e
le joint-venture.
Il settore è ampio e articolato,a causa della complessità del prodotto,dei
processi produttivi necessari a mantenere la competitività sul mercato,delle
dimensioni del business e della segmentazione della domanda,iniziata da
diversi decenni ma che attualmente sta assumendo contorni inediti, di
conseguenza lo studio del mercato è uno strumento fondamentale per
uscire dalla recessione,e sarà quindi particolarmente approfondito,senza
però dimenticare di integrarlo con altre analisi economico-finanziarie ed
aspetti più tecnici necessari all'approfondimento dell'analisi.
Inizieremo quindi con l'introdurre il fenomeno recessivo,focalizzandoci
subito dopo sul settore auto e in particolare sulle majors americane,per
capire il loro “stato di salute” dopo l'impatto con la congiuntura,quali
problematiche sono state risolte e quali invece permangono,le strategie per
garantirsi un posizionamento competitivo adeguato oggi e domani,quando
la ripresa della domanda e le eco-tecnologie dischiuderanno nuovi
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orizzonti.
1.1-Il contesto economico nel 2008
Se il 2008 si è aperto con una buona stabilità apparente,con tassi di
crescita del PIL contenuti ma positivi ed un'inflazione a tratti elevata ma
mai allarmante(picco massimo 4,8% nei paesi OCSE soprattutto per
l'aumento degli energetici),altrettanto non si può dire del suo finale.Per
meglio delineare gli effetti congiunturali procediamo ad un'analisi separata
dei paesi chiave.
1.2 -USA:alla crescita positiva del PIL nel primo semestre è seguito un
forte rallentamento a causa del crollo dei consumi privati,forte traino
dell'economia oltre-oceano,portati dalla diminuzione della fiducia e da un
oggettivo impoverimento patrimoniale(riduzione del valore delle proprietà
immobiliari e contestuale tracollo dei titoli mobiliari) e del potere
d'acquisto.Il commercio ha retto bene ma a fine anno la diffusione della
recessione a livello globale ha comportato la riduzione delle esportazioni
verso i principali partner commerciali.La politica monetaria è stata
orientata verso una forte espansione,con tassi obiettivo dal 4,25 allo 0,25%
a fine anno e con forti immissioni di liquidità utili per salvare il sistema
bancario nell'immediato e sostenere il più possibile l'economia reale.
1.2.1-America Latina:in quest'area la crescita è stata elevata nel primo
semestre 2008 (fino al 5%,con il minimo registrato da Messico col
2,1%);l'inflazione però è stata eccessiva (fino all'8,7%).Dalla metà di
settembre la morsa della congiuntura è stata evidente manifestandosi in
timori sul debito pubblico,problemi di liquidità e ingenti deflussi di
capitali da Brasile e Messico.
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1.2.2-Giappone:il primo trimestre rivela un'economia stagnante
sostenuta dalla forte domanda estera(specie Cina ed India).Il crollo
azionario ha poi ridotto consumi ed investimenti portando ad una effettiva
recessione,aggravata dal rafforzamento dello Yen.
Nota positiva è la relativa stabilità del sistema bancario.
1.2.3-Paesi emergenti dell'Asia:la crisi finanziaria ha colpito in misura
minore la Cina per l'arretratezza del suo sistema finanziario,rallentando
comunque la crescita del PIL dal 13al 9% mentre Corea e Indonesia hanno
subito conseguenze peggiori(anche a causa dell'elevato debito
interno).Economie quali quelle di Singapore Taiwan Hong Kong sono
state rallentate dall'indebolimento della domanda interna,dal crollo di
fiducia di imprese e consumatori, dalla flessione di investimenti nel settore
immobiliare.
2)L'auto come bene durevole nei mercati internazionali.
L'analisi sommaria delle condizioni economiche dei vari paesi ci permette
di inquadrare meglio le dimensioni del problema per un settore pro-ciclico
come quello dell'automotive.
Il sistema-prodotto automobile accentua storicamente i trend congiunturali
dei mercati in cui è inserito,sia quelli positivi che quelli negativi.Le
motivazioni sono da ricercare fondamentalmente nel carattere durevole del
bene,dall'acquisto fortemente posticipabile,e legato alle prospettive di
reddito,alla possibilità di finanziamenti,alle aspettative dei consumatori.A
tale proposito è bene fare un distinguo tra paesi emergenti e già
sviluppati,poichè queste variabili si manifestano in modo differenziato.
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2.1-L'automotive nei paesi emergenti.Il caso Tata Nano.
La descrizione dei paesi emergenti e dei marchi leader è indispensabile
poiché permette la trattazione della domanda e dell'offerta dei mercati che
attualmente promettono i migliori sviluppi futuri,ma anche poiché fornisce
un termine di paragone con le caratteristiche delle major e del relativo task
environment che approfondiremo.
