2
Sarà poi considerato quanto questa spettacolarizzazione della politica abbia ac-
cresciuto la tendenza verso la personalizzazione e il bisogno della creazione di un
leader.
Parallelamente sarà preso in esame il concetto di leadership, attraverso la sua sto-
ria recente e le sue diverse tipologie per passare allo studio del leader politico,
con le sue caratteristiche, il ruolo che ha oggi verso le istituzioni e il modo in cui
si pone verso i partiti.
Sarà trattata la leadership municipale e il ruolo sempre più importante anche sotto
l’aspetto dell’immagine che hanno assunto i sindaci delle grandi città dopo la
legge sull’elezione diretta, tema che verrà ripreso nella seconda parte con
l’approfondimento del caso di Francesco Rutelli.
A conclusione della prima parte saranno poi prese in esame le strategie di mar-
keting politico ed elettorale, volte alla costruzione dell’identità dei candidati al
loro posizionamento rispetto agli avversari e alla comunicazione attraverso i me-
dia. Da alcuni anni ormai in Italia si parla di strategie di immagine che hanno
contribuito a rivoluzionare il modo di presentare candidati e programmi agli elet-
tori. Il caso più eclatante è ovviamente quello della discesa in campo di Silvio
Berlusconi che, utilizzando la struttura organizzativa di Publitalia, arrivò alla
Presidenza del Consiglio grazie anche ad un abile campagna di marketing. Da al-
lora anche gli altri schieramenti politici si sono organizzati, rimodellando le pro-
prie caratteristiche storiche e culturali, affidandosi ad esperti di comunicazione,
andando alla ricerca di leader attenti all’immagine e al rapporto con la televisio-
ne.
Ed è proprio da queste considerazioni che si sviluppa la seconda parte della tesi
che ha come oggetto la candidatura alla premiership di Francesco Rutelli.
3
Attraverso l’analisi del contenuto di articoli de La Repubblica e del Corriere del-
la Sera e dei due telegiornali principali (TG1 e TG5), verrà studiata la costruzio-
ne mediale della sua leadership.
Sarà interessante capire quanto l’immagine abbia influito sulla scelta operata dai
partiti dell’Ulivo tra la sua candidatura e quella del premier uscente Amato, e se e
come questa immagine sia mutata nel corso dei mesi.
Ampio risalto avrà lo studio della trattazione mediale del Giubileo, soprattutto la
Giornata Mondiale della Gioventù, l’occasione per Rutelli di mostrare a tutti gli
Italiani il suo operato nelle vesti di sindaco di Roma.
Infine sarà importante capire quale utilizzo egli fa della televisione e quali sono i
mezzi che usa per definire e promuovere la sua immagine.
4
I PARTE: LEADERSHIP E MASS-MEDIA
5
CAPITOLO I:
IL CARISMA DEL LEADER
1.1 Il carisma
1.2 Il carisma nell’Italia del Dopoguerra
6
1.1 Il carisma
Leader è un termine di origine anglosassone di cui non esiste una traduzione
completamente esatta e fedele. Per il Vocabolario della lingua italiana di Zinga-
relli il leader è “il capo di un partito o di uno schieramento politico, di indiscusso
prestigio”.1
Il leader non è quindi solamente un capo che si limita ad imporre il suo potere
magari contro la volontà dei suoi cittadini, ma egli gode di un prestigio, di un va-
lore che gli viene riconosciuto senza discussione.
È necessario quindi comprendere da dove deriva questa ammirazione incondizio-
nata partendo da una caratteristica innata e interna al leader stesso: il carisma.
La definizione del termine “carisma” deriva dal greco “charizesthai” che signifi-
ca “dono di origine divina” ed è stato anche in seguito considerato in
un’accezione propriamente religiosa in cui l’individuo carismatico è solamente il
destinatario ignaro del favore di un ente supremo.
