6
o il prodursi dell’evento considerato (assicurazioni contro danni), o il
momento diverso da quello medio
1
nel quale si produce l’evento
(assicurazioni sulla vita)
2
.
Contrariamente al tipico processo produttivo di qualsiasi
azienda, che prevede una manifestazione dei costi anticipata rispetto a
quella dei ricavi, nell’impresa di assicurazione si ha il caso tipico di
un movimento inverso. È questo differimento nel tempo che dà
origine agli aspetti caratteristici dell’impresa in parola. Esso genera le
cosiddette riserve tecniche e permette alle imprese assicurative di
disporre di ingenti mezzi finanziari in modo permanente e costante.
Conseguenza di ciò è la presenza di un’intensa attività di
gestione finanziaria che si accompagna al processo assicurativo tipico
e del quale essa rappresenta il necessario complemento: le somme di
denaro rese disponibili dai premi riscossi devono essere investite fino
al momento in cui esse dovranno essere utilizzate per adempiere alle
prestazioni assicurative.
1
Tale momento medio è il risultato di previsioni di durata basate su tavole di mortalità e di
sopravvivenza.
2
Cfr. Adamo S., Di Cagno N., L’economia delle aziende di assicurazione: amministrazione e
controllo, Giappicchelli, Torino, 1994.
7
Inoltre, nelle altre imprese – ad esempio in quelle industriali –
la massa delle operazioni non può spingersi oltre il limite segnato
dalla capacità tecnica degli impianti e dall’entità dei capitali
disponibili: nell’impresa di assicurazione, invece, non esiste
teoricamente alcun limite all’accrescimento della mole delle
operazioni che, procedendo dai ricavi verso i costi, non hanno
bisogno, per essere alimentate, di nuovo capitale, proprio o di terzi
3
.
Una ulteriore caratteristica dell’impresa di assicurazione è la
funzione che assolve il capitale proprio. Infatti, mentre nelle altre
aziende di produzione questo partecipa al processo produttivo,
nell'azienda di assicurazione ciò non avviene, in quanto il processo
produttivo si svolge autonomamente con i ricavi di esercizio (premi).
La principale funzione del capitale proprio è invece quella di
garanzia nei confronti degli assicurati: quindi, oltre a coprire il
fabbisogno finanziario per gli investimenti iniziali di struttura -
3
In tal senso Cfr. Catanese S., La gestione delle imprese di assicurazione, Messina: Università
degli Studi, 1995, pag.33.
Tuttavia un limite alla capacità operativa della compagnia di assicurazione è rappresentato dal
margine di solvibilità (MDS), che deve essere proporzionato al volume complessivo dell’attività
realizzata. Tale margine corrisponde al patrimonio dell’impresa di assicurazione, libero da
qualsiasi impegno prevedibile, al netto degli elementi immateriali.
Il margine di solvibilità è stato istituito con l’emanazione di due Direttive CEE in materia di
accesso e di condizioni di esercizio delle assicurazioni:
ξ la Direttiva CEE n.239/73, relativa alle assicurazioni danni;
ξ la Direttiva CEE n.267/79, relativa alle assicurazioni vita.
Tali Direttive sono state recepite con ritardo dal legislatore, rispettivamente con la L.295/78 e con
la L.742/86.
8
necessari per svolgere l’attività tipica -, esso deve infondere nel
pubblico un’immagine patrimoniale solida (a cui sono connesse
fiducia e sicurezza) ed ha la funzione di coprire gli eventuali scarti
negativi che si verificano tra frequenza effettiva e frequenza presunta
dei rischi assicurati; questi sono più probabili nel primo periodo,
quando il numero degli assicurati è ancora basso.
9
1.2 LA GESTIONE TECNICO-ASSICURATIVA
«L’aspetto caratteristico e strutturale della gestione assicurativa
è che ogni contratto di assicurazione si apre sistematicamente con
l’acquisizione di un ricavo e solo eventualmente si conclude con il
sostenimento di un costo. I ricavi, acquisiti o interamente all’apertura
del contratto o in via frazionata, come nel caso dei contratti di
assicurazione vita, sono tecnicamente rappresentati dai premi, mentre i
costi futuri ed eventuali sono determinati dal pagamento dei danni
liquidati al verificarsi del rischio assicurato»
4
.
Nelle aziende di assicurazione il ciclo economico tipico ha
inizio nel momento in cui intermediari indipendenti o personale
dipendente dell’azienda si occupano di prendere contatto con i clienti
per dare avvio al processo produttivo vero e proprio. Una volta creato
il contatto con il potenziale cliente prende avvio la fase di assunzione
del rischio, che consiste nella valutazione di tutti i rischi raccolti sul
mercato tramite i canali distributivi.
4
Cfr. Petix L., L’impresa di assicurazione, tipici aspetti della valutazione nell’attuale contesto
innovativo, Cedam, Pavia, 1986, pag.38.