I produttori che rivestono grande importanza nei paesi emergenti ed
occupano considerevoli quote di mercato, spesso si impongono con
successo su marchi ben più blasonati sfruttando in principal modo il
prezzo finale del prodotto derivante dal costo estremamente basso del
fattori produttivi,in primis il lavoro.Tale competizione assume grande
importanza se si tiene conto dei tassi di crescita del PIL,del reddito pro-
capite,della popolazione che li abita con una scarsa motorizzazione,della
diffusa necessità di dotarsi di un primo veicolo.Solo in India vi sono 1,1
mld di persone che si spostano prevalentemente su 2 ruote,con un reddito
in forte aumento che permetterà loro di fare un salto di qualità nel tenore di
vita,compreso l'acquisto di una 4 ruote economica.Di qui emergono le
potenzialità di vetture che si posizionano su segmenti particolarmente
bassi,quali la Renault Dacia ma soprattutto la Tata Nano.Iniziamo quindi
dalla piccola nata dal colosso di Ratan Tata.
IL gruppo Tata
La Tata è operante già dal 1874 in India come industria tessile,nella sua
storia è poi passata ad alle gestione di catene alberghiere, si è espansa
nell'alimentare e nella siderurgia,attualmente è composta da 93 società
con 300000 dipendenti operanti in una pluralità di settori.Per quanto
riguarda il settore che ci interessa la Tata motor produce veicoli di ogni
genere dal 1945 dalla city car Nano agli autotreni passando per i mezzi
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militari,le vendite attualmente si attestano intorno alle 3 mln di unità con
un successo notevole nei veicoli commerciali specie dopo l'acquisizione di
alcuni stabilimenti Daewoo dalla gm nel 2004 .La Tata di recente
approfittando delle difficoltà della Ford ha rilevato i marchi Land-rover e
Jaguar,un'operazione estremamente importante(e costosa,ben 2,3 mld di
dollari) che da completezza all'offerta della società,inserendola di fatto
anche nella fascia media ed alta del mercato, evitando al tempo stesso
fenomeni di cannibalismo con gli altri SUV e berline della casa poiché
queste si collocano in una fascia di prezzo molto inferiore e sono legate al
soddisfacimento di bisogni diversi in un contesto di primo acquisto
anziché acquisto di sostituzione.Più di recente(2006) alcuni accordi
strategici con Fiat hanno permesso l'utilizzo della rete commerciale del
colosso Indiano per vendere modelli della fabbrica torinese;un rapporto
che si è consolidato nel 2007 tramite una joint concretizzatasi con uno
stabilimento in grado di produrre 100000 vetture e 200000 motori
l'anno,specialmente Grande punto e Linea.
La leadership di costo della Tata motor resta indiscussa e trova la sua
manifestazione più concreta nella già citata Tata Nano che con un prezzo
di 1900 euro costa meno della metà delle altre vetture vendute in India.Più
che come un mezzo di trasporto questo modello si pone come vera
rivoluzione commerciale(almeno nei paesi in via di sviluppo).Nonostante
non presenti nessuna innovazione tecnica è un mix di genialità e
razionalità per tagliare i costi di produzione, come il telaio tubolare anche
nella scocca rivestito da pannelli in plastica,il motore di derivazione
motociclistica di soli 30 cv,la trasmissione a cinghia, le mini-ruote agli
estremi della carrozzeria e l'essenzialità degli interni che però lasciano
molto spazio agli occupanti.Tale parsimonia consente anche di rispettare
agevolmente le normative anti-inquinamento Indiane ma anche
Europee,mentre con qualche modifica si potranno rispettare anche le
norme sulla sicurezza contenendo il prezzo entro i 5000 Euro.Il successo
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della city-car in India e nei paesi emergenti pare scontato,è invece dubbio
l'impatto nei mercati europei,del nord america e Giappone,vista la
tendenza diffusamente apprezzata di inserire anche nelle auto di prezzo e
dimensioni inferiori dettagli e optionals di categorie superiori,ma anche il
carattere prevalente dell'acquisto di sostituzione di un consumatore ormai
abituato ad un determinato concetto di auto ,che con una Nano
comporterebbe un netto calo sia nei valori simbolici ed immateriali che in
quelli più palpabili (ricordiamo che le prestazioni e gli accessori della
Nano sono paragonabili a quelle di una Panda dell'80).
2.2-La situazione nei paesi sviluppati.
I mercati che sono stati la culla delle case automobilistiche presentano un
volume d'acquisto di sostituzione unito alla dotazione di una seconda auto
di gran lunga superiori alla prima dotazione;la conseguenza è che le
esigenze di mobilità con un mezzo individuale sono largamente
soddisfatte, permangono solo bisogni meno forti legati allo status,ai
consumi,all'ecosostenibilità etc.;la recessione si è fatta sentire in questi
mercati in modo più forte ,e le aspettative- fiducia dei consumatori hanno
raggiunto minimi storici,con livelli negativi molto inferiori a quelli già
bassi dei paesi emergenti.
Proseguiamo elencando altri aspetti rilevanti che influiscono sulla
formazione e specificazione delle aspettative del consumatore :il crollo
dell'economia ha trascinato al ribasso i prezzi,tanto da far segnare una
leggera deflazione in Europa,Italia compresa,che assume un segno più
marcato oltreoceano(rispettivamente -0,3;-0,2 e -1,5 su base mensile
aggiornata a settembre 2009),e questo è un forte disincentivo ai consumi
posticipabili,così come lo sono il processo di deleveraging dall'elevato
indebitamento privato di alcuni paesi come Giappone e Usa,unito alla
stretta sul credito, e il minore potere d'acquisto dovuto all'elevata
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