In tutte le religioni il rapporto con le figure carismatiche è sempre stato molto
importante; in quelle più antiche, come lo sciamanesimo, il carisma è considerato
una malattia mandata dagli spiriti che lo sciamano impara ad usare a beneficio
degli altri. Anche il Cristianesimo poi, come testimoniano le parole di San Paolo
nella sua lettera ai Corinti, considerava il carisma un atto di benevolenza da parte
di Dio: ”A qualcuno, attraverso lo Spirito, è stato attribuito il messaggio della
saggezza; a qualcun altro, sempre per mezzo dello stesso Spirito, il messaggio
1
Zingarelli N., Il nuovo Zingarelli, Bologna, Zanichelli 1989, p.1029
7
della conoscenza; per un altro c'è un dono di fede; ad un altro ancora è stato con-
cesso il potere di guarire, o poteri miracolosi, a qualcun altro virtù profetiche”.2
Partendo dagli studi sul cristianesimo di Rudolph Sohm e Karl Holl, il sociologo
tedesco Max Weber definì il carisma nel suo significato moderno, vale a dire una
qualità straordinaria attribuita a un uomo, un animale o un oggetto, che può eser-
citare un’influenza a volte decisiva sulla sua sorte.
Nel mondo primitivo l’uomo è dominato da forze e poteri per lui misteriosi e ve-
de nel mago una figura carismatica.
Weber afferma inoltre che nell’antichità “ogni avvenimento che esce dai binari
della vita quotidiana fa sorgere poteri carismatici, e ogni capacità inusitata fa
sorgere una fede carismatica”.3 Un evento straordinario può essere lo scoppio di
una guerra che ha come conseguenza il sorgere del carisma dell’eroe.
Quando poi questo stato straordinario persiste nel tempo, dal carisma dell’eroe
viene creata la figura del re e la costituzione della monarchia.
La concezione del carisma cambia quando si sviluppano le grandi religioni porta-
trici del messaggio della redenzione. Il ruolo carismatico non è più del mago, ma
viene assunto dal profeta, portatore di un messaggio di salvezza e di liberazione.
Viene così organizzato il comportamento in base agli insegnamenti etici e si for-
ma la coscienza. In questa ottica il carisma personale riveste un ruolo fondamen-
tale e rivoluzionario nella storia perché dà all’uomo la consapevolezza di essere
centro e motore del mondo.
2
San Paolo, I Lettera ai Corinti (12:8-10).
3
Weber M., Wirtschaft und Gesellshaft, Mohr, Tübingen, 1972 (I ed. 1922), vol. II, p.670, (trad. it. Eco-
nomia e società, vol.II, p.444).
8
Il processo carismatico è un eccitamento emozionale intenso e di grande pathos:
la dottrina carismatica rivoluziona le persone dal loro interno. Quindi, il carisma
è un potere spirituale rivoluzionario. Il profeta carismatico sostiene la sua autori-
tà per mezzo della forza pura della propria personalità e la sua missione riguarda
il cambiamento radicale dei valori correnti. Prima di ricevere la sua chiamata, il
leader deve avere in se stesso i germi del carisma, ma successivamente egli man-
tiene il potere esclusivamente mettendo alla prova la sua potenza nella vita. In-
torno a lui si costituisce una comunità obbediente e che si impegna totalmente
per portare a termine la missione di cui egli è portatore.4 Con gli anni però in Eu-
ropa questa consapevolezza pone le condizioni per un distacco dalla religione e
dal sacro, che ovviamente segna una diversa concezione del carisma.5
Weber vede la civilizzazione occidentale avanzare sempre più verso la raziona-
lizzazione di tutti gli aspetti della vita. Egli afferma che tale razionalizzazione
trasforma l'esistenza quotidiana in una meccanica, alienata, insignificante routine
in cui anche il carisma rischia di perdere la sua importanza e la sua forza rivolu-
zionaria.
Egli distingue il potere in tre forme: il potere tradizionale fondato sugli obblighi
della tradizione e del costume, il potere carismatico fondato sulle qualità del capo
e il potere legale che esercita il suo dominio attraverso delle norme riconosciute e
accettate.
6
Per Weber lo Stato moderno, quello capitalistico e borghese, prende
vita attraverso il potere legale, poiché non usa più la violenza personale per im-
porre il suo dominio, ma media i rapporti tra chi comanda e chi è comandato at-
4
Cavalli L., Il carisma come potenza rivoluzionaria, (in Max Weber e l’analisi del mondo moderno, a cu-
ra di P. Rossi), Torino, Einaudi, 1981, p.174.
5
Cavalli L., Il carisma come potenza rivoluzionaria, op. cit.
6
De Feo N., Max Weber, Firenze, La Nuova Italia, 1975, p.24
9
traverso i mezzi definiti dalla burocrazia, mezzi dettati dalla ragione fredda e im-
personale.