10
Quando la polizza viene sottoscritta dal cliente si passa alla fase
di gestione del portafoglio; i contratti assicurativi, essendo contratti
«a tempo», necessitano di un continuo aggiornamento, in quanto le
condizioni contrattuali possono subire delle variazioni: variazioni dei
benefici fissati, cambiamenti delle modalità di pagamento, riduzione
del capitale assicurato, sono solo alcuni esempi dei fenomeni che
possono manifestarsi nel periodo di validità del contratto.
Al verificarsi dell’evento assicurato ha inizio la fase di
erogazione della prestazione prevista nel contratto.
Altre due fasi del processo di produzione assicurativa sono
rappresentate dalla coassicurazione e dalla riassicurazione. La
riassicurazione passiva consiste nella cessione ad altre compagnie di
quote di rischi assunti, affinché il portafoglio rischi della compagnia
cedente raggiunga o mantenga l’equilibrio desiderato
5
; specularmente,
la riassicurazione attiva consiste nell’accettazione di quote di rischi
ceduti da altre imprese di assicurazione
6
.
5
Più specificamente, con la riassicurazione passiva si addiviene alla cessione, da parte di una
compagnia di assicurazione (cedente), di una quota di rischi assunti (polizze) ad un’altra
compagnia (cessionaria). Tramite tale cessione, la cedente mira al miglioramento dell’attività
assicurativa in quanto, sebbene tale operazione comporti una diminuzione del valore atteso
dell’utile di gestione, al contempo consente di incrementare la capacità di assunzione dei rischi e
di ridurre il rischio tecnico del portafoglio assicurativo.
In tal senso, cfr. Cugini A., L’analisi di bilancio come strumento di governo dell’azienda di
assicurazione, Milano, EGEA, 1997, pag.19.
6
La riassicurazione attiva consiste nell’assunzione, da parte di una compagnia cessionaria, a fronte
del conseguimento di premi assicurativi, di quote di rischi di un’altra compagnia.
11
La coassicurazione si ha quando più imprese di assicurazione si
ripartiscono un rischio in sede di assunzione
7
; risulta particolarmente
diffusa per i rischi tecnologici e ogniqualvolta un’impresa di
assicurazione non sia in grado, da sola, di assumersi un rischio di
notevole entità
8
.
Il presupposto economico – tecnico dell’attività assicurativa è
che la massa dei premi incassati copra l’ammontare delle somme da
versare agli assicurati a seguito del verificarsi degli eventi di rischio.
Esso si fonda sull’applicazione della legge dei grandi numeri,
secondo la quale aggregando numerosi rischi individuali ed
indipendenti, ipotizzando che si rappresentino secondo una
distribuzione normale o di Gauss, è possibile prevedere con notevole
approssimazione l’entità dei sinistri che subirà la collettività degli
assicurati. L’errore di un evento si riduce proporzionalmente con il
crescere del numero degli eventi in osservazione, consentendo di
In tal senso: Devecchi C., Analisi di bilancio, Torino, Giappichelli, 1993, pag.117.
7
Più specificatamente la coassicurazione si basa su un accordo tra più assicuratori, diretto alla
ripartizione pro quota del rischio assunto: ciascuno dei coassicuratori è tenuto al pagamento
dell’indennità assicurata soltanto in proporzione della rispettiva quota. Tale regola si applica sia
che la coassicurazione si realizzi con la stipulazione di contratti distinti sia che il contratto sia
unico. In tal senso, cfr. Donati A., Volpe Putzolu G., Manuale di Diritto delle Assicurazioni,
Milano, Giuffrè, 1995, pag.143.
8
Cfr. Catanese S., Profili di economia e finanza delle imprese di assicurazione, Messina, 1983.
12
considerare sostanzialmente come certi nel loro complesso eventi
futuri che, a livello individuale, non sarebbero prevedibili
9
.
Per questo motivo un’azienda assicurativa deve operare con un
adeguato portafoglio di rischi, ossia con una serie di impegni tali da
rendere, oltre che minimo, anche costante nel tempo il rapporto tra
costi e ricavi.
Nonostante l’attività assicurativa sia complessa, unica ed
indivisibile, di fatto essa si esplica in due aree di business molto
differenti tra loro, sebbene abbiano in comune la mutualità, l’elemento
aleatorio e la natura finanziaria: la gestione danni e la gestione vita.
Le compagnie operanti in Italia possono scegliere se esercitare
il ramo danni, il ramo vita o entrambi.
La legge impone però che l’esercizio congiunto dei due rami
avvenga tenendo separate la gestione e la contabilità degli stessi
10
.
Tale imposizione è giustificata dalla diversa natura e finalità proprie
dei due rami; le assicurazioni vita hanno natura previdenziale e
9
Cfr. Paci S., Le imprese di assicurazione: profili gestionali, Egea, Milano, 1990.