Nella realtà, però, queste forme di potere non sono completamente separate, so-
prattutto per ciò che concerne il potere carismatico.
Weber, anche di fronte ai cambiamenti della concezione dello Stato, non abban-
dona l’idea che la pietrificazione della società possa avere come unica alternativa
il carisma del capo. Dei tre poteri quello carismatico è il più instabile e si può
trasformare in quello tradizionale o in quello legale diventandone origine e moto-
re.
Egli, ridimensionando in termini più laici la sua concezione del carisma, convo-
glia gli studi sull'analisi della situazione politica della Germania nei primi anni
del Novecento e si convince che esiste ancora uno spazio importante per il potere
carismatico, indicando nella democrazia plebiscitaria guidata da un leader la
forma propria delle moderne democrazie. Il carisma, insomma, investe per
Weber la natura creatrice, professionale e vocazionale della politica.7
Dopo la Seconda Guerra Mondiale che vide affacciarsi come protagonisti della
Storia le figure tragicamente negative di Hitler e Mussolini, l’immagine del
leader carismatico si allontanò da quella esaltata da Weber fino a diventare nel
Mondo occidentale e soprattutto in Italia, memore della dittatura fascista, un pe-
ricolo nel quale non ricadere più.
Ora, dopo che sono trascorsi cinquant’anni, da una parte l’evoluzione della socie-
tà attraverso il progresso tecnologico e scientifico ha inevitabilmente creato la di-
struzione delle forme di autorità e il conseguente proliferare di fedi e dottrine,
dall’altra le società capitalistiche hanno sempre più accentuato il disincanto dei
7
Ibidem., p.24.
10
cittadini verso la politica di governo.8 Si assiste perciò alla quotidiana creazione
da parte dei mass media di nuovi miti e nuovi eroi, nonché ad un rinnovato inte-
resse per il magico, il soprannaturale e il mito. È in questo contesto che il cari-
sma, anche nella politica, cerca di riempire l’assenza di certezze che sta caratte-
rizzando gli ultimi anni.
8
McCarthy P., Il "carisma" nell’Italia del dopo-1992, (in Il cambiamento imperfetto. I cittadini, la comu-
nicazione politica, i leader nell’Italia degli anni Novanta, a cura di F. P. Colucci), Milano, Unicopoli,
1998, p.46.
11
1.2 Il carisma nell’Italia del Dopoguerra
In Italia, come detto in precedenza, la dittatura di Mussolini ha lasciato un for-
te scetticismo nei confronti degli uomini carismatici, soprattutto nella cultura di
sinistra che storicamente e culturalmente si rifà a valori collettivi.
La maggior parte dei politici italiani, dal dopoguerra in poi, fino agli eventi del
1992 che spiegherò successivamente, sono difficilmente definibili dei “capi cari-
smatici”.
Tra gli uomini che hanno governato più a lungo il nostro Paese si può senza dub-
bio definire Andreotti un politico di grande intelligenza ed astuzia, forse uno de-
gli uomini più influenti nella storia dell’Italia del Dopoguerra, ma non certo un
leader carismatico.
Neanche nella storia del Partito Comunista si trovano figure propriamente cari-
smatiche; ne è un esempio Enrico Berlinguer, il leader più amato dai militanti di
sinistra, che non ha certo costruito la sua leadership sull’ammirazione del capo
con un’immagine forte, ma ha fondato il suo consenso sulla fiducia e sul calore
umano. Fa eccezione Bettino Craxi che, dalla seconda metà degli anni Settanta,
distruggendo quasi completamente l’identità e la politica del Partito Socialista, lo
trasformò in un vero e prorio partito del leader.
I motivi di questa anomalia italiana sono principalmente di ordine morale, cultu-
rale, giuridico-costituzionale e storico. Viene sicuramente da problematiche mo-
rali lo scetticismo verso tutta la classe politica e soprattutto verso la Democrazia
Cristiana per la poca chiarezza dimostrata in cinquant’anni dai suoi leader rispet-
to ai tanti misteri, crimini irrisolti, i “muri di gomma” che hanno segnato la storia
della nostra Repubblica e che sicuramente ha spinto gli elettori a votare non tanto
12
per l’ammirazione verso il capo, quanto per motivi culturali (la religione cattoli-
ca, l’anticomunismo, ecc.).
Un altro elemento di rilevante importanza è da ricercare nel sistema elettorale che
fa dell’Italia una democrazia parlamentare a guida implicita poichè i cittadini non
si esprimono direttamente sulla scelta del capo del Governo.
C’è anche una ragione storica dello scarso sviluppo dei leader carismatici che è
strettamente correlata a quella costituzionale ed è l’importanza e il ruolo che i
partiti politici hanno rivestito nel nostro Paese. Le linee politiche sono sempre
state decise più dalle segreterie che dai leader, che sono spesso stati espressioni
di varie correnti in lotta tra loro.
Inoltre la lotta politica italiana è stata molto ideologizzata, poichè da una parte
c’era uno dei più grandi partiti comunisti dell’occidente e dall’altra un partito for-
temente cattolico, che poco spazio lasciavano alla spinte personali di nuovi
leader.
Nel 1992 in seguito agli eventi politici che investirono l’Europa dell’Est e
l’ideologia che essi avevano cercato di incarnare, e agli eventi giudiziari di casa
nostra, si creò un clima di vuoto e di confusione istituzionale che portò alla disso-
luzione di alcuni partiti, al cambiamento di altri e alla nascita di nuovi soggetti
guidati da leader forti. Due esempi significativi: il primo è quello di Umberto
Bossi che ha costruito la sua leadership carismatica, creando intorno al movimen-
to leghista una simbologia post-celtica (o neo-padana), e facendo leva sul senti-
mento di appartenenza del “popolo del Nord” proprio degli uomini forti. Il suo
mito è quello del trionfo delle città medievali dell’Italia settentrionale contro Fe-
derico Barbarossa, ma è anche quello dei Celti e degli scozzesi guidati da Walla-
ce nel film Braveheart.
13
Sono immagini semplici,raccontate in modo semplice, ma che hanno colpito
molti cittadini del Nord che hanno sempre visto con diffidenza il governo di Ro-
ma, considerato come un re malvagio che ruba i soldi ai suoi sudditi attraverso le
tasse. Si può notare inoltre come nella Lega Nord non siano mai esistite delle
correnti e non esiste un vero e proprio staff del capo. Il suo linguaggio, comple-
tamente diverso da quello dei vecchi leader italiani, crudo ai limiti del volgare e
spesso offensivo verso gli avversari lo ha fatto diventare un vero capo carismati-
co da seguire ciecamente anche quando le sue decisioni politiche non si potevano
certo definire coerenti.
L’altro esempio di leader carismatico è rappresentato da Silvio Berlusconi, che
ha riempito in parte il vuoto politico lasciato dalla dissoluzione della Democrazia
Cristiana creando un “partito del capo”. Riferendoci quindi alla figura di Berlu-
sconi come uomo carismatico tout-court, si nota subito un forte parallelismo tra il
politico e l’imprenditore. Come la sua azienda ruota intorno alla sua figura, così
il partito si riconosce completamente in lui.
I suoi elettori si comportano come i suoi dipendenti, si fidano di lui, delle sue in-
tuizioni, perché il suo messaggio è esattamente quello di fidarsi di lui e dei risul-
tati brillanti che ha saputo raggiungere nella vita.
I suoi miti sono una miscellanea di vecchio e nuovo: l’ammirazione per la labo-
riosità lombarda, per l’imprenditorialità italiana, moderna ma di derivazione ad-
dirittura rinascimentale. E poi l’anticomunismo così simile alle crociate della
D.C. degli anni Cinquanta. Ma forse il suo vero mito è lui stesso9, la sua storia, i
9
McCarthy P., Il "carisma" nell’Italia del dopo-1992, (in Il cambiamento imperfetto. I cittadini, la comu-
nicazione politica, i leader nell’Italia degli anni Novanta, a cura di F. P. Colucci), Milano, Unicopoli,
1998, p.72.
14
suoi risultati, il suo successo, la sua immagine ripetuta in migliaia di cartelloni,
un vero e proprio culto della personalità che rappresenta una novità per la politica
italiana e per i suoi leader. Il suo linguaggio è, come quello di Bossi piuttosto
semplice e a volte aggressivo verso gli avversari, ma molto più cauto e costrutti-
vo.
Per studiare meglio la figura di Berlusconi come leader però, non bisogna dimen-
ticare, oltre al carisma, altre variabili che entrano in gioco,una su tutte l’influenza
decisiva dei mass-media, che hanno cambiato innegabilmente il modo di fare po-
litica e di cui si discuterà nel corso della tesi.