10
Infatti per le imprese autorizzate ad operare successivamente al 15/03/1979, in seguito al
recepimento delle Direttive comunitarie di prima generazione, vige il c.d. “principio della
specializzazione”, in base al quale è vietato l’esercizio congiunto dell’attività assicurativa nei rami
danni e nei rami vita. Per le imprese autorizzate ad operare in entrambi i rami, precedentemente a
tale data, è consentita la prosecuzione dell’esercizio congiunto, purché vengano tenute separate le
gestioni a livello finanziario e patrimoniale. In tal senso, cfr. De Pascalis A. R., L’attività di
vigilanza sulle imprese di assicurazione, in Manuale di gestione assicurativa, a cura di Vincenzini
M., Padova, Cedam, 1999, pag.220.
13
salvaguardano l’economia dell’azienda familiare dalle conseguenze
economiche derivanti dal verificarsi di eventi connessi alla vita di uno
o più individui assicurati; mentre le assicurazioni del ramo danni
hanno natura indennitaria e trovano origine nell’esigenza degli
assicurati di trasferire un rischio.
Un altro elemento di differenziazione è rappresentato dal fatto
che nel ramo vita la disponibilità di dati statistici è molto più elevata
che non nei rami elementari e, conseguentemente, le previsioni di
probabilità del verificarsi di un evento risultano più attendibili. Questo
aspetto appare più evidente se si considera l’estrema varietà di rischi
compresi nei rami danni che comporterebbero elaborazioni
matematiche complicate e scarsamente attendibili.
Il prezzo al quale vengono collocati sul mercato i prodotti
assicurativi assume la denominazione di premio.
Tradizionalmente si distingue tra:
ξ premio puro, derivante esclusivamente dal prodotto tra la
probabilità di manifestazione dell’evento e il valore assicurato;
ξ premio di tariffa o premio netto, determinato in misura tale da
coprire i costi di gestione, gli scostamenti negativi tra frequenze
14
previste e frequenze effettive e consentire all’impresa di
assicurazione il conseguimento di un utile;
ξ premio lordo, comprensivo delle imposte
11
.
«Il risultato della gestione assicurativa, nella prassi del settore,
viene considerato l’indicatore primario della capacità reddituale
dell’impresa. Infatti, questa misura esprime direttamente il grado di
successo con cui sono state impiegate le capacità tecnologiche
assicurative in tutte le diverse forme. Tale risultato costituisce, inoltre,
la modalità di raffronto comparato privilegiata dalle imprese
assicurative, in quanto non tiene conto né della struttura né dei risultati
dell’attività patrimoniale che, come è noto, sono meno collegabili alle
decisioni di gestione corrente, ma funzione anche di altri aspetti
meno omogenei, quali l’anzianità della compagnia, la stabilità
della proprietà, le politiche di bilancio, il livello di
capitalizzazione»
12
.
11
Cfr. Candiotto R., L’area strategica aziendale nelle imprese di assicurazione, Giuffrè, Milano,
1996.
12
Cfr. Pezzino G., Ruolo e struttura dei meccanismi di programmazione e controllo, Egea,
Milano, 1990; pag.342.
15
1.3 LA GESTIONE PATRIMONIALE
La gestione patrimoniale si occupa di investire i capitali
accumulati tramite la gestione tecnico-assicurativa, nonché i mezzi
propri dell'impresa assicurativa.
Gli investimenti che le aziende d'assicurazione pongono in
essere hanno una triplice funzione:
ξ garantire gli assicurati ed il mercato della solvibilità dell'impresa e
della capacità di questa di adempiere sistematicamente alle
obbligazioni di indennizzo;
ξ produrre dei proventi reddituali da utilizzare per il miglioramento
dei prezzi del servizio assicurativo;
ξ potenziare la struttura patrimoniale d'impresa.
Si possono distinguere due tipi di investimenti:
ξ investimenti obbligatori, stabiliti per legge a fronte degli impegni
verso gli assicurati;
ξ investimenti non vincolati, decisi in base a considerazioni
autonome
13
.
13
Cfr. Lusvarghi V., La gestione dell’impresa di assicurazione, Cedam, Padova, 1990.
16
Per quanto riguarda gli investimenti obbligatori, la legge
impone alle impresa di assicurazione la creazione di investimenti
patrimoniali a fronte della costituzione di passività assicurative,
rappresentate dalle riserve tecniche. In altri termini le riserve
tecniche devono avere una specifica "copertura" all'attivo
mediante investimenti affetti da un particolare vincolo che
determina uno speciale diritto di garanzia a favore della massa degli
assicurati.
Gli investimenti vincolati a copertura delle riserve devono
avere le seguenti caratteristiche:
ξ liquidità;
ξ sicurezza;
ξ redditività;
ξ congruenza finanziaria;
ξ diversificazione
14
.
14
Cfr. Petix L., L’impresa di assicurazione: aspetti tecnici e finanziari della gestione, Cedam,
Padova, 1984.